La mia bimba, la mia ossessione-16
di
Satiro
genere
incesti
===== LEGGETE DAL PRIMO CAPITOLO =====
=A casa mia in quei giorni, le battutine salaci scorrevano senza freni, anche davanti ad Ilaria diedi più d'un bacio a sulla bocca di mia figlia e, ovviamente per equità, anche a mia madre; Non erano certo baci con la lingua ma, mi soffermavo sulle loro labbra sempre più a lungo; Era un gioco teso sempre più per coinvolgere sempre più la mia bella nipotina;
Anche lei, infatti non si ritrasse quando un giorno la baciai in quel modo.
=Ilaria m'aveva parlato più volte della sua gratitudine
per gli aiuti che davo alla sua famiglia.
--Zio - mi disse - come faremo a ripagare quello che fai per noi.
--Semplice mia cara - risposi pronto e con sfacciata ironia - semplice, sarà sufficente addolcire la mia vita con dei baci...sì, semplici baci.
=Erano presenti sia Lauretta che mia madre e lei, senza pensarci su due volte, mi buttò le braccia al collo baciandomi ripetutamente le guance.
--Ilaria, tesoro - intervenne mia madre - guarda che tuo zio non intendeva di certo avere quei bacetti lì.
--E' vero - rincalzò Lauretta stando al gioco - sapessi Ilaria quanti baci e quante coccole le feci, quando mi regalò questa collanina.
--...e sei ancora a debito, imbrogliona - le gridai ridendo.
=Intanto tenevo Ilaria ponendole la mani ai fianchi e, vedendomi le sue carnose labbra vicino, diventai serio di colpo e, bloccandole la testa con ambo le mani, le baciai la bocca; Avevo il cuore e il cervello concentrati sulla sua reazione, invece lei, forse restandone schoccata, si bloccò; Io pensai subito al piacere di assaporare il turgore di quelle porpuree labbra e, dimentico di tutto, spinsi allora la lingua forzando quella deliziosa ferita; La guardai, Ilaria teneva gli occhi socchiusi; Un lampo di gioia m'invase l'animo "Oddio" pensai "le pace, le piace" ; Le pennellai due o tre volte i denti con la lingua, li sentii schiudersi lasciandomi libero accesso alla sua bocca; Incontrai la linguetta che mosse contro la mia;
Sarà durato trenta secondi quel bacio, trenta secondi di tremori, anche credo per la mia nipotina.
=Li potrei rivivere attimo per attimo quei trenta secondi, rivivere in tutte le sue fasi, dai frementi respiri al rossore che imporporò il suo grazioso visetto.
=Quando mi staccai, per sdrammattizzare la situazione
scoppiai a ridere, trascinando nelle risa anche Lauretta; Mia madre invece, strizzandomi l'occhio, mi fece capire che aveva capito tutto; Non so come, ma in quell'attimo ebbi un colpo di genio e, lasciata Ilaria, presi mia figlia per un braccio e abbracciandola le baciai la bocca; Lei all'inizio si dibattè, ma poi si arrese alla mia irruenza; Le ficcai la lingua in gola cercandole la sua che, dopo un'iniziale inerzia, rispose al mio richiamo.
=Ilaria, sorpresa, guardò mia madre che, fingendo stupore ci guardava con un malizioso sorrisino;.
=Fu abbastanza lungo quel bacio, tanta che mia madre, la volpona, ci gridò.
--Ehi, ehi...basta, basta...Roberto, non vedi che la soffochi?
--Mamma, tranquilla, qui non si soffoca nessuno, le piccole sanno baciare eccome...non le soffoco no! Eppoi
questa qui - proseguii indicando Lauretta, - mi è debitrice anche di altre coccole...
--E no papà no...basta, basta.
--Quale basta, quale basta...quella collanina m'è costata un capitale...dai vieni qui - e sedendomi sul divano, me l'attirai addosso; In un baleno le palpeggiai una tettina sorprendendo lei stessa che, subito si svincolò con forza alzandosi in piedi.
---
Andiamo via Ilaria, andiamo via...- disse prendendo la cugina per le mani e scappando nella sua cameretta; Rimasti soli, mia madre orgogliosa del suo pargoletto,
mi disse abbracciandomi affettuosamente.
