La signora Sophie Capaldi – Il lavoro

di
genere
etero

Arrivai in stazione centrale in anticipo, la mia solita ansia, e aspettai in un bar. Lei arrivò in ritardo, accompagnata da suo figlio, per fortuna se ne andò subito, credo che non mi abbia riconosciuta.
Appena salimmo sul freccia rossa, lei estrasse, dalla sua borsa, dei fogli, era un dannato contratto. In pratica venivo assunta come sua assistente per un mese. Doveva giustificare la mia spesa all’azienda.
Il viaggio fu abbastanza noioso, mi istrui sul lavoro che dovevo svolgere, in pratica devovo “sedurre” uno dei suoi clienti, in pratica il più ricco. Dopo aver cambiato treno a Roma, raggiungendo Spoleto verso le 23. Andammo in stanza e ci addormentammo immediatamente, per la stanchezza.
La giornata passò tranquillamente, mi innondò di regali, tra cui dei vestiti e delle scarpe bellissime, tra cui dovevo scegliere il look della sera, secondo la mia cliente, dovevo vestirmi molto “sweety”, a quanto pare conosceva bene i suoi polli. Durante il tempo che ci separava alla festa di lavoro, cercai di approcciarmi a lei, cercai pure di baciarla, ma nulla il gelo.
Sapevo che era la mia professione, ma non ero mai stata trattata così, probabilmente era entrata nella sua modalità professionista. So solo che, tra le 16 e le 19, stetti sul letto a fissare il soffito, mi fu vietato pure di masturbarmi. Dovevo trattenermi per la serata, parole sue.
Quando arrivò il momento di andare, misi sul letto tutti i vestiti che mi aveva donato. Non sapevo quale scegliere erano tutti bellissimi, incredibile che una signora possa spendere così tanto per me, anche se coscentemente sapevo che l’aveva fatto per lavoro, dovevo risultare meravigliosa.
Sapevo che sarebbe stata una festa elegante, non le solite caciare a cui avevo partecipato, quindi l’eleganza era tutto.
Iniziai dall’intimo. Optai per un completino composto da tre pezzi sensuali di tulle nero e pizzo. Il reggiseno non aveva ferretti e aveva una profonda scollatura. La semitrasperenza mi evidenziava le forme. Il perizoma era microscopico e tramite le sue trasperenza si intuiva l’apertura vaginale. Completava il tutto un sensuale reggicalze che abbinai a delle calza parigine, nerissime e con una fantasiosa decorazione.
I miei occhi furuno catturati da una deliziosa camicetta bianca a collo alto. Maniche lunghe, con un cravattino vittoriano. Ora avevo bisogno di una gomma d’abbinare. Fui molto indecisa, quindi chiusi gli occhi e mi ritrovai in mano una deliziosa gonna nera svasata, simil tutu. Con una deliziosa cintura bianca. Appena finii di vestirmi, arrivò Sophie nel suo elegante Versace.
Mi fissò un attimo – “Sei carina, ma manca qualcosa” – Rovistò nell’armadio dal quale ne estrasse, dei dileziosi stivaletti a tacco alto, anche esse avevano la parte superiore trasparente, erano a tono con il mio look.
Chiamammo un taxi e ci dirigemmo al hotel, dove si disputava la festa/riunione, ci fu aperta gentilmente la portiere da un recptionist e fummo accompagnate al piano di sopra. La mia cliente non perse tempo e mi indicò subito l’uomo che dovevo sedurre. Era un bellissimo, alto ragazzo asiatico, non so perché ma mi stupii di quel particolare.
Ci fece portare, da un cameriere, due bicchieri di champagne, me li porse, mi diede una pacca sul culo spingendomi verso la mia preda.
“Ciao” – Lui non rispose.
Gli porsi lo champagne – “Ciao”
Ancora una volta lui non rispose, anzi sembrava ignorarmi. Guardai Sophie e lei mi incitò di insistere.
Allungai la mani – “Piacere Miriam” – Il mio nome d’arte.
Ancora una volta non mi rispose, forse i maschi asiatici hanno altri gusti.
