Tutto normale, sono uno schiavo Cap. 4
di
SlavePZ
genere
bondage
E’ mattina ho dormito poco meno di 1 ora, i mandingo fanno colazione, uno di loro mi porta una ciotola con latte e biscotti, ho le mani legate e mangio come un animale, si divertono tanto da farmi foto e video con i cellulari poi arriva tommaso che è stranamente silenzioso, carica i ragazzi sul cassone di un camioncino, ovviamente io me la devo fare a piedi, arriviamo nei pressi di un campo, Tommaso finalmente mi libera le mani poi prende una gogna mi attacca le mani e il collo mi porta nel campo e lo collega ad un aratro, poi chiama ousmane (il ragazzo più grosso) gli dice che deve arare tutto il campo entro sera, gli consegna anche una frusta e gli dice di non farsi problemi a usarla se necessario.
Inizio il lavoro, l’aratro è pesante, i piedi nudi scivolano sul terreno di tanto in tanto prendo una pietra che mette a dura prova la mia resistenza al dolore, la catena di 1 metro è eccessivamente corta e non riesco a tirare bene, ousmane non è un uomo di pazienza e usa volentieri la frusta.
Di tanto in tanto ha qualche momento di umanità e mi da dell’acqua, è un lavoro duro ma penso che è la giusta punizione per quello che ho fatto..passano le ore il sole è ormai alto e la mia pelle nuda è segnata dalle frustate e dal sole, sono un bagno di sudore inizio a cadere non ce la faccio proprio più, ousmane si fa prendere la mano e mi frusta per farmi rialzare poi un urlo disumano di Tommaso sospende i lavori, è ora di pranzo, sono sollevato..ousmane lascia la frusta e mi libera dalla gogna mi fa bere e mi porta nella stalla li vicino.
Tommaso “uaglio ti sì divertito? Oggi devi finire il campo “ poi lega il mio guinzaglio a un albero e va via, non sono degno nemmeno di stare nella stalla, per fortuna l’albero fa ombra e posso riposare, passano una ventina di minuti esce un ragazzo è l’unico che la sera prima non ha abusato di me ed è lo stesso che m’ha servito la colazione, ha 2 scodelle acqua e cibo me li porge e si siede vicino a me.
Tra le mani ha un panino che decide di mangiarlo con me, è incuriosito e inizia subito a parlare “mi chiamo bako, il sig. Tommaso ha detto che non è un problema se chiacchiero con te, m’ha detto di chiamarti animale e così farò” gli sorrido, ogni tanto un pò di gentilezza mi fa bene “posso parere perché sei ridotto il catene? Io sono dovuto scappare dal mio paese per evirare situazioni migliori delle tue”…lo guardo un pò e poi “Bako è difficile da spiegare, mi piace essere uno schiavo e mi sta bene vivere così, molte volte me lo chiedo anche io perché lo faccio ma la risposta è sempre la stessa, sono nato per essere così”.
Bako è molto gentile con me, dopo il pranzo mi lava le ferite inflitte da ousmane con la pompa poi mi da un avvertimento “i ragazzi li dentro sono nigeriani, per loro la violenza è naturale, vengono cresciuti così, per tua fortuna Tommaso ha dettato delle regole e soprattutto dei limiti però cerca di essere sempre accondiscendente, questa sera e anche tutte le altre verrai violentato da loro, fai sempre quello che ti chiedono” con queste parole mi lascia solo per un pò poi torna tommaso che mi riconduce nel campo e mi lega nuovamente alla gogna lasciandomi in custodia di ousmane.
Il resto della giornata la potete immaginare frusta e sudore, Ousmane ci tiene a non farsi cacciare ariamo tutto il campo, a fine giornata sono sfinito nel momento che vengo slegato dalla gogna cado a terra, le gambe mi fanno male e pulsano..per la prima volta Ousmane ha un pò di umanità, mi carica sulla sulle sue muscolose spalle e mi porta sul furgone, Tommaso non è molto d’accordo “l’animal adda fa l’animal” ousmane gli dice che ho lavorato duro oggi e che sono stato frustato abbastanza, Tommaso spazientito acconsente ed entra nel furgone nello stesso momento ousmane mi scarica come un sacco sul cassone.
Vengo sistemato fuori, dove ho dormito la sera prima, mi legano il collare alla catena i neri entrano in casa mi fanno male le caviglie per colpa delle cavigliere sono distrutto, spero tanto che la serata sia finita ma s’avvicina Tommaso che incurante estrae il cazzo e mi piscia addosso “i niur stasera t fann u cul” (i neri questa sera si divertono con il tuo culo) poi va via, quasi in contemporanea viene Bako mi da una saponetta e m’aiuta a lavarmi con la pompa dell’acqua, è sempre gentile..mi da l’asciugamano e poi mi porta da mangiare nelle ciotole, mi guarda mangiare “mi ricordi tanto un ragazzo che stava nella mia tribù, viveva come te era trattato come un animale, venne catturato da piccolo e ridotto in schiavitù solo era perché il figlio del capo del clan rivale” incuriosito gli chiedo di finire la storia, gli scende qualche lacrima e poi “era ancora li quando sono scappato, ridotto in schiavitù, sognava la libertà..non so che fine abbia fatto”
Inizio il lavoro, l’aratro è pesante, i piedi nudi scivolano sul terreno di tanto in tanto prendo una pietra che mette a dura prova la mia resistenza al dolore, la catena di 1 metro è eccessivamente corta e non riesco a tirare bene, ousmane non è un uomo di pazienza e usa volentieri la frusta.
