03 - Lo stupro di Monica (Parte II il culo)
di
Ivofosco
genere
dominazione
Seguito di Lo stupro di Monica (Parte I la fica)
- Come - disse impaurita Monica - Che significa?
- Dico che è ora che qualcuno ti faccia capire i rischi che corre il tuo culo se continui a mostrarlo in discoteca, con estrema disinvoltura e spregiudicatezza, impunemente coperto da una striscia di stoffa che qualcuno ha il coraggio di chiamare gonna che copre a malapena il pelo lasciandoti scoperte le chiappette.
Dopo che ti avrò fatto il culo sono sicuro che ti passerà la voglia di fare la rizzacazzi in giro per i locali.
- Togliti questa idea dalla testa! Non l’ho mai fatto e non ho nessuna intenzione di fqrmelo fare. La sodomia oltre che dolorosa è un atto oltraggioso e contro natura; secoli fa chi la praticava veniva scomunicato. Inoltre a farlo ci si sporca e, a detta di chi l’ha provata, fa un male cane e io non ho nessuna intenzione di soffrire.
- Qui ti do ragione perché è dolorosa specialmente se Il sodomizzatore ha un cazzo lungo e largo come il mio in più, se la sodomizzanda è vergine come te, sono veramente dolori! Chiara lo sa bene e fa di tutto per evitarlo: dopo ogni inculata il culo le fa talmente male da non potersi sedere ed è costretta a camminare a gambe larghe.
- Vaffanculo Fatmir sei proprio uno stronzo - disse Laura - non mi sembrano cose da dire a una verginella che sta per essere inculata.
- Stai zitta e ringrazia la verginella che oggi ti ha salvato il culo.
Monica impaurita iniziò a piangere.
- Vedi cara, la prima volta è un’esperienza che ti segna per la vita. Come non puoi scordare il cazzo che ti ha sverginata, a maggior ragione ricorderai per sempre quello che aprirá il tuo culo. Se a farlo sarà chi ti ama lo farà con calma e pazienza dando tempo all’ano di dilatarsi per farlo abituare. Purtroppo per te, dato che nemmeno ti conosco, non starò a perdere tempo ma godrò nel sentire il vergine sfintere stringermi il cazzo. Non mi farò scrupoli e, pensando solo al mio piacere, non mi farò impietosire ne dalle tue grida ne dalle tue lacrime perché ti assicuro che piangerai come un vitello quando il cazzo inizierà a scorrere fra le chiappe. Ti sembrerà di morire ma sarà solo il culo che si sta rompendo e alla fine il tuo bel sederino non sarà più vergine.
Monica impaurita da quelle parole corse velocemente verso la porta sperando di fuggire ma Laura, intuendo le sue intenzioni, glielo impedì sbarrandole la strada.
- Ragazza non essere sciocca! Non farmi pentire di averti lubrificato con quelle supposte! Fai la brava e lasciati sodomizzare; se ti rassegni e non fai storie vedrai che in poco tempo ci spicciamo e ce ne torniamo a casa. Devi capire che a questo punto non hai scampo; da qui te ne andrai solo dopo che ti avrà inculato e se per farlo dovrà usare la forza non si farà nessuno scrupolo, quindi se vuoi un consiglio, ti conviene fare la brava e lasciarlo fare. D’altronde non mi capacito proprio come mai nessuno ancora si sia preso la briga sverginartelo visto che ti piace tanto sbandierarlo ai quattro venti.
- Perché mi volete fare questo? Che vi ho fatto? Non vi basta avermi distrutto la fica e fatto ingoiare quell'enorme cazzo? Perché proprio io?
- Che c’è zoccoletta adesso ti fai prende dalla paura? - Disse Fatmir - Mi pare che ti piacesse vedere i maschi con la bava alla bocca quando gli sbattevi in faccia le tue chiappe sode. Chissà in quanti, vedendole sculettare, si saranno masturbati pensando di poterle penetrare. Avresti dovuto saperlo che a sbandierare il fazzoletto rosso davanti al toro prima o poi si finisce incornate.
Monica cercò di dissuaderlo supplicandolo in tutti i modi. Arrivò anche a offrirgli dei soldi per evitare la sodomizzazione ma Fatmir non si lascio corrompere.
- Smettila di lamentarti, non farla tanto lunga e fattene una ragione; dato che per te è la prima volta, sarò buono e ti farò scegliere come essere sverginata.
- Che vuol dire?
- Vuol dire che se non fai storie e ti lasci sodomizzare cercherò di sverginarti con calma, se invece ti ribelli cercando di opporti all’inculata dopo averti fatto il culo a strisce a forza di cinghiate, ti farò tenere ferma da questi due e te lo schiafferò nel culo senza tanti riguardi sfasciandoti l’occhiello.
Monica corse in camera tuffandosi a pancia sotto sul letto, sbattendo gambe e braccia in preda ad una crisi isterica, strillando che non aveva nessuna intenzione di farsi inculare. Io e Fatmir ci accendemmo una sigaretta sorseggiando un whisky nell'attesa dello stupro. Confesso che mi ero eccitato ma ero anche preoccupato per la sorte della ragazza. Laura le si avvicinò e accarezzandole i capelli cercò di tranquillizzarla dicendo:
- Non fare così cerca di stare calma. Te lo ripeto ancora una volta, il tuo culo non ha più scampo; te lo farà volente o nolente
Ti ho già inserito due supposte di glicerina che in questo momento sciogliendosi stanno lubrificando il retto internamente, adesso ti ungo anche l'ano, ma tu cerca di collaborare. Quando sentirai la cappella spingere non contrarre i muscoli, e, una volta entrata, sappi che la parte più dolorosa è terminata. Vedi di non farla uscire altrimenti deve infilzarti di nuovo. La dilatazione dello sfintere è la parte più straziante. Evita questo dentro e fuori.
- Dici bene Chiara ma nel culo devo prenderlo io!
Laura sentendosi chiamare Chiara si rassicurò. La droga stava facendo effetto, la ragazza era disorientata. Se il giorno seguente le avesse chiesto qualcosa, lei avrebbe risposto di averla vista allontanarsi in compagnia di un’amica che non conosceva.
- Che credi che non me lo sia preso nel culo pure io? Guarda che la festa l'hanno fatta anche a me e come te non avevo nessuna voglia di farmi inculare. In più ero anche più piccola e completamente vergine; prima di quel giorno non avevo mai visto un cazzo in vita mia. I miei avevano affittato casa vicino Sperlonga a meno di un chilometro da una stupenda spiaggia libera con dune di sabbia che nascondevano la vegetazione. Fuori stagione la spiaggia era deserta, noi tre arrivavamo la mattina, pranzavamo in spiaggia e poi, verso le cinque i miei tornavano a casa, lasciandomi da sola a godermi gli ultimi raggi di sole. Approfittando della solitudine mi sfilavo il pezzo di sopra del bikini per abbronzarmi le tette. A volte mentre ero a prona, abbassavo anche gli slip per togliere il segno del costume. Alle 18:30 tornavo a casa. Purtroppo qualche venditore ambulante doveva aver notato le nostre abitudini, e, un bel giorno, dopo che i miei se ne erano andati, mentre ero addormentata a pancia sotto, mi sentii afferrare per le braccia e per le gambe da due tizi dalla pelle olivastra che in un attimo mi portarono dietro la duna. Urlavo cercando di attirare l'attenzione, ma, immediatamente mi tapparono la bocca. Uno dei due andò a prendere la borsa e l’asciugamano per non lasciare tracce della mia presenza. Mi mise in bocca la palla con cui giocavo a racchettoni imbavagliandomi con un fazzoletto. Tremavo come una foglia pensavo mi volessero sequestrare.
Poi, con calma, stesero sulla sabbia il mucchio di camicioni colorati che vendevano e mi ci fecero stendere a pancia sotto. I seni erano già al vento e in un attimo gli slip fecero la stessa fine. Capii che quel giorno sarei diventata donna, mi avrebbero stappato la fica stracciandomi l’imene. Non volevo assolutamente perdere la verginità in quel modo e cercai di divincolarmi. Non potendo gridare agitavo la testa. Uno dei due si mise davanti tenendomi ferma per le spalle. L'altro togliendosi il caftano mise in mostra la scimitarra con la quale sarei stata giustiziata. Non sto a riferirti i dettagli, non mi sembra proprio il caso di anticipare, le sofferenze che proverai. Sappi solo che quel giorno, tornai a casa camminando a gambe larghe con la fica e il culo rotti. Mi fecero il servizio completo aprendomi davanti e dietro. Il primo vide bene di ridurmi in brandelli l’imene senza nemmeno sapere che ci fosse, vista la rapidità e la violenza con cui lo fece.
