La villa - Episodio 4
di
Alpha Master
genere
dominazione
Mi svegliai al mattino piena di dolori. Mi facevano male le spalle che avevano sopportato l'intero mio peso per tutta la sera, le gambe per il bastone che me le aveva fissate in modo eccessivamente aperto e la fica la avevo in fiamme. Avevo avuto difficoltà a rimettermi il plug, mi faceva male anche il culo.
Zoppicando mi diressi alle cucine, dove trovai Lucia e Stella, anzi, dovrei dire Lisa, visto che era seduta al tavolo come una normale umana, che mangiavano già. Mi accolsero con un sorriso ed un buon giorno. La moglie del padrone mi disse che non c'era bisogno della coda il giorno successivo alle feste, infatti lei non lo aveva. Lisa si, ma evidentemente per scelta. Me lo tolsi con un gemito, e poi non sapevo dove metterlo. Alla fine lo appoggiai sul tavolo, anche se fino ad un attimo prima era stato dentro il mio sfintere anale. In fondo mi piaceva averlo accanto alla tazza del caffe e latte mentre mangiavo. Lisa mi guardò e sorridendo mi disse che aveva notato che le era piaciuto guardarmi, ed aggiunse che lei aveva goduto davvero molto. Io risposi che avevo goduto, ma stare legata tutta la sera mi aveva disastrato le spalle e le gambe. Lucia mi guardò come se si ricordasse solo ora una cosa, e si girò a prendere un bicchiere con del liquido effervescente. “Bevi” mi disse. Io chiesi preoccupata cosa fosse, ma lei rise di cuore. “Aspirina, scema! Te la ho preparata perché sapevo che saresti stata piena di dolori!”. Bevvi, era la classica aspirina C.
Nel frattempo Lisa, forse posseduta per un secondo da Stella aveva preso il mio plug e lo annusava. Poi lo posò di nuovo. “Odora di buono” disse sorridendo. Approfittando del momento di confidenza cominciai con qualche domanda a quella strana ragazza. “Quanti anni hai?” chiesi. “Ventitre” rispose lei. Le sorrisi, il ghiaccio mi pareva già abbastanza incrinato, se non rotto, e le chiesi della sua vocazione da cagna. Mi rispose che la aveva da quando era una bambina piccolissima, e che per anni si era legata nuda nella gabbia del cane in giardino quando i suoi non c'erano. Poi quando aveva circa 14 anni fece un nodo troppo stretto, e non riusci a tornare a casa prima dell'arrivo dei genitori. La trovarono li, nuda legata insieme al cane, e cominciò il suo calvario fatto di psicologi e specialisti. Alla fine lo psicologo si arrese, ma disse ai suoi genitori che riteneva che fosse guarita, giurandole il segreto (visto che nel frattempo era diventata maggiorenne).
Lei si trasferì in una città diversa per l'università, e si mise a vivere parte del tempo come Lisa e parte come Stella. Fino all'annuncio, che disse essere stata la sua più grande fortuna. Il Barone la faceva stare cane per il tempo che voleva, e quando era appagata – come adesso – lasciava che Lisa facesse quello che voleva, e le pagava gli studi universitari Si, trovava il tempo di studiare nei periodi in cui non era Stella. No, non era in pari, ma non era troppo indietro con gli studi. E io a sentire tutto questo ero sbalordita, e malgrado che la figa mi bruciasse da impazzire mi stavo eccitando a parlare con quella ventitreenne che pareva una bambina.
