Susan cap.2 - Il tradimento continua
di
FrancoT
genere
etero
Il giorno dopo il tradimento, qualche mese prima, si era svegliata come intontita. A momenti quasi non aveva creduto a sé stessa. Le sembrava impossibile che proprio lei, fedele da sempre, avesse tradito Julian con Jorge. Eppure era proprio andata così. Dopo alla serata al ristorante, prima del Natale, era andata in auto con Jorge che l’aveva corteggiata e da consenziente era andata a casa sua e si era fatta scopare per bene.
Era stato fantastico. Poi le vacanze di Natale avevano scialacquato il ricordo ed al rientro al lavoro a gennaio, sia lei che l’amante si erano mostrati quasi indifferenti. La cosa aveva perdurato per alcune settimane ed entrambi avevano finito per pensare che non sarebbe mai più accaduto niente tra di loro.
Poi verso la fine di febbraio, una situazione domestica un po’ tesa con Julian ed i figli, mescolata ad un po’ di stress lavorativo ed a qualche avance di troppo da parte di Jorge, l’avevano ricacciata nella spirale del tradimento.
Anche stavolta la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stato un evento di lavoro. Susan e Jorge erano andati a pranzo con degli investitori di spicco della Banca. Uno di quei pranzi informali ma ai quali devi essere estremamente formale nel sembrare il più normale possibile. Il giorno prima Susan aveva chiesto a Jorge come dovesse vestirsi.
“E lo chiedi a me?”, aveva detto lui sorridendole e squadrandola da capo a piedi.
Susan era appoggiata alla porta dell’ingresso. Era estremamente femminile, elegante come suo solito e quello sguardo di Jorge l’aveva turbata.
“Beh, volevo un consiglio”, aveva risposto arrossendo leggermente.
“Allora….”, le disse lui tirando un sospiro ed appoggiandosi all’indietro sulla sedia “con il vestito nero di lunedì mi piacevi. Eri semplice e sexy, quasi come alla festa di fine anno. Anche con la gonna rossa di martedì stavi decisamente bene. I jeans di ieri sono stati un’ottima scelta. Mostrano come tu sia in forma fisicamente, ma io li eviterei per domani. Il tailleur di oggi è ottimo. Io indosserei qualcosa del genere anche domani”.
Susan era rimasta a bocca aperta, dopo aver scoperto che Jorge sapeva esattamente cosa lei indossasse ogni giorno. La cosa la turbò e la eccitò al tempo stesso. Quella notte, mentre fece l’amore con Julian nel corso di una breve tregua del loro periodo difficile, non poté non pensare a Jorge ed a come la guardasse. Nessuno l’aveva osservata in quel modo fino ad allora. Nel suo sguardo c’era il desiderio ed ella dentro di sé sapeva che ci sarebbe cascata nuovamente.
Al pranzo del venerdì si erano recati ognuno per contro proprio, ritrovandosi direttamente fuori dal ristorante. Susan ci era andata con i mezzi pubblici, Jorge in auto. Quando lui l’aveva vista arrivare, con una giacca nera lunga indossata sopra ad un top in pizzo, si era complimentato subito con lei. Una borsa nera e dei decolleté neri dal tacco piuttosto alto completavano il suo look per quella giornata insieme alle immancabili calze color carne.
“Ottima scelta. Sei sempre una donna bellissima”, le aveva detto. Lei aveva avvertito una vampata ed aveva sorriso, senza aggiungere nulla, dirigendosi verso l’ingresso. Il pranzo era stato piacevole e professionalmente un successo, anche se uno dei tre commensali non le aveva praticamente mai tolto lo sguardo dalla scollatura.
Una volta che erano risaliti in auto, attorno alle 16 per rientrare, lui glielo aveva chiesto:”Lo hai notato anche tu, vero?”.
“Cosa?”.
“Lo sguardo di Ramos sulla tua scollatura”.
“Potevo non notarlo?”, gli aveva risposto lei sorridendo e sistemandosi la giacca, quasi a coprire il proprio decolleté.
“Che fai?”, le chiese lui voltandosi ad osservarla.
“Nulla”,rispose lei capendo immediatamente dove volesse andare parare Jorge “mi sistemo”.
“L’ho notata anch’io la scollatura. Non vistosa, ma decisamente sensuale”, le disse lui affrontando una curva leggermente più forte di quanto non dovesse.
“Grazie”, rispose Susan ormai a disagio, senza sapere cosa aggiungere.
