Richy e i suoi... amici - Capitolo 6
di
Aramis
genere
gay
Capitolo 6 - La Fine sella scuola
Alla fine di maggio ci fu detto di non andare in scuola a meno che non avessimo delle materie da recuperare. Questo voleva dire che avevamo un sacco di tempo libero durante il giorno. Davide ed io facemmo dei progetti. Saremmo stati a casa mia e, quando era possibile, da Oliver, ma non fu così. In un momento di pazzia Davide fece qualche cosa che rovinò tutto. L’ultimo giorno di scuola andammo a casa sua ed entrammo in camera sua pensando che non ci fosse nessuno in giro. Poi lui fece qualcosa che non aveva mai fatto prima: prese la mia testa, la tirò a sé, spinse la lingua nella mia bocca e sembrò impazzire. Dopo poco sentimmo un rumore. Il fratello minore di Davide, sulla porta, che ci stava guardando.
Quella sera disse a sua mamma quello che aveva visto. Non dissero nulla ne a me ne a mia mamma ma Davide fu spedito a stare dai suoi nonni e gli fu permesso di tornare solo per il recupero di una materia. Gli dissero che non poteva vedermi e dopo l’esame sua mamma andava a prenderlo e lo portava dai nonni. Fortunatamente i suoi genitori si dimenticarono dei nostri cellulari. Parlai con lui molte volte, generalmente a tarda notte, sdraiati sui nostri letti a masturbarci e descrivendo all’altro cosa stavamo facendo e quello che sentivamo.
Questo comunque non mi soddisfaceva. Io avevo bisogno di fare sesso con qualcuno, così decisi di andare a trovare Matteo. Avevo avuto qualche dubbio su di lui fin da quando ero andato a trovarlo con Davide a Pasqua. Subito dopo aveva smsso di uscire col nostro gruppo e nessuno sapeva il perché. Ero quasi sicuro che c’era qualche mistero ed una mattina, in cui ero sicuro che c’era, mi presentai a casa sua. Fu un po’ sorpreso nel vedermi ma mi invitò ad entrare. Mentre eravamo seduti in soggiorno a chiacchierare, lo guardai meglio. Matteo era uno di quei ragazzi con capelli neri ed occhi scuri, molto ben fatto ma non molto muscoloso. Quella mattina indossava pantaloni della tuta neri, come me, ed una maglietta bianca. Era fottutamente figo.
Dopo circa cinque minuti, mentre la conversazione languiva, decisi di scoprire perché non usciva più con noi. Quando glielo chiesi uscì con un sacco di stronzate, tipo che doveva stare molto con un suo cugino. Lui non aveva mai parlato di un cugino ne a me, ne a nessun altro. Capii che stava mentendo.
“Non dire cazzate, Matteo. Dimmi la verità. È per quello che è accaduto quando Davide ed io siamo stati qui a Pasqua?”
Lui cominciò ad essere veramente imbarazzato.
“No... no... non è quello.”
“Sì, è così, Matteo. Vidi che ti era diventato duro mentre stavi raccontando a Davide che bravo segaiolo sei.”
“È… no, non é… ma non è così.” Era completamente confuso.
“Dai, Matteo, dimmi la verità. Scommetto che volevi vedere quanto era lungo il cazzo di Davide quando aveva un’erezione ma hai avuto paura.” Dissi per scherzo ma mentre parlavo diedi una stretta al mio uccello e vidi che Matteo stava dando una bella occhiata a quello che stavo facendo.
“Beh, tu sai com’è Davide. L’avrebbe saputo tutta la scuola se gli avessi suggerito per scherzo di tirare fuori il cazzo.”
“Davide non è qui ora...”
“Lo so... ma... in ogni modo... io non so come la prenderai, Ricky... Ad ogni modo... non era... non era il cazzo di Davide che volevo vedere... era il tuo. Ora lo sai.”
Non potevo credere a quello che stavo sentendo. Il mio uccello era praticamente alla sua massima estensione e potevo vedere la protuberanza di Matteo che andava su e giù.
