Conteso 1
di
Vandal
genere
etero
I
“Quando ero più piccola mi piaceva spiarti mentre facevi la doccia” Julia, candidamente, me lo consola a metà di una sorsata ad un cocktail. Siamo a bordo piscina della casa dei suoi genitori, miei amici. Io, pantaloncini corti e camicia stile hawaiano, sotto l’ombrellone che sorseggio un cocktail misto frutta.
Lei, Julia, 19 anni appena compiuti, fasciata in un bikini che non lascia spazio all’immaginazione. La parte alta, tre strisce di stoffa a coprirle il seno abbondante(direi una quarta) e, la parte in basso, un perizoma con lo stesso motivo del reggiseno sulle chiappe e un triangolino di stoffa a coprirle la sua farfallina.
Franco è fuori per affari, fa lavoro straordinario ogni martedì e venerdì. Sandra, la moglie(seconda moglie) è da qualche parte nella loro enorme casa.
Io e Julia siamo soli, seduti su sdraio a bordo piscina, a goderci la brezza che sale dal mare.
Conosco Julia fin da quando è nata. Per un po’ di tempo me la sono vista crescere davanti agli occhi. In un attimo, il battito delle ciglia e lei è cresciuta, si è fatta grande. E mi sono trovato davanti un’adolescente di 15 anni.
Poi, c’era stata la parentesi in cui ero andato via. Un lavoro oltreoceano, consulenze informatiche. Ci siamo tenuti in contatto, ci scambiavamo e mail.
Poi sono tornato, il lavoro era terminato, il figliol prodigo tornava a casa. Franco aveva fondato un’azienda informatica da almeno cinque anni. E, nel mio rientro, ha voluto caldamente che accettassi di andare a lavorare per lui. “Sei ospite a casa nostra” aveva detto
“Beh, non vorrei disturbare”
“MAcchè disturbo. Sei un amico di lunga data. Julia sarà felicissimo di rivedere il suo zio acquisito. E poi c’è Sandra, la mia seconda moglie, che vorrebbe conoscerti” Margherita, la prima moglie, se n’era andata una sera d’estate, dopo aver sorpreso Franco in compagnia della segretaria (un classico), entrando un giorno nel suo ufficio, con lei stile Clinton, sotto la scrivania.
Franco ha quarantacinque anni, dieci più di me. Sandra ne ha quaranta e sembra la statua di una divinità greca. Alta, lineamenti austeri, capelli lunghi legati a coda di cavallo che le arrivano fino a metà schiena, piena nei seni e nel culo. Quando mi ha aperto la porta quella sera, indossava un vestito blu notte, stretto in vita da una cintura dalla fibbia turchese, ampiamente scollata sul davanti e un vistoso spacco sulla coscia della gamba destra. In perfetto equilibrio su tacchi 12 e un calice di spumante nella mano destra “Buona sera” ha sorriso. E mi è sembrato che la luce fosse assorbita da quel sorriso
Dietro ero apparso Franco, in polo con tanto di coccodrillo ricamato, pantaloni da tela, e scarpe da barca, come se fosse appena sceso da un brigantino. Più grigio di quando l’avevo visto l’ultima volta. “Fatto buon viaggio” mi ha salutato con un abbraccio e una pacca sulla spalla
“Buono sì.. Un po’ di nostalgia” avevo annuito
Varco la soglia, in mano il mio borsone da viaggio “Mikiii!” una voce perforante, acuta materializzata in una ragazza in jeans e t shirt con scritto sopra LOVE USA. Mi si è gettata al collo, premendo a fondo il suo corpo morbido e formoso contro il mio. Bacio sulla guancia “Julia” faccio ammirato scostandola “Sei cresciuta tantissimo!”
Poi, eravamo passati ai convenevoli: deposito bagagli nella camera degli ospiti(Bella, ampia, luminosa, balcone con vista sulla piscina e sul mare oltre). Poi una rinfrescata e giù, a raggiungere i miei ospiti per la cena.
Julia era tutto uno sprizza di gioia. La serata è passata bene, tra antipasti misti terra e mare, Pasta al nero di seppia, tranci di palombo marinati al vin bianco e torta di mele come ultima portata. Per tutto il tempo, cercando di non dare segnali evidenti ai commensali, ho ricevuto avanche silenziose da parte di julia che, da sotto il tavolo, continuava a farmi ‘piedino’, mi guardava, sorrideva con malizia. E la cosa divertente nonché imbarazzante, era che, anche Sandra faceva lo stesso con l’altro piede. Contese da due femmine di provata bellezza, sotto lo sguardo nascosto di Franco.
