Un’avventura incredibile.

di
genere
etero

“Pronto? è lo studio dell’amministratore Ripetta ed associati?….” “ Si chi parla? “ “sono la signora Elvira del condominio Bellavia 358, vorrei parlare urgentemente con l’amministratore per informarlo che dopo i violenti acquazzoni degli ultimi giorni c’è stata un infiltrazione di acqua che ha completamente danneggiato parte del soffitto e tutta la parete della camera da letto” ”attenda signora….glielo passo buona giornata” “ grazie” “ Signora Elvira buongiorno..” “ senta ragioniere il problema è grave e da risolvere piuttosto rapidamente…” “si signora Elvira la segretaria mi ha già riferito, oggi stesso contatterò l’impresa perché vengano a fare un sopralluogo e valutare i anni” “si grazie ragioniere mi faccia avvertire preventivamente quando verranno” “senz’altro signora Elvira”. Sono particolarmente esaurita, ormai in questo scorcio di estate non c’è un giorno che non abbia dei problemi, sul lavoro sono nervosa perché gira voce che ci saranno dei trasferimenti, in casa ho dovuta fare dei lavori che mi hanno messo alle strette economicamente, e poi sono angosciata in quanto essere “single” non mi piace più: mi sento sola. A 34 anni mi sembra che la vita mi stia sfuggendo dalle mani, vivo da sola da quasi quattro anni da quando Ubaldo se ne andato, non ho superato il trauma ma la cosa che mi terrorizza e non trovare la voglia di superarlo. Lentamente mi sto appassendo anche se mi rendo conto di avere ancora delle chances da giocare, fisicamente sono ancora una donna piacente anzi più che piacente, mi accorgo che gli uomini mi guardano vogliosi ma sono io a non averne voglia. A tempo di record ricevo la telefonata dell’Impresa “Si pronto?..” la signora Elvira?” “si sono io…” “ sono il geometra Alessandro la telefono per conto dello studio dell’amministratore” “lei è a casa?..” “sono ancora al lavoro e sarò a casa tra un’ora e mezza..” “guardi le manderei un mio collaboratore per la rilevazione del danno e tutto quello che ci sarebbe da fare, è disponibile a riceverlo oggi stesso?” “Si va bene io cercherò di essere a casa al più presto possibile ma non prima delle 18 e non più tardi delle 18,30…” “perfetto c’è ancora abbastanza luce… il ragazzo è molto capace…guardi che un giovane meticcio di nazionalità brasiliana…l’ho avvertita per scrupolo..” “non si preoccupi qui dove lavoro siamo abituati ai rapporti multietnici...” ”grazie signora Elvira”. Avere uno straniero per casa non mi entusiasma, mi infastidisce e poi e poi….. basta!!! sono una paranoica isterica, faccio dei discorsi e tengo dei comportamenti da vecchia ed acida zitella.
Devo cambiare registro se voglio vivere una vita decente; andrò in analisi!. “Si pronto..” “ buona sera signora sono Álvaro il tecn… “ “ si venga ultimo piano a sinistra”, sento il rumore dell’ascensore, apro la porta e vedo uscire dal vano dell’ascensore un giovane non ancora sulla trentina alto, fisicamente asciutto ma atletico, pensavo che fosse un nero invece e mulatto dalla pelle nocciola. “Prego si accomodi..” “grazie”, lo porto nella camera da letto, tiro su tutte le tapparelle, apro il balcone “ecco! un bel disastro avevo imbiancato anche da poco” “purtroppo questo violento temporale ha fatto parecchi danni…”. Lui resta silenzioso e comincia a trafficare con alcuni strumenti ed un tablet, osservo con curiosità ma non sapendo cosa dire e cosa fare e mi viene spontaneo: “faccia con comodo se ha bisogno di me mi chiami… anzi se vuole le posso offrire qualche cosa? un caffè…” “no grazie non ne bevo…” “oh!! pensavo che i brasiliani lo bevessero….” “no signora è un luogo comune…solo un bicchiere di acqua fresca…grazie”.