“Tu non dirai niente, vero Ricky.”
Lo guardai negli occhi: “Ora hai la tua chance.”
Ci fu un lungo silenzio durante il quale cominciai a strofinare un po’ il mio cazzo per incoraggiarlo.
“Cosa diavolo stai dicendo? Non stai scherzando?”
Non dissi niente, mi alzai, afferrai pantaloni e boxer spingendoli a terra e rimanendo in piedi con il pene che pulsava nell’aria.
Matteo non sapeva cosa cazzo dire. Si limitò a guardarmi mormorando: “Cazzo… cazzo…”
Alla fine parlai io: “Vieni Matteo, togliti quei pantaloni e fammi vedere cosa nascondono.”
Con gli occhi sempre sul mio cazzo allungò le gambe, alzò il culo dalla sedia e spinse in giù mantaloni e mutande finchè non gli furono intorno alle caviglie.
Il suo cazzo non era grosso come il mio e curvato verso l’alto. Lo guardai per bene. Era ovvio che aveva bisogno di una succhiata, così non aspettai molto prima di inginocchiarmi e cominciare a leccare lentamente e delicatamente la scappella.
Lui cominciò a rabbrividire.
“Cazzo Rickyy... Ooooooh! Cazzo erano anni che desideravo che tu lo facessi... Cazzo...”
Poi improvvisamente lui disse: “Vieni, vieni, andiamo in camera mia. Se qualcuno guarda attraverso la finestra vedrà quello che stiamo facendo.”
Quando fummo là compresi che non ero il primo con cui aveva fatto sesso, sapeva bene come succhiare un cazzo. Era esperto e non come Oliver. Non solo, mentre eravamo sdraiati in un sessantanove e le mie mani cominciavano ad esplorarlo fu ovvio che Matteo aveva avuto qualche cosa nel culo molte volte. Il suo buco era dannatamente allentato e riuscii a metterci tre dita senza problemi.
Dopo esserci asciugati lo sperma che non eravamo riusciti ad ingoiare, decisi che dovevo fargli dire la completa verità. Gli chiesi direttamente chi aveva fatto sesso con lui e lui mi disse tutto. Verso la fine delle vacanze pasquali era nel bagno del centro commerciale quando un uomo di circa trent’anni entrò, si mise di fianco a lui e gli guardò insistentemente l’uccello. Quando Matteo ebbe finito, l’uomo lo seguì e gli chiese se gli sarebbe piaciuto divertirsi un po’. Andarono nel suo appartamento e fu là che Matteo ebbe un cazzo in culo per la prima volta. Da allora era andato a far visita all’uomo tre o quattro volte alla settimana.
Io gli dissi di me e Davide e cos’era accaduto. Lui mi guardò incredulo ma non disse niente salvo borbottare: “Cazzo… cazzo…!”
Mentre stavamo parlando mi venne un’idea. Gli chiesi se poteva farmi un favore, andare a casa di Davide e chiedere di lui.
Quando la mamma di Davide gli disse che non c’era, Matteo le chiese se Davide avrebbe potuto andarlo a trovare dopo l’esame. La cosa funzionò. La mamma di Davide lo attendeva fuori del cancello della scuola, lo portò in macchina da Matteo e disse che sarebbe passata a riprenderlo due ore dopo. Quello che lei non sapeva era che io ero già nella camera di Matteo, nudo e pronto a cominciare...
Appena Davide mi vide gridò: “Sporco bastarso!” e cominciò a spogliarsi, rischiando di cadere mentre si toglieva i pantaloni.
Poi cominciò a baciarmi appassionatamente. Mentre perdevamo il controllo mi spinse sopra il letto, mi alzò le gambe e se le mise sulle spalle. Io chiusi gli occhi, gradualmente sentii il suo pene penetrare il mio buco e lentamente cominciare a pompare. Prese rapidamente il ritmo e poi si abbassò e le nostre labbra ancora una volta si incontrarono. Io ero completamente perso.