Restarono in silenzio per almeno un altro minuto ed ella restò zitta anche quando Jorge poggiò la sua mano destra sul suo ginocchio sinistro, quello vicino alla leva del cambio. Non fu una mossa inaspettata, sapeva che sarebbero finiti a letto quel pomeriggio. Lui l’aveva bramata per tutto il pranzo, senza trascurarla nemmeno per un attimo. Continuò a guardare avanti e non disse nulla. Lui le carezzò lentamente il ginocchio con gentilezza, poi fece risalire lentamente la mano lungo la sua coscia. Susan sentì il proprio corpo venire percorso da un brivido unico. Appoggiò il capo all’indietro al poggiatesta e socchiuse gli occhi dopo essersi accorta che Jorge non si stava dirigendo alla banca, dove avrebbero dovuto tornare dopo il loro pranzo di lavoro. La mano risalì superando quella zona in cui le sue due cosce si toccavano e Susan aprì leggermente le gambe per lasciare spazio alla mano dell’uomo che di lì a poco raggiunse il suo sesso.
Era una situazione incredibilmente eccitante. Le dita dell’uomo sfiorarono il suo sesso e lo carezzarono con delicatezza e lei cominciò ad inumidirsi. Aprì le cosce e lasciò che la sua mano intera la accarezzasse.
Non ci fu bisogno di dirle che l’avrebbe condotta nuovamente a casa sua. Susan glielo lasciò fare e quando giunsero in garage si baciarono con passione. Anche la mano di Susan esplorò le zone intime di Jorge, trovandolo già pronto ed eccitato. Stavolta non si concedettero il bicchiere di vino come la volta precedente, non ne avevano tempo. Diedero immediatamente libero sfogo al loro desiderio. Entrarono nell’appartamento senza smettere di baciarsi ed in pochi attimi la lunga giacca di Susan e quella di Jorge volarono lontano. Il top di pizzo che indossava Susan era in realtà un body e quando Jorge le infilò le mani dentro al collant lo sbottonò mettendo di fatto la sua passera a contatto con il nylon del collant. Lui scalciò scarpe pantaloni e boxer lontani, poi si gettarono sul divano.
Quando due ore dopo tornarono in filiale come se nulla fosse, nessuno si accorse che dal mattino lei aveva cambiato colore di collant ed anche pettinatura, andando semplicemente ad un pranzo. Nessuno si insospettì della loro lunga assenza e nemmeno quando tornò a casa dalla propria famiglia quella sera, Susan si lasciò scappare nulla di quella ora e mezza di sesso puro trascorsa in casa di Jorge. Per tutto il corso della cena che trascorse in rigoroso silenzio, Susan ripensò a quel pomeriggio di fuoco.
Pensò a quando lei si inginocchiò davanti a lui per succhiarlo con la bocca, ma lui le chiese di trasferirsi sul divano e le fece capire che avrebbero dovuto farlo reciprocamente.
“Andiamo sul divano, dai. Voglio leccarti anch’io”, aveva detto.
Lui allora si era sdraiato sul divano ed ella era salita sopra il suo volto, piegandosi in avanti per accogliere nella bocca il suo membro già eretto. Lui invece l’aveva leccata attraverso il collant, mordicchiandole anche la passera, prima di rompere il collant con denti e dita ed affondare la lingua tra le sue labbra calde.
“Siiii….leccami! Leccami!”, gli aveva detto dopo essersi tolta per qualche attimo il cazzo dalla bocca. Poi non era riuscita a proseguire perché Jorge l’aveva fatta godere e lei aveva sbrodolato i suoi umori sulla sua faccia. A quel punto lui le aveva detto che la voleva più di ogni altra cosa ed allora Susan si era sdraiata sul divano aprendo le cosce ed invitandolo a possederla cosa che l’uomo non aveva tardato a fare.
Era stata una scopata piena di ardore. Jorge si era sdraiato sopra di lei ed era entrato nel suo corpo con un colpo secco, poi aveva cominciato a pomparla con regolarità. Era tanto tempo che Susan non provava quelle sensazioni con Julian. In quel preciso momento si era resa conto di non volere altro. Di bramare solo di essere posseduta e di poter continuare a provare quello che stava provando in quei momenti.
“Cazzo, quanto ti voglio”, le disse lui sollevandosi leggermente ed infilando una mano sotto al suo body per andare a stringerle una tetta.
“Sono tua Jorge. Tua. Prendimi quanto vuoi”.