Vado in cucina e strada facendo mi rendo conto di aver fatto una figura di m…, prendo una bottiglietta di acqua minerale fresca e gliela porto, in camera da letto non c’è più resto basita, poi lo vedo rientrare dal terrazzo ed avanzare verso di me con un sorriso attraente “ signora il danno è dovuto ad un pluviale che scende dal terrazzo e che è intasato lo sbloccheremo e tutto sarà a posto. Probabilmente le spese potrebbero essere a carico del Condominio ” Mentre lui parla gli offro l’acqua “va senza dire continua lui che provvederemo anche all’imbiancature poi sarà l’amministratore poi a definire i costi…” lo guardo tra l’aggressiva e preoccupata: “non voglio affrontare altre spese…” Probabilmente le spese potrebbero essere a carico del Condominio per me la giornata è finita, torno a casa” “c’è qualcuno che l’aspetta?” mi accorgo di aver fatto una domanda personale pericolosa e che può essere interpretata in tanti modi o meglio in un solo modo. “No! sono single da due anni, non mi piace ma mi sto abituando, lei signora Elvira mi ha invitato perché questa sera non c’è nessuno a cena con lei ?” mi sono incastrata qualunque risposta non mi toglierà da questo empasse, “No! l’unica persona che poteva cenare con me non c’è più da quattro anni” altra risposta sbagliata . Gli occhi di Álvaro per un istante diventano due fessure poi si allargono, le pupille color nocciola mi fissano ed io sono una statua di sale, lui mi si avvicina e suadente “la posso invitare a cena? niente di particolare una piccola trattoria vicino casa, si mangiano piatti caserecci ma cucinati bene e si paga il giusto”. Sono in preda ad uno sconvolgimento ormonale, la tensione mi rende le gambe molli e la voce rauca “anch’io mi arrangio in cucina e veramente per caso ho preparato una cena che modestamente a parte credo appetitosa ma credo meglio andare dove dice lei così rimettiamo nel giusto asse tutto”. La trattoria fortunatamente è quasi vicino casa quando entriamo ci sono quasi tutti tavoli liberi e noi ci mettiamo in fondo.
“Ciao Álvaro non sei venuto a mezzogiorno e ho intuito che saresti passato questa sera e ho conservato tutto in abbondante doppia razione. La signora mangia anche lei?” “ Si”. Sono disagio in maniera evidente. “Senti rilassati…lui mi conosce vengo sempre a mangiare qui o a mezzogiorno o la sera, ormai mi tratta come uno di famiglia…” “Non è il posto Álvaro e che mi sento a disagio con te… “con me?...” “Si con te! mi sono presentata come una donna in menopausa precoce isterica, insoddisfatta per tutto, si! in questo momento sono confusa, non sono in menopausa ho solo 34 anni e mi sento vecchia, in generale sono soddisfatta del mio lavoro e non sono confusa so cosa voglio ma non trovo la forza per riaverlo. Ho già lottato con le unghie e con i denti per averlo e quando l’ho ottenuto sono stata tradita ed ho perduto tutto”. “ok!..Elvira non ho capito molto …” “No non ho bisogno di essere consolata quindi…” “quindi posso parlare?... della tua vita di ieri di oggi di domani non so nulla e quindi non ne parlerò OK!!.
Parlerò di me, quando sono entrato in casa nemmeno ti ho vista, ero stanco, incazzato tanto da avere le palle fumanti, non volevo venire ma per non discutere con il Geometra sono venuto ma ero rabbioso, volevo chiudere tutto in pochi minuti, poi tu hai cominciato con il caffè con i brasiliani, ma non ti ho risposto e tu hai insistito con c’è qualcuno che l’aspetta?- mi sono chiesto che cazzo vuole questa? solo allora ti ho visto e ho pensato ecco la solita repressa che vuole essere sbattuta, trombata e farsi venire dentro per poi gridare allo stupro. Quando stavo uscendo ti ho guardata negli occhi e ho capito che non volevi essere trombata e le tue parole erano solo delle gaffe …e ti ho invitato a cena. Ora ci vogliamo rilassare e cenare che ho una fame terribile”. Álvaro è stato limpido trasparente mentre mi inchiodava al muro, lo guardavo mentre mangiava come un lupo e pensavo che ci faccio io qui?, dopo aver infilato una serie di figure di me…dopo aver parlato come una alla quale hanno fatto da poco un elettroschock la cosa migliore era alzarsi con la scusa di andare in bagno e sparire. Avevamo lasciato la trattoria quando Álvaro si ferma, mi guarda e mi dice ” ti va di prendere un caffè corretto alla cachaça? “ “che cosa è?” “acquavite di canna da zucchero..” “SI!” “ah! ah! brava così comincia provare qualcosa di forte del Brasile..!” lo guardo e poi scoppio in una risata piena franca a squarciagola ma soprattutto liberatoria e si da tanto tempo non ridevo così mentre mi avviavo verso casa mi volgo e lo saluto “quando mi fai sapere qualche cosa? “ “domani sera dopo le 19” “così presto?” “e si, bisogna battere il ferro quando è caldo” “a domani sera allora!”.
