01 - Il carrozziere del culo
di
Ivofosco
genere
dominazione
Ripubblico il primo racconto che per errore era stato cancellato.
Sono Alessandra giovane diciannovenne residente in un paese vicino Roma e la brutta storia che racconterò è capitata l'estate scorsa. Sono alta 1.70, capelli biondi, occhi blu, gambe lunghe e un seno che starebbe su da solo se mio padre non mi costringesse a indossare sempre il reggiseno. Il mio punto forte però è il sedere che calamita l'attenzione di tutti, non solo dei ragazzi, ma anche delle ragazze. Quando sono nello spogliatoio o sotto la doccia, mi accorgo che lo guardano tutte e le meno invidiose scherzando me lo dicono pure:
-Beata te, magari l’avessi io un culo come il tuo!
Vivo sola con mio padre, stimato cardiologo, perché mamma, stufa di doverlo dividere con i suoi impegni e i suoi pazienti ha visto bene di divorziare risposandosi con un industriale svizzero di Ginevra. Non la vado a trovare spesso perché non mi piace il nuovo compagno. Quando parlo con papà dei motivi della separazione lui dice che mamma sapeva benissimo che la sua professione non gli avrebbe concesso molto tempo da dedicare alla famiglia ma questa situazione sarebbe divenuta insostenibile solamente dopo aver conosciuto l'industriale pieno di soldi.
- Figlia mia i soldi mandano l'acqua all'insù. A parole sono tutte brave e dicono tutte che al cuor non si comanda ma ancora devo conoscere quella donna che lascia il marito benestante per un cassaintegrato della FIAT.
Comunque anche se benestanti non possiedo soldi miei né ho un libretto di risparmio. Papà non mi fa mai mancare i soldi per la benzina, per uscire la sera o per andare al cinema con il mio fidanzato. Quando mi sono diplomata mi ha regalato una stupenda cinquecento color rosa e, in quell'occasione, lui ha sostituto la vecchia auto con una Mercedes classe E.
I miei nonni sono morti e non ho nemmeno zii o cugini perché entrambi i genitori sono figli unici, quindi l’unico familiare che ho è mio padre. E' molto buono ma anche molto severo. Devo rispettare le regole e non sopporta di non trovarmi a casa senza sapere dove mi trovo. Mi lascia uscire con il mio ragazzo ma non è contento che vada in discoteca la sera. Ovviamente per tutto quello che concerne richieste tipicamente femminili, non vivendo con mamma, devo rivolgermi alle amiche. Vestiti, lingerie, scarpe, ragazzi non sono argomenti da trattare con lui. Fin da piccola, quando in casa c'era ancora mamma, qualche bella sculacciata l'ho presa. Ovviamente per capricci da adolescente o per cazzate fatte con il motorino. Mamma aspettava che papà rincasasse per metterlo al corrente della malefatta e, dopo averlo aizzato con le sue lagnanze, lo costringeva a punirmi. Dovevo piegarmi sul bracciolo del divano stendendomi con il busto sulle ginocchia di mamma che in questo modo mi teneva ferma. Papà, a seconda di ciò che indossavo, mi alzava la gonna o mi abbassava i jeans e, lasciandomi in quella posizione, andava in camera a cambiarsi per mettersi comodo. La sculacciata iniziava a mani nude ma, come si stancava, continuava a darmele con la ciabatta di pelle.
Sciaff, sciaff, sciaff.
All'inizio era sopportabile ma poi, con l’aumentare dei colpi, iniziava a fare male, piangevo e mi agitavo pregandolo di smettere promettendo di non farlo mai più. Mamma oltre a tenermi ferma lo istigava a colpire più forte consigliando di calarmi le mutande per darmele sul sedere nudo ma dato che per pudore non lo faceva, senza nessuna pietà, ci pensava lei a smutandarmi. Mi sentivo morire; sia per la vergogna di mostrare la passera, sia per il dolore provocato dalla ciabatta sul culo nudo. A volte mi è capitato pure di doverle prendere durante il ciclo e anche in quello stato mamma mi calava le mutandine, anzi, feceva peggio. Non solo metteva in mostra la fica mestruata ma, dopo aver staccato l'assorbente dalla mutanda prendeva un tampax dalla borsetta e, senza pensare minimamente a quanto fosse imbarazzante, me l’infillava dentro spingendolo ben in fondo lasciando il cordino a penzoloni. Per umiliarmi maggiormente prendeva un fazzoletto e con la scusa di pulire il sangue lo strusciava ripetutamente nel solco delle chiappe che teneva ben aperte per mostrare anche il buchino posteriore. Solo allora, dopo avermi umiliata per bene, si sedeva di fianco al bracciolo del divano e mi teneva giù dicendo:
- Ecco fatto, adesso puoi iniziare a dargliele di santa ragione senza correre il rischio di sporcarti!
Papà a questo punto iniziava a sculacciarmi colpendomi prima a mani nude, poi con la ciabatta o con la spazzola per i capelli fino a quando il sedere non diventava rosso come un peperone.
Finita la punizione, mamma pretendeva che restassi immobile con il sedere all'aria e mentre papà si ricomponeva, lei mi spalmava la crema nivea sul sedere e sulla parte alta delle cosce dove finivano i colpi più dolorosi quando papà sbagliava mira.
Non mi piaceva quella posizione ma dovevo restare con il sedere all’aria fino a che la crema non si asciugava. Papà sedendosi accanto a me cercava di giustificare la punizione spiegandomi che lo faceva per il mio bene anche se gli ripugnava farlo ma era necessario per correggere le malefatte che commettevo. Non ho niente da recriminare nei suoi confronti e nei suoi comportamenti è sempre stato buono e giusto e devo dire che crescendo queste sculacciate sono andate via via diradandosi.
L'ultima volta che le presi fu quando un amico distrusse il mio motorino andandosi a schiantare contro un auto. L'assicurazione pagò il danno ma il motorino era da buttare. Papà mi aveva sempre raccomandato di non prestarlo a nessuno e io avevo disubbidito. Quando lo venne a sapere andò su tutte le furie, mi portò in camera, mi fece togliere i jeans e, nonostante indossassi il perizoma che in pratica lascia le chiappe scoperte, me ll’abbassò a mezza coscia facendomi stendere sul letto con due cuscini sotto la pancia per farmi stare con il sedere in alto.
A quel punto iniziò a sculacciarmi con forza facendomi immediatamente piangere. Mi stava facendo veramente male ma il peggio doveva ancora arrivare perché vide la cinta di cuoio che avevo lasciato sulla scrivania e pensò bene di provarla sul mio culo. La prima cinghiata arrivò con una violenza tale da farmi alzare urlando:
- AHIA!... Mi hai fatto malissimo!
- Zitta e torna subito a pancia sotto.
Appena mi ridistesi sul letto... SCIACK! Un’altra cinghiata
- AHI! Che dolore!
- Zitta e torna in posizione!
SCIACK, AHIAA... SCIACK, AHIA... SCIACK, AHIA!
- Ti prego basta... non ne posso più… mi stai massacrando!
Una dopo l'altra non so quante cinghiate presi, all’inizio le contavo urlando a ogni colpo sperando che fosse l’ultimo ma dopo le prime venti persi il conto. Come al solito quando sbagliava mira e mi colpiva sulle cosce il dolore era atroce! Una volta divincolandomi, mi arrivò una cinghiata sulla fica che mi fece vedere le stelle lasciandomi per un attimo senza fiato per poi farmi schizzare sul letto urlando a squarciagola.
- Che ti ha preso - disse papà.
Non potevo dirgli che mi aveva colpito in pieno sulla fica, di sicuro non l'aveva fatto apposta ma non potevo certo toccarmi li. Urlai che non ne potevo più, ne avevo prese troppe e era ora che la smettesse. Poi per non peggiorare la situazione tornai a stendermi sui cuscini nella speranza d’impietosirlo. Le mie urla dovettero essere abbastanza convincenti perché smise di picchiarmi, posò la cinta sulla sedia e uscì dalla stanza. Ne approfittai subito per massaggiarmi la passera; era bordeaux e bruciava da morire, poi, sentendolo arrivare, mi rimisi in posizione. Fu molto dolce, accarezzandomi i capelli cercava di consolarmi. Gli promisi che non avrei prestato più il motorino e che ero dispiaciuta per quello che era successo. Lui guardandomi il sedere diventato viola a forza di cinghiate si rese conto di quello che aveva fatto dicendo:
- Mi sa che ho esagerato, vuoi che ti spalmi la nivea? L'ultima volta l'aveva fatto mamma, un po' m’imbarazzava farlo fare da lui ma l'imbarazzo svanì pensando al beneficio che ne avrei ricevuto.
- Si - dissi - mi bruciano tanto sia il sedere sia le cosce.
Approfittando del tempo necessario per andare in bagno a prendere la crema, tornai a massaggiarmela; sembrava si fosse gonfiata. Quando mi spalmò la crema massaggiandomi delicatamente, per la prima volta non pensai a lui come papà ma come uomo. Aveva delle mani enormi e morbidissime ed era molto più delicato di mamma.
Si accorse che ero infiammata anche all'interno delle cosce e sempre con molta grazia spalmò la crema anche li. Allargando le gambe avevo paura che potesse vedere l’effetto della cinghiata sulla patata, ma per fortuna non se ne accorse o fece finta. Questa fu l'ultima volta che venni sculacciata.
Un giorno mi disse che doveva andare a un congresso e che sarebbe stato fuori una settimana. Si preoccupò di riempire di vivande il frigo e il congelatore rassicurandomi che comunque, se avessi avuto bisogno d’aiuto, potevo sempre rivolgermi a Anna la nostra domestica. Mi chiese di accompagnarlo all'aeroporto ma di non preoccuparmi per il ritorno perché sarebbe tornato in macchina con un suo collega . Giunti all’aeroporto, prima di salutarci, si raccomandò di non prendere per nessun motivo la Mercedes perché non ero abituata a guidare una vettura così grande.
Non mi sembrava vero di restare una settimana da sola! Sarebbe forse stata l'occasione buona per perdere finalmente la verginità. Tornata a casa parcheggiai la cinquecento e, senza dargli retta, presi le chiavi della Mercedes, accessi il motore e uscii dal garage. Purtroppo non mi accorsi del tagliaerba che aveva lasciato attaccato al parafango posteriore che, uscendo, fece una bella riga sulla fiancata.
Panico! E adesso? Come potevo risolvere? Nonvolevo assolutamente informare nessuno del misfatto. Quando qualcuno sa, qualcuno parla disse una volta un attore in un film. Senza perdermi d'animo cercai su internet un carrozziere fuori dal nostro quartiere che sicuramente non conosceva mio padre.
La carrozzeria stava in una zona industriale poco raccomandabile per via dello spaccio e della prostituzione ma facendomi coraggio gliela portai pregandolo di ripararla subito in modo che papà non si accorgesse di nulla. Fece un po’ di storie ma alla fine capì la situazione.
Il giorno della riconsegna il ragazzo mi fece vedere la riparazione e costatai che non si vedeva niente. Mi mandò dal principale per pagare il conto e ritirare le chiavi. A quel punto mi prese il panico: come facevo a dirgli che non avevo un soldo? Mi tremavano le gambe. Ero stata un’ingenua come potevo pensare di farla franca? La cifra da pagare per me era astronomica e, come dissi che non avevo i soldi, il carrozziere andò su tutte le furie. Per un attimo rimase perplesso sul da farsi, poi all’improvviso vidi un lampo nei suoi occhi e capii che per me era in arrivo una montagna di guai. Se papà avesse saputo del danno sicuramente mi avrebbe fatto il sedere a strisce. Il carrozziere un omone grande e grosso con un enorme paio di baffi disse ai suoi collaboratori di chiudere la porta che l'officina avrebbe chiuso un’ora prima. Mi prese sottobraccio e mi portò nel retro dell'officina, dove una stanzetta era adibita a sala relax con un tavolo, una panca, una macchina da caffè e un piccolo frigorifero.
