Amici immaginari 3
di
Vandal
genere
pulp
AMICI IMMAGINARI parte 3
“Tu dimmi come è possibile sta cosa”
“Ne so quanto te. Forse siamo come in Matrix e stiamo vivendo un’esperienza virtuale” scuote la testa Kristal “O forse stiamo subendo un’invasione aliena. O siamo in una fase di contrappasso. O siamo in coma. Oppure.. Mi sta venendo il mal di testa”
“Ci vorrebbe un po’ di sesso” l’ho detto ad alta voce “Eh, scusa”
“Come quelle eroine degli hentai” sorride “Hai il permesso di uscire da qui?”
“No, ma ho abbastanza libertà nel fare certe cose. Basta che li avvisi”
“Mi stai chiedendo di fare sesso con te?”
“Spudoratamente sì”
Lei arrossisce “Beh, immagino sia giunto il momento di provare la differenza tra Mauro illusione e Mauro reale”
Nella mia stanza, dopo aver fornito a Kristal un tesserino con scritto Visitatore, ci ritroviamo nel bianco asettico che poco tempo prima ha visto me e Giulia fare… “Bello, spartano” allarga le narici “Odore di sesso”
“Come?”
“Ah, ho un senso dell’olfatto abbastanza sviluppato” si tocca il lato destro del naso con l’indice “Hai scopato con qualcuna”
“Ah, sì” faccio imbarazzato “Giulia”
“Visitatrice, Infermiera o paziente?”
“Paziente”
“Ti dai da fare, vecchio”
“E dai con sto vecchio” lo dico ridendo “Ti dimostro quanto non sono vecchio” l’afferro per i fianchi e la isso su una cassettiera. Ora ho il suo viso altezza mio. Ci guardiamo con intensità. Poi, labbra che si sfiorano, lingue che si studiano. Lei si discosta “Ah, non sono da lingua idrovora”
“Idem”
“Nel senso: mi piace che mi lecchino i capezzoli,o la mia fica ma, lingua su lingua” rabbrividisce
“Diavolo, pensavo di essere il solo a cui non piacesse la lingua intrecciata”
“A te piace se uso la mia sul tuo uccello?”
“Piace, piace” e mi chiedo cosa sarebbe un menage a tre tra me, Kristal e Giulia.
Nudi, la mia faccia è già tra le sue gambe, ad assaggiare quella succosa albicocca che è la sua fica. Lei geme e si appoggia al muro, mentre mi tocca con le sue mani, mentre mi arriccia i capelli. Mi alzo, le mordo l’ombelico, lecco la curva dei suoi piccoli seni, mordicchio i capezzoli. Poi su, fino a toccare le labbra, le lingue prima frenetiche che si sfiorano appena “E adesso?” chiede lei con un sorriso
“E adesso” afferro il sesso e lo guido dentro di lei, affondando quasi di prepotenza e strappando un gemito di piacere e di dolore. Le, braccio al collo, mi fissa negli occhi “Non fermarti, vecchio”
E, quel vecchio, mi manda in berseker e comincio a muovere i fianchi come una locomotiva. Lei urla di piacere, affonda le unghie nella carne. Poi esplode dentro di lei e lascio che i nostri respiri si mescolano ai nostri umori, macchiando la placca lucida della cassettiera “Non male, vecchio”
“Ah” faccio sprezzante sedendomi sul letto. Afferro il cazzo e lo scuoto verso di lei “Vuoi favorire?”
Non si fa pregare due volte. Scende dalla cassettiera e si inginocchia davanti a me. “Si sta sgonfiando” e me lo ingoia famelica, fino all’ultima goccia.
Siamo seduti uno accanto all’altra, nudi e felici. Kristal si toglie una goccia di sperma da un angolo della bocca “Pentita?”
“MA che dici?” ride. Abbassa lo sguardo verso il mio sesso ridotto ad uno straccio “Non hai la ripresa veloce, eh?”
“Non sono un porno attore”
Lei allunga la mano sinistra e me lo cialocca un po’ “Dieci minuti?”
“Almeno venti”
“Troppo. Faresti delusione ad una ninfomane”
Bussano alla porta “Non sono presentabile” la porta si apre ed entra Giulia di volata
“Ciao Mauro volevo dirti che..” e rimane lì, con io e Kristal nudi sul letto a fissarla imbarazzati “Porca troia!”
