22 - Come sono diventata una Professionista (Parte III)
di
Ivofosco
genere
dominazione
Continuazione del racconto:
21 – Come sono diventata una professionista (Parte II)
Quel giorno indossavo una gonnellina di Jeans, una camicetta blu, un paio di sandali non eccessivamente alti e sotto un completino di pizzo bianco. Niente perizoma e trucco discreto. Avevo un cappellino blu dal quale fuoriuscivano i capelli raccolti in una lunga coda di cavallo. Nello studio c’era anche il suo inseparabile assistente che vedendomi esclamò:
- Professore è arrivata chiappe d’oro!
Infastidita da quella presentazione salutai cortesemente cercando di stare al gioco; sicuramente anche lui era a conoscenza del motivo della mia visita e ne ebbi la certezza quando continuò imperterrito con le sue battute.
- E’ vero che un culo è sempre un culo ma pensavo ti piacessero solo quelli provvisti di manico!
Il professore lo zittì subito:
- Paul cerca di essere più gentile, non lasciare che la gelosia soffochi il tuo lato artistico!
- Perché?
- Perché Ashley non ha un culo, ma un opera d’arte che oggi potrai ammirare e che sarà a mia completa disposizione!
Tutta questa franchezza mi spiazzava, pensavo che avremmo perso tempo in convenevoli invece mise subito in chiaro i suoi propositi.
Da un cassetto tirò fuori alcuni fogli, ne prese la metà e porgendomeli disse:
- Queste sono la metà delle domande dell’esame, puoi metterle nella borsetta, quando avrò finito ti darò anche le altre. Se ci hai ripensato lasciale pure sul tavolo e amici come prima, se invece decidi di rimanere sai già cosa ti aspetta.
Fu di una franchezza disarmante, senza inutili giri di parole andò dritto al punto. In un angolo dello studio c’era una chaise longue di velluto che immaginai subito a cosa sarebbe servita.
-Di certo non ti scandalizzerai se mi faccio mettere in tiro da Paul – disse mentre si slacciava i pantaloni.
Dandomi le spalle non potevo vederlo ma avevo intuito che se l’era tirato fuori e se lo stava massaggiando.
Senza alcun imbarazzo Paul iniziò a spompinarlo, dalle smorfie che faceva immaginai che il professore dovesse essere anche ben dotato: ne ebbi la certezza quando sfilandolo dalla sua bocca me lo mostrò in tutta la sua maestosità!
-Porca vacca che razza di sberla…
Senza volerlo dovevo aver pensato a voce alta perché il prof, visibilmente compiaciuto, me lo presentò:
-Ti piace vero? Il mio soprannome lo devo proprio a lui, nel nostro ambiente tutti mi chiamano 144 per via delle sue misure: 24 cm di lunghezza per 6 cm di diametro. Ti assicuro che difficilmente ne troverai di più grandi e perfettamente funzionanti. Non dirmi che sei rimasta impressionata, una zoccoletta come te chissà quanti ne avrà visti!
-Non vorrei contraddirla, forse il mio aspetto può indurre in pregiudizi, ma non sono una zoccoletta!
-Va bene non sarai una zoccoletta ma fai finta di esserlo e mettiti a quattro zampe sulla poltrona che sono impaziente di toccare questa meraviglia!
Tremando dalla paura mi misi carponi inarcando il sedere. In quella posizione la mini non poteva nascondere nulla e il professore rimase stupito nel vedere le mie candide mutandine.
-Ma che strano una puttanella come te va in giro con queste mutandine bianche da collegiale, mi sarei aspettato di trovare un perizoma o una brasiliana!
Con la mano accarezzò i glutei palpeggiandoli come se stesse scegliendo la frutta da comprare. Mi dette uno sculaccione e calandomi le mutandine mise in bella mostra la passera depilata.
-Purtroppo sotto il forellino ti ritrovi questa fessura bavosa, se avessi avuto un bel manico da stringere con forza saresti stata perfetta! Comunque devi essere una bella porcellina, anche se non sono un esperto, vedo che sei eccitata da come fa la bava!
Aveva ragione, non avevo mai assistito a un rapporto orale tra due maschi, e assistere a quel pompino mi aveva fatto bagnare.
Strusciò il dito medio sulle labbra vaginali e, con una smorfia di disgusto, mi penetrò.
-Cazzo ma la fica è così calda o sei tu che sei in calore?
Non risposi alla provocazione ma quel dito che mi rovistava internamente non fece altro che farmi bagnare maggiormente.
-Sei proprio un lago, vediamo di utilizzare nel migliore dei modi questa bava schifosa…
-AHIAAA!
Con decisione e senza alcun garbo mi aveva infilato il dito nell’ano! Mi spostai in avanti ma, tenendomi per la coda dei capelli mi riportò in posizione.
-Cazzo che buco stretto che ti ritrovi, da quanto tempo non lo prendi!
-Auuu!...Auuu!...Aaaa!
Imperturbato mi stava sodomizzando con il dito.
-Cazzo quanto stringe, sembra il buchetto vergine dello studente della scorsa settimana! Speriamo che il tuo sfintere sia meno coriaceo del suo perché non voglio ritrovarmi un'altra volta con il cazzo spellato al termine dell’inculata!
Non avevo il coraggio di dirgli che anche io ero vergine, il dito che avevo nell’ano mi faceva vedere le stelle e il pensiero che fra poco sarebbe stato sostituito con il suo 144 mi faceva rabbrividire.
Pete nonostante tutte le attenzioni e le accortezze e con un cazzo decisamente più piccolo, mi aveva fatto vedere i sorci verdi quando aveva provato a forzare lo sfintere. Fra poco sarei stata aperta in due come una pesca matura; 144 non avrebbe avuto pietà e sarebbe entrato a qualunque costo, anche lacerandomi.
Iniziai a piangere, per un attimo pensai anche di alzarmi e andare via, ma non potevo perdere la borsa di studio, dovevo assolutamente passare l’esame; decisi di restare ben sapendo che il prezzo che stavo per pagare sarebbe stato altissimo.
-AHIAAAAA!
Il porco aveva inserito un altro dito e adesso il dolore era insopportabile.
-Che c’è sciocchina, non mi dire che ti fa male il culetto!
-Ahi…ahi…no…noooooo…ahiaaaaaa…
-Paul ti dispiacerebbe farti succhiare il pisello da questa puttanella in maniera da tapparle la bocca che questi lamenti mi innervosiscono. Sta facendo tante storie nemmeno fosse il primo che prende. Tante storie per due dita quando fra un po’ dovrà far entrare ben altro!
Paul mi si mise davanti e, senza tanti complimenti, mi fece ingoiare il cazzo. Pur di dimensioni minori rispetto a 144 anche lui era ben dotato e per prenderlo tutto dovetti spalancare la bocca mettendo fine ai lamenti.
