Adelina 2
di
Bastino9
genere
gay
Lo stabile non è proprio fatiscente ma avrebbe bisogno di profonde ristrutturazioni ma nessuno vuole affrontare i costosi lavori, piano piano tutti stanno trovando soluzioni diverse che di fatto stanno svuotando l’immobile, ormai dentro ci vivono solo una trentina di persone tra famiglie, single, coppie e persone che occupano saltuariamente a vario titolo gli appartamenti che si rendono liberi. Tra queste persone c’è Adelina un personaggio importante del caseggiato sia per la sua storia personale che per la sua prestanza fisica: Adelina è proprio una gran bella figa. Aveva 23 anni Adelina quando venne ad abitare qui con il suo compagno ed era uno spettacolo di ragazza, alta mora con due occhi neri che quando ti guardavano ti lasciavano senza fiato e ti sentivi subito un certo non so che nelle palle, due labbra che sembravano siliconate ma erano naturalissime e morbide più delle marshmallows, un culo e due tette che facevano venire i cattivi pensieri anche ai morti. Oggi Adelina che non ha ancora 40 anni ha perso la freschezza della gioventù ma sta acquistando la bellezza della maturità e bisogna dire che ha più mosconi oggi che ieri. Per tutti la sua vita è stata un mistero e lo è ancora. Il suo uomo era un personaggio indecifrabile non si sapeva che lavoro facesse, se avesse amici e chi erano, da dove gli arrivassero i soldi per campare, in casa non mancava niente sia per l’arredamento che per il mangiare, avevano però un auto utilitaria che non dava assolutamente negli occhi. Era la classica coppia che superato il periodo della curiosità condominiale nessuno se ne accorgeva che esistessero. Poi successe qualche cosa che generò subito e per lungo tempo nello stabile un forte schiamazzo che divenne un vocio poi un parlottio ed infine l’oblio. Arrivarono silenziose due auto gazzelle dei carabinieri che scesero agili e veloci per recarsi nell’abitazione di Adelina, così come erano arrivati rapidamente sparirono e dal quel giorno sparì anche il compagno di Adelina. Da allora la bella ragazza rimase una vedova bianca ma non per questo cambiò il suo stile di vita in quanto rimase casalinga, non si trovò mai un lavoro per mantenersi anzi pur non lavorando il suo tenore di vita migliorò, da questo tutti capirono che qualcuno chissà da quale pare del mondo la manteneva e ancora oggi la sostiene bene. Adelina ha sempre mantenuto il suo stato di vedova anche se più di uno ha sospettato che un presunto carabiniere venisse settimanalmente di notte a rinfrescarla molto bene a sentire da certi mugolii, oltre questo Adelina non ha dato e non da confidenza a nessuno se non a Rosario e alla coppia alquanto scombinata di Renato e Katia. ,
Lo stabile non è proprio fatiscente ma avrebbe bisogno di profonde ristrutturazioni ma nessuno vuole affrontare i costosi lavori, piano piano tutti stanno trovando soluzioni diverse che di fatto stanno svuotando l’immobile, ormai dentro ci vivono solo una trentina di persone tra famiglie, single, coppie e persone che occupano saltuariamente a vario titolo gli appartamenti che si rendono liberi. Tra queste persone c’è Adelina un personaggio importante del caseggiato sia per la sua storia personale che per la sua prestanza fisica: Adelina è proprio una gran bella figa. Aveva 23 anni Adelina quando venne ad abitare qui con il suo compagno ed era uno spettacolo di ragazza, alta mora con due occhi neri che quando ti guardavano ti lasciavano senza fiato e ti sentivi subito un certo non so che nelle palle, due labbra che sembravano siliconate ma erano naturalissime e morbide più delle marshmallows, un culo e due tette che facevano venire i cattivi pensieri anche ai morti. Oggi Adelina che non ha ancora 40 anni ha perso la freschezza della gioventù ma sta acquistando la bellezza della maturità e bisogna dire che ha più mosconi oggi che ieri. Per tutti la sua vita è stata un mistero e lo è ancora. Il suo uomo era un personaggio indecifrabile non si sapeva che lavoro facesse, se avesse amici e chi erano, da dove gli arrivassero i soldi per campare, in casa non mancava niente sia per l’arredamento che per il mangiare, avevano però un auto utilitaria che non dava assolutamente negli occhi. Era la classica coppia che superato il periodo della curiosità condominiale nessuno se ne accorgeva che esistessero. Poi successe qualche cosa che generò subito e per lungo tempo nello stabile un forte schiamazzo che divenne un vocio poi un parlottio ed infine l’oblio. Arrivarono silenziose due auto gazzelle dei carabinieri che scesero agili e veloci per recarsi nell’abitazione di Adelina, così come erano arrivati rapidamente sparirono e dal quel giorno sparì anche il compagno di Adelina. Da allora la bella ragazza rimase una vedova bianca ma non per questo cambiò il suo stile di vita in quanto rimase casalinga, non si trovò mai un lavoro per mantenersi anzi pur non lavorando il suo tenore di vita migliorò, da questo tutti capirono che qualcuno chissà da quale pare del mondo la manteneva e ancora oggi la sostiene bene. Adelina ha sempre mantenuto il suo stato di vedova anche se più di uno ha sospettato che un presunto carabiniere venisse settimanalmente di notte a rinfrescarla molto bene a sentire da certi mugolii, oltre questo Adelina non ha dato e non da confidenza a nessuno se non alla coppia alla coppia alquanto scombinata di Renato e Katia e a Rosario.
