Sesso sull'orient-express
di
Lizbeth Gea
genere
scambio di coppia
A volte, anche se a me succede spesso, capitano avventure erotiche in posti immaginabili,però mi sono chiesta, perché non ambientarla in un era ormai lontana in cui, dicono, ci si divertiva di più.
Tanto tempo fa, in un epoca indefinita, c'era un treno, ormai diventato mitologico, che attraversava tutta l'Europa, portava i passeggeri da Istanbul fino a Calais.
Io e la mia ragazza fummo sorprese, si siamo due donne, dal invito ricevuto per festeggiare il capodanno su quella tratta. Accettammo, anche se non sapevamo cosa ci aspettasse.
Appena giunte in stazione, dopo un lungo viaggio in aereo, fummo avvolte da una aria magica, come se fossimo catapultate in un altro mondo ,del resto era cosi, non avevo mai visto un tale lusso in vita mia.
Dopo pochi minuti ci raggiunse il capostazione che ci disse che dovevamo cambiarci d'abito, la festa aveva delle regole rigide. Era stata predisposta una stanza a tale scopo. Appena entrai ebbi la sensazione di trovarmi in paradiso, un sacco di vestiti super carini e accattivanti, non sapevo che scegliere. La mia ragazza invece aveva le idee molto chiare. In pochi minuti apparse con il suo solito stile elegante ed austero. Un cappellino con un fiocco, una camicetta a pois, con sopra una giacchetta di velluto blu, una gonna stretta alla vita tendente al beige. In aggiunta, con un tocco di classe, dei quanti neri.
Visto che ero indecisa fu lei a scegliere il mio look. Un classico, forse banale, vestito da Charleston nero con france corte e con un nastro per i capelli. Poi mi guardò le gambe e scelse delle autoreggenti nerissime. Tocco finale, una parrucca a caschetto nero. Ora eravamo pronte.
Seguimmo il controllore e salimmo sul vagone ristorante, che era stato svuotato per ospitare la festa, c'erano già 10 invitati, stipati malissimo, ma devo dire molto attraenti.
In lontananza sentii un fischio, il vagone ricette una forte scossa e il treno si mosse verso la nostra destinazione.
Fui subito colpita da una coppia che ballava in mezzo al vagone, lei era una mora molto bella, più che vestita svestita, ma andava bene cosi, aveva tutti gli occhi addosso.
Lo so siete curiosi allora ve la descrivo, ma visto che non voglio annoiarvi vi dirò subito che assomigliava in modo incredibile all'attrice italiana Sofia Loren (ovviamente da giovane). Indossava un lungo vestito nero con inserti trasparenti, grazie al quale notai che indossava solamente delle mutandine nere. Scollo a v con una lunga cerniera sulla schiena. Avevo appena visto una Dea.
Nonostante quella visione, la festa scorse noiosamente e lentamente, non mi sentivo a mio agio, mi sentivo fuori luogo e la mia ragazza se ne accorse. Mi prese per mano e mi fissò negli occhi.
“Vieni tesoro andiamo a curiosare su questo mostro di metallo”
Ci allontanammo dal vagone ristorante. Subito mi accorsi del vero scopo della festa, mentre si camminava per il corridoio si sentivano ovviamente gemiti sessuali. Ci mettemmo a spiare.
I primi che notammo furono un uomo anziano con una ragazzina, nulla di eccitante e andammo oltre. Nel secondo scompartimento notai subito qualcosa di interessante, almeno per me. Un uomo si stava facendo inculare da un ragazzo giovane e la cosa mi incuriosì subito e mi soffermai ad osservare.
Se ne accorse pure la mia compagna che iniziò a ridere, per impedirle di farci scoprire iniziai a baciarla. Lei ricambiò immediatamente, non vedeva l'ora. Vedere due uomini fare sesso mi ha sempre eccitata, e devo dire che la loro passione era travolgente. Il pene martellava con convinzione, mentre l'uomo brizzolato se la godeva ansimando.
