Ringrazio Z per averci fatto conoscere

di
genere
etero



Trovo Ada seduta in cucina a sorseggiare il caffè latte. Indossa una delle mie camicie ma, è evidente che sotto non porta niente. Bacio frettoloso, non ho tempo per altro.
“Quanto sta via?” chiede lei
“Un paio di giorni”
“Ma devi andare così lontano?”
“Lavoro” mi stringo nelle spalle “Quando torno, recuperiamo”
Diavolo, se avevo voglia di tirarle via quella camicia e morderle i capezzoli. Sdraiarla sul tavolo e assaggiarla dalla fica alla bocca. Ma sono in ritardo e, come si dice, il tempo è denaro.
Traffico.
Ti pareva. LA tangenziale è un serpente d’acciaio e vetro, di gente assonnata, di gente incazzata. Dovevo prendere le strade secondarie, avrei fatto prima. Un’ora di coda, neanche tanto, poi la fila si scioglie. Lavori in corso a ripetizione e un incidente. Ausiliari del traffico che deviano a destra e manca. Finalmente la mia uscita, zona est, verso l’aeroporto.
Parcheggio al sole, porco cazzo, quando torno sarò come una porchetta dentro un microonde. Via, di corsa, tutti i riti per l’imbarco. Mezz’ora di attesa. Che faccio? Gironzolo per il terminal. Negozietti, souvenir per turisti, cartoline, gadget. Il mio lato nerd si risveglia quando vede un albo di Mazinga Z. Uh, copertina flessibile, a colori. Allungo una mano e..zac, mi scontro con un’altra mano. Ultima copia, molla. La mano è di una donna. Ragazza. Boh. Capelli corti, mossi, occhiali metallizzati argentatati, guance pienotte, non bella ma, fisicata. Sorride, denti che sembra la dentatura di un piranha “Oh, scusa” ma non molla la preda
“No, figurati” neanche io mollo. Quanti anni può avere? 25 o 30 anni? Io ne ho 45 e mi sento ancora un ragazzino “Ehm, si mi tieni la mano così, mi viene che minimo ti offro un caffè”
Lei mi guarda e temo che mi tiri un manrovescio “Se me la stringi ancora così, mi sa che accetto”
“Ok. Andiamo al bar reggendoci per il manga o facciamo tregua?”
“Ah, scusa” molla lei “Ero curiosa. Quell’edizione ce l’avevo tempo fa. Beh, era di mio fratello però, li leggevo di nascosto e..”
“Io sono cresciuto a pane e manga” afferro vittorioso il volume e lo sventolo verso il giornalaio. Otto euro e cinquanta e porca troia.. “E’ la mia identità segreta. Sono un nerd”
“Ma non bisogna essere un nerd per apprezzare certe cose” dice lei sedendosi sullo sgabello del bar. L’occhio scivola verso il basso e devo ammettere che c’è un bel disegno lì. Anche sotto quel maglione a collo alto, si delineano tette da far invidia ad un ortolano.
“Ho 45 anni e sono un fervido lettore manga. Guardo qualche anime ogni tanto. Mazinga e Daitarn III erano e sono i miei miti”
“Io ne ho trenta e leggo tutto quello che mi capita a tiro, anche hentai” lo dice facendo una faccetta buffa tipo ‘l’ho detto e fingo imbarazzo’, sorseggiando il caffè e aspettando una qualche mia reazione
“Hentai sono i manga per adulti?” lo so cosa sono ma voglio fare finta di essere tonto
“Sì, quelli” arrossisce quando lo dice.
“Dove sei diretta?”
“A Devos. Ho una casa lì che non uso quasi mai. Vado ad aerare un po’ e mi faccio un giro. C’è anche una piccola convention di manga e anime”
“Ma, si da’ il caso che si vada anch’io” rispondo “Che ne diresti se ce lo facessimo insieme il giro? O sei con qualcuno?”
“Avevo un’amica ma, ha dato forfait all’ultimo secondo insieme al mio moroso”
“Ah” faccio quasi deluso
“Quindi, niente moroso” ancora quell’aria de ‘faccio finta di niente mentre lo dico’
“Buono a sapersi”