- Vedi ragazzina ho 40 anni e una certa esperienza. Tu mi hai portato la macchina, io l'ho riparata nel tempo concordato lavorando anche fuori orario ma quando è arrivato il momento di pagare mi dici che non hai i soldi. Ti sembra un comportamento corretto? Tu mi hai preso per il culo anzi se devo essere sincero, mi hai proprio rifilato un’inculata colossale come si dice dalle mie parti. Ora per dirla pane al pane e vino al vino poiché tu non hai il becco di un quattrino non mi resta altro da fare che ripagarti con la stessa moneta.
- Cioè dissi impaurita?
- Cioè darti un’inculata da fartela ricordare finché campi!
Di colpo mi precipitai verso l'uscita ma fui subito fermata dai 2 lavoranti che immediatamente mi riportarono dal principale.
- Bene signorina il temperamento non ti manca ma sappi che da qui non uscirai senza pagare. Voi due vedete di non farla scappare che prima voglio farle alcune domande.
Vado diretto al punto; visto che sei capace di guidare a macchina presumo che tu sia capace anche di scopare.
- Presume male, non ho ancora provato.
- Non credo che tu sua vergine e visto che sei una bugiarda, voglio controllare. Forza voi due datevi da fare e toglietele i pantaloni.
Era estate avevo un paio di jeans pieni di tagli e una maglietta bianca. Calzavo dei sandali senza tacco allacciati alla caviglia simili a quelli degli antichi romani e sotto un completino intimo giallo. Mentre uno mi teneva per le ascelle l'altro mi sfilava i jeans e le mutandine. Avevo paura e iniziai a piangere. Il capo, alzatosi dalla sedia, senza troppi complimenti infilò un dito nella passerina entrando fino a incontrare l'imene facendomi sobbalzare.
- Ahia! -
Incurante del dolore spinse per ben tre volte sulla membrana facendomi male.
- AHIAA! La smetta immediatamente mi fa male!!
- Questa volta ha detto la verità, la ragazzina ha la fica ancora tappata e siccome non voglio rogne, non sarò di certo io a sverginarla.
Ma non credere di passarla liscia perché ti darò comunque una lezione che non scorderai tanto facilmente. Preparatela.
Avendo intuito le intenzioni del principale i due lavoranti mi misero a pecorina sulla panca con il seno schiacciato sulla seduta e le mani e i piedi sul pavimento. La larghezza della panca non mi permetteva di stringere le cosce e faceva si che il culo fosse in bella mostra.
Davanti a me il carrozziere se l’era tirato fuori e iniziava a masturbarsi: era enorme, soprattutto in larghezza. Finora l’unico che avevo visto era quello del mio fidanzato decisamente molto più piccolo. Quando lo stringevo nel pugno per segarlo lo circondavo completamente con le dita e dal pugno usciva solo la testa praticamente 3 o 4 centimetri. Il suo invece stava animandosi, la masturbazione lo faceva ingrossare, era praticamente raddoppiato, se l’avessi dovuto impugnare ci sarebbero volute entrambe le mani per circondarlo e in lunghezza pur mettendo una mano sopra all’altra 7 o 8 centimetri sarebbero rimasti scoperti.
Smise di masturbarsi, prese una ditata di grasso da un barattolo e, allargate le chiappe, la spalmò sull’ano e senza nemmeno chiedere permesso mi ficcò il dito nel sedere facendomi strillare.
-AHIAAA! Che cazzo fa! Lo tolga immediatamente!
- Buona ragazzina invece di protestare ringraziami per quello che sto facendo, da quello che sento qui dietro non sei stata ancora forata.
- Che vuole fare,… ahia,… non spinga…
- Ti facevo più sveglia, sei bloccata a pancia sotto con l’ano unto di grasso e un dito infilato nel sedere,… anche una stupida capirebbe che sta per essere inculata!
- TI PREGO NON FARLO!… NON L’HO MAI FATTO!
- Lo sento da come stringe ma non mi lasci altra scelta; non ti sei fatta nessuno scrupolo nel darmi l’inculata e io ti ripagherò con la stessa moneta: occhio per occhio dente per dente!
In questo modo salderai la fattura e dopo che anche tu avrai preso la tua bella inculata potrai tornartene a casa con la macchina aggiustata e il culo rotto.
Incomincia a fartene una ragione, la fica l’hai salvata ma il culo non ha scampo: te lo devo sverginare.
- Non voglio, questo è uno stupro! Non potete farlo vi denuncio!
- Io non stupro nessuna, nessuno t’impedisce di alzarti e andartene basta solo che mandi tuo padre a saldare la fattura!
Mi aveva in pugno, avevo troppa paura della reazione di papà. In quel momento pensai che in fondo mi conveniva sottostare a quel ricatto, sarei rimasta vergine e nessuno sarebbe venuto a conoscenza della cosa. Se solo avessi immaginato quanto avrei sofferto per quello che mi avrebbe fatto avrei preferito mille volte farmi fare il culo a strisce dalla cinta di papà.
Ho sempre saputo che una volta persa la verginità davanti il passo successivo sarebbe stato quello di farmi sverginare anche dietro. Sarebbe stato solo una questione di tempo. A dire la verità il mio fidanzato già da un po’ voleva sodomizzarmi ma mi ero sempre rifiutata, un po’ per paura, un po’ perché volevo che il primo cazzo entrasse davanti. Mai e poi mai avrei pensato che sarebbe successo In questo modo, non ero ancora pronta per farlo. Tutte quelle che già l’avevano provata si erano lamentate di quanto fosse stata dolorosa e raccomandavano di evitare grossi calibri per la prima volta. Un’amica che aveva il fidanzato superdotato che voleva a tutti i costi sodomizzarla, prima di darglielo se l’era fatto sverginare dal cazzetto del cugino quindicenne per non soffrire troppo.
Purtroppo non ero in condizioni di scegliere e quello che stava per sverginarmi era un cazzo enorme!
Mentre facevo queste riflessioni il bastardo continuava imperterrito a ruotare il dito muovendolo avanti e indietro e appena si rese conto che l’attrito stava diminuendo lo sfilò e ne introdusse un altro.
- AHIAAA!…AAAAH!
- Che cazzo urli,… sono solo due dita se strilli adesso, figuriamoci dopo!
- Ma mi fai maleeee!
- Smettila di frignare, sai perfettamente cosa ti aspetta e non puoi farci niente, vedila così: prima o poi arriva per tutte questo momento.
Oggi tocca a te e sarò io a farti il servizio e stai sicura che mi ricorderai per sempre.
Neanche mi avesse letto nel pensiero, smise di lubrificarmi e, senza indugio, spinse il cazzo in mezzo alle chiappe. Cominciai a tremare.
- Stai calma e cerca di collaborare che se ti agiti è peggio - disse uno dei due che mi teneva ferma.
Il carrozziere puntò la cappella sul buco iniziando a spingere. Istintivamente strinsi le chiappe tentando di spostarmi in avanti ma i due che mi tenevano ferma mi bloccarono.
- Ahiii! Che dolore non spinga! Non può entrare! E' troppo grosso! Ahiiiiiiiaaaaa! Mi fa maleeeee!
- Ferma ragazzina non ti agitare, il tuo non e certo il primo che svergino! In queste cose ho una certa esperienza e posso assicurarti che la prima volta dite tutte così:
“non entra,… non può entrare,… è troppo grosso,...” ma alla fine, chissà come, riuscite sempre a prenderlo tutto!
Nonostante le spinte non riusciva a entrare, con tutte le forze cercavo di impedirglielo. Tesa come una corda di violino ero concentrata a contrarre le chiappe e a stringere l’ano; non volevo assolutamente cedere ma per quanto ancora avrei potuto resistere?
- Non stringere in questo modo che è peggio, ti fai ancora più male! Non ti contrarre, rilassati e lascialo entrare, è inutile resistere ormai il tuo culo non ha scampo; rassegnati perché da qui te ne andrai solo dopo che ti avrò inculata!
- No,… noooo,… non voglio! Mi fa maleeee!
Non riuscendo a entrare il balordo pensò bene di ricorrere a un espediente per indebolire le mie difese.
Dopo un cenno d’intesa i due che mi tenevano ferma mi pizzicarono i capezzoli. Il dolore fu lancinante, urlai a squarciagola cercando di tirarmi su con il torace inarcando la schiena.
Il porco non aspettava altro; approfittando del fatto che per il dolore mi ero rilassata, con un tremendo colpo di reni riuscì a far entrare la cappella: lo sfintere aveva finalmente ceduto.
- AHIAAAAAA!… BASTARDO!… MI UCCIDI!… FERMATI!… AHIAAAAA! - Urlavo a squarciagola.
I due mi rimisero a pancia sotto e il carrozziere ridendo disse:
- Ecco fatto ragazzina, tra poco anche tu sarai una rotta in culo!
- AHIAAAAAA! MI FA MALEEEE!
- Tranquilla la prima volta fa sempre male, grida pure quanto ti pure che tanto qui non ti sente nessuno e poi urlando sfoghi la rabbia e il dolore e a mi fai rizzare il cazzo più del viagra.
Piangevo a dirotto, quel coso infilato dietro faceva un male cane, mi sembrava di avere un tizzone nel retto.
Mi agitavo scompostamente nella speranza di sfilarlo ma ben presto mi accorsi che più mi muovevo più lui entrava, non finiva mai,… ma quanto era lungo! Alla fine, a forza di spingere, le palle toccarono la fica: era fatta.
Mi rilassai pensando che essendo entrato tutto ormai il più era fatto e il peggio era passato. Purtroppo mi sbagliavo e ben presto me ne resi conto; il bastardo dopo essere rimasto per qualche minuto immobile, iniziò lentamente a indietreggiare e prima di sfilarlo del tutto lo ricacciò di colpo tutto dentro.
- Ahiaaaaa! Maledetto porco che stai facendo? Così mi distruggi!
- Che pensavi che fosse finita? Samo solo all’inizio, anche se il cazzo è entrato devo ancora iniziare a farti il culo.
Quando avrò finito avrai il buco talmente largo che non ti darà più problemi e quando inizierai a prenderci gusto mi ringrazierai per essere stato io a sverginarti.
Se ti avesse inculata un coetaneo, tutta la faccenda non sarebbe durata più di 2 minuti; i giovani non hanno esperienza e come sentono la stretta dello sfintere vengono subito come conigli; neanche il tempo d’infilarlo e ti saresti ritrovata il retto pieno di sperma e il culo ancora chiuso.
Invece la prima volta deve essere fatta bene e per questo è molto dolorosa; vedrai però che la prossima andrà meglio!
- Ma quale prossima volta! Mi fai male, basta! E' un tormento, brucia! Sento di dover fare la cacca! Bastaa,… smettila!
- Non preoccuparti è normale avere la sensazione di fare la cacca quando il cazzo é infilato nel sedere. In fondo è come se stesse passando un grosso stronzo, solo che al posto di uscire,entra! Sopporta e prendi la supposta!
- Ma quale supposta mi fai male,… smettilaaaa!
- Va bene, mi sembra che ormai lo sfintere si sia dilatato,… posso iniziare a farti il culo. Voi due tenetela ferma e a chiappe larghe che adesso inizia la galoppata e quando le giovani puledre vengono cavalcate per la prima volta non si sa mai come reagiscono.
Iniziò a incularmi violentemente aumentando progressivamente la velocità. Entrava e usciva velocemente sculacciandomi con la pancia.
Ciaff,… ciaff,… ciaff,…
Quando lo tirava fuori sembrava stesse stappando una bottiglia e non vi dico che dolore quando lo rinfilava.
Una volta mancò poco che mi sverginasse perché nella foga non aveva centrato il buco.
AAAAUUUU,… AHI,… NGAAAAAAHH,…. NON VOGLIO,… BASTAAA!
Ormai avevo perso la voce a forza di gridare e i due faticavano a tenermi ferma ma nonostante le grida, lo stronzo continuava a entrare e uscire con violenza.
-AHIA,… BASTA,… BRUCIA,… FERMOOOO!
Colpo dopo colpo non dava cenni di cedimento. Avevo il culo in fiamme; quello spiedo mi teneva infilzata come una pollastra sul girarrosto.