Ero così attratta che non mi accorsi che Sabrina mi aveva abbassato le spalline e aveva iniziato a leccarmi i capezzoli. L'uomo mi vide e mi sorrise.
“Dai cerchiamoci un vagone solo per noi” - Era la voce della mia ragazza, le diedi ragione e proseguimmo lungo il corridoio. Trovammo subito quello che faceva al nostro caso, uno scompartimento con due bei divanetti comodi. Entrammo di getto e Sabrina mi stese per terra. Appoggio il suo cappello sul mio volto, mi alzò il vestito, strappò le mutandine e iniziò a leccarmi voracemente.
Solo lei sapeva leccarmi così. Sentivo scorrere la sua lingua sulle mie quattro labbra, intanto mi davo dei pizzicotti sul seno. Nel buio del cappello ripensai, senza motivo, ai due maschi che avevo visto qualche seconda fa. Sentii i miei umori uscire dal mio buco dei desideri.
Improvvisamente tutto quel piacere svanì. Mi tolsi lentamente il cappello lo appoggiai delicatamente sul divanetto sulla destra e vidi la mia compagna che si alzava la gonna, si toglieva la giacchetta e con le dita mi indicava di avvicinarmi. Gattonai verso di lei, presi in mano la sua scarpa di vernice destra e iniziai a leccarla. La levai guardandola negli occhi e gli succhiai le dita.
“Brava la mia dolce puttanella” - l'adoravo.
Percorsi la sua gamba con la mia lingua fino a raggiungere il suo inguine, dove lei si stava masturbando con tre dita, le tolsi, le succhiai e leccai la sua passera desiderosa.
Sentii un rumore all'improvviso, mi voltai verso la porta dello scompartimento e notai due enormi tette schiacciate contro il vetro, e un viso ansimante. Era la Dea di prima.
Il suo uomo la stava scopando mentre ci spiavano. Decisi che dovevano assistere allo spettacolo e tornai a leccare la mia compagna inserendo due dita nel culo. Lei simultaneamente si sbottonò la camicia e si massaggiò il seno destro. Sentii il rumore della porta scorrere e i nostri due guardoni si sedettero sul divanetto di fronte al nostro. Lei prese il cappellino della mia morosa, lo indossò e, allungando la mano verso il cazzo del suo compagno, lo masturbò.
La mia compagna la fissò negli occhi e sussurrò - “che bella puttana”.
Mi rialzai, feci di tutto per fare notare il mio culetto ai due ospiti. Mi sedetti accanto alla mia Sabrina la baciai e la masturbai. Le mie dita scorrevano velocemente all'interno della sua figa e lei ricambiò.
La presenza dei due amanti mi arrapò ancora di più.
Anche loro non erano di meno, la bellezza fatta in persona accolse all'interno della sua bocca quel bellissimo pene e lo succhiò lentamente.
Intanto il movimento del treno ci coccolava dolcemente.
Sussurrai all'orecchio di Sabrina - “lo voglio” - lei capi immediatamente. Tolse la sua mano dalla mia passerà, si alzò decisa, si sedette accanto alla nostra “Sofia” e le accarezzò il seno. La sua vittima si alzò stranita da quel cazzone, ammirò la bellezza di Sabrina e la baciò in modo passionale. Ormai erano nostri.
Io non rimasi molto tempo ad osservare. Mi avvicinai a lui con sguardo malizioso, gli osservai i pene. Era una bella asta rigida. Non male pensai. Rivolsi uno sguardo alla mia compagna, in attesa di approvazione. Gli richiusi le gambe, allargai le mie, scorsi la mia passera sul suo cazzo eretto, appoggiai il mio seno sulla sua faccia e con un rapito gesto introdussi il suo pene dentro di me. Sua moglie, questo lo scoprii solo arrivata a destinazione, non protestò, anche perché la mia fidanzata gli stava praticando cunnilingus meraviglioso.
