19 - Il Collegio (Parte V) Anna viene sodomizzata e punita.
di
Ivofosco
genere
prime esperienze
Continuazione del racconto 18 - Il Collegio (Parte IV)
- Che piacere rivederti, come stai? Ero impaziente di rivedere la tua fica colorata, mi raccomando non fartela depilare - disse il direttore mentre senza pudore le palpava il sedere.
- Che belle chiappette, spero per la loro integrità che Giovanni ti abbia spiegato il motivo di quest'incontro e, soprattutto, che tu abbia compreso quello che devi fare. Non vorrei rovinarle un’altra volta con la cintura.
Il direttore portandosi alle spalle, con il bacino appoggiato sul culo iniziò a palparle il seno facendole sentire tutta la sua eccitazione.
-Che tette sode, mi ero scordato quanto fosse piacevole accarezzarle. Giovanni versati da bere mentre le tolgo la giacca e mi metto in libertà.
In un attimo si spogliò rimanendo in maniche di camicia.
-Vediamo se Giovanni è stato un bravo insegnante - disse - sprofondando sulla poltrona. Coraggio inginocchiati e vediamo se hai imparato qualcosa.
Guardandomi dubbiosa, ebbe bisogno di un cenno di assenso per capire che doveva sbrigarsi a fargli un pompino. Con riluttanza s'inginocchio iniziando a masturbarlo.
-Che tenere manine, sono impressionato dal cambio di atteggiamento rispetto all’ultima volta, finalmente sei diventata ubbidiente, docile e soprattutto remissiva; spero anche che ti abbia insegnato a usare la lingua. La volta scorsa l'hai adoprata solo per strillare e per rivolgermi insulti, spero che oggi saprai usarla da brava zoccoletta.
Anna, capita l’antifona, imboccò la cappella e, continuando a masturbarlo, iniziò il pompino.
-Bravissima sei proprio un altra ragazza rispetto a quella che pochi giorni, alla sola vista del cazzo graffiava e strillava peggio di una gatta selvatica!
L’uccello era diventato di marmo, ogni tanto bloccandole la testa con le mani glielo spingeva in gola facendola sussultare. La scena era dannatamente erotica e iniziai a eccitarmi
Anna lavorava molto di lingua facendola vorticare sul glande come un mulinello. Con le labbra e con la mano lo segava velocemente sperando di farlo venire per evitare l’inculata. Purtroppo i suoi tentativi non sortirono l'effetto desiderato perchè il pompino fu interrotto per condurla in camera da letto. Non avendo chiusa la porta rimasi a vedere quello che accadeva.
Le tolse cravatta e camicia e, dopo averla rimirata, le sfilò il reggiseno. Si vedeva che era a disagio, cercava di coprire i seni con le mani. Era rimasta con la gonnellina, le mutandine, i calzettoni e le ballerine. Con una lentezza esasperante le sfilò le mutandine rimanendo estasiato alla vista del pelo fulvo rasato alla perfezione; sembrava un red carpet pronto per essere calpestato.
Ma non furono i piedi a calpestarlo bensi la lingua che iniziò ben presto a ricoprirlo di rugiada come fosse un prato appena tagliato. Come una star del cinema la lingua iniziò a andare avanti e indietro su quel tappeto rosso fermandosi sul clitoride come fanno le dive per farsi fotografare.
Non appena dalle piccole labbra iniziò a uscire il prezioso nettare, alzandole le gambe iniziò a spennellare il pisello sull’ostrica che si stava aprendo.
-Quanti cambiamenti, l'altra volta a questo punto stavi strillando come un aquila e adesso non vedi l'ora di prenderlo.
Anna non rispose, la fica parlava al suo posto; si stava aprendo sbavando come una lumaca.
Il direttore iniziò a penetrarla, non essendo ancora abituata accolse con un urletto l'invasione della vagina.
-AHIA!... Piano,… per favore non spinga così forte!
Il direttore non stette a sentirla, arretrò penetrandola di nuovo con vigore.
-AI!... AU!... AHH!
Il pene dopo i primi strattoni iniziò a scivolare senza attrito aiutato dall'abbondante lubrificazione. Anna era proprio una femmina da letto; si bagnava con estrema facilità e nonostante fingesse indignazione per quello che era costretta a subire, era chiaro che stesse godendo. Osservandola attentamente si vedeva che assecondava la penetrazione con movimenti del bacino.
Il direttore la scopava con foga, per un attimo pensai che si fosse dimenticato il motivo per cui me l'aveva fatta preparare. Nemmeno mi avesse letto nel pensiero si fermò all'improvviso uscendo dalla fica.
-Che scopata fantastica! Questa fichetta stretta e morbida mi stava facendo dimenticare il motivo per cui l’ho fatta venire. Entra pure Giovanni, vieni ad assistere alla prima!
Non potendo rifiutare entrai in camera e, negli occhi di Anna, vidi tutta la preoccupazione e la paura per quello che stava per accadere.
-Giovanni mettila a pecorina per favore.
Era uno spettacolo, la gonnellina era l'unico indumento che le era rimasto insieme ai calzettoni. Il direttore gliela rivoltò sulla schiena mettendo in risalto un culetto che solo una ragazza della sua età può avere.
- Che belle mele, non vedo l’ora d’infilarmici dentro!
Adesso però, per vedere il buchetto, dobbiamo separarle.
-La supplico continui a scoparmi o, se preferisce posso succhiarglielo fino a farla sborrare. Le prometto d’ingoiare tutto ma per favore non lo faccia! Non lo metta nel sedere, mi farà un male boia!
-Stai tranquilla, la scopata l’ha lubrificato rendendolo scivoloso, non dovresti aver problemi a prenderlo.
Mentre rassicurava l’inculanda, con le dite bagnate di saliva, spalmava lo sputo sul buco del culo.
-Adesso ci siamo, direi che siamo pronti.
-La prego, non lo faccia, Giovanni diglielo anche tu!
-Fai la brava - risposi - non ti irrigidire e fai tesoro dei miei consigli.
-No,… no,... la prego,… non voglio!
-Smettila di frignare, è ora di sverginare questo culetto. Prima o poi arriva per tutte questo momento. La prima volta sentirai solo dolore ma col tempo inizierà a piacerti. D’altronde anche quando ti ho sverginata hai fatto un mucchio di storie urlando alla rottura dell’imene ma già dalla seconda volta mi è sembrato che iniziasse a piacerti. Dietro sarà più doloroso perché il buco è più stretto e sarà più difficile entrare.
Ora però cerca di stare ferma e non stringere l’ano.
Il direttore aveva il glande puntato sul buco e si accingeva a incularla. Tenendola ben ferma per i fianchi spinse la cappella nel buco...
-NOOOO..., AAIIIAA..., AHI..., FERMO!
La cappella aveva forzato lo sfintere e Anna si era irrigidita.
-Buona, non curvare la schiena,... sembri una gatta che fa la gobba!
Un altro colpo e Anna s'ingobbi ancora di più urlando di dolore
-AHIAAA!… AHAHAH!
Era riuscita a liberarsi schizzando in avanti e finendo a faccia in giù. Dava dei pugni sul materasso imprecando:
-CAZZO NON VOGLIO..., NO..., NOOO..., FA MALE!
-Giovanni per favore vieni a darmi una mano a tenerla ferma, la verginella non ha nessuna intenzione di farsi sodomizzare.
-Sei una sciocca - dissi- se fai così ogni volta devi ricominciare da capo! Se permette direttore le do un consiglio: perché non usa il bracciolo del divano, la ragazza non potrà scappare e anche muovendosi avrà sempre il culo in posizione.
-Bravo Giovanni, ottima idea!
La portammo nella sala costringendola a piegarsi sul fianchetto del divano. Mi accomodai accanto al bracciolo in modo da tenerla ferma durante l’inculata bloccandole il busto sulle mie gambe.
Anna, con il culo completamente esposto e le gambe tese, attendeva con paura il momento della deflorazione. Raccomandai di usare la vaselina ma il direttore, dopo averle imprigionato le gambe fra le sue inizio a scoparla.
-Niente vaselina, non c'è miglior lubrificante del succo di fica!
La ragazza sembrava gradire ma l'intento del direttore era solo quello di renderlo duro e scivoloso; dopo un paio di minuti lo sfilò dalla fica e senza darle il tempo di rendersene conto entrò di slancio nell'ano!
-NOOOO...! NO...! AHIAAA!... MI FA MALEEE...!
- Buona,... stai ferma,... Giovannni tienila stretta, non farla sculare!
- AHIAA!... AIUTOOO!... LO TIRI FUORI!... MI SPACCA!
- STACK! -
-AHIAAAAAAA!...
-Adesso che ti ho infilzata per bene non mi scappi!
-NOOOOO..., LA PREGO..., BASTAAAA!!
Anna con le gambe tese, non aveva nessuna possibilità di scappare; con le mani la costringevo a tenere il culo alto schiacciandole il busto sulle ginocchia.
Piangeva tantissimo supplicandomi di farlo smettere.
-Rilassati,… se fai così è peggio, ricorda quello che ti ho detto, non farti prendere dal panico,… siamo solo all’inizio, è entrata solo la cappella!
-MI FA MALE... BRUCIA!
-Stai ferma e fatti inculare,… lo sappiamo che fa male,… la prima volta è sempre così.
Con un colpo deciso avanzò dentro lo stretto canale.
-AHIA!… MAMMA... NO … MI SPACCA… LA PREGO… AHHH… FA MALE!!