Provai in inglese – “Hi, i’m Miriam” – Questa volta mi fece un sorriso
(visto che non so scrivere in italiano, figuratevi in inglese, ovviamente tradurrò tutta la nostra conversazione imbarazzante)
Finalmente accettò il bicchiere.
“Serata noiosa”
“Ci sono abituato”
Gli proposi un brindisi, i nostri bicchieri si toccarono.
“Quindi non è la sua prima volta?”
“Purtroppo lo faccio tutte le settimane, vede la gente in torno a noi”
“Si”
“Sono tutte sanguisughe”
Risi – “Non hai tutti i torti” – Indicai Sophie – “Vedi quella donna là in fondo, mi ha pagata per sedurti”
Non se fu sorpreso.
“E non saresti la prima, e tu cosa avresti di speciale”
“Uhnn, non so, sono sexy, carina, bella, biricchina, brava a letto e modesta”
Gli strappai una risata. Poi mi diede una risposta secca – “Forse stai perdendo tempo”
“Dici?”
“Bhe si, io non faccio sesso a pagamento e soprattutto non mi faccio convincere così facilmente”
“bhe mettila così, per prima cosa, lei mi ha già pagata, secondo sei cosi carino che potrei far sesso con te per puro piacere”
“bhe se la metti cosi”
“Senti a me non interessa, fare sesso con te o meno, non mi interessa neppure che firmi un contratto con lei, vengo pagata comunque e con un sacco di soldi” – Gli accarezzai la mano destra – “Ma visto che sono qui, ci posso almeno provare”.
“Sai che sei molto intraprendente”
“Me lo dicono tutti” – un’altra cazzata, ma del resto è una parte da recitare.
“Facciamo così, sei l’unica che mi sta simpatica, andiamo da un'altra parte, e ci facciamo due chiacchere”
“Solo chiacchere?”
“Per ora si, a proposito mi chiamo Liang”
“Ok andiamo” – Guardai la mia cliente e gli feci un ok con le dita.

Dopo aver scavalcato due porte, ci ritrovammo in un salottino privato con due divani, delle bottiglie di liquore sul tavolino, e un caminetto acceso.
“Qui di solito, si sugellano i contratti”
Mi sedetti comoda sul divano, con i piedi sopra di esso. Bussai sul divano accanto a me.
“Dai accomodati”
Lui stranamente si sedette sul tavolino di vetro e mi guardò.
“In effetti sei bella”
“Che entusiasmo” – Scoppiai a ridere.
“Fai questo lavoro da tanto?”
“A dire il vero da pochi mesi”
“Si nota”
“A si, da cosa?”
“Sei poco smaliziata, e, sopratuttto, sei ancora ingenua” – mi osservo attentamente – “Levati la camicia”
“Ma non dovevamo solo chiaccherare?”
“Non preoccuparti, toglila”
Me la sbottonai lentamente, cercando di attirare la sua attenzione e la sua eccitazione.
Rimasi in reggiseno – “Vuoi che mi levi pure questo”
“No” – La sua risposta fu secca, mi indicò la gonna – “Ora è il suo turno”
Slacciai la cintura, mi alzai in piedi, e la feci scorrere lungo le mie gambe. Lui si mise due dita sul mento e rimase impassibile.
“Bene ora sdraiati sul divano a pancia in giù”
Camminai verso di lui – “Sei sicuro che non voler fare altro”
“Ti prego sdraiati come ti ho detto”
“Sei tu il capo”
Mi sdraiai su quello scomodo divano, come mi aveva richiesto e rimanei in attesa.
“Cosa posso fare con te”
Mi ricordai della frase di Sophie – “Tutto quello che vuoi”
Lui si inginocchio ai piedi del divano, pensai che fosse un tipo particolare, altri mi avrebbero scopata, forse strupata, senza pensarci due volte.
Le sue mani accarezzarono la mia pelle. Le sentivo scorrere sulla mia schiena, me la massaggiò.
“Non devi essere così tesa”
“Mi fido di te”
MI diede una pacca sul culetto – “Brava”
Le sue mani scesero sui miei fianchi, li strinse – “Sophie conosce i miei gusti”
Quindi non erano due sconosciuti. Probabilmente mi lesse nel pensiero.