Se per farlo entrare mi ero opposta con tutte le forze soffrendo le pene dell’inferno, arrivata a questo punto ero completamente soggiogata. Avevo ceduto, non avevo più la forza per oppormi, mi stavo arrendendo al cazzo che brutalmente mi sfasciava l’ano.
- Ahiii, basta vi prego,... brucia,... mi fa male,… smettetela,… vi denuncio,… vi mando in galera!
- Fai pure ma in questo modo tutti sapranno che sei stata sodomizzata e il paparino scoprirà pure che gli hai graffiato la macchina!
Purtroppo era vero nella testa di una ragazzina la cosa grave era di aver rovinato la macchina e non quella di essere stata stuprata da un balordo. Lo sfintere aveva ceduto, non si richiudeva più.
Speravo venisse in fretta ma imperterrito continuava a incularmi come se seguisse uno schema preciso; alternava serie velocissime rimanendo sempre dentro, a serie più lente in cui entrava e usciva dal buco.
L’ano bruciava talmente tanto che per un attimo pensai se lo fosse ricoperto di peperoncino.
Con lo sfintere fuori uso e la pancia piena d’aria oltre al dolore si aggiunse la vergogna provocata dalle scuregge che facevo quando l’ano non era tappato.
- Ehi capo, il pistone ha allargato il cilindro della puttanella,… senti come sfiata! Ah,… Ah,… Ah!
Finalmente, come se me lo volesse far arrivare in gola, dette tre spinte violentissime e iniziò a godere…
- Siiiiii!… Siiiii!….Vengoooooo! Che inculata fantastica!
Rimase conficcato finché non si fu svuotato completamente.
Sembrava stesse pisciando per quanto sperma mi stava spruzzando nel culo.
Quando finalmente terminò di godere, lo tirò fuori con un brusco movimento.
- AHIAAAAA,… PORCA TROIA!
Allora sei proprio stronzo anche questo dolore era necessario?
- No! Questo era per ricordarti che non si danno le fregature agli onesti lavoratori!
Stavo per alzarmi quando il carrozziere mi costrinse a rimanere giù.
- Che altro volete farmi ho il sedere a pezzi, brucia, fatemi lavare.
- Non sia mai detto che ti lasciamo così! Tutto ciò che esce da questa carrozzeria deve essere tirato a lucido: è la regola dell'officina. Sei piena di sperma e adesso cercherò di ripulirti.
Non mi ero accorta che uno degli aiutanti era andato in bagno tornando con una sacca per clistere. Come la vidi tremai:
- Cosa volete farmi?
- Mia cara erano giorni che non spurgavo, hai il culo pieno di sperma, in più l’aria che ti ho pompato avrà sicuramente smosso la merda che hai nell’intestino; non vorrei che tornando a casa sporcassi le tue belle mutandine gialle da troia!
- Non sono mutande da troia.
Intanto uno dei due assistenti verificava che i jeans non avessero macchie e che le mutande non fossero danneggiate. Avevo ancora indosso il reggiseno e la maglietta ma quest'ultima mi fu subito sfilata per non rischiare di bagnarla. Quante attenzioni per i miei vestiti quando solo pochi minuti prima mi avevano sverginato il sedere senza tanti complimenti. Cercai di evitare quest'ultimo oltraggio ma mi resi conto che era impossibile. Mi rimisero a culo in aria mentre lo stronzo sostituiva la cannula con una più grossa. Protestai ma non ci fu niente da fare. Disse che la sonda piccola in un culo appena sodomizzato aveva una scarsa tenuta e lui non aveva nessuna intenzione di ripulire. Immerse la cannula nel grasso e con le sue rozze maniere me la mise nel sedere senza troppi riguardi. Sussultai; sia per la sorpresa sia per il dolore. Dopo aver preso un litro e mezzo di acqua saponata, mi girarono a pancia sopra tenendomi le gambe in alto. Non mi accorsi che quello stronzo del carrozziere era andato a prendere un cazzo finto, una specie di grosso uovo che finiva con un piattello. Solo dopo seppi che era un plug anale usato per dilatare l’ano delle femmine poco inclini a farsi inculare: peccato che non l’avessero utilizzato anche con me.
Mi accorsi che stavano per fare qualcosa di strano perché mentre uno mi teneva le gambe alzate, l'altro mi teneva ferma per i fianchi. Il carrozziere disse:
- Adesso sfilo la sonda ma tu non ti contrarre.
Chissà cosa voleva dire ma lo capii subito quando, appena sfilata la sonda, la sostituí con l'uovo che aveva in mano. Era più largo e molto più duro del suo cazzo. Non riusciva ad entrare e il bastardo dovette spingere con il palmo della mano sul piattello per farlo entrare. Come la parte più grossa superò lo sfintere, l'ano richiudendosi richiamò a se il piattello. Mamma mia che dolore!
-AHIAAAA!
- Che cazzo hai fatto! Che dolore atroce, toglietelo subito! Devo andare al bagno, toglietemelo bastardi!
Cercai di sfilarmi quel maledetto arnese ma mi bloccarono subito le mani. Con fascette di plastica mi legarono i polsi alle gambe della panca. Ero nuda con solo il reggiseno, a pancia sopra su una panca con un litro e mezzo di liquido che sciabordava nell'intestino. Mi ci tennero 10 minuti poi mi slegarono e mi fecero camminare con quel coso infilato nel sedere. Finalmente dopo l'ennesimo giro intorno alle auto mi mandarono in bagno. Qui senza tanti complimenti il carrozziere prese saldamente il piattello e con un colpo deciso lo sfilò. La brutalità del gesto mi fece urlare, ma il pensiero che ormai potevo liberarmi fece passare in secondo ordine il dolore.
Evacuai di tutto, aria, sperma, merda, non vi dico l'imbarazzo che provai mentre scureggiavo come una scrofa. Una volta pulita tornai di la dove i tre mi stavano aspettando. Il carrozziere da vero esperto fece notare ai due aspiranti la mia andatura:
- Vedete amici questa è l'andatura di chi è stata appena sodomizzata. E' tipica di tutte le donne inculate, ma in lei è più accentuata perché è stata appena sverginata. Vedete come cammina a gambe divaricate? Passo lento, non alza i talloni e ha le punte dei piedi intraruotate per cercare di allargare le chiappe. Quando vedete qualcuna camminare in questo modo sappiate che è sicuramente reduce da una bella inculata.
Pensavo fosse finita ma uno dei due portò nella stanza un cavalletto di legno rivestito di gommapiuma. Se non mi avessero sodomizzato mezz'ora prima avrei pensato che quel coso serviva proprio a quello scopo. Un cavalletto per sodomizzazioni. La cosa non mi turbò più di tanto forse serviva per poggiarvi sopra qualche parabrezza delicato. Però mi preoccupai appena il carrozziere disse al garzone:
- Vedi di prendere le fascette grandi che la sbarbina ha le cosce grosse!
- Io non ho le cosce grosse replicai piccata.
- Tu intanto prendi quelle.
Non riuscivo a capire ero sempre nuda con il reggiseno allacciato. Il carrozziere con l'aria di chi non accetta no come risposta mi disse di mettermi a cavalcioni sul cavalletto. Non capendo lo scopo lo feci. Mi fecero indietreggiare con il sedere all’estremità della panca in modo da avere tutto il cavalletto libero davanti a me. Il carrozziere toccandomi la coscia e guardando la lunghezza della fascetta disse che non andava bene e senza perdersi d’animo prese la caviglia portandola leggermente in avanti in prossimità di un gancio del cavalletto: in un attimo mi bloccarono le caviglie con le fascette in modo da non poter più muovere le gambe.
- Vedi ragazzina non le ho strette perché altrimenti ti segherebbero la pelle; comunque poiché siamo professionisti, ti ci metto un po' di ovatta che usiamo per lucidare le auto.
- Cosa volete farmi ancora?
- Devi sapere che il trattamento che ti ho appena fatto ti ha infiammato le mucose del retto e per qualche giorno il sederino ti andrà a fuoco. Avrai lo stimolo di fare la cacca e non potrai stare seduta. Con questo rimedio ti voglio alleviare le sofferenze.
- Lasciami stare non voglio più fare niente, lasciami andare a casa, mi hai sverginato il sedere, mi hai fatto un clistere mi hai sodomizzato con quell'aggeggio infernale lasciami andare e finiamola qui!
- Non sia mai signorina, te ne andrai da qui quando lo dico io! Quando ti capiterà di raccontare quest'avventura, potrai dire che chi ti ha rotto il sederino l’ha fatto con tutti i crismi. Vedrai sono poche le ragazze che potranno vantare questa prima volta.
- Lo spero bene per loro poveracce non so quante disgraziate come me hanno subito questo trattamento che non auguro neanche alla mia peggior nemica!
- Se ti può far piacere quello che sto per farti è una novità anche per me! Te lo faccio perché ho visto che il tuo ano è abbastanza elastico. Dopo tutto quelle spinte non hai nemmeno sanguinato. Di solito, quando si sodomizza una vergine, dopo un po' lo sfintere comincia a sanguinare per le lesioni che lo sfregamento del glande provoca sulla mucosa. Nel tuo caso le mucose sono integre, arrossate ma integre.
- Adesso ti faccio un trattamento lenitivo. Non so se indolore o no ma lo scopriremo presto.
- Che dite la lego con una cinta sulla pancia o le lego le mani? Disse ai suoi aiutanti.
- Leghiamole le mani altrimenti se li sfila.
Cosa mai avrei dovuto sfilarmi? Uno dei due mi avvolse del cotone intorno ai polsi mentre l'altro mi fece stendere sulla pancia con i seni a contatto con la panca. Il carrozziere in un attimo mi legò i polsi alle sbarre del cavalletto e in pochi minuti rieccoci nella posizione di prima. A questo punto quello stronzo mi mostró un calco in gesso di un grosso cazzo.
- Come vedi puttanella questo è il calco originale del mio cazzo che tu ben conosci per averlo appena provato. Con questo ho fatto degli stampi di plastica e li ho riempiti di acqua ed ecco qui il risultato.
Aprì il congelatore e tirò fuori un cazzo di ghiaccio delle dimensioni del suo e con delle enormi palle.
- Vedi le palle servono come fermo per frenare la corsa. Mi vennero i brividi non per il freddo ma per la paura! Incominciavo a capire cosa intendeva fare con quei ghiaccioli!
- Per carità se è quello che penso sarà terribile. Non lo fate! Non voglioooo!
- Su animo te ne infiliamo solo quattro di misura decrescente! Iniziamo dal mio che come vedi ha una bella circonferenza e finiamo con l'ultimo che ha la larghezza di un grosso dito! Un’inculata al contrario. Vedi troietta adesso infilo il mio cazzo di ghiaccio in questo preservativo così scivolerà dentro senza attrito. Se vuoi un consiglio, il ghiaccio si scioglie con il calore e prima si scioglie prima finisci. Per tua conoscenza posso solo dirti che il ghiaccio si scioglierà più rapidamente se nel frattempo stringi lo sfintere. Lo so che un culo appena sverginato non è recettivo a questa procedura ma sappi che se ti abitui a farlo il prossimo che t’inculerà, potrà giovarsi delle tue doti! Non è da tutte saper contrarre lo sfintere quando ti sodomizzano! Sarai molto apprezzata!
- Vaffanculo brutto stronzo quando uscirò da qui ucciderò chiunque tenti di mettermelo in culo!
- Ti prendo in parola bambolina vado proprio a fare un culo, ... il tuo! Ah! Ah!
Detto e fatto con le dita mi dilatò le natiche esclamando:
- Questa ragazzina è proprio fuori dal comune le ho appena aperto il sederino e l'ano già si sta richiudendo! Deve proprio avere uno sfintere elastico.
Le infilò un dito in culo e la ragazza ebbe un sobbalzo!
- Sei un porco bastardo spero che qualche balordo ti faccia provare quello che tu stai facendo a me!
- Chissà dolcezza intanto goditi questo ghiacciolo!
Lentamente appoggiò il cazzo di ghiaccio sul buco del sedere e aspettò. Lì per lì la sensazione di fresco era quasi piacevole dopo la tremenda ingroppata che avevo subito. Poi come sempre, senza un minimo di grazia prese il cazzo per le palle e lentamente lo infilo dentro.