Incurante delle lamentele, iniziò a muoversi:
-Cazzo quanto stringe! E' bollente,... sembra un forno per quanto è caldo!
-AGHHH... CHE MALE... È ENORME... CAZZO CHE MALE... MI STA ROMPENDO!
-Smettila di frignare e prendi la supposta!
- MI ROMPE,… MI SENTO SCOPPIARE!
Non ti preoccupare, è normale sentire dolore, lo sto sverginando! Dai che cede, ne è rimasto poco fuori, coraggio stringi i denti che…STACCK!… ecco fatto!
-AHIAAAAAAAA!!!… AUGHHHH!!
Con una botta tremenda era riuscito a infilarlo tutto.
Anna con gli occhi fuori dalle orbite dal dolore strillava e piangeva agitandosi come un’indemoniata.
Piangeva talmente tanto che le lacrime iniziarono a bagnarmi i pantaloni.
-AHIOOOOOOOOOOOO... AUGHHHHHHHH... CAZZO CHE MALE!
- Urla pure, così ti sfoghi mentre ti rompo il culo.
Caro Giovanni i culetti vergini sono una vera delizia, stringono tantissimo e quando lo sfili lo sfintere serrato te lo spreme come fosse un tubetto di dentifricio.
E tu ragazzina che dici? Ti piace? E' meglio davanti o dietro?
Il direttore stava aumentando il ritmo e Anna graffiava con le unghie la stoffa del divano.
-YAAAAGGGGGH!... CHE MALEEE!... MI FA MALE!... LA PREGO, BASTA, SI FERMI, MI STA AMMAZZANDO!
Il direttore lo sfilò completamente per vedere le condizioni dell’ano e come accennò a chiudersi dette un colpo tremendo facendoglielo entrare tutto dentro fino alle palle. Questa cosa fu ripetuta diverse volte, a ogni botta Anna strillava cercando di spingersi in avanti per attutire il colpo. Lo sfintere stava cedendo, l’ano si stava allargando e il dolore era diventato insopportabile. La poveretta mordeva il cuscino con forza mollandolo solo per gridare quando arrivava il colpo:
-NOOOO!... BASTA!... NON RESISTO!... MI BRUCIA IL CULO!
-Mi dispiace ma non me ne frega un cazzo se ti fa male, non puoi nemmeno immaginare che sensazione fantastica si prova a sverginare il culo di una ragazzina!
Il direttore si era fermato con l’uccello ben piantato nel retto della fanciulla. Non capivo cosa stesse facendo e non sembrava che fosse venuto. Il porco si stava gustando le contrazioni dello sfintere che sebbene fosse stato duramente messo alla prova non si era sfasciato e continuava a contrarsi cercando di espellere l'intruso. Fu proprio durante una di queste contrazioni che il direttore si lasciò andare sborrando nel culo.
-Siiiiii!... Siii!... Vengooooo!
Stanco per quella furiosa cavalcata si lasciò cadere sul corpo della ragazza.
Aspettò che l’ultima goccia uscisse, e solo allora le liberò il culo dall’ingombrante presenza.
Anna rimase piegata sul bracciolo, lui invece, dopo essersi rivestito, venne a bere accanto a me nell’angolo bar. Dopo essersi infilata la camicia anche lei si avvicinò a noi ma come fece per salire sullo sgabello, l’ano deflorato la fece desistere con una smorfia di dolore. Guardandola con compassione dissi:
-Se vuoi salire sullo sgabello fallo alla rovescia in modo che il buco non tocchi la seduta.
Alzando la gamba come se volesse salire su una moto, si mise seduta poggiando le braccia sullo schienale lasciando il sedere fuori della seduta. Per farla riprendere dallo shock le versammo da bere.
Il direttore avvicinandosi e accarezzandole teneramente i capelli le chiese:
-Ti fa tanto male?
-Cazzo se mi fa male, non posso nemmeno stare seduta e brucia da morire! Mi sa che me l’ha rotto!
-Fammi dare un occhiata…
Il vecchio porco alzando la gonnellina le scoprì le chiappe che prontamente divaricò con le dita.
-Però hai un culo che resiste, l’ano e tutto rosso ma si è già richiuso. Le tolse il bicchiere dalle mani piazzandolo sotto il culo e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, la esortò a espellere lo sperma. Anna non sapendo come comportarsi mi guardò con aria interrogativa e a un mio cenno di assenso si lasciò andare a una serie di peti che, oltre all’aria fecero uscire anche lo sperma che finì dritto nel bicchiere stratificandosi sulla superficie del liquore. Riconsegnandole il bicchiere propose un brindisi:
-Brindiamo all’apertura del tuo culo con la speranza che i prossimi che entreranno possano finalmente farti godere! Prosit e,… fino alla goccia!
Anna capì che quel brindisi non le lasciava scampo. Avrebbe dovuto ingoiare insieme al liquore anche lo sperma. Non appena posammo i bicchieri la vidi chiudere gli occhi, portarsi il bicchiere alle labbra e, inclinando la testa all’indietro, scolare tutto il cocktail infernale.
-Siete dei bastardi! – disse – al termine della bevuta.
Il direttore non se la prese anzi, sorridendo all’insulto ricevuto, si rivolse a me con aria dubbiosa:
-Giovanni mi faresti il piacere di dare un’occhiata al suo culetto?
Mi sa che la ragazzina ha il buco tenace, l’ho sverginato ma credo di non essere riuscito a romperlo, tu che dici?
Le feci abbassare la schiena in maniera da avere una visuale migliore. Il solco fra le chiappe era arrossato ma l’ano era chiuso. Penetrandolo con un dito la feci sussultare.
-AHIA! Che cazzo fai?
- Mi sa che ha ragione lei direttore lo sfintere non ha perso la sua integrità, riesce ancora a stringere il dito.
-Bene allora vedi di provvedere!
-Che cazzo vuol dire “vedi di provvedere”, che cazzo volete farmi?
-Farti sodomizzare da Giovanni,… sono sicuro che lui riuscirà a romperti il culo.
-NOO!... CAZZO NO!... NON VOGLIO!... MI SPACCHERA’ CON QUEL CAZZO CHE SI RITROVA!
Fece per alzarsi ma il direttore le prese le mani bloccandola sullo sgabello.
-Direttore se proprio devo farle il culo mi permetta almeno di lubrificarla, non vorrei lacerarla!
-NO GIOVANNI, NON LO FARE, NON ASCOLTARLO, MI SPACCHERAI!
-Sai bene che non uso queste sostanze però nel cassetto della scrivania dovrebbe esserci l’olio con cui lucido i fornelli delle pipe, se può essere utile…
Versai l’olio nel solco delle chiappe ungendo bene l’ano e, facendola lamentare, inserendo il dito lubrificai anche l’interno.
-AHI!...AHI!... PIANO, FAI PIANO!
-Non fare l’esagerata, è solo un dito, ricordati quello che ti ho detto questa mattina. Farò piano ma ci devi mettere del tuo se non vuoi soffrire le pene dell’inferno!
-PERCHE’?... PERCHE’?... CHE HO FATTO DÌ MALE?
-Tu niente, la colpa è dello sfintere che non ha ceduto ma stai tranquilla, dopo che avrai preso quello di Giovanni il tuo sederino avrà il buco spanato.
Tremava come una foglia, il direttore le teneva ferme le ginocchia contro le gambe dello sgabello impedendole di scendere mentre io mi apprestavo a penetrarla.
-Aspetta Giovanni non iniziare che devo fare una cosa!
Rimasi interdetto con l'uccello in mano pronto a spingere. Vedendo il mio stupore il direttore chiarì il motivo dell’interruzione.
-Scusa ma devo registrare l'audio della sodomizzazione. Non voglio perdermi le grida dell’inculata. Sono sicuro che col tempo si abituerà e smetterà di strillare e nell’attesa di trovare un altra zoccoletta con i capelli rossi da sverginare, dovrò accontentarmi di incularla in playback ascoltando l’audio di questa registrazione!
-Direttore lei è diabolico - risposi -.
-NO E’ UN BASTARDO PORCO SCHIFOSO!
-Adesso per favore stai zitto che faccio partire la registrazione. 3, 2, 1 quando vuoi inizia.
In silenzio appoggiai la cappella all'entrata posteriore; subito s'incuneo all'interno della rondella.
-NO, NON LO FARE, MI DISTRUGERAI!
-Coraggio fai un bel respiro e premi...
-AHIOOOOO! NON SPINGERE! MI FAI MALE!
-Guarda che se non spingi tu devo farlo io!
-NO..., NON POSSO..., MI FA MALE!
Tenendola ferma per i fianchi spinsi facendo entrare il glande.
-AHIAAAAAAAAAAAAA!... AGHHHHHHHH!... STOP!... ESCI TI SCONGIURO!
-Respira e spingi io rimango fermo.
-AHAU!... AHAU!... AHAU!... AHAU!...TI PREGO, TI SCONGIURO, FERMATI!
-Giovanni ma ti pare questo il modo di romperle il culo? Non ti riconosco più!
Voleva assolutamente che le facessi male e non avendo scelta, fui costretto a spingere.
-AHHHHHHH! CAZZO CHE DOLORE TREMENDO!
Metà cazzo era entrato e lei cercava di alzarsi puntando i piedi sulle traverse dello sgabello nel tentativo di farlo uscire dal sedere.