“Non ti ho detto entra pure” ribatto
“Oh.. pensavo che il sesso con le allucinazioni le avresti ignorate per un po’”
“Non sono un’allucinazione” risponde Kristal
“Sì, certo”
“E’ la verità, chiedi a Stefano lì in corridoio”
“Non c’è Stefano in corridoio. Tu sei?”
“Kristal”
“Ah, quella Kristal che ti ha fatto finire fuori strada?”
“Sì..no”
“Un attimo” prende il cartello non disturbare e lo appenda fuori dalla porta. Poi comincia a spogliarsi e rimane nuda “Mi sento a disagio se, tra nudi io sono l’unica vestita” guarda verso Kristal “Ti fai problemi?”
“Nessun problema”
“Bene, raccontate”
“Questo è il momento in cui qualcuno deve dire: ma che cazzo sta succedendo?” fa Giulia guardando prima me e poi Kristal “Ma come diavolo è possibile?”
“O siamo veramente pazzi” alzo lo sguardo alla stanza dove siamo “Oppure…”
“Oppure?” chiede Kristal
“Non lo so: è folle”
“Sì, su questo non ci piove” dice Giulia
“Tu che dici June?” chiede rivolta alla mia allucinazione
June si stringe nelle spalle e ci osserva perplessa “Non saprei che dirvi. Forse è vero che siete pazzi”
“E perché noi ti vediamo?” chiede Kristal “Dovresti essere un’allucinazione di Mauro. Eppure ti vedo io e ti vede Giulia”
“E dove sono le altre?” chiede Giulia
“In giro” fa evasiva June
“Cosa ci nascondi?” chiedo
“Nulla”
“Comincio a credere che siamo davvero in Matrix” commento
“E il Mondo là fuori è un’apocalisse di macchine?” chiede Kristal
June se n’è andata “Lo sapevo” faccio “Qui c’è qualcosa che non va”
-I soggetti manifestano anomalie di grado 3-la voce metallica del Senziente riecheggia nella mente del dottor S.
-Interessante- rispond il dottore pensieroso fissando gli schermi –Ha la consapevolezza delle percezioni oniriche-
-Procediamo con la chiusura della Breccia?-
-No. No. Lasciamolo così. Vediamo fino a che punto si spinge-
-E le altre due?-
-Fanno parte del gioco. Lasciale giocare-
-E l’Entità June?-
-Che agisca come meglio creda-
“C’era una volta in un Mondo lontano lontano” la donna si ferma a guardare i presenti che la guardano meravigliata. Truccata da clown, sui pattini a rotelle come il mago di quei famosi biscotti di quella pubblicità “Un Mondo fatto di pensieri e idee che nascevano dalla mente degli uomini. Questi pensieri erano carne e ossa, parlavano e mangiavano come facciamo noi. Un giorno, uno di loro, riuscii a percepire di essere anomalo grazie ad un incidente che gli capitò. Lui riusciva a vedere attraverso uno squarcio dimensionale, il Mondo che viveva attraverso. Allora l’uomo decise di studiare quello squarcio per capire cosa lo originasse. Fu così che scoprì l’origine del suo Mondo e decise di saperne di più. Cominciò con dei piccoli esperimenti, cercando di comunicare la sua presenza nella mente dei soggetti che riusciva ad intercettare. Ma le persone di questo Mondo non riusciva a capire poiché, per loro, quelli erano sogni strani, menti immaginarie.
Coloro che non davano retta a quei pensieri giustificavano i fatti come pure invenzioni della mente. Ma, quelli che cercavano di percepire il significato, finivano per farsi trascinare in un vortice senza fine, che li portava alla follia”
“Sembra anche a te che sia la storia della nostra vita?” Kristal accanto a me. Non ha più il badge del visitatore e questo mi porta a pensare che lei non sia quella vera ma la mia illusione. Mi manca un pezzo di giornata. Mi ricordo che eravamo nella mia stanza con Kristal, Giulia e June e stavamo cercando di capire se le illusioni erano tali oppure no. Sul perché anche io, o Kristal o Giulia, riuscissero a vedere le une le allucinazioni degli altri
“Porte nella mente” continua il clown “E da lì che gli uomini di quel Mondo venivano a farci visita. Causandoci gravi incomprensioni e facendoci rinchiudere qui, in posti come questi”Il clown è una ragazza. Sotto il pesante trucco e la parrucca riccia e rossa, si intuisce un viso giovane e un corpo ricco. “Non siete pazzi. Voi siete vittime di un incontro alieno” si afferra il cappello con una mano, lo fa volteggiare in aria e poi, un inchino alla platea che scoppia in un applauso
“Chi è quel clown?” chiedo a Kristal
“Non lo so. Puoi sempre chiederglielo”
Il clown si allontana e io mi alzo per seguirla. La storia che ha raccontata è troppo simile alla condizione mentale in cui mi trovo. Stefano l’infermiere mi ferma a mezza strada “Ehi, Mauro, il dottor S ti stava cercando”
“Io, andrò da lui ma prima..”