--L'hai baciata poi...c'e l'hai fatta...sono sicura che sarà tua anche lei...- e felice, mi dette un bacione tastandomi la patta; Il mio uccello era tornato mogio dopo aver alzato la testa durante i baci e, per mia madre fu facile farlo rianimare; Con un paio di sapienti palpeggi lo riportò in vita.
--Dai Roberto, fai felice anche la tua mammina, andiamo giù, andiamo in garage; Un minuto dopo la lingua della mia genitrice con esperti e collaudati ghirigori me lo deliziava; Era veramente brava la mia mamma e, da esperta conoscitrite degli uomini , mi disse prima d'imboccarselo.
--Robertino, chiudi gli occhi e immagina ch'io sia la tua nipotina...pensa porcellino mio...la tua nipotina
che ti fa un pompino...pensa, è una ragazina i suoi primi giochi d'amore...-
--Mamma, non credo che Ilaria sia così maiala da succhiarmi anche le palle come stai facendo tu...ammenocchè non glielo insegni tu, come hai fatto con mia figlia.
=Pensai che anche mia madre aveva bisogno di una ripassatina, glielo dissi e lei, veloce come il fulmine si tolse le mutande e, sedutasi sul bordo di una panca mi offrì la sua fica; Mi feci mettere una gamba su una spalla e la penetrai; L'eccitazione psichica aveva fatto sì che, come non mai con lei, cominciaia stantuffare quel buco che tanti anni prima, mi generò; Pompai con tanto impeto da far scricchiolare la panca; Mia madre, accartocciata su se stessa come un riccio, subì con piacere la mia foga e, da grandissima esperta, quando capì ch'ero vicino alla sborrata, si raggiunse la clitoride con la mano e frullandosi velocemente godette ancor prima di me; Sborravo tenendo gli occhi socchiusi; Le rimasi dentro
per qualche minuto svuotandomi completamete in lei, quando riapersi gli occhi la vidi illuminata da un radioso sorriso di piacere e di gratitudine; Ero soddisfatto anch'io, avevo fatto godere la mia mammina.
=La sera stessa Ilaria doveva tornare a casa sua, ma un temporale con forti ed improvvisi acquazzoni imperversava nella nostra città.
--Zio per piacere, mi riporti tu a casa?...lascierò qui il motorino...domattina devo essere là.
--Certo, certo mia cara - le risposi pensando subito
al lato positivo; Carpe Diem.
=Mezzora dopo, carica col suo zainetto di libri,Ilaria mi stava seduta al fianco e, mentre il tergicristallo tentava di liberare il parabrezza dal diluvio che ci investiva.
--Ecco vedi Ilaria - le dissi in prossinmità di una stradicciola laterale - se non ti fossi zio, vinto dalla tua bellezza, ti porterei giù per questa stradina
e...- passando dalle parole ai fatti, la imboccai.
--Ma dove vai zio...no dai no...portami a casa dai...è tardi, la mamma mi aspetta...dai- protestò allarmata;
Fatto un centinaio di metri, fermo il motore; Lei è sul chi vive, la credevo più cedevole.
--Ma dai schiocchina, non crtederai che il tuo zio ti voglia far del male vero? Invece ti stavo dicendo che, se non ti fossi zio ti abbraccerei così e ribacerei la tua dolcissima bocca, così...come abbiamo fatto oggi.
=La ragazza, vedendomi sereno, abbassò un poco le difese; Mi curvai su di lei che,come ipnotizzata restò immobile; Le detti un leggero bacetto; Non si mosse; Osai, le tenni ferma la testa e, riappoggiando le labbra sulle sue, come tre ore prima, le forzai la bocca; Ecco ora la lingua incontrò la sua; Anche questa fanciulla è fatta di carne e di sentimenti e, forse dando ascolto a queste due cose, si lasciò baciare; Che emozione provai nel sentire la sua linguetta che rispondeva alla mia; Ilaria teneva gli occhi chiusi fremendo di piacere nel sentire la lingua dello zio che le sondava la bocca; Pochi minuti dopo, mentre viaggiavo in quel Limbo, nel sentire la sua mano destra che mi cingeva al collo, mi sentii svenire,
mille e mille immagini e pensieri si affollavano nella mia mente; Ilaria, la mia piccola nipotina, mi donava la sua bocca; Si era al buio ma, credo che i miei occhi, il mio viso brillassero come al bimbo portato nel paese dei balocchi; Quando i battiti del mio cuore tornarono al loro normale ritmo, capii che non potevo andare oltre, avrei poturo perdere il terreno conquistato, però non potei resistere al desiderio di volerle accarezzare i seni; Tenendola guancia a guancia, con la mano sinistra scesi dal viso al collo e da lì al seno; Impossibile descrivere cosa provai, non ne sono capace, tenterò ma credo che il tentativo sia vano; La mano tremava come ad un principiante, le catturai una tetta, la sua era più grossa di quella di mia figlia, forse una terza abbondante; La ragazza mi lasciò lì una decina di secondi, poi mi levò la mano.