- Ahiaaaa! Bastardo mi fa male toglilo ti prego mi sento morire!
- Guarda che è uguale ha quello che già hai conosciuto! La dimensione è identica!
Piangevo e urlavo fino a che non ho sentito le palle sbattere contro la fica. Era fatta. Almeno questo non si muoveva. Non passarono 2 minuti che il culo sembrava andarmi a fuoco un'altra volta.
- Ahiaaaaaaa basta vi prego fate qualcosa basta toglietelo! Mi brucia.
Cercavo di espellerlo ma come fuoriusciva di un millimetro, immediatamente, lo riposizionavano dentro. Poi presero del nastro adesivo e mi fissarono il ghiacciolo in modo da non poterlo espellere. Le mie grida risuonarono per tutta l'officina. Il carrozziere disse:
- Se vuoi terminare prima il tuo tormento prova a stringere lo sfintere. La pressione esercitata sul ghiaccio faciliterà lo scioglimento.
Non volevo dargliela vinta e non lo feci. Poi stanchi di sentire le mie urla, i tre continuarono nel loro lavoro e a quel punto, poiché ormai non sapevo più che inventarmi, provai a stringere lo sfintere.
- Ahiaaaa porca troia! Che cazzo mi è venuto in mente! Che dolore pazzesco!
Non so se fu un’impressione, ma mi sembrava di sentire uno scalino nel punto in cui lo sfintere entrava in contatto con il ghiaccio! Mi feci forza e provai a ristringere il culo.
Ahiiaaaa! Altro urlo ma sempre la sensazione dello scalino che sentivo se provavo a spingere fuori il ghiacciolo per quel poco che il nastro adesivo mi consentiva. Così urlo dopo urlo il ghiacciolo cominciava a sciogliersi proprio in quel punto. Le urla non più continue ma distanziate suscitarono l'interesse del carrozziere che mi stava osservando di nascosto accorgendosi che mentre stringevo le chiappe urlavo come un’ossessa!
- E brava la mia piccola rotta in culo sei una bugiarda ma sai ascoltare! Hai fatto come ti dicevo.
- Bastardo toglimelo ho tutto il sedere anestetizzato ma se stringo i muscoli dello sfintere, sento un male boia! Ti prego ti sei divertito abbastanza toglimelo!
- Poiché questa tecnica è la prima volta che la sperimento, se collabori ti abbuono un ghiacciolo così finisci prima.
- Quale esperimento mi stai di nuovo rompendo il culo smettilaaaaa! Mi fa male.
- Allora collabori o no!
- Si collaboro ma facciamola finita ahiaaaa!
Il carrozziere tolse il nastro e sfilo un po' il ghiacciolo non senza dolore. Poi con fare scientifico disse che il ghiacciolo si era ridotto di dimensioni e in particolare la parte a contatto dello sfintere aveva le dimensioni di una carota. Se farai come ti dico, finiremo subito. Riposiziono il ghiacciolo che si stabilizzò da solo. A quel punto mi disse di stringere di nuovo.
- Ahiaaaaaaaaa! Che dolore!
Avevo stretto le chiappe ma il dolore era insopportabile.
- Facciamo così; mordi questa manopola di gomma che ti aiuterà a sopportare il dolore, poi mentre stringi lo sfintere io ti stringo le chiappe con le mani. Inizieremo con 5 secondi!
- Tu sei matto 5 secondi sono un’eternità.
- Non mi pare che tu sia nelle condizioni di negoziare. Prese una manopola di gomma, la infilò in un preservativo e gliela mise in bocca.
- Che schifo potevi almeno asciugarla dall'olio!
- Su troietta al mio via io conto e tu stringi. Pronta'
- Si
- Via.
Il carrozziere strinse le chiappe incominciando a contare:
- 1 Ahiaaaaaaaa,... 2 Ahiaaaaaa,... 3 Ahiaaaaa,... Bastaa!
- Resisti e stringi
- 4 Ahiaaaaaaaa,... Che dolore! 5 Ahiaaaaaa,... che dolore assurdo.
- Brava adesso riposati.
- Sei uno stronzo sapessi che male che mi fa.
- Vogliamo riprovare?
- No, no ce la faccio non sento più il sedere.
- Sciaff - Ahi! Urlai -
Mi aveva dato uno schiaffo sul culo che sicuramente avrebbe lasciato l'impronta della mano.
- Su poche storie stringi la manopola e ricominciamo!
- Brutto testa di cazzo questo non è un allenamento! Neanche fossi il mio personal trainer! Sei un bastardo che per il tuo sadico piacere stai violentando una ragazza la cui unica colpa è di non avere soldi per pagare la riparazione della macchina! Stronzo figlio di puttana!
Sciaff! Sciaff! Altri due sculaccioni.
- Così impari a tenere la bocca chiusa e a trattare con rispetto le persone che hanno lavorato per te. Un giorno mi ringrazierai per questo trattamento. Così dicendo mi rimise in bocca la manopola che nel frattempo era scivolata sulla panca.
- Sei pronta?
- Mmhhhh - bofonchiò-
- Lo prendo per un sì.
- 1 Ahiaaaaaaaa,... 2 Ahiaaaaaa,... 3 Ahiaaaaa,... 4 Ahiiiiii!
Stock. In quel preciso momento il ghiacciolo rompendosi aveva fatto cadere le palle ghiacciate sulla panca. Il pezzo di ghiaccio che invece era rimasto nel retto stava risucchiando il preservativo all'interno.
Fortunatamente il carrozziere fu lesto nell'afferrarlo con le dita.
- Che cosa è successo?
- Brava bimba sei riuscita a rompere il ghiacciolo, adesso lo tolgo.
- Faccia piano per favore.
- Ahiaaa!
Come al solito il bruto aveva sfilato quel che restava del ghiacciolo dentro il preservativo con la sua solita grazia. Strappò da un grosso rotolo alcuni fogli di carta e asciugò il sedere e la panca. Poi accarezzo la zona del perineo.
- Sei freddissima da queste parti, anche la tua micetta è gelata.
Intanto con quelle mani enormi stava massaggiando le piccole labbra. Devi proprio aver sentito un male del diavolo,… la tua patatina è asciutta!
- Che cazzo vuol dire!
- Voglio dire che qualche volta si può provare piacere anche dal dolore ma certamente non nel tuo caso. Penso proprio che mi fermerò. Non potresti sopportare un’altra inculata con il ghiacciolo anche se di dimensioni ridotte: ed io non voglio avere noie. Da un cassetto prese delle pinze e fece saltare le fascette stringicavo che mi tenevano bloccate braccia e gambe. Per un po' rimasi ferma in quella posizione, poi lentamente cercai di sollevare il busto ma così facendo l'ano entrò in contatto con la panca facendomi sobbalzare e iniziai a piangere.
- Che dolore atroce.
Il carrozziere mi aiutò a scendere dalla panca e lentamente andai verso la sedia dove avevano lasciato i miei jeans ben piegati insieme alle mutandine e alla maglietta. Ero tutta intorpidita un po' per la posizione assunta per tutto il tempo della tortura, un po' per il tremendo dolore che dall'ano sembrava propagarsi a tutto il corpo. Il carrozziere aveva ragione. Quando ti maltrattano il culo, riesci a camminare con difficoltà. Non riuscivo a tenere le gambe strette; le punte dei piedi erano ruotate verso l'interno e non potevo alzare i talloni senza sentire dolore. Per fortuna avevo i sandali bassi. Come indossai le mutandine mi accorsi che il solo sfregamento del cotone sulle pudende mi faceva male. Il carrozziere se ne accorse e disse.
- Appoggia i gomiti sul tavolo e lascia le mutande calate.
- Che altro vuoi farmi?
- Voglio mandarti via - disse prendendo dal cassetto un tubetto di pomata.
- Che cos'è?
- E' una crema anestetica che utilizzo per inculare la segretaria. Si chiama Luan serve per le colonscopie. Lubrifica e fa sentire meno dolore.
- Brutto stronzo e non potevi usarla con me?
- No mia cara, la tua doveva essere un'inculata punitiva, ringrazia che ti ho unta con il grasso!
Lentamente unse l'ano e le parti adiacenti senza trascurare la vergine fichetta. Guardando il foro che era rimasto beante non potè fare a meno di compiacersi:
- Ho fatto proprio un bel lavoro con il tuo forellino! Da tenero bocciolo chiuso l’ho fatto sbocciare come un fiore a primavera e adesso ė diventato una bella rosa vermiglia con i petali tutti aperti!
Non preoccuparti quando vedrai la voragine che hai in mezzo alle chiappe; il buco tornerà a chiudersi e il bruciore e il dolore spariranno e puoi star certa che la prossima volta lo sfintere non si opporrà alla sodomizzazione e il prossimo ti inculerà senza problemi. A proposito vedo che hai proprio una bella micetta peccato che sia ancora tappata perché l’avrei scopata molto volentieri. Quando sarà se vuoi fartela stappare da un vero professionista sarei felice di sverginarti anche davanti.
-Piuttosto preferisco morire vergine, brutto stronzo!
Il carrozziere rovistando nel cassettino della segretaria prese un assorbente e, tenendolo fermo, mi rimise a posto le mutandine. Poi mi aiutò a infilare i jeans.
Ero stordita, mi sembrava di vivere un sogno, solo il tremendo dolore tra le chiappe mi ricordava che era tutto vero. Ero stata violentata nel modo più esecrabile; mi aveva rotto il culo lasciando intatta la fica. Quel bastardo sapeva bene che se mi avesse sverginata, nel caso di una denuncia, una visita medica avrebbe potuto inchiodarlo. Invece mi aveva sodomizzata e, tutte quelle attenzioni nel pulirmi, forse servivano a eliminare ogni traccia del suo passaggio. Cercavo comunque di vedere il lato positivo. Avevo riparato la macchina del babbo senza spendere un euro. Oddio avevo pagato in natura e per un attimo pensai come una prostituta: chissà se ci fosse stato qualcuno disposto a pagare 1.300 euro per sodomizzarmi! Forse sì, il culo di una diciannovenne vergine forse sarebbe stato pagato anche di più, ma come fare? Non potevo certo mettere un annuncio sul giornale! Assorta nei miei pensieri, aprii lo sportello della macchina e sprofondai sul sedile della Mercedes.
- Ahiaaaa! - un urlo mi riportò alla realtà. Subito mi sollevai tenendomi al volante.
- Che c'è piccola ti fa male il sedere? Disse ridendo lo stronzo dell'aiutante.
Il carrozziere capì la situazione e mi aiutò a scendere dalla macchina.
- Quando torna tuo padre?
- Domani mattina - risposi.
- Bene lasciami l'indirizzo che la macchina la porto a casa io e mi faccio venire a riprendere da questi due che oggi si sono gustati lo spettacolo ed è giusto che paghino il biglietto. Tu vai a casa, stenditi sul letto e ricordati quello che ti ho detto; tra qualche giorno non sentirai più niente e se vorrai rimanere vergine usalo per far divertire il tuo ragazzo.
- Tu sei matto. Da quella parte non mi lascerò infilare più niente, nemmeno una supposta. A proposito per me è chiusa qui ma sappi che se fra un’ora non vedo la macchina nel giardino di casa vado di corsa alla polizia e ti denuncio per stupro. Regolati e guarda che non sto scherzando!
- Che caratterino che hai! Stai tranquilla sono un uomo di parola. Spero che la punizione subita ti serva da lezione. La prossima volta sono sicuro che starai più attenta a comprare cose che non puoi pagare! Comunque in un modo o nell'altro sempre il tuo culo ne avrebbe fatto le spese. Se tuo padre avesse saputo dell'incidente, te l'avrebbe fatto a strisce a forza di cinghiate. Come vedi mia cara ragazza nella vita e sempre questione di culo! Ah Ah!
Comunque sappi che per me è stata l'inculata più bella della vita! L'ano mi massaggiava la cappella in modo divino e quando involontariamente lo stringevi,... uhmmm che goduria! E poi le tue grida,... sono state la ciliegina sulla torta! Penso che difficilmente scorderò questo giorno! Anche per me, purtroppo, sarà difficile scordarlo! Adesso però vattene affanculo e a non più rivederci. Addio pezzo di merda!