Non avrei mai immaginato che a togliermi la verginità sarebbe stato il cazzo mostruoso di un egiziano puzzolente! Il porco che mi teneva schiacciata in terra aveva un cazzo ancora più grosso dell'amico. Voleva assolutamente infilarmelo in bocca e per farlo lo strusciava sulla sabbia. Quando fu il suo turno, decise di prendersi anche lui qualcosa di vergine e, senza pulirsi, in un attimo me lo ritrovai tutto quanto nel sedere. Pensa tu la sofferenza che patii nel farmi sfasciare l'occhiello da un anaconda piena di sabbia! Sembrava non finisse mai, più strillavo più lui spingeva non arrivava mai alla fine. Il peggio comunque è venuto quando ha iniziato fare su e giù. Ovviamente una volta che i loro cazzi ripresero vigore chi mi aveva scopato volle incularmi e viceversa.
Per finire mi costrinsero a cavalcare uno di loro che mi strinse a se con le braccia schiacciandomi il seno sul suo torace. Il compare si sistemò dietro e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, cercò di infilarmelo nel sedere. La cosa fu molto complicata perchè con la fica piena il buco si restringe e il porco per riuscire a entrare dovette spingere con forza. Penso che le mie urla si siano sentite fino a Gaeta! Prendere due cazzi contemporaneamente in fica e in culo è sempre un esperienza dolorosa anche per donne navigate. Pensa quanto ho sofferto io che fino a mezz’ora prima non sapevo nemmeno come era fatto il cazzo!
Lo stupro terminò solamente quando senti lo sperma riempirmi nuovamente la fica e il culo. Solo allora se ne andarono portandosi via le loro cose e lasciandomi inerme in terra. Per sfregio chi mi aveva inculata per ultimo si puli il cazzo con il mio costume.
Toccandomi sotto vidi del sangue sulle mani. Camminando con difficoltà raggiunsi il mare per sciacquarmi e per mandar via la puzza del sudore che mi si era appiccicata sulla pelle. Avevo lo stimolo di fare la cacca. L'aria che mi avevano pompato negli intestini, con una lunga flatulenza, uscì portandosi dietro buona parte di quella robaccia con cui mi avevano riempito il retto. Il buco dietro sembrava paralizzato, nonostante gli sforzi non riuscivo a stringerlo. Le dita continuavano a sporcarsi di sangue e non riuscivo a capire se provenisse dalla fica o dal sedere. Probabilmente per farmelo entrare nel culo durante la doppia penetrazione aveva dovuto forzare talmente tanto che, oltre a rompermi lo sfintere, mi aveva anche lacerato la mucosa!
Cercai di ripulire lo slip sporco di sangue e di merda sfregandolo sulla sabbia. Misi un assorbente e tornai a casa camminando a gambe larghe. Quella sera non cenai non potendo assolutamente stare seduta. Ai miei dissi che mi era venuto il ciclo e che avevo un trenendo mal di pancia. Ho passato tutta la notte con le gambe aperte, il sedere in aria e la borsa del ghiaccio in mezzo alle chiappe. Per tutta la notte ripensai a quello che era successo: la mia prima volta non andò per niente come avevo immaginato. Essere spulzellata da due principi azzurri non è cosa da tuttI giorni specialmente se oltre a stapparti davanti decidono di aprirti anche dietro e per non farti mancare niente ti fanno provare anche a prenderne due insieme..
Per una settimana non sono potuta andare in bicicletta e fortunatamente non rimasi incinta. Il buco dietro è rimasto aperto per giorni e non ti dico quanto soffrivo ogni volta che facevo la cacca.
Pensare alla denuncia? Assolutamente no! Una mia compagnia di scuola, violentata come me, denunciò lo stupro spalleggiata da amiche spavalde e intrepide, coraggiose esclusivamente se non coinvolte in prima persona. Morale? Quei bastardi, assistiti da bravi avvocati, con il beneficio della condizionale non fecero neanche un giorno di galera. Furono condannati a un anno da trascorrere ai servizi sociali. In compenso tutti erano a conoscenza dell'oltraggio capitato alla mia amica, alla quale avevano affibbiato la patente di "rotta in culo". Un giorno, incontrandola in strada, uno degli stupratori, ebbe anche il coraggio di deriderla:
- Ciao dolcezza come stai? Ti fa ancora male il sederino? Se vuoi riprovare, sono sempre a disposizione!
Io non avrei aggiunto al danno la beffa! Non volevo avere anch'io la patente di "rotta in culo". Una volta presa questa cazzo di patente, ogni maschio si sente autorizzato a farti guidare la macchina.
- Perché non vuoi guidare la mia macchina? La patente ce l'hai?
Ragazza mia, dopo quell'episodio, l'unica macchina che ho guidato è stata quella di Fatmir! Purtroppo me la fa guidare spesso. Lui é il miglior istruttore di scuola guida di tutta Roma. Ha rilasciato la patente a un mucchio di ragazze come te e a tante donne che, per vari motivi, non avevano avuto il tempo di prenderla.
Fatti coraggio perché da questo letto ti alzerai anche tu con la tua bella patente fresca di stampa.
Proverai anche tu, come me e tutte quelle che ci sono già passate, la sofferenza della prima sodomizzazione. Quando tornerai a casa avrai anche tu il culo rotto e lo sfintere slabbrato.
- Avete finito di confessarvi voi due? Preparatevi che stiamo venendo!
Monica si rimise a piangere e a quel punto decisi di prendere l'iniziativa.
- Ti aiuterò e ti starò vicina, non sarai sola com’è toccato a me. Adesso alzati e vai all'angolo del letto. Appoggia il busto sul materasso e metti una coscia sul lato corto e una sul lato lungo. in questo modo quando lo stronzo ti si metterà dietro, pur volendo, non potrai stringere le cosce.
- Ma perché me lo fate, non voglio?
- Non ricominciare ... ti sto aiutando, altrimenti vado di la e te la sbrighi da sola.
- No! Non lasciarmi stammi vicina ho paura! Mi farà malissimo! Ho sentito tanto dolore quando me l'ha infilato davanti!
- Appunto, ... segui quello che ti dico. Quest'olio servirà a ridurre l'attrito sulle mucose e a facilitare l'intrusione. Cerca di rilassarti, adesso t’inserisco un dito nel buchetto...
- Ahi!
-Non fare la sciocca è solo un dito adesso te lo spingo avanti e indietro...
- Fai piano ...
- Adesso mentre lo spingo avanti cerca di non contrarti come stai facendo, ma spingi in fuori come se cercassi di evacuare e inarca la schiena. Forza al mio tre! Uno ... due ... tre!
- Ohi! Ohi! Pianino.
- Non ti distrarre e segui il ritmo, spingi indietro quando lo senti entrare e rilassati quando si sfila altrimenti nell'uscita se stringi, trascina con sé le mucose.
- Brava hai preso il ritmo adesso stai attenta ...
- Ahiaaaaa! Mammina che dolore!
- Adesso le dita sono due ...
- Fermati! ... Fermati!
- D'accordo mi fermo e ti faccio abituare. Fra un minuto incomincerò a ruotare le dita senza spingerle ... pronta? - Si! -
- Bene adesso lasciami fare e cerca di masturbarti per non pensare a quello che ti sto facendo e cerca di rilassarti.
Fra i pianti e i lamenti di Monica, Laura iniziò un lento avanti e indietro ruotando le due dita.
- Ahi! ... Ahi! ...
Ignorando i lamenti riuscì a inserire le dita fino alle nocche per poi divaricarle facendola urlare; stava cercando di dilatarle lo sfintrte.
- Ahi, porca troia che cazzo fai?
- Ti sto aiutando. Magari l'avessero fatto a me!
- Sto pensando che quel bastardo non avrà pietà del tuo culo perciò cercherò di aiutarti, anche se proverai dolore.
- Che cazzo vuoi fare? Ho paura ...
Laura sedendosi sulla schiena le massaggiò i glutei e lentamente fece entrare entrambi gli indici nel retto; non appena riprese a dilatare il buco Monica cercò di disarcionarla strillando con veemenza:
- Ahhhiiii! Ahhhiaaa! Mi strappi!
Le urla richiamarono la nostra attenzione. Sentendole, il cazzo di Fatmir riprese vigore. Era un maniaco godeva nella sofferenza altrui. Entrati in camera, il rumeno con una risata disse:
-Ma non dovevo farlo io?
- Guarda che gli urli che hai sentito sono stati provocati dall'inserimento di solo due dita, in sostanza meno della metà del diametro di quell'arma che ti pende fra le gambe.
- Molto bene rimani seduta su di lei così non si potrà muovere.
Monica singhiozzava per la paura e il terrore di ciò che stava accadendo. Laura le teneva ben aperte le natiche mettendo in bella mostra il buco contratto dalla paura. Fatmir tenendo saldamente la verga con la mano, le appoggiò l’enorme cappella al buco.