--No zio per favore no...portami a casa...è tardi.
=Non risposi e a malincuore, riavviai il motore portandola a casa sua; Entrai anch'io, anche per salutare mia sorella; Si fecero quattro chiacchere sul tempaccio, mentre fra me e la ragazza correvano sguardi densi di significati, cercavo nei suoi occhi una risposta, me la diede dandomi un bacetto di commiato al che risposi con una strizzatina d'occhi.
=Tornato a casa, le mie donne come avessero magicamente visto tutto, mi corsero incontro interrogandomi con gli occhi, io invece, da infingardo
--Mamma mia, mamma mia...che acqua, era tanto che non si vedeva un simile diluvio.
=Mia madre non si lasciò ingannare.
--Roberto, hai impiegato così tanto...è stato per la pioggia o vi siete fermati...- Allora io, scherzando, ingigantii l'accaduto.
--Macchè pioggia...mi sono portato Ilaria in albergo e li mie care...
--No, no, non scherzare papà...dimmi l'hai solo portata a casa?
--Ma si, cosa vuoi che abbiamo fatto...un bacino si..
--Con la lingua? - chiese Laura.
--Sì, sì...con la lingua...siete gelose?
--No...anzi - intervenne mia madre; Poi raccontai com'erano andate veramente le cose e loro erano contente per me.
--Papà, le hai palpato un seno...lei ti ha lasciato fare?...Certo che avendo il ragazzo che conosco e che mi pare così timido... credo lui non lo abbia mai fatto
--Sai Lauretta cosa facciamo domani? Li lasciamo soli,usciamo con una scusa, vedremo così se il nostro maschietto sarà all'altezza - poi ironicamente aggiunse - certo che se lei ci starà non so se saprai accontentare anche questa porcellina qui - e, presa Lauretta, se l'attirò sulle ginocchia, poi cosa che non ha mai fatto di sua iniziativa, le ha messo una mano su un ginocchio e risalendo sotto la sottana, le raggiunse la passerina; L'agitarsi del tessuto della gonnella tradiva le carezze del ditalino; Lauretta se lo godeva quel ditale e lo dimostrava con le espressioni estasiate del viso.
=Il cazzo mi si impennò, lottando per uscire all'aperto
ero eccitatissimo, stavo guardando una scena non comune
mia madre, una donna di 57 anni, porca senza limiti, aveva fatto scendere dalle ginocchia la sua nipotina, le aveva tolto le mutandine e, con una mano sul culetto e l'altra sulla fessura, la faceva fremere di libidine; La freschezza di Laura contrastava perversamente con la donna anziana e ambedue emanavano una lussuria infinita; Sia per quell'erotica scena, sia per la precedente eccitazione avuta con la mia nipotina, mi spinse ad estrarmi il cazzo e sedutomi in una poltrona, cominciai a segarmi lentamente
=Che perversa scena mi offrivano le mie donne,mia figlia ansava fremente, felice nel sentirsi sgrillettare, poi ad un certo punto volle ricambiare alla nonna quei piaceri saffici; Dopo averle palpato e impastato un seno, se lo prese in bocca; Anche la mia figlioletta s'era avviata velocemente nella via del sesso; Io, a quella vista, l'immaginai subito di vederla lesbicare con la cugina, al che, il cazzo pur essendo ben rigido, ebbe un'ulteriore impulso, tanto che dovetti rallentare la sega perchè volevo godermi quella scenetta lesbica; Lauretta, poi mi chiamò, non potevo esimermi; Mia madre l'aveva fatta stendere sul divano e in un coctail di baci, carezzine e leccate le stava lavorando la fica portandola al supremo godimento
Porsi allora alla boccuccia della mia bimba il mio biberon e lei avidamente lo succhiò con passione;La situazione era troppo arrapante e poco dopo le godetti in bocca;Lauretta fissandomi lo mandò giù, io subito appena si liberò la bocca glielo rimisi ancora in bocca lasciandola giocare, poi piano piano tornò molle.
