Natale con Jinni
di
Vandal
genere
etero
I
"Pronto, tesoro? Ciao, scusa ma, è successo un guaio"
"Guaio? Che guaio?Stai bene?"
"Sì, sì, sto bene ma, temo che resterò bloccata tutta la notte qui dai miei"
"Perchè? Il motivo?"
"Bufera di neve in arrivo. Il bollettino invita la gente a rimanere in casa e non uscire. Per evitare incidenti. Siamo bloccati e chissà quanto tempo ci vorrà"
“Porcaccia”
“Mi dispiace amore. Tanto”
Fisso il cellulare a lungo. La nostra sera di Natale in solitaria guastata da una bufera di neve. Sposto lo sguardo oltre la finestra. Fuori, il sole sta scendendo oltre la linea del mare. Io qui, a guardare il frangersi delle onde. Lei a 500 KM di distanza sulle Dolomiti, a trovare genitori, zii e cugini vari. Lei bloccata da un’imminente bufera di neve. Io, solo come un cane bastonato, a fissare le onde che lambiscono la spiaggia.
Cena prevista a lume di candela sulla terrazza che da verso la spiazza. Antipasti misti, pasta con sugo di tonno, hamburger vegetariano con contorno di patate al forno e panettone sul gran finale. Per il dopo cena, film natalizio in Tv e dopo.. Dopo, festeggiamento ravvicinato di sesso sfrenato.
E invece…
Invece da solo con l’uccello in mano a far finta che mi sto divertendo
Qualcuno bussa alla porta. Vado a vedere chi è. Spero sia Marzia che mi ha fatto uno scherzo. Guardo nello spioncino: la figura di una ragazza imbottita con un pesante giubbotto giallo, cuffia e cappuccio tirato su alla testa, guanti rossi e bianchi e due occhiali che spuntano dal tutto.
Beh, come ho fatto a capire che è una ragazza? Perché così c’è solo una persona che si veste così ed è la cugina Jinni di Marzia.
La faccio entrare insieme ad un po’ di freddo esterno. Fuori ci sono dieci gradi e lei va’ in giro come se si trovasse al Polo Nord. “Brrr, che freddo”
“Ci sono dieci gradi” commento “Che ti porta qui?”
“Un po’ di calore umano”
“Come mai non sei su in Dolomiti?”
“Ci sarei andata se quell’idiota di Terry non mi avesse piantata in asso”
Terry, il moroso di Jinni, un’idiota biondo platino, dai grandi muscoli e il cervello di un arachide vuota
Lei si sbenda dei vestiti superflui. Getta un po’ a destra e sinistra alla rinfusa, niente appendini. Sotto appare una ragazza, magra e flessuosa, capelli lunghi, neri e ondulati. Il viso magro leggermente cosparso di efelidi, un nasino piccolo e sbarazzino.
Ha un corpo magro nascosto da un lungo maglione a strisce bianche e rosse orizzontali, un paio di jeans attillati e due scarponcini da neve. “Marzia?”
“Lo sai dov’è Marzia”
“Sì, Dolomiti, parenti. Ma, pensavo fosse già tornata”
“No, bollettino meteo nevoso da quelle parti. Dovrà rimanere là”
“Oh” fa lei
“Che è successo con Terry?”
“Voleva saltare la cena di Natale e saltare subito al dunque” sbuffa da bambina imbronciata “Cioè, neanche un po’ di romanticheria”
“Da quant’è che state insieme?”
“Mm, un paio di settimane”
“Ah.. beh”
“Da quando siamo insieme pensa solo a quello, ti pare possibile?”
“Credo sia una cosa normale, per un maschio”
“Ah sì. Tu quanto tempo hai fatto passare prima di scopare mia cugina?”
“MA, che domande…”
“Non fare il timidone” mi si attacca addosso, mi getta le braccia al collo “Un giorno, una settimana, un mese?”
