L'iniziazione 1/3
di
LanA
genere
orge
Arrivai al luogo del Sabba verso le nove della sera, ricordo che si era in estate e il giorno stentava ancora a morire.
Arrivai alla radura tra gli alberi dove qualcuno aveva acceso un fuoco e dove stavano arrostendo qualcosa.
La gente era gentile con me e quando mi vedeva sorrideva e mi salutava con affetto.
Io in realtà mi sentivo in soggezione, ero l'unica vestita con la tunica rituale, nuda sotto e soprattutto scalza.
I piedi mi facevano male e ogni tanto inciampavo in qualche pietra, decisamente non ci ero abituata.
Gli altri vestivano i panni di tutti i giorni, jeans, magliette, leggings, gonne, e soprattutto scarpe!
Mi sedetti dove mi fu detto di farlo e attesi; mi portavano chi da bere e chi da mangiare e io bevevo e mangiavo, avevo una fame dopo il digiuno rituale, sapevo di dover mangiare e mangiavo, non mi avevano detto nulla sul bere e quindi bevevo.
Acqua, birra e vino, tutto mi fu offerto da persone che conoscevo e incontravo tutti i giorni o quasi, persone che però ora vedevo in altre vesti.
Era un gruppo molto eterogeneo, c'erano ragazzi e ragazze più giovani di me e iniziati più grandi fino ad arrivare a streghe e maghi di ogni ordine e grado e soprattutto età.
E poi c'era mia nonna, la madre, seduta davanti a me che rideva e sembrava non accorgersi di me e di ciò che facevo, ma sapevo bene che in realtà mi teneva sotto controllo.
Bevevo, e la mia mente era sempre più leggera, quasi non mi accorsi del silenzio che si era fatto quando finalmente le tenebre avvolsero il luogo.
Il falò era stato spento e al suo posto era stato montato un palo e sotto di esso messa una grande pietra.
Vi era stata portata da varie persone insieme, era grande come un letto e dovevo sdraiarmici sopra, faceva parte dell'iniziazione.
L'ultima volta che era stata usata era successo durante l'iniziazione di mia nonna, allora aveva diciotto anni come me ora.
Ero felice di questa cosa, ma anche preoccupata dato il posto che occupava mia nonna in quella società e che presto sarebbe stato il mio, durante i giorni della mia preparazione sentivo tutto il peso della responsabilità che ciò avrebbe comportato.
Ma ora, probabilmente anche a causa dell'alcol che avevo bevuto non mi importava molto.
Ero presa invece da ciò che sarebbe successo a breve, conoscevo a grandi linee cosa sarebbe successo, ma non come si sarebbero svolti i fatti, questo no ed ero preoccupata.
L'alcol probabilmente serviva anche a questo, a darmi quella scioltezza che il rito prevedeva.
Ad un certo punto, dicevo, tutti si erano zittiti.
CONTINUA ...
Arrivai alla radura tra gli alberi dove qualcuno aveva acceso un fuoco e dove stavano arrostendo qualcosa.
La gente era gentile con me e quando mi vedeva sorrideva e mi salutava con affetto.
Io in realtà mi sentivo in soggezione, ero l'unica vestita con la tunica rituale, nuda sotto e soprattutto scalza.
I piedi mi facevano male e ogni tanto inciampavo in qualche pietra, decisamente non ci ero abituata.
Gli altri vestivano i panni di tutti i giorni, jeans, magliette, leggings, gonne, e soprattutto scarpe!
Mi sedetti dove mi fu detto di farlo e attesi; mi portavano chi da bere e chi da mangiare e io bevevo e mangiavo, avevo una fame dopo il digiuno rituale, sapevo di dover mangiare e mangiavo, non mi avevano detto nulla sul bere e quindi bevevo.
Acqua, birra e vino, tutto mi fu offerto da persone che conoscevo e incontravo tutti i giorni o quasi, persone che però ora vedevo in altre vesti.
Era un gruppo molto eterogeneo, c'erano ragazzi e ragazze più giovani di me e iniziati più grandi fino ad arrivare a streghe e maghi di ogni ordine e grado e soprattutto età.
E poi c'era mia nonna, la madre, seduta davanti a me che rideva e sembrava non accorgersi di me e di ciò che facevo, ma sapevo bene che in realtà mi teneva sotto controllo.
Bevevo, e la mia mente era sempre più leggera, quasi non mi accorsi del silenzio che si era fatto quando finalmente le tenebre avvolsero il luogo.
Il falò era stato spento e al suo posto era stato montato un palo e sotto di esso messa una grande pietra.
Vi era stata portata da varie persone insieme, era grande come un letto e dovevo sdraiarmici sopra, faceva parte dell'iniziazione.
L'ultima volta che era stata usata era successo durante l'iniziazione di mia nonna, allora aveva diciotto anni come me ora.
Ero felice di questa cosa, ma anche preoccupata dato il posto che occupava mia nonna in quella società e che presto sarebbe stato il mio, durante i giorni della mia preparazione sentivo tutto il peso della responsabilità che ciò avrebbe comportato.
Ma ora, probabilmente anche a causa dell'alcol che avevo bevuto non mi importava molto.
Ero presa invece da ciò che sarebbe successo a breve, conoscevo a grandi linee cosa sarebbe successo, ma non come si sarebbero svolti i fatti, questo no ed ero preoccupata.
L'alcol probabilmente serviva anche a questo, a darmi quella scioltezza che il rito prevedeva.
Ad un certo punto, dicevo, tutti si erano zittiti.
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