=Mentre si trastullava col mio salsicioto, ebbi il tempo di mettere a fuoco i nostri comportamenti, li vidi perversamente meravigliosi e tremendamente pericolosi specie se entrasse nel giro anche la mia bella nipotina; Si creerebbe una situazione esplosiva e che era inderogabile usare la massima prudenza.
=Mia madre si lavorò mia figlia fintanto da farla godere tre volte; Si era bevuta la sborrina della piccola, poi con la bocca insaporita da quell'ambrosia , mi dette un bacio con tanto di lingua.
=Più tardi in cucina, Lauretta ci raccontò che Ilaria,
appena sole, dopo quel pomeriggio di baci proibiti, le chiese se le toccavo spesso le tette o se quella era la prima volta, lei le rispose che ogni tanto lo lasciava fare "Sai - le disse - papà è senza donna e non volendo ne portasse a casa una...così ogni tanto...quache toccatina..." Ci riferì che la cuginetta non ne rimase schoccata anche perchè Lauretta le fu molto convincente nell'affermare che
dopotutto la cosa restava nell'ambito famigliare.
=Anche quella sera, dopo averla baciata d'apprima dolcemente, poi via via sempre con più foga, infervorat
da mille pensieri e speranze lussuriose, m'accorsi che le stavo martoriando la bocca; Tornato in me, mi strinsi forte la sua testolina in un gesto come a volermi fare perdonare, Lauretta mi capì e con voce rotta dall'emozione mi disse.
--Mi piace sai papà quando sei così, mi piace sentire che ti appartengo anima e corpo - poi aggiunse - chissà
cosa direbbe Ilaria se ci vedesse...
--Ti invidierebbe amore, ti invidierebbe, Ilaria dev'essere un poco masochista e mi meraviglia che continua a frequentare quel ragazzo che tu dici sia timido...Lauretta sono certo che se proverà il tuo papà
lo molla subito.
=Poco dopo a letto, mi sono scatenato strapazando il suo corpicino con una certa brutalità, volevo soddisfare sia il mio che il suo istinto.
=La chiavai alla pecorina pompandole la fichetta con colpi rapidi e violenti, aggrappato agli esili fianchi
la squassavo tutta facendo cigolare il letto.
=Dieci minuti d'irruente galoppo, furono sufficenti per farla godere due volte; Ormai avevo capito bene la mia puledrina, d'ora in avanti sarà così che la chiaverò.
=Quando dopo averla trapanata per bene e estrassi il cazzo dal suo pancino, l'avevo grondante d'umori, tergiversai alcuni secondi sempre tenendola a pecora,
poi puntando la cappella sul buchino del culetto, la penetrai; Avanzai in lei lentamente, assaporando centimetro per centrimetro quel condotto ancora stretto
e, quando arrivai ad appoggiare la pancia sulle chiappette, partii alla grande; Inculavo la mia Lauretta che con urletti di piacere m'invitava a strapazzarla sempre di più.
=Una quarantina di poderose spinte,poi mi si aprirono le valvole dei coglioni e la riempii di sborra; Rimasi
in lei ancora un poco gustando quel paradiso in terra, poi rimemorando un filmino porno visto su internet, le dissi uscendole dal culetto.
--Ferma Laura, ferma...ferma così, sai amore in un filmino porno ho visto una scena tremendamente perversa
facciamola anche noi...su dai...
--Che cosa devo fare - chiese rimanendo a gattoni girando solo la testa verso di me; Ridendo e mettendomi seduto dietro di lei, le dissi.
--Devi spingere...ma solo un poco, come quando fai la
popò...là, ho visto che le usciva lo sperma...dai Laura prova, spingi. - Lei s'era messa a ridere di gusto urlandomi che ero un porcellone, poi soffocando le risa, spinse.
=Io che le tenevo allargati i glutei, come nel porno, potei vedere l'irradiarsi delle crespine dell'orifizio
che allargandosi lasciava defluire il denso jogurt che le avevo iniettato in corpo.
--Ecco si...brava Lauretta brava esce, esce...- urlai ributtandomi giù nel letto e sbellicandomi dalla risa.