Adelì sono qua!!! “Uhh.. Rosaaà che piacere sei tornato?” “Adelina e che cazzo!!, quanto volte ti devo dire di non chiamarmi Rosà non sono una fimmina chi sente nel palazzo poi pensa a male” “Rosà per me è l’abbreviazione di Rosario se gli altri non capiscono non è colpa mia e poi tu dai peso a questi pettegolezzi? ti facevo una persona molto più emancipata” “ pettegolezzi? na beata minchia! la gente comincia a dire: pure Adelina ormai lo chiama Rosa perché lo sa e se lo sa allora lo è” “ embè?” ”embè e che io sono ricchione? ho avuto la fidanzata” “ uhhh…..tu e la fidanzata?! roba di un secolo fa… poi niente più, Rosario sai cosa?! se ci avventuriamo su questo sentiero alla fine pure a me cominciano a venire dei sospetti sà!!” “ Adelina ma va’ fa nculo”. Rosario entra nel suo bilocale sbattendo la porta, lascia cadere la borsa da lavora a terra, si accosta al frigo e tira fuori una bottiglia di vodka gelata e ci si attacca. La mattina dopo Rosario è ancora intontito per quanta vodka aveva bevuto e voglia di andare al lavoro non ne ha, le parole di Adelina gli riempiono ancora la testa e ritorna sempre la stessa domanda: e se fossi veramente ricchione?. Rosario se ne va a lavoro con questo dubbio che non vuole uscire dal cervello. Adelina sta preparando da mangiare per lei e per Rosario, l’ha invitato per farsi perdonare per la cattiveria che gli aveva detto la sera prima, certo però, rimugina Adelina, lei di donne in casa di Rosario non ne ha mai viste, lui non ne parla mai e se fosse veramente un ricchione represso? forse ha bisogno di un maschio che dia la spintarella per fargli passare la sponda; a proposito di maschi pure lei ne ha un bisogno urgente. Bussano alla porta e Adelina si spaventa anche se ha una porta super blindata, guarda dallo spioncino ma non conosce quel mezzo negro che ha bussato “chi è?” “apri Adelì! che cazzo non mi riconosci sono Pasquale il figlio della Tina!”, mamma mia pensa Adelina mentre apre la porta come si è fatto brutto. “LINO!!! Entra non ti avevo riconosciuto” “hai ragione cinque anni di galera mi hanno cambiato” “come stai Linuzzo” “come cazzo vuoi che stia! come uno che uscito stamattina di galera, Adelì sei come ti ho lasciata: bona! anzi ti sì fatta meglio…chiù arrapante” “Linù datti una calmata io non sto qua per farti scaricare cinque anni di astinenza!!” “lo so, lo so non ti preoccupare, non me l’hai voluta dare quando te l’ho chiesta tanti anni fa e non me la darai nemmeno mò”. Adelina guarda Lino e non riesce a rendersi conto come Lino fosse cambiato tanto, è vero che non è mai stato una bellezza ma ora non è più lui, fisicamente si è appesantito, ha il volto gonfio e segnato da rughe profonde. “Mò che vuoi fare?” domanda Adelina guardinga “non lo so, non ho pensato a come devo affrontare il futuro eppure di tempo ne ho avuto, per adesso vado a stare da Renato so che si è piazzato bene con la moldava” Adelina lo guarda e gli risponde acida “Renato non c’è e non si sa quando tornerà” “dove è andato con quella troia della Katia?” “Lino parla bene o ti mando a fare n’culo OK!” “ho detto solo quello che faceva” “certo perché tuo fratello era un vastaso permanente ora è anche ricottaro e chiudiamola così. L’hanno arrestato per sfruttamento