Quel pomeriggio Davide mi diede una delle scopate più lunghe che avessi mai ricevuto e verso la fine accadde qualche cosa che non era mai accaduto prima. Quando alla fine giunse al climax e cominciò a sparare il suo carico profondamente dentro di me, il mio cazzo schizzò la sborra senza che qualcuno lo toccasse. Dopo sd che esausti rimanemmo sdraiati sul letto di Matteo per almeno dieci minuti coccolandoci l’un l’altro.
Mentre lentamente tornavamo alla normalità, notai che Matteo stava in mezzo alla stanza e si massaggiava delicatamente l’uccello. Era rimasto a guardarci e ci aveva permesso di farlo.
“Grazie Matteo.” Gli dissi: “Non lo dimenticherò.”
Poi la mamma di Davide arrivò lasciandomi solo con Matteo. Dopo che ebbe chiuso la porta d’ingresso lui ritornò in camera sogghignando.
“Fammi un pompino, Ricky. Sono fottutamente eccitato dopo quello spettacolo!”
Potevo fare qualche cosa di diverso se non aiutarlo?
Quella notte Davide mi telefonò e mi diede alcune pessime notizie. I suoi genitori avevano deciso che andasse da uno zio in un albergo in Riviera. Avevano organizzato un lavoro estivo per lui e sarebbe partito il giorno seguente. Non sapeva cosa sarebbe successo in autunno.
Passarono due settimane ed in quel periodo feci molto sesso. Ero stato da Matteo la maggior parte dei giorni, dalle undici della mattina e se non era troppo esausto per la notte precedente, scopavamo alla morte. Quel giorno volle dirmi tutto della notte precedente. Quando era arrivato a casa di quell’uomo, c’era anche qualcun altro e quei due l’avevano scopato più volte. Quando uno di loro aveva il cazzo nel culo di Matteo, l’altro gli faceva un pompino. Disse che ognuno di loro era venuto due volte dentro di lui e lui aveva eiaculato quattro volte. Mentre mi raccontava la storia, cominciai a pensare che sarei andato in bianco quella mattina. Non fu per niente così, più lui faceva sesso, più ne voleva. Dopo mezz’ora stava piegato davanti a me ed il mio cazzo era completamente dentro di lui.
Più tardi quel giorno ricevetti una chiamata da Oliver. Non lo vedevo dalla fine della stagione del calcio, c’era sempre qualcuno a casa sua e non c’era possibilità di fare sesso. Mi disse che i suoi genitori erano andati via per il week end e voleva che andassi da lui, dato che era fottutamente arrapato. Arrivai alle sette e non persi tempo. Prima lo inculai e poi gli feci un pompino. Poi tornai a scoparlo.
Andammo al pub e mentre eravamo là lui mi chiese se sarei restato quella notte. Non sapevo cosa fare, dato che volevo sentire Davide. Alla fine accettai e chiamai mia mamma dopo ever tentato, senza successo, di contattare Davide. Non dormimmo molto quella notte. Ci fu sesso e sesso, nient’altro che sesso. Per la prima volta Oliver mi scopò. Lo fece due volte. Era niente male, era più bravo che con i pompini.
Ritornai da Oliver quel fine settimana che sarebbe stato l’ultimo prima che cominciassi col mio lavoro estivo e da quel momento non ci sarebbero state molte possibilità di fare sesso regolarmente...
Tuttavia non riuscivo a togliermi Davide dalla mente... Tentavo di chiamarlo ogni giorno ma il suo cellulare era spento. Probabilmente perché doveva condividere la stanza con suo cugino e non poteva parlare... Non avevo avuto l’opportunità di dirgli quello che era successo con Matteo... Avrei scommesso che l’aveva indovinato. Tuttavia... forse lui lo stava facendo con il suo fottuto cugino... Non sapevo... La verità era che nonostante tutto il sesso che facevo ero estremamente incazzato e non sapevo cosa avrei fatto... Cazzo!