=Quella risata mi si smorzò in gola, mia madre era apparsa sulla soglia; Aveva visto quanta perversa lussuria veleggiava ormai nella nostra famiglia.-
( continua )
=A casa mia in quei giorni, le battutine salaci scorrevano senza freni, anche davanti ad Ilaria diedi più d'un bacio a sulla bocca di mia figlia e, ovviamente per equità, anche a mia madre; Non erano certo baci con la lingua ma, mi soffermavo sulle loro labbra sempre più a lungo; Era un gioco teso sempre più per coinvolgere sempre più la mia bella nipotina;
Anche lei, infatti non si ritrasse quando un giorno la baciai in quel modo.
=Ilaria m'aveva parlato più volte della sua gratitudine
per gli aiuti che davo alla sua famiglia.
--Zio - mi disse - come faremo a ripagare quello che fai per noi.
--Semplice mia cara - risposi pronto e con sfacciata ironia - semplice, sarà sufficente addolcire la mia vita con dei baci...sì, semplici baci.
=Erano presenti sia Lauretta che mia madre e lei, senza pensarci su due volte, mi buttò le braccia al collo baciandomi ripetutamente le guance.
--Ilaria, tesoro - intervenne mia madre - guarda che tuo zio non intendeva di certo avere quei bacetti lì.
--E' vero - rincalzò Lauretta stando al gioco - sapessi Ilaria quanti baci e quante coccole le feci, quando mi regalò questa collanina.
--...e sei ancora a debito, imbrogliona - le gridai ridendo.
=Intanto tenevo Ilaria ponendole la mani ai fianchi e, vedendomi le sue carnose labbra vicino, diventai serio di colpo e, bloccandole la testa con ambo le mani, le baciai la bocca; Avevo il cuore e il cervello concentrati sulla sua reazione, invece lei, forse restandone schoccata, si bloccò; Io pensai subito al piacere di assaporare il turgore di quelle porpuree labbra e, dimentico di tutto, spinsi allora la lingua forzando quella deliziosa ferita; La guardai, Ilaria teneva gli occhi socchiusi; Un lampo di gioia m'invase l'animo "Oddio" pensai "le pace, le piace" ; Le pennellai due o tre volte i denti con la lingua, li sentii schiudersi lasciandomi libero accesso alla sua bocca; Incontrai la linguetta che mosse contro la mia;
Sarà durato trenta secondi quel bacio, trenta secondi di tremori, anche credo per la mia nipotina.
=Li potrei rivivere attimo per attimo quei trenta secondi, rivivere in tutte le sue fasi, dai frementi respiri al rossore che imporporò il suo grazioso visetto.
=Quando mi staccai, per sdrammattizzare la situazione
scoppiai a ridere, trascinando nelle risa anche Lauretta; Mia madre invece, strizzandomi l'occhio, mi fece capire che aveva capito tutto; Non so come, ma in quell'attimo ebbi un colpo di genio e, lasciata Ilaria, presi mia figlia per un braccio e abbracciandola le baciai la bocca; Lei all'inizio si dibattè, ma poi si arrese alla mia irruenza; Le ficcai la lingua in gola cercandole la sua che, dopo un'iniziale inerzia, rispose al mio richiamo.
=Ilaria, sorpresa, guardò mia madre che, fingendo stupore ci guardava con un malizioso sorrisino;.
=Fu abbastanza lungo quel bacio, tanta che mia madre, la volpona, ci gridò.
--Ehi, ehi...basta, basta...Roberto, non vedi che la soffochi?
--Mamma, tranquilla, qui non si soffoca nessuno, le piccole sanno baciare eccome...non le soffoco no! Eppoi
questa qui - proseguii indicando Lauretta, - mi è debitrice anche di altre coccole...
--E no papà no...basta, basta.
--Quale basta, quale basta...quella collanina m'è costata un capitale...dai vieni qui - e sedendomi sul divano, me l'attirai addosso; In un baleno le palpeggiai una tettina sorprendendo lei stessa che, subito si svincolò con forza alzandosi in piedi.
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Andiamo via Ilaria, andiamo via...- disse prendendo la cugina per le mani e scappando nella sua cameretta; Rimasti soli, mia madre orgogliosa del suo pargoletto,
mi disse abbracciandomi affettuosamente.
--L'hai baciata poi...c'e l'hai fatta...sono sicura che sarà tua anche lei...- e felice, mi dette un bacione tastandomi la patta; Il mio uccello era tornato mogio dopo aver alzato la testa durante i baci e, per mia madre fu facile farlo rianimare; Con un paio di sapienti palpeggi lo riportò in vita.