“Ti voglio di più. Non ti voglio sono ogni due mesi”.
“Anch’io. Anch’io”, gli rispose.
Quella sera, mentre lavava i piatti dopo la cena, Susan si rese conto che quello che aveva detto ad Jorge durante il loro amplesso era vero. Lo voleva ed anche lei non voleva che trascorresse troppo tempo da quel giorno al loro prossimo incontro.
E quando lui si svuotò dentro di lei, qualche minuto dopo, anche lei raggiunse il suo secondo orgasmo.
“Resta dentro, non uscire, ti prego”, gli disse.
Poi serrò i muscoli, stringendo di fatto il cazzo di Jorge dentro di sé.
Erano entrambi ansimanti ma Susan non lasciò che l’uomo uscisse dal suo corpo e pochi attimi dopo si mosse abilmente facendo sì che lui si rinsavisse.
“Vuoi ancora?”, le chiese.
“Eccome”, gli rispose lei.
Cambiarono posizione, lasciando lui sotto ed ella si sfilò completamente il body. Poi si sporse in avanti in modo che lui potesse affondare il volto tra i suoi seni. La abbracciò e prese nella bocca i suoi capezzoli. Prima uno e poi l’altro. Poi portò le mani sulle sue chiappe e la aiutò nei movimenti. Era brava, glielo aveva già detto la volta precedente, ma Susan gli chiese comunque conferma.
“Mi hai chiesto se mi piace?!?!? Lo hai chiesto veramente?”, le chiese lui.
Lei annuì guardandolo fisso negli occhi.
“Sei la donna che desidero più in assoluto ed ho la fortuna di poter fare questo con te oggi. E mi chiedi se la cosa mi piaccia? Ma tu sei pazza….. Sei fantastica!!!”, le disse lui ridendo.
Quella risposta la eccitò maggiormente ed ella riprese a cavalcarlo con un certo ritmo. Nel frattempo i suoi liquidi, misti allo sperma dell’orgasmo recedente, colavano dal suo sesso alle gambe di Jorge che però non sembrò preoccuparsene. Lo sentiva entrare ed uscire dal suo corpo con armonia, stimolando tutte le sue zone erogene ed allo stesso tempo Susan riusciva a dettare il ritmo dell’amplesso.
Anche il suo terzo orgasmo fu fantastico ed anche questo giunse in contemporanea con quello di Jorge. Avevano davvero una grande intesa, pensò quel giorno quando rientrò in ufficio. Era un sacco di tempo che con Julian le cose non andavano bene sia privatamente che sessualmente. Lui la scopava come se fosse una bambola gonfiabile e non si preoccupava del suo piacere, mentre con Jorge era tutto diverso.
“Oh mio Dio, sto per venire…. Spingi! Spingi!”, gli aveva detto.
Lui aveva risposto all’unisono:”Anch’io! Dai, dai!!!”.
Poi si erano stretti in un forte abbraccio ed avevano goduto. Insieme e nello stesso momento, come a Susan non accadeva con Julian da una eternità.
Dopo un momento romantico si erano concessi una doccia veloce e poi si erano rivestiti. Susan aveva notato come lui la guardasse mentre apriva una confezione di collant nuovi per indossarli, dopo essersi allacciata il body nero.
“Sei una femmina bellissima”, le disse lui “resterei ore a guardarti e, se ne avessimo il tempo, ricomincerei adesso a fare ciò che abbiamo fatto un’ora fa”.
“Dobbiamo rientrare in filiale, altrimenti si insospettiranno e non è il caso”, rispose lei.
“Hai ragione”, le disse lui porgendole la giacca ed aiutandola ad indossarla.
Prima di uscire lei si fermò davanti ad uno specchio per rifarsi il trucco e sistemare i capelli, precedentemente sciolti, in una coda alta molto stretta.
Quando si sedette alla propria scrivania, alcuni minuti dopo, tirò un sospiro di sollievo. Nessuno si era accorto di nulla. La sua vita poteva continuare come prima, senza nessuna differenza.
Eppure la differenza c’era. Lo aveva visto quel pomeriggio. Nel giro di due mesi era diventata una moglie infedele che andava a letto con il suo diretto responsabile. Come in quei film in cui le situazioni appaiono così surreali. A casa una donna normale e fuori una amante appassionata. Jorge aveva saputo rivelare un lato della sua personalità che Susan non conosceva. Aveva sempre dato importanza alla sua persona ed alla qualità di come si presentava in pubblico, ma con lui tutto questo era diverso. Lui la apprezzava anche per come si vestiva, per come si pettinava, per il colore che aveva dello smalto delle unghie delle mani o dei piedi. Jorge in qualche maniera era il suo amante nella sua totalità, mentre Julian era semplicemente suo marito.