“Stasera doveva essere la prima volta” ammetto con imbarazzo
“Stasera?Prima volta?” si stacca e mi guarda a metà tra lo stupito e l’inorridito “Sei vergine?”
“No ma, con tua cugina.. Sai. Volevo andarci cauto, non essere troppo precipitoso”
“Sette mesi di castità”
“Perché, tu con Terry…”
“Ma va, baci con lingua, qualche toccatina ma, nulla di più. Stasera volevo qualcosa di romantico e invece… Invece lui mi salta fuori dicendo =Jinni, perché non saltiamo queste minchiate del romanticismo e e mi fai un pompino?=”
“Un campione romantico di tutto tondo” commento
“Idiota. E dire che glielo avrei fatto, alla fine, quel dannato pompino”
“Quindi, dove se n’è andato Terry?”
“Spero in un burrone. Ma chi lo vuole il suo grosso uccello?” ancora quella faccia imbronciata
“Ti fermi per cena?” chiedo
“Mi vuoi sedurre?”
“Tradirei la fiducia di Marzia”
“Tanto lei è lontana”
“Tu sei rimasta sola. Io sono rimasto solo. Marzia è tra le montagne con Heidi e il nonno. Non sarà una cena romantica ma, almeno ci facciamo compagnia”
Lei sorride “Andata. Chi ha voglia di tornare a casa?”
“Pronto?”
“Ciao. Come stai?”
“Faccio passare la serata. Tu?”
“E’ arrivata la bufera. Vedessi che roba”
“Eh..”
“Sicuro che vada tutto bene?”
“Insomma. C’è tua cugina Jinni qui”
“Uh come mai?”
“Il sensibile Terry l’ha mollata a piedi”
“Sempre detto che è un imbecille quello lì”
“Beh, mi aiuterà a consumare quello che avevo preparato”
“Cercate di fare i bravi, mi raccomando”
“Sarò una roccia”
Lei ride “Dai che scherzo”
Cena ottima. Jinni si è dimostrata un’ospite frizzante e per nulla noiosa. Ci siamo messi a guardare “Natale in casa Muppett” con Michael Caine nella parte di Scrooge
“Che si fa ora?” dice lei quando il film è finito
“Si va a dormire”
“Vuoi andare a dormire?” mi guarda delusa
“Vuoi sedurmi?”
“Ci avevo pensato, sì”
“Marzia è lontana”
“Sì” uno scatto repentino e mi bacia
La guardo a lungo “Diavolo.. Non” mi bacia ancora
“Scusa ma, è stato più forte di me”
La guardo a lungo. Penso a Marzia, al fatto che è bloccata nella tormenta a decine di chilometri di distanza. Guardo Jinni e penso: = Se lo faccio, mi pentirò =
“Ti va di fare un gioco?”
“Che tipo di gioco?”
“Carta più alta vince”
“Vuoi giocare a strip poker?”
“Qualcosa del genere. Mazzo di carte diviso in due. Alzo una carta. Alta, l’avversario deve togliersi un vestito. Il primo che resta nudo, farà penitenza”
“Interessante. Che tipo di penitenza?”
“Se vinco io, non si farà nulla. Tu rimani così come sei e io ti potrò ammirare senza toccarti”
“E’ più una penitenza per te che per me” dice lei “E se vincessi io?”
Me la gioco una per tutte “Avrai quello che Terry ti ha negato”
“Ci sto” sorride come Tom quando avvista Jerry
Porca miseria. Non so se è fortuna sfacciata oppure sfiga. Dopo avere iniziato ed essere riuscito a toglierle maglione, scarponcini, pantaloni e reggiseno, la fortuna ha volto in favore di lei.
Bel corpicino, devo ammetterlo: magro, carne bianca, tette piccole come mele ma, dall’aspetto succoso, ventre piatto e, un paio di mutandine bianche che lasciavano in trasparenza quello che avevano sotto. Al reggiseno io avevo ancora pantaloni, canottiera e boxer. Poi, non so come o chi, un’infilata di carte alte che mi ha lasciato nudo.