--Dai Roberto, fai felice anche la tua mammina, andiamo giù, andiamo in garage; Un minuto dopo la lingua della mia genitrice con esperti e collaudati ghirigori me lo deliziava; Era veramente brava la mia mamma e, da esperta conoscitrite degli uomini , mi disse prima d'imboccarselo.
--Robertino, chiudi gli occhi e immagina ch'io sia la tua nipotina...pensa porcellino mio...la tua nipotina
che ti fa un pompino...pensa, è una ragazina i suoi primi giochi d'amore...-
--Mamma, non credo che Ilaria sia così maiala da succhiarmi anche le palle come stai facendo tu...ammenocchè non glielo insegni tu, come hai fatto con mia figlia.
=Pensai che anche mia madre aveva bisogno di una ripassatina, glielo dissi e lei, veloce come il fulmine si tolse le mutande e, sedutasi sul bordo di una panca mi offrì la sua fica; Mi feci mettere una gamba su una spalla e la penetrai; L'eccitazione psichica aveva fatto sì che, come non mai con lei, cominciaia stantuffare quel buco che tanti anni prima, mi generò; Pompai con tanto impeto da far scricchiolare la panca; Mia madre, accartocciata su se stessa come un riccio, subì con piacere la mia foga e, da grandissima esperta, quando capì ch'ero vicino alla sborrata, si raggiunse la clitoride con la mano e frullandosi velocemente godette ancor prima di me; Sborravo tenendo gli occhi socchiusi; Le rimasi dentro
per qualche minuto svuotandomi completamete in lei, quando riapersi gli occhi la vidi illuminata da un radioso sorriso di piacere e di gratitudine; Ero soddisfatto anch'io, avevo fatto godere la mia mammina.
=La sera stessa Ilaria doveva tornare a casa sua, ma un temporale con forti ed improvvisi acquazzoni imperversava nella nostra città.
--Zio per piacere, mi riporti tu a casa?...lascierò qui il motorino...domattina devo essere là.
--Certo, certo mia cara - le risposi pensando subito
al lato positivo; Carpe Diem.
=Mezzora dopo, carica col suo zainetto di libri,Ilaria mi stava seduta al fianco e, mentre il tergicristallo tentava di liberare il parabrezza dal diluvio che ci investiva.
--Ecco vedi Ilaria - le dissi in prossinmità di una stradicciola laterale - se non ti fossi zio, vinto dalla tua bellezza, ti porterei giù per questa stradina
e...- passando dalle parole ai fatti, la imboccai.
--Ma dove vai zio...no dai no...portami a casa dai...è tardi, la mamma mi aspetta...dai- protestò allarmata;
Fatto un centinaio di metri, fermo il motore; Lei è sul chi vive, la credevo più cedevole.
--Ma dai schiocchina, non crtederai che il tuo zio ti voglia far del male vero? Invece ti stavo dicendo che, se non ti fossi zio ti abbraccerei così e ribacerei la tua dolcissima bocca, così...come abbiamo fatto oggi.
=La ragazza, vedendomi sereno, abbassò un poco le difese; Mi curvai su di lei che,come ipnotizzata restò immobile; Le detti un leggero bacetto; Non si mosse; Osai, le tenni ferma la testa e, riappoggiando le labbra sulle sue, come tre ore prima, le forzai la bocca; Ecco ora la lingua incontrò la sua; Anche questa fanciulla è fatta di carne e di sentimenti e, forse dando ascolto a queste due cose, si lasciò baciare; Che emozione provai nel sentire la sua linguetta che rispondeva alla mia; Ilaria teneva gli occhi chiusi fremendo di piacere nel sentire la lingua dello zio che le sondava la bocca; Pochi minuti dopo, mentre viaggiavo in quel Limbo, nel sentire la sua mano destra che mi cingeva al collo, mi sentii svenire,
mille e mille immagini e pensieri si affollavano nella mia mente; Ilaria, la mia piccola nipotina, mi donava la sua bocca; Si era al buio ma, credo che i miei occhi, il mio viso brillassero come al bimbo portato nel paese dei balocchi; Quando i battiti del mio cuore tornarono al loro normale ritmo, capii che non potevo andare oltre, avrei poturo perdere il terreno conquistato, però non potei resistere al desiderio di volerle accarezzare i seni; Tenendola guancia a guancia, con la mano sinistra scesi dal viso al collo e da lì al seno; Impossibile descrivere cosa provai, non ne sono capace, tenterò ma credo che il tentativo sia vano; La mano tremava come ad un principiante, le catturai una tetta, la sua era più grossa di quella di mia figlia, forse una terza abbondante; La ragazza mi lasciò lì una decina di secondi, poi mi levò la mano.