- Ragazza goditi gli ultimi attimi di verginità perché sto per inaugurare questo bel culetto.
Fatmir, con i pollici, cercava di stirare la pelle intorno all'ano per permettere alla punta di incunearsi. Monica terrorizzata stringeva il muscolo più che poteva.
- Ricordati quello che ti ho detto e non stringere che è peggio.
Il rumeno continuava a spingere,... spingere. Monica cercò di chiudere le gambe ma lo spigolo del letto non lo consentiva. Il glande sotto quella possente spinta iniziò a incunearsi.
- Ahiiiiii! ....... Ti prego fermati! ... Mi stai spaccando!
- Buona ragazza mia,... ci siamo quasi,... un ultimo sforzo...
Lentamente e inesorabilmente, sottoposto a quella tremenda pressione, lo sfintere stava cedendo. Monica sentiva la corona del suo buchino spingersi verso l'interno. Spinse ancora e il glande entrò quasi del tutto. La ragazza urlò come un'ossessa agitando le braccia e i piedi.
- Ahiiiiii! ... Ahiiiiiii! ... Fermatiiiiii! ... Mamminaaaaaaaa! ...
- Ci siamo! Tra poco ti apri! -. Disse Fatmir continuando a spingere.
- AAAAAAAHIIIIIII!!! ... NNOOOOO!! ... AAAGHHH!!!!
Il suo fu un urlo disumano, le mancò il respiro, lo sfintere aveva ceduto e si era richiuso incarcerando la cappella. Si sentì lacerare. Aveva la sensazione che fosse entrato un ferro rovente; il cazzo di Fatmir era decisamente troppo grande, assolutamente inadeguato per un buco così stretto.
- La ragazza piangeva e Laura sentendosi in dovere di aiutarla fulminò con lo sguardo Fatmir dicendogli:
- Stai fermo e non avanzare nemmeno di un millimetro altrimenti giuro che me ne vado e non mi vedrai mai più. E tu - rivolto a me - passami quella boccetta con l'olio.
Il cazzo di Fatmir, penetrando, aveva fatto sparire l’ano all’interno. Laura verso l'olio tutto intorno a quella che doveva essere la rosetta ridotta ormai a un cercine molto fine. Con grazia, e non senza dolore, riportò indietro la pelle delle natiche senza sfilare il pene. La lentezza con cui eseguiva queste manovre serviva a rallentare la foga del rumeno dando alla sventurata il tempo di abituarsi all'intruso. Fatmir però era veramente uno stronzo! Durante tutte queste operazioni ogni tanto sentivamo Monica urlare apparentemente senza motivo. L'arcano fu spiegato quando Laura spalmando l'olio sul cazzo ogni tanto lo sentiva ingrossarsi, quel bastardo contraeva il perineo per aumentare la pressione del sangue nel pene facendolo ingrossare. Laura mi disse di sostituirla senza farle male e, avvicinandosi alla poveretta le sussurro in un orecchio:
- Ascoltami bene perché non ci sarà il tempo di ripeterlo. La cappella è ben piantata nel culo. Ti assicuro che non si fermerà fino a quando le palle non toccheranno la tua fica. Se spinge lui, per te è la fine. Mordi questa coperta e lentamente cerca di ponzare come se cercasi di espellere l'intruso. Ti sarà pur capitato di dover espellere un fecaloma... fai finta che sia uno grosso stronzo che ti sta facendo soffrire per uscire e impegnati a cacarlo.
Porta indietro il sedere cercando di spingere più che puoi e vai incontro al tuo carnefice. Se lasci a lui l'iniziativa, sono certa che morirai dal dolore.
Stringendo in bocca la coperta, Monica si concentrò sul ponzare ma nonostante gli sforzi il cercine anale era troppo stirato. Si notavano però dei movimenti intorno all'asta che indicavano che la ragazza si stava impegnando. Il volto era pieno di lacrime e a ogni spinta si vedeva la mascella contratta dal dolore e un lamento che non poteva sfociare in urlo.
-Mmmmmmmmmhhhhhhh! ... Mmmmmmhhhhhh! ...
- Però ne ha del coraggio la troietta - Disse Fatmir.
Lentamente la proboscide di Fatmir avanzava all'interno del retto con Laura che versava olio come si fa col trapano che fora il ferro. Ero in ansia, la suspense era da film del terrore; ero convinto che da un momento all'altro, con un potente colpo di reni, le infilasse la verga fino alle palle. Invece non lo fece, spinta dopo spinta il pene entrava sempre di più in sincronia con i lamenti della poveretta.
- Mmmmmmm! ... Mmmmmm! ...
Laura le asciugava le lacrime dal volto e il sudore che le imperlava la schiena.
- Basta per carità! ... Non ce la faccio più ... Lasciatemi riposare...
- Da brava, un ultimo sforzo ne manca solo metà!
- Ancora metà? ... Ma quando finisce? Mi fa male tutto, non ne posso più!
-Se vuoi in un secondo entra tutto! ... - disse Fatmir.
- Nooooo! ... Fermo! ...Non lo fare! ... Ti prego!!!!!!!
- Va bene, però mi sono stufato e voglio fare a modo mio.
Laura ed io ci aspettavamo la stoccata finale ed eravamo pronti a tapparci le orecchie per non sentire le urla, … invece il rumeno:
- Forza troietta lentamente alzati in piedi.
Impugnandola per i seni la aiutò a sollevare il busto. Poi prendendola per i fianchi la mise in piedi sempre con la spingarda infilata nel sedere.
- Ahi! ... Ahi! ... Ahi! ... piano ... pianino ...
Lentamente e a piccoli passi arrivarono a sedersi sulla poltrona. Fatmir si sedette, insieme con lei portandole la schiena a contatto con il suo torace e facendole poggiare i piedi sulle sue cosce.
- Ohhh! Finalmente siamo comodi, sarai tu a calarti sul cazzo.
Facile a dirsi, ma la ragazza aveva paura. L'olio e la forza di gravità giocavano contro. Poteva fare affidamento solo sulla forza delle gambe per non impalarsi.
- Se vuoi un consiglio - disse Fatmir - fai forza con i piedi e tirati su! Sfilalo un po', così lo lubrifichiamo di nuovo ed entrerà più facilmente.
Monica con calma, tenendosi in equilibrio e facendo forza sulle gambe, incominciò a sfilarsi quel pitone dal retto stando ben attenta a non espellerlo. Arrivata in cima all'obelisco Fatmir, la fece fermare e si cosparse tutto il pene con l'olio. Io ero incredulo. Dove era finita la violenza con cui l'aveva scopata? Avevo ancora negli occhi l’affondo del cazzo nella gola di Laura. Adesso sembrava il più tenero degli amanti. Qualcosa non tornava e guardando Laura vidi la stessa perplessità nei suoi occhi.
Il Fatmir spacciatore, cravattaro, allibratore e stupratore resuscitò presto. Approfittando del momento di rilassatezza, le tolse l’appoggio dei piedi e, con un colpo micidiale spinse l'enorme clava nel culo. La poverina in un attimo si trovò impalata come una porchetta allo spiedo.
- AAAHHHIIII!!! ... AAAHHIOOOOO!! ... AAAGGGHHH!!!
NNNNOOOO!!! ... ODDIIIIOOOO!!!! ... MUOIOOOO!!!
BASTARDO DEL CAZZO MI HAI SFONDATA! MI STAI SVENTRANDOOO!!!
- Hai visto porcellina che ci vuole a prenderlo in culo? E' un lampo. Adesso ci divertiamo. Mi sono rotto i coglioni di tutte queste manfrine.
Con Monica infilzata fino all’elsa si alzò artigliandole i seni cominciando a martellarla con fendenti che la facevano saltare a ogni colpo.
-Bam,... Ahi! Bam,... Ahi! Bam,... Ahi! Bam!... Ahi!
La poveretta stava in punta dei piedi per cercare di sottrarsi al supplizio.
- Lasciami! ... Bastaaa! ... Basta per favore! ... Bastaaaaaaaa!
Era un martello pneumatico quello che stava scardinando il suo culo.
- Basta! ... Esci! ... Ti scongiuro esci! ... Ti prego fermati! ...
Si gettarono insieme sul letto. Violentemente estrasse la sua proboscide dal retto martoriato.
- FLOP!!
- Ahhhia! Che doloreeeee!
Come il cazzo uscì, immaginai come dovesse essere l'ano dallo sguardo inorridito di Laura.
- Sei proprio un bastardo, l'hai sfondata!
- Non ancora … lo sfondamento inizia ora!
- Che vuoi dire - disse Laura.
- Lo dovresti sapere, di solito lo senti, ora puoi vederlo con i tuoi occhi!
Tenendosi saldamente il pene aspettò che il forellino iniziasse a richiudersi e, ...