E lei che ride ed esulta battendo le mani, facendo sobbalzare quel corpicino fresco e quelle tette da urlo. L’erezione non ha mancato di farsi sentire, lei se n’è accorta e “Ora” si alza e viene vicino a me “Scelgo il mio premio”
Ci da dentro da cinque minuti e mi sembrano ore. Mi ha mandato in orbita con quel lento succhiare, le labbra che si muovono su e giù, la lingua che sfrega sulla carne. Io, seduto sul divano, le mani intrecciate dietro la nuca, la mente che sembra fatta di trip in technicolor. E lei che succhia, come un calippo in Estate sulla spiaggia. Vorrei non finisse mai, la sensazione provata,l’umido della lingua, lo stimolo del mio uccello. Ogni tanto gli incisivi che grattano la cappella ma, la dolcezza della sua lingua lenisce il fastidio.
Marzia è stata relegata in cantina. La vedo lontana che balla e si diverte in mezzo ai suoi parenti. Magari anche lei si sarà lasciata andare a qualche follia sessuale con qualcuno lì tra i monti?
Jenni stacca con un rumore simile al tappo di una bottiglia di champagne. Sento un forte bruciare e.. Via, un getto d’idrante che vola in aria e si sparpaglia sul tavolino, sul tappeto, sul pavimento, fino al mobile del televisore “Diavolo” afferro un fazzoletto e tampono la fuoriuscita mentre Jenni ride raggomitolata a terra, reggendosi la pancia
“Non c’è niente da ridere” sbuffo “Accidenti, pensavo che ingoiassi”
Mi alzo e vado in bagno per darmi un’asciugata e per cercare un asciugamano “No, non lo faccio mai al primo pompino”
Afferro l’asciugamano, devo togliere le macchie prima che Marzia si faccia degli strani pensieri.. “Non lo fai mai al primo? Quindi, non è la prima volta che lo fai?”
“Certo che no, che credi? Li faccio da quando ho sedici anni”
E adesso ne ha 23. Che troia “Ma non eri vergine?”
“LA mia fichetta è ancora inviolata. Ma la mia bocca e il mio culetto no” ride sbarazzina “Ti ho sconvolto?”
“Beh…” continuo a lavare e pulire. Sono ancora nudo
“Ma, sono stata brava?”
“Una forza”
“Sono contenta” mi abbraccia, mi sbaciucchia “Posso rimanere a dormire qui?”
“Dormire” annuisco. Mi rivesto. Già che ci sono, vado di pigiama “Usa il mio letto. Io resto sul divano”
“Non vuoi dormire con me nel tuo letto?”
“Meglio di no, abbiamo trasgredito abbastanza”
“E dai, Marzia lo sa che sono rimasta qui, no?”
“Sì, ma non sa che mi hai fatto un pompino mentre lei era lontana”
Alla fine l’ha vinta lei. Dormiamo nello stesso letto. Io da una parte e lei dall’altra.
Abbiamo fatto tardi. Vedo le prime luci dell’alba. Sto per addormentarmi quando la sento scivolare su di me, abbracciarmi da dietro, premersi contro di me. Non dico nulla, non reagisco. La mano di lei scivola sul pacco in cerca del mio uccello.
Lo trova, lo afferra, lo massaggia. Lo usa come scaccia pensieri per addormentarsi. Io, di addormentarmi, non ci riesco proprio.
Ma devo averlo fatto perché, mi ritrovo ad aprire gli occhi sulla luce del mattino che entra radente dalla tapparella. “Buon Natale” biascico girandomi verso Jinni. Ma lei non c’è. E io ho l’uccello ancora di fuori.
Mi alzo un po’ stordito e vado in bagno per darmi una lavata. In cucina provengono rumori di stoviglia e di voci. Mi soffermo ad origliare “Dunque, ti sei divertita?”