-Prof la zoccoletta piange, mi sa che questo bel sederino deve averlo usato veramente molto poco altrimenti non si spiegherebbe tutta questa sofferenza per solo due dita!
Il tentativo di cercare di inserirmi nel culo un altro dito mi fece divincolare, sputai il cazzo che avevo in bocca, e spingendomi in avanti mi liberai dalle dita che stavano dilatandomi l’ano…
-AHIAAA! NOOOO! NON VOGLIOOO!
- Che cosa c’è ragazzina? Al posto di ringraziarmi che te lo sto preparando ti metti a fare tutte queste storie?
Scoppiai in lacrime e il panico mi fece singhiozzare, i due pederasti rimasero stupiti dalla mia reazione e per un minuto rimasero attoniti di fronte alla mia crisi isterica. Non appena smisi di singhiozzare, con la voce rotta, gli vomitai addosso un fiume di parole mettendo a nudo tutta la mia fragilità.
-Non sono una zoccoletta, sono una ragazza come tante e se proprio volete saperlo queste cose non le ho mai fatte! Anche io sono vergine, non sono mai stata sodomizzata, e penso che quella bestia non potrà mai entrare senza rompermi, è troppo grosso, mi spaccherà in due e non ho nessuna intenzione di andare in ospedale a farmelo ricucire!
-Non posso credere a quello che sento, sei una puttanella ma hai ancora il buco chiuso! Se ci hai ripensato puoi sempre andartene, peccato perché ti avrei sodomizzato veramente con piacere specialmente adesso che so che sarei stato il primo! A te la scelta puoi andartene da quella porta così come sei entrata oppure puoi uscire da li con le risposte dell’esame ma con il culo rotto!
-La prego… mi aiuti devo per forza superare l’esame!
-Bene anche io per forza voglio farti il culo!
-Mi rovinerà se mi incula con quel coso che si ritrova!
-Sei patetica con le tue remore, dal giorno che ti hanno sverginata sapevi benissimo che presto o tardi la stessa sorte sarebbe toccata anche al culo: ora, con questi atteggiamenti ipocriti, vorresti farmi credere che non l’avresti mai fatto?
I tuoi compagni di corso sono più onesti e coerenti, si fanno inculare solamente per passare l’esame. Nessuno di loro, una volta uscito da qui, ha intenzione di ripetere l’esperienza mentre per te la situazione è completamente diversa. Una volta che te l’avrò sverginato cadranno tutte le remore e le paure che hai nei confronti della sodomia e non appena ti sarai ripresa dal trauma della rottura, potrai iniziare a utilizzarlo facendo felici centinaia di cazzi che non aspettano altro che di inchiappettarti!
Perciò al contrario dei tuoi colleghi, il dolore della prima inculata non sarà fine a se stesso ma necessario per poter iniziare una nuova pratica sessuale che in poco tempo ti porterà a godere anche con il culo. Non è vero Paul?
-Certamente – rispose Paul – non c’è niente di meglio che avere fra le chiappe un bel cazzo che fa avanti e indietro nel sedere!
-Adesso però basta parlare, dato che sei vergine mettiti a cavallo del divanetto e appoggia la pancia così non potrai ne stringere le cosce ne schizzare in avanti e tu Paul passami il gel che cerco di rendere il canale più scivoloso possibile.
Piangendo feci come richiesto, il divanetto era largo circa cinquanta centimetri e mi costringeva a tenere le gambe divaricate e il sedere in alto. Avevo la fica all’estremo del divano e la testa a contatto con la spalliera della chaise longue; in questo modo il professore era libero di muoversi dietro di me a suo piacimento. Sentii il gel colarmi fra le chiappe e di nuovo le dita del professore entrarmi dentro. Rassegnata mi irrigidii ma non dissi una parola. Le dita mi davano fastidio ma, al contrario di prima, il gel stava facendo il suo lavoro perché il dolore era diminuito. Paul gli stava facendo un pompino e quando il cazzo raggiunse il suo massimo turgore, l’assistente lo unse segandolo velocemente.
-Ci siamo Ashley, fra poco la verginità del tuo culo sarà solo un ricordo!
Sentivo quella grossa biscia strusciare nel solco delle mele e appoggiarsi sul buco. Come una condannata a morte aspettavo da un momento all’altro di ricevere il colpo di grazia. Questa volta dietro di me non c’era Pete e il professore non si sarebbe lasciato impietosire dalle mie grida. Il destino del mio culo era segnato e tra poco avrei visto le stelle. Le gambe iniziarono a tremare dalla paura, quel porco del professore mi aveva posizionato in maniera da non poter stringere le cosce e nonostante ci avessi provato la poltrona me l’aveva impedito. Feci per alzare il busto ma la mano del professore me lo impedì. La cappella era sempre li pronta a centrare il buco.
-Paul fammi la cortesia di tenerla schiacciata sul divano, voglio che rimanga ferma a pancia sotto, sono sicuro che appena l’infilzo cercherà di sgusciare via come un’anguilla.
-No,… no,… vi prego… abbiate pietà!
Il cazzo iniziò a fare pressione sull’ano e nel momento di incunearsi sentii le mani del professore divaricarmi le chiappe. Aveva i palmi appoggiati sul sedere mentre con i pollici cercava di dilatare le crespe dell’ano. All’improvviso la vista mi si annebbiò e ebbi la sensazione che centinaia di spilli mi fossero stati infissi nell’ano…
-NNNNNGAAAAAAAHHHHHHHUUUUUUUUU!
Con una spinta improvvisa la cappella aveva vinto la resistenza dello sfintere riuscendo a oltrepassarlo inculandosi nel retto. Paul aveva il suo bel da fare a tenermi ferma mentre il professore mi schiacciava il bacino con le mani e con il peso del suo corpo mi impediva ogni movimento.
-AHIAAAAAAAAAAAA! ESCA, ESCA LA SCONGIURO!
-Fai la brava e cerca di calmarti, fai dei respiri profondi e cerca di non contrarti, la cappella ormai ha superato le forche caudine, hai veramente un culo super, estremamente tonico, lo sfintere mi ha incastrato la testa ma adesso a poco a poco cercherò di scastrarla. Dagli tempo di abituarsi all’ospite indesiderato.
-AHIA! AHIA! MI ROMPE, MI LACERA. LO SFILI LA PREGO!
-Vedi Paul il cazzo è rimasto incastrato perché l’ano si è introflesso ed è sparito anch’esso all’interno del retto.
-BASTA, BASTA, MI FA MALE, NON VOGLIO!
-Se lo sfilassi dovrei ricominciare da capo e sarebbe peggio, purtroppo la prima volta è sempre così, rassegnati e lasciami fare.
-Cazzo mi sta distruggendo!
-Adesso cercherò di muovermi perché devo far tornare l’ano al suo posto. Cerca di spingere come se andassi di corpo in modo di facilitarmi il compito.