Visto che l’avevo infilzata e la tenevo bloccata per i fianchi, il direttore le lasciò le ginocchia per prenderle le spalle e costringerla a piegare il busto in avanti. Approfittai di questo piegamento per darle un colpo di reni…
-AHIA!... AHIA!... AHIA!... BASTAAAAAAA! ESCI!
-STUMP - Con un paio di spinte ben assestate glielo ficcai tutto nel culo!
-AAARGHHH!... AHIO!... AUUUUGH!... ESCI TI SCONGIURO ESCI!
-Accontentala Giovanni, esci…
Sfilandolo vidi l’ano richiudersi quasi completamente.
-Ha ragione direttore, la ragazza ha proprio uno sfintere che resiste, il buco continua a richiudersi!
-Prova a entrare e a uscire velocemente non resisterà a lungo…
La penetrai violentemente entrando di colpo fino alle palle e altrettanto velocemente lo sfilai.
-MAMMA CHE DOLORE!... MI SQUARTI!... FERMATI!
Avevo preso un buon ritmo, entravo e uscivo dal culo senza darle tregua.
-AHIAAA!… AIUTO!… AUGGHH!
Anna urlava a squarciagola, ogni volta che entravo m’insultava imprecando peggio di un buttero. Alternavo questi dentro e fuori con una serie di pompate velocissime con cui schiaffeggiando le chiappe con l’inguine sembrava che la stessi sculacciando.
Il direttore era eccitato vedendo la violenza con cui la stavo sodomizzando. Per non perdere nessun rumore avvicinava il microfono alle chiappe per registrare lo “SCIAF… SCIAF” provocato dalle mie spinte. Purtroppo per lei l’avevamo posizionata in modo da non avere scampo; lo sgabello la costringeva a tenere le cosce divaricate con il sedere fuori dalla seduta, in più il direttore la obbligava a tenere il busto piegato in avanti.
Ormai il buco rimaneva aperto e il cazzo entrava liscio senza trovare ostacoli. Avrei potuto rallentare il ritmo ma ero in preda all’eccitazione e non riuscivo più a controllarmi.
-AHIAAA!… BASTA!… TI PREGO FERMATI,… NON NE POSSO PIÙ!
Ormai aveva perso la voce a forza di strillare ma fortunatamente la tortura stava per finire. Come il lampo precede il tuono il tremolio delle mie gambe annunciò l’arrivo dell’orgasmo che giunse nel giro di pochi secondi facendomi venire.
Finito di sborrare uscii dal culo, questa volta però lentamente lasciandola dolorante sullo sgabello.
-BASTARDI PEZZI DI MERDA CHE NON SIETE ALTRO,… MI AVETE ROVINATO!
-Fammi controllare – disse il direttore –
-Si ha ragione, gliel’hai proprio rotto! Bravo Giovanni adesso che ha il culo spanato potrò incularla più facilmente.
Le avevo lasciato una galleria al posto dell’ano e lo sperma, con lo sfintere sfasciato, stava uscendo fuori colando sul pavimento.
-Cammina corri in bagno a lavarti e tappati il culo con la mano altrimenti sporcherai tutto il parquet!
Anna scese dallo sgabello con difficoltà, camminando a gambe larghe e, con una mano sul sedere, andò in bagno. All’uscita trovò solo me, il direttore se n’era andato e fu allora che mi aggredì dando sfogo alla sua rabbia:
-Sei uno stronzo, mi hai fatto malissimo, me l’hai rotto, non si chiude più e lavandomi è uscito pure il sangue devi avermelo spaccato. Perché l’hai fatto sei stato proprio una testa di cazzo!
-Il direttore ha voluto punirti, deve essersi accorto che ti avevo lubrificato. In più mettici che hai un culo particolarmente elastico che non si è sfibrato e il direttore non è riuscito a aprirlo. Non ho potuto fare niente. Credimi questa volta mi dispiace. Comunque, se ti può consolare, adesso che hai il culo rotto la prossima volta il direttore ti farà meno male.
-Ma perché non mi lascia in pace, qui dentro ci sono tante ragazze e molte sono ancora vergini.
-È per il colore dei tuoi capelli, sei una rossa integrale e lui va pazzo per le fiche rosse. Finché non troverà una nuova sostituta dovrai soddisfare le sue voglie. Adesso rivestiti ma non mettere le mutande, ti accompagno in infermeria.
La presi sottobraccio e insieme uscimmo dallo studio del direttore. La poveretta camminava con difficoltà, a gambe larghe e strusciando i piedi. Nel corridoio stavano transitando due consorelle che vedendola camminare in quel modo iniziarono a bisbigliare ridendo. Una volta vicine riuscimmo a udire quello che dicevano:
-Mi sa tanto che il direttore si è sollazzato con la roscetta…
-Hai ragione deve averle fatto la festa da quanto è sconvolta.
-Da come cammina mi sa che il festeggiato è stato il culo.
-Poverina da quanto ha pianto suppongo che fosse la prima volta, devono averla sverginata. Sai che dolore non mi ci far ripensare,… sicuramente nei i prossimi giorni non potrà sedersi! Ah!... Ah!... Ah!
Anna era dispiaciuta nel sentire quelle cattiverie.
-Non farci caso, adesso ridono di te ma due anni fa anche loro hanno subito la stessa sorte; una è stata sverginata dal direttore e l’altra dall’economo, in più la biondina ha subito anche una doppia penetrazione e non ti dico quanto strillava quando gliel’ho infilato nel sedere mentre il direttore la scopava.
-Senti Giovanni ma non pensi che quello che mi avete fatto possa essere considerato come punizione per essermi ribellata durante il clistere?
-Purtroppo no. Ti sei ribellata alle consorelle e sono loro che eseguiranno la punizione. Poi fare sesso non mi sembra una punizione. A te sembra così perché sei ancora una verginella ma pensa un po’ se dovessi punire una del terzo anno dicendole che per punizione deve farsi scopare o farsi fare il culo; più che una punizione sembrerebbe un premio!
-Ma che mi faranno?
-E’ meglio che tu non lo sappia. Per il momento la punizione la conosco solo io e, se ti può far piacere, ho chiesto al direttore di spostarla di una settimana in modo da darti tempo per riprenderti. Ora vai in infermeria, la dottoressa ti sta aspettando per controllare l’ano e per fare le foto.
-Scommetto che farà un primo piano alla passera e al mio culo appena sverginato!
-Brava, hai visto che ci sei arrivata da sola! Pensa solo a fare tutto quello che ti viene richiesto altrimenti rischi che la punizione la prendi domani e anche aumentata!
-VAFFANCULO GIOVANNI!
-Veramente ci sono appena andato, comunque buona serata anche a te!
La settimana seguente passò abbastanza in fretta, come al solito la sera ero impegnato a sculacciare le collegiali indisciplinate. Alle recidive e a chi si ribellava durante la sculacciata riservavo una dozzina di colpii supplementari con la canna di bambù.
La data della punizione si avvicinava e dovevo preparare il macchinario necessario.
Più che una punizione Anna sarebbe stata sottoposta a una vera e propria tortura che, fortunatamente, viene somministrata raramente proprio perché molto dolorosa.
“L’uovo elastico” è un misto fra un fallo e un Butt Plug. La forma ricorda vagamente quella di un birillo costituito da una punta larga 1 centimetro che rimane dello stesso diametro per i primi 5 centimetri per poi aumentare progressivamente fino a raggiungere il diametro massimo di 6 centimetri. La parte terminale non è completamente piatta ma ovoidale per consentire al birillo di uscire. Sulla base sono saldamente attaccati sette fili. Uno è un filo metallico che serve per l’estrazione, gli altri sono sei elastici di lattice lunghi 20 centimetri estremamente resistenti e ciascuno di colore diverso. L’uovo viene spinto nell’ano fino a che la base non scompare nel retto lasciando fuori solo i fili.
L’uovo è così largo per permettere agli elastici di allungarsi fino a un metro di lunghezza senza farlo uscire. La punizione prevista consisteva nella somministrazione di una serie di 6 colpi per ciascun elastico. In totale Anna si apprestava a ricevere 36 elasticate sulle sue parti più delicate. Clitoride, piccole labbra, grandi labbra, ano, interno coscia, glutei e perineo sarebbero stati il bersaglio delle consorelle che non aspettavano altro. Ovviamente l’avevo tenuta all’oscuro della punizione per non mandarla fuori di testa. Come se questo non bastasse l’uovo le sarebbe stato inserito mediante impalatura. Si sarebbe dovuta sedere su un seggiolino simile a quello che usano i vogatori però forato nel mezzo per poter aver accesso ai genitali. Il seggiolino è composto da due metà ed è fissato a una colonna a circa mezzo metro da terra. I piedi le sarebbero stati bloccati in avanti utilizzando lo stesso blocca piedi dei canottieri. In pratica si sarebbe trovata nella posizione di voga solo con le mani legate dietro la schiena e dietro la colonna. Una volta in posizione un basamento telescopico sul quale si posiziona l’uovo, viene fatto salire sotto al seggiolino permettendo alla punta arrotondata di entrarle nell’ano attraverso il foro della seduta. Bisogna fare molta attenzione che la punta dell’uovo penetri per almeno tre centimetri all’interno dell’ano per evitare lacerazioni del perineo durante l’impalamento.