“Sì. Marco è adorabile”
“Lo hai scopato?”
“No, no. Sono stata attenta a non fare nulla di sconveniente” dice Jenni “Gli ho solo fatto un pompino”
Ecco, sono fottuto “Beh, si è divertito anche lui”
Come?
“E tu, su tra i monti?”
“Niente monti. Ero insieme a Carlo, Paolo e Stefano a Vernazza. Mi sono prese delle libertà.”
“Una gang Bang?”
“Più o meno. Sai, Marco è un ragazzo fantastico ma, è così monotono a volte”
“E’ un ragazzo dolce. Ed è innamorato di te”
“Sicura che non te lo sei scopato?”
“No. Ma anche se fosse, tu ti sei concessa a tre persone differenti”
“Sì, non sono stata leale. Ma…”
“Quand’è la prossima volta che fai un’uscita a quattro?”
“Settimana prossima”
“Allora verrò a fare un giro da queste parti”
Cosa faccio? Entro o non entro?
Potrei entrare, fare finta di niente, salutare Marzia e Jinni con indifferenza. Potrei entrare e fare l’indignato per essere stato usato così dalla due cugine. Potrei rimanere lì, fare finta di nulla e tornare a letto.
“Io vado, allora” dice Jenni “Salutami Marco quando si risveglia”
La sento andare via. Conto fino a cinque poi entro in salotto. Marzia è davanti a me, in vestaglia semi trasparente stretta in vita, nuda. Un fiocco rosso sulla fica, legata a perizoma “Buon Natale, tesoro”
Mi avvicino a lei, decido di far finta di nulla “Buon Natale mio amor” le tolgo la vestaglia e lascio che sia il suo corpo a parlare, così pieno, così morbido. Dimentico il fatto che Jinni mi ha fatto un pompino la sera prima e mi abbia masturbato tutta la notte. Ignoro il fatto che Marzia si sia fatta sbattere da tre uomini in una notte
“Che ne diresti se andassimo di là a scartare il pacchetto?”
=Fine=
"Pronto, tesoro? Ciao, scusa ma, è successo un guaio"
"Guaio? Che guaio?Stai bene?"
"Sì, sì, sto bene ma, temo che resterò bloccata tutta la notte qui dai miei"
"Perchè? Il motivo?"
"Bufera di neve in arrivo. Il bollettino invita la gente a rimanere in casa e non uscire. Per evitare incidenti. Siamo bloccati e chissà quanto tempo ci vorrà"
“Porcaccia”
“Mi dispiace amore. Tanto”
Fisso il cellulare a lungo. La nostra sera di Natale in solitaria guastata da una bufera di neve. Sposto lo sguardo oltre la finestra. Fuori, il sole sta scendendo oltre la linea del mare. Io qui, a guardare il frangersi delle onde. Lei a 500 KM di distanza sulle Dolomiti, a trovare genitori, zii e cugini vari. Lei bloccata da un’imminente bufera di neve. Io, solo come un cane bastonato, a fissare le onde che lambiscono la spiaggia.
Cena prevista a lume di candela sulla terrazza che da verso la spiazza. Antipasti misti, pasta con sugo di tonno, hamburger vegetariano con contorno di patate al forno e panettone sul gran finale. Per il dopo cena, film natalizio in Tv e dopo.. Dopo, festeggiamento ravvicinato di sesso sfrenato.
E invece…
Invece da solo con l’uccello in mano a far finta che mi sto divertendo
Qualcuno bussa alla porta. Vado a vedere chi è. Spero sia Marzia che mi ha fatto uno scherzo. Guardo nello spioncino: la figura di una ragazza imbottita con un pesante giubbotto giallo, cuffia e cappuccio tirato su alla testa, guanti rossi e bianchi e due occhiali che spuntano dal tutto.
Beh, come ho fatto a capire che è una ragazza? Perché così c’è solo una persona che si veste così ed è la cugina Jinni di Marzia.