Sono Alessandra giovane diciannovenne residente in un paese vicino Roma e la brutta storia che racconterò è capitata l'estate scorsa. Sono alta 1.70, capelli biondi, occhi blu, gambe lunghe e un seno che starebbe su da solo se mio padre non mi costringesse a indossare sempre il reggiseno. Il mio punto forte però è il sedere che calamita l'attenzione di tutti, non solo dei ragazzi, ma anche delle ragazze. Quando sono nello spogliatoio o sotto la doccia, mi accorgo che lo guardano tutte e le meno invidiose scherzando me lo dicono pure:
-Beata te, magari l’avessi io un culo come il tuo!
Vivo sola con mio padre, stimato cardiologo, perché mamma, stufa di doverlo dividere con i suoi impegni e i suoi pazienti ha visto bene di divorziare risposandosi con un industriale svizzero di Ginevra. Non la vado a trovare spesso perché non mi piace il nuovo compagno. Quando parlo con papà dei motivi della separazione lui dice che mamma sapeva benissimo che la sua professione non gli avrebbe concesso molto tempo da dedicare alla famiglia ma questa situazione sarebbe divenuta insostenibile solamente dopo aver conosciuto l'industriale pieno di soldi.
- Figlia mia i soldi mandano l'acqua all'insù. A parole sono tutte brave e dicono tutte che al cuor non si comanda ma ancora devo conoscere quella donna che lascia il marito benestante per un cassaintegrato della FIAT.
Comunque anche se benestanti non possiedo soldi miei né ho un libretto di risparmio. Papà non mi fa mai mancare i soldi per la benzina, per uscire la sera o per andare al cinema con il mio fidanzato. Quando mi sono diplomata mi ha regalato una stupenda cinquecento color rosa e, in quell'occasione, lui ha sostituto la vecchia auto con una Mercedes classe E.
I miei nonni sono morti e non ho nemmeno zii o cugini perché entrambi i genitori sono figli unici, quindi l’unico familiare che ho è mio padre. E' molto buono ma anche molto severo. Devo rispettare le regole e non sopporta di non trovarmi a casa senza sapere dove mi trovo. Mi lascia uscire con il mio ragazzo ma non è contento che vada in discoteca la sera. Ovviamente per tutto quello che concerne richieste tipicamente femminili, non vivendo con mamma, devo rivolgermi alle amiche. Vestiti, lingerie, scarpe, ragazzi non sono argomenti da trattare con lui. Fin da piccola, quando in casa c'era ancora mamma, qualche bella sculacciata l'ho presa. Ovviamente per capricci da adolescente o per cazzate fatte con il motorino. Mamma aspettava che papà rincasasse per metterlo al corrente della malefatta e, dopo averlo aizzato con le sue lagnanze, lo costringeva a punirmi. Dovevo piegarmi sul bracciolo del divano stendendomi con il busto sulle ginocchia di mamma che in questo modo mi teneva ferma. Papà, a seconda di ciò che indossavo, mi alzava la gonna o mi abbassava i jeans e, lasciandomi in quella posizione, andava in camera a cambiarsi per mettersi comodo. La sculacciata iniziava a mani nude ma, come si stancava, continuava a darmele con la ciabatta di pelle.
Sciaff, sciaff, sciaff.
All'inizio era sopportabile ma poi, con l’aumentare dei colpi, iniziava a fare male, piangevo e mi agitavo pregandolo di smettere promettendo di non farlo mai più. Mamma oltre a tenermi ferma lo istigava a colpire più forte consigliando di calarmi le mutande per darmele sul sedere nudo ma dato che per pudore non lo faceva, senza nessuna pietà, ci pensava lei a smutandarmi. Mi sentivo morire; sia per la vergogna di mostrare la passera, sia per il dolore provocato dalla ciabatta sul culo nudo. A volte mi è capitato pure di doverle prendere durante il ciclo e anche in quello stato mamma mi calava le mutandine, anzi, feceva peggio. Non solo metteva in mostra la fica mestruata ma, dopo aver staccato l'assorbente dalla mutanda prendeva un tampax dalla borsetta e, senza pensare minimamente a quanto fosse imbarazzante, me l’infillava dentro spingendolo ben in fondo lasciando il cordino a penzoloni. Per umiliarmi maggiormente prendeva un fazzoletto e con la scusa di pulire il sangue lo strusciava ripetutamente nel solco delle chiappe che teneva ben aperte per mostrare anche il buchino posteriore. Solo allora, dopo avermi umiliata per bene, si sedeva di fianco al bracciolo del divano e mi teneva giù dicendo:
- Ecco fatto, adesso puoi iniziare a dargliele di santa ragione senza correre il rischio di sporcarti!
Papà a questo punto iniziava a sculacciarmi colpendomi prima a mani nude, poi con la ciabatta o con la spazzola per i capelli fino a quando il sedere non diventava rosso come un peperone.
Finita la punizione, mamma pretendeva che restassi immobile con il sedere all'aria e mentre papà si ricomponeva, lei mi spalmava la crema nivea sul sedere e sulla parte alta delle cosce dove finivano i colpi più dolorosi quando papà sbagliava mira.
Non mi piaceva quella posizione ma dovevo restare con il sedere all’aria fino a che la crema non si asciugava. Papà sedendosi accanto a me cercava di giustificare la punizione spiegandomi che lo faceva per il mio bene anche se gli ripugnava farlo ma era necessario per correggere le malefatte che commettevo. Non ho niente da recriminare nei suoi confronti e nei suoi comportamenti è sempre stato buono e giusto e devo dire che crescendo queste sculacciate sono andate via via diradandosi.
L'ultima volta che le presi fu quando un amico distrusse il mio motorino andandosi a schiantare contro un auto. L'assicurazione pagò il danno ma il motorino era da buttare. Papà mi aveva sempre raccomandato di non prestarlo a nessuno e io avevo disubbidito. Quando lo venne a sapere andò su tutte le furie, mi portò in camera, mi fece togliere i jeans e, nonostante indossassi il perizoma che in pratica lascia le chiappe scoperte, me ll’abbassò a mezza coscia facendomi stendere sul letto con due cuscini sotto la pancia per farmi stare con il sedere in alto.
A quel punto iniziò a sculacciarmi con forza facendomi immediatamente piangere. Mi stava facendo veramente male ma il peggio doveva ancora arrivare perché vide la cinta di cuoio che avevo lasciato sulla scrivania e pensò bene di provarla sul mio culo. La prima cinghiata arrivò con una violenza tale da farmi alzare urlando:
- AHIA!... Mi hai fatto malissimo!
- Zitta e torna subito a pancia sotto.
Appena mi ridistesi sul letto... SCIACK! Un’altra cinghiata
- AHI! Che dolore!
- Zitta e torna in posizione!
SCIACK, AHIAA... SCIACK, AHIA... SCIACK, AHIA!
- Ti prego basta... non ne posso più… mi stai massacrando!
Una dopo l'altra non so quante cinghiate presi, all’inizio le contavo urlando a ogni colpo sperando che fosse l’ultimo ma dopo le prime venti persi il conto. Come al solito quando sbagliava mira e mi colpiva sulle cosce il dolore era atroce! Una volta divincolandomi, mi arrivò una cinghiata sulla fica che mi fece vedere le stelle lasciandomi per un attimo senza fiato per poi farmi schizzare sul letto urlando a squarciagola.
- Che ti ha preso - disse papà.
Non potevo dirgli che mi aveva colpito in pieno sulla fica, di sicuro non l'aveva fatto apposta ma non potevo certo toccarmi li. Urlai che non ne potevo più, ne avevo prese troppe e era ora che la smettesse. Poi per non peggiorare la situazione tornai a stendermi sui cuscini nella speranza d’impietosirlo. Le mie urla dovettero essere abbastanza convincenti perché smise di picchiarmi, posò la cinta sulla sedia e uscì dalla stanza. Ne approfittai subito per massaggiarmi la passera; era bordeaux e bruciava da morire, poi, sentendolo arrivare, mi rimisi in posizione. Fu molto dolce, accarezzandomi i capelli cercava di consolarmi. Gli promisi che non avrei prestato più il motorino e che ero dispiaciuta per quello che era successo. Lui guardandomi il sedere diventato viola a forza di cinghiate si rese conto di quello che aveva fatto dicendo:
- Mi sa che ho esagerato, vuoi che ti spalmi la nivea? L'ultima volta l'aveva fatto mamma, un po' m’imbarazzava farlo fare da lui ma l'imbarazzo svanì pensando al beneficio che ne avrei ricevuto.
- Si - dissi - mi bruciano tanto sia il sedere sia le cosce.
Approfittando del tempo necessario per andare in bagno a prendere la crema, tornai a massaggiarmela; sembrava si fosse gonfiata. Quando mi spalmò la crema massaggiandomi delicatamente, per la prima volta non pensai a lui come papà ma come uomo. Aveva delle mani enormi e morbidissime ed era molto più delicato di mamma.
Si accorse che ero infiammata anche all'interno delle cosce e sempre con molta grazia spalmò la crema anche li. Allargando le gambe avevo paura che potesse vedere l’effetto della cinghiata sulla patata, ma per fortuna non se ne accorse o fece finta. Questa fu l'ultima volta che venni sculacciata.
Un giorno mi disse che doveva andare a un congresso e che sarebbe stato fuori una settimana. Si preoccupò di riempire di vivande il frigo e il congelatore rassicurandomi che comunque, se avessi avuto bisogno d’aiuto, potevo sempre rivolgermi a Anna la nostra domestica. Mi chiese di accompagnarlo all'aeroporto ma di non preoccuparmi per il ritorno perché sarebbe tornato in macchina con un suo collega . Giunti all’aeroporto, prima di salutarci, si raccomandò di non prendere per nessun motivo la Mercedes perché non ero abituata a guidare una vettura così grande.
Non mi sembrava vero di restare una settimana da sola! Sarebbe forse stata l'occasione buona per perdere finalmente la verginità. Tornata a casa parcheggiai la cinquecento e, senza dargli retta, presi le chiavi della Mercedes, accessi il motore e uscii dal garage. Purtroppo non mi accorsi del tagliaerba che aveva lasciato attaccato al parafango posteriore che, uscendo, fece una bella riga sulla fiancata.
Panico! E adesso? Come potevo risolvere? Nonvolevo assolutamente informare nessuno del misfatto. Quando qualcuno sa, qualcuno parla disse una volta un attore in un film. Senza perdermi d'animo cercai su internet un carrozziere fuori dal nostro quartiere che sicuramente non conosceva mio padre.
La carrozzeria stava in una zona industriale poco raccomandabile per via dello spaccio e della prostituzione ma facendomi coraggio gliela portai pregandolo di ripararla subito in modo che papà non si accorgesse di nulla. Fece un po’ di storie ma alla fine capì la situazione.
Il giorno della riconsegna il ragazzo mi fece vedere la riparazione e costatai che non si vedeva niente. Mi mandò dal principale per pagare il conto e ritirare le chiavi. A quel punto mi prese il panico: come facevo a dirgli che non avevo un soldo? Mi tremavano le gambe. Ero stata un’ingenua come potevo pensare di farla franca? La cifra da pagare per me era astronomica e, come dissi che non avevo i soldi, il carrozziere andò su tutte le furie. Per un attimo rimase perplesso sul da farsi, poi all’improvviso vidi un lampo nei suoi occhi e capii che per me era in arrivo una montagna di guai. Se papà avesse saputo del danno sicuramente mi avrebbe fatto il sedere a strisce. Il carrozziere un omone grande e grosso con un enorme paio di baffi disse ai suoi collaboratori di chiudere la porta che l'officina avrebbe chiuso un’ora prima. Mi prese sottobraccio e mi portò nel retro dell'officina, dove una stanzetta era adibita a sala relax con un tavolo, una panca, una macchina da caffè e un piccolo frigorifero.
