Il tuo viso
di
scopertaeros69
genere
etero
Ci sono molte cose che amo di te, ed una fra tutte il fatto che non ti nascondi a me, non celi il tuo desiderio, quando esso ti pervade, in questo tu sei sempre nuda dinanzi ai miei occhi.
Non hai fatto eccezione neppure oggi, ti sei presentata all’appuntamento, sorridente e gaia, se ti desidero prima, il vederti è un irresistibile richiamo.
Certe volte mi soffermo a ripercorrere quanto sia cambiato il tuo atteggiamento, non tu, ma il tuo modo di viverti con me, dal timido e riservato, a quello di oggi a tratti diretto e sfacciato.
Parafrasando una metafora nota, io ho fatto ben poco, non ho aggiunto ne tolto nulla, ho semplicemente sollevato il velo e guardato cosa c’era sotto.
Ti ho fatta mia, molte volte, senza averne mai abbastanza, una sete inestinguibile… guardarti dopo per desiderarti ancora di più ogni volta, quello cerchi nel mio sguardo, senza futile civetteria permetti che questo alimenti il tuo desiderio di me.
Il primo bacio, mentre ti spingo il culo verso il cofano caldo della macchina, il radiatore ti riscalda le gambe, il mio petto che si schiaccia contro di te, la morbida promessa dei tuoi seni attraverso i vestiti.
Il tuo sorriso malizioso: “Spero tu voglia scoparmi come una puttana”, quella frase che riempie l’aria di un parcheggio immenso, gente che si muove ignara, poco distante da noi, mentre iniziamo le nostre prime schermaglie.
Un lungo bacio, lingue che si intrecciano e respiri che si sovrappongono mentre le mani saggiano i fianchi, scenderei ad infilare la mia tra le tue cosce per saggiare la tua eccitazione, lo sai vero?
Combattuti, se sciogliere quell’abbraccio o salire in auto per raggiungere la nostra alcova, abbiamo alcune ore prima di cena.
Poco dopo la porta si chiude, poggio in terra la borsa e mi guardo un attimo intorno, il tempo di farlo e tu ormai sei quasi del tutto nuda, riesco giusto a guardarti mentre ti sfili gli slip.
Avanzi verso di me, ancora vestito, il sorriso malandrino stampato in faccia, mi abbracci, un altro bacio profondo, lungo, ancestrale, osceno nel suo desiderio anche per la nostra intimità, un bacio di fame.
Mi sospingi sul letto all’indietro, facendomi perdere l’equilibrio al suo raggiungimento, lo perdo ed in un attimo mi sei sopra, nuda che ti sfreghi contro di me.
Questa volta la mia mano è libera di esplorarti, non sei affatto sorpresa di questa mia intrusione nella tua intimità, forse la aspettavi, forse la desideravi, semplicemente volevi che lo sentissi…
E’ paradossale, noi i preliminari li facciamo dopo, oh non preoccupatevi, lei non lascia mai che la mia mente possa indugiare abbastanza su queste riflessioni.
Tu sei la mia preda in caccia, esasperi la mia eccitazione perché ti prenda, anche la tua ipocrita ritrosia, troppo nuda e troppo breve per risultare credibile, ne è parte.
Ed eccomi nudo, spoglio di ogni filtro abbracciato alla carne più calda del mondo, ai piedi del letto vi sono i miei vestiti sparsi come relitti di un naufragio.
Non v’è dolcezza nel modo in cui ti sbrano, la faccia immersa tra le cosce che ti mangia più che leccarti, inebriato , impazzito come uno squalo in frenesia alimentare.
Mi abbevero alla tua fica, generosa, sapida, turgida, senza dolcezza, senza grazia, ma con studiata perizia; non mi basta sentire le lenzuola scalzarsi trascinate dalla stretta dei tuoi pugni, nei i rumori sordi della tua testa che sbatte sul cuscino, voglio sentire le tue mani sulla mia testa cercare di frenarti...quello è il momento.
La tua schiena si tende come un arco in tensione, come se dovesse scoccare una freccia verso il soffitto, quello è il momento in cui raddoppio la veemenza della mia lingua mentre scrivo il verbo del nostro piacere nella tua carne, il viso pregno del tuo godere, finalmente smetti di trattenerti e gemi, mi invochi, mi ordini, alla fine mi supplichi di essere scopata.
Non cederò subito, almeno non finché sentirò la disperazione nella stretta con cui le tue mani afferrano il mio viso per portarmi sopra il tuo, quello è il momento, in cui ti prendo, entro in te nella durezza della mia fame, scivolando dentro sino in fondo, in un unico fluido affondo.