Alla fine di maggio ci fu detto di non andare in scuola a meno che non avessimo delle materie da recuperare. Questo voleva dire che avevamo un sacco di tempo libero durante il giorno. Davide ed io facemmo dei progetti. Saremmo stati a casa mia e, quando era possibile, da Oliver, ma non fu così. In un momento di pazzia Davide fece qualche cosa che rovinò tutto. L’ultimo giorno di scuola andammo a casa sua ed entrammo in camera sua pensando che non ci fosse nessuno in giro. Poi lui fece qualcosa che non aveva mai fatto prima: prese la mia testa, la tirò a sé, spinse la lingua nella mia bocca e sembrò impazzire. Dopo poco sentimmo un rumore. Il fratello minore di Davide, sulla porta, che ci stava guardando.
Quella sera disse a sua mamma quello che aveva visto. Non dissero nulla ne a me ne a mia mamma ma Davide fu spedito a stare dai suoi nonni e gli fu permesso di tornare solo per il recupero di una materia. Gli dissero che non poteva vedermi e dopo l’esame sua mamma andava a prenderlo e lo portava dai nonni. Fortunatamente i suoi genitori si dimenticarono dei nostri cellulari. Parlai con lui molte volte, generalmente a tarda notte, sdraiati sui nostri letti a masturbarci e descrivendo all’altro cosa stavamo facendo e quello che sentivamo.
Questo comunque non mi soddisfaceva. Io avevo bisogno di fare sesso con qualcuno, così decisi di andare a trovare Matteo. Avevo avuto qualche dubbio su di lui fin da quando ero andato a trovarlo con Davide a Pasqua. Subito dopo aveva smsso di uscire col nostro gruppo e nessuno sapeva il perché. Ero quasi sicuro che c’era qualche mistero ed una mattina, in cui ero sicuro che c’era, mi presentai a casa sua. Fu un po’ sorpreso nel vedermi ma mi invitò ad entrare. Mentre eravamo seduti in soggiorno a chiacchierare, lo guardai meglio. Matteo era uno di quei ragazzi con capelli neri ed occhi scuri, molto ben fatto ma non molto muscoloso. Quella mattina indossava pantaloni della tuta neri, come me, ed una maglietta bianca. Era fottutamente figo.
Dopo circa cinque minuti, mentre la conversazione languiva, decisi di scoprire perché non usciva più con noi. Quando glielo chiesi uscì con un sacco di stronzate, tipo che doveva stare molto con un suo cugino. Lui non aveva mai parlato di un cugino ne a me, ne a nessun altro. Capii che stava mentendo.
“Non dire cazzate, Matteo. Dimmi la verità. È per quello che è accaduto quando Davide ed io siamo stati qui a Pasqua?”
Lui cominciò ad essere veramente imbarazzato.
“No... no... non è quello.”
“Sì, è così, Matteo. Vidi che ti era diventato duro mentre stavi raccontando a Davide che bravo segaiolo sei.”
“È… no, non é… ma non è così.” Era completamente confuso.
“Dai, Matteo, dimmi la verità. Scommetto che volevi vedere quanto era lungo il cazzo di Davide quando aveva un’erezione ma hai avuto paura.” Dissi per scherzo ma mentre parlavo diedi una stretta al mio uccello e vidi che Matteo stava dando una bella occhiata a quello che stavo facendo.
“Beh, tu sai com’è Davide. L’avrebbe saputo tutta la scuola se gli avessi suggerito per scherzo di tirare fuori il cazzo.”
“Davide non è qui ora...”
“Lo so... ma... in ogni modo... io non so come la prenderai, Ricky... Ad ogni modo... non era... non era il cazzo di Davide che volevo vedere... era il tuo. Ora lo sai.”
Non potevo credere a quello che stavo sentendo. Il mio uccello era praticamente alla sua massima estensione e potevo vedere la protuberanza di Matteo che andava su e giù.