Appoggiai le mani alla spalliera dietro a quel uomo eccitante e aumentai il ritmo della mia cavalcata, erano mesi che non mi scopavo un uomo, e ammetto che iniziava a mancarmi. Anche di fianco a noi le due puttana si davano da fare. In quel momento avevano cambiato posizione. Sofia, mi piaceva darle questo nome, stava ricambiando il favore e stava leccando la passera pelosa della mia signora, la quale aveva appoggiato la schiena, ormai rimasta nuda, contro il finestrino del treno.
Qualcuno cerco di entrare nello scompartimento, ma per fortuna i nostri compagni di avventura l'avevano chiusa con il chiavistello.
Più dall'uomo che mi stavo scopando ero distratta dalla bellezza delle due puttane. Più le guardavo più mi eccitavo. Sentivo le mani di lui sopra ogni punto del mio corpo, erano lisce, sicuramente nella vita aveva lavorato poco.
Vedevo la passera della signora avanzare ogni volta che leccava Sabrina, non resistetti, allungai la mano e gli l'accarezzai. Baciai il suo uomo. E iniziai a penetrarla. Ogni tanto ritiravo le mie dita e le facevo leccare a lui.
Quella posizione iniziava ad annoiarmi e dopo avergli spinto la mia lingua fino in gola gli dissi che desideravo con tutta me stessa di leccare la sua dama. Ovviamente mi rispose - “certo” - e mi rifece alzare.
La dea dei miei desideri stava massaggiando la figa della mia tipa con la sue tettone enormi, l'invidia mi percosse il corpo, ma subito mi concentrai sul suo monte dei desideri e infilai la mia lingua sperando di farla godere il più possibile. Lui cercò subito di farsi succhiare il cazzo dalla mia tipa, ma lei odia con tutta se stessa il cazzo maschile e lo respinse. Quindi si accontentò della lingua di sua moglie, ma il pompino duro poco, era ancora attratto dalla mia passera. Si mise dietro di me, in quel piccolo spazio tra il mio culo e la porta che dava sul corridoio, mi accarezzò la schiena con la sua grande mano e torno a scoparmi, sobbalzai.
Mi penetrava cosi intensamente che facevo fatica ad appoggiare la mia lingua sulla passera della signora. Ansimavo in continuazione.
Chiusi gli occhi un attimo, volevo godermi il momento. Qualcuno mi afferrò il capelli, era lui, sua moglie era scomparsa dalla mia visuale e ora vedevo una passera slabbrata, riconobbi immediatamente il pelo pelvico della mia donna, lui voleva che la leccassi e eseguii subito.
Affondai la mia faccia in quel paradiso che mi aveva accolto parecchie volte.
Non capivo dove stava Sofia. Notai un piede sulla mia destra, intuii che era in piedi sul divanetto con la sua figa in faccia alla mia ragazza, alzai lo sguardo, e notai che suo marito le stava leccando il culo.
Quello era il paradiso?
Stemmo in quella posizione per diversi minuti. Godevamo tutti e non volevamo smettere e, diciamolo, nessuno voleva venire per primo. Il suo cazzo scorreva agevolmente sulle mie parete vaginali, la mia lingua si agitava con vivacità dentro la passera della mia signora e, infine, la signora Sofia era li in piedi con la gambe tremolanti, un pò per la posizione, un pò per l'orgasmo gli stava procurando Sabrina.
Sentii il pene uscire dalla labbra, appoggiarsi alle mie natiche e poi con mia grande sorpresa introdursi nel mio sedere, non protestai.
La mia compagna urlò - “leccatemi”
La dea scese, non senza qualche problema, dal divanetto, si affiancò a me, mi baciò in modo molto sensuale, poi si unì a me a far godere la mia mora. Ora aveva due lingue solo per lei e con mia grande sorpresa fu la prima a raggiungere l'orgasmo. Venni spinta via, mi ritrovai a carponi sul pavimento dello scompartimento, ma lui, miracolosamente, aveva ancora il suo cazzo dentro il mio sedere di marmo. Una lingua raggiunse la mia passera, la sentii penetrarmi e venni pure io.
Mancavano i nostri ospiti.