Le nasconderò fino all’ultimo il tipo di punizione e, per confonderla, quando sarà bloccata sul seggiolino con la punta dell’uovo infilata nel sedere le dirò che sarà frustrata sulle cosce e sul seno. A quel punto si concentrerà sulla punizione e approfitterò di quel momento per premere il pulsante che aprirà le due metà del seggiolino che, scattando di lato allargheranno le chiappe facendo perdere l’appoggio. La forza di gravità farà il resto. Il culo cadrà per quindici centimetri arrestandosi sul basamento del birillo. In un attimo si ritroverà completamente impalata e l’uovo sarà sparito all’interno del retto.
Il giorno della punizione Anna sembrava un anima in pena. Cercava il mio sguardo nella speranza di impietosirmi o di avere qualche ragguaglio. Rimase perplessa quando vide quella specie di vogatore incapace di capire a cosa potesse servire. La feci spogliare completamente. Per pudore cercava con le mani di coprirsi il seno e l’inguine. Non si ribellò quando le ammanettai i polsi dietro la colonna costringendola a sedersi sul seggiolino. Continuava a non capire e balbettando chiese:
-Ma cosa volete farmi, ho paura, non fatemi del male!
-Se ti fossi comportata bene a quest’ora non ti troveresti qui.
Le consorelle che l’avevano accompagnata sghignazzavano ben sapendo ciò che le sarebbe capitato.
-Vi prego non lo farò più, sarò brava, vi supplico! Ho paura!
Una volta seduta sullo sgabello le allungai le gambe in avanti regolando la distanza in modo tale che le cosce e le gambe fossero distese parallele al terreno. Il passo successivo fu quello di legarle i piedi nel blocca piedi tramite delle cinghie.
Si guardava intorno, cominciava a preoccuparsi vedendo che le altre collegiali avevano smesso di ridere.
Il basamento sul quale avevo fissato il birillo fu posto sotto il seggiolino e con lo stesso meccanismo con cui si sollevano le macchine lo feci salire. Non appena la punta, unta d’olio, oltrepassò l’apertura del seggiolino mi accucciai per centrare l’ano.
-Che cavolo stai facendo, cosa mi stai mettendo nella fica!
-Scusa mi sono sbagliato,… aspetta un attimo,… ecco fatto!
-Toglimi immediatamente quel coso dal culo, che cos’è, cosa vuoi farmi?
Con attenzione continuai a far salire il basamento fino a quando tutta la punta entrò nel retto.
-Che vuoi farmi con quel coso?
-Non ti preoccupare serve solo per farti stare calma!
-Sono calmissima, sfilatemi immediatamente quel coso!
Nonostante si agitasse il peso e la posizione non le consentivano di spostarsi.
-Ti ricordi del cilindro metallico che ti ha dato la scossa alla mano?
-NOOOO!... NON MI DIRAI CHE ME L’HAI INFILATO NEL CULO!
-Yessss! E’ proprio lui! Serve per tenerti calma, se ti agiti….
Le mostrai il telecomando facendole credere che con quello le avrei dato la scossa!
-NO,… NON LO PREMERE,… TI PREGO,…
-Dipende tutto da te, se farai la brava non ci sarà bisogno.
Anna scoppiò a piangere, presi un frustino da cavallerizzo e mi avvicinai a lei in preda ai singhiozzi.
-Oggi sarai frustata sul seno, fai la brava e io farò in modo che il tuo culo non diventi un parafulmine.
-NON VOGLIO, NON VOGLIO, FARA’ MALISSIMO!
-Fai la brava e mettiti bene in posizione.
Con la punta del frustino puntata sul mento la costrinsi a tirare indietro la testa. Nel farlo aveva la schiena parallela alla colonna. La posizione era ideale e non persi altro tempo.
-Hai ragione non ti frusterò il seno, spinsi il tasto del telecomando e l’impalai.
-AAAAHHHIIIIAAAA!...AAAAUUGHHH!... AHIA!... AHIA!
Le due metà del seggiolino si erano aperte e la poveretta si sentì squarciare quando la parte più larga dell’uovo aveva forzato lo sfintere per entrare nel retto.
Strillava come un aquila…
-TIRATAEMI SU,… TIRATEMI SU,….. AAAAAUUU!
Anna dallo spavento e dal dolore se la fece sotto e una pozza di pipì si formò sotto il basamento.
Mi accucciai per vedere in che condizione era il suo culo. Abbassai il basamento. Dal culo fuoriuscivano gli elastici. Per fortuna non c’erano tracce di sangue, l’abbondante lubrificazione aveva consentito l’inserimento senza provocare abrasioni.
-SFILATEMELO VE NE PREGO FA UN MALE CANE! CHE CAZZO MOSTRUOSO MI AVETE INFILATO!
Aspettai che si calmasse e finisse di svuotare la vescica, poi le liberai mani e piedi. Come fu in piedi cercò di sfilarsi il coso che la stava martoriando e dovetti farmi aiutare dalle consorelle per tenerla ferma. Con fatica la feci piegare a 90° su un tavolo per sincerarmi che tutti gli elastici e il filo di recupero fossero al loro posto.
-Cosa mi avete fatto, cosa sono questi fili che escono dal culo?
-Stai calma, adesso te lo spiego.
Ancora sconvolta dall’impalamento la posizionammo sul lettino ginecologico bloccandole con cinghie di velcro le gambe, le cosce, il bacino, il torace e le braccia. Era immobilizzata. I cosciali vennero alzati e divaricati al massimo.
-CHE CAZZO VOLETE FARMI - urlava -.
Non ebbi il coraggio di dirglielo. Penso che lo capì appena le sei consorelle presero in mano ciascuna un elastico e iniziarono a tenderlo.
-NOOOOOOOO!... SIETE IMPAZZITE!... MI UCCIDERETE!
Ricordai alle consorelle che il regolamento vieta di colpire simultaneamente. Tra un colpo e l’altro devono passare minimo venti secondi per far calmare la sventurata. Per evitare che tutte e sei colpiscano lo stesso punto gli elastici sono colorati e a ogni colore corrisponde un bersaglio:
Giallo => interno coscia destro
Verde => interno coscia sinistro
Azzurro => chiappa destra
Blu => chiappa sinistra
Rosso => ano
Nero =>clitoride
Ovviamente tutto questo in teoria perché le collegiali spesso sbagliano mira o, se vogliono fare le stronze, mirano tutte al grilletto!
L’elastico viene rilasciato soltanto quando chiamo il colore.
Una volta ho provato a colpirmi un gamba e posso assicurarvi che fa un male cane.
Le consorelle presero in mano gli elastici e iniziarono a tenderli. L’uovo da sei centimetri di diametro restava ben saldo nel culo.
-FERME,… FERME,… NON LO FATE,… NON LO FATEEEEEEE!
-Risparmia il fiato per quando ti colpiranno! La prossima volta ci penserai due volte prima di ribellarti!
Iniziai a chiamare i colori:
-Giallo => Ssssstack =>AHIAAAAAA!
-Verde => Ssssstack =>AAAUGGHH!...BASTA!
-Azzurro => Ssssstack =>AHI!...AHIA!...POTESSI MORIRE!
-Blu => Ssssstack =>AUUUUG!... BRUTTA PUTTANA SCHIFOSA!
-Rosso => Ssssstack =>AHIAAAAAA!... MI SQUARTI!
-Nero => Ssssstack =>AHIOOO!... AHIAAAA!... CHE DOLORE ATROCE!
La prima serie era terminata, Anna piangeva a dirotto e cercava di liberarsi in ogni modo dalle cinghie che la tenevano bloccata sul lettino. Per sicurezze furono tese e ne furono aggiunte altre.
Iniziammo con la seconda serie e le sue grida aumentarono d’intensità. Le cosce e i glutei incominciavano a arrossarsi. Anna iniziò a urlare a squarciagola
-MI AMMAZZATE NON RESISTO MI AVRETE SULLA COSCIENZA FERMATEVI!
Prima di iniziare la terza serie le feci bere un bicchiere di Brandy e le consigliai di mordere una cinghia di cuoio che le misi fra i denti.
-Chiunque abbia inventato questa punizione possa morire bruciato vivo e se vengo a sapere che sei stato tu lo farò personalmente!
Durante la terza serie con la cinghia fra i denti emise solo dei mugugni incomprensibili.
Era in piena crisi vagale e aveva tutto il corpo madido di sudore. Quelle stronze avevano fatto finta di sbagliare e in quattro le avevano centrato il clitoride facendolo sanguinare. Per rimediare feci un tampone con una garza e con un cerotto coprii il grilletto per metterlo al riparo. Se avessero continuato non lo avrebbero rovinato.
Anna tremava tutta, aveva smesso di strillare e stava di nuovo urinando. Dopo il quinto colpo della quarta serie perse i sensi.
Nonostante i mugugni delle consorelle posi fine alla tortura e, approfittando del fatto che era svenuta, presi il filo metallico e prima che rinvenisse le sfilai l’uovo dal culo.
Nel momento di massima dilatazione dello sfintere ebbe un sussulto e tornò fra noi. Con voce fioca mi pregò di smettere.
-Giovanni ti scongiuro se continui morirò. Ti prego,… penso di essere stata punita abbastanza,… non ce la faccio più. Toglimi questo coso dal culo.
Non si era resa conto che nel sedere non aveva più niente.
-Tranquilla è tutto finito e mentre eri svenuta te l’ho sfilato. Adesso ti porto in infermeria.
-Grazie Giovanni in fondo in fondo sei buono anche se oggi ti sei comportato da vero bastardo. Dovrei mandarti affanculo invece mi sa che devo ringraziarti per aver messo fine a questo tormento.