Era stato fantastico. Poi le vacanze di Natale avevano scialacquato il ricordo ed al rientro al lavoro a gennaio, sia lei che l’amante si erano mostrati quasi indifferenti. La cosa aveva perdurato per alcune settimane ed entrambi avevano finito per pensare che non sarebbe mai più accaduto niente tra di loro.
Poi verso la fine di febbraio, una situazione domestica un po’ tesa con Julian ed i figli, mescolata ad un po’ di stress lavorativo ed a qualche avance di troppo da parte di Jorge, l’avevano ricacciata nella spirale del tradimento.
Anche stavolta la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stato un evento di lavoro. Susan e Jorge erano andati a pranzo con degli investitori di spicco della Banca. Uno di quei pranzi informali ma ai quali devi essere estremamente formale nel sembrare il più normale possibile. Il giorno prima Susan aveva chiesto a Jorge come dovesse vestirsi.
“E lo chiedi a me?”, aveva detto lui sorridendole e squadrandola da capo a piedi.
Susan era appoggiata alla porta dell’ingresso. Era estremamente femminile, elegante come suo solito e quello sguardo di Jorge l’aveva turbata.
“Beh, volevo un consiglio”, aveva risposto arrossendo leggermente.
“Allora….”, le disse lui tirando un sospiro ed appoggiandosi all’indietro sulla sedia “con il vestito nero di lunedì mi piacevi. Eri semplice e sexy, quasi come alla festa di fine anno. Anche con la gonna rossa di martedì stavi decisamente bene. I jeans di ieri sono stati un’ottima scelta. Mostrano come tu sia in forma fisicamente, ma io li eviterei per domani. Il tailleur di oggi è ottimo. Io indosserei qualcosa del genere anche domani”.
Susan era rimasta a bocca aperta, dopo aver scoperto che Jorge sapeva esattamente cosa lei indossasse ogni giorno. La cosa la turbò e la eccitò al tempo stesso. Quella notte, mentre fece l’amore con Julian nel corso di una breve tregua del loro periodo difficile, non poté non pensare a Jorge ed a come la guardasse. Nessuno l’aveva osservata in quel modo fino ad allora. Nel suo sguardo c’era il desiderio ed ella dentro di sé sapeva che ci sarebbe cascata nuovamente.
Al pranzo del venerdì si erano recati ognuno per contro proprio, ritrovandosi direttamente fuori dal ristorante. Susan ci era andata con i mezzi pubblici, Jorge in auto. Quando lui l’aveva vista arrivare, con una giacca nera lunga indossata sopra ad un top in pizzo, si era complimentato subito con lei. Una borsa nera e dei decolleté neri dal tacco piuttosto alto completavano il suo look per quella giornata insieme alle immancabili calze color carne.
“Ottima scelta. Sei sempre una donna bellissima”, le aveva detto. Lei aveva avvertito una vampata ed aveva sorriso, senza aggiungere nulla, dirigendosi verso l’ingresso. Il pranzo era stato piacevole e professionalmente un successo, anche se uno dei tre commensali non le aveva praticamente mai tolto lo sguardo dalla scollatura.
Una volta che erano risaliti in auto, attorno alle 16 per rientrare, lui glielo aveva chiesto:”Lo hai notato anche tu, vero?”.
“Cosa?”.
“Lo sguardo di Ramos sulla tua scollatura”.
“Potevo non notarlo?”, gli aveva risposto lei sorridendo e sistemandosi la giacca, quasi a coprire il proprio decolleté.
“Che fai?”, le chiese lui voltandosi ad osservarla.
“Nulla”,rispose lei capendo immediatamente dove volesse andare parare Jorge “mi sistemo”.
“L’ho notata anch’io la scollatura. Non vistosa, ma decisamente sensuale”, le disse lui affrontando una curva leggermente più forte di quanto non dovesse.
“Grazie”, rispose Susan ormai a disagio, senza sapere cosa aggiungere.