È stato di parola alla 19 ha citofonato “Álvaro apri” il tono della voce era caldo, basso e sicuro gli lascio la porta socchiusa e ritorno in cucina. Ero talmente presa dai fornelli e dal televisore acceso che non mi sono accorta che lui era entrato e si era avvicinato a me tanto che percepivo il suo respiro poi con un nulla le sue braccia mi cingono la vita , il calore e l’afrore del suo corpo mi stordisce. Con un movimento rapido Il mio viso è tra le sue mani calde, le sue labbra sono sulle mie secche e tremanti, la sua lingua ci scivola sopra e le umidisce, la lascio entrare comincia ad esplorarmi la bocca, in maniera sicura ne prende possesso, cerca la mia e gliela offro, me la succhia con vigore sembra che voglia strapparmela. Mi morde il labbro prima delicatamente e poi sempre con più forza mi fa male lo succhia lo lascio fare, quella leggera sofferenza mi eccita, ora morde un lobo dell’orecchio, sento il suo respiro caldo scivolarmi sulle gote e le sue dita rapide mi spogliano resto sola in tanga tenendo le gambe ben serrate; con un gesto rapido mi solleva e mi porta verso il letto e mi lascia cadere sul materasso. Lui in piedi vicino alla sponda si spoglia guardando il mio corpo nudo, ora anche lui si libera dell’ultimo indumento e si pone accanto a me, mi attrae sento che le sue dita esplorano il mio corpo, afferrano i capezzoli li accarezza, li storce in maniera cosi’ delicata da farmi fremere poi stringe con forza emetto un lamento e sento uno spasmo laggiù tra le gambe, mi inumidisco. Le mie mammelle nelle sue mani vengono strizzate fino a farmi gemere, i suoi denti mordicchiano i capezzoli: sono indifesa, vogliosa eccitata, umida di piacere; gemo. Sono distesa supina lui si piazza sul mio petto, le sue gambe sotto le mie spalle così che mi trovo ad avere il suo membro dinanzi alla mia bocca: è barzotto, apro la bocca e lo accolgo, succhio quel pene morbido, il glande rapido si indurisce, inizio a masturbarlo con la bocca, gli piace si contorce, continuo lo sento crescere dentro e soffoco, si eccita e lo spinge oltre la gola mi manca l’aria :soffoco, ma lui si arresta solo pe farmi respirare mi sta praticamente scopando in gola, con entrambi le mani tiene la mia testa e guida i miei movimenti, impietoso mi affonda sempre di più in gola: sto per morire di piacere. Mi vergogno anzi no mi offro a lui che implacabile continua a fottermi, i suoi pettorali si distendono sotta la pelle umida e liscia, una riga di sudore corre verso l’ombelico e sparisce, i suoi talloni sotto le mie natiche si muovono irrequieti, il suo ventre teso senza un filo di grasso è un tutt’uno con lo stomaco e si contraggono all’unisono negli spasmi del piacere. Lo sento, ce l’ho tutto: è mio!, lo sento passare nella gola, riesco a toccarmi il clitoride e mi masturbo l’orgasmo arriva abbondante e liberatorio, Álvaro mi segue e scarica nella mia gola tutto il suo seme caldo dolciastro: io affogo. Lui si piega su di me liberandomi la gola e mi sussurra nel orecchio “non perderne nemmeno una goccia di questo nettare” così dicendo mi bacia. Siamo esausti muti affiancati l’uno all’altro. “Ho fame posso assaggiare quello che hai preparato?…” “andiamo di là vieni…” mi alzo dal letto ed ancora nudi ci avviamo verso la cucina. Preparo la tavola e gli porto una bistecca ai ferri poi aggiungo un piatto che a me piace molto fagioli cotti poi passati in padella insomma un piatto molto gustoso e alquanto piccante. Siamo seduti l’uno di fronte all’altro ci scrutiamo in silenzio non abbiamo parole. Siamo o almeno io sono stupita per la facilità con cui ho accettato di fare sesso con questo giovane, lui ha smantellato tutte le mie barriere che in questi ultimi anni avevo eretto intorno a me, ora lo guardo e cerco di capire che cosa ha di così speciale. Álvaro ha lupescamente mangiato tutto mentre io non ho quasi toccato nulla, continuo a giocherellare con la forchetta nel piatto ed osservare lui; un uomo fisicamente alto, armonicamente muscoloso, sinuoso, flessuoso, con l’iride dei felini, il sorriso accattivante fa risaltare la sua dentatura bianca sulla pelle ambrata. L’osservazione si è chiusa con un sospiro profondo tra il piacere provato ed il desiderio non ancora assopito.