- ZAC! - Con un colpo deciso e potente glielo ricacciò tutto dentro facendo sbattere le palle contro la fica.
- AAAAAAAAAHHIII!!! ... NOOOO! ... - Fu un urlo disumano!
Lo sfilò, attese che l'occhiello si richiudesse un po' e poi,... zac! Di nuovo tutto dentro!
Avanti,... indietro. Avanti,... indietro. Avanti,... indietro.
-Basta,… bastaaa,… bastaaaaaiahhhh!
La poveretta scalciava come una cavalla imbizzarita mentre il cazzo faceva scempio del suo culo.
- Vedi Piero è in questo modo che si vince la resistenza dello sfintere. Il cazzo entrando con violenza lo costringe a dilatarsi rapidamente stirando le fibre muscolari che, alla lunga, a forza di stirarsi cedono alla pressione e si strappano definitivamente perdendo la forza contrattile.
Una volta che il buco sarà slabbrato potrà farsi sodomizzare da chiunque perché lo sfintere non tornerà più a chiudersi come prima.
Devi sapere che durante la guerra nei Balcani ci portavano le ragazze rastrellate durante i saccheggi per avviarle alla prostituzione. La maggior parte di loro erano giovani fanciulle ancora acerbe che, oltre a non avere dimestichezza col cazzo, non avevano nessuna intenzione di diventare puttane. In più quasi tutte erano vergini di culo e quelle che erano già state inculate rifiutavano la sodomia perchè dolorosa. Il nostro compito era quello di svezzare quei culetti ribelli rendendoli accessibili e complianti. Per farlo le tenevamo prigioniere in un casolare e a forza di cazzi e cazzotti le facevamo diventare delle docili puttanelle. Le sodomizzavamo in questo modo più volte al giorno tanto che la notte erano costrette a dormire con la borsa del ghiaccio fra le chiappe per quanti ne avevano presi; praticamente passavano la giornata piegate a 90 sul tavolo o a pecorina sul letto e al termine di ogni seduta avevano il culo talmente dolorante che camminavano a gambe larghe sperando di non essere nuovamente sodomizzate. Ovviamente i primi giorni erano i più impegativi perchè le ragazzine avevano ancora la forza di ribellarsi e per farglielo prendere dovevamo tenerle ferme ma alla fine, stanche di prendere oltre al cazzo anche un sacco di sberle, si rassegnavano al volere del cazzo.
Dopo una settimana di cazzi in culo tutte le puledrine erano domate; nessuna più si ribellava. Oltre a romperle il culo spanando lo sfintere dovevamo anche abituarle a diventare delle brave puttane. Per convincerle dovevamo terrorizzarle e spesso mentre uno le sodomizzava stando in piedi, un altro le prendeva a schiaffi o le strizzava i capezzoli. Non ti dico quanto strillavano quando le prendevamo contemporaneamente in fica e in culo; la doppia penetrazione proprio non la sopportavano e in più ogni sera prima di andare a letto le costringevamo a spompinare i ragazzi del villaggio che felici e contenti venivano a trovarci per farselo succhiare gratis. Se qualcuna non ingoiava la punivamo davanti a tutte sculacciandola con una canna di bambù. Dovevamo terrorizzarle e per farlo ogni mezzo era lecito. Punirne una per educarne cento. Le urla di una ragazza frustata con le ortiche sulla fica e sul culo erano un deterrente per le altre per farle capire che dovevano obbedire agli ordini. Prima di farle prostituire le facevamo scopare da Yarob un mercenario ceceno munito di un cazzo enorme, se riuscivano a sopportarlo voleva dire che erano pronte. Alla fine tutte quante avevano preso consapevolezza di essere diventate delle puttane e pur di non tornare nel casolare si prostituivano docilmente, ingoiavano lo sperma e si facevano inculare senza fare storie.
Monica stava subendo lo stesso supplizio! Stava perdendo il fiato a forza di gridare:
- PIETA'! ... TI PREGO! ... BASTA! ... MI UCCIDI! ... NON VOGLIO! ...MI FAI MALE! ...TI SUPPLICO! ... MI SQUARTI! ... BASTARDO!
-Smettila di strillare zoccoletta! Dovresti sapere che la massima aspirazione di una maialina come te è quella di finire in porchetta e per farlo ti devi lasciar infilare il palo nel sedere!
-FERMATI! ...TI SCONGIURO! ... STO SANGUINANDO! ...
Ma non ci fu niente da fare. Quando sentì montare l'orgasmo smise di torturarla e non lo sfilò più lasciandolo nel sedere iniziando un va e vieni velocissimo. Monica ormai non aveva più neanche la forza di gridare. Piangeva a dirotto. Dopo un'ultima bordata talmente violenta da far spostare il letto, le riempì il budello di sperma bollente.
-Siiiiiiiiii!! ... Siiiiii!! ... VENGOOOOOO! CHE INCULATA FANTASTICA!!
Venne accasciandosi sul corpo esanime di Monica. Lentamente si sfilò e si accese una sigaretta. Laura cercava di consolare la poveretta, mise un asciugamano in mezzo alle gambe per arginare lo sperma che fuoriusciva da quello che una volta era un forellino e ora era diventato una voragine.
- Tranquilla adesso è tutto finito; ci ho provato, ma purtroppo non ci sono riuscita. Lui è un animale, … per esperienza ti dico che la prossima volta sentirai meno dolore, e forse, con il tempo ti abituerai a questa pratica. Comunque, come ti dicevo, adesso che ti ha sverginato il sedere rompendoti lo sfintere, anche a te ha rilasciatoe la patente di "rotta in culo".
Mentre Monica era immobile e piangente sul letto, Fatmir fumava beatamente.
- Rompere il culo a questa puttanella è stato più lungo del previsto, e tutto per dar retta alle stronzate di una cocainomane. Perciò, brutta troia che non sei altro, adesso vieni qui e mi pulisci il cazzo con la lingua.
- Ma tu mi sa che sogni! E' pieno di sperma, sangue e ....merda! vai pure a lavarti!
- SSSSSCCCCCIAAAAFFFFFF!
Uno schiaffo così forte non lo avevo mai visto! Le fece rigirare la testa. Si sedette sulla poltrona tenendo in mano il pisello.
- Se mi fai rialzare, al posto della bocca sai bene dove te lo metterò.
La paura di essere sodomizzata ebbe la meglio sul ribrezzo di succhiare quella proboscide e, con mal voglia, ripulì il cazzo da tutto quel lerciume. Monica era in catalessi, saturata di alcol, droga e sesso. Fatmir scansò con malgarbo Laura per recarsi al gabinetto; improvvisamente si fermò, ebbe un ripensamento e tornò indietro.
- Mi è venuta un’idea, ... si diresse verso Monica che, ancora intontita dallo stupro, giaceva inerme bocconi sul letto. Tolse l'asciugamano che aveva in mezzo alle gambe, divaricò le pallide chiappette e, spingendo con le dita la punta dell'uccello, glielo rimise nel culo.
- Non ti è bastato quello che mi hai fatto?
- Stai ferma che adesso vivrai un’esperienza che neanche la troia della tua amica ha provato.
Concentrandosi, Fatmir vuotò la vescica nell'intestino di Monica. Tutta la birra e l'alcool che aveva ingerito, si riversarono nel retto della ragazza che fu costretta a subire un clistere di piscio.
- Che cazzo stai facendo, cos'è questa roba, bruciaaaa!
- Ti sto facendo un clisterino di pipì bella calda ché ti aiuterà a pulire l'intestino.
- Porco!, ... Fermati, ... Che porcheria è mai questa! ... Non farlo mi fa schifo!
Con un sospiro di sollievo finì di pisciare e si sgrullò l’uccello. Immediatamente pensai che gli sfinteri della poveretta fossero fuori uso. Da un momento all'altro la pipì si sarebbe riversata sul materasso della suite. Da vero bastardo, in quell'attimo pensai solo al materasso, con finto fare caritatevole corsi da lei e le rimisi l'asciugamano a mo' di pannolino in mezzo alle natiche tenendolo ben fermo e, con l'aiuto di Laura, la portammo in bagno.
Era distrutta, il trucco sfatto, il volto madido di sudore, gli occhi pieni di pianto, i capelli scompigliati. Era distrutta nel corpo e nello spirito. Seduta sulla tazza del gabinetto si lasciò andare e, per la prima volta in vita sua, fece la pipì contemporaneamente dalla fica e dal culo. Fatmir si era rivestito e con fare da vero Boss ordinò a Laura.
- Pensaci tu, falla bere molto e prima di portarla a casa falle prendere questa pasticca ma, ... assicurati che la prenda.
- Che cos'è? - Chiese lei?
- E' roba fantastica, dormirà dodici ore di fila, e, al risveglio non ricorderà niente delle trentasei ore precedenti.