Più tardi, sul patio, in compagnia di un po’ di vino, chiacchierando dei nostri trascorsi e dei nostri successi, ci siamo salutati e siamo andati a dormire.
Era quasi l’una di notte. Mi ero alzato per andare in bagno, quando ho udito qualcuno che si tuffava in piscina. Mi sono avvicinato alla finestra e ho sbirciato da basso. Un corpo nudo, scolpito, una sirena che, nuotava lenta e fluida sotto la superficie dell’acqua. Sandra risultava splendida anche nel tremolio incerto dell’acqua smossa. Il suo culo tondo, un po’ alto, simile ad una picca da fante. Spalle larghe, braccia notevolmente robuste. Arrivata in fondo, riemerge per un poco a prendere aria, aggrappandosi al bordo piscina e si slancia all’indietro, nuotando sul dorso. Ora si vedono le tette, quarta abbondante e un triangolo scuro e peloso che…
Esce dall’acqua. La mia immaginazione la vede al rallentatore. Acqua che scivola lungo il suo corpo nudo, i capezzoli sono bottoni scuri con le punte acuminate. Asciugamano, frizonata vigorosa al corpo, le tette che sobbalzano. Poi fa il turbante e, così com’è, rientra in casa. Ma, prima di entrare, si ferma e alza lo sguardo verso l’alto, verso la finestra. D’istinto mi ritraggo ma, son sicuro che non mi abbia visto. Sono al buio e nessuna fonte di luce mi tradisce. Forse spera che io la stia spiando, che mi stia facendo pensieri torbidi sul suo corpo da dea greca. Un rigonfiamento nei pantaloni mi suggerisce che sì, l’eccitazione c’è. Ma è la moglie di un amico e, non posso cedere alle tentazioni con la donna di un amico. Specialmente se moglie e amico si trovano entrambi sotto lo stesso tetto.
Torno in camera mia. Sono in pantaloni, piedi scalzi, torso nudo. Un lieve rumore mi fa sobbalzare e tendere l’orecchio. Cos’è? Un fruscio? Resto immobile e mi guardo attorno nella penombra ma, non vedo nulla. Decido che non è nulla e vado a dormire.
Prima parte
“Quando ero più piccola mi piaceva spiarti mentre facevi la doccia” Julia, candidamente, me lo consola a metà di una sorsata ad un cocktail. Siamo a bordo piscina della casa dei suoi genitori, miei amici. Io, pantaloncini corti e camicia stile hawaiano, sotto l’ombrellone che sorseggio un cocktail misto frutta.
Lei, Julia, 19 anni appena compiuti, fasciata in un bikini che non lascia spazio all’immaginazione. La parte alta, tre strisce di stoffa a coprirle il seno abbondante(direi una quarta) e, la parte in basso, un perizoma con lo stesso motivo del reggiseno sulle chiappe e un triangolino di stoffa a coprirle la sua farfallina.
Franco è fuori per affari, fa lavoro straordinario ogni martedì e venerdì. Sandra, la moglie(seconda moglie) è da qualche parte nella loro enorme casa.
Io e Julia siamo soli, seduti su sdraio a bordo piscina, a goderci la brezza che sale dal mare.
Conosco Julia fin da quando è nata. Per un po’ di tempo me la sono vista crescere davanti agli occhi. In un attimo, il battito delle ciglia e lei è cresciuta, si è fatta grande. E mi sono trovato davanti un’adolescente di 15 anni.
Poi, c’era stata la parentesi in cui ero andato via. Un lavoro oltreoceano, consulenze informatiche. Ci siamo tenuti in contatto, ci scambiavamo e mail.
Poi sono tornato, il lavoro era terminato, il figliol prodigo tornava a casa. Franco aveva fondato un’azienda informatica da almeno cinque anni. E, nel mio rientro, ha voluto caldamente che accettassi di andare a lavorare per lui. “Sei ospite a casa nostra” aveva detto
“Beh, non vorrei disturbare”
“MAcchè disturbo. Sei un amico di lunga data. Julia sarà felicissimo di rivedere il suo zio acquisito. E poi c’è Sandra, la mia seconda moglie, che vorrebbe conoscerti” Margherita, la prima moglie, se n’era andata una sera d’estate, dopo aver sorpreso Franco in compagnia della segretaria (un classico), entrando un giorno nel suo ufficio, con lei stile Clinton, sotto la scrivania.