della prostituzione percosse e violenza. T’abbasta la spiegazione? stasera se vuoi mangi qua ma poi vedi dove andare a dormire e dove devi passare le giornate”. Sul pianerottolo si udì il solito saluto:“Adelì sono io!” “vieni Rooosaaaario stasera sei ospite mio” “che bellezza, vengo subito”. Rosario entra e rimane bloccato vedendo Lino, “Rosario – dice Adelina – è Lino non te lo ricordi” “Uhhhh…si quello che era partito in cerca di lavoro” “ si proprio lui” “allora ben tornato” “grazie”. Adelina li guarda ed resta colpita da una idea fulminante per trovare una soluzione ai problemi di Lino e quella spintarella a Rosario per fargli passare la sponda. Senza perdere tempo si rivolge a Rosario “Rosario sai Lino era così sicuro di trovare il fratello ed ora che ha saputo la disgrazia di Renato è distrutto” “quanto mi dispiace per il povero Renato e certamente anche per te! tu mò come fai” Lino coglie al volo la situazione che le stava preparando Adelina “che vuoi che ti dico Rosario mio è un periodo di massima sfortuna, la ditta dove lavoravo” “dove era la ditta?” chiede Renato tutto preso dal racconto “in Germania come dicevo ha ridotto il personale e mi ha licenziato” “si..si.., fanno tutti così questi bastardi” “ quei quattro soldi che avevo risparmiato li avevo messi nell’acquisto di una casa, avevo fatto il mutuo ma rimasto senza lavoro, senza soldi e tornandomene in Italia la banca s’è preso tutto…” “Madonna santa…ma è una disgrazia dietro l’altra…” “vedi sono rimasto senza mutande” “ ma tu non hai parenti…” “quale cazzo di parenti! uno sta in galera di un altro se ne sono perse le traccia…Rosario…sono orfano hai capito?” “va bene non ti avvilire…” Renato si era completamente immedesimato nella storia di Lino che aveva gli occhi lucidi per la commozione “posso fare qualche cosa per te?...” “ no non credo…” . Adelina per non far svanire quella particolare aria di compassionevole partecipazione che si è creata si rivolge a Rosario: “Rosario..” “…” “potresti dargli un poco di ospitalità per qualche giorno ehh…?” “si….anche se la casa è piccola…” “ ma Lino non ha grandi pretese vero Lino?...” “ e che pretese posso avere, se uno ti da una mano non gli puoi chiedere anche il braccio”. ”Adelì 10 e lode, ci hai fatto mangiare veramente bene dovresti aprire una trattoria” disse Rosario “ si ma non ci pigliate il gusto è solo stata una combinazione che non si ripeterà tanto spesso anzi…”, Adelina guardò Lino e poi disse a Rosario “perché non vai a preparare la casa così Lino si riposa un poco è stanco ha avuto una giornata micidiale”, Rosario si alza “vado subito tra cinque minuti è pronto io ti aspetto di là”. Lino si è alzato per andare da Rosario ma Adelina si mette tra lui e la porta con la faccia dura e la voce aggressiva “Lino mi raccomando Rosario è un semplice, tu non fare u vastaso comme tò frati ehh!! portagli rispetto e se vengo a sapere che gli hai torto un solo capello e che ti sei messo a vivere sulle sue spalle ti faccio fare a pelle capisti??!” “non ti preoccupare Adelina sono cambiato dentro e fuori e non sono chiù u strunzu e prima, a galera cangia e a mia m’avi cangiato in megghiu” “speriamo bene per te”. Si trovano a dormire nello stesso letto matrimoniale Lino e Rosario.