- Vedi ragazzina ho 40 anni e una certa esperienza. Tu mi hai portato la macchina, io l'ho riparata nel tempo concordato lavorando anche fuori orario ma quando è arrivato il momento di pagare mi dici che non hai i soldi. Ti sembra un comportamento corretto? Tu mi hai preso per il culo anzi se devo essere sincero, mi hai proprio rifilato un’inculata colossale come si dice dalle mie parti. Ora per dirla pane al pane e vino al vino poiché tu non hai il becco di un quattrino non mi resta altro da fare che ripagarti con la stessa moneta.
- Cioè dissi impaurita?
- Cioè darti un’inculata da fartela ricordare finché campi!
Di colpo mi precipitai verso l'uscita ma fui subito fermata dai 2 lavoranti che immediatamente mi riportarono dal principale.
- Bene signorina il temperamento non ti manca ma sappi che da qui non uscirai senza pagare. Voi due vedete di non farla scappare che prima voglio farle alcune domande.
Vado diretto al punto; visto che sei capace di guidare a macchina presumo che tu sia capace anche di scopare.
- Presume male, non ho ancora provato.
- Non credo che tu sua vergine e visto che sei una bugiarda, voglio controllare. Forza voi due datevi da fare e toglietele i pantaloni.
Era estate avevo un paio di jeans pieni di tagli e una maglietta bianca. Calzavo dei sandali senza tacco allacciati alla caviglia simili a quelli degli antichi romani e sotto un completino intimo giallo. Mentre uno mi teneva per le ascelle l'altro mi sfilava i jeans e le mutandine. Avevo paura e iniziai a piangere. Il capo, alzatosi dalla sedia, senza troppi complimenti infilò un dito nella passerina entrando fino a incontrare l'imene facendomi sobbalzare.
- Ahia! -
Incurante del dolore spinse per ben tre volte sulla membrana facendomi male.
- AHIAA! La smetta immediatamente mi fa male!!
- Questa volta ha detto la verità, la ragazzina ha la fica ancora tappata e siccome non voglio rogne, non sarò di certo io a sverginarla.
Ma non credere di passarla liscia perché ti darò comunque una lezione che non scorderai tanto facilmente. Preparatela.
Avendo intuito le intenzioni del principale i due lavoranti mi misero a pecorina sulla panca con il seno schiacciato sulla seduta e le mani e i piedi sul pavimento. La larghezza della panca non mi permetteva di stringere le cosce e faceva si che il culo fosse in bella mostra.
Davanti a me il carrozziere se l’era tirato fuori e iniziava a masturbarsi: era enorme, soprattutto in larghezza. Finora l’unico che avevo visto era quello del mio fidanzato decisamente molto più piccolo. Quando lo stringevo nel pugno per segarlo lo circondavo completamente con le dita e dal pugno usciva solo la testa praticamente 3 o 4 centimetri. Il suo invece stava animandosi, la masturbazione lo faceva ingrossare, era praticamente raddoppiato, se l’avessi dovuto impugnare ci sarebbero volute entrambe le mani per circondarlo e in lunghezza pur mettendo una mano sopra all’altra 7 o 8 centimetri sarebbero rimasti scoperti.
Smise di masturbarsi, prese una ditata di grasso da un barattolo e, allargate le chiappe, la spalmò sull’ano e senza nemmeno chiedere permesso mi ficcò il dito nel sedere facendomi strillare.
-AHIAAA! Che cazzo fa! Lo tolga immediatamente!
- Buona ragazzina invece di protestare ringraziami per quello che sto facendo, da quello che sento qui dietro non sei stata ancora forata.
- Che vuole fare,… ahia,… non spinga…
- Ti facevo più sveglia, sei bloccata a pancia sotto con l’ano unto di grasso e un dito infilato nel sedere,… anche una stupida capirebbe che sta per essere inculata!
- TI PREGO NON FARLO!… NON L’HO MAI FATTO!
- Lo sento da come stringe ma non mi lasci altra scelta; non ti sei fatta nessuno scrupolo nel darmi l’inculata e io ti ripagherò con la stessa moneta: occhio per occhio dente per dente!
In questo modo salderai la fattura e dopo che anche tu avrai preso la tua bella inculata potrai tornartene a casa con la macchina aggiustata e il culo rotto.
Incomincia a fartene una ragione, la fica l’hai salvata ma il culo non ha scampo: te lo devo sverginare.
- Non voglio, questo è uno stupro! Non potete farlo vi denuncio!
- Io non stupro nessuna, nessuno t’impedisce di alzarti e andartene basta solo che mandi tuo padre a saldare la fattura!
Mi aveva in pugno, avevo troppa paura della reazione di papà. In quel momento pensai che in fondo mi conveniva sottostare a quel ricatto, sarei rimasta vergine e nessuno sarebbe venuto a conoscenza della cosa. Se solo avessi immaginato quanto avrei sofferto per quello che mi avrebbe fatto avrei preferito mille volte farmi fare il culo a strisce dalla cinta di papà.
Ho sempre saputo che una volta persa la verginità davanti il passo successivo sarebbe stato quello di farmi sverginare anche dietro. Sarebbe stato solo una questione di tempo. A dire la verità il mio fidanzato già da un po’ voleva sodomizzarmi ma mi ero sempre rifiutata, un po’ per paura, un po’ perché volevo che il primo cazzo entrasse davanti. Mai e poi mai avrei pensato che sarebbe successo In questo modo, non ero ancora pronta per farlo. Tutte quelle che già l’avevano provata si erano lamentate di quanto fosse stata dolorosa e raccomandavano di evitare grossi calibri per la prima volta. Un’amica che aveva il fidanzato superdotato che voleva a tutti i costi sodomizzarla, prima di darglielo se l’era fatto sverginare dal cazzetto del cugino quindicenne per non soffrire troppo.
Purtroppo non ero in condizioni di scegliere e quello che stava per sverginarmi era un cazzo enorme!
Mentre facevo queste riflessioni il bastardo continuava imperterrito a ruotare il dito muovendolo avanti e indietro e appena si rese conto che l’attrito stava diminuendo lo sfilò e ne introdusse un altro.
- AHIAAA!…AAAAH!
- Che cazzo urli,… sono solo due dita se strilli adesso, figuriamoci dopo!
- Ma mi fai maleeee!
- Smettila di frignare, sai perfettamente cosa ti aspetta e non puoi farci niente, vedila così: prima o poi arriva per tutte questo momento.
Oggi tocca a te e sarò io a farti il servizio e stai sicura che mi ricorderai per sempre.
Neanche mi avesse letto nel pensiero, smise di lubrificarmi e, senza indugio, spinse il cazzo in mezzo alle chiappe. Cominciai a tremare.
- Stai calma e cerca di collaborare che se ti agiti è peggio - disse uno dei due che mi teneva ferma.
Il carrozziere puntò la cappella sul buco iniziando a spingere. Istintivamente strinsi le chiappe tentando di spostarmi in avanti ma i due che mi tenevano ferma mi bloccarono.
- Ahiii! Che dolore non spinga! Non può entrare! E' troppo grosso! Ahiiiiiiiaaaaa! Mi fa maleeeee!
- Ferma ragazzina non ti agitare, il tuo non e certo il primo che svergino! In queste cose ho una certa esperienza e posso assicurarti che la prima volta dite tutte così:
“non entra,… non può entrare,… è troppo grosso,...” ma alla fine, chissà come, riuscite sempre a prenderlo tutto!
Nonostante le spinte non riusciva a entrare, con tutte le forze cercavo di impedirglielo. Tesa come una corda di violino ero concentrata a contrarre le chiappe e a stringere l’ano; non volevo assolutamente cedere ma per quanto ancora avrei potuto resistere?
- Non stringere in questo modo che è peggio, ti fai ancora più male! Non ti contrarre, rilassati e lascialo entrare, è inutile resistere ormai il tuo culo non ha scampo; rassegnati perché da qui te ne andrai solo dopo che ti avrò inculata!
- No,… noooo,… non voglio! Mi fa maleeee!
Non riuscendo a entrare il balordo pensò bene di ricorrere a un espediente per indebolire le mie difese.
Dopo un cenno d’intesa i due che mi tenevano ferma mi pizzicarono i capezzoli. Il dolore fu lancinante, urlai a squarciagola cercando di tirarmi su con il torace inarcando la schiena.
Il porco non aspettava altro; approfittando del fatto che per il dolore mi ero rilassata, con un tremendo colpo di reni riuscì a far entrare la cappella: lo sfintere aveva finalmente ceduto.
- AHIAAAAAA!… BASTARDO!… MI UCCIDI!… FERMATI!… AHIAAAAA! - Urlavo a squarciagola.
I due mi rimisero a pancia sotto e il carrozziere ridendo disse:
- Ecco fatto ragazzina, tra poco anche tu sarai una rotta in culo!
- AHIAAAAAA! MI FA MALEEEE!
- Tranquilla la prima volta fa sempre male, grida pure quanto ti pure che tanto qui non ti sente nessuno e poi urlando sfoghi la rabbia e il dolore e a mi fai rizzare il cazzo più del viagra.
Piangevo a dirotto, quel coso infilato dietro faceva un male cane, mi sembrava di avere un tizzone nel retto.
Mi agitavo scompostamente nella speranza di sfilarlo ma ben presto mi accorsi che più mi muovevo più lui entrava, non finiva mai,… ma quanto era lungo! Alla fine, a forza di spingere, le palle toccarono la fica: era fatta.
Mi rilassai pensando che essendo entrato tutto ormai il più era fatto e il peggio era passato. Purtroppo mi sbagliavo e ben presto me ne resi conto; il bastardo dopo essere rimasto per qualche minuto immobile, iniziò lentamente a indietreggiare e prima di sfilarlo del tutto lo ricacciò di colpo tutto dentro.
- Ahiaaaaa! Maledetto porco che stai facendo? Così mi distruggi!
- Che pensavi che fosse finita? Samo solo all’inizio, anche se il cazzo è entrato devo ancora iniziare a farti il culo.
Quando avrò finito avrai il buco talmente largo che non ti darà più problemi e quando inizierai a prenderci gusto mi ringrazierai per essere stato io a sverginarti.
Se ti avesse inculata un coetaneo, tutta la faccenda non sarebbe durata più di 2 minuti; i giovani non hanno esperienza e come sentono la stretta dello sfintere vengono subito come conigli; neanche il tempo d’infilarlo e ti saresti ritrovata il retto pieno di sperma e il culo ancora chiuso.
Invece la prima volta deve essere fatta bene e per questo è molto dolorosa; vedrai però che la prossima andrà meglio!
- Ma quale prossima volta! Mi fai male, basta! E' un tormento, brucia! Sento di dover fare la cacca! Bastaa,… smettila!
- Non preoccuparti è normale avere la sensazione di fare la cacca quando il cazzo é infilato nel sedere. In fondo è come se stesse passando un grosso stronzo, solo che al posto di uscire,entra! Sopporta e prendi la supposta!
- Ma quale supposta mi fai male,… smettilaaaa!
- Va bene, mi sembra che ormai lo sfintere si sia dilatato,… posso iniziare a farti il culo. Voi due tenetela ferma e a chiappe larghe che adesso inizia la galoppata e quando le giovani puledre vengono cavalcate per la prima volta non si sa mai come reagiscono.
Iniziò a incularmi violentemente aumentando progressivamente la velocità. Entrava e usciva velocemente sculacciandomi con la pancia.
Ciaff,… ciaff,… ciaff,…
Quando lo tirava fuori sembrava stesse stappando una bottiglia e non vi dico che dolore quando lo rinfilava.
Una volta mancò poco che mi sverginasse perché nella foga non aveva centrato il buco.
AAAAUUUU,… AHI,… NGAAAAAAHH,…. NON VOGLIO,… BASTAAA!
Ormai avevo perso la voce a forza di gridare e i due faticavano a tenermi ferma ma nonostante le grida, lo stronzo continuava a entrare e uscire con violenza.
-AHIA,… BASTA,… BRUCIA,… FERMOOOO!
Colpo dopo colpo non dava cenni di cedimento. Avevo il culo in fiamme; quello spiedo mi teneva infilzata come una pollastra sul girarrosto.
Se per farlo entrare mi ero opposta con tutte le forze soffrendo le pene dell’inferno, arrivata a questo punto ero completamente soggiogata. Avevo ceduto, non avevo più la forza per oppormi, mi stavo arrendendo al cazzo che brutalmente mi sfasciava l’ano.