--No zio per favore no...portami a casa...è tardi.
=Non risposi e a malincuore, riavviai il motore portandola a casa sua; Entrai anch'io, anche per salutare mia sorella; Si fecero quattro chiacchere sul tempaccio, mentre fra me e la ragazza correvano sguardi densi di significati, cercavo nei suoi occhi una risposta, me la diede dandomi un bacetto di commiato al che risposi con una strizzatina d'occhi.
=Tornato a casa, le mie donne come avessero magicamente visto tutto, mi corsero incontro interrogandomi con gli occhi, io invece, da infingardo
--Mamma mia, mamma mia...che acqua, era tanto che non si vedeva un simile diluvio.
=Mia madre non si lasciò ingannare.
--Roberto, hai impiegato così tanto...è stato per la pioggia o vi siete fermati...- Allora io, scherzando, ingigantii l'accaduto.
--Macchè pioggia...mi sono portato Ilaria in albergo e li mie care...
--No, no, non scherzare papà...dimmi l'hai solo portata a casa?
--Ma si, cosa vuoi che abbiamo fatto...un bacino si..
--Con la lingua? - chiese Laura.
--Sì, sì...con la lingua...siete gelose?
--No...anzi - intervenne mia madre; Poi raccontai com'erano andate veramente le cose e loro erano contente per me.
--Papà, le hai palpato un seno...lei ti ha lasciato fare?...Certo che avendo il ragazzo che conosco e che mi pare così timido... credo lui non lo abbia mai fatto
--Sai Lauretta cosa facciamo domani? Li lasciamo soli,usciamo con una scusa, vedremo così se il nostro maschietto sarà all'altezza - poi ironicamente aggiunse - certo che se lei ci starà non so se saprai accontentare anche questa porcellina qui - e, presa Lauretta, se l'attirò sulle ginocchia, poi cosa che non ha mai fatto di sua iniziativa, le ha messo una mano su un ginocchio e risalendo sotto la sottana, le raggiunse la passerina; L'agitarsi del tessuto della gonnella tradiva le carezze del ditalino; Lauretta se lo godeva quel ditale e lo dimostrava con le espressioni estasiate del viso.
=Il cazzo mi si impennò, lottando per uscire all'aperto
ero eccitatissimo, stavo guardando una scena non comune
mia madre, una donna di 57 anni, porca senza limiti, aveva fatto scendere dalle ginocchia la sua nipotina, le aveva tolto le mutandine e, con una mano sul culetto e l'altra sulla fessura, la faceva fremere di libidine; La freschezza di Laura contrastava perversamente con la donna anziana e ambedue emanavano una lussuria infinita; Sia per quell'erotica scena, sia per la precedente eccitazione avuta con la mia nipotina, mi spinse ad estrarmi il cazzo e sedutomi in una poltrona, cominciai a segarmi lentamente
=Che perversa scena mi offrivano le mie donne,mia figlia ansava fremente, felice nel sentirsi sgrillettare, poi ad un certo punto volle ricambiare alla nonna quei piaceri saffici; Dopo averle palpato e impastato un seno, se lo prese in bocca; Anche la mia figlioletta s'era avviata velocemente nella via del sesso; Io, a quella vista, l'immaginai subito di vederla lesbicare con la cugina, al che, il cazzo pur essendo ben rigido, ebbe un'ulteriore impulso, tanto che dovetti rallentare la sega perchè volevo godermi quella scenetta lesbica; Lauretta, poi mi chiamò, non potevo esimermi; Mia madre l'aveva fatta stendere sul divano e in un coctail di baci, carezzine e leccate le stava lavorando la fica portandola al supremo godimento
Porsi allora alla boccuccia della mia bimba il mio biberon e lei avidamente lo succhiò con passione;La situazione era troppo arrapante e poco dopo le godetti in bocca;Lauretta fissandomi lo mandò giù, io subito appena si liberò la bocca glielo rimisi ancora in bocca lasciandola giocare, poi piano piano tornò molle.