“Non c’è un prima. Vai da lui”
Guardo sconsolato la ragazza clown che sparisce in fondo al corridoio
“La seguo io” dice Kristal
“Illusione o realtà?” chiedo a Stefano indicando Kristal che si allontana
“Realtà” sorride Stefano “Non riconosci più la tua infermiera personale?”
La mia infermiera personale?
Sdraiato sul lettino, il dottor S mi parla con voce suadente “Come si sente oggi?” mi chiede il dottore
“Normale. Come gli altri giorni”
“Allora, non troppo normale” sorride
“Sì, continuo ad avere le mie visioni”
“Ci fa sesso anche”
“Per me sono piuttosto reali”
“Come la signorina Giulia”
“Lei è reale”
“Ma ci ha fatto sesso”
“Uno dei pochi vizi che mi posso prendere qui”
“Sì, vero” ride complice. Vecchio porco “E con le sue percezioni?”
“Illusioni”
“Sì, certo”
“Perché percezioni?”
“Non si distragga e risponda alla domanda” mi esorta, quasi irritato
“Cosa vuole sapere?”
“Le ha ancora?”
“Sarei qui altrimenti?”
Si ritrae sulla sedia, soppesandomi quasi fossi un insetto da studiare al microscopio “Com’è stato incontrare la vera Kristal?”
“Le rispondo con un’altra domanda: da quand’è che Kristal fa l’infermiera qui?”
“Da poco”
“E non l’ho mai vista?”
“Può essere. Perché è così sospettoso?”
“Perché Kristal ha chiesto di incontrarmi e si è fatta passare per visitatrice?”
“Un po’ paranoico, oggi?” sorride sardonico
“Abbiamo fatto sesso. Poi è arrivata Giulia e ci siamo messi a parlare delle nostre illusioni”
“Interessante. E che deduzioni avete edotto?”
“Credo che lei sappia più di me”
“Io?”
Storno il suo sguardo derisorio “Chi è la ragazza clown?”
“Un’altra illusione?”
“No, credo sia reale. Almeno, gli infermieri mi dicono che è reale”
“Ah, la nuova paziente intrattenitrice” sorride “Faceva parte di un circo. Curioso l’incidente che l’ha portata qui. Due acrobati stavano volteggiando in aria e, ad un certo punto, uno di loro manca la presa e precipita al suolo. Dieci metri di caduta libera. SPLAT! E sotto c’era lei, la ragazza clown” scuote la testa “Bruttissima esperienza. Indossava uno di quei cappelli in plastica rigida che si usano di solito per segnalare buche in strada. Si, simili ai birilli. Lei ne aveva fatto un cappello. Se l’era messo in testa e stava provandolo mentre faceva roteare in aria delle palline colorate. L’acrobata cadde e finì sulla punta del suo cappello” scuote ancora la testa “Io l’ho voluta. E’ adatta per i pazienti”
“Sì, sa intrattenere”
“Dunque, mi parli delle sue illusioni”
A me il dottor S non la conta giusta. Lo ripeto a Giulia quando la ritrovo in giardino che passeggia sotto il porticato. Insieme a lei c’è Tommy Aku, alias Uomo Tigre II. Lui mi vede e mi saluta con un cenno, prima di allontanarsi “Guastafeste” mi fa la linguaccia Giulia
“Avrai modo” minimizzo “Hai visto Kristal?”
“L’ho vista andare via poco fa”
“Ma tu te la ricordi come infermiera?”
“Io.. No”
“Che strano. Tutti la conoscono come infermiera tranne noi”
“Tutto è strano, ricordi” indica con un cenno davanti a noi. C’è Akane in lingerie che si sta baciando con la versione femminile di Ranma ½
“E della ragazza clown?”