-Ma che cazzo spingo mi sento morire!
Il professore divaricò le chiappe e lentamente cercò di riportare lo sfintere al suo posto. Purtroppo il cazzo era troppo grosso e dovette sfilarlo un po’ per rendere nuovamente visibile l’anello muscolare.
-Ahi,…ahi,… piano per favore!
Malauguratamente nel compiere questo movimento la cappella fuoriuscì completamente causandomi nuovo dolore.
-AHIAAAA!
-Peccato, mi dispiace per te ma dobbiamo ricominciare da capo!
-BASTA VI PREGO!
Mi infilò nell’ano la punta del tubetto di gel riempiendomi il retto di lubrificante.
-Con questo dentro vedrai che non s’incastrerà più!
-VI PREGO, VI SCONGIURO, NON LO FATE!
Puntò nuovamente la cappella, completamente lubrificata, sul buco e senza esitare spinse nuovamente con decisione…
-AAAAAUUUUUUUUUUU!
-Hai visto che questa volta è entrato meglio?
-Cazzo che dolore! Si fermi per favore.
Con le mani divaricò nuovamente le chiappe e questa volta con dolore atroce lo sfintere tornò al suo posto mostrando le crespe dell’ano stirate al limite della rottura.
Respiravo velocemente, oltre al dolore incominciavo a sentire un calore nel retto, non avevo idea di quanto centimetri di quel grosso cazzo mi fossero entrati nel sedere. Per fortuna si era fermato per farmi abituare all’intruso.
-Oltre a essere una verginella hai anche un buco molto stretto. Ti confesso che anche per me è la prima volta, ovviamente la prima volta che inculo una femmina, chissà perché mi ero fatto l’idea che il culo femminile fosse più cedevole di quello maschile invece hai il buco più stretto di quello del tuo compagno di corso Red Tony!
-Ahia, ahi,… ma ha fatto il culo anche a Tony il rosso?
-Certamente, come pensi che sia riuscito a superare l’esame un somaro come lui? Adesso basta chiacchiere che devo farti il culo.
Spinse nuovamente facendo avanzare 144…
-Ahiaaaaaaa! Cazzo che dolore!
Avevo la sensazione di avere un palo infilato nel sedere.
Paul si spinse a vedere come procedeva l’inculata e quello che disse mi fece rabbrividire.
-Cazzo ma ancora ce l’hai tutto fuori? Non ti riconosco più, ti stai facendo impietosire dai lamenti di questa puttanella, cosa aspetti a ficcarglielo tutto dentro?
Piansi a dirotto al pensiero che praticamente era entrata solo la cappella o poco più, mi avrebbe sicuramente rotto il culo non appena avesse iniziato a muoversi.
-PIETA’,… VI PREGO,…
Lentamente incominciò a incularmi facendolo entrare sempre più dentro a ogni affondo. Per fortuna i suoi movimenti erano lenti perché lo sfintere, talmente stretto intorno al cazzo, non gli consentiva di scivolare senza attrito.
Urlavo come una pazza e cercavo di divincolarmi nella speranza di sottrarmi a quel supplizio.
-BASTA LA SUPPLICO! BRUCIA!
Avevo il culo che stava letteralmente bruciando, mi sembrava di avere un asciugacapelli infilato nel sedere. Anche il cazzo però non doveva passarsela bene perché chiese all’assistente di versargli sopra altro gel.
Il lubrificante rese più facili le cose a lui ma per me, l’avanzata di quel bastone, non faceva altro che acuire il dolore.
Approfittando dell’ulteriore lubrificazione il bastardo iniziò a spingere con maggiore intensità. Nella speranza di sentire al più presto il contatto del pube contro il sedere, non potevo far altro che stringere i denti, sbattere le gambe, e piangere come non avevo mai fatto.
Purtroppo per me il professore non aveva nessuna fretta di far arrivare a fine corsa lo spiedo, fermò la sua avanzata e si mise a pomiciare con l’assistente che, oltre a slinguazzarlo, gli accarezzava le palle segando la parte di cazzo che stava aspettando di entrare.
Approfittai di questo intermezzo gay per cercare di rilassarmi ma nonostante gli sforzi non ci riuscivo. Sentivo solo dolore e non riuscivo a credere che avrei potuto ripetere una simile esperienza. Mentre si baciavano ripensai a mia madre. Anche lei aveva sofferto come un cane quando mio padre le ruppe il culo durante la prima notte di nozze eppure continuava a farsi sodomizzare come se niente fosse. Probabilmente sarebbe stato lo stesso anche per me ma, per il momento, non vedevo l’ora che quel coso uscisse dal mio ano.
Come se mi avesse letto nel pensiero il professore si sfilò.
-Ahiaaa! Che fa lo toglie? Abbiamo finito?
Mi aveva fatto male anche uscendo e non capivo perché mai l’avesse sfilato.
-Ti piacerebbe non è vero? L’ho tolto perché devo convincere lo sfintere a darmi la chiave del tuo culo. Si comporta come una serratura che non lascia entrare nessuno e io, da bravo scassinatore, devo usare il grimaldello per rompere la serratura in maniera da lasciare la porta aperta a chi vorrà entrare dopo di me.
Non capivo un cazzo di quello che stava dicendo ma bastarono pochi minuti per farmi capire il concetto.
Con un colpo deciso mi ficcò dentro la cappella facendomi vedere le stelle!
-AHIAAA!
Uscì immediatamente per ripetere l’operazione.
-AHIAAAAAA! Che cazzo sta facendo?
Nel mentre strillavo l’aveva nuovamente sfilato e…
-AAAUUUUUUU!
Un'altra botta micidiale. Si stava divertendo entrando e uscendo dal mio sedere come un pistone nel cilindro.
Strillavo come un ossessa. A ogni colpo balzavo in avanti bloccata dall’assistente e dal professore.
-BASTA… BASTA… MI UCCIDE IN QUESTO MODO!
Il dolore più grande mi sembrava di sentirlo quando lo tirava fuori con violenza. Era come se la mucosa volesse seguire il cazzo rivoltandosi come un calzino.
Dopo minuti di questo trattamento avevo perso la voce a forza di strillare e quando lo infilava dentro sembrava che il dolore fosse leggermente diminuito; come se l’ano non avesse più la forza di contrarsi.
-Ci siamo Paul anche questa serratura è stata scardinata, lo sfintere non potrà più chiudere la porta e chi vorrà potrà entrare anche senza chiavi.
Adesso che la serratura è stata neutralizzata voglio incularmela per bene.
Nel dire questo sfilò il cazzo e mi fece alzare dandomi una pacca sul sedere. La testa mi girava, scavalcai la poltrona con la gamba sentendo fastidio quando cercai di avvicinarla all’altra. Rimasi in piedi a gambe divaricate.