“E’ cinque anni che vuole che investi nella sua azienda, non credere di essere la prima” – Le sue mani arrivarono alle mie spalle – “Ma tu sei la prima che vedo nuda”
Accarezzò il mio collo – “Alcune non sono neppure entrare in hotel”
Girai il collo verso di lui – “E tu non ti spogli?”
“Calma, abbiamo tutto il tempo”
Scostò leggermente le mie gambe, si sedette dietro di me. Le sue mani massaggiarono le mie gambe. Mi sentii rilassata. Non ho mai sentito delle mani maschili così delicate.
I suoi pollici si insinuarono nel mio posteriore, sfiorarono il mio ano. Mi vennero i brividi. Andò oltre. Mi massaggiò i glutei. Li strinse.
Mi godevo la situazione.
Le mani mi sfiorarono la parte alta della schiena, e sentiti qualcosa di umido accarezzarmi il sedere, ovviamente era la sua lingua. Le mani spinsero verso l’alto e mi baciò la chiappa destra.
“Sei sexy”
Tutto era eseguito con lentezza. Mi levò le mutandine.
Entrambi i suoi pollici accarezzarono il clito, e una goccia uscì dalla mia passera. Il piacere era intenso. Sarebbe fantastica avere solo clienti come lui. Introdusse due dita dentro di me e succhio il mio clitoride esposto. Avevo il respiro lento e regolare. Ritrasse le sue dita e me le fece leccare, in tutto questo lui era ancora completamente vestito.
Mi allargò lentamente il posteriore, la sua lingua giocò con i miei buchi. Lo volevo, lo desideravo e, in teoria, doveva essere il contrario.
“Cucciola, sdraiati sul tappeto”
Coprii con le mani il seno, non so per quale motivo, ero imbarazzata e mi sdraii dove mi aveva chiesto.
Finalmente si spogliò e rimase in mutande. Era evidentemente duro.
Si inginocchiò davanti a me. Dal tavolino prese una bottiglia di vodka e la versò sul mio corpo. Tornò a massaggiarmi, le sue mani accarezzarono il mio seno.
“Peccato che è rifatto” – Fu un brutto colpo.
MI sfilò il reggiseno, mi leccò i capezzoli pregni dell’alcool.
Infilò le sue ginocchie, sotto i miei fianchi, il mio corpo era leggermente inclinato. Versò l’alcool sul mio monte di venere, e sentii il liguido correre lungo il mio corpo, raggiungendo la mia bocca. Bevvi. Mise le mani sotto i miei fianchi mi sollevò ancora di più e si gusto quel liquido, direttamente dalla mia passera. La sua bocca era incollata e la sua lingua mi intrufolava dentro di me.
“Scopami” – Mi uscì in modo spontaneo.
Mi pose delicamente sul pavimento, si sfilò le mutande, e il suo bellissimo pene apparse per la prima volta. Frugò nella tasta dei pantaloni li accanto e ne estrasse un preservativo. Se l’infilo sulla cappella. Si sdraio sul mio corpo, e mi baciò, mi feci trasportare dalla sua sensualità.
Mi penetrò e io lo strinsi tra le mi gambe, le avevo alzate e formavano un angolo di 90 gradi.
La sensazione fu piacevole, lui continuava con i suoi movimenti lenti, e mi gustai quel momento.
Accarezzavo il suo petto muscoloso, Mi pose le mani, ancora una volta, intorno ai miei fianchi, e, con movimenti delicati mi ritrovai a quattro zampe. Il suo pene era ancora dentro di me e iniziò a spingere. Per non stare ferma, mi dimenai sopra il suo cazzo. Da quando praticavo quella professione, era senza dubbio il sesso più piacevole.
Mi afferrò il seno. Con tutta la sua forza mi sollevò e mi ritrovai con la mia schiena appoggiata al suo petto. Mentre mi accarezzava delicatamente i seni, continuava a penetetarmi, volevo che quel momento non finisse mai. Girai la testa, lo volevo baciare, gli infilai la lingua in bocca.