Restarono in silenzio per almeno un altro minuto ed ella restò zitta anche quando Jorge poggiò la sua mano destra sul suo ginocchio sinistro, quello vicino alla leva del cambio. Non fu una mossa inaspettata, sapeva che sarebbero finiti a letto quel pomeriggio. Lui l’aveva bramata per tutto il pranzo, senza trascurarla nemmeno per un attimo. Continuò a guardare avanti e non disse nulla. Lui le carezzò lentamente il ginocchio con gentilezza, poi fece risalire lentamente la mano lungo la sua coscia. Susan sentì il proprio corpo venire percorso da un brivido unico. Appoggiò il capo all’indietro al poggiatesta e socchiuse gli occhi dopo essersi accorta che Jorge non si stava dirigendo alla banca, dove avrebbero dovuto tornare dopo il loro pranzo di lavoro. La mano risalì superando quella zona in cui le sue due cosce si toccavano e Susan aprì leggermente le gambe per lasciare spazio alla mano dell’uomo che di lì a poco raggiunse il suo sesso.
Era una situazione incredibilmente eccitante. Le dita dell’uomo sfiorarono il suo sesso e lo carezzarono con delicatezza e lei cominciò ad inumidirsi. Aprì le cosce e lasciò che la sua mano intera la accarezzasse.
Non ci fu bisogno di dirle che l’avrebbe condotta nuovamente a casa sua. Susan glielo lasciò fare e quando giunsero in garage si baciarono con passione. Anche la mano di Susan esplorò le zone intime di Jorge, trovandolo già pronto ed eccitato. Stavolta non si concedettero il bicchiere di vino come la volta precedente, non ne avevano tempo. Diedero immediatamente libero sfogo al loro desiderio. Entrarono nell’appartamento senza smettere di baciarsi ed in pochi attimi la lunga giacca di Susan e quella di Jorge volarono lontano. Il top di pizzo che indossava Susan era in realtà un body e quando Jorge le infilò le mani dentro al collant lo sbottonò mettendo di fatto la sua passera a contatto con il nylon del collant. Lui scalciò scarpe pantaloni e boxer lontani, poi si gettarono sul divano.
Quando due ore dopo tornarono in filiale come se nulla fosse, nessuno si accorse che dal mattino lei aveva cambiato colore di collant ed anche pettinatura, andando semplicemente ad un pranzo. Nessuno si insospettì della loro lunga assenza e nemmeno quando tornò a casa dalla propria famiglia quella sera, Susan si lasciò scappare nulla di quella ora e mezza di sesso puro trascorsa in casa di Jorge. Per tutto il corso della cena che trascorse in rigoroso silenzio, Susan ripensò a quel pomeriggio di fuoco.
Pensò a quando lei si inginocchiò davanti a lui per succhiarlo con la bocca, ma lui le chiese di trasferirsi sul divano e le fece capire che avrebbero dovuto farlo reciprocamente.
“Andiamo sul divano, dai. Voglio leccarti anch’io”, aveva detto.
Lui allora si era sdraiato sul divano ed ella era salita sopra il suo volto, piegandosi in avanti per accogliere nella bocca il suo membro già eretto. Lui invece l’aveva leccata attraverso il collant, mordicchiandole anche la passera, prima di rompere il collant con denti e dita ed affondare la lingua tra le sue labbra calde.
“Siiii….leccami! Leccami!”, gli aveva detto dopo essersi tolta per qualche attimo il cazzo dalla bocca. Poi non era riuscita a proseguire perché Jorge l’aveva fatta godere e lei aveva sbrodolato i suoi umori sulla sua faccia. A quel punto lui le aveva detto che la voleva più di ogni altra cosa ed allora Susan si era sdraiata sul divano aprendo le cosce ed invitandolo a possederla cosa che l’uomo non aveva tardato a fare.
Era stata una scopata piena di ardore. Jorge si era sdraiato sopra di lei ed era entrato nel suo corpo con un colpo secco, poi aveva cominciato a pomparla con regolarità. Era tanto tempo che Susan non provava quelle sensazioni con Julian. In quel preciso momento si era resa conto di non volere altro. Di bramare solo di essere posseduta e di poter continuare a provare quello che stava provando in quei momenti.
“Cazzo, quanto ti voglio”, le disse lui sollevandosi leggermente ed infilando una mano sotto al suo body per andare a stringerle una tetta.
“Sono tua Jorge. Tua. Prendimi quanto vuoi”.
“Ti voglio di più. Non ti voglio sono ogni due mesi”.
“Anch’io. Anch’io”, gli rispose.
Quella sera, mentre lavava i piatti dopo la cena, Susan si rese conto che quello che aveva detto ad Jorge durante il loro amplesso era vero. Lo voleva ed anche lei non voleva che trascorresse troppo tempo da quel giorno al loro prossimo incontro.