Sull’area siamo vicini. C’è un tizio che sembra un pale che ci divide. Chiedo gentilmente se fa a cambio con me ma lui non si vuole muovere perché ha paura dell’oblò.
Lei si chiama Marika “Piacere Mauro” e ci mettiamo a parlare fitto dei nostri miti, con il palo che ha l’aria scocciata e cerca di fare l’indolente. Ma noi continuiamo imperterriti a parlare dei cazzi nostri. Alla fine si arrende e accetta di scambiarci di posto. Lui si mette vicino all’oblò e abbassa la tendina. E noi a ridere come ragazzini e continuiamo a parlarci, in mezzo solo un corridoio.
E poi si finisce di parlare di altro. Lei, single da qualche anno che conosce un ragazzo, serio, inquadrato e per nulla propenso al fatto che lei legga simili ‘scempiaggini’. Io che le dico del mio lavoro, vendo auto, che ha una ragazza con cui, ogni tanto, mi diverto “Ma nulla di serio” minimizzo

Il viaggio dura un’ora e mezzo. “Quindi, la tua ragazza non sa che sei qui?”
“Sa che sono via per lavoro” mi stringo nelle spalle, recupero la mia valigia, mi dirigo all’uscita “E il tuo?”
“Due giorni in montagna con la migliore amica”
“E la tua migliore amica lo sa?”
“Mi regge il gioco” ride. I denti si vedono ancora di più quando sorride. Diavolo, meno male che non è come Squalo di Moonraker “Hai prenotato?”
“Un hotel in centro. Il Mikonos”
“Scendi la via e sei a casa mia” alza una mano per richiamare un taxi. Era uno sguardo malizioso?

In fondo alla via è una scalinata che culmina sul porticciolo della città. Un cartello indica FIERA DEL FUMETTO a 500 mt. La casa di Marika fa angolo. Bianca, finestra sulla strada e una sulla scalinata, dipinte di blu mare. E una porticina nello stesso colore.
Mi sono sistemato all’albergo, doccia veloce,cambio d’abiti, sorriso smagliante. Alla porta suono il campanello. Sento un “Arrivo” oltre la porta. Apre, nella penombra scorgo un salotto fatto di mobili bianchi e blu. Lei ha cambiato maglione, sempre a collo alto e sempre ben calato addosso. Come i pantaloni, stile jeans, con le tasche laterali. Mi piace. Li indosso anche io, bianchi e una T-Shirt color crema con su la faccia del generale Nero “Perché il generale Nero?” mi chiede
“Perché è il miglior cattivo di sempre. Vera nemesi di Grande Mazinga. Hai presente la grande battaglia che i due sostengono all’ultimo circuito”
“Sì, hai ragione. A me è sempre piaciuto Char Azanable”
“Ah, vai su un altro mito” sorrido
“Sai cosa mi ha un po deluso in Grande Mazinga?”
“Cosa?”
“Il finale.. Voglio dire, epico ma, mi aspettavo qualcosa di più”
“Sì, in effetti, anche per me. Mi aspettavo due puntate fitte di combattimenti far i vari generali e, invece… Invece si sono rivelati tutte delle pippe: due generali uccisi da Venus, che tristezza”
Ci mettiamo a ridere. Due nerd felici.