Appena rialzata, non persi tempo. Spinsi con forza il maschio sul pavimento, dove si sdraiò, le afferrai il cazzo e lo tenni in attesa. La mia fidanzata, sempre complice, mi aiutò, prese per mano l'altra donna, la baciò e la fece sedere lentamente sullo scettro, i due membri combaciarono e incominciò la cavalcata finale.
Io e Sabrina ci mettemmo ai loro lati e accarezzammo e leccammo quella mammelle impressionanti. I capezzoli erano diventati dei chiodi. Lei inarcava la schiena ad ogni affondo. Io mi misi in piedi sul divanetto sulla destra, la mia compagna fece lo stesso su quello di sinistra. Ci aprimmo la passera e contemporaneamente li coprimmo con la nostra poggia dorata. Fu così che i due coniugi raggiunsero l'orgasmo, lui leggermente prima di lei. Li facemmo sedere su un divanetto, e pulimmo i loro corpi con la nostra lingua. Io mi occupai di lui e Sabrina di Sofia. Poi crollammo esauste e ci abbracciammo. Notai dal finestrino che il buio era giunto e non si vedeva nessun panorama. Le luci si erano accese in momento non precisato. Ci rivestimmo e tutte le due coppie decisero di passare la notte li, ognuno abbracciata al proprio amore.
Quando ci risvegliammo il treno era arrivato in stazione. I nostri nuovi amici erano spariti, come scoprimmo poi dai giornali, lui era un noto imprenditore e lei una starlette dimenticata. Tornammo nel vagone ristorante, sperando di fare colazione, ma trovammo solo i nostri vestiti, capimmo che dovevamo ricambiarci e poi abbandonare il treno, la festa era finita.
Ora chi sa dire cosa sia vero, cosa sia falso. Quali parte del racconto sono accadute davvero e quali no, di sicuro non era l'Orient-Express e di sicuro non erano gli anni 30, altrimenti non sarei qui a scrivere. Io spero solo che la storia vi sia piaciuta ed eccitato. Io confesso che, scrivendo, mi sono toccata un paio di volte. Forse per quello ci ho messo due ore a scriverla.
Tanto tempo fa, in un epoca indefinita, c'era un treno, ormai diventato mitologico, che attraversava tutta l'Europa, portava i passeggeri da Istanbul fino a Calais.
Io e la mia ragazza fummo sorprese, si siamo due donne, dal invito ricevuto per festeggiare il capodanno su quella tratta. Accettammo, anche se non sapevamo cosa ci aspettasse.
Appena giunte in stazione, dopo un lungo viaggio in aereo, fummo avvolte da una aria magica, come se fossimo catapultate in un altro mondo ,del resto era cosi, non avevo mai visto un tale lusso in vita mia.
Dopo pochi minuti ci raggiunse il capostazione che ci disse che dovevamo cambiarci d'abito, la festa aveva delle regole rigide. Era stata predisposta una stanza a tale scopo. Appena entrai ebbi la sensazione di trovarmi in paradiso, un sacco di vestiti super carini e accattivanti, non sapevo che scegliere. La mia ragazza invece aveva le idee molto chiare. In pochi minuti apparse con il suo solito stile elegante ed austero. Un cappellino con un fiocco, una camicetta a pois, con sopra una giacchetta di velluto blu, una gonna stretta alla vita tendente al beige. In aggiunta, con un tocco di classe, dei quanti neri.
Visto che ero indecisa fu lei a scegliere il mio look. Un classico, forse banale, vestito da Charleston nero con france corte e con un nastro per i capelli. Poi mi guardò le gambe e scelse delle autoreggenti nerissime. Tocco finale, una parrucca a caschetto nero. Ora eravamo pronte.
Seguimmo il controllore e salimmo sul vagone ristorante, che era stato svuotato per ospitare la festa, c'erano già 10 invitati, stipati malissimo, ma devo dire molto attraenti.
In lontananza sentii un fischio, il vagone ricette una forte scossa e il treno si mosse verso la nostra destinazione.
