Impiego alternativo
di
Yuko
genere
comici
È sera, ormai. Ci si prepara per andare a letto.
Yuko, in pigiama, entra in bagno mentre Jos si attarda a sistemare alcune riviste negli scaffali, in corridoio.
L'olandese percepisce un rumore, un piccolo scatto meccanico, oltre la porta del bagno, seguito da un rumore di vibrazione ad alta frequenza.
Un rumore che ha già sentito.
Non un rasoio elettrico, Yuko quando si depila le ascelle usa la lametta.
Una sonorità vibrante, regolare.
Di là dalla porta del bagno un oggetto lungo, dalla forma grossolanamente cilindrica, ma piuttosto irregolare, entra ed esce da dentro la donna, si muove al suo interno, indaga ogni anfratto, senza trascurare alcun recesso.
Un oggetto saldamente nelle mani.
La giapponese ogni tanto alza lo sguardo allo specchio che la ritrae mentre armeggia con l'affare elettrico.
Dentro e fuori, irregolarmente.
La vibrazione scorre in superficie, a destra ed a sinistra, in alto ed in basso.
Jos avvicina l'orecchio alla porta, ma non osa entrare.
Un cinema mentale prende forma nella mente perversa del tulipano.
Resta in ascolto, in attesa di qualche gemito, di qualche sospiro, ma la porta attutisce i rumori e la vibrazione elettrica copre le sonorità più discrete.
La donna continua con il suo strumento di benessere.
Una schiumina bianca lo avvolge e comincia a fuoriuscire dalle labbra della ragazza.
Jos sente il sangue gonfiargli l'orgoglio virile.
Come se ce ne fosse bisogno, ne prende atto con la mano.
Non ce la fa più, deve vedere, vuole assistere.
Apre lentamente la porta e vede la donna, lì, davanti allo specchio, l'espressione soddisfatta.
Lei si gira e lo vede, ma non si distrae e prosegue. L'oggetto cambia di mano, per raggiungere punti nascosti e più profondi.
“Yuko...”
“Mmmm?”
“Ti stai facendo un pompino col vibratore?”
“Eeeeh???”
“Cazzo fai col vibratore in bocca?”
“Mi sto lavando i denti, rincoglionito!” la donna scuote la testa rassegnata.
“Col vibratore???”
“È lo spazzolino da denti elettrico, demente!” e, sicura del fatto che ce ne sia bisogno, mostra l'oggetto al fidanzato.
Lui fa finta di nulla e sorride malizioso.
'Una battaglia persa' pensa la nipponica con un sospiro che ammette una sconfitta.
“Ma non si deve infilare da un'altra parte?” continua lui, senza demordere dal giochetto idiota.
“Sì, così mi faccio un 'brushing' vaginale. Ma che male! Prova tu!”
“Tesoro, ma io non ho una vagina”
“Infilatelo da qualche altra parte, aguzza l'ingegno!”
“Nel culo?”
“Bingo!”
“Il tuo spazzolino da denti?”
Non ce la fa più, la giapponese, e scoppia a ridere. “Sì, per un alito fresco e profumato!”
Inutile rispondere, meglio fare cadere il discorso.
“Ma se volevi un po' di sesso orale, bastava dirmelo” continua lui, imperterrito, raccogliendo un discorso rimasto in sospeso.
Yuko sorride. Lo guarda ancora e ancora scuote la testa. 'Ma dove l'ho pescato questo... questo...' non le viene il termine. Ce ne sarebbero centinaia, ma nessuno sarebbe sufficiente.
“Eeh?” non molla, l'arrapato, insiste nel suo giochetto da ragazzino delle medie.
Si avvicina alla ragazza, le mani si infilano sotto il suo pigiama, risalgono lungo il ventre, fino a cozzare contro il seno morbido e liscio che si staglia netto ad interrompere la regolarità della pancia.
Come l'onda sugli scogli, le carezze risalgono sui seni arrestandosi sui capezzoli.
“Vuoi giocherellare con qualcosa che vibra? Qualcosa in bocca?” cerca di stimolarla l'olandese, mentre continua con le carezze.
Lei sorride; non cede alle lusinghe, ma lascia fare.
Poi, con gesto improvviso, si china sul lavandino e sputa una bella sboccata di schiuma bianca.
“Oh!” fa lui con un'espressione di delusione, “niente ingoio?”
