Luca
di
LILLO
genere
incesti
Luca non è stato il mio primo uomo, anzi, ne ho avuti prima di lui, e parecchi, ma è stato il primo che ho presentato a Mamma.
Mamma ha scoperto presto la mia omosessualità, le mamme hanno una marcia in più, aveva capito il mio comportamento, la mia inclinazione, e pur cercando di dissuadermi, e facendomi aiutare da psicologi, ha dovuto arrendersi, la diagnosi, era sempre quella, signora suo figlio è omosessuale, e col passare del tempo, la sua natura esploderà, stà a lei se aiutarlo o ostacolarlo.
Mi aiutò, ci trasferimmo a Milano in una zona anonima, dove da subito mi presentò come una femmina, mi ricordo, quando mi regalò i primi slip e i primi reggiseni, per poi passare ai vestiti e scarpe, e poi insieme a fare spese.
Entravamo nei negozi, provavo i vestitini, le gonne le camicette, per poi passare a slip e reggiseno, e crescendo a cose più particolari.
Mi ricordo i miei primi tacchi dieci, avevo appena compiuto diciotto anni, mi regalò scarpe, reggicalze calze, e un vestitino a fiori era primavera, la commessa si complimentava con lei per la bellezza della figlia, se solo avesse saputo, si sarebbe ricreduta.
La mia vita era al femminile, con complicate operazioni il mio nome divenne femminile, e così i miei documenti, dovevo solo stare attenta a non scoprirmi, e così, non feci mai lezione di ginnastica con un certificato medico che mi esentava, troppo rischioso, potevano vedere il mio pene, che crebbe come a tutti i ragazzi raggiunta la giusta età.
Il mio era un bel cazzo, mamma mi insegnò a nasconderlo, e a ritrarre i testicoli, non c'erano problemi trà noi, la nudità era prassi, spesso mi masturbavo in sua presenza, sapeva benissimo che frequentavo maschi e che la mia verginità era un lontano ricordo, a volte, in momenti nostri, particolari, io e lei abbiamo avuto rapporti sessuali, mi piaceva scopare con lei, o farmi scopare da lei, e così, siamo arrivate al giorno che le presentai Luca.
Luca era un collega che avevo iniziato a frequentare alcuni mesi prima, e dopo alcune cene, finii nel suo letto, dove scoprì di avere un collega , non una collega, ma la cosa non lo fermò, anzi, passammo una notte da favola, mi fece godere come una troia, e nei mesi seguenti, volle che mi prendessi la sua verginità, cosa che feci con amore.
Così decisi di invitarlo a casa una sera per una cena e presentarlo a Mamma, lui accettò, tornai a casa e lo dissi a Mamma, ne fù entusiasta, e mi fece mille domande, chi era se sapesse di mè ecc, risposi a tutte le dissi anche che lo avevo sverginato e che sapeva di mè e lei.
La sera della cena Luca si presentò con un mazzo di fiori per Mamma, che gli aprì la porta, indossando una camicetta di pizzo, aderente, che mostrava una parte del seno, sprovvisto di reggiseno, reggicalze, calze gonna cortissima con spacco e tacco dieci, Luca rimase basito.
Lo fece accomodare in sala, e camminando gli mostrava il suo favoloso culo, gli offrì un aperitivo, e mentre facevano il solito cin cin le tette di mamma spingevano il tessuto della camicetta, e i capezzoli spuntavano con prepotenza dal tessuto.
Io li raggiunsi poco dopo, entrai in sala, e mi avvicinai ai due, accarezzai Luca e dissi, ei, devi scopare mè, non ia Madre, e lo baciai, poi mi rivolsi a lei, sei stupenda, e le toccai il seno, e le baciai le labbra, le infilai la lingua in bocca e poi mi occupai di Luca, che quando mi guardò rimase senza parole.
sapevo che mia madre avrebbe rubato la scena, e così mi presentai in reggicalze calze, reggiseno e tacchi dodici, niente altro che un bel rossetto rosso.
Il mio cazzo era durissimo, svettava, scappellato, baciai Luca, e mi girai, indicai il culo e dissi, questo è tuo amore, indicando il cazzo dissi a mamma e questo è tuo.
Cenammo , Luca era sudato, mamma aveva aperto la camicetta e il seno ballonzolava io trà il primo e il secondo mi infilai sotto il tavolo e gli feci un pompino da urlo, bevendo il suo sperma, ma al dolce, mamma ci stupì, ci chiamò dalla sala, era stesa sul tappeto, nuda con i soli tacchi e sui seni, sul ventre e sulla figa aveva spalmato il dolce.
Luca, dopo aver leccato la panna dai seni, non resistette, si spogliò, e infilò il cazzo nella vaggina di mamma, trà le fragole e la panna, che portò all'interno e se la scopò a lungo, e quando venne in mamma, fù il mio turno, mi misi trà le sue coscie e leccai lo sperma del mio uomo.
Poi mamma sollevò le gambe e mi offrì il culo, che sfondai immediatamente, e pregai Luca di montarmi, formando un trenino da favola.
per il periodo che io e Luca fummo amanti, mamma era parte integrante del nostro letto, poi lasciai Luca, e iniziai a prostituirmi, fù un amico a convincermi, visto che ero bella e troia, mamma mi aiutò, e grazie a lei sono diventata una delle più belle trans di Milano.
Ora sono anziana, lei non c'è più, e sono la moglie di un facoltoso uomo della Bergamasca, fedele solo a lui, e pur non essendo più un giovanotto tutte le notti mi spara 30 centimetri di cazzo nodoso nel culo.