La Fiera del Fumetto è sviluppata su un lungo mare che sembra fatto di Lego. Tanti colori, stand con vari gadget, manga e anime, bandiere, poster, tazze, magliette, cards. Di tutto e di più. Marika si sofferma sull’area Hentai. Io mi butto sui modellini. Ecco Jeeg versione Antares, con le trivelle, con il bazzoka, con il Big Shooter. Poi Boss robot, l’astronave di Vega, Demonika, il Trider G7. Le action figure di Actarus, Koji Kabuto, Tetsuja, il dottor Hell, don Zauker. Per le ragazze Sailormoon, Ranma ½, Peline Story. Un gruppo musicale si stava esibendo in canzoni italiane dei mitici cavalieri del Re: “E’ l’uomo tigre che lotta contro il male..”
Il bar caffetteria in fondo alla via ha un tavolino libero. Per l’occasione servono bevande e panini a tema. Io prendo un generale Nero: caffè, cioccolato fondente, panna, nocciola e zenzero. Marika arriva con le braccia stracariche di manga. Un sacco di Hentai, ragazze con le tette di fuori, enormi. Poi un album di figurine del Gundam F91 e l’action figure di Seiya di Pegasus “Saint Seiya” approvo “Io ho un incisione su metallo di tutti e 12 i cavalieri d’Oro. Comprato alla Fiera di Milano di qualche anno fa”
“Forte” fa lei. Marika ordina un cappuccino alla Sailormoon( banalmente caffè macchiato freddo) “Qual’era la tua donna tipo?”
“Beh, stravedevo per June”
Lei ride “Sì, concordo. Ma io intendevo, quella vera”
Momento spiazzante “Beh.. Una ragazza solare, che mi diverta e mi faccia divertire. Una che abbia i miei stessi gusti. Una con cui sto bene insieme” la guardo serio “Come te” ecco, l’ho detto e mi vergogno un po’
“Volevo vedere quanto tempo ti ci voleva a confessarlo” sorride lei
“Beh, non volevo scadere nel banale”
“Oggi non è stato banale. Per due nerd come noi”
“Concordo” accenno a quello che ha comprato “Grandi acquisti”
“In due giorni farò man bassa” ride “Ti va di uscire stasera?”
“Ristorante?”
“Il Bardos, vicino al porticciolo turistico”
“Bardos. Non mi è nuovo. Come si chiama il cuoco? Dottor Hell?”