Guardo le pupille che ti si dilatano mentre le mie palle si bagnano contro le tue grandi labbra, volevi essere scopata come una puttana, ti sollevo le gambe per metterle sopra le mie spalle, per offrire del tutto la tua fica fradicia, per sprofondare in te il più possibile.
Sei bellissima, libera nella tua eccitazione, mentre gemi e godi, mentre mi chiedi di essere la mia troia, le tue mani mi artigliano il culo piantandosi con le dita, quasi non ne avessi ancora abbastanza della mia voglia.
Continuo a pomparti, cambiamo posizione, le tue gambe ora incrociano ed imprigionano le mie aprendoti, posso sentire la liquidità della fica che mi racchiude e circonda...godi ripetutamente.
Poi lo chiedi, esce dalla tua bocca come una fucilata… “Sborrami in faccia”.
Stupidamente ti guardo negli occhi come in una richiesta di muta conferma, stupidamente si, perché la donna che sei non mi mente mai, lo ripeti “Sborrami in faccia”.
Uscire da te, è quasi doloroso, l’aria decisamente più fresca lambisce la pelle dell’asta e della cappella, intingo le dita nella tua fica, per portartele alle labbra, succhi golosa.
La mia asta comincia a muoversi frenetica a pochi centimetri dalle tue guance, il tuo sguardo segue le mie pupille, attenta ad ogni variazione, con una mano mi accarezzi lo scroto, ma poi prosegui verso l’interno accarezzando il solco del culo...un dito si insinua.
Minuti di eccitazione quasi dolorosa, animale, egoista, compulsiva che percorrono la spina dorsale sino ad irradiarsi al cervello.
Sto per esplodere, afferro i tuoi capelli, vedo quel lampo nei tuoi occhi, mentre apri la bocca per ricevermi, sei bellissima e spietata.
Gli schizzi bianchi lambiscono le tue labbra, disegnandoti archi irregolari sulla guancia, colano sul mento sulle tette umide di sudore, i tuoi occhi non mi abbandonano.
Aspetti che la mia forza scemi, per impadronirti della cappella e liberarla delle ultime gocce, prima di portare via il resto con la lingua come una monella golosa.
Le tue mani mi accarezzano ovunque mentre il mio petto si alza e si abbassa sempre più lentamente.
Torno a te nell’invitante tepore della tua pelle...ti bacio, mi baci, con lo sguardo amo il tuo viso.
Non hai fatto eccezione neppure oggi, ti sei presentata all’appuntamento, sorridente e gaia, se ti desidero prima, il vederti è un irresistibile richiamo.
Certe volte mi soffermo a ripercorrere quanto sia cambiato il tuo atteggiamento, non tu, ma il tuo modo di viverti con me, dal timido e riservato, a quello di oggi a tratti diretto e sfacciato.
Parafrasando una metafora nota, io ho fatto ben poco, non ho aggiunto ne tolto nulla, ho semplicemente sollevato il velo e guardato cosa c’era sotto.
Ti ho fatta mia, molte volte, senza averne mai abbastanza, una sete inestinguibile… guardarti dopo per desiderarti ancora di più ogni volta, quello cerchi nel mio sguardo, senza futile civetteria permetti che questo alimenti il tuo desiderio di me.
Il primo bacio, mentre ti spingo il culo verso il cofano caldo della macchina, il radiatore ti riscalda le gambe, il mio petto che si schiaccia contro di te, la morbida promessa dei tuoi seni attraverso i vestiti.
Il tuo sorriso malizioso: “Spero tu voglia scoparmi come una puttana”, quella frase che riempie l’aria di un parcheggio immenso, gente che si muove ignara, poco distante da noi, mentre iniziamo le nostre prime schermaglie.
Un lungo bacio, lingue che si intrecciano e respiri che si sovrappongono mentre le mani saggiano i fianchi, scenderei ad infilare la mia tra le tue cosce per saggiare la tua eccitazione, lo sai vero?
Combattuti, se sciogliere quell’abbraccio o salire in auto per raggiungere la nostra alcova, abbiamo alcune ore prima di cena.
Poco dopo la porta si chiude, poggio in terra la borsa e mi guardo un attimo intorno, il tempo di farlo e tu ormai sei quasi del tutto nuda, riesco giusto a guardarti mentre ti sfili gli slip.
Avanzi verso di me, ancora vestito, il sorriso malandrino stampato in faccia, mi abbracci, un altro bacio profondo, lungo, ancestrale, osceno nel suo desiderio anche per la nostra intimità, un bacio di fame.