Lei si alza e lo guarda con commiserazione.
“Jos, ti è scivolato il cervello nella cappella?”
Adesso è lui che ride.
Si avvicina e lecca la schiuma bianca intorno alle labbra della sua donna.
Yuko si ritrae inorridita.
“Ma che schifo!”
“Fragranza di mentolo...”
“Sì” conclude la giapponese con aria sconfitta “ ti è proprio scivolato l'encefalo nel glande” linguaggio forbito. “Del resto ci sta anche largo, e dire che non è che poi tu sia così dotato in fatto di corpi cavernosi!”
Lui fa un'espressione contrita, mentre la donna si sciacqua rumorosamente la bocca.
Ride, l'asiatica, e poi scodella una sorsata di acqua e schiuma nel lavandino.
Ora sorride, un sorriso candido e fresco. I suoi occhi si allungano e contemplano il suo uomo, quello che rimane di un relitto umano. Così è, se l'è trovato così e di questo si è innamorata.
“Jos, ma in Olanda, quando eri piccolo, sei mai caduto dalla bicicletta?”
“Eeeh! Chissà quante volte!”
“E i tuoi, non potevano metterti il caschetto, invece che farti spappolare il cervellino?”
Ride. Ride lui e ride lei. Si guardano, mentre Yuko si asciuga la bocca.
Ormai non c'è più nulla da fare. A qualcuna doveva capitare, e Yuko si sacrificherà per l'umanità.
“Vieni, pervertito” conclude prendendolo per mano.
Continua a ridere delle idiozie che il suo compagno ogni sera ed ogni mattino trova per strapparle un candido sorriso, quell'espressione, quegli occhi sottili.
La giapponese sospira ancora, perdendosi in quell'espressione beata ed appagata che il compagno le ostenta, fiero dei suoi giochetti infantili.
Fingendo indifferenza se lo porta in camera da letto.
Lui si lascia condurre, come un bambino.
“Ti faccio vedere io, ora, come si fa un pompino”
“Eee... il vibratore?” risponde lui quasi deluso.
“Calma, ti mostro come si usa”
“Mentre mi fai il pompino?”
“Cosa credi?” fa lei, quasi risentita. “Hai trovato una donna dalle mille risorse!”
Yuko, in pigiama, entra in bagno mentre Jos si attarda a sistemare alcune riviste negli scaffali, in corridoio.
L'olandese percepisce un rumore, un piccolo scatto meccanico, oltre la porta del bagno, seguito da un rumore di vibrazione ad alta frequenza.
Un rumore che ha già sentito.
Non un rasoio elettrico, Yuko quando si depila le ascelle usa la lametta.
Una sonorità vibrante, regolare.
Di là dalla porta del bagno un oggetto lungo, dalla forma grossolanamente cilindrica, ma piuttosto irregolare, entra ed esce da dentro la donna, si muove al suo interno, indaga ogni anfratto, senza trascurare alcun recesso.
Un oggetto saldamente nelle mani.
La giapponese ogni tanto alza lo sguardo allo specchio che la ritrae mentre armeggia con l'affare elettrico.
Dentro e fuori, irregolarmente.
La vibrazione scorre in superficie, a destra ed a sinistra, in alto ed in basso.
Jos avvicina l'orecchio alla porta, ma non osa entrare.
Un cinema mentale prende forma nella mente perversa del tulipano.
Resta in ascolto, in attesa di qualche gemito, di qualche sospiro, ma la porta attutisce i rumori e la vibrazione elettrica copre le sonorità più discrete.
La donna continua con il suo strumento di benessere.
Una schiumina bianca lo avvolge e comincia a fuoriuscire dalle labbra della ragazza.
Jos sente il sangue gonfiargli l'orgoglio virile.
Come se ce ne fosse bisogno, ne prende atto con la mano.
Non ce la fa più, deve vedere, vuole assistere.
Apre lentamente la porta e vede la donna, lì, davanti allo specchio, l'espressione soddisfatta.
Lei si gira e lo vede, ma non si distrae e prosegue. L'oggetto cambia di mano, per raggiungere punti nascosti e più profondi.
“Yuko...”
“Mmmm?”
“Ti stai facendo un pompino col vibratore?”
“Eeeeh???”
“Cazzo fai col vibratore in bocca?”
“Mi sto lavando i denti, rincoglionito!” la donna scuote la testa rassegnata.