La faccio entrare insieme ad un po’ di freddo esterno. Fuori ci sono dieci gradi e lei va’ in giro come se si trovasse al Polo Nord. “Brrr, che freddo”
“Ci sono dieci gradi” commento “Che ti porta qui?”
“Un po’ di calore umano”
“Come mai non sei su in Dolomiti?”
“Ci sarei andata se quell’idiota di Terry non mi avesse piantata in asso”
Terry, il moroso di Jinni, un’idiota biondo platino, dai grandi muscoli e il cervello di un arachide vuota
Lei si sbenda dei vestiti superflui. Getta un po’ a destra e sinistra alla rinfusa, niente appendini. Sotto appare una ragazza, magra e flessuosa, capelli lunghi, neri e ondulati. Il viso magro leggermente cosparso di efelidi, un nasino piccolo e sbarazzino.
Ha un corpo magro nascosto da un lungo maglione a strisce bianche e rosse orizzontali, un paio di jeans attillati e due scarponcini da neve. “Marzia?”
“Lo sai dov’è Marzia”
“Sì, Dolomiti, parenti. Ma, pensavo fosse già tornata”
“No, bollettino meteo nevoso da quelle parti. Dovrà rimanere là”
“Oh” fa lei
“Che è successo con Terry?”
“Voleva saltare la cena di Natale e saltare subito al dunque” sbuffa da bambina imbronciata “Cioè, neanche un po’ di romanticheria”
“Da quant’è che state insieme?”
“Mm, un paio di settimane”
“Ah.. beh”
“Da quando siamo insieme pensa solo a quello, ti pare possibile?”
“Credo sia una cosa normale, per un maschio”
“Ah sì. Tu quanto tempo hai fatto passare prima di scopare mia cugina?”
“MA, che domande…”
“Non fare il timidone” mi si attacca addosso, mi getta le braccia al collo “Un giorno, una settimana, un mese?”
“Stasera doveva essere la prima volta” ammetto con imbarazzo
“Stasera?Prima volta?” si stacca e mi guarda a metà tra lo stupito e l’inorridito “Sei vergine?”
“No ma, con tua cugina.. Sai. Volevo andarci cauto, non essere troppo precipitoso”
“Sette mesi di castità”
“Perché, tu con Terry…”
“Ma va, baci con lingua, qualche toccatina ma, nulla di più. Stasera volevo qualcosa di romantico e invece… Invece lui mi salta fuori dicendo =Jinni, perché non saltiamo queste minchiate del romanticismo e e mi fai un pompino?=”
“Un campione romantico di tutto tondo” commento
“Idiota. E dire che glielo avrei fatto, alla fine, quel dannato pompino”
“Quindi, dove se n’è andato Terry?”
“Spero in un burrone. Ma chi lo vuole il suo grosso uccello?” ancora quella faccia imbronciata
“Ti fermi per cena?” chiedo
“Mi vuoi sedurre?”
“Tradirei la fiducia di Marzia”
“Tanto lei è lontana”
“Tu sei rimasta sola. Io sono rimasto solo. Marzia è tra le montagne con Heidi e il nonno. Non sarà una cena romantica ma, almeno ci facciamo compagnia”
Lei sorride “Andata. Chi ha voglia di tornare a casa?”
“Pronto?”
“Ciao. Come stai?”
“Faccio passare la serata. Tu?”
“E’ arrivata la bufera. Vedessi che roba”
“Eh..”
“Sicuro che vada tutto bene?”
“Insomma. C’è tua cugina Jinni qui”
“Uh come mai?”
“Il sensibile Terry l’ha mollata a piedi”
“Sempre detto che è un imbecille quello lì”
“Beh, mi aiuterà a consumare quello che avevo preparato”
“Cercate di fare i bravi, mi raccomando”
“Sarò una roccia”
Lei ride “Dai che scherzo”
Cena ottima. Jinni si è dimostrata un’ospite frizzante e per nulla noiosa. Ci siamo messi a guardare “Natale in casa Muppett” con Michael Caine nella parte di Scrooge
“Che si fa ora?” dice lei quando il film è finito
“Si va a dormire”
“Vuoi andare a dormire?” mi guarda delusa
“Vuoi sedurmi?”