- Che piacere rivederti, come stai? Ero impaziente di rivedere la tua fica colorata, mi raccomando non fartela depilare - disse il direttore mentre senza pudore le palpava il sedere.
- Che belle chiappette, spero per la loro integrità che Giovanni ti abbia spiegato il motivo di quest'incontro e, soprattutto, che tu abbia compreso quello che devi fare. Non vorrei rovinarle un’altra volta con la cintura.
Il direttore portandosi alle spalle, con il bacino appoggiato sul culo iniziò a palparle il seno facendole sentire tutta la sua eccitazione.
-Che tette sode, mi ero scordato quanto fosse piacevole accarezzarle. Giovanni versati da bere mentre le tolgo la giacca e mi metto in libertà.
In un attimo si spogliò rimanendo in maniche di camicia.
-Vediamo se Giovanni è stato un bravo insegnante - disse - sprofondando sulla poltrona. Coraggio inginocchiati e vediamo se hai imparato qualcosa.
Guardandomi dubbiosa, ebbe bisogno di un cenno di assenso per capire che doveva sbrigarsi a fargli un pompino. Con riluttanza s'inginocchio iniziando a masturbarlo.
-Che tenere manine, sono impressionato dal cambio di atteggiamento rispetto all’ultima volta, finalmente sei diventata ubbidiente, docile e soprattutto remissiva; spero anche che ti abbia insegnato a usare la lingua. La volta scorsa l'hai adoprata solo per strillare e per rivolgermi insulti, spero che oggi saprai usarla da brava zoccoletta.
Anna, capita l’antifona, imboccò la cappella e, continuando a masturbarlo, iniziò il pompino.
-Bravissima sei proprio un altra ragazza rispetto a quella che pochi giorni, alla sola vista del cazzo graffiava e strillava peggio di una gatta selvatica!
L’uccello era diventato di marmo, ogni tanto bloccandole la testa con le mani glielo spingeva in gola facendola sussultare. La scena era dannatamente erotica e iniziai a eccitarmi
Anna lavorava molto di lingua facendola vorticare sul glande come un mulinello. Con le labbra e con la mano lo segava velocemente sperando di farlo venire per evitare l’inculata. Purtroppo i suoi tentativi non sortirono l'effetto desiderato perchè il pompino fu interrotto per condurla in camera da letto. Non avendo chiusa la porta rimasi a vedere quello che accadeva.
Le tolse cravatta e camicia e, dopo averla rimirata, le sfilò il reggiseno. Si vedeva che era a disagio, cercava di coprire i seni con le mani. Era rimasta con la gonnellina, le mutandine, i calzettoni e le ballerine. Con una lentezza esasperante le sfilò le mutandine rimanendo estasiato alla vista del pelo fulvo rasato alla perfezione; sembrava un red carpet pronto per essere calpestato.
Ma non furono i piedi a calpestarlo bensi la lingua che iniziò ben presto a ricoprirlo di rugiada come fosse un prato appena tagliato. Come una star del cinema la lingua iniziò a andare avanti e indietro su quel tappeto rosso fermandosi sul clitoride come fanno le dive per farsi fotografare.
Non appena dalle piccole labbra iniziò a uscire il prezioso nettare, alzandole le gambe iniziò a spennellare il pisello sull’ostrica che si stava aprendo.
-Quanti cambiamenti, l'altra volta a questo punto stavi strillando come un aquila e adesso non vedi l'ora di prenderlo.
Anna non rispose, la fica parlava al suo posto; si stava aprendo sbavando come una lumaca.
Il direttore iniziò a penetrarla, non essendo ancora abituata accolse con un urletto l'invasione della vagina.
-AHIA!... Piano,… per favore non spinga così forte!
Il direttore non stette a sentirla, arretrò penetrandola di nuovo con vigore.
-AI!... AU!... AHH!
Il pene dopo i primi strattoni iniziò a scivolare senza attrito aiutato dall'abbondante lubrificazione. Anna era proprio una femmina da letto; si bagnava con estrema facilità e nonostante fingesse indignazione per quello che era costretta a subire, era chiaro che stesse godendo. Osservandola attentamente si vedeva che assecondava la penetrazione con movimenti del bacino.
Il direttore la scopava con foga, per un attimo pensai che si fosse dimenticato il motivo per cui me l'aveva fatta preparare. Nemmeno mi avesse letto nel pensiero si fermò all'improvviso uscendo dalla fica.
-Che scopata fantastica! Questa fichetta stretta e morbida mi stava facendo dimenticare il motivo per cui l’ho fatta venire. Entra pure Giovanni, vieni ad assistere alla prima!
Non potendo rifiutare entrai in camera e, negli occhi di Anna, vidi tutta la preoccupazione e la paura per quello che stava per accadere.
-Giovanni mettila a pecorina per favore.
Era uno spettacolo, la gonnellina era l'unico indumento che le era rimasto insieme ai calzettoni. Il direttore gliela rivoltò sulla schiena mettendo in risalto un culetto che solo una ragazza della sua età può avere.
- Che belle mele, non vedo l’ora d’infilarmici dentro!
Adesso però, per vedere il buchetto, dobbiamo separarle.
-La supplico continui a scoparmi o, se preferisce posso succhiarglielo fino a farla sborrare. Le prometto d’ingoiare tutto ma per favore non lo faccia! Non lo metta nel sedere, mi farà un male boia!
-Stai tranquilla, la scopata l’ha lubrificato rendendolo scivoloso, non dovresti aver problemi a prenderlo.
Mentre rassicurava l’inculanda, con le dite bagnate di saliva, spalmava lo sputo sul buco del culo.
-Adesso ci siamo, direi che siamo pronti.
-La prego, non lo faccia, Giovanni diglielo anche tu!
-Fai la brava - risposi - non ti irrigidire e fai tesoro dei miei consigli.
-No,… no,... la prego,… non voglio!
-Smettila di frignare, è ora di sverginare questo culetto. Prima o poi arriva per tutte questo momento. La prima volta sentirai solo dolore ma col tempo inizierà a piacerti. D’altronde anche quando ti ho sverginata hai fatto un mucchio di storie urlando alla rottura dell’imene ma già dalla seconda volta mi è sembrato che iniziasse a piacerti. Dietro sarà più doloroso perché il buco è più stretto e sarà più difficile entrare.
Ora però cerca di stare ferma e non stringere l’ano.
Il direttore aveva il glande puntato sul buco e si accingeva a incularla. Tenendola ben ferma per i fianchi spinse la cappella nel buco...
-NOOOO..., AAIIIAA..., AHI..., FERMO!
La cappella aveva forzato lo sfintere e Anna si era irrigidita.
-Buona, non curvare la schiena,... sembri una gatta che fa la gobba!
Un altro colpo e Anna s'ingobbi ancora di più urlando di dolore
-AHIAAA!… AHAHAH!
Era riuscita a liberarsi schizzando in avanti e finendo a faccia in giù. Dava dei pugni sul materasso imprecando:
-CAZZO NON VOGLIO..., NO..., NOOO..., FA MALE!
-Giovanni per favore vieni a darmi una mano a tenerla ferma, la verginella non ha nessuna intenzione di farsi sodomizzare.
-Sei una sciocca - dissi- se fai così ogni volta devi ricominciare da capo! Se permette direttore le do un consiglio: perché non usa il bracciolo del divano, la ragazza non potrà scappare e anche muovendosi avrà sempre il culo in posizione.
-Bravo Giovanni, ottima idea!
La portammo nella sala costringendola a piegarsi sul fianchetto del divano. Mi accomodai accanto al bracciolo in modo da tenerla ferma durante l’inculata bloccandole il busto sulle mie gambe.
Anna, con il culo completamente esposto e le gambe tese, attendeva con paura il momento della deflorazione. Raccomandai di usare la vaselina ma il direttore, dopo averle imprigionato le gambe fra le sue inizio a scoparla.
-Niente vaselina, non c'è miglior lubrificante del succo di fica!
La ragazza sembrava gradire ma l'intento del direttore era solo quello di renderlo duro e scivoloso; dopo un paio di minuti lo sfilò dalla fica e senza darle il tempo di rendersene conto entrò di slancio nell'ano!
-NOOOO...! NO...! AHIAAA!... MI FA MALEEE...!
- Buona,... stai ferma,... Giovannni tienila stretta, non farla sculare!
- AHIAA!... AIUTOOO!... LO TIRI FUORI!... MI SPACCA!
- STACK! -
-AHIAAAAAAA!...
-Adesso che ti ho infilzata per bene non mi scappi!
-NOOOOO..., LA PREGO..., BASTAAAA!!
Anna con le gambe tese, non aveva nessuna possibilità di scappare; con le mani la costringevo a tenere il culo alto schiacciandole il busto sulle ginocchia.
Piangeva tantissimo supplicandomi di farlo smettere.
-Rilassati,… se fai così è peggio, ricorda quello che ti ho detto, non farti prendere dal panico,… siamo solo all’inizio, è entrata solo la cappella!
-MI FA MALE... BRUCIA!
-Stai ferma e fatti inculare,… lo sappiamo che fa male,… la prima volta è sempre così.
Con un colpo deciso avanzò dentro lo stretto canale.
-AHIA!… MAMMA... NO … MI SPACCA… LA PREGO… AHHH… FA MALE!!