“Hai finito di osservarmi al microscopio?” “ho dato questa impressione?” “non è un impressione ma un dato fatto” “scusami non volevo ma tu sei stato come un colpo di vento impetuoso che ha scardinato porte e finestre, un soffione che sparpagliato le mie certezze”. Si alza e girando intorno al tavolo si accosta a me ancora seduta, il suo lungo membro floscio gli penzola coprendo abbondantemente lo scroto, sento ancora l’odore del suo sperma rappreso sul glande circonciso. Lo guardo lui mi sorride poi mi prenda la mano trascinandomi verso la camera da letto e strada facendo raccoglie una bottiglia di wiski da una consolle. Ci rotoliamo sul letto disfatto alla fine ci ritroviamo avvolti vis à vis nel lenzuolo, ” Elvira il regalo più bello di questo fine settimana me l’hai fatto tu coinvolgendomi in uno stupro…”, lo guardo “in uno stupro..? quale stupro.?” “il mio,,,! “il tuo..? chi ti ha stuprato?” “..tu!!” “ io!!...!!” “certo con il tuo sorriso… restare in quel silenzio ammiccante…ed io giovane ingenuo…inesperto amante ho ceduto…” “ ma stai scherzando?...tu giovane inesperto!!? Ma se mi hai scopata come un mandrillo infoiato…” “che bugiarda che sei…tu me lo chiedevi ed io ti ho dato tutto quello che avevo nelle palle::” non mi da il tempo di rispondere che la sua lingua e già infilata nella bocca e la sua mano scivola tra le mie gambe, si infila nella vagina facendo penetrare il dito lo aiuto aprendo le gambe, agguanta io clitoride e gli a una strizzata, strabuzzo gli occhi e tolga la bocca dalla sua grido “ahi!...ahi…” “ti piace?...” mugolo un si strascinato. Ci liberiamo del lenzuolo, resto supina mentre lui si alza si mette in ginocchio mi solleva le gambe punta il suo cazzo duro e lo spinge con un solo colpo dentro mi sento l’utero pieno, gemo mi contorco mi sento una cagna in calore e guaisco, Álvaro si infoia mi spinge dentro con rabbia il suo lungo e largo cazzo, mi fa impazzire vengo ma voglio lui, si è lui che voglio glielo sussurro lo grido gli pianto le unghie nelle sue natiche sode gliele graffio, un gemito gutturale esce dalla sua gola ”Si….si… ti apro tutta, ti faccio sentire anche le palle dentro…è tutto tuo….” i fiotti di sperma mi riempiono sento le contrazioni del suo cazzo “baciami….” “si..si..sssi Álvaro! mio splendido dono della vita ”. Il furore del godimento cede il posto all’acquietamento del piacere, i muscoli si rilassano ed inostri corpi sudati si uniscono stringendosi in un appassionato abbraccio. Sto per alzarmi per una doccia ma lui mi tira giù “resta e lasciamo che gli odori animaleschi del nostri corpi restino sulla nostra pelle, che l’afrore che annuseremo poi ecciteranno il nostro istinto.
Stendo la mano sul materasso e lui non c’è mi sveglio completamente, il suo posto è vuoto mi prende il panico nuda corro verso il bagno e poi in cucina: lui è seduto spalle alla porta.
”Sono qui… sono qui!! non scappo a meno che non scappi tu!” mi siedo di fronte e vedo che sta strafogandosi il resto dei fagioli nella pignatta. Mi alzo per andare a fare la doccia e sento lui “non andare in bagno torna a letto voglio sentire la tua pelle calda appiccicosa sulla mia, ma voglio anche scoprirti come donna quella che preparava la cena. Da solo non riesco a vivere scopriamo insieme se oltre al feeling del sesso c’è qualche cosa d’altro che dia un senso a stare insieme, di te già due cose mi piacciono come cucini i fagioli e come sai essere cagna in calore”. Sono stesa sul letto e sono già umida: ha ragione sono una cagna in calore la sua unica cagna.
scritto il
2020-09-16
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