Tutto, in quell’isola, era a tema. Si vede che gli anime sono molto assorbiti dalla popolazione locale. All’ingresso troviamo due statue in gesso che raffigurano Mazinga Z e il dottor Hell. Abbiamo un tavolo che si affaccia sul porticciolo. La musica è sulle sigle degli anime, italiani, giapponesi e inglese. Al momento del nostro arrivo sta suonando = La spada di King Arthur =
Una cameriera giovane, che è anche un cos play di June, ci prende le prime ordinazioni. In quanto analcolico, mi butto su una minerale naturale. Stranamente non ha nomi Jap. Anche Marika va per l’acqua “Diavolo, rimarrei su quest’isola a vita” commento
“Ti stancheresti dopo qualche settimana” dice lei “Questo è un posto dove ami rifugiarti di tanto in tanto ma, le comodità delle città. Negozi alla moda, la vita frenetica, i cinema, le passeggiate nel parco”
“L’imbottigliamento nel traffico, le bestemmie degli automobilisti” aggiungo “Le nebbie d’inverno, le zanzare d’estate” scoppiamo a ridere. =Mangia libri di cibernetica, insalata di matematica e a giocare su Marte va! =
“La sapevi della storia di Atlas Ufo Robot?” chiede lei
“L’Atlante di Ufo Robot” rido “Sì, i francesi ce lo mandarono e noi interpretammo male, non sapendo il francese, abbiamo presupposto che Atlas fosse il nome del robot”
“Quindi, la tua ragazza..”
“Non la considero come tale” minimizzo
“La tua scopamica?”
“Qualcosa del genere”
“Non è una Nerd?”
“Nella stessa misura in cui è il tuo moroso”
“Anche lui lo posso considerare uno scopamico” fa spallucce “Ormai, quello che doveva esserci c’è stato. Siamo solo routine. Hai presente quando c’è stata quella maratona anni 80 al cinema?”
“Mazinga, Goldrake e tutti i robot anni 80” annuisco “Ada mi ha minacciato di mollarmi se mi azzardavo ad andare a spendere soldi per minchiate del genere”
“Uh, brutta. Beh, più o meno anche Roberto ha tirato fuori una frase poco felice”
“Ho risolto con una trasferta. Ho detto che avevo un lavoro da fare a Rimini e.. sono andato a Rimini, dove proiettavano la maratona”
“Ma tutto questo mentire, poi ti si ritorcerà contro”
“Lo so ma, non so come venirne fuori senza creare una tragedia” sbuffo
=Mai, mai, scorderai, l’attimo, la terra che tremò, l’aria s’incendiò e poi, silenzio =
“Vivi nel presente ma sei radicato nel passato” sospira Marika “Avrei dovuto incontrarti prima”
“Ma lo hai fatto ora” ci guardiamo a lungo negli occhi e sento scattare qualcosa. Non so se anche lei avverte la stessa sensazione ma, d’istinto, allunga la mano verso la sua. Lei non si ritrae e si lascia toccare. Come un brivido, sulle note di = ken, sei tu, fantastico guerriero = la gamba di lei che scatta sotto il tavolo e mi tocca la caviglia, strusciandola. Io che le stringo la mano e..
Arrivano le ordinazioni quelle vere ma, sotto il tavolo, la sua caviglia non si è staccata dalla mia. Ordino un Bardos special, un antipasto misto di mare ricco di gamberi, vongola, cannolicchi, cozze, granchio. Poi, Spaghetti dei Marine Generals: spaghetti con vongole e un po’ di peperoncino. Spada diabolica: pesce spada ai ferri al pepe verde e rosa. Lei ordina le stesse cose che ho preso io e mi sento commosso. Per dolce c’è la scelta delle mille sfoglie dello Zodiaco. Io scelgo quella con il mio segno zodiacale: Acquario. Lei il suo: Pesci.
E la colonna sonora fatta di sguardi, silenzi e chiacchiere. Sappiamo che l’intesa giusta sta nascendo, mangiando pesce e ascoltando musica della nostra adolescenza All’antipasto = Se un ragazzo tredicenne salverà, un’acrobata del circo della stessa età=. Al primo piatto arriva = Fammi volare capitano un avventura dove io son l’eroe che combatte accanto a te = Al secondo piatto: = C’è qualcuno lassù, oltre il cielo stellato, un nemico invisibile e matto = e, per ultimo, il dessert, a fagiolo = Invincibili guerrieri, valenti condottieri, votati anime e corpo a lady Isabel =
“Vuoi restare a casa mia per un caffè?” chiede lei “Ti faccio vedere la mia collezione di anime”
Una volta si diceva = Ti faccio vedere la mia collezione di francobolli = Ma va bene uguale. Da buon cavaliere, pago il conto ed usciamo, sulle note di = Quando udrai, un fragor, a mille decibel = Lo Z ci accompagna fino alla soglia di casa sua. Lei entra, io la seguo. Due luci soffuse si accendono. Lei libera del maglione e dimostra che sotto non ha nulla. Ecco, come dicevo, farebbe le gioie di un ortolano. E non solo lui. Dalle finestre socchiuse filtrano le note delle sigle Tv del Bardos, distante poche centinaia di metri.
In estasi, afferro le tette di lei. Morbidissime. E poi scendo verso il basso, stringendole il culo. =Vai, distruggi il male e va = Si slaccia la cintura, i calzoni sono a terra. Ci spogliamo con frenesia crescente sulle note attutite di Goldrake e la sua alabarda spaziale. Ma, in quel momento, mi sento come re Artù che inserisce la spada nella roccia = Ma no, non era lui che metteva la spada nella roccia = Ma chi cazzo se ne frega. La spada entra e, per fortuna, la roccia ha una fessura accogliente. Disperdi la nebbia. Non fare il nerd. Scopa e basta.
E lei che mi abbraccia con le gambe e mi stringe, mi fa sforzare e le sue unghie che graffiano le spalle. E io che ci do dentro come se avessi ‘un circuito di mille valvole’.. Ecco, sto scopando e il nerd continua a riaffiorare. Niente Jap. Niente Jap. Chissà lei cosa sta pensando?
Bang, come una supernova e l’immagine del Galaxy Express sulla rampa di lancio, le esplodo dentro. Ci abbandoniamo abbracciati ma io non ne voglio sapere di uscire, mè lei vuole farmi andare via.
Fuori, Nico Fidenco sta cantando Sam ragazzo del west “Quanto ci sei riuscito” chiede lei ansante
“Non lo so, dimmelo tu?”
Lei ride “Mi sono sentita come se, gli eroi della mia adolescenza si fossero messi tutti intorno a fare il tifo per noi”
“Questo è strano” commento “io ho cercato di ignorarli. Ho messo da parte il maglio perforante, le lame rotanti, l’aquila del Trider, l’attacco solare, il cannone ad onde moventi. Boh, erano lì ma, era più vero il tuo corpo sotto di me che mi accoglieva famelico tra le sue labbra”
“Siamo senza speranza”
“Già” la bacio “Per la prima volta dopo tanto tempo, mi sento bene”
“Anche io”
“Resti con me questa notte?”
“Certo che si. Chi ti molla più?” ci baciamo, ci tocchiamo, ci coccoliamo
“Quanto ci metti a recuperare?”
“Eh, ci vuole un po’. Non ho il fattore rigenerante di Wolverine”
=5 samurai, per difendere la Terra, dal riuscire di una guerra, questi siamo noi =
“Certo che le stanno pescando tutte” commento “Ma preferivo Saint Seiya, alias Cavalieri dello Zodiaco. Innovativo nei vari picchia picchia generali. Sai che, nel periodo di massimo fulgore, mi ero messo pure a scrivere dei racconti su di loro?”
“Io li disegnavo. Scrivevo le sceneggiature e poi, disegnavo”
“Diavolo, averlo saputo prima”
“Beh, non è mai troppo tardi” muove il bacino e lo preme contro il mio, sta saggiando a che punto è l’attrezzatura là sotto “Dì la verità: anche tu immaginavi qualche situazione prurigionosa tra i vari protagonisti? Insomma, tra tutti quegli sguardi, quelle dichiarazioni, ti sarà venuta l’idea che, magari anche loro, cedevano alle tentazioni delle carni. O no?”
“Oh sì”
“Chi era il tuo preferito?”
“Ikki di Phoenix, lo scazzato per eccellenza. Più adatto a diventare Kancer che Leone. Mah, vai a sapere”
“A me piaceva Cristal del Cigno. Fascinoso, occhi azzurri, biondo” sospira “Uh” sorride “Secondo round?”
=Corri ragazzo laggiù,vola tra lampi di blu. Corri in aiuto di tutta la gente, dell’Umanità= Eh sì, sigla giusta per pompare ancora un po’ Marika.