Incurante delle lamentele, iniziò a muoversi:
-Cazzo quanto stringe! E' bollente,... sembra un forno per quanto è caldo!
-AGHHH... CHE MALE... È ENORME... CAZZO CHE MALE... MI STA ROMPENDO!
-Smettila di frignare e prendi la supposta!
- MI ROMPE,… MI SENTO SCOPPIARE!
Non ti preoccupare, è normale sentire dolore, lo sto sverginando! Dai che cede, ne è rimasto poco fuori, coraggio stringi i denti che…STACCK!… ecco fatto!
-AHIAAAAAAAA!!!… AUGHHHH!!
Con una botta tremenda era riuscito a infilarlo tutto.
Anna con gli occhi fuori dalle orbite dal dolore strillava e piangeva agitandosi come un’indemoniata.
Piangeva talmente tanto che le lacrime iniziarono a bagnarmi i pantaloni.
-AHIOOOOOOOOOOOO... AUGHHHHHHHH... CAZZO CHE MALE!
- Urla pure, così ti sfoghi mentre ti rompo il culo.
Caro Giovanni i culetti vergini sono una vera delizia, stringono tantissimo e quando lo sfili lo sfintere serrato te lo spreme come fosse un tubetto di dentifricio.
E tu ragazzina che dici? Ti piace? E' meglio davanti o dietro?
Il direttore stava aumentando il ritmo e Anna graffiava con le unghie la stoffa del divano.
-YAAAAGGGGGH!... CHE MALEEE!... MI FA MALE!... LA PREGO, BASTA, SI FERMI, MI STA AMMAZZANDO!
Il direttore lo sfilò completamente per vedere le condizioni dell’ano e come accennò a chiudersi dette un colpo tremendo facendoglielo entrare tutto dentro fino alle palle. Questa cosa fu ripetuta diverse volte, a ogni botta Anna strillava cercando di spingersi in avanti per attutire il colpo. Lo sfintere stava cedendo, l’ano si stava allargando e il dolore era diventato insopportabile. La poveretta mordeva il cuscino con forza mollandolo solo per gridare quando arrivava il colpo:
-NOOOO!... BASTA!... NON RESISTO!... MI BRUCIA IL CULO!
-Mi dispiace ma non me ne frega un cazzo se ti fa male, non puoi nemmeno immaginare che sensazione fantastica si prova a sverginare il culo di una ragazzina!
Il direttore si era fermato con l’uccello ben piantato nel retto della fanciulla. Non capivo cosa stesse facendo e non sembrava che fosse venuto. Il porco si stava gustando le contrazioni dello sfintere che sebbene fosse stato duramente messo alla prova non si era sfasciato e continuava a contrarsi cercando di espellere l'intruso. Fu proprio durante una di queste contrazioni che il direttore si lasciò andare sborrando nel culo.
-Siiiiii!... Siii!... Vengooooo!
Stanco per quella furiosa cavalcata si lasciò cadere sul corpo della ragazza.
Aspettò che l’ultima goccia uscisse, e solo allora le liberò il culo dall’ingombrante presenza.
Anna rimase piegata sul bracciolo, lui invece, dopo essersi rivestito, venne a bere accanto a me nell’angolo bar. Dopo essersi infilata la camicia anche lei si avvicinò a noi ma come fece per salire sullo sgabello, l’ano deflorato la fece desistere con una smorfia di dolore. Guardandola con compassione dissi:
-Se vuoi salire sullo sgabello fallo alla rovescia in modo che il buco non tocchi la seduta.
Alzando la gamba come se volesse salire su una moto, si mise seduta poggiando le braccia sullo schienale lasciando il sedere fuori della seduta. Per farla riprendere dallo shock le versammo da bere.
Il direttore avvicinandosi e accarezzandole teneramente i capelli le chiese:
-Ti fa tanto male?
-Cazzo se mi fa male, non posso nemmeno stare seduta e brucia da morire! Mi sa che me l’ha rotto!
-Fammi dare un occhiata…
Il vecchio porco alzando la gonnellina le scoprì le chiappe che prontamente divaricò con le dita.
-Però hai un culo che resiste, l’ano e tutto rosso ma si è già richiuso. Le tolse il bicchiere dalle mani piazzandolo sotto il culo e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, la esortò a espellere lo sperma. Anna non sapendo come comportarsi mi guardò con aria interrogativa e a un mio cenno di assenso si lasciò andare a una serie di peti che, oltre all’aria fecero uscire anche lo sperma che finì dritto nel bicchiere stratificandosi sulla superficie del liquore. Riconsegnandole il bicchiere propose un brindisi:
-Brindiamo all’apertura del tuo culo con la speranza che i prossimi che entreranno possano finalmente farti godere! Prosit e,… fino alla goccia!
Anna capì che quel brindisi non le lasciava scampo. Avrebbe dovuto ingoiare insieme al liquore anche lo sperma. Non appena posammo i bicchieri la vidi chiudere gli occhi, portarsi il bicchiere alle labbra e, inclinando la testa all’indietro, scolare tutto il cocktail infernale.
-Siete dei bastardi! – disse – al termine della bevuta.
Il direttore non se la prese anzi, sorridendo all’insulto ricevuto, si rivolse a me con aria dubbiosa:
-Giovanni mi faresti il piacere di dare un’occhiata al suo culetto?
Mi sa che la ragazzina ha il buco tenace, l’ho sverginato ma credo di non essere riuscito a romperlo, tu che dici?
Le feci abbassare la schiena in maniera da avere una visuale migliore. Il solco fra le chiappe era arrossato ma l’ano era chiuso. Penetrandolo con un dito la feci sussultare.
-AHIA! Che cazzo fai?
- Mi sa che ha ragione lei direttore lo sfintere non ha perso la sua integrità, riesce ancora a stringere il dito.
-Bene allora vedi di provvedere!
-Che cazzo vuol dire “vedi di provvedere”, che cazzo volete farmi?
-Farti sodomizzare da Giovanni,… sono sicuro che lui riuscirà a romperti il culo.
-NOO!... CAZZO NO!... NON VOGLIO!... MI SPACCHERA’ CON QUEL CAZZO CHE SI RITROVA!
Fece per alzarsi ma il direttore le prese le mani bloccandola sullo sgabello.
-Direttore se proprio devo farle il culo mi permetta almeno di lubrificarla, non vorrei lacerarla!
-NO GIOVANNI, NON LO FARE, NON ASCOLTARLO, MI SPACCHERAI!
-Sai bene che non uso queste sostanze però nel cassetto della scrivania dovrebbe esserci l’olio con cui lucido i fornelli delle pipe, se può essere utile…
Versai l’olio nel solco delle chiappe ungendo bene l’ano e, facendola lamentare, inserendo il dito lubrificai anche l’interno.
-AHI!...AHI!... PIANO, FAI PIANO!
-Non fare l’esagerata, è solo un dito, ricordati quello che ti ho detto questa mattina. Farò piano ma ci devi mettere del tuo se non vuoi soffrire le pene dell’inferno!
-PERCHE’?... PERCHE’?... CHE HO FATTO DÌ MALE?
-Tu niente, la colpa è dello sfintere che non ha ceduto ma stai tranquilla, dopo che avrai preso quello di Giovanni il tuo sederino avrà il buco spanato.
Tremava come una foglia, il direttore le teneva ferme le ginocchia contro le gambe dello sgabello impedendole di scendere mentre io mi apprestavo a penetrarla.
-Aspetta Giovanni non iniziare che devo fare una cosa!
Rimasi interdetto con l'uccello in mano pronto a spingere. Vedendo il mio stupore il direttore chiarì il motivo dell’interruzione.
-Scusa ma devo registrare l'audio della sodomizzazione. Non voglio perdermi le grida dell’inculata. Sono sicuro che col tempo si abituerà e smetterà di strillare e nell’attesa di trovare un altra zoccoletta con i capelli rossi da sverginare, dovrò accontentarmi di incularla in playback ascoltando l’audio di questa registrazione!
-Direttore lei è diabolico - risposi -.
-NO E’ UN BASTARDO PORCO SCHIFOSO!
-Adesso per favore stai zitto che faccio partire la registrazione. 3, 2, 1 quando vuoi inizia.
In silenzio appoggiai la cappella all'entrata posteriore; subito s'incuneo all'interno della rondella.
-NO, NON LO FARE, MI DISTRUGERAI!
-Coraggio fai un bel respiro e premi...
-AHIOOOOO! NON SPINGERE! MI FAI MALE!
-Guarda che se non spingi tu devo farlo io!
-NO..., NON POSSO..., MI FA MALE!
Tenendola ferma per i fianchi spinsi facendo entrare il glande.
-AHIAAAAAAAAAAAAA!... AGHHHHHHHH!... STOP!... ESCI TI SCONGIURO!
-Respira e spingi io rimango fermo.
-AHAU!... AHAU!... AHAU!... AHAU!...TI PREGO, TI SCONGIURO, FERMATI!
-Giovanni ma ti pare questo il modo di romperle il culo? Non ti riconosco più!
Voleva assolutamente che le facessi male e non avendo scelta, fui costretto a spingere.
-AHHHHHHH! CAZZO CHE DOLORE TREMENDO!
Metà cazzo era entrato e lei cercava di alzarsi puntando i piedi sulle traverse dello sgabello nel tentativo di farlo uscire dal sedere.