- Ahiii, basta vi prego,... brucia,... mi fa male,… smettetela,… vi denuncio,… vi mando in galera!
- Fai pure ma in questo modo tutti sapranno che sei stata sodomizzata e il paparino scoprirà pure che gli hai graffiato la macchina!
Purtroppo era vero nella testa di una ragazzina la cosa grave era di aver rovinato la macchina e non quella di essere stata stuprata da un balordo. Lo sfintere aveva ceduto, non si richiudeva più.
Speravo venisse in fretta ma imperterrito continuava a incularmi come se seguisse uno schema preciso; alternava serie velocissime rimanendo sempre dentro, a serie più lente in cui entrava e usciva dal buco.
L’ano bruciava talmente tanto che per un attimo pensai se lo fosse ricoperto di peperoncino.
Con lo sfintere fuori uso e la pancia piena d’aria oltre al dolore si aggiunse la vergogna provocata dalle scuregge che facevo quando l’ano non era tappato.
- Ehi capo, il pistone ha allargato il cilindro della puttanella,… senti come sfiata! Ah,… Ah,… Ah!
Finalmente, come se me lo volesse far arrivare in gola, dette tre spinte violentissime e iniziò a godere…
- Siiiiii!… Siiiii!….Vengoooooo! Che inculata fantastica!
Rimase conficcato finché non si fu svuotato completamente.
Sembrava stesse pisciando per quanto sperma mi stava spruzzando nel culo.
Quando finalmente terminò di godere, lo tirò fuori con un brusco movimento.
- AHIAAAAA,… PORCA TROIA!
Allora sei proprio stronzo anche questo dolore era necessario?
- No! Questo era per ricordarti che non si danno le fregature agli onesti lavoratori!
Stavo per alzarmi quando il carrozziere mi costrinse a rimanere giù.
- Che altro volete farmi ho il sedere a pezzi, brucia, fatemi lavare.
- Non sia mai detto che ti lasciamo così! Tutto ciò che esce da questa carrozzeria deve essere tirato a lucido: è la regola dell'officina. Sei piena di sperma e adesso cercherò di ripulirti.
Non mi ero accorta che uno degli aiutanti era andato in bagno tornando con una sacca per clistere. Come la vidi tremai:
- Cosa volete farmi?
- Mia cara erano giorni che non spurgavo, hai il culo pieno di sperma, in più l’aria che ti ho pompato avrà sicuramente smosso la merda che hai nell’intestino; non vorrei che tornando a casa sporcassi le tue belle mutandine gialle da troia!
- Non sono mutande da troia.
Intanto uno dei due assistenti verificava che i jeans non avessero macchie e che le mutande non fossero danneggiate. Avevo ancora indosso il reggiseno e la maglietta ma quest'ultima mi fu subito sfilata per non rischiare di bagnarla. Quante attenzioni per i miei vestiti quando solo pochi minuti prima mi avevano sverginato il sedere senza tanti complimenti. Cercai di evitare quest'ultimo oltraggio ma mi resi conto che era impossibile. Mi rimisero a culo in aria mentre lo stronzo sostituiva la cannula con una più grossa. Protestai ma non ci fu niente da fare. Disse che la sonda piccola in un culo appena sodomizzato aveva una scarsa tenuta e lui non aveva nessuna intenzione di ripulire. Immerse la cannula nel grasso e con le sue rozze maniere me la mise nel sedere senza troppi riguardi. Sussultai; sia per la sorpresa sia per il dolore. Dopo aver preso un litro e mezzo di acqua saponata, mi girarono a pancia sopra tenendomi le gambe in alto. Non mi accorsi che quello stronzo del carrozziere era andato a prendere un cazzo finto, una specie di grosso uovo che finiva con un piattello. Solo dopo seppi che era un plug anale usato per dilatare l’ano delle femmine poco inclini a farsi inculare: peccato che non l’avessero utilizzato anche con me.
Mi accorsi che stavano per fare qualcosa di strano perché mentre uno mi teneva le gambe alzate, l'altro mi teneva ferma per i fianchi. Il carrozziere disse:
- Adesso sfilo la sonda ma tu non ti contrarre.
Chissà cosa voleva dire ma lo capii subito quando, appena sfilata la sonda, la sostituí con l'uovo che aveva in mano. Era più largo e molto più duro del suo cazzo. Non riusciva ad entrare e il bastardo dovette spingere con il palmo della mano sul piattello per farlo entrare. Come la parte più grossa superò lo sfintere, l'ano richiudendosi richiamò a se il piattello. Mamma mia che dolore!
-AHIAAAA!
- Che cazzo hai fatto! Che dolore atroce, toglietelo subito! Devo andare al bagno, toglietemelo bastardi!
Cercai di sfilarmi quel maledetto arnese ma mi bloccarono subito le mani. Con fascette di plastica mi legarono i polsi alle gambe della panca. Ero nuda con solo il reggiseno, a pancia sopra su una panca con un litro e mezzo di liquido che sciabordava nell'intestino. Mi ci tennero 10 minuti poi mi slegarono e mi fecero camminare con quel coso infilato nel sedere. Finalmente dopo l'ennesimo giro intorno alle auto mi mandarono in bagno. Qui senza tanti complimenti il carrozziere prese saldamente il piattello e con un colpo deciso lo sfilò. La brutalità del gesto mi fece urlare, ma il pensiero che ormai potevo liberarmi fece passare in secondo ordine il dolore.
Evacuai di tutto, aria, sperma, merda, non vi dico l'imbarazzo che provai mentre scureggiavo come una scrofa. Una volta pulita tornai di la dove i tre mi stavano aspettando. Il carrozziere da vero esperto fece notare ai due aspiranti la mia andatura:
- Vedete amici questa è l'andatura di chi è stata appena sodomizzata. E' tipica di tutte le donne inculate, ma in lei è più accentuata perché è stata appena sverginata. Vedete come cammina a gambe divaricate? Passo lento, non alza i talloni e ha le punte dei piedi intraruotate per cercare di allargare le chiappe. Quando vedete qualcuna camminare in questo modo sappiate che è sicuramente reduce da una bella inculata.
Pensavo fosse finita ma uno dei due portò nella stanza un cavalletto di legno rivestito di gommapiuma. Se non mi avessero sodomizzato mezz'ora prima avrei pensato che quel coso serviva proprio a quello scopo. Un cavalletto per sodomizzazioni. La cosa non mi turbò più di tanto forse serviva per poggiarvi sopra qualche parabrezza delicato. Però mi preoccupai appena il carrozziere disse al garzone:
- Vedi di prendere le fascette grandi che la sbarbina ha le cosce grosse!
- Io non ho le cosce grosse replicai piccata.
- Tu intanto prendi quelle.
Non riuscivo a capire ero sempre nuda con il reggiseno allacciato. Il carrozziere con l'aria di chi non accetta no come risposta mi disse di mettermi a cavalcioni sul cavalletto. Non capendo lo scopo lo feci. Mi fecero indietreggiare con il sedere all’estremità della panca in modo da avere tutto il cavalletto libero davanti a me. Il carrozziere toccandomi la coscia e guardando la lunghezza della fascetta disse che non andava bene e senza perdersi d’animo prese la caviglia portandola leggermente in avanti in prossimità di un gancio del cavalletto: in un attimo mi bloccarono le caviglie con le fascette in modo da non poter più muovere le gambe.
- Vedi ragazzina non le ho strette perché altrimenti ti segherebbero la pelle; comunque poiché siamo professionisti, ti ci metto un po' di ovatta che usiamo per lucidare le auto.
- Cosa volete farmi ancora?
- Devi sapere che il trattamento che ti ho appena fatto ti ha infiammato le mucose del retto e per qualche giorno il sederino ti andrà a fuoco. Avrai lo stimolo di fare la cacca e non potrai stare seduta. Con questo rimedio ti voglio alleviare le sofferenze.
- Lasciami stare non voglio più fare niente, lasciami andare a casa, mi hai sverginato il sedere, mi hai fatto un clistere mi hai sodomizzato con quell'aggeggio infernale lasciami andare e finiamola qui!
- Non sia mai signorina, te ne andrai da qui quando lo dico io! Quando ti capiterà di raccontare quest'avventura, potrai dire che chi ti ha rotto il sederino l’ha fatto con tutti i crismi. Vedrai sono poche le ragazze che potranno vantare questa prima volta.
- Lo spero bene per loro poveracce non so quante disgraziate come me hanno subito questo trattamento che non auguro neanche alla mia peggior nemica!
- Se ti può far piacere quello che sto per farti è una novità anche per me! Te lo faccio perché ho visto che il tuo ano è abbastanza elastico. Dopo tutto quelle spinte non hai nemmeno sanguinato. Di solito, quando si sodomizza una vergine, dopo un po' lo sfintere comincia a sanguinare per le lesioni che lo sfregamento del glande provoca sulla mucosa. Nel tuo caso le mucose sono integre, arrossate ma integre.
- Adesso ti faccio un trattamento lenitivo. Non so se indolore o no ma lo scopriremo presto.
- Che dite la lego con una cinta sulla pancia o le lego le mani? Disse ai suoi aiutanti.
- Leghiamole le mani altrimenti se li sfila.
Cosa mai avrei dovuto sfilarmi? Uno dei due mi avvolse del cotone intorno ai polsi mentre l'altro mi fece stendere sulla pancia con i seni a contatto con la panca. Il carrozziere in un attimo mi legò i polsi alle sbarre del cavalletto e in pochi minuti rieccoci nella posizione di prima. A questo punto quello stronzo mi mostró un calco in gesso di un grosso cazzo.
- Come vedi puttanella questo è il calco originale del mio cazzo che tu ben conosci per averlo appena provato. Con questo ho fatto degli stampi di plastica e li ho riempiti di acqua ed ecco qui il risultato.
Aprì il congelatore e tirò fuori un cazzo di ghiaccio delle dimensioni del suo e con delle enormi palle.
- Vedi le palle servono come fermo per frenare la corsa. Mi vennero i brividi non per il freddo ma per la paura! Incominciavo a capire cosa intendeva fare con quei ghiaccioli!
- Per carità se è quello che penso sarà terribile. Non lo fate! Non voglioooo!
- Su animo te ne infiliamo solo quattro di misura decrescente! Iniziamo dal mio che come vedi ha una bella circonferenza e finiamo con l'ultimo che ha la larghezza di un grosso dito! Un’inculata al contrario. Vedi troietta adesso infilo il mio cazzo di ghiaccio in questo preservativo così scivolerà dentro senza attrito. Se vuoi un consiglio, il ghiaccio si scioglie con il calore e prima si scioglie prima finisci. Per tua conoscenza posso solo dirti che il ghiaccio si scioglierà più rapidamente se nel frattempo stringi lo sfintere. Lo so che un culo appena sverginato non è recettivo a questa procedura ma sappi che se ti abitui a farlo il prossimo che t’inculerà, potrà giovarsi delle tue doti! Non è da tutte saper contrarre lo sfintere quando ti sodomizzano! Sarai molto apprezzata!
- Vaffanculo brutto stronzo quando uscirò da qui ucciderò chiunque tenti di mettermelo in culo!
- Ti prendo in parola bambolina vado proprio a fare un culo, ... il tuo! Ah! Ah!
Detto e fatto con le dita mi dilatò le natiche esclamando:
- Questa ragazzina è proprio fuori dal comune le ho appena aperto il sederino e l'ano già si sta richiudendo! Deve proprio avere uno sfintere elastico.
Le infilò un dito in culo e la ragazza ebbe un sobbalzo!
- Sei un porco bastardo spero che qualche balordo ti faccia provare quello che tu stai facendo a me!
- Chissà dolcezza intanto goditi questo ghiacciolo!
Lentamente appoggiò il cazzo di ghiaccio sul buco del sedere e aspettò. Lì per lì la sensazione di fresco era quasi piacevole dopo la tremenda ingroppata che avevo subito. Poi come sempre, senza un minimo di grazia prese il cazzo per le palle e lentamente lo infilo dentro.
- Ahiaaaa! Bastardo mi fa male toglilo ti prego mi sento morire!