Lino occupa metà del letto per cui i due corpi si toccano, inizialmente si trovano a stare vis a vis anche perché Rosario ha voglia di parlare e di sapere, quando poi il sonno li prende ognuno trova la propria posizione e Rosario si trova a dare le spalle a Lino il cui pene a contatto delle calde chiappe comincia ad inturgidirsi fino a diventare duro, Lino senza problemi se lo aggiusta e glielo appoggia tra le natiche. Rosario è impietrito, la rabbia gli monta dentro “che minchia pensa questo che io sono ricchione? ma se nemmeno ci conosciamo come fa a pensarlo? non sarà stata Adelina a raccontargli qualche cosa di me? Ma che poteva dirgli se non sono mai stati con gli uomini e poi non sono ricchione!!. Mentre arzigogola l’uccello di Lino rimane duro e ogni tanto si sposta da una parte all’altra, “certo è assai più grosso del mio – pensa Rosario - un paragone con quello degli altri non lo posso fare non avendo avuto rapporti omosessuali, certo però che sto’ Lino ha una signora minchia” quel cazzo caldo comincia a procuragli delle piacevoli sensazioni soprattutto quando si muove. Lino si muove allunga il braccio robusto peloso lo poggia sul corpo di Rosario tirandoselo a sé poi con la mano gli sistema il cazzo tra le cosce. Rosario sente che il cazzo si muove seguendo il ritmo che Lino gli sta dando “mi sta scopando e se non mi sposto - pensa Rosario - lui crede che sono ricchione!!!” “che c’è” “ come che c’è secondo te io sono ricchione!?” “perché io ti ho detto che sei ricchione?” “no! ma il tuo cazzo è tra le mie cosce!!” “e allora?” “allora se me lo piazzi tra le cosce e perché tu sai che io sono ricchione!” “ma di che cazzo stai parlando??” “minchia! tengo il tuo cazzo tra le gambe, tu mi stai futtenno e io non posso dire che sono ricchione?” “questi sono cazzi tuoi, io sono cinque anni che in galera scopo solo con uomini “ in galera? ma tu non stavi in Germania?” “ma quale Germania è stata un idea di Adelina la quale mi ha detto che a Rosario era meglio dirgli la verità piano piano…” “poi che altro ti ha detto…?” “che sei una brava persona anzi troppo brava…aspetta ha detto…è un semplice, che ti dovevo portare rispetto e se non l’avessi me l’avrebbe fatta pagare”. Rosario rimase in silenzio mentre Lino continuava a muovergli il cazzo tra le gambe “senti Rosariù vieni qua adesso facciamoci una ricca chiavata perché e da anni che non me la faccio in un letto matrimoniale con calma e a piacere mio…” Rosario si schermisce timidamente “io non l’ho mai preso nel culo Lino..” “non ti preoccupare che ti svergino che manco che te ne accorgi o vuoi provare la sensazione di essere stuprata?” “non lo so” miagola Rosario. Lino butta all’aria le lenzuola lo fa mettere a pecorina con le gambe aperte comincia a tastargli il buco del culo che è veramente stretto perché vergine e prova una sensazione di piacere, glielo avrebbe spaccato in quattro. il cazzo gli sta scoppiando vuole sborrare ma si trattiene vuole prima provare la sensazione dello sverginamento con stupro, gli bagna bene di saliva il culo,sente l’altro lamentarsi come una donnina timorosa e si infoia di più alla fine sbava sull’uccello glielo punto al centro: un colpetto e il culo ha una contrazione, si ferma quando Rosario si rilascia glielo ripunta, con un colpo più deciso tutta la cappella entra e nello stesso momento un grido esce dalla gola di Rosario, glielo tira fuori si accorge che Rosario gli aveva detto la verità: era vergine ed un poco di sangue sulla cappella lo dimostra. Non perde tempo e anche se l’altro piange per il dolore e si dimena come un disperato per togliersi quell’ingombro doloroso dal culo Lino non lo molla gliel’ha spinto quasi tutto dentro tenendolo ben piantato anzi gli passa il braccio poderoso intorno al collo e glielo stringe, “Lino mi fa male il culo e non respiro mi manca il fiato” l’ano si contrae ancora di più e lui comincia a fotterlo e lo fotte di brutto con forza, con violenza, sente che il culo a poco poco cede, il cazzo si fa la sua strada e lui ci dà dentro con gusto e poi Rosario è un bell’ometto gli fa sangue anche perché ormai a lui il culo piace più della figa . Glielo tira fuori e glielo spinge dentro ripetutamente fino a che le