-Vuoi bere qualcosa per riprenderti prima che ricominciamo?
-Perché non abbiamo finito?
-Ti piacerebbe non è vero? Adesso continuiamo in un'altra posizione.
-Basta la prego, mi fa male….
Con le mani avevo sentito che il buco era rimasto aperto, chissà se sarebbe tornato normale.
Il professore stappò una bottiglia di birra e sorseggiandola mi invitò a sdraiarmi con la schiena sulla chaise longue. Una volta sdraiata il professore chiese all’assistente di dare un occhiata al mio culo e il leccapiedi alzandomi le gambe e facendomi piegare le cosce sul petto sentenziò.
-E’ bello rosso, professore, lo sfregamento a fatto gonfiare la mucosa e le sono comparse un paio di emorroidi ma niente di grave. Le crespe non si individuano più per via dell’edema.
-Bene, bene – disse il professore – non vedo l’ora di metterglielo tutto dentro, dalle un ulteriore lubrificatina che ce ne sarà bisogno.
Il buco doveva essere oscenamente dilatato perché quando mi infilò dentro due dita per ungermi con il gel non sentii nessun dolore, mentre solo poco minuti prima mi avevano fatto strillare come un aquila.
Almeno tutta quella sofferenza era servita a qualcosa.
Paul non si fece scappare l’occasione per aiutare il professore a riprendere vigore con sapienti passate di lingua sulla cappella senza curarsi che era appena uscita dal mio culo con tutti i rischi del caso.
Il professore mi si mise davanti sollevandomi il culo e portandolo a filo del divanetto.
Poi divaricandomi le cosce me le fece ripiegare sulla pancia esponendo il buco all’assalto del suo membro.
M’incannò al volo senza nemmeno poggiarlo sull’ano, doveva avere una certa esperienza oltre che un cazzo estremamente duro.
-Ahiaaa! Cazzo non voglio! Mi fa male!
-Forza puttanella fatti coraggio che adesso te lo faccio prendere tutto.
Nel dire questo iniziò a sodomizzarmi con una nuova tecnica. Lo teneva sempre dentro inculandomi velocemente.
-Ahiaaa!... Ahiaaa!... Basta… basta!
Avevo le gambe in verticale e il bastardo si divertiva a tenermi per le caviglie tirandomele in alto a ogni affondo.
-Vedi ragazzina inculandoti in questo modo posso far in modo che il cazzo ti entri fino alle palle facendoti alzare il bacino.
Francamente non capivo questi tecnicismi sentivo solo dolore anche se in maniera minore. Probabilmente mi stavo abituando oppure il fatto di avermi rotto lo sfintere facilitava l’intrusione impedendone la contrazione.
-Che aspetti a darglielo tutto? – disse l’assistente.
Rientrai nel panico in quanto pensavo di averlo già preso tutto.
-Adesso glielo do, stai tranquillo e,… non essere geloso!
Mi prese nell’incavo della ginocchia obbligandomi a divaricare al massimo le cosce spingendomele in basso portando le ginocchia a toccare il divano ai lati del seno. Per assumere questa posizione fui costretta a sollevare il bacino dal divano portandolo in alto. In questo modo vidi che il famoso 144 era entrato solo poco più della metà e un pezzo era ancora fuori. Fu l’ultima cosa che vidi perché un dolore fortissimo mi annebbiò la vista facendomi urlare a squarciagola…
-AHIAAAAA! VAFFANCULO… STRONZO BASTARDO ROTTO IN CULO!
Il professore senza tanti riguardi l'aveva affondato tutto dentro. L’assistente ebbe il suo bel da fare a bloccarmi le caviglie per tenermi ferma in posizione.
-AHIO!… AHIO!... NOOOO!... NON VOGLIO!... BASTA!
Avere un cazzo di quelle dimensioni tutto infilato nel culo è una sensazione che se non si prova non si può descrivere. Tanto lungo da sentirlo nello stomaco e così largo da lasciarti con un buco di quasi 20 centimetri di circonferenza! Mi sembrava di essere caduta su un paracarro, mi venivano alla mente le streghe impalate sul patibolo.
L’assistente che sembrava godere della mia sofferenza tenendomi sempre ben ferma disse:
-Adesso anche tu sei ufficialmente una rotta in culo, falla finita e goditi la tua prima inculata!
-Ma come cazzo faccio a godere con questo coso infilato nel sedere che mi sta sventrando! Toglilo,… esci,… sfilalo.
Incurante dei miei lamenti il professore continuava a pomparmi e, anche se non dava cenni di cedimento, mi sembrava che non provasse particolare piacere. Era come se si fosse reso conto che stava inculando una donna. Continuava a fare avanti e indietro ma non sembrava godere della cosa.
Ero paralizzata dal dolore e dalla situazione, il culo mi stava andando a fuoco e la cosa peggiore era che il professore avrebbe potuto continuare a incularmi chissà per quanto tempo ancora.
Per fortuna Paul venne in mio aiuto. Vedendo che ormai ero rassegnata alla mia sorte e non avevo più la forza di ribellarmi, lasciandomi le caviglie si mise dietro al professore dicendo:
-Caro questa troietta non potrà mai farti godere, anche se ha un culetto stretto e vergine è sempre un culetto di donna. Non vedi che orrenda fica si ritrova,… per fortuna ci sono io,… ci penso io a portarti in paradiso!
Improvvisamente gli brillarono gli occhi, tenendomi sempre il cazzo dentro si piegò in avanti appoggiandosi con il torace sui miei seni aspettando con ansia l’oggetto del suo piacere. Paul non perse tempo e con estrema facilità lo inculò facendolo gemere dal godimento!
-Per fortuna che ci sei tu a darmi piacere, siiiiiii……sssiiiiiiiii!
Paul iniziò a inchiappettarlo mandandolo in estasi sotto i colpi della verga. Sentivo il cazzo pulsare all’interno del mio culo, si stava gonfiando ulteriormente aumentando di dimensioni.
-Ahia… ahia… si sbrighi a venire professore per favore…
Paul aumentò il ritmo sincronizzando i movimenti: quando il professore usciva Paul lo inchiappettava per poi sfilarsi pquando il professore me lo spingeva dentro. Dapprima lentamente, poi sempre più velocemente raggiungendo un ritmo incredibile.
Il dolore era tremendo ma, fortunatamente, incominciavo a intravedere la fine del mio calvario. Il professore ansimava sempre di più; stava per godere.
Il primo a venire fu proprio lui che, emettendo gemiti da checca, mi riempì il retto.
Come se si fossero messi d’accordo Paul venne immediatamente dopo gettandosi anche lui a peso morto su di me.
Al termine dell’ultimo gemito con un filo di voce dissi:
-Vorrei ricordarle che l’accordo prevedeva soltanto la mia sodomizzazione e non la morte per soffocamento. Vi dispiacerebbe alzarvi che non riesco a respirare!