=Mentre si trastullava col mio salsicioto, ebbi il tempo di mettere a fuoco i nostri comportamenti, li vidi perversamente meravigliosi e tremendamente pericolosi specie se entrasse nel giro anche la mia bella nipotina; Si creerebbe una situazione esplosiva e che era inderogabile usare la massima prudenza.
=Mia madre si lavorò mia figlia fintanto da farla godere tre volte; Si era bevuta la sborrina della piccola, poi con la bocca insaporita da quell'ambrosia , mi dette un bacio con tanto di lingua.
=Più tardi in cucina, Lauretta ci raccontò che Ilaria,
appena sole, dopo quel pomeriggio di baci proibiti, le chiese se le toccavo spesso le tette o se quella era la prima volta, lei le rispose che ogni tanto lo lasciava fare "Sai - le disse - papà è senza donna e non volendo ne portasse a casa una...così ogni tanto...quache toccatina..." Ci riferì che la cuginetta non ne rimase schoccata anche perchè Lauretta le fu molto convincente nell'affermare che
dopotutto la cosa restava nell'ambito famigliare.
=Anche quella sera, dopo averla baciata d'apprima dolcemente, poi via via sempre con più foga, infervorat
da mille pensieri e speranze lussuriose, m'accorsi che le stavo martoriando la bocca; Tornato in me, mi strinsi forte la sua testolina in un gesto come a volermi fare perdonare, Lauretta mi capì e con voce rotta dall'emozione mi disse.
--Mi piace sai papà quando sei così, mi piace sentire che ti appartengo anima e corpo - poi aggiunse - chissà
cosa direbbe Ilaria se ci vedesse...
--Ti invidierebbe amore, ti invidierebbe, Ilaria dev'essere un poco masochista e mi meraviglia che continua a frequentare quel ragazzo che tu dici sia timido...Lauretta sono certo che se proverà il tuo papà
lo molla subito.
=Poco dopo a letto, mi sono scatenato strapazando il suo corpicino con una certa brutalità, volevo soddisfare sia il mio che il suo istinto.
=La chiavai alla pecorina pompandole la fichetta con colpi rapidi e violenti, aggrappato agli esili fianchi
la squassavo tutta facendo cigolare il letto.
=Dieci minuti d'irruente galoppo, furono sufficenti per farla godere due volte; Ormai avevo capito bene la mia puledrina, d'ora in avanti sarà così che la chiaverò.
=Quando dopo averla trapanata per bene e estrassi il cazzo dal suo pancino, l'avevo grondante d'umori, tergiversai alcuni secondi sempre tenendola a pecora,
poi puntando la cappella sul buchino del culetto, la penetrai; Avanzai in lei lentamente, assaporando centimetro per centrimetro quel condotto ancora stretto
e, quando arrivai ad appoggiare la pancia sulle chiappette, partii alla grande; Inculavo la mia Lauretta che con urletti di piacere m'invitava a strapazzarla sempre di più.
=Una quarantina di poderose spinte,poi mi si aprirono le valvole dei coglioni e la riempii di sborra; Rimasi
in lei ancora un poco gustando quel paradiso in terra, poi rimemorando un filmino porno visto su internet, le dissi uscendole dal culetto.
--Ferma Laura, ferma...ferma così, sai amore in un filmino porno ho visto una scena tremendamente perversa
facciamola anche noi...su dai...
--Che cosa devo fare - chiese rimanendo a gattoni girando solo la testa verso di me; Ridendo e mettendomi seduto dietro di lei, le dissi.
--Devi spingere...ma solo un poco, come quando fai la
popò...là, ho visto che le usciva lo sperma...dai Laura prova, spingi. - Lei s'era messa a ridere di gusto urlandomi che ero un porcellone, poi soffocando le risa, spinse.
=Io che le tenevo allargati i glutei, come nel porno, potei vedere l'irradiarsi delle crespine dell'orifizio
che allargandosi lasciava defluire il denso jogurt che le avevo iniettato in corpo.
--Ecco si...brava Lauretta brava esce, esce...- urlai ributtandomi giù nel letto e sbellicandomi dalla risa.
=Quella risata mi si smorzò in gola, mia madre era apparsa sulla soglia; Aveva visto quanta perversa lussuria veleggiava ormai nella nostra famiglia.-
( continua )
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