Mi sveglio fresco e riposato. Il sole è un velo dorato che dipinge la stanza da letto. Nell’aria galleggia pulviscolo e sesso. Secondo giorno sull’isola, ultimo giorno del festival degli anime. Accendo il cellulare e mi arrivano una serie di mitragliate di messaggi. Tutte di Ada. Ahi! Faccio il numero. Lei mi risponde al quarto squillo “Sei uno stronzo” come buongiorno non è male
“Ada? Ma che diav..?”
“Bugiardo e stronzo! Te ne vai in Grecia, testa di cazzo”
Come diavolo fa a saperlo? “Ma che dici?”
Marika si affaccia sulla soglia della stanza con espressione preoccupata sul viso “Ho fatto inserire un App sul mio cellulare per capire dove ti trovi. E indovina un po’?”
“Mi spii?” faccio incazzato
“Imbecille bugiardo. Con chi ti vedi? Chi è la troia che ti scopi?”
“Senti Ada..” poi, vedo che non serve a niente giustificarsi e dico “FAnculo, ho Mazinga che mi aspetta” e riattacco
Marika è nuda. Ora che c’è luce, vedo meglio il suo corpo e mi viene voglia di farlo ancora. Sospiro, mi alzo “Ada mi spia con un App del cellulare”
“Ah. Idillio finito?”
“Probabile”
“Ho chiamato il moroso”
Ok, un’altra bomba sta per cadere “Mi voleva fare una sorpresa ed è andato in montagna dove pensava ci fossi anche io”
“Ah”
“Naturalmente ha scoperto che ero qui e…”
“Ok, affondati tutti e due”
“Cosa farai?”
“Io? Pensarò ad altro e finirò la mia giornata qui. Tu?”
“Diavolo. Non me lo perdo il festival”