“Sì, te ne volevo parlare. Hai sentito quella storia che ha raccontato? Non ti sembra verosimigliante con quanto ci sta accadendo?”
“Verosimigliante non saprei. Di certo, stimola parecchio la nostra mente”
“Pensi sia una di noi?”
“Andiamo a cercarla?”
“Sai che aspetto ha sotto quel pesante trucco?”
“No”
“MM, Kristal le è corsa dietro ma, prima di riuscire a fare qualcosa, sono stato chiamato dal dottor S. Che, tra l’altro, mi convince poco”
“Sì, mi ha sempre dato l’impressione del vecchio porco. Mi sbircia sempre sotto la gonna per vedere se ho le mutandine”
“E le hai?”
“Certo che no” ridacchia
“Comunque, io intendevo altro. Sai come ha chiamato le nostre illusioni? Percezioni”
“percezioni” fa pensierosa
“E quando gli ho fatto notare la definizione, lui ha minimizzato, dicendo che era lo stesso”
“Percezione e non illusione. Siamo in Matrix. O qualcosa che gli assomiglia”
“Porte della mente” ripeto ricordandomi quello che aveva detto la ragazza clown “E se fosse veramente così?”
“Alieni?”
“Boh. O forse siamo veramente pazzi e stiamo cercando di giustificare la nostra follia”
“Qui c’è da uscire pazzi” e scoppia a ridere da quella battuta
“Quando torna Kristal, riunione in camera mia”
“Facciamo sesso?”
“Sì, giusto per tenerci svegli”
=FINE PARTE 3=
“Tu dimmi come è possibile sta cosa”
“Ne so quanto te. Forse siamo come in Matrix e stiamo vivendo un’esperienza virtuale” scuote la testa Kristal “O forse stiamo subendo un’invasione aliena. O siamo in una fase di contrappasso. O siamo in coma. Oppure.. Mi sta venendo il mal di testa”
“Ci vorrebbe un po’ di sesso” l’ho detto ad alta voce “Eh, scusa”
“Come quelle eroine degli hentai” sorride “Hai il permesso di uscire da qui?”
“No, ma ho abbastanza libertà nel fare certe cose. Basta che li avvisi”
“Mi stai chiedendo di fare sesso con te?”
“Spudoratamente sì”
Lei arrossisce “Beh, immagino sia giunto il momento di provare la differenza tra Mauro illusione e Mauro reale”
Nella mia stanza, dopo aver fornito a Kristal un tesserino con scritto Visitatore, ci ritroviamo nel bianco asettico che poco tempo prima ha visto me e Giulia fare… “Bello, spartano” allarga le narici “Odore di sesso”
“Come?”
“Ah, ho un senso dell’olfatto abbastanza sviluppato” si tocca il lato destro del naso con l’indice “Hai scopato con qualcuna”
“Ah, sì” faccio imbarazzato “Giulia”
“Visitatrice, Infermiera o paziente?”
“Paziente”
“Ti dai da fare, vecchio”
“E dai con sto vecchio” lo dico ridendo “Ti dimostro quanto non sono vecchio” l’afferro per i fianchi e la isso su una cassettiera. Ora ho il suo viso altezza mio. Ci guardiamo con intensità. Poi, labbra che si sfiorano, lingue che si studiano. Lei si discosta “Ah, non sono da lingua idrovora”
“Idem”
“Nel senso: mi piace che mi lecchino i capezzoli,o la mia fica ma, lingua su lingua” rabbrividisce
“Diavolo, pensavo di essere il solo a cui non piacesse la lingua intrecciata”
“A te piace se uso la mia sul tuo uccello?”
“Piace, piace” e mi chiedo cosa sarebbe un menage a tre tra me, Kristal e Giulia.
Nudi, la mia faccia è già tra le sue gambe, ad assaggiare quella succosa albicocca che è la sua fica. Lei geme e si appoggia al muro, mentre mi tocca con le sue mani, mentre mi arriccia i capelli. Mi alzo, le mordo l’ombelico, lecco la curva dei suoi piccoli seni, mordicchio i capezzoli. Poi su, fino a toccare le labbra, le lingue prima frenetiche che si sfiorano appena “E adesso?” chiede lei con un sorriso
“E adesso” afferro il sesso e lo guido dentro di lei, affondando quasi di prepotenza e strappando un gemito di piacere e di dolore. Le, braccio al collo, mi fissa negli occhi “Non fermarti, vecchio”
E, quel vecchio, mi manda in berseker e comincio a muovere i fianchi come una locomotiva. Lei urla di piacere, affonda le unghie nella carne. Poi esplode dentro di lei e lascio che i nostri respiri si mescolano ai nostri umori, macchiando la placca lucida della cassettiera “Non male, vecchio”
“Ah” faccio sprezzante sedendomi sul letto. Afferro il cazzo e lo scuoto verso di lei “Vuoi favorire?”