Franco ha quarantacinque anni, dieci più di me. Sandra ne ha quaranta e sembra la statua di una divinità greca. Alta, lineamenti austeri, capelli lunghi legati a coda di cavallo che le arrivano fino a metà schiena, piena nei seni e nel culo. Quando mi ha aperto la porta quella sera, indossava un vestito blu notte, stretto in vita da una cintura dalla fibbia turchese, ampiamente scollata sul davanti e un vistoso spacco sulla coscia della gamba destra. In perfetto equilibrio su tacchi 12 e un calice di spumante nella mano destra “Buona sera” ha sorriso. E mi è sembrato che la luce fosse assorbita da quel sorriso
Dietro ero apparso Franco, in polo con tanto di coccodrillo ricamato, pantaloni da tela, e scarpe da barca, come se fosse appena sceso da un brigantino. Più grigio di quando l’avevo visto l’ultima volta. “Fatto buon viaggio” mi ha salutato con un abbraccio e una pacca sulla spalla
“Buono sì.. Un po’ di nostalgia” avevo annuito
Varco la soglia, in mano il mio borsone da viaggio “Mikiii!” una voce perforante, acuta materializzata in una ragazza in jeans e t shirt con scritto sopra LOVE USA. Mi si è gettata al collo, premendo a fondo il suo corpo morbido e formoso contro il mio. Bacio sulla guancia “Julia” faccio ammirato scostandola “Sei cresciuta tantissimo!”
Poi, eravamo passati ai convenevoli: deposito bagagli nella camera degli ospiti(Bella, ampia, luminosa, balcone con vista sulla piscina e sul mare oltre). Poi una rinfrescata e giù, a raggiungere i miei ospiti per la cena.
Julia era tutto uno sprizza di gioia. La serata è passata bene, tra antipasti misti terra e mare, Pasta al nero di seppia, tranci di palombo marinati al vin bianco e torta di mele come ultima portata. Per tutto il tempo, cercando di non dare segnali evidenti ai commensali, ho ricevuto avanche silenziose da parte di julia che, da sotto il tavolo, continuava a farmi ‘piedino’, mi guardava, sorrideva con malizia. E la cosa divertente nonché imbarazzante, era che, anche Sandra faceva lo stesso con l’altro piede. Contese da due femmine di provata bellezza, sotto lo sguardo nascosto di Franco.
Più tardi, sul patio, in compagnia di un po’ di vino, chiacchierando dei nostri trascorsi e dei nostri successi, ci siamo salutati e siamo andati a dormire.
Era quasi l’una di notte. Mi ero alzato per andare in bagno, quando ho udito qualcuno che si tuffava in piscina. Mi sono avvicinato alla finestra e ho sbirciato da basso. Un corpo nudo, scolpito, una sirena che, nuotava lenta e fluida sotto la superficie dell’acqua. Sandra risultava splendida anche nel tremolio incerto dell’acqua smossa. Il suo culo tondo, un po’ alto, simile ad una picca da fante. Spalle larghe, braccia notevolmente robuste. Arrivata in fondo, riemerge per un poco a prendere aria, aggrappandosi al bordo piscina e si slancia all’indietro, nuotando sul dorso. Ora si vedono le tette, quarta abbondante e un triangolo scuro e peloso che…
Esce dall’acqua. La mia immaginazione la vede al rallentatore. Acqua che scivola lungo il suo corpo nudo, i capezzoli sono bottoni scuri con le punte acuminate. Asciugamano, frizonata vigorosa al corpo, le tette che sobbalzano. Poi fa il turbante e, così com’è, rientra in casa. Ma, prima di entrare, si ferma e alza lo sguardo verso l’alto, verso la finestra. D’istinto mi ritraggo ma, son sicuro che non mi abbia visto. Sono al buio e nessuna fonte di luce mi tradisce. Forse spera che io la stia spiando, che mi stia facendo pensieri torbidi sul suo corpo da dea greca. Un rigonfiamento nei pantaloni mi suggerisce che sì, l’eccitazione c’è. Ma è la moglie di un amico e, non posso cedere alle tentazioni con la donna di un amico. Specialmente se moglie e amico si trovano entrambi sotto lo stesso tetto.
Torno in camera mia. Sono in pantaloni, piedi scalzi, torso nudo. Un lieve rumore mi fa sobbalzare e tendere l’orecchio. Cos’è? Un fruscio? Resto immobile e mi guardo attorno nella penombra ma, non vedo nulla. Decido che non è nulla e vado a dormire.
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