palle non sbattono contro il perineo facendolo arrapare, la sborra riempie il culo e lui si prende un momento di riposo. Il cazzo gli resta duro e glielo lascia dentro, lui e Rosario sono sempre abbracciati nella stesso modo affondati nel materasso, gli accarezza il petto liscio e si arrapa di nuovo nel toccargli i pettorali grassoci che sembrano abbozzi di mammelle, gliele strizza con forza, i capezzoli sono turgidi glieli prende tra le dita e li torce con un colpo secco e poi li accarezza l’altro guaisce come una cagnetta. Comincia a pomparlo di nuovo ma questa volta ci mette un poco più di dolcezza e sente che l’altro si rilassa e gli apre il culo per ospitarlo, ormai il cazzo è duro e lui è pronto a sborrare ancora, lo martella senza sosta “Lino mi sento morire basta…” “che devi morire…quando ti aprirò tutta sarà sempre e solo un godimento per noi” “matre mia fimmina sono diventata!!” “ è così ti devi sentire quando stai nel letto con me”. Sborra ancora ma questa volta è veramente esausto e si lascia andare ma non molla il collo di Rosario, il pene gli si ammoscia e riesce, incredibile ma vero, a pisciargli nel culo: l’ha domato e per essere certo di quella sua convinzione lo mette alla prova. “Rosa adesso puliscimi bene il cazzo e le palle… dove vai?” ”a prendere una salvietta” “con la lingua hai capito?” “brava così… delicatamente… ecco…ahhh… i denti non li voglio sentire…se non la prossima volta….t’arriva un tumpuluni che ti scordisco” “non t’arrabbiare Lino”; adesso è sicuro: Rosario è cosa sua.
Lo stabile non è proprio fatiscente ma avrebbe bisogno di profonde ristrutturazioni ma nessuno vuole affrontare i costosi lavori, piano piano tutti stanno trovando soluzioni diverse che di fatto stanno svuotando l’immobile, ormai dentro ci vivono solo una trentina di persone tra famiglie, single, coppie e persone che occupano saltuariamente a vario titolo gli appartamenti che si rendono liberi. Tra queste persone c’è Adelina un personaggio importante del caseggiato sia per la sua storia personale che per la sua prestanza fisica: Adelina è proprio una gran bella figa. Aveva 23 anni Adelina quando venne ad abitare qui con il suo compagno ed era uno spettacolo di ragazza, alta mora con due occhi neri che quando ti guardavano ti lasciavano senza fiato e ti sentivi subito un certo non so che nelle palle, due labbra che sembravano siliconate ma erano naturalissime e morbide più delle marshmallows, un culo e due tette che facevano venire i cattivi pensieri anche ai morti. Oggi Adelina che non ha ancora 40 anni ha perso la freschezza della gioventù ma sta acquistando la bellezza della maturità e bisogna dire che ha più mosconi oggi che ieri. Per tutti la sua vita è stata un mistero e lo è ancora. Il suo uomo era un personaggio indecifrabile non si sapeva che lavoro facesse, se avesse amici e chi erano, da dove gli arrivassero i soldi per campare, in casa non mancava niente sia per l’arredamento che per il mangiare, avevano però un auto utilitaria che non dava assolutamente negli occhi. Era la classica coppia che superato il periodo della curiosità condominiale nessuno se ne accorgeva che esistessero. Poi successe qualche cosa che generò subito e per lungo tempo nello stabile un forte schiamazzo che divenne un vocio poi un parlottio ed infine l’oblio. Arrivarono silenziose due auto gazzelle dei carabinieri che scesero agili e veloci per recarsi nell’abitazione di Adelina, così come erano arrivati rapidamente sparirono e dal quel giorno sparì anche il compagno di Adelina. Da allora la bella ragazza rimase una vedova bianca ma non per questo cambiò il suo stile di vita in quanto rimase casalinga, non si trovò mai un lavoro per mantenersi anzi pur non lavorando il suo tenore di vita migliorò, da questo tutti capirono che qualcuno chissà da quale pare del mondo la manteneva e ancora oggi la sostiene bene. Adelina ha sempre mantenuto il suo stato di vedova anche se più di uno ha sospettato che un presunto carabiniere venisse settimanalmente di notte a rinfrescarla molto bene a sentire da certi mugolii, oltre questo Adelina non ha dato e non da confidenza a nessuno se non alla coppia alla coppia alquanto scombinata di Renato e Katia e a Rosario.