Come se lei mi avesse letto nel cervello mi chiese se dopo tante ore di vibratore continuo non avessi problemi alla vagina. Le risposi di si, mi bruciava davvero. E come se fosse la cosa più naturale del mondo lei mi disse che aveva una crema lenitiva che usava in quei casi, naturale al 100%, roba di erboristeria che funzionava benissimo. Pensai che volesse darmi il vasetto, invece mi disse di mettermi in piedi, che la aveva portata apposta per me. Io allungai la mano, come se volessi prendere il barattolo che aveva preso dal mobile al suo fianco, ma lei rise e me lo mise fuori portata. “Eh no. Faccio io. Metti una gamba sulla sedia e lascia l'altro piede per terra!” Io a dire il vero anche se fingevo di vergognarmi stavo eccitandomi di brutto, e lo feci. Lei prese con due dita un bel po' di questa pomata bianca e profumata di fiori, ma non si limitò a spalmarla fuori, no. Mannaggia a lei, mi infilò le dita dentro, e la applicò ben bene sulle pareti interne. Io mugolai di piacere, ma fu solo un momento, le tirò fuori, mi girò intorno e presa un'altra quantità di crema mi infilò due dita in culo. Mugolai di nuovo, ma per la miseria, mi stava solo spalmando la crema. Usci in fretta.
Presa la mia coda dal tavolo se la mise in bocca (facendomi mancare un battito cardiaco) e dopo averla succhiata guardandomi fissa me rimise ili plug. “Tienilo per una mezz'ora, in modo che la crema non esca” Poi con un occhiolino “Oggi Stella starà a riposo, Lisa sarà in camera sua. E se dopo pranzo, dato che dopo l'uso intenso che hanno fatto di te sarai a riposo, vuoi passare da camera mia magari invece tornerà qualche minuto per giocare con te, se ti piacciono i cani. Mi raccomando, accarezzala se fa la brava, ma se non lo fa non avere timore di sculacciarla, altrimenti non impara mai. E sculettando se ne andò dalla stanza, diretta in camera sua.
Feci per seguirla, ma Lucia mi bloccò. “Ha detto oggi dopo pranzo. Tra noi il rispetto è requisito fondamentale. O accetti questo, o fuori.” Mi scusai, avvampando di vergogna. Ovvio, aveva ragione, e glielo dissi. Lei sorrise. “E poi stamani deve studiare. Ha un esame in programma. E' molto intelligente, ma anche lei ha bisogno di studio, altrimenti si dimentica di passare l'esame. Comunque complimenti, lei di solito non fa queste proposte a nessuno,”
Non mi restava che tornare in camera mia a riposare in attesa del pranzo. E del “dopo pranzo”
Zoppicando mi diressi alle cucine, dove trovai Lucia e Stella, anzi, dovrei dire Lisa, visto che era seduta al tavolo come una normale umana, che mangiavano già. Mi accolsero con un sorriso ed un buon giorno. La moglie del padrone mi disse che non c'era bisogno della coda il giorno successivo alle feste, infatti lei non lo aveva. Lisa si, ma evidentemente per scelta. Me lo tolsi con un gemito, e poi non sapevo dove metterlo. Alla fine lo appoggiai sul tavolo, anche se fino ad un attimo prima era stato dentro il mio sfintere anale. In fondo mi piaceva averlo accanto alla tazza del caffe e latte mentre mangiavo. Lisa mi guardò e sorridendo mi disse che aveva notato che le era piaciuto guardarmi, ed aggiunse che lei aveva goduto davvero molto. Io risposi che avevo goduto, ma stare legata tutta la sera mi aveva disastrato le spalle e le gambe. Lucia mi guardò come se si ricordasse solo ora una cosa, e si girò a prendere un bicchiere con del liquido effervescente. “Bevi” mi disse. Io chiesi preoccupata cosa fosse, ma lei rise di cuore. “Aspirina, scema! Te la ho preparata perché sapevo che saresti stata piena di dolori!”. Bevvi, era la classica aspirina C.