Fui subito colpita da una coppia che ballava in mezzo al vagone, lei era una mora molto bella, più che vestita svestita, ma andava bene cosi, aveva tutti gli occhi addosso.
Lo so siete curiosi allora ve la descrivo, ma visto che non voglio annoiarvi vi dirò subito che assomigliava in modo incredibile all'attrice italiana Sofia Loren (ovviamente da giovane). Indossava un lungo vestito nero con inserti trasparenti, grazie al quale notai che indossava solamente delle mutandine nere. Scollo a v con una lunga cerniera sulla schiena. Avevo appena visto una Dea.
Nonostante quella visione, la festa scorse noiosamente e lentamente, non mi sentivo a mio agio, mi sentivo fuori luogo e la mia ragazza se ne accorse. Mi prese per mano e mi fissò negli occhi.
“Vieni tesoro andiamo a curiosare su questo mostro di metallo”
Ci allontanammo dal vagone ristorante. Subito mi accorsi del vero scopo della festa, mentre si camminava per il corridoio si sentivano ovviamente gemiti sessuali. Ci mettemmo a spiare.
I primi che notammo furono un uomo anziano con una ragazzina, nulla di eccitante e andammo oltre. Nel secondo scompartimento notai subito qualcosa di interessante, almeno per me. Un uomo si stava facendo inculare da un ragazzo giovane e la cosa mi incuriosì subito e mi soffermai ad osservare.
Se ne accorse pure la mia compagna che iniziò a ridere, per impedirle di farci scoprire iniziai a baciarla. Lei ricambiò immediatamente, non vedeva l'ora. Vedere due uomini fare sesso mi ha sempre eccitata, e devo dire che la loro passione era travolgente. Il pene martellava con convinzione, mentre l'uomo brizzolato se la godeva ansimando.
Ero così attratta che non mi accorsi che Sabrina mi aveva abbassato le spalline e aveva iniziato a leccarmi i capezzoli. L'uomo mi vide e mi sorrise.
“Dai cerchiamoci un vagone solo per noi” - Era la voce della mia ragazza, le diedi ragione e proseguimmo lungo il corridoio. Trovammo subito quello che faceva al nostro caso, uno scompartimento con due bei divanetti comodi. Entrammo di getto e Sabrina mi stese per terra. Appoggio il suo cappello sul mio volto, mi alzò il vestito, strappò le mutandine e iniziò a leccarmi voracemente.
Solo lei sapeva leccarmi così. Sentivo scorrere la sua lingua sulle mie quattro labbra, intanto mi davo dei pizzicotti sul seno. Nel buio del cappello ripensai, senza motivo, ai due maschi che avevo visto qualche seconda fa. Sentii i miei umori uscire dal mio buco dei desideri.
Improvvisamente tutto quel piacere svanì. Mi tolsi lentamente il cappello lo appoggiai delicatamente sul divanetto sulla destra e vidi la mia compagna che si alzava la gonna, si toglieva la giacchetta e con le dita mi indicava di avvicinarmi. Gattonai verso di lei, presi in mano la sua scarpa di vernice destra e iniziai a leccarla. La levai guardandola negli occhi e gli succhiai le dita.
“Brava la mia dolce puttanella” - l'adoravo.
Percorsi la sua gamba con la mia lingua fino a raggiungere il suo inguine, dove lei si stava masturbando con tre dita, le tolsi, le succhiai e leccai la sua passera desiderosa.
Sentii un rumore all'improvviso, mi voltai verso la porta dello scompartimento e notai due enormi tette schiacciate contro il vetro, e un viso ansimante. Era la Dea di prima.
Il suo uomo la stava scopando mentre ci spiavano. Decisi che dovevano assistere allo spettacolo e tornai a leccare la mia compagna inserendo due dita nel culo. Lei simultaneamente si sbottonò la camicia e si massaggiò il seno destro. Sentii il rumore della porta scorrere e i nostri due guardoni si sedettero sul divanetto di fronte al nostro. Lei prese il cappellino della mia morosa, lo indossò e, allungando la mano verso il cazzo del suo compagno, lo masturbò.