- Sei sicuro di quello che stiamo facendo? Sì, fidati e non rompere i coglioni.
- Come - disse impaurita Monica - Che significa?
- Dico che è ora che qualcuno ti faccia capire i rischi che corre il tuo culo se continui a mostrarlo in discoteca, con estrema disinvoltura e spregiudicatezza, impunemente coperto da una striscia di stoffa che qualcuno ha il coraggio di chiamare gonna che copre a malapena il pelo lasciandoti scoperte le chiappette.
Dopo che ti avrò fatto il culo sono sicuro che ti passerà la voglia di fare la rizzacazzi in giro per i locali.
- Togliti questa idea dalla testa! Non l’ho mai fatto e non ho nessuna intenzione di fqrmelo fare. La sodomia oltre che dolorosa è un atto oltraggioso e contro natura; secoli fa chi la praticava veniva scomunicato. Inoltre a farlo ci si sporca e, a detta di chi l’ha provata, fa un male cane e io non ho nessuna intenzione di soffrire.
- Qui ti do ragione perché è dolorosa specialmente se Il sodomizzatore ha un cazzo lungo e largo come il mio in più, se la sodomizzanda è vergine come te, sono veramente dolori! Chiara lo sa bene e fa di tutto per evitarlo: dopo ogni inculata il culo le fa talmente male da non potersi sedere ed è costretta a camminare a gambe larghe.
- Vaffanculo Fatmir sei proprio uno stronzo - disse Laura - non mi sembrano cose da dire a una verginella che sta per essere inculata.
- Stai zitta e ringrazia la verginella che oggi ti ha salvato il culo.
Monica impaurita iniziò a piangere.
- Vedi cara, la prima volta è un’esperienza che ti segna per la vita. Come non puoi scordare il cazzo che ti ha sverginata, a maggior ragione ricorderai per sempre quello che aprirá il tuo culo. Se a farlo sarà chi ti ama lo farà con calma e pazienza dando tempo all’ano di dilatarsi per farlo abituare. Purtroppo per te, dato che nemmeno ti conosco, non starò a perdere tempo ma godrò nel sentire il vergine sfintere stringermi il cazzo. Non mi farò scrupoli e, pensando solo al mio piacere, non mi farò impietosire ne dalle tue grida ne dalle tue lacrime perché ti assicuro che piangerai come un vitello quando il cazzo inizierà a scorrere fra le chiappe. Ti sembrerà di morire ma sarà solo il culo che si sta rompendo e alla fine il tuo bel sederino non sarà più vergine.
Monica impaurita da quelle parole corse velocemente verso la porta sperando di fuggire ma Laura, intuendo le sue intenzioni, glielo impedì sbarrandole la strada.
- Ragazza non essere sciocca! Non farmi pentire di averti lubrificato con quelle supposte! Fai la brava e lasciati sodomizzare; se ti rassegni e non fai storie vedrai che in poco tempo ci spicciamo e ce ne torniamo a casa. Devi capire che a questo punto non hai scampo; da qui te ne andrai solo dopo che ti avrà inculato e se per farlo dovrà usare la forza non si farà nessuno scrupolo, quindi se vuoi un consiglio, ti conviene fare la brava e lasciarlo fare. D’altronde non mi capacito proprio come mai nessuno ancora si sia preso la briga sverginartelo visto che ti piace tanto sbandierarlo ai quattro venti.
- Perché mi volete fare questo? Che vi ho fatto? Non vi basta avermi distrutto la fica e fatto ingoiare quell'enorme cazzo? Perché proprio io?
- Che c’è zoccoletta adesso ti fai prende dalla paura? - Disse Fatmir - Mi pare che ti piacesse vedere i maschi con la bava alla bocca quando gli sbattevi in faccia le tue chiappe sode. Chissà in quanti, vedendole sculettare, si saranno masturbati pensando di poterle penetrare. Avresti dovuto saperlo che a sbandierare il fazzoletto rosso davanti al toro prima o poi si finisce incornate.
Monica cercò di dissuaderlo supplicandolo in tutti i modi. Arrivò anche a offrirgli dei soldi per evitare la sodomizzazione ma Fatmir non si lascio corrompere.
- Smettila di lamentarti, non farla tanto lunga e fattene una ragione; dato che per te è la prima volta, sarò buono e ti farò scegliere come essere sverginata.
- Che vuol dire?
- Vuol dire che se non fai storie e ti lasci sodomizzare cercherò di sverginarti con calma, se invece ti ribelli cercando di opporti all’inculata dopo averti fatto il culo a strisce a forza di cinghiate, ti farò tenere ferma da questi due e te lo schiafferò nel culo senza tanti riguardi sfasciandoti l’occhiello.
Monica corse in camera tuffandosi a pancia sotto sul letto, sbattendo gambe e braccia in preda ad una crisi isterica, strillando che non aveva nessuna intenzione di farsi inculare. Io e Fatmir ci accendemmo una sigaretta sorseggiando un whisky nell'attesa dello stupro. Confesso che mi ero eccitato ma ero anche preoccupato per la sorte della ragazza. Laura le si avvicinò e accarezzandole i capelli cercò di tranquillizzarla dicendo:
- Non fare così cerca di stare calma. Te lo ripeto ancora una volta, il tuo culo non ha più scampo; te lo farà volente o nolente
Ti ho già inserito due supposte di glicerina che in questo momento sciogliendosi stanno lubrificando il retto internamente, adesso ti ungo anche l'ano, ma tu cerca di collaborare. Quando sentirai la cappella spingere non contrarre i muscoli, e, una volta entrata, sappi che la parte più dolorosa è terminata. Vedi di non farla uscire altrimenti deve infilzarti di nuovo. La dilatazione dello sfintere è la parte più straziante. Evita questo dentro e fuori.
- Dici bene Chiara ma nel culo devo prenderlo io!
Laura sentendosi chiamare Chiara si rassicurò. La droga stava facendo effetto, la ragazza era disorientata. Se il giorno seguente le avesse chiesto qualcosa, lei avrebbe risposto di averla vista allontanarsi in compagnia di un’amica che non conosceva.
- Che credi che non me lo sia preso nel culo pure io? Guarda che la festa l'hanno fatta anche a me e come te non avevo nessuna voglia di farmi inculare. In più ero anche più piccola e completamente vergine; prima di quel giorno non avevo mai visto un cazzo in vita mia. I miei avevano affittato casa vicino Sperlonga a meno di un chilometro da una stupenda spiaggia libera con dune di sabbia che nascondevano la vegetazione. Fuori stagione la spiaggia era deserta, noi tre arrivavamo la mattina, pranzavamo in spiaggia e poi, verso le cinque i miei tornavano a casa, lasciandomi da sola a godermi gli ultimi raggi di sole. Approfittando della solitudine mi sfilavo il pezzo di sopra del bikini per abbronzarmi le tette. A volte mentre ero a prona, abbassavo anche gli slip per togliere il segno del costume. Alle 18:30 tornavo a casa. Purtroppo qualche venditore ambulante doveva aver notato le nostre abitudini, e, un bel giorno, dopo che i miei se ne erano andati, mentre ero addormentata a pancia sotto, mi sentii afferrare per le braccia e per le gambe da due tizi dalla pelle olivastra che in un attimo mi portarono dietro la duna. Urlavo cercando di attirare l'attenzione, ma, immediatamente mi tapparono la bocca. Uno dei due andò a prendere la borsa e l’asciugamano per non lasciare tracce della mia presenza. Mi mise in bocca la palla con cui giocavo a racchettoni imbavagliandomi con un fazzoletto. Tremavo come una foglia pensavo mi volessero sequestrare.
Poi, con calma, stesero sulla sabbia il mucchio di camicioni colorati che vendevano e mi ci fecero stendere a pancia sotto. I seni erano già al vento e in un attimo gli slip fecero la stessa fine. Capii che quel giorno sarei diventata donna, mi avrebbero stappato la fica stracciandomi l’imene. Non volevo assolutamente perdere la verginità in quel modo e cercai di divincolarmi. Non potendo gridare agitavo la testa. Uno dei due si mise davanti tenendomi ferma per le spalle. L'altro togliendosi il caftano mise in mostra la scimitarra con la quale sarei stata giustiziata. Non sto a riferirti i dettagli, non mi sembra proprio il caso di anticipare, le sofferenze che proverai. Sappi solo che quel giorno, tornai a casa camminando a gambe larghe con la fica e il culo rotti. Mi fecero il servizio completo aprendomi davanti e dietro. Il primo vide bene di ridurmi in brandelli l’imene senza nemmeno sapere che ci fosse, vista la rapidità e la violenza con cui lo fece.