Adelì sono qua!!! “Uhh.. Rosaaà che piacere sei tornato?” “Adelina e che cazzo!!, quanto volte ti devo dire di non chiamarmi Rosà non sono una fimmina chi sente nel palazzo poi pensa a male” “Rosà per me è l’abbreviazione di Rosario se gli altri non capiscono non è colpa mia e poi tu dai peso a questi pettegolezzi? ti facevo una persona molto più emancipata” “ pettegolezzi? na beata minchia! la gente comincia a dire: pure Adelina ormai lo chiama Rosa perché lo sa e se lo sa allora lo è” “ embè?” ”embè e che io sono ricchione? ho avuto la fidanzata” “ uhhh…..tu e la fidanzata?! roba di un secolo fa… poi niente più, Rosario sai cosa?! se ci avventuriamo su questo sentiero alla fine pure a me cominciano a venire dei sospetti sà!!” “ Adelina ma va’ fa nculo”. Rosario entra nel suo bilocale sbattendo la porta, lascia cadere la borsa da lavora a terra, si accosta al frigo e tira fuori una bottiglia di vodka gelata e ci si attacca. La mattina dopo Rosario è ancora intontito per quanta vodka aveva bevuto e voglia di andare al lavoro non ne ha, le parole di Adelina gli riempiono ancora la testa e ritorna sempre la stessa domanda: e se fossi veramente ricchione?. Rosario se ne va a lavoro con questo dubbio che non vuole uscire dal cervello. Adelina sta preparando da mangiare per lei e per Rosario, l’ha invitato per farsi perdonare per la cattiveria che gli aveva detto la sera prima, certo però, rimugina Adelina, lei di donne in casa di Rosario non ne ha mai viste, lui non ne parla mai e se fosse veramente un ricchione represso? forse ha bisogno di un maschio che dia la spintarella per fargli passare la sponda; a proposito di maschi pure lei ne ha un bisogno urgente. Bussano alla porta e Adelina si spaventa anche se ha una porta super blindata, guarda dallo spioncino ma non conosce quel mezzo negro che ha bussato “chi è?” “apri Adelì! che cazzo non mi riconosci sono Pasquale il figlio della Tina!”, mamma mia pensa Adelina mentre apre la porta come si è fatto brutto. “LINO!!! Entra non ti avevo riconosciuto” “hai ragione cinque anni di galera mi hanno cambiato” “come stai Linuzzo” “come cazzo vuoi che stia! come uno che uscito stamattina di galera, Adelì sei come ti ho lasciata: bona! anzi ti sì fatta meglio…chiù arrapante” “Linù datti una calmata io non sto qua per farti scaricare cinque anni di astinenza!!” “lo so, lo so non ti preoccupare, non me l’hai voluta dare quando te l’ho chiesta tanti anni fa e non me la darai nemmeno mò”. Adelina guarda Lino e non riesce a rendersi conto come Lino fosse cambiato tanto, è vero che non è mai stato una bellezza ma ora non è più lui, fisicamente si è appesantito, ha il volto gonfio e segnato da rughe profonde. “Mò che vuoi fare?” domanda Adelina guardinga “non lo so, non ho pensato a come devo affrontare il futuro eppure di tempo ne ho avuto, per adesso vado a stare da Renato so che si è piazzato bene con la moldava” Adelina lo guarda e gli risponde acida “Renato non c’è e non si sa quando tornerà” “dove è andato con quella troia della Katia?” “Lino parla bene o ti mando a fare n’culo OK!” “ho detto solo quello che faceva” “certo perché tuo fratello era un vastaso permanente ora è anche ricottaro e chiudiamola così. L’hanno arrestato per sfruttamento della prostituzione percosse e violenza. T’abbasta la spiegazione? stasera se vuoi mangi qua ma poi vedi dove andare a dormire e dove devi passare le giornate”. Sul pianerottolo si udì il solito saluto:“Adelì sono io!” “vieni Rooosaaaario stasera sei ospite mio” “che bellezza, vengo subito”. Rosario entra e rimane bloccato vedendo Lino, “Rosario – dice Adelina – è Lino non te lo ricordi” “Uhhhh…si quello che era partito in cerca di lavoro” “ si proprio lui” “allora ben tornato” “grazie”. Adelina li guarda ed resta colpita da una idea fulminante per trovare una soluzione ai problemi di Lino e quella spintarella a Rosario per fargli passare la sponda. Senza perdere tempo si rivolge a Rosario “Rosario sai Lino era così sicuro di trovare il fratello ed ora che ha saputo la disgrazia di Renato è distrutto” “quanto mi dispiace per il povero