La mia compagna la fissò negli occhi e sussurrò - “che bella puttana”.
Mi rialzai, feci di tutto per fare notare il mio culetto ai due ospiti. Mi sedetti accanto alla mia Sabrina la baciai e la masturbai. Le mie dita scorrevano velocemente all'interno della sua figa e lei ricambiò.
La presenza dei due amanti mi arrapò ancora di più.
Anche loro non erano di meno, la bellezza fatta in persona accolse all'interno della sua bocca quel bellissimo pene e lo succhiò lentamente.
Intanto il movimento del treno ci coccolava dolcemente.
Sussurrai all'orecchio di Sabrina - “lo voglio” - lei capi immediatamente. Tolse la sua mano dalla mia passerà, si alzò decisa, si sedette accanto alla nostra “Sofia” e le accarezzò il seno. La sua vittima si alzò stranita da quel cazzone, ammirò la bellezza di Sabrina e la baciò in modo passionale. Ormai erano nostri.
Io non rimasi molto tempo ad osservare. Mi avvicinai a lui con sguardo malizioso, gli osservai i pene. Era una bella asta rigida. Non male pensai. Rivolsi uno sguardo alla mia compagna, in attesa di approvazione. Gli richiusi le gambe, allargai le mie, scorsi la mia passera sul suo cazzo eretto, appoggiai il mio seno sulla sua faccia e con un rapito gesto introdussi il suo pene dentro di me. Sua moglie, questo lo scoprii solo arrivata a destinazione, non protestò, anche perché la mia fidanzata gli stava praticando cunnilingus meraviglioso.
Appoggiai le mani alla spalliera dietro a quel uomo eccitante e aumentai il ritmo della mia cavalcata, erano mesi che non mi scopavo un uomo, e ammetto che iniziava a mancarmi. Anche di fianco a noi le due puttana si davano da fare. In quel momento avevano cambiato posizione. Sofia, mi piaceva darle questo nome, stava ricambiando il favore e stava leccando la passera pelosa della mia signora, la quale aveva appoggiato la schiena, ormai rimasta nuda, contro il finestrino del treno.
Qualcuno cerco di entrare nello scompartimento, ma per fortuna i nostri compagni di avventura l'avevano chiusa con il chiavistello.
Più dall'uomo che mi stavo scopando ero distratta dalla bellezza delle due puttane. Più le guardavo più mi eccitavo. Sentivo le mani di lui sopra ogni punto del mio corpo, erano lisce, sicuramente nella vita aveva lavorato poco.
Vedevo la passera della signora avanzare ogni volta che leccava Sabrina, non resistetti, allungai la mano e gli l'accarezzai. Baciai il suo uomo. E iniziai a penetrarla. Ogni tanto ritiravo le mie dita e le facevo leccare a lui.
Quella posizione iniziava ad annoiarmi e dopo avergli spinto la mia lingua fino in gola gli dissi che desideravo con tutta me stessa di leccare la sua dama. Ovviamente mi rispose - “certo” - e mi rifece alzare.
La dea dei miei desideri stava massaggiando la figa della mia tipa con la sue tettone enormi, l'invidia mi percosse il corpo, ma subito mi concentrai sul suo monte dei desideri e infilai la mia lingua sperando di farla godere il più possibile. Lui cercò subito di farsi succhiare il cazzo dalla mia tipa, ma lei odia con tutta se stessa il cazzo maschile e lo respinse. Quindi si accontentò della lingua di sua moglie, ma il pompino duro poco, era ancora attratto dalla mia passera. Si mise dietro di me, in quel piccolo spazio tra il mio culo e la porta che dava sul corridoio, mi accarezzò la schiena con la sua grande mano e torno a scoparmi, sobbalzai.
Mi penetrava cosi intensamente che facevo fatica ad appoggiare la mia lingua sulla passera della signora. Ansimavo in continuazione.