Visto che l’avevo infilzata e la tenevo bloccata per i fianchi, il direttore le lasciò le ginocchia per prenderle le spalle e costringerla a piegare il busto in avanti. Approfittai di questo piegamento per darle un colpo di reni…
-AHIA!... AHIA!... AHIA!... BASTAAAAAAA! ESCI!
-STUMP - Con un paio di spinte ben assestate glielo ficcai tutto nel culo!
-AAARGHHH!... AHIO!... AUUUUGH!... ESCI TI SCONGIURO ESCI!
-Accontentala Giovanni, esci…
Sfilandolo vidi l’ano richiudersi quasi completamente.
-Ha ragione direttore, la ragazza ha proprio uno sfintere che resiste, il buco continua a richiudersi!
-Prova a entrare e a uscire velocemente non resisterà a lungo…
La penetrai violentemente entrando di colpo fino alle palle e altrettanto velocemente lo sfilai.
-MAMMA CHE DOLORE!... MI SQUARTI!... FERMATI!
Avevo preso un buon ritmo, entravo e uscivo dal culo senza darle tregua.
-AHIAAA!… AIUTO!… AUGGHH!
Anna urlava a squarciagola, ogni volta che entravo m’insultava imprecando peggio di un buttero. Alternavo questi dentro e fuori con una serie di pompate velocissime con cui schiaffeggiando le chiappe con l’inguine sembrava che la stessi sculacciando.
Il direttore era eccitato vedendo la violenza con cui la stavo sodomizzando. Per non perdere nessun rumore avvicinava il microfono alle chiappe per registrare lo “SCIAF… SCIAF” provocato dalle mie spinte. Purtroppo per lei l’avevamo posizionata in modo da non avere scampo; lo sgabello la costringeva a tenere le cosce divaricate con il sedere fuori dalla seduta, in più il direttore la obbligava a tenere il busto piegato in avanti.
Ormai il buco rimaneva aperto e il cazzo entrava liscio senza trovare ostacoli. Avrei potuto rallentare il ritmo ma ero in preda all’eccitazione e non riuscivo più a controllarmi.
-AHIAAA!… BASTA!… TI PREGO FERMATI,… NON NE POSSO PIÙ!
Ormai aveva perso la voce a forza di strillare ma fortunatamente la tortura stava per finire. Come il lampo precede il tuono il tremolio delle mie gambe annunciò l’arrivo dell’orgasmo che giunse nel giro di pochi secondi facendomi venire.
Finito di sborrare uscii dal culo, questa volta però lentamente lasciandola dolorante sullo sgabello.
-BASTARDI PEZZI DI MERDA CHE NON SIETE ALTRO,… MI AVETE ROVINATO!
-Fammi controllare – disse il direttore –
-Si ha ragione, gliel’hai proprio rotto! Bravo Giovanni adesso che ha il culo spanato potrò incularla più facilmente.
Le avevo lasciato una galleria al posto dell’ano e lo sperma, con lo sfintere sfasciato, stava uscendo fuori colando sul pavimento.
-Cammina corri in bagno a lavarti e tappati il culo con la mano altrimenti sporcherai tutto il parquet!
Anna scese dallo sgabello con difficoltà, camminando a gambe larghe e, con una mano sul sedere, andò in bagno. All’uscita trovò solo me, il direttore se n’era andato e fu allora che mi aggredì dando sfogo alla sua rabbia:
-Sei uno stronzo, mi hai fatto malissimo, me l’hai rotto, non si chiude più e lavandomi è uscito pure il sangue devi avermelo spaccato. Perché l’hai fatto sei stato proprio una testa di cazzo!
-Il direttore ha voluto punirti, deve essersi accorto che ti avevo lubrificato. In più mettici che hai un culo particolarmente elastico che non si è sfibrato e il direttore non è riuscito a aprirlo. Non ho potuto fare niente. Credimi questa volta mi dispiace. Comunque, se ti può consolare, adesso che hai il culo rotto la prossima volta il direttore ti farà meno male.
-Ma perché non mi lascia in pace, qui dentro ci sono tante ragazze e molte sono ancora vergini.
-È per il colore dei tuoi capelli, sei una rossa integrale e lui va pazzo per le fiche rosse. Finché non troverà una nuova sostituta dovrai soddisfare le sue voglie. Adesso rivestiti ma non mettere le mutande, ti accompagno in infermeria.
La presi sottobraccio e insieme uscimmo dallo studio del direttore. La poveretta camminava con difficoltà, a gambe larghe e strusciando i piedi. Nel corridoio stavano transitando due consorelle che vedendola camminare in quel modo iniziarono a bisbigliare ridendo. Una volta vicine riuscimmo a udire quello che dicevano:
-Mi sa tanto che il direttore si è sollazzato con la roscetta…
-Hai ragione deve averle fatto la festa da quanto è sconvolta.
-Da come cammina mi sa che il festeggiato è stato il culo.
-Poverina da quanto ha pianto suppongo che fosse la prima volta, devono averla sverginata. Sai che dolore non mi ci far ripensare,… sicuramente nei i prossimi giorni non potrà sedersi! Ah!... Ah!... Ah!
Anna era dispiaciuta nel sentire quelle cattiverie.
-Non farci caso, adesso ridono di te ma due anni fa anche loro hanno subito la stessa sorte; una è stata sverginata dal direttore e l’altra dall’economo, in più la biondina ha subito anche una doppia penetrazione e non ti dico quanto strillava quando gliel’ho infilato nel sedere mentre il direttore la scopava.
-Senti Giovanni ma non pensi che quello che mi avete fatto possa essere considerato come punizione per essermi ribellata durante il clistere?
-Purtroppo no. Ti sei ribellata alle consorelle e sono loro che eseguiranno la punizione. Poi fare sesso non mi sembra una punizione. A te sembra così perché sei ancora una verginella ma pensa un po’ se dovessi punire una del terzo anno dicendole che per punizione deve farsi scopare o farsi fare il culo; più che una punizione sembrerebbe un premio!
-Ma che mi faranno?
-E’ meglio che tu non lo sappia. Per il momento la punizione la conosco solo io e, se ti può far piacere, ho chiesto al direttore di spostarla di una settimana in modo da darti tempo per riprenderti. Ora vai in infermeria, la dottoressa ti sta aspettando per controllare l’ano e per fare le foto.
-Scommetto che farà un primo piano alla passera e al mio culo appena sverginato!
-Brava, hai visto che ci sei arrivata da sola! Pensa solo a fare tutto quello che ti viene richiesto altrimenti rischi che la punizione la prendi domani e anche aumentata!
-VAFFANCULO GIOVANNI!
-Veramente ci sono appena andato, comunque buona serata anche a te!
La settimana seguente passò abbastanza in fretta, come al solito la sera ero impegnato a sculacciare le collegiali indisciplinate. Alle recidive e a chi si ribellava durante la sculacciata riservavo una dozzina di colpii supplementari con la canna di bambù.
La data della punizione si avvicinava e dovevo preparare il macchinario necessario.
Più che una punizione Anna sarebbe stata sottoposta a una vera e propria tortura che, fortunatamente, viene somministrata raramente proprio perché molto dolorosa.
“L’uovo elastico” è un misto fra un fallo e un Butt Plug. La forma ricorda vagamente quella di un birillo costituito da una punta larga 1 centimetro che rimane dello stesso diametro per i primi 5 centimetri per poi aumentare progressivamente fino a raggiungere il diametro massimo di 6 centimetri. La parte terminale non è completamente piatta ma ovoidale per consentire al birillo di uscire. Sulla base sono saldamente attaccati sette fili. Uno è un filo metallico che serve per l’estrazione, gli altri sono sei elastici di lattice lunghi 20 centimetri estremamente resistenti e ciascuno di colore diverso. L’uovo viene spinto nell’ano fino a che la base non scompare nel retto lasciando fuori solo i fili.
L’uovo è così largo per permettere agli elastici di allungarsi fino a un metro di lunghezza senza farlo uscire. La punizione prevista consisteva nella somministrazione di una serie di 6 colpi per ciascun elastico. In totale Anna si apprestava a ricevere 36 elasticate sulle sue parti più delicate. Clitoride, piccole labbra, grandi labbra, ano, interno coscia, glutei e perineo sarebbero stati il bersaglio delle consorelle che non aspettavano altro. Ovviamente l’avevo tenuta all’oscuro della punizione per non mandarla fuori di testa. Come se questo non bastasse l’uovo le sarebbe stato inserito mediante impalatura. Si sarebbe dovuta sedere su un seggiolino simile a quello che usano i vogatori però forato nel mezzo per poter aver accesso ai genitali. Il seggiolino è composto da due metà ed è fissato a una colonna a circa mezzo metro da terra. I piedi le sarebbero stati bloccati in avanti utilizzando lo stesso blocca piedi dei canottieri. In pratica si sarebbe trovata nella posizione di voga solo con le mani legate dietro la schiena e dietro la colonna. Una volta in posizione un basamento telescopico sul quale si posiziona l’uovo, viene fatto salire sotto al seggiolino permettendo alla punta arrotondata di entrarle nell’ano attraverso il foro della seduta. Bisogna fare molta attenzione che la punta dell’uovo penetri per almeno tre centimetri all’interno dell’ano per evitare lacerazioni del perineo durante l’impalamento.