Renato e certamente anche per te! tu mò come fai” Lino coglie al volo la situazione che le stava preparando Adelina “che vuoi che ti dico Rosario mio è un periodo di massima sfortuna, la ditta dove lavoravo” “dove era la ditta?” chiede Renato tutto preso dal racconto “in Germania come dicevo ha ridotto il personale e mi ha licenziato” “si..si.., fanno tutti così questi bastardi” “ quei quattro soldi che avevo risparmiato li avevo messi nell’acquisto di una casa, avevo fatto il mutuo ma rimasto senza lavoro, senza soldi e tornandomene in Italia la banca s’è preso tutto…” “Madonna santa…ma è una disgrazia dietro l’altra…” “vedi sono rimasto senza mutande” “ ma tu non hai parenti…” “quale cazzo di parenti! uno sta in galera di un altro se ne sono perse le traccia…Rosario…sono orfano hai capito?” “va bene non ti avvilire…” Renato si era completamente immedesimato nella storia di Lino che aveva gli occhi lucidi per la commozione “posso fare qualche cosa per te?...” “ no non credo…” . Adelina per non far svanire quella particolare aria di compassionevole partecipazione che si è creata si rivolge a Rosario: “Rosario..” “…” “potresti dargli un poco di ospitalità per qualche giorno ehh…?” “si….anche se la casa è piccola…” “ ma Lino non ha grandi pretese vero Lino?...” “ e che pretese posso avere, se uno ti da una mano non gli puoi chiedere anche il braccio”. ”Adelì 10 e lode, ci hai fatto mangiare veramente bene dovresti aprire una trattoria” disse Rosario “ si ma non ci pigliate il gusto è solo stata una combinazione che non si ripeterà tanto spesso anzi…”, Adelina guardò Lino e poi disse a Rosario “perché non vai a preparare la casa così Lino si riposa un poco è stanco ha avuto una giornata micidiale”, Rosario si alza “vado subito tra cinque minuti è pronto io ti aspetto di là”. Lino si è alzato per andare da Rosario ma Adelina si mette tra lui e la porta con la faccia dura e la voce aggressiva “Lino mi raccomando Rosario è un semplice, tu non fare u vastaso comme tò frati ehh!! portagli rispetto e se vengo a sapere che gli hai torto un solo capello e che ti sei messo a vivere sulle sue spalle ti faccio fare a pelle capisti??!” “non ti preoccupare Adelina sono cambiato dentro e fuori e non sono chiù u strunzu e prima, a galera cangia e a mia m’avi cangiato in megghiu” “speriamo bene per te”. Si trovano a dormire nello stesso letto matrimoniale Lino e Rosario.
Lino occupa metà del letto per cui i due corpi si toccano, inizialmente si trovano a stare vis a vis anche perché Rosario ha voglia di parlare e di sapere, quando poi il sonno li prende ognuno trova la propria posizione e Rosario si trova a dare le spalle a Lino il cui pene a contatto delle calde chiappe comincia ad inturgidirsi fino a diventare duro, Lino senza problemi se lo aggiusta e glielo appoggia tra le natiche. Rosario è impietrito, la rabbia gli monta dentro “che minchia pensa questo che io sono ricchione? ma se nemmeno ci conosciamo come fa a pensarlo? non sarà stata Adelina a raccontargli qualche cosa di me? Ma che poteva dirgli se non sono mai stati con gli uomini e poi non sono ricchione!!. Mentre arzigogola l’uccello di Lino rimane duro e ogni tanto si sposta da una parte all’altra, “certo è assai più grosso del mio – pensa Rosario - un paragone con quello degli altri non lo posso fare non avendo avuto rapporti omosessuali, certo però che sto’ Lino ha una signora minchia” quel cazzo caldo comincia a procuragli delle piacevoli sensazioni soprattutto quando si muove. Lino si muove allunga il braccio robusto peloso lo poggia sul corpo di Rosario tirandoselo a sé poi con la mano gli sistema il cazzo tra le cosce. Rosario sente che il cazzo si muove seguendo il ritmo che Lino gli sta dando “mi sta scopando e se non mi sposto - pensa Rosario - lui crede che sono ricchione!!!” “che c’è” “ come che c’è secondo te io sono ricchione!?” “perché io ti ho detto che sei ricchione?” “no! ma il tuo cazzo è tra le mie cosce!!” “e allora?” “allora se me lo piazzi tra le cosce e perché tu sai che io sono ricchione!” “ma di che cazzo stai parlando??” “minchia! tengo il tuo