E quando lui si svuotò dentro di lei, qualche minuto dopo, anche lei raggiunse il suo secondo orgasmo.
“Resta dentro, non uscire, ti prego”, gli disse.
Poi serrò i muscoli, stringendo di fatto il cazzo di Jorge dentro di sé.
Erano entrambi ansimanti ma Susan non lasciò che l’uomo uscisse dal suo corpo e pochi attimi dopo si mosse abilmente facendo sì che lui si rinsavisse.
“Vuoi ancora?”, le chiese.
“Eccome”, gli rispose lei.
Cambiarono posizione, lasciando lui sotto ed ella si sfilò completamente il body. Poi si sporse in avanti in modo che lui potesse affondare il volto tra i suoi seni. La abbracciò e prese nella bocca i suoi capezzoli. Prima uno e poi l’altro. Poi portò le mani sulle sue chiappe e la aiutò nei movimenti. Era brava, glielo aveva già detto la volta precedente, ma Susan gli chiese comunque conferma.
“Mi hai chiesto se mi piace?!?!? Lo hai chiesto veramente?”, le chiese lui.
Lei annuì guardandolo fisso negli occhi.
“Sei la donna che desidero più in assoluto ed ho la fortuna di poter fare questo con te oggi. E mi chiedi se la cosa mi piaccia? Ma tu sei pazza….. Sei fantastica!!!”, le disse lui ridendo.
Quella risposta la eccitò maggiormente ed ella riprese a cavalcarlo con un certo ritmo. Nel frattempo i suoi liquidi, misti allo sperma dell’orgasmo recedente, colavano dal suo sesso alle gambe di Jorge che però non sembrò preoccuparsene. Lo sentiva entrare ed uscire dal suo corpo con armonia, stimolando tutte le sue zone erogene ed allo stesso tempo Susan riusciva a dettare il ritmo dell’amplesso.
Anche il suo terzo orgasmo fu fantastico ed anche questo giunse in contemporanea con quello di Jorge. Avevano davvero una grande intesa, pensò quel giorno quando rientrò in ufficio. Era un sacco di tempo che con Julian le cose non andavano bene sia privatamente che sessualmente. Lui la scopava come se fosse una bambola gonfiabile e non si preoccupava del suo piacere, mentre con Jorge era tutto diverso.
“Oh mio Dio, sto per venire…. Spingi! Spingi!”, gli aveva detto.
Lui aveva risposto all’unisono:”Anch’io! Dai, dai!!!”.
Poi si erano stretti in un forte abbraccio ed avevano goduto. Insieme e nello stesso momento, come a Susan non accadeva con Julian da una eternità.
Dopo un momento romantico si erano concessi una doccia veloce e poi si erano rivestiti. Susan aveva notato come lui la guardasse mentre apriva una confezione di collant nuovi per indossarli, dopo essersi allacciata il body nero.
“Sei una femmina bellissima”, le disse lui “resterei ore a guardarti e, se ne avessimo il tempo, ricomincerei adesso a fare ciò che abbiamo fatto un’ora fa”.
“Dobbiamo rientrare in filiale, altrimenti si insospettiranno e non è il caso”, rispose lei.
“Hai ragione”, le disse lui porgendole la giacca ed aiutandola ad indossarla.
Prima di uscire lei si fermò davanti ad uno specchio per rifarsi il trucco e sistemare i capelli, precedentemente sciolti, in una coda alta molto stretta.
Quando si sedette alla propria scrivania, alcuni minuti dopo, tirò un sospiro di sollievo. Nessuno si era accorto di nulla. La sua vita poteva continuare come prima, senza nessuna differenza.
Eppure la differenza c’era. Lo aveva visto quel pomeriggio. Nel giro di due mesi era diventata una moglie infedele che andava a letto con il suo diretto responsabile. Come in quei film in cui le situazioni appaiono così surreali. A casa una donna normale e fuori una amante appassionata. Jorge aveva saputo rivelare un lato della sua personalità che Susan non conosceva. Aveva sempre dato importanza alla sua persona ed alla qualità di come si presentava in pubblico, ma con lui tutto questo era diverso. Lui la apprezzava anche per come si vestiva, per come si pettinava, per il colore che aveva dello smalto delle unghie delle mani o dei piedi. Jorge in qualche maniera era il suo amante nella sua totalità, mentre Julian era semplicemente suo marito.
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