Donare il piacere in un’altra dimensione 4 (continua)
di
LanA
genere
pulp
Mi sedetti con loro nel bagno di vapore, osservandoli, come mi era stato insegnato.
Erano seduti di fronte a me.
Il vapore che saliva dal bagno nell'aria fresca della notte nel padiglione aperto, la brezza che scorreva attraverso e faceva gonfiare i tendaggi ai pilastri d'angolo laccati di rosso.
La morbida musica del liuto in sottofondo, che sembrava aleggiare nella brezza, era contrastata dal lamento gutturale della mia compagna Paola, mentre Fabio lo sollevava e lo abbassava sul suo cazzo.
Fabio aveva tenuto Paola in grembo, e aveva fatto lavorare la giovane donna sul suo cazzo, nella vasca da bagno per circa trenta minuti, e Paola aveva voluto venire due volte in quel periodo.
Ma quando raggiunse il bordo, Fabio la tenne stretta e ferma e gli ha ordinato di non venire.
Finora Paola era riuscita a trattenersi, ma sapevo che non sarebbe potuto durare a lungo.
Al comando di Fabio, Paola si alzò dalle sue ginocchia, e Fabio si alzò e scese dalla vasca, grugnendo mentre Paola prendeva un asciugamano e asciugava suo il corpo lungo, magro della donna di mezza età.
I suoi muscoli erano fragili e c'erano alcune cicatrici a segnare i suoi anni e le sue esperienze passate.
Fabio era alto più di un metro e ottanta, e le sue braccia mostravano il suo potere.
Asciugato, mostrò quel potere sollevando Paola per la vita e portandola su un divano basso, facendola sdraiare sulla schiena, piegandogli le gambe e riprendendo a pompare il fottuto canale di Paola.
Paola si muoveva con il cazzo infilzato, e gemeva profondamente.
Volevo anch'io condividere la scopata di Paola.
Ma sapevo che non era quello che voleva Fabio.
E sapevo che sarebbe stata una follia dispiacere a Fabio.
Sapevo che Paola voleva venire.
Ma sapeva che non avrebbe potuto farlo, finché non avesse ricevuto il permesso di Fabio.
A un segnale di Fabio, a Paola fu permesso di prendere il suo fallo in mano, e lavorarlo lentamente, mentre Fabio teneva le gambe larghe e continuava ad accarezzargli la figa.
Potevo prevenire, quando Fabio si stava avvicinando al suo momento, perché accarezzava più velocemente e più profondamente.
E potevo sentire il suo respiro affannoso da dove ero seduta, immobile, nella piscina di vapore, cercando di non unirmi a loro, accarezzandomi.
CONTINUA ...
Erano seduti di fronte a me.
Il vapore che saliva dal bagno nell'aria fresca della notte nel padiglione aperto, la brezza che scorreva attraverso e faceva gonfiare i tendaggi ai pilastri d'angolo laccati di rosso.
La morbida musica del liuto in sottofondo, che sembrava aleggiare nella brezza, era contrastata dal lamento gutturale della mia compagna Paola, mentre Fabio lo sollevava e lo abbassava sul suo cazzo.
Fabio aveva tenuto Paola in grembo, e aveva fatto lavorare la giovane donna sul suo cazzo, nella vasca da bagno per circa trenta minuti, e Paola aveva voluto venire due volte in quel periodo.
Ma quando raggiunse il bordo, Fabio la tenne stretta e ferma e gli ha ordinato di non venire.
Finora Paola era riuscita a trattenersi, ma sapevo che non sarebbe potuto durare a lungo.
Al comando di Fabio, Paola si alzò dalle sue ginocchia, e Fabio si alzò e scese dalla vasca, grugnendo mentre Paola prendeva un asciugamano e asciugava suo il corpo lungo, magro della donna di mezza età.
I suoi muscoli erano fragili e c'erano alcune cicatrici a segnare i suoi anni e le sue esperienze passate.
Fabio era alto più di un metro e ottanta, e le sue braccia mostravano il suo potere.
Asciugato, mostrò quel potere sollevando Paola per la vita e portandola su un divano basso, facendola sdraiare sulla schiena, piegandogli le gambe e riprendendo a pompare il fottuto canale di Paola.
Paola si muoveva con il cazzo infilzato, e gemeva profondamente.
Volevo anch'io condividere la scopata di Paola.
Ma sapevo che non era quello che voleva Fabio.
E sapevo che sarebbe stata una follia dispiacere a Fabio.
Sapevo che Paola voleva venire.
Ma sapeva che non avrebbe potuto farlo, finché non avesse ricevuto il permesso di Fabio.
A un segnale di Fabio, a Paola fu permesso di prendere il suo fallo in mano, e lavorarlo lentamente, mentre Fabio teneva le gambe larghe e continuava ad accarezzargli la figa.
Potevo prevenire, quando Fabio si stava avvicinando al suo momento, perché accarezzava più velocemente e più profondamente.
E potevo sentire il suo respiro affannoso da dove ero seduta, immobile, nella piscina di vapore, cercando di non unirmi a loro, accarezzandomi.
CONTINUA ...
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