Di tanto in tanto ha qualche momento di umanità e mi da dell’acqua, è un lavoro duro ma penso che è la giusta punizione per quello che ho fatto..passano le ore il sole è ormai alto e la mia pelle nuda è segnata dalle frustate e dal sole, sono un bagno di sudore inizio a cadere non ce la faccio proprio più, ousmane si fa prendere la mano e mi frusta per farmi rialzare poi un urlo disumano di Tommaso sospende i lavori, è ora di pranzo, sono sollevato..ousmane lascia la frusta e mi libera dalla gogna mi fa bere e mi porta nella stalla li vicino.
Tommaso “uaglio ti sì divertito? Oggi devi finire il campo “ poi lega il mio guinzaglio a un albero e va via, non sono degno nemmeno di stare nella stalla, per fortuna l’albero fa ombra e posso riposare, passano una ventina di minuti esce un ragazzo è l’unico che la sera prima non ha abusato di me ed è lo stesso che m’ha servito la colazione, ha 2 scodelle acqua e cibo me li porge e si siede vicino a me.
Tra le mani ha un panino che decide di mangiarlo con me, è incuriosito e inizia subito a parlare “mi chiamo bako, il sig. Tommaso ha detto che non è un problema se chiacchiero con te, m’ha detto di chiamarti animale e così farò” gli sorrido, ogni tanto un pò di gentilezza mi fa bene “posso parere perché sei ridotto il catene? Io sono dovuto scappare dal mio paese per evirare situazioni migliori delle tue”…lo guardo un pò e poi “Bako è difficile da spiegare, mi piace essere uno schiavo e mi sta bene vivere così, molte volte me lo chiedo anche io perché lo faccio ma la risposta è sempre la stessa, sono nato per essere così”.
Bako è molto gentile con me, dopo il pranzo mi lava le ferite inflitte da ousmane con la pompa poi mi da un avvertimento “i ragazzi li dentro sono nigeriani, per loro la violenza è naturale, vengono cresciuti così, per tua fortuna Tommaso ha dettato delle regole e soprattutto dei limiti però cerca di essere sempre accondiscendente, questa sera e anche tutte le altre verrai violentato da loro, fai sempre quello che ti chiedono” con queste parole mi lascia solo per un pò poi torna tommaso che mi riconduce nel campo e mi lega nuovamente alla gogna lasciandomi in custodia di ousmane.
Il resto della giornata la potete immaginare frusta e sudore, Ousmane ci tiene a non farsi cacciare ariamo tutto il campo, a fine giornata sono sfinito nel momento che vengo slegato dalla gogna cado a terra, le gambe mi fanno male e pulsano..per la prima volta Ousmane ha un pò di umanità, mi carica sulla sulle sue muscolose spalle e mi porta sul furgone, Tommaso non è molto d’accordo “l’animal adda fa l’animal” ousmane gli dice che ho lavorato duro oggi e che sono stato frustato abbastanza, Tommaso spazientito acconsente ed entra nel furgone nello stesso momento ousmane mi scarica come un sacco sul cassone.
Vengo sistemato fuori, dove ho dormito la sera prima, mi legano il collare alla catena i neri entrano in casa mi fanno male le caviglie per colpa delle cavigliere sono distrutto, spero tanto che la serata sia finita ma s’avvicina Tommaso che incurante estrae il cazzo e mi piscia addosso “i niur stasera t fann u cul” (i neri questa sera si divertono con il tuo culo) poi va via, quasi in contemporanea viene Bako mi da una saponetta e m’aiuta a lavarmi con la pompa dell’acqua, è sempre gentile..mi da l’asciugamano e poi mi porta da mangiare nelle ciotole, mi guarda mangiare “mi ricordi tanto un ragazzo che stava nella mia tribù, viveva come te era trattato come un animale, venne catturato da piccolo e ridotto in schiavitù solo era perché il figlio del capo del clan rivale” incuriosito gli chiedo di finire la storia, gli scende qualche lacrima e poi “era ancora li quando sono scappato, ridotto in schiavitù, sognava la libertà..non so che fine abbia fatto”
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Tutto normale, sono uno schiavo Cap.2racconto sucessivo
Tutto normale, sono uno schiavo Cap. 5
Commenti dei lettori al racconto erotico