Nel frattempo Lisa, forse posseduta per un secondo da Stella aveva preso il mio plug e lo annusava. Poi lo posò di nuovo. “Odora di buono” disse sorridendo. Approfittando del momento di confidenza cominciai con qualche domanda a quella strana ragazza. “Quanti anni hai?” chiesi. “Ventitre” rispose lei. Le sorrisi, il ghiaccio mi pareva già abbastanza incrinato, se non rotto, e le chiesi della sua vocazione da cagna. Mi rispose che la aveva da quando era una bambina piccolissima, e che per anni si era legata nuda nella gabbia del cane in giardino quando i suoi non c'erano. Poi quando aveva circa 14 anni fece un nodo troppo stretto, e non riusci a tornare a casa prima dell'arrivo dei genitori. La trovarono li, nuda legata insieme al cane, e cominciò il suo calvario fatto di psicologi e specialisti. Alla fine lo psicologo si arrese, ma disse ai suoi genitori che riteneva che fosse guarita, giurandole il segreto (visto che nel frattempo era diventata maggiorenne).
Lei si trasferì in una città diversa per l'università, e si mise a vivere parte del tempo come Lisa e parte come Stella. Fino all'annuncio, che disse essere stata la sua più grande fortuna. Il Barone la faceva stare cane per il tempo che voleva, e quando era appagata – come adesso – lasciava che Lisa facesse quello che voleva, e le pagava gli studi universitari Si, trovava il tempo di studiare nei periodi in cui non era Stella. No, non era in pari, ma non era troppo indietro con gli studi. E io a sentire tutto questo ero sbalordita, e malgrado che la figa mi bruciasse da impazzire mi stavo eccitando a parlare con quella ventitreenne che pareva una bambina.
Come se lei mi avesse letto nel cervello mi chiese se dopo tante ore di vibratore continuo non avessi problemi alla vagina. Le risposi di si, mi bruciava davvero. E come se fosse la cosa più naturale del mondo lei mi disse che aveva una crema lenitiva che usava in quei casi, naturale al 100%, roba di erboristeria che funzionava benissimo. Pensai che volesse darmi il vasetto, invece mi disse di mettermi in piedi, che la aveva portata apposta per me. Io allungai la mano, come se volessi prendere il barattolo che aveva preso dal mobile al suo fianco, ma lei rise e me lo mise fuori portata. “Eh no. Faccio io. Metti una gamba sulla sedia e lascia l'altro piede per terra!” Io a dire il vero anche se fingevo di vergognarmi stavo eccitandomi di brutto, e lo feci. Lei prese con due dita un bel po' di questa pomata bianca e profumata di fiori, ma non si limitò a spalmarla fuori, no. Mannaggia a lei, mi infilò le dita dentro, e la applicò ben bene sulle pareti interne. Io mugolai di piacere, ma fu solo un momento, le tirò fuori, mi girò intorno e presa un'altra quantità di crema mi infilò due dita in culo. Mugolai di nuovo, ma per la miseria, mi stava solo spalmando la crema. Usci in fretta.
Presa la mia coda dal tavolo se la mise in bocca (facendomi mancare un battito cardiaco) e dopo averla succhiata guardandomi fissa me rimise ili plug. “Tienilo per una mezz'ora, in modo che la crema non esca” Poi con un occhiolino “Oggi Stella starà a riposo, Lisa sarà in camera sua. E se dopo pranzo, dato che dopo l'uso intenso che hanno fatto di te sarai a riposo, vuoi passare da camera mia magari invece tornerà qualche minuto per giocare con te, se ti piacciono i cani. Mi raccomando, accarezzala se fa la brava, ma se non lo fa non avere timore di sculacciarla, altrimenti non impara mai. E sculettando se ne andò dalla stanza, diretta in camera sua.
Feci per seguirla, ma Lucia mi bloccò. “Ha detto oggi dopo pranzo. Tra noi il rispetto è requisito fondamentale. O accetti questo, o fuori.” Mi scusai, avvampando di vergogna. Ovvio, aveva ragione, e glielo dissi. Lei sorrise. “E poi stamani deve studiare. Ha un esame in programma. E' molto intelligente, ma anche lei ha bisogno di studio, altrimenti si dimentica di passare l'esame. Comunque complimenti, lei di solito non fa queste proposte a nessuno,”
Non mi restava che tornare in camera mia a riposare in attesa del pranzo. E del “dopo pranzo”
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