“Ci avevo pensato, sì”
“Marzia è lontana”
“Sì” uno scatto repentino e mi bacia
La guardo a lungo “Diavolo.. Non” mi bacia ancora
“Scusa ma, è stato più forte di me”
La guardo a lungo. Penso a Marzia, al fatto che è bloccata nella tormenta a decine di chilometri di distanza. Guardo Jinni e penso: = Se lo faccio, mi pentirò =
“Ti va di fare un gioco?”
“Che tipo di gioco?”
“Carta più alta vince”
“Vuoi giocare a strip poker?”
“Qualcosa del genere. Mazzo di carte diviso in due. Alzo una carta. Alta, l’avversario deve togliersi un vestito. Il primo che resta nudo, farà penitenza”
“Interessante. Che tipo di penitenza?”
“Se vinco io, non si farà nulla. Tu rimani così come sei e io ti potrò ammirare senza toccarti”
“E’ più una penitenza per te che per me” dice lei “E se vincessi io?”
Me la gioco una per tutte “Avrai quello che Terry ti ha negato”
“Ci sto” sorride come Tom quando avvista Jerry
Porca miseria. Non so se è fortuna sfacciata oppure sfiga. Dopo avere iniziato ed essere riuscito a toglierle maglione, scarponcini, pantaloni e reggiseno, la fortuna ha volto in favore di lei.
Bel corpicino, devo ammetterlo: magro, carne bianca, tette piccole come mele ma, dall’aspetto succoso, ventre piatto e, un paio di mutandine bianche che lasciavano in trasparenza quello che avevano sotto. Al reggiseno io avevo ancora pantaloni, canottiera e boxer. Poi, non so come o chi, un’infilata di carte alte che mi ha lasciato nudo.
E lei che ride ed esulta battendo le mani, facendo sobbalzare quel corpicino fresco e quelle tette da urlo. L’erezione non ha mancato di farsi sentire, lei se n’è accorta e “Ora” si alza e viene vicino a me “Scelgo il mio premio”
Ci da dentro da cinque minuti e mi sembrano ore. Mi ha mandato in orbita con quel lento succhiare, le labbra che si muovono su e giù, la lingua che sfrega sulla carne. Io, seduto sul divano, le mani intrecciate dietro la nuca, la mente che sembra fatta di trip in technicolor. E lei che succhia, come un calippo in Estate sulla spiaggia. Vorrei non finisse mai, la sensazione provata,l’umido della lingua, lo stimolo del mio uccello. Ogni tanto gli incisivi che grattano la cappella ma, la dolcezza della sua lingua lenisce il fastidio.
Marzia è stata relegata in cantina. La vedo lontana che balla e si diverte in mezzo ai suoi parenti. Magari anche lei si sarà lasciata andare a qualche follia sessuale con qualcuno lì tra i monti?
Jenni stacca con un rumore simile al tappo di una bottiglia di champagne. Sento un forte bruciare e.. Via, un getto d’idrante che vola in aria e si sparpaglia sul tavolino, sul tappeto, sul pavimento, fino al mobile del televisore “Diavolo” afferro un fazzoletto e tampono la fuoriuscita mentre Jenni ride raggomitolata a terra, reggendosi la pancia
“Non c’è niente da ridere” sbuffo “Accidenti, pensavo che ingoiassi”
Mi alzo e vado in bagno per darmi un’asciugata e per cercare un asciugamano “No, non lo faccio mai al primo pompino”
Afferro l’asciugamano, devo togliere le macchie prima che Marzia si faccia degli strani pensieri.. “Non lo fai mai al primo? Quindi, non è la prima volta che lo fai?”
