L'iniziazione di Francesco Cap.: X

di
genere
orge

Orgia




“Francesco, … Francesco, … Francesco sono il tuo Professore di Greco. … Francesco!”
Una voce lontana, nota si faceva spazio nella sua mente, ma non riusciva a focalizzarla, … a mettere in luce di chi era. Un’ombra lo chiamava, … lo chiamava e lui era là in alto, fra le nuvole che volteggiava, … che andava verso la luce.
“Francesco, … Francesco!”
Avvertiva freddo, … dell’umido, … sapori acri e pungenti, … le vie respiratorie bruciavano, … bagnato, … e suoni con voci; si sentiva richiamare di nuovo, … delle mani lo scuotevano e lo toccavano in certe parti molto sensibili, … avvertiva un qualcosa che otturava il suo culetto e che gonfiava il suo ventre. L’ombra non era più ombra. Davanti a lui si stagliava discinto, … senza veli il suo Professore di Greco.
“Oh, … finalmente ti sei ripreso.”
Al ragazzo sorpreso, ancora annebbiato dai piaceri e dal dolore vissuto, apparì come un’immaginazione quella presenza. Sconcertato, confuso, si coprì con le mani il pube, anche se immerso nel giallo dorato dei liquidi per una sensazione di vergogna e di pudore.
“Sapevo che eri uno di noi. … Non vergognarti e non aver timore o ansia per trovarti qui. Lo sapevo, poiché ero stato informato che eri con Alessandro e che oggi saresti entrato a far parte di questo circolo. Sono stato io ad indicarti al tuo adorato maestro, indicandogli il luogo dove ti avrebbe potuto incontrare e che sarebbe stato facile per Lui conquistarti, visto il desiderio che covavi. Sei suo, ma quando sei in quest’ambiente sei di chi ti chiede e ti vuole. Ho sempre bramato averti tra le braccia per esaminare, controllare e testare il tuo fondino. Ti fotterò adesso, anche se sei stanco, sfinito. Non mi importa nulla, perché, per me, non c’è nulla di più eccitante, emozionante di un ragazzino etereo, implume, ingenuo preso da una tinozza colma di minzioni maschili; e ti prenderò anche nella tua nuova casa, poiché è l’amicizia verso il tuo Alessandro che me lo chiede e me lo impone. Ti afferrerò a pancia in su con le tue gambe sulle mie spalle per, dopo averti espugnato, lasciarti nel tuo fodero il mio omaggio floreale. I presenti ci osserveranno e si prepareranno, anche loro, dopo che avrò appagato le mie brame, a elargirti i loro caldi, profumati, lascivi ricordi Ti faremo un vestito diverso, da quelli a cui sei familiarizzato, fatto solo di sperma; … e, mentre starò per inondare il tuo non più stretto culetto, il tuo Alessandro ti scoperà, … ti chiaverà in bocca, … e per primo ti cederà il suo frutto atto a velare il tuo volto. … Alzatelo e fatemelo vedere, … che i miei occhi si riempiano del suo sensuale, concupiscente giovane fisico già dal vaso; che il mio naso aspiri i profumi delle nostre pipi sulla sua pelle; che le mie papille gustative assaggino i suoi residui fecali dalla sua bocca. Sei bellissimo, eccitante, impudico ragazzo che tanti vorrebbero possedere e scopare. Ohhh, … meraviglia! Antinoo non aveva rivali, ma tu non sei da meno. Alessandro, amico carissimo, mi devi tanto, … tantissimo. Ora, piccolo mio, ti disegnerò sul volto il segno del possesso, … del godimento, … della conoscenza. Apri le labbra, … dammi la lingua, … prendi sul volto e dentro il tuo gusto queste tue residue deiezioni che il clistere ti ha fatto espellere. Me le consegnerai quando ti bacerò, poiché non c’è nulla di più libidinoso che gustare urine frammiste a feci. I segni avana che ornano il tuo viso sono le pennellate di un artista, che vorrei tracciare anche sul tuo rotondo sederino e tra i glutei, … poiché, dopo quello che hai sperimentato da poco, con la mia lingua e il mio cazzo entrerai nel paradiso dei sensi. Allunga la vista su quello che, dopo che avrò cancellato le mie opere pittoriche con la lingua, ti chiaverà, … ti inculerà a sangue. Guardalo! Tu sei uno dei nostri. I giorni che hai passato sono quelli del tuo battesimo …della tua entrata nel nostro sodalizio. Sei fatto per godere e dar piacere. È bello guardarti mentre ti levano l’ometto, … vedere le tue smorfie, sentire i tuoi boccheggi. Ohhhhhh, … che tenero, delicato, dolce che sei … da mangiare, mordere, prendere, lacerare. … Vieni, … ora che ti hanno tolto il giocatolo, con cui seviziandoti, ti hanno dato piaceri intensi, prolungati, impetuosi e … liberato dall’involucro che ti costringeva a stare immerso nelle nostre e tue minzioni per aspirare quei profumi eccitanti, afrodisiaci capaci di ammorbidire e sfibrare qualsiasi resistenza, … vieni a stringerti, a scaldarti, ad accenderti tra le mie braccia; … dammi le labbra, … permettimi di assaggiare i sapori che la tua bocca ha conservato, … acconsenti che ti pulisca il volto dai resti che io stesso ho contribuito a spargere, sparpagliare, … la mia brama ti vuole, … la mia lingua sarà una scopa, … passerà su tutti i tuoi anfratti, … su tutti i recessi per portarti nuovamente tra le nuvole. Prendi, … afferra il bastone … Egli diventerà un serpente, … un’anguilla nelle tue viscere. Ti sbatterà, … ti frullerà, … e ti scaraventerà di nuovo nell’estasi, che prima hai conosciuto. Vieni … i sapori che mi stai dando mi invogliano a prenderti, … a stenderti qui, davanti a tutti, …”