“Tu non dirai niente, vero Ricky.”
Lo guardai negli occhi: “Ora hai la tua chance.”
Ci fu un lungo silenzio durante il quale cominciai a strofinare un po’ il mio cazzo per incoraggiarlo.
“Cosa diavolo stai dicendo? Non stai scherzando?”
Non dissi niente, mi alzai, afferrai pantaloni e boxer spingendoli a terra e rimanendo in piedi con il pene che pulsava nell’aria.
Matteo non sapeva cosa cazzo dire. Si limitò a guardarmi mormorando: “Cazzo… cazzo…”
Alla fine parlai io: “Vieni Matteo, togliti quei pantaloni e fammi vedere cosa nascondono.”
Con gli occhi sempre sul mio cazzo allungò le gambe, alzò il culo dalla sedia e spinse in giù mantaloni e mutande finchè non gli furono intorno alle caviglie.
Il suo cazzo non era grosso come il mio e curvato verso l’alto. Lo guardai per bene. Era ovvio che aveva bisogno di una succhiata, così non aspettai molto prima di inginocchiarmi e cominciare a leccare lentamente e delicatamente la scappella.
Lui cominciò a rabbrividire.
“Cazzo Rickyy... Ooooooh! Cazzo erano anni che desideravo che tu lo facessi... Cazzo...”
Poi improvvisamente lui disse: “Vieni, vieni, andiamo in camera mia. Se qualcuno guarda attraverso la finestra vedrà quello che stiamo facendo.”
Quando fummo là compresi che non ero il primo con cui aveva fatto sesso, sapeva bene come succhiare un cazzo. Era esperto e non come Oliver. Non solo, mentre eravamo sdraiati in un sessantanove e le mie mani cominciavano ad esplorarlo fu ovvio che Matteo aveva avuto qualche cosa nel culo molte volte. Il suo buco era dannatamente allentato e riuscii a metterci tre dita senza problemi.
Dopo esserci asciugati lo sperma che non eravamo riusciti ad ingoiare, decisi che dovevo fargli dire la completa verità. Gli chiesi direttamente chi aveva fatto sesso con lui e lui mi disse tutto. Verso la fine delle vacanze pasquali era nel bagno del centro commerciale quando un uomo di circa trent’anni entrò, si mise di fianco a lui e gli guardò insistentemente l’uccello. Quando Matteo ebbe finito, l’uomo lo seguì e gli chiese se gli sarebbe piaciuto divertirsi un po’. Andarono nel suo appartamento e fu là che Matteo ebbe un cazzo in culo per la prima volta. Da allora era andato a far visita all’uomo tre o quattro volte alla settimana.
Io gli dissi di me e Davide e cos’era accaduto. Lui mi guardò incredulo ma non disse niente salvo borbottare: “Cazzo… cazzo…!”
Mentre stavamo parlando mi venne un’idea. Gli chiesi se poteva farmi un favore, andare a casa di Davide e chiedere di lui.
Quando la mamma di Davide gli disse che non c’era, Matteo le chiese se Davide avrebbe potuto andarlo a trovare dopo l’esame. La cosa funzionò. La mamma di Davide lo attendeva fuori del cancello della scuola, lo portò in macchina da Matteo e disse che sarebbe passata a riprenderlo due ore dopo. Quello che lei non sapeva era che io ero già nella camera di Matteo, nudo e pronto a cominciare...
Appena Davide mi vide gridò: “Sporco bastarso!” e cominciò a spogliarsi, rischiando di cadere mentre si toglieva i pantaloni.
Poi cominciò a baciarmi appassionatamente. Mentre perdevamo il controllo mi spinse sopra il letto, mi alzò le gambe e se le mise sulle spalle. Io chiusi gli occhi, gradualmente sentii il suo pene penetrare il mio buco e lentamente cominciare a pompare. Prese rapidamente il ritmo e poi si abbassò e le nostre labbra ancora una volta si incontrarono. Io ero completamente perso.