Continua…
21 – Come sono diventata una professionista (Parte II)
Quel giorno indossavo una gonnellina di Jeans, una camicetta blu, un paio di sandali non eccessivamente alti e sotto un completino di pizzo bianco. Niente perizoma e trucco discreto. Avevo un cappellino blu dal quale fuoriuscivano i capelli raccolti in una lunga coda di cavallo. Nello studio c’era anche il suo inseparabile assistente che vedendomi esclamò:
- Professore è arrivata chiappe d’oro!
Infastidita da quella presentazione salutai cortesemente cercando di stare al gioco; sicuramente anche lui era a conoscenza del motivo della mia visita e ne ebbi la certezza quando continuò imperterrito con le sue battute.
- E’ vero che un culo è sempre un culo ma pensavo ti piacessero solo quelli provvisti di manico!
Il professore lo zittì subito:
- Paul cerca di essere più gentile, non lasciare che la gelosia soffochi il tuo lato artistico!
- Perché?
- Perché Ashley non ha un culo, ma un opera d’arte che oggi potrai ammirare e che sarà a mia completa disposizione!
Tutta questa franchezza mi spiazzava, pensavo che avremmo perso tempo in convenevoli invece mise subito in chiaro i suoi propositi.
Da un cassetto tirò fuori alcuni fogli, ne prese la metà e porgendomeli disse:
- Queste sono la metà delle domande dell’esame, puoi metterle nella borsetta, quando avrò finito ti darò anche le altre. Se ci hai ripensato lasciale pure sul tavolo e amici come prima, se invece decidi di rimanere sai già cosa ti aspetta.
Fu di una franchezza disarmante, senza inutili giri di parole andò dritto al punto. In un angolo dello studio c’era una chaise longue di velluto che immaginai subito a cosa sarebbe servita.
-Di certo non ti scandalizzerai se mi faccio mettere in tiro da Paul – disse mentre si slacciava i pantaloni.
Dandomi le spalle non potevo vederlo ma avevo intuito che se l’era tirato fuori e se lo stava massaggiando.
Senza alcun imbarazzo Paul iniziò a spompinarlo, dalle smorfie che faceva immaginai che il professore dovesse essere anche ben dotato: ne ebbi la certezza quando sfilandolo dalla sua bocca me lo mostrò in tutta la sua maestosità!
-Porca vacca che razza di sberla…
Senza volerlo dovevo aver pensato a voce alta perché il prof, visibilmente compiaciuto, me lo presentò:
-Ti piace vero? Il mio soprannome lo devo proprio a lui, nel nostro ambiente tutti mi chiamano 144 per via delle sue misure: 24 cm di lunghezza per 6 cm di diametro. Ti assicuro che difficilmente ne troverai di più grandi e perfettamente funzionanti. Non dirmi che sei rimasta impressionata, una zoccoletta come te chissà quanti ne avrà visti!
-Non vorrei contraddirla, forse il mio aspetto può indurre in pregiudizi, ma non sono una zoccoletta!
-Va bene non sarai una zoccoletta ma fai finta di esserlo e mettiti a quattro zampe sulla poltrona che sono impaziente di toccare questa meraviglia!
Tremando dalla paura mi misi carponi inarcando il sedere. In quella posizione la mini non poteva nascondere nulla e il professore rimase stupito nel vedere le mie candide mutandine.
-Ma che strano una puttanella come te va in giro con queste mutandine bianche da collegiale, mi sarei aspettato di trovare un perizoma o una brasiliana!
Con la mano accarezzò i glutei palpeggiandoli come se stesse scegliendo la frutta da comprare. Mi dette uno sculaccione e calandomi le mutandine mise in bella mostra la passera depilata.
-Purtroppo sotto il forellino ti ritrovi questa fessura bavosa, se avessi avuto un bel manico da stringere con forza saresti stata perfetta! Comunque devi essere una bella porcellina, anche se non sono un esperto, vedo che sei eccitata da come fa la bava!
Aveva ragione, non avevo mai assistito a un rapporto orale tra due maschi, e assistere a quel pompino mi aveva fatto bagnare.
Strusciò il dito medio sulle labbra vaginali e, con una smorfia di disgusto, mi penetrò.
-Cazzo ma la fica è così calda o sei tu che sei in calore?
Non risposi alla provocazione ma quel dito che mi rovistava internamente non fece altro che farmi bagnare maggiormente.
-Sei proprio un lago, vediamo di utilizzare nel migliore dei modi questa bava schifosa…
-AHIAAA!
Con decisione e senza alcun garbo mi aveva infilato il dito nell’ano! Mi spostai in avanti ma, tenendomi per la coda dei capelli mi riportò in posizione.
-Cazzo che buco stretto che ti ritrovi, da quanto tempo non lo prendi!
-Auuu!...Auuu!...Aaaa!
Imperturbato mi stava sodomizzando con il dito.
-Cazzo quanto stringe, sembra il buchetto vergine dello studente della scorsa settimana! Speriamo che il tuo sfintere sia meno coriaceo del suo perché non voglio ritrovarmi un'altra volta con il cazzo spellato al termine dell’inculata!
Non avevo il coraggio di dirgli che anche io ero vergine, il dito che avevo nell’ano mi faceva vedere le stelle e il pensiero che fra poco sarebbe stato sostituito con il suo 144 mi faceva rabbrividire.
Pete nonostante tutte le attenzioni e le accortezze e con un cazzo decisamente più piccolo, mi aveva fatto vedere i sorci verdi quando aveva provato a forzare lo sfintere. Fra poco sarei stata aperta in due come una pesca matura; 144 non avrebbe avuto pietà e sarebbe entrato a qualunque costo, anche lacerandomi.
Iniziai a piangere, per un attimo pensai anche di alzarmi e andare via, ma non potevo perdere la borsa di studio, dovevo assolutamente passare l’esame; decisi di restare ben sapendo che il prezzo che stavo per pagare sarebbe stato altissimo.
-AHIAAAAA!
Il porco aveva inserito un altro dito e adesso il dolore era insopportabile.
-Che c’è sciocchina, non mi dire che ti fa male il culetto!
-Ahi…ahi…no…noooooo…ahiaaaaaa…
-Paul ti dispiacerebbe farti succhiare il pisello da questa puttanella in maniera da tapparle la bocca che questi lamenti mi innervosiscono. Sta facendo tante storie nemmeno fosse il primo che prende. Tante storie per due dita quando fra un po’ dovrà far entrare ben altro!
Paul mi si mise davanti e, senza tanti complimenti, mi fece ingoiare il cazzo. Pur di dimensioni minori rispetto a 144 anche lui era ben dotato e per prenderlo tutto dovetti spalancare la bocca mettendo fine ai lamenti.