“Col vibratore???”
“È lo spazzolino da denti elettrico, demente!” e, sicura del fatto che ce ne sia bisogno, mostra l'oggetto al fidanzato.
Lui fa finta di nulla e sorride malizioso.
'Una battaglia persa' pensa la nipponica con un sospiro che ammette una sconfitta.
“Ma non si deve infilare da un'altra parte?” continua lui, senza demordere dal giochetto idiota.
“Sì, così mi faccio un 'brushing' vaginale. Ma che male! Prova tu!”
“Tesoro, ma io non ho una vagina”
“Infilatelo da qualche altra parte, aguzza l'ingegno!”
“Nel culo?”
“Bingo!”
“Il tuo spazzolino da denti?”
Non ce la fa più, la giapponese, e scoppia a ridere. “Sì, per un alito fresco e profumato!”
Inutile rispondere, meglio fare cadere il discorso.
“Ma se volevi un po' di sesso orale, bastava dirmelo” continua lui, imperterrito, raccogliendo un discorso rimasto in sospeso.
Yuko sorride. Lo guarda ancora e ancora scuote la testa. 'Ma dove l'ho pescato questo... questo...' non le viene il termine. Ce ne sarebbero centinaia, ma nessuno sarebbe sufficiente.
“Eeh?” non molla, l'arrapato, insiste nel suo giochetto da ragazzino delle medie.
Si avvicina alla ragazza, le mani si infilano sotto il suo pigiama, risalgono lungo il ventre, fino a cozzare contro il seno morbido e liscio che si staglia netto ad interrompere la regolarità della pancia.
Come l'onda sugli scogli, le carezze risalgono sui seni arrestandosi sui capezzoli.
“Vuoi giocherellare con qualcosa che vibra? Qualcosa in bocca?” cerca di stimolarla l'olandese, mentre continua con le carezze.
Lei sorride; non cede alle lusinghe, ma lascia fare.
Poi, con gesto improvviso, si china sul lavandino e sputa una bella sboccata di schiuma bianca.
“Oh!” fa lui con un'espressione di delusione, “niente ingoio?”
Lei si alza e lo guarda con commiserazione.
“Jos, ti è scivolato il cervello nella cappella?”
Adesso è lui che ride.
Si avvicina e lecca la schiuma bianca intorno alle labbra della sua donna.
Yuko si ritrae inorridita.
“Ma che schifo!”
“Fragranza di mentolo...”
“Sì” conclude la giapponese con aria sconfitta “ ti è proprio scivolato l'encefalo nel glande” linguaggio forbito. “Del resto ci sta anche largo, e dire che non è che poi tu sia così dotato in fatto di corpi cavernosi!”
Lui fa un'espressione contrita, mentre la donna si sciacqua rumorosamente la bocca.
Ride, l'asiatica, e poi scodella una sorsata di acqua e schiuma nel lavandino.
Ora sorride, un sorriso candido e fresco. I suoi occhi si allungano e contemplano il suo uomo, quello che rimane di un relitto umano. Così è, se l'è trovato così e di questo si è innamorata.
“Jos, ma in Olanda, quando eri piccolo, sei mai caduto dalla bicicletta?”
“Eeeh! Chissà quante volte!”
“E i tuoi, non potevano metterti il caschetto, invece che farti spappolare il cervellino?”
Ride. Ride lui e ride lei. Si guardano, mentre Yuko si asciuga la bocca.
Ormai non c'è più nulla da fare. A qualcuna doveva capitare, e Yuko si sacrificherà per l'umanità.
“Vieni, pervertito” conclude prendendolo per mano.
Continua a ridere delle idiozie che il suo compagno ogni sera ed ogni mattino trova per strapparle un candido sorriso, quell'espressione, quegli occhi sottili.
La giapponese sospira ancora, perdendosi in quell'espressione beata ed appagata che il compagno le ostenta, fiero dei suoi giochetti infantili.
Fingendo indifferenza se lo porta in camera da letto.
Lui si lascia condurre, come un bambino.
“Ti faccio vedere io, ora, come si fa un pompino”
“Eee... il vibratore?” risponde lui quasi deluso.
“Calma, ti mostro come si usa”
“Mentre mi fai il pompino?”
“Cosa credi?” fa lei, quasi risentita. “Hai trovato una donna dalle mille risorse!”
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