Mi sospingi sul letto all’indietro, facendomi perdere l’equilibrio al suo raggiungimento, lo perdo ed in un attimo mi sei sopra, nuda che ti sfreghi contro di me.
Questa volta la mia mano è libera di esplorarti, non sei affatto sorpresa di questa mia intrusione nella tua intimità, forse la aspettavi, forse la desideravi, semplicemente volevi che lo sentissi…
E’ paradossale, noi i preliminari li facciamo dopo, oh non preoccupatevi, lei non lascia mai che la mia mente possa indugiare abbastanza su queste riflessioni.
Tu sei la mia preda in caccia, esasperi la mia eccitazione perché ti prenda, anche la tua ipocrita ritrosia, troppo nuda e troppo breve per risultare credibile, ne è parte.
Ed eccomi nudo, spoglio di ogni filtro abbracciato alla carne più calda del mondo, ai piedi del letto vi sono i miei vestiti sparsi come relitti di un naufragio.
Non v’è dolcezza nel modo in cui ti sbrano, la faccia immersa tra le cosce che ti mangia più che leccarti, inebriato , impazzito come uno squalo in frenesia alimentare.
Mi abbevero alla tua fica, generosa, sapida, turgida, senza dolcezza, senza grazia, ma con studiata perizia; non mi basta sentire le lenzuola scalzarsi trascinate dalla stretta dei tuoi pugni, nei i rumori sordi della tua testa che sbatte sul cuscino, voglio sentire le tue mani sulla mia testa cercare di frenarti...quello è il momento.
La tua schiena si tende come un arco in tensione, come se dovesse scoccare una freccia verso il soffitto, quello è il momento in cui raddoppio la veemenza della mia lingua mentre scrivo il verbo del nostro piacere nella tua carne, il viso pregno del tuo godere, finalmente smetti di trattenerti e gemi, mi invochi, mi ordini, alla fine mi supplichi di essere scopata.
Non cederò subito, almeno non finché sentirò la disperazione nella stretta con cui le tue mani afferrano il mio viso per portarmi sopra il tuo, quello è il momento, in cui ti prendo, entro in te nella durezza della mia fame, scivolando dentro sino in fondo, in un unico fluido affondo.
Guardo le pupille che ti si dilatano mentre le mie palle si bagnano contro le tue grandi labbra, volevi essere scopata come una puttana, ti sollevo le gambe per metterle sopra le mie spalle, per offrire del tutto la tua fica fradicia, per sprofondare in te il più possibile.
Sei bellissima, libera nella tua eccitazione, mentre gemi e godi, mentre mi chiedi di essere la mia troia, le tue mani mi artigliano il culo piantandosi con le dita, quasi non ne avessi ancora abbastanza della mia voglia.
Continuo a pomparti, cambiamo posizione, le tue gambe ora incrociano ed imprigionano le mie aprendoti, posso sentire la liquidità della fica che mi racchiude e circonda...godi ripetutamente.
Poi lo chiedi, esce dalla tua bocca come una fucilata… “Sborrami in faccia”.
Stupidamente ti guardo negli occhi come in una richiesta di muta conferma, stupidamente si, perché la donna che sei non mi mente mai, lo ripeti “Sborrami in faccia”.
Uscire da te, è quasi doloroso, l’aria decisamente più fresca lambisce la pelle dell’asta e della cappella, intingo le dita nella tua fica, per portartele alle labbra, succhi golosa.
La mia asta comincia a muoversi frenetica a pochi centimetri dalle tue guance, il tuo sguardo segue le mie pupille, attenta ad ogni variazione, con una mano mi accarezzi lo scroto, ma poi prosegui verso l’interno accarezzando il solco del culo...un dito si insinua.
Minuti di eccitazione quasi dolorosa, animale, egoista, compulsiva che percorrono la spina dorsale sino ad irradiarsi al cervello.
Sto per esplodere, afferro i tuoi capelli, vedo quel lampo nei tuoi occhi, mentre apri la bocca per ricevermi, sei bellissima e spietata.
Gli schizzi bianchi lambiscono le tue labbra, disegnandoti archi irregolari sulla guancia, colano sul mento sulle tette umide di sudore, i tuoi occhi non mi abbandonano.
Aspetti che la mia forza scemi, per impadronirti della cappella e liberarla delle ultime gocce, prima di portare via il resto con la lingua come una monella golosa.
Le tue mani mi accarezzano ovunque mentre il mio petto si alza e si abbassa sempre più lentamente.
Torno a te nell’invitante tepore della tua pelle...ti bacio, mi baci, con lo sguardo amo il tuo viso.
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