Mamma ha scoperto presto la mia omosessualità, le mamme hanno una marcia in più, aveva capito il mio comportamento, la mia inclinazione, e pur cercando di dissuadermi, e facendomi aiutare da psicologi, ha dovuto arrendersi, la diagnosi, era sempre quella, signora suo figlio è omosessuale, e col passare del tempo, la sua natura esploderà, stà a lei se aiutarlo o ostacolarlo.
Mi aiutò, ci trasferimmo a Milano in una zona anonima, dove da subito mi presentò come una femmina, mi ricordo, quando mi regalò i primi slip e i primi reggiseni, per poi passare ai vestiti e scarpe, e poi insieme a fare spese.
Entravamo nei negozi, provavo i vestitini, le gonne le camicette, per poi passare a slip e reggiseno, e crescendo a cose più particolari.
Mi ricordo i miei primi tacchi dieci, avevo appena compiuto diciotto anni, mi regalò scarpe, reggicalze calze, e un vestitino a fiori era primavera, la commessa si complimentava con lei per la bellezza della figlia, se solo avesse saputo, si sarebbe ricreduta.
La mia vita era al femminile, con complicate operazioni il mio nome divenne femminile, e così i miei documenti, dovevo solo stare attenta a non scoprirmi, e così, non feci mai lezione di ginnastica con un certificato medico che mi esentava, troppo rischioso, potevano vedere il mio pene, che crebbe come a tutti i ragazzi raggiunta la giusta età.
Il mio era un bel cazzo, mamma mi insegnò a nasconderlo, e a ritrarre i testicoli, non c'erano problemi trà noi, la nudità era prassi, spesso mi masturbavo in sua presenza, sapeva benissimo che frequentavo maschi e che la mia verginità era un lontano ricordo, a volte, in momenti nostri, particolari, io e lei abbiamo avuto rapporti sessuali, mi piaceva scopare con lei, o farmi scopare da lei, e così, siamo arrivate al giorno che le presentai Luca.
Luca era un collega che avevo iniziato a frequentare alcuni mesi prima, e dopo alcune cene, finii nel suo letto, dove scoprì di avere un collega , non una collega, ma la cosa non lo fermò, anzi, passammo una notte da favola, mi fece godere come una troia, e nei mesi seguenti, volle che mi prendessi la sua verginità, cosa che feci con amore.
Così decisi di invitarlo a casa una sera per una cena e presentarlo a Mamma, lui accettò, tornai a casa e lo dissi a Mamma, ne fù entusiasta, e mi fece mille domande, chi era se sapesse di mè ecc, risposi a tutte le dissi anche che lo avevo sverginato e che sapeva di mè e lei.
La sera della cena Luca si presentò con un mazzo di fiori per Mamma, che gli aprì la porta, indossando una camicetta di pizzo, aderente, che mostrava una parte del seno, sprovvisto di reggiseno, reggicalze, calze gonna cortissima con spacco e tacco dieci, Luca rimase basito.
Lo fece accomodare in sala, e camminando gli mostrava il suo favoloso culo, gli offrì un aperitivo, e mentre facevano il solito cin cin le tette di mamma spingevano il tessuto della camicetta, e i capezzoli spuntavano con prepotenza dal tessuto.
Io li raggiunsi poco dopo, entrai in sala, e mi avvicinai ai due, accarezzai Luca e dissi, ei, devi scopare mè, non ia Madre, e lo baciai, poi mi rivolsi a lei, sei stupenda, e le toccai il seno, e le baciai le labbra, le infilai la lingua in bocca e poi mi occupai di Luca, che quando mi guardò rimase senza parole.
sapevo che mia madre avrebbe rubato la scena, e così mi presentai in reggicalze calze, reggiseno e tacchi dodici, niente altro che un bel rossetto rosso.
Il mio cazzo era durissimo, svettava, scappellato, baciai Luca, e mi girai, indicai il culo e dissi, questo è tuo amore, indicando il cazzo dissi a mamma e questo è tuo.
Cenammo , Luca era sudato, mamma aveva aperto la camicetta e il seno ballonzolava io trà il primo e il secondo mi infilai sotto il tavolo e gli feci un pompino da urlo, bevendo il suo sperma, ma al dolce, mamma ci stupì, ci chiamò dalla sala, era stesa sul tappeto, nuda con i soli tacchi e sui seni, sul ventre e sulla figa aveva spalmato il dolce.
Luca, dopo aver leccato la panna dai seni, non resistette, si spogliò, e infilò il cazzo nella vaggina di mamma, trà le fragole e la panna, che portò all'interno e se la scopò a lungo, e quando venne in mamma, fù il mio turno, mi misi trà le sue coscie e leccai lo sperma del mio uomo.
Poi mamma sollevò le gambe e mi offrì il culo, che sfondai immediatamente, e pregai Luca di montarmi, formando un trenino da favola.
per il periodo che io e Luca fummo amanti, mamma era parte integrante del nostro letto, poi lasciai Luca, e iniziai a prostituirmi, fù un amico a convincermi, visto che ero bella e troia, mamma mi aiutò, e grazie a lei sono diventata una delle più belle trans di Milano.
Ora sono anziana, lei non c'è più, e sono la moglie di un facoltoso uomo della Bergamasca, fedele solo a lui, e pur non essendo più un giovanotto tutte le notti mi spara 30 centimetri di cazzo nodoso nel culo.
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