Non si fa pregare due volte. Scende dalla cassettiera e si inginocchia davanti a me. “Si sta sgonfiando” e me lo ingoia famelica, fino all’ultima goccia.
Siamo seduti uno accanto all’altra, nudi e felici. Kristal si toglie una goccia di sperma da un angolo della bocca “Pentita?”
“MA che dici?” ride. Abbassa lo sguardo verso il mio sesso ridotto ad uno straccio “Non hai la ripresa veloce, eh?”
“Non sono un porno attore”
Lei allunga la mano sinistra e me lo cialocca un po’ “Dieci minuti?”
“Almeno venti”
“Troppo. Faresti delusione ad una ninfomane”
Bussano alla porta “Non sono presentabile” la porta si apre ed entra Giulia di volata
“Ciao Mauro volevo dirti che..” e rimane lì, con io e Kristal nudi sul letto a fissarla imbarazzati “Porca troia!”
“Non ti ho detto entra pure” ribatto
“Oh.. pensavo che il sesso con le allucinazioni le avresti ignorate per un po’”
“Non sono un’allucinazione” risponde Kristal
“Sì, certo”
“E’ la verità, chiedi a Stefano lì in corridoio”
“Non c’è Stefano in corridoio. Tu sei?”
“Kristal”
“Ah, quella Kristal che ti ha fatto finire fuori strada?”
“Sì..no”
“Un attimo” prende il cartello non disturbare e lo appenda fuori dalla porta. Poi comincia a spogliarsi e rimane nuda “Mi sento a disagio se, tra nudi io sono l’unica vestita” guarda verso Kristal “Ti fai problemi?”
“Nessun problema”
“Bene, raccontate”
“Questo è il momento in cui qualcuno deve dire: ma che cazzo sta succedendo?” fa Giulia guardando prima me e poi Kristal “Ma come diavolo è possibile?”
“O siamo veramente pazzi” alzo lo sguardo alla stanza dove siamo “Oppure…”
“Oppure?” chiede Kristal
“Non lo so: è folle”
“Sì, su questo non ci piove” dice Giulia
“Tu che dici June?” chiede rivolta alla mia allucinazione
June si stringe nelle spalle e ci osserva perplessa “Non saprei che dirvi. Forse è vero che siete pazzi”
“E perché noi ti vediamo?” chiede Kristal “Dovresti essere un’allucinazione di Mauro. Eppure ti vedo io e ti vede Giulia”
“E dove sono le altre?” chiede Giulia
“In giro” fa evasiva June
“Cosa ci nascondi?” chiedo
“Nulla”
“Comincio a credere che siamo davvero in Matrix” commento
“E il Mondo là fuori è un’apocalisse di macchine?” chiede Kristal
June se n’è andata “Lo sapevo” faccio “Qui c’è qualcosa che non va”
-I soggetti manifestano anomalie di grado 3-la voce metallica del Senziente riecheggia nella mente del dottor S.
-Interessante- rispond il dottore pensieroso fissando gli schermi –Ha la consapevolezza delle percezioni oniriche-
-Procediamo con la chiusura della Breccia?-
-No. No. Lasciamolo così. Vediamo fino a che punto si spinge-
-E le altre due?-
-Fanno parte del gioco. Lasciale giocare-
-E l’Entità June?-
-Che agisca come meglio creda-
“C’era una volta in un Mondo lontano lontano” la donna si ferma a guardare i presenti che la guardano meravigliata. Truccata da clown, sui pattini a rotelle come il mago di quei famosi biscotti di quella pubblicità “Un Mondo fatto di pensieri e idee che nascevano dalla mente degli uomini. Questi pensieri erano carne e ossa, parlavano e mangiavano come facciamo noi. Un giorno, uno di loro, riuscii a percepire di essere anomalo grazie ad un incidente che gli capitò. Lui riusciva a vedere attraverso uno squarcio dimensionale, il Mondo che viveva attraverso. Allora l’uomo decise di studiare quello squarcio per capire cosa lo originasse. Fu così che scoprì l’origine del suo Mondo e decise di saperne di più. Cominciò con dei piccoli esperimenti, cercando di comunicare la sua presenza nella mente dei soggetti che riusciva ad intercettare. Ma le persone di questo Mondo non riusciva a capire poiché, per loro, quelli erano sogni strani, menti immaginarie.