Non avrei mai immaginato che a togliermi la verginità sarebbe stato il cazzo mostruoso di un egiziano puzzolente! Il porco che mi teneva schiacciata in terra aveva un cazzo ancora più grosso dell'amico. Voleva assolutamente infilarmelo in bocca e per farlo lo strusciava sulla sabbia. Quando fu il suo turno, decise di prendersi anche lui qualcosa di vergine e, senza pulirsi, in un attimo me lo ritrovai tutto quanto nel sedere. Pensa tu la sofferenza che patii nel farmi sfasciare l'occhiello da un anaconda piena di sabbia! Sembrava non finisse mai, più strillavo più lui spingeva non arrivava mai alla fine. Il peggio comunque è venuto quando ha iniziato fare su e giù. Ovviamente una volta che i loro cazzi ripresero vigore chi mi aveva scopato volle incularmi e viceversa.
Per finire mi costrinsero a cavalcare uno di loro che mi strinse a se con le braccia schiacciandomi il seno sul suo torace. Il compare si sistemò dietro e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, cercò di infilarmelo nel sedere. La cosa fu molto complicata perchè con la fica piena il buco si restringe e il porco per riuscire a entrare dovette spingere con forza. Penso che le mie urla si siano sentite fino a Gaeta! Prendere due cazzi contemporaneamente in fica e in culo è sempre un esperienza dolorosa anche per donne navigate. Pensa quanto ho sofferto io che fino a mezz’ora prima non sapevo nemmeno come era fatto il cazzo!
Lo stupro terminò solamente quando senti lo sperma riempirmi nuovamente la fica e il culo. Solo allora se ne andarono portandosi via le loro cose e lasciandomi inerme in terra. Per sfregio chi mi aveva inculata per ultimo si puli il cazzo con il mio costume.
Toccandomi sotto vidi del sangue sulle mani. Camminando con difficoltà raggiunsi il mare per sciacquarmi e per mandar via la puzza del sudore che mi si era appiccicata sulla pelle. Avevo lo stimolo di fare la cacca. L'aria che mi avevano pompato negli intestini, con una lunga flatulenza, uscì portandosi dietro buona parte di quella robaccia con cui mi avevano riempito il retto. Il buco dietro sembrava paralizzato, nonostante gli sforzi non riuscivo a stringerlo. Le dita continuavano a sporcarsi di sangue e non riuscivo a capire se provenisse dalla fica o dal sedere. Probabilmente per farmelo entrare nel culo durante la doppia penetrazione aveva dovuto forzare talmente tanto che, oltre a rompermi lo sfintere, mi aveva anche lacerato la mucosa!
Cercai di ripulire lo slip sporco di sangue e di merda sfregandolo sulla sabbia. Misi un assorbente e tornai a casa camminando a gambe larghe. Quella sera non cenai non potendo assolutamente stare seduta. Ai miei dissi che mi era venuto il ciclo e che avevo un trenendo mal di pancia. Ho passato tutta la notte con le gambe aperte, il sedere in aria e la borsa del ghiaccio in mezzo alle chiappe. Per tutta la notte ripensai a quello che era successo: la mia prima volta non andò per niente come avevo immaginato. Essere spulzellata da due principi azzurri non è cosa da tuttI giorni specialmente se oltre a stapparti davanti decidono di aprirti anche dietro e per non farti mancare niente ti fanno provare anche a prenderne due insieme..
Per una settimana non sono potuta andare in bicicletta e fortunatamente non rimasi incinta. Il buco dietro è rimasto aperto per giorni e non ti dico quanto soffrivo ogni volta che facevo la cacca.
Pensare alla denuncia? Assolutamente no! Una mia compagnia di scuola, violentata come me, denunciò lo stupro spalleggiata da amiche spavalde e intrepide, coraggiose esclusivamente se non coinvolte in prima persona. Morale? Quei bastardi, assistiti da bravi avvocati, con il beneficio della condizionale non fecero neanche un giorno di galera. Furono condannati a un anno da trascorrere ai servizi sociali. In compenso tutti erano a conoscenza dell'oltraggio capitato alla mia amica, alla quale avevano affibbiato la patente di "rotta in culo". Un giorno, incontrandola in strada, uno degli stupratori, ebbe anche il coraggio di deriderla:
- Ciao dolcezza come stai? Ti fa ancora male il sederino? Se vuoi riprovare, sono sempre a disposizione!
Io non avrei aggiunto al danno la beffa! Non volevo avere anch'io la patente di "rotta in culo". Una volta presa questa cazzo di patente, ogni maschio si sente autorizzato a farti guidare la macchina.
- Perché non vuoi guidare la mia macchina? La patente ce l'hai?
Ragazza mia, dopo quell'episodio, l'unica macchina che ho guidato è stata quella di Fatmir! Purtroppo me la fa guidare spesso. Lui é il miglior istruttore di scuola guida di tutta Roma. Ha rilasciato la patente a un mucchio di ragazze come te e a tante donne che, per vari motivi, non avevano avuto il tempo di prenderla.
Fatti coraggio perché da questo letto ti alzerai anche tu con la tua bella patente fresca di stampa.
Proverai anche tu, come me e tutte quelle che ci sono già passate, la sofferenza della prima sodomizzazione. Quando tornerai a casa avrai anche tu il culo rotto e lo sfintere slabbrato.
- Avete finito di confessarvi voi due? Preparatevi che stiamo venendo!
Monica si rimise a piangere e a quel punto decisi di prendere l'iniziativa.
- Ti aiuterò e ti starò vicina, non sarai sola com’è toccato a me. Adesso alzati e vai all'angolo del letto. Appoggia il busto sul materasso e metti una coscia sul lato corto e una sul lato lungo. in questo modo quando lo stronzo ti si metterà dietro, pur volendo, non potrai stringere le cosce.
- Ma perché me lo fate, non voglio?
- Non ricominciare ... ti sto aiutando, altrimenti vado di la e te la sbrighi da sola.
- No! Non lasciarmi stammi vicina ho paura! Mi farà malissimo! Ho sentito tanto dolore quando me l'ha infilato davanti!
- Appunto, ... segui quello che ti dico. Quest'olio servirà a ridurre l'attrito sulle mucose e a facilitare l'intrusione. Cerca di rilassarti, adesso t’inserisco un dito nel buchetto...
- Ahi!
-Non fare la sciocca è solo un dito adesso te lo spingo avanti e indietro...
- Fai piano ...
- Adesso mentre lo spingo avanti cerca di non contrarti come stai facendo, ma spingi in fuori come se cercassi di evacuare e inarca la schiena. Forza al mio tre! Uno ... due ... tre!
- Ohi! Ohi! Pianino.
- Non ti distrarre e segui il ritmo, spingi indietro quando lo senti entrare e rilassati quando si sfila altrimenti nell'uscita se stringi, trascina con sé le mucose.
- Brava hai preso il ritmo adesso stai attenta ...
- Ahiaaaaa! Mammina che dolore!
- Adesso le dita sono due ...
- Fermati! ... Fermati!
- D'accordo mi fermo e ti faccio abituare. Fra un minuto incomincerò a ruotare le dita senza spingerle ... pronta? - Si! -
- Bene adesso lasciami fare e cerca di masturbarti per non pensare a quello che ti sto facendo e cerca di rilassarti.
Fra i pianti e i lamenti di Monica, Laura iniziò un lento avanti e indietro ruotando le due dita.
- Ahi! ... Ahi! ...
Ignorando i lamenti riuscì a inserire le dita fino alle nocche per poi divaricarle facendola urlare; stava cercando di dilatarle lo sfintrte.
- Ahi, porca troia che cazzo fai?
- Ti sto aiutando. Magari l'avessero fatto a me!
- Sto pensando che quel bastardo non avrà pietà del tuo culo perciò cercherò di aiutarti, anche se proverai dolore.
- Che cazzo vuoi fare? Ho paura ...
Laura sedendosi sulla schiena le massaggiò i glutei e lentamente fece entrare entrambi gli indici nel retto; non appena riprese a dilatare il buco Monica cercò di disarcionarla strillando con veemenza:
- Ahhhiiii! Ahhhiaaa! Mi strappi!
Le urla richiamarono la nostra attenzione. Sentendole, il cazzo di Fatmir riprese vigore. Era un maniaco godeva nella sofferenza altrui. Entrati in camera, il rumeno con una risata disse:
-Ma non dovevo farlo io?
- Guarda che gli urli che hai sentito sono stati provocati dall'inserimento di solo due dita, in sostanza meno della metà del diametro di quell'arma che ti pende fra le gambe.
- Molto bene rimani seduta su di lei così non si potrà muovere.
Monica singhiozzava per la paura e il terrore di ciò che stava accadendo. Laura le teneva ben aperte le natiche mettendo in bella mostra il buco contratto dalla paura. Fatmir tenendo saldamente la verga con la mano, le appoggiò l’enorme cappella al buco.
- Ragazza goditi gli ultimi attimi di verginità perché sto per inaugurare questo bel culetto.