-Prof la zoccoletta piange, mi sa che questo bel sederino deve averlo usato veramente molto poco altrimenti non si spiegherebbe tutta questa sofferenza per solo due dita!
Il tentativo di cercare di inserirmi nel culo un altro dito mi fece divincolare, sputai il cazzo che avevo in bocca, e spingendomi in avanti mi liberai dalle dita che stavano dilatandomi l’ano…
-AHIAAA! NOOOO! NON VOGLIOOO!
- Che cosa c’è ragazzina? Al posto di ringraziarmi che te lo sto preparando ti metti a fare tutte queste storie?
Scoppiai in lacrime e il panico mi fece singhiozzare, i due pederasti rimasero stupiti dalla mia reazione e per un minuto rimasero attoniti di fronte alla mia crisi isterica. Non appena smisi di singhiozzare, con la voce rotta, gli vomitai addosso un fiume di parole mettendo a nudo tutta la mia fragilità.
-Non sono una zoccoletta, sono una ragazza come tante e se proprio volete saperlo queste cose non le ho mai fatte! Anche io sono vergine, non sono mai stata sodomizzata, e penso che quella bestia non potrà mai entrare senza rompermi, è troppo grosso, mi spaccherà in due e non ho nessuna intenzione di andare in ospedale a farmelo ricucire!
-Non posso credere a quello che sento, sei una puttanella ma hai ancora il buco chiuso! Se ci hai ripensato puoi sempre andartene, peccato perché ti avrei sodomizzato veramente con piacere specialmente adesso che so che sarei stato il primo! A te la scelta puoi andartene da quella porta così come sei entrata oppure puoi uscire da li con le risposte dell’esame ma con il culo rotto!
-La prego… mi aiuti devo per forza superare l’esame!
-Bene anche io per forza voglio farti il culo!
-Mi rovinerà se mi incula con quel coso che si ritrova!
-Sei patetica con le tue remore, dal giorno che ti hanno sverginata sapevi benissimo che presto o tardi la stessa sorte sarebbe toccata anche al culo: ora, con questi atteggiamenti ipocriti, vorresti farmi credere che non l’avresti mai fatto?
I tuoi compagni di corso sono più onesti e coerenti, si fanno inculare solamente per passare l’esame. Nessuno di loro, una volta uscito da qui, ha intenzione di ripetere l’esperienza mentre per te la situazione è completamente diversa. Una volta che te l’avrò sverginato cadranno tutte le remore e le paure che hai nei confronti della sodomia e non appena ti sarai ripresa dal trauma della rottura, potrai iniziare a utilizzarlo facendo felici centinaia di cazzi che non aspettano altro che di inchiappettarti!
Perciò al contrario dei tuoi colleghi, il dolore della prima inculata non sarà fine a se stesso ma necessario per poter iniziare una nuova pratica sessuale che in poco tempo ti porterà a godere anche con il culo. Non è vero Paul?
-Certamente – rispose Paul – non c’è niente di meglio che avere fra le chiappe un bel cazzo che fa avanti e indietro nel sedere!
-Adesso però basta parlare, dato che sei vergine mettiti a cavallo del divanetto e appoggia la pancia così non potrai ne stringere le cosce ne schizzare in avanti e tu Paul passami il gel che cerco di rendere il canale più scivoloso possibile.
Piangendo feci come richiesto, il divanetto era largo circa cinquanta centimetri e mi costringeva a tenere le gambe divaricate e il sedere in alto. Avevo la fica all’estremo del divano e la testa a contatto con la spalliera della chaise longue; in questo modo il professore era libero di muoversi dietro di me a suo piacimento. Sentii il gel colarmi fra le chiappe e di nuovo le dita del professore entrarmi dentro. Rassegnata mi irrigidii ma non dissi una parola. Le dita mi davano fastidio ma, al contrario di prima, il gel stava facendo il suo lavoro perché il dolore era diminuito. Paul gli stava facendo un pompino e quando il cazzo raggiunse il suo massimo turgore, l’assistente lo unse segandolo velocemente.
-Ci siamo Ashley, fra poco la verginità del tuo culo sarà solo un ricordo!
Sentivo quella grossa biscia strusciare nel solco delle mele e appoggiarsi sul buco. Come una condannata a morte aspettavo da un momento all’altro di ricevere il colpo di grazia. Questa volta dietro di me non c’era Pete e il professore non si sarebbe lasciato impietosire dalle mie grida. Il destino del mio culo era segnato e tra poco avrei visto le stelle. Le gambe iniziarono a tremare dalla paura, quel porco del professore mi aveva posizionato in maniera da non poter stringere le cosce e nonostante ci avessi provato la poltrona me l’aveva impedito. Feci per alzare il busto ma la mano del professore me lo impedì. La cappella era sempre li pronta a centrare il buco.
-Paul fammi la cortesia di tenerla schiacciata sul divano, voglio che rimanga ferma a pancia sotto, sono sicuro che appena l’infilzo cercherà di sgusciare via come un’anguilla.
-No,… no,… vi prego… abbiate pietà!
Il cazzo iniziò a fare pressione sull’ano e nel momento di incunearsi sentii le mani del professore divaricarmi le chiappe. Aveva i palmi appoggiati sul sedere mentre con i pollici cercava di dilatare le crespe dell’ano. All’improvviso la vista mi si annebbiò e ebbi la sensazione che centinaia di spilli mi fossero stati infissi nell’ano…
-NNNNNGAAAAAAAHHHHHHHUUUUUUUUU!
Con una spinta improvvisa la cappella aveva vinto la resistenza dello sfintere riuscendo a oltrepassarlo inculandosi nel retto. Paul aveva il suo bel da fare a tenermi ferma mentre il professore mi schiacciava il bacino con le mani e con il peso del suo corpo mi impediva ogni movimento.
-AHIAAAAAAAAAAAA! ESCA, ESCA LA SCONGIURO!
-Fai la brava e cerca di calmarti, fai dei respiri profondi e cerca di non contrarti, la cappella ormai ha superato le forche caudine, hai veramente un culo super, estremamente tonico, lo sfintere mi ha incastrato la testa ma adesso a poco a poco cercherò di scastrarla. Dagli tempo di abituarsi all’ospite indesiderato.
-AHIA! AHIA! MI ROMPE, MI LACERA. LO SFILI LA PREGO!
-Vedi Paul il cazzo è rimasto incastrato perché l’ano si è introflesso ed è sparito anch’esso all’interno del retto.
-BASTA, BASTA, MI FA MALE, NON VOGLIO!
-Se lo sfilassi dovrei ricominciare da capo e sarebbe peggio, purtroppo la prima volta è sempre così, rassegnati e lasciami fare.
-Cazzo mi sta distruggendo!
-Adesso cercherò di muovermi perché devo far tornare l’ano al suo posto. Cerca di spingere come se andassi di corpo in modo di facilitarmi il compito.