Quel pomeriggio Davide mi diede una delle scopate più lunghe che avessi mai ricevuto e verso la fine accadde qualche cosa che non era mai accaduto prima. Quando alla fine giunse al climax e cominciò a sparare il suo carico profondamente dentro di me, il mio cazzo schizzò la sborra senza che qualcuno lo toccasse. Dopo sd che esausti rimanemmo sdraiati sul letto di Matteo per almeno dieci minuti coccolandoci l’un l’altro.
Mentre lentamente tornavamo alla normalità, notai che Matteo stava in mezzo alla stanza e si massaggiava delicatamente l’uccello. Era rimasto a guardarci e ci aveva permesso di farlo.
“Grazie Matteo.” Gli dissi: “Non lo dimenticherò.”
Poi la mamma di Davide arrivò lasciandomi solo con Matteo. Dopo che ebbe chiuso la porta d’ingresso lui ritornò in camera sogghignando.
“Fammi un pompino, Ricky. Sono fottutamente eccitato dopo quello spettacolo!”
Potevo fare qualche cosa di diverso se non aiutarlo?
Quella notte Davide mi telefonò e mi diede alcune pessime notizie. I suoi genitori avevano deciso che andasse da uno zio in un albergo in Riviera. Avevano organizzato un lavoro estivo per lui e sarebbe partito il giorno seguente. Non sapeva cosa sarebbe successo in autunno.
Passarono due settimane ed in quel periodo feci molto sesso. Ero stato da Matteo la maggior parte dei giorni, dalle undici della mattina e se non era troppo esausto per la notte precedente, scopavamo alla morte. Quel giorno volle dirmi tutto della notte precedente. Quando era arrivato a casa di quell’uomo, c’era anche qualcun altro e quei due l’avevano scopato più volte. Quando uno di loro aveva il cazzo nel culo di Matteo, l’altro gli faceva un pompino. Disse che ognuno di loro era venuto due volte dentro di lui e lui aveva eiaculato quattro volte. Mentre mi raccontava la storia, cominciai a pensare che sarei andato in bianco quella mattina. Non fu per niente così, più lui faceva sesso, più ne voleva. Dopo mezz’ora stava piegato davanti a me ed il mio cazzo era completamente dentro di lui.
Più tardi quel giorno ricevetti una chiamata da Oliver. Non lo vedevo dalla fine della stagione del calcio, c’era sempre qualcuno a casa sua e non c’era possibilità di fare sesso. Mi disse che i suoi genitori erano andati via per il week end e voleva che andassi da lui, dato che era fottutamente arrapato. Arrivai alle sette e non persi tempo. Prima lo inculai e poi gli feci un pompino. Poi tornai a scoparlo.
Andammo al pub e mentre eravamo là lui mi chiese se sarei restato quella notte. Non sapevo cosa fare, dato che volevo sentire Davide. Alla fine accettai e chiamai mia mamma dopo ever tentato, senza successo, di contattare Davide. Non dormimmo molto quella notte. Ci fu sesso e sesso, nient’altro che sesso. Per la prima volta Oliver mi scopò. Lo fece due volte. Era niente male, era più bravo che con i pompini.
Ritornai da Oliver quel fine settimana che sarebbe stato l’ultimo prima che cominciassi col mio lavoro estivo e da quel momento non ci sarebbero state molte possibilità di fare sesso regolarmente...
Tuttavia non riuscivo a togliermi Davide dalla mente... Tentavo di chiamarlo ogni giorno ma il suo cellulare era spento. Probabilmente perché doveva condividere la stanza con suo cugino e non poteva parlare... Non avevo avuto l’opportunità di dirgli quello che era successo con Matteo... Avrei scommesso che l’aveva indovinato. Tuttavia... forse lui lo stava facendo con il suo fottuto cugino... Non sapevo... La verità era che nonostante tutto il sesso che facevo ero estremamente incazzato e non sapevo cosa avrei fatto... Cazzo!
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