Chiusi gli occhi un attimo, volevo godermi il momento. Qualcuno mi afferrò il capelli, era lui, sua moglie era scomparsa dalla mia visuale e ora vedevo una passera slabbrata, riconobbi immediatamente il pelo pelvico della mia donna, lui voleva che la leccassi e eseguii subito.
Affondai la mia faccia in quel paradiso che mi aveva accolto parecchie volte.
Non capivo dove stava Sofia. Notai un piede sulla mia destra, intuii che era in piedi sul divanetto con la sua figa in faccia alla mia ragazza, alzai lo sguardo, e notai che suo marito le stava leccando il culo.
Quello era il paradiso?
Stemmo in quella posizione per diversi minuti. Godevamo tutti e non volevamo smettere e, diciamolo, nessuno voleva venire per primo. Il suo cazzo scorreva agevolmente sulle mie parete vaginali, la mia lingua si agitava con vivacità dentro la passera della mia signora e, infine, la signora Sofia era li in piedi con la gambe tremolanti, un pò per la posizione, un pò per l'orgasmo gli stava procurando Sabrina.
Sentii il pene uscire dalla labbra, appoggiarsi alle mie natiche e poi con mia grande sorpresa introdursi nel mio sedere, non protestai.
La mia compagna urlò - “leccatemi”
La dea scese, non senza qualche problema, dal divanetto, si affiancò a me, mi baciò in modo molto sensuale, poi si unì a me a far godere la mia mora. Ora aveva due lingue solo per lei e con mia grande sorpresa fu la prima a raggiungere l'orgasmo. Venni spinta via, mi ritrovai a carponi sul pavimento dello scompartimento, ma lui, miracolosamente, aveva ancora il suo cazzo dentro il mio sedere di marmo. Una lingua raggiunse la mia passera, la sentii penetrarmi e venni pure io.
Mancavano i nostri ospiti.
Appena rialzata, non persi tempo. Spinsi con forza il maschio sul pavimento, dove si sdraiò, le afferrai il cazzo e lo tenni in attesa. La mia fidanzata, sempre complice, mi aiutò, prese per mano l'altra donna, la baciò e la fece sedere lentamente sullo scettro, i due membri combaciarono e incominciò la cavalcata finale.
Io e Sabrina ci mettemmo ai loro lati e accarezzammo e leccammo quella mammelle impressionanti. I capezzoli erano diventati dei chiodi. Lei inarcava la schiena ad ogni affondo. Io mi misi in piedi sul divanetto sulla destra, la mia compagna fece lo stesso su quello di sinistra. Ci aprimmo la passera e contemporaneamente li coprimmo con la nostra poggia dorata. Fu così che i due coniugi raggiunsero l'orgasmo, lui leggermente prima di lei. Li facemmo sedere su un divanetto, e pulimmo i loro corpi con la nostra lingua. Io mi occupai di lui e Sabrina di Sofia. Poi crollammo esauste e ci abbracciammo. Notai dal finestrino che il buio era giunto e non si vedeva nessun panorama. Le luci si erano accese in momento non precisato. Ci rivestimmo e tutte le due coppie decisero di passare la notte li, ognuno abbracciata al proprio amore.
Quando ci risvegliammo il treno era arrivato in stazione. I nostri nuovi amici erano spariti, come scoprimmo poi dai giornali, lui era un noto imprenditore e lei una starlette dimenticata. Tornammo nel vagone ristorante, sperando di fare colazione, ma trovammo solo i nostri vestiti, capimmo che dovevamo ricambiarci e poi abbandonare il treno, la festa era finita.
Ora chi sa dire cosa sia vero, cosa sia falso. Quali parte del racconto sono accadute davvero e quali no, di sicuro non era l'Orient-Express e di sicuro non erano gli anni 30, altrimenti non sarei qui a scrivere. Io spero solo che la storia vi sia piaciuta ed eccitato. Io confesso che, scrivendo, mi sono toccata un paio di volte. Forse per quello ci ho messo due ore a scriverla.
1
voti
voti
valutazione
4
4
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La valigetta dei giochiracconto sucessivo
Le mani fatate di mia zia
Commenti dei lettori al racconto erotico