Fatmir, con i pollici, cercava di stirare la pelle intorno all'ano per permettere alla punta di incunearsi. Monica terrorizzata stringeva il muscolo più che poteva.
- Ricordati quello che ti ho detto e non stringere che è peggio.
Il rumeno continuava a spingere,... spingere. Monica cercò di chiudere le gambe ma lo spigolo del letto non lo consentiva. Il glande sotto quella possente spinta iniziò a incunearsi.
- Ahiiiiii! ....... Ti prego fermati! ... Mi stai spaccando!
- Buona ragazza mia,... ci siamo quasi,... un ultimo sforzo...
Lentamente e inesorabilmente, sottoposto a quella tremenda pressione, lo sfintere stava cedendo. Monica sentiva la corona del suo buchino spingersi verso l'interno. Spinse ancora e il glande entrò quasi del tutto. La ragazza urlò come un'ossessa agitando le braccia e i piedi.
- Ahiiiiii! ... Ahiiiiiii! ... Fermatiiiiii! ... Mamminaaaaaaaa! ...
- Ci siamo! Tra poco ti apri! -. Disse Fatmir continuando a spingere.
- AAAAAAAHIIIIIII!!! ... NNOOOOO!! ... AAAGHHH!!!!
Il suo fu un urlo disumano, le mancò il respiro, lo sfintere aveva ceduto e si era richiuso incarcerando la cappella. Si sentì lacerare. Aveva la sensazione che fosse entrato un ferro rovente; il cazzo di Fatmir era decisamente troppo grande, assolutamente inadeguato per un buco così stretto.
- La ragazza piangeva e Laura sentendosi in dovere di aiutarla fulminò con lo sguardo Fatmir dicendogli:
- Stai fermo e non avanzare nemmeno di un millimetro altrimenti giuro che me ne vado e non mi vedrai mai più. E tu - rivolto a me - passami quella boccetta con l'olio.
Il cazzo di Fatmir, penetrando, aveva fatto sparire l’ano all’interno. Laura verso l'olio tutto intorno a quella che doveva essere la rosetta ridotta ormai a un cercine molto fine. Con grazia, e non senza dolore, riportò indietro la pelle delle natiche senza sfilare il pene. La lentezza con cui eseguiva queste manovre serviva a rallentare la foga del rumeno dando alla sventurata il tempo di abituarsi all'intruso. Fatmir però era veramente uno stronzo! Durante tutte queste operazioni ogni tanto sentivamo Monica urlare apparentemente senza motivo. L'arcano fu spiegato quando Laura spalmando l'olio sul cazzo ogni tanto lo sentiva ingrossarsi, quel bastardo contraeva il perineo per aumentare la pressione del sangue nel pene facendolo ingrossare. Laura mi disse di sostituirla senza farle male e, avvicinandosi alla poveretta le sussurro in un orecchio:
- Ascoltami bene perché non ci sarà il tempo di ripeterlo. La cappella è ben piantata nel culo. Ti assicuro che non si fermerà fino a quando le palle non toccheranno la tua fica. Se spinge lui, per te è la fine. Mordi questa coperta e lentamente cerca di ponzare come se cercasi di espellere l'intruso. Ti sarà pur capitato di dover espellere un fecaloma... fai finta che sia uno grosso stronzo che ti sta facendo soffrire per uscire e impegnati a cacarlo.
Porta indietro il sedere cercando di spingere più che puoi e vai incontro al tuo carnefice. Se lasci a lui l'iniziativa, sono certa che morirai dal dolore.
Stringendo in bocca la coperta, Monica si concentrò sul ponzare ma nonostante gli sforzi il cercine anale era troppo stirato. Si notavano però dei movimenti intorno all'asta che indicavano che la ragazza si stava impegnando. Il volto era pieno di lacrime e a ogni spinta si vedeva la mascella contratta dal dolore e un lamento che non poteva sfociare in urlo.
-Mmmmmmmmmhhhhhhh! ... Mmmmmmhhhhhh! ...
- Però ne ha del coraggio la troietta - Disse Fatmir.
Lentamente la proboscide di Fatmir avanzava all'interno del retto con Laura che versava olio come si fa col trapano che fora il ferro. Ero in ansia, la suspense era da film del terrore; ero convinto che da un momento all'altro, con un potente colpo di reni, le infilasse la verga fino alle palle. Invece non lo fece, spinta dopo spinta il pene entrava sempre di più in sincronia con i lamenti della poveretta.
- Mmmmmmm! ... Mmmmmm! ...
Laura le asciugava le lacrime dal volto e il sudore che le imperlava la schiena.
- Basta per carità! ... Non ce la faccio più ... Lasciatemi riposare...
- Da brava, un ultimo sforzo ne manca solo metà!
- Ancora metà? ... Ma quando finisce? Mi fa male tutto, non ne posso più!
-Se vuoi in un secondo entra tutto! ... - disse Fatmir.
- Nooooo! ... Fermo! ...Non lo fare! ... Ti prego!!!!!!!
- Va bene, però mi sono stufato e voglio fare a modo mio.
Laura ed io ci aspettavamo la stoccata finale ed eravamo pronti a tapparci le orecchie per non sentire le urla, … invece il rumeno:
- Forza troietta lentamente alzati in piedi.
Impugnandola per i seni la aiutò a sollevare il busto. Poi prendendola per i fianchi la mise in piedi sempre con la spingarda infilata nel sedere.
- Ahi! ... Ahi! ... Ahi! ... piano ... pianino ...
Lentamente e a piccoli passi arrivarono a sedersi sulla poltrona. Fatmir si sedette, insieme con lei portandole la schiena a contatto con il suo torace e facendole poggiare i piedi sulle sue cosce.
- Ohhh! Finalmente siamo comodi, sarai tu a calarti sul cazzo.
Facile a dirsi, ma la ragazza aveva paura. L'olio e la forza di gravità giocavano contro. Poteva fare affidamento solo sulla forza delle gambe per non impalarsi.
- Se vuoi un consiglio - disse Fatmir - fai forza con i piedi e tirati su! Sfilalo un po', così lo lubrifichiamo di nuovo ed entrerà più facilmente.
Monica con calma, tenendosi in equilibrio e facendo forza sulle gambe, incominciò a sfilarsi quel pitone dal retto stando ben attenta a non espellerlo. Arrivata in cima all'obelisco Fatmir, la fece fermare e si cosparse tutto il pene con l'olio. Io ero incredulo. Dove era finita la violenza con cui l'aveva scopata? Avevo ancora negli occhi l’affondo del cazzo nella gola di Laura. Adesso sembrava il più tenero degli amanti. Qualcosa non tornava e guardando Laura vidi la stessa perplessità nei suoi occhi.
Il Fatmir spacciatore, cravattaro, allibratore e stupratore resuscitò presto. Approfittando del momento di rilassatezza, le tolse l’appoggio dei piedi e, con un colpo micidiale spinse l'enorme clava nel culo. La poverina in un attimo si trovò impalata come una porchetta allo spiedo.
- AAAHHHIIII!!! ... AAAHHIOOOOO!! ... AAAGGGHHH!!!
NNNNOOOO!!! ... ODDIIIIOOOO!!!! ... MUOIOOOO!!!
BASTARDO DEL CAZZO MI HAI SFONDATA! MI STAI SVENTRANDOOO!!!
- Hai visto porcellina che ci vuole a prenderlo in culo? E' un lampo. Adesso ci divertiamo. Mi sono rotto i coglioni di tutte queste manfrine.
Con Monica infilzata fino all’elsa si alzò artigliandole i seni cominciando a martellarla con fendenti che la facevano saltare a ogni colpo.
-Bam,... Ahi! Bam,... Ahi! Bam,... Ahi! Bam!... Ahi!
La poveretta stava in punta dei piedi per cercare di sottrarsi al supplizio.
- Lasciami! ... Bastaaa! ... Basta per favore! ... Bastaaaaaaaa!
Era un martello pneumatico quello che stava scardinando il suo culo.
- Basta! ... Esci! ... Ti scongiuro esci! ... Ti prego fermati! ...
Si gettarono insieme sul letto. Violentemente estrasse la sua proboscide dal retto martoriato.
- FLOP!!
- Ahhhia! Che doloreeeee!
Come il cazzo uscì, immaginai come dovesse essere l'ano dallo sguardo inorridito di Laura.
- Sei proprio un bastardo, l'hai sfondata!
- Non ancora … lo sfondamento inizia ora!
- Che vuoi dire - disse Laura.
- Lo dovresti sapere, di solito lo senti, ora puoi vederlo con i tuoi occhi!
Tenendosi saldamente il pene aspettò che il forellino iniziasse a richiudersi e, ...
- ZAC! - Con un colpo deciso e potente glielo ricacciò tutto dentro facendo sbattere le palle contro la fica.