-Ma che cazzo spingo mi sento morire!
Il professore divaricò le chiappe e lentamente cercò di riportare lo sfintere al suo posto. Purtroppo il cazzo era troppo grosso e dovette sfilarlo un po’ per rendere nuovamente visibile l’anello muscolare.
-Ahi,…ahi,… piano per favore!
Malauguratamente nel compiere questo movimento la cappella fuoriuscì completamente causandomi nuovo dolore.
-AHIAAAA!
-Peccato, mi dispiace per te ma dobbiamo ricominciare da capo!
-BASTA VI PREGO!
Mi infilò nell’ano la punta del tubetto di gel riempiendomi il retto di lubrificante.
-Con questo dentro vedrai che non s’incastrerà più!
-VI PREGO, VI SCONGIURO, NON LO FATE!
Puntò nuovamente la cappella, completamente lubrificata, sul buco e senza esitare spinse nuovamente con decisione…
-AAAAAUUUUUUUUUUU!
-Hai visto che questa volta è entrato meglio?
-Cazzo che dolore! Si fermi per favore.
Con le mani divaricò nuovamente le chiappe e questa volta con dolore atroce lo sfintere tornò al suo posto mostrando le crespe dell’ano stirate al limite della rottura.
Respiravo velocemente, oltre al dolore incominciavo a sentire un calore nel retto, non avevo idea di quanto centimetri di quel grosso cazzo mi fossero entrati nel sedere. Per fortuna si era fermato per farmi abituare all’intruso.
-Oltre a essere una verginella hai anche un buco molto stretto. Ti confesso che anche per me è la prima volta, ovviamente la prima volta che inculo una femmina, chissà perché mi ero fatto l’idea che il culo femminile fosse più cedevole di quello maschile invece hai il buco più stretto di quello del tuo compagno di corso Red Tony!
-Ahia, ahi,… ma ha fatto il culo anche a Tony il rosso?
-Certamente, come pensi che sia riuscito a superare l’esame un somaro come lui? Adesso basta chiacchiere che devo farti il culo.
Spinse nuovamente facendo avanzare 144…
-Ahiaaaaaaa! Cazzo che dolore!
Avevo la sensazione di avere un palo infilato nel sedere.
Paul si spinse a vedere come procedeva l’inculata e quello che disse mi fece rabbrividire.
-Cazzo ma ancora ce l’hai tutto fuori? Non ti riconosco più, ti stai facendo impietosire dai lamenti di questa puttanella, cosa aspetti a ficcarglielo tutto dentro?
Piansi a dirotto al pensiero che praticamente era entrata solo la cappella o poco più, mi avrebbe sicuramente rotto il culo non appena avesse iniziato a muoversi.
-PIETA’,… VI PREGO,…
Lentamente incominciò a incularmi facendolo entrare sempre più dentro a ogni affondo. Per fortuna i suoi movimenti erano lenti perché lo sfintere, talmente stretto intorno al cazzo, non gli consentiva di scivolare senza attrito.
Urlavo come una pazza e cercavo di divincolarmi nella speranza di sottrarmi a quel supplizio.
-BASTA LA SUPPLICO! BRUCIA!
Avevo il culo che stava letteralmente bruciando, mi sembrava di avere un asciugacapelli infilato nel sedere. Anche il cazzo però non doveva passarsela bene perché chiese all’assistente di versargli sopra altro gel.
Il lubrificante rese più facili le cose a lui ma per me, l’avanzata di quel bastone, non faceva altro che acuire il dolore.
Approfittando dell’ulteriore lubrificazione il bastardo iniziò a spingere con maggiore intensità. Nella speranza di sentire al più presto il contatto del pube contro il sedere, non potevo far altro che stringere i denti, sbattere le gambe, e piangere come non avevo mai fatto.
Purtroppo per me il professore non aveva nessuna fretta di far arrivare a fine corsa lo spiedo, fermò la sua avanzata e si mise a pomiciare con l’assistente che, oltre a slinguazzarlo, gli accarezzava le palle segando la parte di cazzo che stava aspettando di entrare.
Approfittai di questo intermezzo gay per cercare di rilassarmi ma nonostante gli sforzi non ci riuscivo. Sentivo solo dolore e non riuscivo a credere che avrei potuto ripetere una simile esperienza. Mentre si baciavano ripensai a mia madre. Anche lei aveva sofferto come un cane quando mio padre le ruppe il culo durante la prima notte di nozze eppure continuava a farsi sodomizzare come se niente fosse. Probabilmente sarebbe stato lo stesso anche per me ma, per il momento, non vedevo l’ora che quel coso uscisse dal mio ano.
Come se mi avesse letto nel pensiero il professore si sfilò.
-Ahiaaa! Che fa lo toglie? Abbiamo finito?
Mi aveva fatto male anche uscendo e non capivo perché mai l’avesse sfilato.
-Ti piacerebbe non è vero? L’ho tolto perché devo convincere lo sfintere a darmi la chiave del tuo culo. Si comporta come una serratura che non lascia entrare nessuno e io, da bravo scassinatore, devo usare il grimaldello per rompere la serratura in maniera da lasciare la porta aperta a chi vorrà entrare dopo di me.
Non capivo un cazzo di quello che stava dicendo ma bastarono pochi minuti per farmi capire il concetto.
Con un colpo deciso mi ficcò dentro la cappella facendomi vedere le stelle!
-AHIAAA!
Uscì immediatamente per ripetere l’operazione.
-AHIAAAAAA! Che cazzo sta facendo?
Nel mentre strillavo l’aveva nuovamente sfilato e…
-AAAUUUUUUU!
Un'altra botta micidiale. Si stava divertendo entrando e uscendo dal mio sedere come un pistone nel cilindro.
Strillavo come un ossessa. A ogni colpo balzavo in avanti bloccata dall’assistente e dal professore.
-BASTA… BASTA… MI UCCIDE IN QUESTO MODO!
Il dolore più grande mi sembrava di sentirlo quando lo tirava fuori con violenza. Era come se la mucosa volesse seguire il cazzo rivoltandosi come un calzino.
Dopo minuti di questo trattamento avevo perso la voce a forza di strillare e quando lo infilava dentro sembrava che il dolore fosse leggermente diminuito; come se l’ano non avesse più la forza di contrarsi.
-Ci siamo Paul anche questa serratura è stata scardinata, lo sfintere non potrà più chiudere la porta e chi vorrà potrà entrare anche senza chiavi.
Adesso che la serratura è stata neutralizzata voglio incularmela per bene.
Nel dire questo sfilò il cazzo e mi fece alzare dandomi una pacca sul sedere. La testa mi girava, scavalcai la poltrona con la gamba sentendo fastidio quando cercai di avvicinarla all’altra. Rimasi in piedi a gambe divaricate.
-Vuoi bere qualcosa per riprenderti prima che ricominciamo?