cazzo tra le gambe, tu mi stai futtenno e io non posso dire che sono ricchione?” “questi sono cazzi tuoi, io sono cinque anni che in galera scopo solo con uomini “ in galera? ma tu non stavi in Germania?” “ma quale Germania è stata un idea di Adelina la quale mi ha detto che a Rosario era meglio dirgli la verità piano piano…” “poi che altro ti ha detto…?” “che sei una brava persona anzi troppo brava…aspetta ha detto…è un semplice, che ti dovevo portare rispetto e se non l’avessi me l’avrebbe fatta pagare”. Rosario rimase in silenzio mentre Lino continuava a muovergli il cazzo tra le gambe “senti Rosariù vieni qua adesso facciamoci una ricca chiavata perché e da anni che non me la faccio in un letto matrimoniale con calma e a piacere mio…” Rosario si schermisce timidamente “io non l’ho mai preso nel culo Lino..” “non ti preoccupare che ti svergino che manco che te ne accorgi o vuoi provare la sensazione di essere stuprata?” “non lo so” miagola Rosario. Lino butta all’aria le lenzuola lo fa mettere a pecorina con le gambe aperte comincia a tastargli il buco del culo che è veramente stretto perché vergine e prova una sensazione di piacere, glielo avrebbe spaccato in quattro. il cazzo gli sta scoppiando vuole sborrare ma si trattiene vuole prima provare la sensazione dello sverginamento con stupro, gli bagna bene di saliva il culo,sente l’altro lamentarsi come una donnina timorosa e si infoia di più alla fine sbava sull’uccello glielo punto al centro: un colpetto e il culo ha una contrazione, si ferma quando Rosario si rilascia glielo ripunta, con un colpo più deciso tutta la cappella entra e nello stesso momento un grido esce dalla gola di Rosario, glielo tira fuori si accorge che Rosario gli aveva detto la verità: era vergine ed un poco di sangue sulla cappella lo dimostra. Non perde tempo e anche se l’altro piange per il dolore e si dimena come un disperato per togliersi quell’ingombro doloroso dal culo Lino non lo molla gliel’ha spinto quasi tutto dentro tenendolo ben piantato anzi gli passa il braccio poderoso intorno al collo e glielo stringe, “Lino mi fa male il culo e non respiro mi manca il fiato” l’ano si contrae ancora di più e lui comincia a fotterlo e lo fotte di brutto con forza, con violenza, sente che il culo a poco poco cede, il cazzo si fa la sua strada e lui ci dà dentro con gusto e poi Rosario è un bell’ometto gli fa sangue anche perché ormai a lui il culo piace più della figa . Glielo tira fuori e glielo spinge dentro ripetutamente fino a che le palle non sbattono contro il perineo facendolo arrapare, la sborra riempie il culo e lui si prende un momento di riposo. Il cazzo gli resta duro e glielo lascia dentro, lui e Rosario sono sempre abbracciati nella stesso modo affondati nel materasso, gli accarezza il petto liscio e si arrapa di nuovo nel toccargli i pettorali grassoci che sembrano abbozzi di mammelle, gliele strizza con forza, i capezzoli sono turgidi glieli prende tra le dita e li torce con un colpo secco e poi li accarezza l’altro guaisce come una cagnetta. Comincia a pomparlo di nuovo ma questa volta ci mette un poco più di dolcezza e sente che l’altro si rilassa e gli apre il culo per ospitarlo, ormai il cazzo è duro e lui è pronto a sborrare ancora, lo martella senza sosta “Lino mi sento morire basta…” “che devi morire…quando ti aprirò tutta sarà sempre e solo un godimento per noi” “matre mia fimmina sono diventata!!” “ è così ti devi sentire quando stai nel letto con me”. Sborra ancora ma questa volta è veramente esausto e si lascia andare ma non molla il collo di Rosario, il pene gli si ammoscia e riesce, incredibile ma vero, a pisciargli nel culo: l’ha domato e per essere certo di quella sua convinzione lo mette alla prova. “Rosa adesso puliscimi bene il cazzo e le palle… dove vai?” ”a prendere una salvietta” “con la lingua hai capito?” “brava così… delicatamente… ecco…ahhh… i denti non li voglio sentire…se non la prossima volta….t’arriva un tumpuluni che ti scordisco” “non t’arrabbiare Lino”; adesso è sicuro: Rosario è cosa sua.
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