“Si, … continui … sono … ohhhhh, … la sua lingua … ancora, … ohhhhhh, …sììììììììììììììììììììììììhh … che bello. Perché ho conosciuto solo ora tutto questo? … mi prenda! … il mio fiore desidera il sole, … essere baciato nuovamente, … scaldato, … limato. Ohhhh sììììììììììììh! … entri con la sua spazzola … mi pulisca, … mi disinfetti e sfiammi il mio anello sfinterico. Alessandro, … dammi il tuo … inseriscilo tra le mie labbra e muovilo … spingilo, … agitalo. Voglio sentire i miei due fori pieni, … saturi della vostra carne. Io per le sevizie già subite non ho energie per stringere i vostri falli, … siate gentili e buoni con me: sbattetemi, … stupratemi, … violentatemi senza timore. Prendetevi il vostro piacere … perché, così facendo, lo date anche a me. Siiii, sono la vostra puttana, … la vostra troia. Avete ragione, siiiii, daiiii, continuate, an…cooo…raaaa, an …. raaaaa, siiiiii, nel culoooo, nel culoooo, siiiii, sono la vostra troietta, … in boccaaaa, … il vostro porcellino ...!”
“Vieni troietta mia, che te lo lecco!” Il bel culetto di Francesco era quanto mai invitante … con la sua apertura tutta oliata, … trasudante urine e … Lui gli allargò le chiappe con le mani e ci infilò il viso in mezzo per lasciar colare nel dotto salive. Con un dito lo preparò ancora e poi … È pronto, ben … lubrificato e ora, che mi è diventato come un pezzo di marmo, te lo posso infilare dentro.” … e presolo, ghermitolo per i fianchi, … appoggiatagli la cappella all’ano, … lo spinse dentro senza sforzo. Se lo sentiva stretto e caldo e poi …aspirare, come di solito accade con le supposte … “Ohh, che culetto liscio e morbido, me l’hai preso … risucchiato, … Che maialino! Ce l’hai tutto nelle viscere. Scivola dentro e fuori che è un piacere. Che culo, … che culo il mio bel maschietto! Che culo, … che culo. Ahhhh … che culo e che culo hai avuto Alessandro!”
“Orgggggghh, … argggggggggghhhhhhhhh, … plof, ciof, ciaf … ooffffffffffffffffffff!” i membri dei due uomini entravano, uscivano, sbattevano. Francesco spossato, sfibrato, debole si era abbandonato ai falli dei due.
“Ahhhhhhhhh, … ahhhhhhhhg, … siiiiiiiiiiiiiiiiiii, … sto per arrivare, … gli riempirò la gola! … Uuuuuummmhhhhh, siiiiiiiii, Francesco siiiiiii, stringiii, lecca, succhia, uuummmhhh siiiii, lecca e stringiiii…… ooohhhhh, siiiiiii, siiiiii, ti amoooo Francescoooooooooooo aspiraaaaa, succhiaaaaaa, stringimi il glaaaaaa … deeeeee, ohhhh, siiiiiiii, siiiiiii, daiiiii, daiiiii, uuummmm!”
“Ohhhh, ooohhhhhh, ooohhhhhh, siiiiii, siiiii, non vi fermateee, non vi fermateeee, ooohhhhh, ho sete Alessandro mio, … ho sete; … godoooo, … vi amoooo, vi amoooo, godoooo, godoooo, vengoooo, eccomiiii, vengooooo, vengooooo, ahhhhhhh, ahhhhhh, ahhhhhhhh, uuummmhhhhh, uuummhhh!” Dal suo pisellino fluivano tranquilli un po’ di liquidi trasparenti.
“No, aspetta che vengo anch’io assieme. Ahhhhhhhhhh, che troietta che abbiamo trovato, … che culo … aspira, … succhia. È come una mungitrice che, presolo, te lo stringe poppandotelo per cavarti, … spremerti tutti i tuoi umori, … il tuo sperma, … la tua sborra. Ohhhhh siiiiiiiiiiiiii, … arrivo Francesco. Siiiiiiiiiiiiiiiiii, siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, … siiiiiiiiiiiiiii, ……. oddiooooo, vengooooo, vengooooo, vengoooo, go…dooo …, gooo…dooooo …. Oooohhh ... uuummmhhhh … uuummmhhhh…ahhhhhhhhhhhhhh, ahhhhhhhhhhhhh sborrooooooooooooooooooooooo, …sborrooooo, sborrooooo, ti allago il culooo, ti riempio le budellaaaa, ahhhhhh, ahhhhhh, uuummmhhhhh, schizzooooo, schizzoooooo, sborroooooooooo …!”
Francesco, ormai debilitato, riuscì a percepire solamente alcuni spruzzi in gola, mentre quelli del suo professore gli avvertì inondargli le viscere. Smisero di fotterlo solo quando, stanchi e sudati, gradirono effigiargli sul corpo i simboli del baccanale e dar inizio al suo primo bukkake. Sul quel viso e sul quel corpo tutti i presenti versarono i succhi delle loro ghiandole sessuali per vestirlo con una coperta diversa da quelle che si utilizzano, lattescente, collosa, scivolosa. Le mani di chierichetti discinti ricevevano, spargevano, allargavano, imboccavano, lo rivestivano. Francesco, in coma profondo, abbandonate le braccia sull’assito, rimase in quella postura ansimando con gli occhi chiusi, per un bel po’.


scritto il
2020-10-31
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