Le nasconderò fino all’ultimo il tipo di punizione e, per confonderla, quando sarà bloccata sul seggiolino con la punta dell’uovo infilata nel sedere le dirò che sarà frustrata sulle cosce e sul seno. A quel punto si concentrerà sulla punizione e approfitterò di quel momento per premere il pulsante che aprirà le due metà del seggiolino che, scattando di lato allargheranno le chiappe facendo perdere l’appoggio. La forza di gravità farà il resto. Il culo cadrà per quindici centimetri arrestandosi sul basamento del birillo. In un attimo si ritroverà completamente impalata e l’uovo sarà sparito all’interno del retto.
Il giorno della punizione Anna sembrava un anima in pena. Cercava il mio sguardo nella speranza di impietosirmi o di avere qualche ragguaglio. Rimase perplessa quando vide quella specie di vogatore incapace di capire a cosa potesse servire. La feci spogliare completamente. Per pudore cercava con le mani di coprirsi il seno e l’inguine. Non si ribellò quando le ammanettai i polsi dietro la colonna costringendola a sedersi sul seggiolino. Continuava a non capire e balbettando chiese:
-Ma cosa volete farmi, ho paura, non fatemi del male!
-Se ti fossi comportata bene a quest’ora non ti troveresti qui.
Le consorelle che l’avevano accompagnata sghignazzavano ben sapendo ciò che le sarebbe capitato.
-Vi prego non lo farò più, sarò brava, vi supplico! Ho paura!
Una volta seduta sullo sgabello le allungai le gambe in avanti regolando la distanza in modo tale che le cosce e le gambe fossero distese parallele al terreno. Il passo successivo fu quello di legarle i piedi nel blocca piedi tramite delle cinghie.
Si guardava intorno, cominciava a preoccuparsi vedendo che le altre collegiali avevano smesso di ridere.
Il basamento sul quale avevo fissato il birillo fu posto sotto il seggiolino e con lo stesso meccanismo con cui si sollevano le macchine lo feci salire. Non appena la punta, unta d’olio, oltrepassò l’apertura del seggiolino mi accucciai per centrare l’ano.
-Che cavolo stai facendo, cosa mi stai mettendo nella fica!
-Scusa mi sono sbagliato,… aspetta un attimo,… ecco fatto!
-Toglimi immediatamente quel coso dal culo, che cos’è, cosa vuoi farmi?
Con attenzione continuai a far salire il basamento fino a quando tutta la punta entrò nel retto.
-Che vuoi farmi con quel coso?
-Non ti preoccupare serve solo per farti stare calma!
-Sono calmissima, sfilatemi immediatamente quel coso!
Nonostante si agitasse il peso e la posizione non le consentivano di spostarsi.
-Ti ricordi del cilindro metallico che ti ha dato la scossa alla mano?
-NOOOO!... NON MI DIRAI CHE ME L’HAI INFILATO NEL CULO!
-Yessss! E’ proprio lui! Serve per tenerti calma, se ti agiti….
Le mostrai il telecomando facendole credere che con quello le avrei dato la scossa!
-NO,… NON LO PREMERE,… TI PREGO,…
-Dipende tutto da te, se farai la brava non ci sarà bisogno.
Anna scoppiò a piangere, presi un frustino da cavallerizzo e mi avvicinai a lei in preda ai singhiozzi.
-Oggi sarai frustata sul seno, fai la brava e io farò in modo che il tuo culo non diventi un parafulmine.
-NON VOGLIO, NON VOGLIO, FARA’ MALISSIMO!
-Fai la brava e mettiti bene in posizione.
Con la punta del frustino puntata sul mento la costrinsi a tirare indietro la testa. Nel farlo aveva la schiena parallela alla colonna. La posizione era ideale e non persi altro tempo.
-Hai ragione non ti frusterò il seno, spinsi il tasto del telecomando e l’impalai.
-AAAAHHHIIIIAAAA!...AAAAUUGHHH!... AHIA!... AHIA!
Le due metà del seggiolino si erano aperte e la poveretta si sentì squarciare quando la parte più larga dell’uovo aveva forzato lo sfintere per entrare nel retto.
Strillava come un aquila…
-TIRATAEMI SU,… TIRATEMI SU,….. AAAAAUUU!
Anna dallo spavento e dal dolore se la fece sotto e una pozza di pipì si formò sotto il basamento.
Mi accucciai per vedere in che condizione era il suo culo. Abbassai il basamento. Dal culo fuoriuscivano gli elastici. Per fortuna non c’erano tracce di sangue, l’abbondante lubrificazione aveva consentito l’inserimento senza provocare abrasioni.
-SFILATEMELO VE NE PREGO FA UN MALE CANE! CHE CAZZO MOSTRUOSO MI AVETE INFILATO!
Aspettai che si calmasse e finisse di svuotare la vescica, poi le liberai mani e piedi. Come fu in piedi cercò di sfilarsi il coso che la stava martoriando e dovetti farmi aiutare dalle consorelle per tenerla ferma. Con fatica la feci piegare a 90° su un tavolo per sincerarmi che tutti gli elastici e il filo di recupero fossero al loro posto.
-Cosa mi avete fatto, cosa sono questi fili che escono dal culo?
-Stai calma, adesso te lo spiego.
Ancora sconvolta dall’impalamento la posizionammo sul lettino ginecologico bloccandole con cinghie di velcro le gambe, le cosce, il bacino, il torace e le braccia. Era immobilizzata. I cosciali vennero alzati e divaricati al massimo.
-CHE CAZZO VOLETE FARMI - urlava -.
Non ebbi il coraggio di dirglielo. Penso che lo capì appena le sei consorelle presero in mano ciascuna un elastico e iniziarono a tenderlo.
-NOOOOOOOO!... SIETE IMPAZZITE!... MI UCCIDERETE!
Ricordai alle consorelle che il regolamento vieta di colpire simultaneamente. Tra un colpo e l’altro devono passare minimo venti secondi per far calmare la sventurata. Per evitare che tutte e sei colpiscano lo stesso punto gli elastici sono colorati e a ogni colore corrisponde un bersaglio:
Giallo => interno coscia destro
Verde => interno coscia sinistro
Azzurro => chiappa destra
Blu => chiappa sinistra
Rosso => ano
Nero =>clitoride
Ovviamente tutto questo in teoria perché le collegiali spesso sbagliano mira o, se vogliono fare le stronze, mirano tutte al grilletto!
L’elastico viene rilasciato soltanto quando chiamo il colore.
Una volta ho provato a colpirmi un gamba e posso assicurarvi che fa un male cane.
Le consorelle presero in mano gli elastici e iniziarono a tenderli. L’uovo da sei centimetri di diametro restava ben saldo nel culo.
-FERME,… FERME,… NON LO FATE,… NON LO FATEEEEEEE!
-Risparmia il fiato per quando ti colpiranno! La prossima volta ci penserai due volte prima di ribellarti!
Iniziai a chiamare i colori:
-Giallo => Ssssstack =>AHIAAAAAA!
-Verde => Ssssstack =>AAAUGGHH!...BASTA!
-Azzurro => Ssssstack =>AHI!...AHIA!...POTESSI MORIRE!
-Blu => Ssssstack =>AUUUUG!... BRUTTA PUTTANA SCHIFOSA!
-Rosso => Ssssstack =>AHIAAAAAA!... MI SQUARTI!
-Nero => Ssssstack =>AHIOOO!... AHIAAAA!... CHE DOLORE ATROCE!
La prima serie era terminata, Anna piangeva a dirotto e cercava di liberarsi in ogni modo dalle cinghie che la tenevano bloccata sul lettino. Per sicurezze furono tese e ne furono aggiunte altre.
Iniziammo con la seconda serie e le sue grida aumentarono d’intensità. Le cosce e i glutei incominciavano a arrossarsi. Anna iniziò a urlare a squarciagola
-MI AMMAZZATE NON RESISTO MI AVRETE SULLA COSCIENZA FERMATEVI!
Prima di iniziare la terza serie le feci bere un bicchiere di Brandy e le consigliai di mordere una cinghia di cuoio che le misi fra i denti.
-Chiunque abbia inventato questa punizione possa morire bruciato vivo e se vengo a sapere che sei stato tu lo farò personalmente!
Durante la terza serie con la cinghia fra i denti emise solo dei mugugni incomprensibili.
Era in piena crisi vagale e aveva tutto il corpo madido di sudore. Quelle stronze avevano fatto finta di sbagliare e in quattro le avevano centrato il clitoride facendolo sanguinare. Per rimediare feci un tampone con una garza e con un cerotto coprii il grilletto per metterlo al riparo. Se avessero continuato non lo avrebbero rovinato.
Anna tremava tutta, aveva smesso di strillare e stava di nuovo urinando. Dopo il quinto colpo della quarta serie perse i sensi.
Nonostante i mugugni delle consorelle posi fine alla tortura e, approfittando del fatto che era svenuta, presi il filo metallico e prima che rinvenisse le sfilai l’uovo dal culo.
Nel momento di massima dilatazione dello sfintere ebbe un sussulto e tornò fra noi. Con voce fioca mi pregò di smettere.
-Giovanni ti scongiuro se continui morirò. Ti prego,… penso di essere stata punita abbastanza,… non ce la faccio più. Toglimi questo coso dal culo.
Non si era resa conto che nel sedere non aveva più niente.
-Tranquilla è tutto finito e mentre eri svenuta te l’ho sfilato. Adesso ti porto in infermeria.
-Grazie Giovanni in fondo in fondo sei buono anche se oggi ti sei comportato da vero bastardo. Dovrei mandarti affanculo invece mi sa che devo ringraziarti per aver messo fine a questo tormento.
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