Pomeriggi solitari in attesa di te.
di
samas2
genere
sentimentali
Il tempo passa inesorabile sulle note della mia indolente distrazione. Confuso, stanco, rabbioso e inconcludente, trascinato dalla vita.
Sballottato, annoiato di tutto, talvolta senza il lume di una speranza, di un senso; circondato dalla bellezza scotomizzata dalla mia incapacità a coglierla.
Che nostalgia di te nei solitari pomeriggi, rinchiuso nell’usbergo impenetrabile, soffocante e claustrofobico dei miei pensieri!
Ma poi ci sei, dato inoppugnabile e profondamente misterioso.
Voglio leccarti tutta come si farebbe con un gelato e godere del tuo viso trasfigurarsi in una maschera di piacere, ammirare la tua bocca dischiusa in un erotico gemito, ammirare trepidante l’allargarsi delle tue cosce e attirarmi nella profondità del tuo mistero, riempire le tue viscere di me.
Poi struggermi, nella luce soffusa della stanza fra lenzuola che profumano d’amore, della dolcezza dei tuoi lineamenti, rilassati e resi meravigliosi dall’estasi: una bellezza riservata esclusivamente a me.
Chi sei tu carezza, tenerezza che toglie il fiato con il suo fulgore che illumina la mia meschinità?
Fuoco che mi attraversa distruggendo la mia ottusità?
Dono, segno, stabile come una roccia, accogliente come un nido di piume, non voglio abituarmi al tuo sorriso che splende nella mia vita come il baluginare della Via Lattea nella notte silenziosa e immensa. Incapace, ingiusto, ingrato, indegno di te, con una sola giustificazione: ti amo.
Sballottato, annoiato di tutto, talvolta senza il lume di una speranza, di un senso; circondato dalla bellezza scotomizzata dalla mia incapacità a coglierla.
Che nostalgia di te nei solitari pomeriggi, rinchiuso nell’usbergo impenetrabile, soffocante e claustrofobico dei miei pensieri!
Ma poi ci sei, dato inoppugnabile e profondamente misterioso.
Voglio leccarti tutta come si farebbe con un gelato e godere del tuo viso trasfigurarsi in una maschera di piacere, ammirare la tua bocca dischiusa in un erotico gemito, ammirare trepidante l’allargarsi delle tue cosce e attirarmi nella profondità del tuo mistero, riempire le tue viscere di me.
Poi struggermi, nella luce soffusa della stanza fra lenzuola che profumano d’amore, della dolcezza dei tuoi lineamenti, rilassati e resi meravigliosi dall’estasi: una bellezza riservata esclusivamente a me.
Chi sei tu carezza, tenerezza che toglie il fiato con il suo fulgore che illumina la mia meschinità?
Fuoco che mi attraversa distruggendo la mia ottusità?
Dono, segno, stabile come una roccia, accogliente come un nido di piume, non voglio abituarmi al tuo sorriso che splende nella mia vita come il baluginare della Via Lattea nella notte silenziosa e immensa. Incapace, ingiusto, ingrato, indegno di te, con una sola giustificazione: ti amo.
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