“Certo che no, che credi? Li faccio da quando ho sedici anni”
E adesso ne ha 23. Che troia “Ma non eri vergine?”
“LA mia fichetta è ancora inviolata. Ma la mia bocca e il mio culetto no” ride sbarazzina “Ti ho sconvolto?”
“Beh…” continuo a lavare e pulire. Sono ancora nudo
“Ma, sono stata brava?”
“Una forza”
“Sono contenta” mi abbraccia, mi sbaciucchia “Posso rimanere a dormire qui?”
“Dormire” annuisco. Mi rivesto. Già che ci sono, vado di pigiama “Usa il mio letto. Io resto sul divano”
“Non vuoi dormire con me nel tuo letto?”
“Meglio di no, abbiamo trasgredito abbastanza”
“E dai, Marzia lo sa che sono rimasta qui, no?”
“Sì, ma non sa che mi hai fatto un pompino mentre lei era lontana”
Alla fine l’ha vinta lei. Dormiamo nello stesso letto. Io da una parte e lei dall’altra.
Abbiamo fatto tardi. Vedo le prime luci dell’alba. Sto per addormentarmi quando la sento scivolare su di me, abbracciarmi da dietro, premersi contro di me. Non dico nulla, non reagisco. La mano di lei scivola sul pacco in cerca del mio uccello.
Lo trova, lo afferra, lo massaggia. Lo usa come scaccia pensieri per addormentarsi. Io, di addormentarmi, non ci riesco proprio.
Ma devo averlo fatto perché, mi ritrovo ad aprire gli occhi sulla luce del mattino che entra radente dalla tapparella. “Buon Natale” biascico girandomi verso Jinni. Ma lei non c’è. E io ho l’uccello ancora di fuori.
Mi alzo un po’ stordito e vado in bagno per darmi una lavata. In cucina provengono rumori di stoviglia e di voci. Mi soffermo ad origliare “Dunque, ti sei divertita?”
“Sì. Marco è adorabile”
“Lo hai scopato?”
“No, no. Sono stata attenta a non fare nulla di sconveniente” dice Jenni “Gli ho solo fatto un pompino”
Ecco, sono fottuto “Beh, si è divertito anche lui”
Come?
“E tu, su tra i monti?”
“Niente monti. Ero insieme a Carlo, Paolo e Stefano a Vernazza. Mi sono prese delle libertà.”
“Una gang Bang?”
“Più o meno. Sai, Marco è un ragazzo fantastico ma, è così monotono a volte”
“E’ un ragazzo dolce. Ed è innamorato di te”
“Sicura che non te lo sei scopato?”
“No. Ma anche se fosse, tu ti sei concessa a tre persone differenti”
“Sì, non sono stata leale. Ma…”
“Quand’è la prossima volta che fai un’uscita a quattro?”
“Settimana prossima”
“Allora verrò a fare un giro da queste parti”
Cosa faccio? Entro o non entro?
Potrei entrare, fare finta di niente, salutare Marzia e Jinni con indifferenza. Potrei entrare e fare l’indignato per essere stato usato così dalla due cugine. Potrei rimanere lì, fare finta di nulla e tornare a letto.
“Io vado, allora” dice Jenni “Salutami Marco quando si risveglia”
La sento andare via. Conto fino a cinque poi entro in salotto. Marzia è davanti a me, in vestaglia semi trasparente stretta in vita, nuda. Un fiocco rosso sulla fica, legata a perizoma “Buon Natale, tesoro”
Mi avvicino a lei, decido di far finta di nulla “Buon Natale mio amor” le tolgo la vestaglia e lascio che sia il suo corpo a parlare, così pieno, così morbido. Dimentico il fatto che Jinni mi ha fatto un pompino la sera prima e mi abbia masturbato tutta la notte. Ignoro il fatto che Marzia si sia fatta sbattere da tre uomini in una notte
“Che ne diresti se andassimo di là a scartare il pacchetto?”
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