-Perché non abbiamo finito?
-Ti piacerebbe non è vero? Adesso continuiamo in un'altra posizione.
-Basta la prego, mi fa male….
Con le mani avevo sentito che il buco era rimasto aperto, chissà se sarebbe tornato normale.
Il professore stappò una bottiglia di birra e sorseggiandola mi invitò a sdraiarmi con la schiena sulla chaise longue. Una volta sdraiata il professore chiese all’assistente di dare un occhiata al mio culo e il leccapiedi alzandomi le gambe e facendomi piegare le cosce sul petto sentenziò.
-E’ bello rosso, professore, lo sfregamento a fatto gonfiare la mucosa e le sono comparse un paio di emorroidi ma niente di grave. Le crespe non si individuano più per via dell’edema.
-Bene, bene – disse il professore – non vedo l’ora di metterglielo tutto dentro, dalle un ulteriore lubrificatina che ce ne sarà bisogno.
Il buco doveva essere oscenamente dilatato perché quando mi infilò dentro due dita per ungermi con il gel non sentii nessun dolore, mentre solo poco minuti prima mi avevano fatto strillare come un aquila.
Almeno tutta quella sofferenza era servita a qualcosa.
Paul non si fece scappare l’occasione per aiutare il professore a riprendere vigore con sapienti passate di lingua sulla cappella senza curarsi che era appena uscita dal mio culo con tutti i rischi del caso.
Il professore mi si mise davanti sollevandomi il culo e portandolo a filo del divanetto.
Poi divaricandomi le cosce me le fece ripiegare sulla pancia esponendo il buco all’assalto del suo membro.
M’incannò al volo senza nemmeno poggiarlo sull’ano, doveva avere una certa esperienza oltre che un cazzo estremamente duro.
-Ahiaaa! Cazzo non voglio! Mi fa male!
-Forza puttanella fatti coraggio che adesso te lo faccio prendere tutto.
Nel dire questo iniziò a sodomizzarmi con una nuova tecnica. Lo teneva sempre dentro inculandomi velocemente.
-Ahiaaa!... Ahiaaa!... Basta… basta!
Avevo le gambe in verticale e il bastardo si divertiva a tenermi per le caviglie tirandomele in alto a ogni affondo.
-Vedi ragazzina inculandoti in questo modo posso far in modo che il cazzo ti entri fino alle palle facendoti alzare il bacino.
Francamente non capivo questi tecnicismi sentivo solo dolore anche se in maniera minore. Probabilmente mi stavo abituando oppure il fatto di avermi rotto lo sfintere facilitava l’intrusione impedendone la contrazione.
-Che aspetti a darglielo tutto? – disse l’assistente.
Rientrai nel panico in quanto pensavo di averlo già preso tutto.
-Adesso glielo do, stai tranquillo e,… non essere geloso!
Mi prese nell’incavo della ginocchia obbligandomi a divaricare al massimo le cosce spingendomele in basso portando le ginocchia a toccare il divano ai lati del seno. Per assumere questa posizione fui costretta a sollevare il bacino dal divano portandolo in alto. In questo modo vidi che il famoso 144 era entrato solo poco più della metà e un pezzo era ancora fuori. Fu l’ultima cosa che vidi perché un dolore fortissimo mi annebbiò la vista facendomi urlare a squarciagola…
-AHIAAAAA! VAFFANCULO… STRONZO BASTARDO ROTTO IN CULO!
Il professore senza tanti riguardi l'aveva affondato tutto dentro. L’assistente ebbe il suo bel da fare a bloccarmi le caviglie per tenermi ferma in posizione.
-AHIO!… AHIO!... NOOOO!... NON VOGLIO!... BASTA!
Avere un cazzo di quelle dimensioni tutto infilato nel culo è una sensazione che se non si prova non si può descrivere. Tanto lungo da sentirlo nello stomaco e così largo da lasciarti con un buco di quasi 20 centimetri di circonferenza! Mi sembrava di essere caduta su un paracarro, mi venivano alla mente le streghe impalate sul patibolo.
L’assistente che sembrava godere della mia sofferenza tenendomi sempre ben ferma disse:
-Adesso anche tu sei ufficialmente una rotta in culo, falla finita e goditi la tua prima inculata!
-Ma come cazzo faccio a godere con questo coso infilato nel sedere che mi sta sventrando! Toglilo,… esci,… sfilalo.
Incurante dei miei lamenti il professore continuava a pomparmi e, anche se non dava cenni di cedimento, mi sembrava che non provasse particolare piacere. Era come se si fosse reso conto che stava inculando una donna. Continuava a fare avanti e indietro ma non sembrava godere della cosa.
Ero paralizzata dal dolore e dalla situazione, il culo mi stava andando a fuoco e la cosa peggiore era che il professore avrebbe potuto continuare a incularmi chissà per quanto tempo ancora.
Per fortuna Paul venne in mio aiuto. Vedendo che ormai ero rassegnata alla mia sorte e non avevo più la forza di ribellarmi, lasciandomi le caviglie si mise dietro al professore dicendo:
-Caro questa troietta non potrà mai farti godere, anche se ha un culetto stretto e vergine è sempre un culetto di donna. Non vedi che orrenda fica si ritrova,… per fortuna ci sono io,… ci penso io a portarti in paradiso!
Improvvisamente gli brillarono gli occhi, tenendomi sempre il cazzo dentro si piegò in avanti appoggiandosi con il torace sui miei seni aspettando con ansia l’oggetto del suo piacere. Paul non perse tempo e con estrema facilità lo inculò facendolo gemere dal godimento!
-Per fortuna che ci sei tu a darmi piacere, siiiiiii……sssiiiiiiiii!
Paul iniziò a inchiappettarlo mandandolo in estasi sotto i colpi della verga. Sentivo il cazzo pulsare all’interno del mio culo, si stava gonfiando ulteriormente aumentando di dimensioni.
-Ahia… ahia… si sbrighi a venire professore per favore…
Paul aumentò il ritmo sincronizzando i movimenti: quando il professore usciva Paul lo inchiappettava per poi sfilarsi pquando il professore me lo spingeva dentro. Dapprima lentamente, poi sempre più velocemente raggiungendo un ritmo incredibile.
Il dolore era tremendo ma, fortunatamente, incominciavo a intravedere la fine del mio calvario. Il professore ansimava sempre di più; stava per godere.
Il primo a venire fu proprio lui che, emettendo gemiti da checca, mi riempì il retto.
Come se si fossero messi d’accordo Paul venne immediatamente dopo gettandosi anche lui a peso morto su di me.
Al termine dell’ultimo gemito con un filo di voce dissi:
-Vorrei ricordarle che l’accordo prevedeva soltanto la mia sodomizzazione e non la morte per soffocamento. Vi dispiacerebbe alzarvi che non riesco a respirare!
Continua…
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