- Guarda che è uguale ha quello che già hai conosciuto! La dimensione è identica!
Piangevo e urlavo fino a che non ho sentito le palle sbattere contro la fica. Era fatta. Almeno questo non si muoveva. Non passarono 2 minuti che il culo sembrava andarmi a fuoco un'altra volta.
- Ahiaaaaaaa basta vi prego fate qualcosa basta toglietelo! Mi brucia.
Cercavo di espellerlo ma come fuoriusciva di un millimetro, immediatamente, lo riposizionavano dentro. Poi presero del nastro adesivo e mi fissarono il ghiacciolo in modo da non poterlo espellere. Le mie grida risuonarono per tutta l'officina. Il carrozziere disse:
- Se vuoi terminare prima il tuo tormento prova a stringere lo sfintere. La pressione esercitata sul ghiaccio faciliterà lo scioglimento.
Non volevo dargliela vinta e non lo feci. Poi stanchi di sentire le mie urla, i tre continuarono nel loro lavoro e a quel punto, poiché ormai non sapevo più che inventarmi, provai a stringere lo sfintere.
- Ahiaaaa porca troia! Che cazzo mi è venuto in mente! Che dolore pazzesco!
Non so se fu un’impressione, ma mi sembrava di sentire uno scalino nel punto in cui lo sfintere entrava in contatto con il ghiaccio! Mi feci forza e provai a ristringere il culo.
Ahiiaaaa! Altro urlo ma sempre la sensazione dello scalino che sentivo se provavo a spingere fuori il ghiacciolo per quel poco che il nastro adesivo mi consentiva. Così urlo dopo urlo il ghiacciolo cominciava a sciogliersi proprio in quel punto. Le urla non più continue ma distanziate suscitarono l'interesse del carrozziere che mi stava osservando di nascosto accorgendosi che mentre stringevo le chiappe urlavo come un’ossessa!
- E brava la mia piccola rotta in culo sei una bugiarda ma sai ascoltare! Hai fatto come ti dicevo.
- Bastardo toglimelo ho tutto il sedere anestetizzato ma se stringo i muscoli dello sfintere, sento un male boia! Ti prego ti sei divertito abbastanza toglimelo!
- Poiché questa tecnica è la prima volta che la sperimento, se collabori ti abbuono un ghiacciolo così finisci prima.
- Quale esperimento mi stai di nuovo rompendo il culo smettilaaaaa! Mi fa male.
- Allora collabori o no!
- Si collaboro ma facciamola finita ahiaaaa!
Il carrozziere tolse il nastro e sfilo un po' il ghiacciolo non senza dolore. Poi con fare scientifico disse che il ghiacciolo si era ridotto di dimensioni e in particolare la parte a contatto dello sfintere aveva le dimensioni di una carota. Se farai come ti dico, finiremo subito. Riposiziono il ghiacciolo che si stabilizzò da solo. A quel punto mi disse di stringere di nuovo.
- Ahiaaaaaaaaa! Che dolore!
Avevo stretto le chiappe ma il dolore era insopportabile.
- Facciamo così; mordi questa manopola di gomma che ti aiuterà a sopportare il dolore, poi mentre stringi lo sfintere io ti stringo le chiappe con le mani. Inizieremo con 5 secondi!
- Tu sei matto 5 secondi sono un’eternità.
- Non mi pare che tu sia nelle condizioni di negoziare. Prese una manopola di gomma, la infilò in un preservativo e gliela mise in bocca.
- Che schifo potevi almeno asciugarla dall'olio!
- Su troietta al mio via io conto e tu stringi. Pronta'
- Si
- Via.
Il carrozziere strinse le chiappe incominciando a contare:
- 1 Ahiaaaaaaaa,... 2 Ahiaaaaaa,... 3 Ahiaaaaa,... Bastaa!
- Resisti e stringi
- 4 Ahiaaaaaaaa,... Che dolore! 5 Ahiaaaaaa,... che dolore assurdo.
- Brava adesso riposati.
- Sei uno stronzo sapessi che male che mi fa.
- Vogliamo riprovare?
- No, no ce la faccio non sento più il sedere.
- Sciaff - Ahi! Urlai -
Mi aveva dato uno schiaffo sul culo che sicuramente avrebbe lasciato l'impronta della mano.
- Su poche storie stringi la manopola e ricominciamo!
- Brutto testa di cazzo questo non è un allenamento! Neanche fossi il mio personal trainer! Sei un bastardo che per il tuo sadico piacere stai violentando una ragazza la cui unica colpa è di non avere soldi per pagare la riparazione della macchina! Stronzo figlio di puttana!
Sciaff! Sciaff! Altri due sculaccioni.
- Così impari a tenere la bocca chiusa e a trattare con rispetto le persone che hanno lavorato per te. Un giorno mi ringrazierai per questo trattamento. Così dicendo mi rimise in bocca la manopola che nel frattempo era scivolata sulla panca.
- Sei pronta?
- Mmhhhh - bofonchiò-
- Lo prendo per un sì.
- 1 Ahiaaaaaaaa,... 2 Ahiaaaaaa,... 3 Ahiaaaaa,... 4 Ahiiiiii!
Stock. In quel preciso momento il ghiacciolo rompendosi aveva fatto cadere le palle ghiacciate sulla panca. Il pezzo di ghiaccio che invece era rimasto nel retto stava risucchiando il preservativo all'interno.
Fortunatamente il carrozziere fu lesto nell'afferrarlo con le dita.
- Che cosa è successo?
- Brava bimba sei riuscita a rompere il ghiacciolo, adesso lo tolgo.
- Faccia piano per favore.
- Ahiaaa!
Come al solito il bruto aveva sfilato quel che restava del ghiacciolo dentro il preservativo con la sua solita grazia. Strappò da un grosso rotolo alcuni fogli di carta e asciugò il sedere e la panca. Poi accarezzo la zona del perineo.
- Sei freddissima da queste parti, anche la tua micetta è gelata.
Intanto con quelle mani enormi stava massaggiando le piccole labbra. Devi proprio aver sentito un male del diavolo,… la tua patatina è asciutta!
- Che cazzo vuol dire!
- Voglio dire che qualche volta si può provare piacere anche dal dolore ma certamente non nel tuo caso. Penso proprio che mi fermerò. Non potresti sopportare un’altra inculata con il ghiacciolo anche se di dimensioni ridotte: ed io non voglio avere noie. Da un cassetto prese delle pinze e fece saltare le fascette stringicavo che mi tenevano bloccate braccia e gambe. Per un po' rimasi ferma in quella posizione, poi lentamente cercai di sollevare il busto ma così facendo l'ano entrò in contatto con la panca facendomi sobbalzare e iniziai a piangere.
- Che dolore atroce.
Il carrozziere mi aiutò a scendere dalla panca e lentamente andai verso la sedia dove avevano lasciato i miei jeans ben piegati insieme alle mutandine e alla maglietta. Ero tutta intorpidita un po' per la posizione assunta per tutto il tempo della tortura, un po' per il tremendo dolore che dall'ano sembrava propagarsi a tutto il corpo. Il carrozziere aveva ragione. Quando ti maltrattano il culo, riesci a camminare con difficoltà. Non riuscivo a tenere le gambe strette; le punte dei piedi erano ruotate verso l'interno e non potevo alzare i talloni senza sentire dolore. Per fortuna avevo i sandali bassi. Come indossai le mutandine mi accorsi che il solo sfregamento del cotone sulle pudende mi faceva male. Il carrozziere se ne accorse e disse.
- Appoggia i gomiti sul tavolo e lascia le mutande calate.
- Che altro vuoi farmi?
- Voglio mandarti via - disse prendendo dal cassetto un tubetto di pomata.
- Che cos'è?
- E' una crema anestetica che utilizzo per inculare la segretaria. Si chiama Luan serve per le colonscopie. Lubrifica e fa sentire meno dolore.
- Brutto stronzo e non potevi usarla con me?
- No mia cara, la tua doveva essere un'inculata punitiva, ringrazia che ti ho unta con il grasso!
Lentamente unse l'ano e le parti adiacenti senza trascurare la vergine fichetta. Guardando il foro che era rimasto beante non potè fare a meno di compiacersi:
- Ho fatto proprio un bel lavoro con il tuo forellino! Da tenero bocciolo chiuso l’ho fatto sbocciare come un fiore a primavera e adesso ė diventato una bella rosa vermiglia con i petali tutti aperti!
Non preoccuparti quando vedrai la voragine che hai in mezzo alle chiappe; il buco tornerà a chiudersi e il bruciore e il dolore spariranno e puoi star certa che la prossima volta lo sfintere non si opporrà alla sodomizzazione e il prossimo ti inculerà senza problemi. A proposito vedo che hai proprio una bella micetta peccato che sia ancora tappata perché l’avrei scopata molto volentieri. Quando sarà se vuoi fartela stappare da un vero professionista sarei felice di sverginarti anche davanti.
-Piuttosto preferisco morire vergine, brutto stronzo!
Il carrozziere rovistando nel cassettino della segretaria prese un assorbente e, tenendolo fermo, mi rimise a posto le mutandine. Poi mi aiutò a infilare i jeans.
Ero stordita, mi sembrava di vivere un sogno, solo il tremendo dolore tra le chiappe mi ricordava che era tutto vero. Ero stata violentata nel modo più esecrabile; mi aveva rotto il culo lasciando intatta la fica. Quel bastardo sapeva bene che se mi avesse sverginata, nel caso di una denuncia, una visita medica avrebbe potuto inchiodarlo. Invece mi aveva sodomizzata e, tutte quelle attenzioni nel pulirmi, forse servivano a eliminare ogni traccia del suo passaggio. Cercavo comunque di vedere il lato positivo. Avevo riparato la macchina del babbo senza spendere un euro. Oddio avevo pagato in natura e per un attimo pensai come una prostituta: chissà se ci fosse stato qualcuno disposto a pagare 1.300 euro per sodomizzarmi! Forse sì, il culo di una diciannovenne vergine forse sarebbe stato pagato anche di più, ma come fare? Non potevo certo mettere un annuncio sul giornale! Assorta nei miei pensieri, aprii lo sportello della macchina e sprofondai sul sedile della Mercedes.
- Ahiaaaa! - un urlo mi riportò alla realtà. Subito mi sollevai tenendomi al volante.
- Che c'è piccola ti fa male il sedere? Disse ridendo lo stronzo dell'aiutante.
Il carrozziere capì la situazione e mi aiutò a scendere dalla macchina.
- Quando torna tuo padre?
- Domani mattina - risposi.
- Bene lasciami l'indirizzo che la macchina la porto a casa io e mi faccio venire a riprendere da questi due che oggi si sono gustati lo spettacolo ed è giusto che paghino il biglietto. Tu vai a casa, stenditi sul letto e ricordati quello che ti ho detto; tra qualche giorno non sentirai più niente e se vorrai rimanere vergine usalo per far divertire il tuo ragazzo.
- Tu sei matto. Da quella parte non mi lascerò infilare più niente, nemmeno una supposta. A proposito per me è chiusa qui ma sappi che se fra un’ora non vedo la macchina nel giardino di casa vado di corsa alla polizia e ti denuncio per stupro. Regolati e guarda che non sto scherzando!
- Che caratterino che hai! Stai tranquilla sono un uomo di parola. Spero che la punizione subita ti serva da lezione. La prossima volta sono sicuro che starai più attenta a comprare cose che non puoi pagare! Comunque in un modo o nell'altro sempre il tuo culo ne avrebbe fatto le spese. Se tuo padre avesse saputo dell'incidente, te l'avrebbe fatto a strisce a forza di cinghiate. Come vedi mia cara ragazza nella vita e sempre questione di culo! Ah Ah!
Comunque sappi che per me è stata l'inculata più bella della vita! L'ano mi massaggiava la cappella in modo divino e quando involontariamente lo stringevi,... uhmmm che goduria! E poi le tue grida,... sono state la ciliegina sulla torta! Penso che difficilmente scorderò questo giorno! Anche per me, purtroppo, sarà difficile scordarlo! Adesso però vattene affanculo e a non più rivederci. Addio pezzo di merda!
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