Giocare con culetto e figa 2 (continua)
di
LanA
genere
fisting
Ora avevo smesso l’andirivieni nella sua figa con il pugno, mi stavo completamente concentrando li, nel suo culo.
Ci fu la sua vice di nuovo,
“ Un momento, lasciami abituare”
Mi accorsi che se la stava facendo addosso per farmi posto, si stava svuotando di quella poca urina che aveva, si stava liberando.
Quello zampillo giallo fece l’effetto di una piccola fontanella, non spingeva, usciva per la pressione data dalle dita nel culo e dalla mano immersa in lei fino al polso.
Si formò sulla sua pancia una piccola pozza e i rigagnoli scesero lungo i suoi fianchi andandosi a perdere nella paglia.
Eravamo immerse nel suo piscio, lo sentivo sotto le mie cosce, tra la paglia e la segatura.
A causa del sudore e l’urina la paglia si attaccava sui nostri corpi, ma non ci interessava minimamente, volevamo tutte e due portare a termine quello che avevamo iniziato.
Lei essere riempita completamente, aperta. E io darle piacere, il piacere che ora io non potevo avere
Che si sommassero pure in lei le due nostre voglie di sporco e di lussuria.
Scosse la testa, piano piano, lentamente, mi feci strada nel suo culo … un altro dito……
”Su, spingi…”
Mi incitava a sfondarla, ad aprirla, e quelle parole per me furono come un catalizzatore.
Spinsi maggiormente, sputai su di lei per avere più liquido lubrificante per il suo buco scuro, e come d’incanto non me ne accorsi neanche …. la mia mano scomparve lentamente in sola volta nel suo culo.
Non credevo fosse così elastica, segno che di cazzi e di penetrazioni contro natura ne aveva avute a iosa.
Due mani dentro di lei immerse fino ai polsi, divise solo dalla sottilissima membrana dell’intestino.
Agitò la testa, un grido da animale arpionato le uscì dalla bocca, mentre cercava di tenersi le ginocchia il più in alto possibile con le mani.
E io come presa da una furia iniziai un andirivieni selvaggio nei suoi buchi, prima una mano poi l’altra, in modo che ne avesse sempre dentro una.
Il rumore del risucchio era eccitante.
Dal suo culo usciva un rigagnolo di liquido marrone. Sapevo benissimo di che cosa si trattasse, ma non mi interessav, intenta com’ero a darle piacere.
La sua rosetta scura era congestionata, di un rosso cupo. Ssapevo di farle male ma non mi interessava e non interessava neanche a lei perché la sentivo incitarmi.
Sembrava una pazza scatenata.
Dacci dentro, spaccami, , gridò con tutta la voce che aveva in corpo.
CONTINUA ...
Ci fu la sua vice di nuovo,
“ Un momento, lasciami abituare”
Mi accorsi che se la stava facendo addosso per farmi posto, si stava svuotando di quella poca urina che aveva, si stava liberando.
Quello zampillo giallo fece l’effetto di una piccola fontanella, non spingeva, usciva per la pressione data dalle dita nel culo e dalla mano immersa in lei fino al polso.
Si formò sulla sua pancia una piccola pozza e i rigagnoli scesero lungo i suoi fianchi andandosi a perdere nella paglia.
Eravamo immerse nel suo piscio, lo sentivo sotto le mie cosce, tra la paglia e la segatura.
A causa del sudore e l’urina la paglia si attaccava sui nostri corpi, ma non ci interessava minimamente, volevamo tutte e due portare a termine quello che avevamo iniziato.
Lei essere riempita completamente, aperta. E io darle piacere, il piacere che ora io non potevo avere
Che si sommassero pure in lei le due nostre voglie di sporco e di lussuria.
Scosse la testa, piano piano, lentamente, mi feci strada nel suo culo … un altro dito……
”Su, spingi…”
Mi incitava a sfondarla, ad aprirla, e quelle parole per me furono come un catalizzatore.
Spinsi maggiormente, sputai su di lei per avere più liquido lubrificante per il suo buco scuro, e come d’incanto non me ne accorsi neanche …. la mia mano scomparve lentamente in sola volta nel suo culo.
Non credevo fosse così elastica, segno che di cazzi e di penetrazioni contro natura ne aveva avute a iosa.
Due mani dentro di lei immerse fino ai polsi, divise solo dalla sottilissima membrana dell’intestino.
Agitò la testa, un grido da animale arpionato le uscì dalla bocca, mentre cercava di tenersi le ginocchia il più in alto possibile con le mani.
E io come presa da una furia iniziai un andirivieni selvaggio nei suoi buchi, prima una mano poi l’altra, in modo che ne avesse sempre dentro una.
Il rumore del risucchio era eccitante.
Dal suo culo usciva un rigagnolo di liquido marrone. Sapevo benissimo di che cosa si trattasse, ma non mi interessav, intenta com’ero a darle piacere.
La sua rosetta scura era congestionata, di un rosso cupo. Ssapevo di farle male ma non mi interessava e non interessava neanche a lei perché la sentivo incitarmi.
Sembrava una pazza scatenata.
Dacci dentro, spaccami, , gridò con tutta la voce che aveva in corpo.
CONTINUA ...
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