- AAAAAAAAAHHIII!!! ... NOOOO! ... - Fu un urlo disumano!
Lo sfilò, attese che l'occhiello si richiudesse un po' e poi,... zac! Di nuovo tutto dentro!
Avanti,... indietro. Avanti,... indietro. Avanti,... indietro.
-Basta,… bastaaa,… bastaaaaaiahhhh!
La poveretta scalciava come una cavalla imbizzarita mentre il cazzo faceva scempio del suo culo.
- Vedi Piero è in questo modo che si vince la resistenza dello sfintere. Il cazzo entrando con violenza lo costringe a dilatarsi rapidamente stirando le fibre muscolari che, alla lunga, a forza di stirarsi cedono alla pressione e si strappano definitivamente perdendo la forza contrattile.
Una volta che il buco sarà slabbrato potrà farsi sodomizzare da chiunque perché lo sfintere non tornerà più a chiudersi come prima.
Devi sapere che durante la guerra nei Balcani ci portavano le ragazze rastrellate durante i saccheggi per avviarle alla prostituzione. La maggior parte di loro erano giovani fanciulle ancora acerbe che, oltre a non avere dimestichezza col cazzo, non avevano nessuna intenzione di diventare puttane. In più quasi tutte erano vergini di culo e quelle che erano già state inculate rifiutavano la sodomia perchè dolorosa. Il nostro compito era quello di svezzare quei culetti ribelli rendendoli accessibili e complianti. Per farlo le tenevamo prigioniere in un casolare e a forza di cazzi e cazzotti le facevamo diventare delle docili puttanelle. Le sodomizzavamo in questo modo più volte al giorno tanto che la notte erano costrette a dormire con la borsa del ghiaccio fra le chiappe per quanti ne avevano presi; praticamente passavano la giornata piegate a 90 sul tavolo o a pecorina sul letto e al termine di ogni seduta avevano il culo talmente dolorante che camminavano a gambe larghe sperando di non essere nuovamente sodomizzate. Ovviamente i primi giorni erano i più impegativi perchè le ragazzine avevano ancora la forza di ribellarsi e per farglielo prendere dovevamo tenerle ferme ma alla fine, stanche di prendere oltre al cazzo anche un sacco di sberle, si rassegnavano al volere del cazzo.
Dopo una settimana di cazzi in culo tutte le puledrine erano domate; nessuna più si ribellava. Oltre a romperle il culo spanando lo sfintere dovevamo anche abituarle a diventare delle brave puttane. Per convincerle dovevamo terrorizzarle e spesso mentre uno le sodomizzava stando in piedi, un altro le prendeva a schiaffi o le strizzava i capezzoli. Non ti dico quanto strillavano quando le prendevamo contemporaneamente in fica e in culo; la doppia penetrazione proprio non la sopportavano e in più ogni sera prima di andare a letto le costringevamo a spompinare i ragazzi del villaggio che felici e contenti venivano a trovarci per farselo succhiare gratis. Se qualcuna non ingoiava la punivamo davanti a tutte sculacciandola con una canna di bambù. Dovevamo terrorizzarle e per farlo ogni mezzo era lecito. Punirne una per educarne cento. Le urla di una ragazza frustata con le ortiche sulla fica e sul culo erano un deterrente per le altre per farle capire che dovevano obbedire agli ordini. Prima di farle prostituire le facevamo scopare da Yarob un mercenario ceceno munito di un cazzo enorme, se riuscivano a sopportarlo voleva dire che erano pronte. Alla fine tutte quante avevano preso consapevolezza di essere diventate delle puttane e pur di non tornare nel casolare si prostituivano docilmente, ingoiavano lo sperma e si facevano inculare senza fare storie.
Monica stava subendo lo stesso supplizio! Stava perdendo il fiato a forza di gridare:
- PIETA'! ... TI PREGO! ... BASTA! ... MI UCCIDI! ... NON VOGLIO! ...MI FAI MALE! ...TI SUPPLICO! ... MI SQUARTI! ... BASTARDO!
-Smettila di strillare zoccoletta! Dovresti sapere che la massima aspirazione di una maialina come te è quella di finire in porchetta e per farlo ti devi lasciar infilare il palo nel sedere!
-FERMATI! ...TI SCONGIURO! ... STO SANGUINANDO! ...
Ma non ci fu niente da fare. Quando sentì montare l'orgasmo smise di torturarla e non lo sfilò più lasciandolo nel sedere iniziando un va e vieni velocissimo. Monica ormai non aveva più neanche la forza di gridare. Piangeva a dirotto. Dopo un'ultima bordata talmente violenta da far spostare il letto, le riempì il budello di sperma bollente.
-Siiiiiiiiii!! ... Siiiiii!! ... VENGOOOOOO! CHE INCULATA FANTASTICA!!
Venne accasciandosi sul corpo esanime di Monica. Lentamente si sfilò e si accese una sigaretta. Laura cercava di consolare la poveretta, mise un asciugamano in mezzo alle gambe per arginare lo sperma che fuoriusciva da quello che una volta era un forellino e ora era diventato una voragine.
- Tranquilla adesso è tutto finito; ci ho provato, ma purtroppo non ci sono riuscita. Lui è un animale, … per esperienza ti dico che la prossima volta sentirai meno dolore, e forse, con il tempo ti abituerai a questa pratica. Comunque, come ti dicevo, adesso che ti ha sverginato il sedere rompendoti lo sfintere, anche a te ha rilasciatoe la patente di "rotta in culo".
Mentre Monica era immobile e piangente sul letto, Fatmir fumava beatamente.
- Rompere il culo a questa puttanella è stato più lungo del previsto, e tutto per dar retta alle stronzate di una cocainomane. Perciò, brutta troia che non sei altro, adesso vieni qui e mi pulisci il cazzo con la lingua.
- Ma tu mi sa che sogni! E' pieno di sperma, sangue e ....merda! vai pure a lavarti!
- SSSSSCCCCCIAAAAFFFFFF!
Uno schiaffo così forte non lo avevo mai visto! Le fece rigirare la testa. Si sedette sulla poltrona tenendo in mano il pisello.
- Se mi fai rialzare, al posto della bocca sai bene dove te lo metterò.
La paura di essere sodomizzata ebbe la meglio sul ribrezzo di succhiare quella proboscide e, con mal voglia, ripulì il cazzo da tutto quel lerciume. Monica era in catalessi, saturata di alcol, droga e sesso. Fatmir scansò con malgarbo Laura per recarsi al gabinetto; improvvisamente si fermò, ebbe un ripensamento e tornò indietro.
- Mi è venuta un’idea, ... si diresse verso Monica che, ancora intontita dallo stupro, giaceva inerme bocconi sul letto. Tolse l'asciugamano che aveva in mezzo alle gambe, divaricò le pallide chiappette e, spingendo con le dita la punta dell'uccello, glielo rimise nel culo.
- Non ti è bastato quello che mi hai fatto?
- Stai ferma che adesso vivrai un’esperienza che neanche la troia della tua amica ha provato.
Concentrandosi, Fatmir vuotò la vescica nell'intestino di Monica. Tutta la birra e l'alcool che aveva ingerito, si riversarono nel retto della ragazza che fu costretta a subire un clistere di piscio.
- Che cazzo stai facendo, cos'è questa roba, bruciaaaa!
- Ti sto facendo un clisterino di pipì bella calda ché ti aiuterà a pulire l'intestino.
- Porco!, ... Fermati, ... Che porcheria è mai questa! ... Non farlo mi fa schifo!
Con un sospiro di sollievo finì di pisciare e si sgrullò l’uccello. Immediatamente pensai che gli sfinteri della poveretta fossero fuori uso. Da un momento all'altro la pipì si sarebbe riversata sul materasso della suite. Da vero bastardo, in quell'attimo pensai solo al materasso, con finto fare caritatevole corsi da lei e le rimisi l'asciugamano a mo' di pannolino in mezzo alle natiche tenendolo ben fermo e, con l'aiuto di Laura, la portammo in bagno.
Era distrutta, il trucco sfatto, il volto madido di sudore, gli occhi pieni di pianto, i capelli scompigliati. Era distrutta nel corpo e nello spirito. Seduta sulla tazza del gabinetto si lasciò andare e, per la prima volta in vita sua, fece la pipì contemporaneamente dalla fica e dal culo. Fatmir si era rivestito e con fare da vero Boss ordinò a Laura.
- Pensaci tu, falla bere molto e prima di portarla a casa falle prendere questa pasticca ma, ... assicurati che la prenda.
- Che cos'è? - Chiese lei?
- E' roba fantastica, dormirà dodici ore di fila, e, al risveglio non ricorderà niente delle trentasei ore precedenti.
- Sei sicuro di quello che stiamo facendo? Sì, fidati e non rompere i coglioni.
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