Mi girai con fatica, lo volevo vedere in faccia. Mi agitavo sopra il suo corpo sudato, gli ficcai il seno in faccia.
“Leccale”
Senza dire una parola mi succhiò i capezzoli. Io aumentai il ritmo, sentivo la sua cappella scorrere dentro di me. Sentivo le sue mani accarezzarmi. Ogni movimento era ben calibrato.
Mise la mano destra dietro la mia nuca e mi accarezzò il capelli.
Lo spinsi per terra, il suo pene svivolò fuori. La sua cappella arrivava fino al suo ombelico. Mi sedetti sopra di lui. Appoggiai le labbra inferiori sulla sua asta dura, strisciai su tutta la sua lunghezza. I miei movimenti erano calibrati, sentivo riempirmi tutta la superficie della vagina.
Mi prese sotto le ascelle e, con una forza strepitosa, mi sollevò. Lo abbracciai, lui mi spinse verso il camino acceso, mi appoggiò su quelle calde mattonelle, sentii il lato destro scaldarsi. Lui mi morse il collo e mi scopò come se non esistesse un domani. Oltre ad essere bello e muscoloso, era pure resistente.
MI strinzi attorno a lui con maggior intensità, il silenzio era rotto dai nostri gemiti di eccitazione, i miei erano più intensi. Iniziai a tremare, conoscevo benissimo quella sensazione. I miei umori, uscivano copiosi dalla mia passesa e lubricifavano la sua asta, e invasero i suoi testicoli.
“Ti amooooo” – Cazzo avevo detto. Chinai la testa all’indietro, lasciai la presa, le mie braccia si afflosciarono lungo il mio corpo, e raggiunsi l’orgasmo.
Lui mi accomodò con gentilezza sul divano e mi si sedette acconto, appena ripresi un po’ le forze, gli sfilai il preservativo, lui non aveva ancora iaculato, e accennai a prenderlo in bocca.
Mi prese il viso con la mano, mi baciò.
“No, cara non serve” – Mi ridiede i vestiti – “Ora di alla tua signora, che sarà sicuramente qui fuori, di entrare, dobbiamo concludere l’accordo”
Gli fissai il pene – “Ma non vuoi che…”
“Cosa posso dirti, se Sophie vuole prendersi qualcosa, dovrebbe farlo da sola”
Non capii le sue parole, mi rivestii, gli diedi un ultimo baciò.
“Non preoccarti, ci rivedremmo” – Infatti da allora fu uno dei miei clienti migliori e, dandovi un piccolo spoiler, a volte feci sesso con lui gratuitamente.
Lo salutai.

Come aveva predetto, trovai la signora ad aspettarmi fuori dalla porta.
“Come è andata”
“Dice che è pronto a firmare”
Mi baciò.
“Sei stata bravissima” – Ed entrò.
In quel momento ricordai che l’asiatico era ancora completamente nudo. Chissà se si era rivestito, chissà cosa avrebbe detto o fatto Sophie, una volta che lo vedeva nudo. Tornai sui miei passi. Spiai dentro e vidi, sorprendentemente, la cliente, che pompinava Liang. Come un fulmine a ciel sereno compresi le sue parole. Chiusi la porta, avevano bisogno di un po’ di privacy.
Neppure il tempo di girarmi e trovarmi un posto dove sedermi, andetti a sbattere contro un signore maturo. Non si scusò neppure”
“Senti, tu conosci quella dea che è entrata li dentro”
“Certo, è la mia datrice di lavoro”
“Penso di essermi preso una cotta”
“Mi creda non fa per lei”
Lui non la prese bene – “darei qualsiasi cosa per una serata con lei”
Il mio lato perverso mi bussò al cervello. Mi avvicinai a lui, gli sussurrai qualcosa, che ora non vi dirò, all’orecchio. Lui se ne andò soddisfatto, e io mi sedetti su una poltroncina, in attesa di tornare in hotel con la mia “capa”.

A domani con l’ultima parte del racconto - La signora Sophie Capaldi – Il piccolo inganno
scritto il
2019-12-15
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