E la giornata ce la siamo goduta. Facciamo tutto il viaggio di ritorno quasi in silenzio ma, sappiamo tutti e due che, qualcosa tra noi è nata. Una volta scesi dall’aereo, ci siamo scambiati i numeri di cellulare. Sembrava una di quelle situazioni in cui, vivi una volta sola quell’unica esperienza e poi, promesse non mantenute e rammarichi sospesi
Arrivato a casa, la portinaia, una vecchietta con la faccia da mostro Haniwa, mi dice che la mia roba giace nel garage insieme ad una lettera di Ada. Una lettera con su scritto queste semplici parole = Avrei preferito che mi tradissi con una troia, non con Mazinga Z = firmato Ada. Fortuna che non ho venduto il mio vecchio appartamento
Il lavoro mi tiene ancora. Di Ada ne ho perso le tracce. Non mi sono neanche preso la briga di andarla a riprendere. Anche perché, nella mia testa, c’era solo Marika e quella notte di sesso spassionato che abbiamo consumato sulle note dei più popolari anime della nostra adolescenza. Cos’avrebbe fatto Koiji Kabuto? O aran Banjo? O Peter Rey? O Seiya di Pegasus?
Tre giorni dopo chiamo Marika. Ci mettiamo a chiacchierare. Le racconto delle conseguenze delle mie bugie. E lei mi racconta che il suo moroso, alla fine, sfogandosi con la sua amica che doveva reggerle il gioco, si è sfogata con lei sotto le coperte dell’hotel dove si trovava. Tutti erano contenti, credo, tra noi due.
Quindi…

Fiera del fumetto a Lucca. Massa di gente incombente. Sembra la versione pacifista dello sbarco in Normandia. So che Marika si trova qui. Ma ignoro di dove sia il qui. Si fa fatica a proseguire, masse di gente in versione cos play, bancali di Dungeons & dragons, cos play star wars che vanno a braccetto con quelli di Dragonball. Un capitan HArlock tatuato sulle tette di una procace quarantenne. Un Jeeg robot alto un paio di metri messo in posa pronto a sparare il raggio protonico. Una bancarella che mette in mostra le action figure dei generali di Mikeros. Duellki con spade laser. Modellini delle Netrprise, Caccia stellari, Goldrake, la cabina del dottor Who. In uno stand alcuni doppiatori, voci celebri dei cartoni. Poi il ritorno dei Cavalieri del Re. Illustratori fantasy e file chilometriche per avere uno schizzo a matita a prezzi esorbitanti. La mostra di Go Nagai accanto a quella di Luis Rojo. La presentazione di un nuovo manga sui Saint Seiya.
Spazio, un po’ di ossigeno. Bancarella di manga. Una graphic novel di Mazinga Z euro 27 scontato. Allungo una mano, ultima copia. Una mano afferra insieme a me. Una mano femminile, famigliare. Mi giro, sorrido “Marika” ci abbracciamo e ci baciamo. Lo z stretto nelle nostre mani “Deja vu” dice lei
“Più avanti c’è una caffetteria. Ci troviamo un angolo e scambiamo due chiacchiere?” propongo
Lei accetta “Dobbiamo smettere di incontrarci così” dice lei
“Mi piace come incontro”
“Che ne dici se, dopo il caffè, uscissimo da questa bolgia?”
“Direi che c’è sempre domani per fare acquisti interessanti”
Usciamo dalla bolgia, scansando gladiatori, Klingon e Goku in vario genere. Fuori, lontano dal marasma, due Nerd, mano nella mano, per le vie del centro.
Tutt’oggi sono grato a Z per averci fatto conoscere.


di
scritto il
2021-05-10
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