Coloro che non davano retta a quei pensieri giustificavano i fatti come pure invenzioni della mente. Ma, quelli che cercavano di percepire il significato, finivano per farsi trascinare in un vortice senza fine, che li portava alla follia”
“Sembra anche a te che sia la storia della nostra vita?” Kristal accanto a me. Non ha più il badge del visitatore e questo mi porta a pensare che lei non sia quella vera ma la mia illusione. Mi manca un pezzo di giornata. Mi ricordo che eravamo nella mia stanza con Kristal, Giulia e June e stavamo cercando di capire se le illusioni erano tali oppure no. Sul perché anche io, o Kristal o Giulia, riuscissero a vedere le une le allucinazioni degli altri
“Porte nella mente” continua il clown “E da lì che gli uomini di quel Mondo venivano a farci visita. Causandoci gravi incomprensioni e facendoci rinchiudere qui, in posti come questi”Il clown è una ragazza. Sotto il pesante trucco e la parrucca riccia e rossa, si intuisce un viso giovane e un corpo ricco. “Non siete pazzi. Voi siete vittime di un incontro alieno” si afferra il cappello con una mano, lo fa volteggiare in aria e poi, un inchino alla platea che scoppia in un applauso
“Chi è quel clown?” chiedo a Kristal
“Non lo so. Puoi sempre chiederglielo”
Il clown si allontana e io mi alzo per seguirla. La storia che ha raccontata è troppo simile alla condizione mentale in cui mi trovo. Stefano l’infermiere mi ferma a mezza strada “Ehi, Mauro, il dottor S ti stava cercando”
“Io, andrò da lui ma prima..”
“Non c’è un prima. Vai da lui”
Guardo sconsolato la ragazza clown che sparisce in fondo al corridoio
“La seguo io” dice Kristal
“Illusione o realtà?” chiedo a Stefano indicando Kristal che si allontana
“Realtà” sorride Stefano “Non riconosci più la tua infermiera personale?”
La mia infermiera personale?
Sdraiato sul lettino, il dottor S mi parla con voce suadente “Come si sente oggi?” mi chiede il dottore
“Normale. Come gli altri giorni”
“Allora, non troppo normale” sorride
“Sì, continuo ad avere le mie visioni”
“Ci fa sesso anche”
“Per me sono piuttosto reali”
“Come la signorina Giulia”
“Lei è reale”
“Ma ci ha fatto sesso”
“Uno dei pochi vizi che mi posso prendere qui”
“Sì, vero” ride complice. Vecchio porco “E con le sue percezioni?”
“Illusioni”
“Sì, certo”
“Perché percezioni?”
“Non si distragga e risponda alla domanda” mi esorta, quasi irritato
“Cosa vuole sapere?”
“Le ha ancora?”
“Sarei qui altrimenti?”
Si ritrae sulla sedia, soppesandomi quasi fossi un insetto da studiare al microscopio “Com’è stato incontrare la vera Kristal?”
“Le rispondo con un’altra domanda: da quand’è che Kristal fa l’infermiera qui?”
“Da poco”
“E non l’ho mai vista?”
“Può essere. Perché è così sospettoso?”
“Perché Kristal ha chiesto di incontrarmi e si è fatta passare per visitatrice?”
“Un po’ paranoico, oggi?” sorride sardonico
“Abbiamo fatto sesso. Poi è arrivata Giulia e ci siamo messi a parlare delle nostre illusioni”
“Interessante. E che deduzioni avete edotto?”
“Credo che lei sappia più di me”
“Io?”
Storno il suo sguardo derisorio “Chi è la ragazza clown?”
“Un’altra illusione?”
“No, credo sia reale. Almeno, gli infermieri mi dicono che è reale”
“Ah, la nuova paziente intrattenitrice” sorride “Faceva parte di un circo. Curioso l’incidente che l’ha portata qui. Due acrobati stavano volteggiando in aria e, ad un certo punto, uno di loro manca la presa e precipita al suolo. Dieci metri di caduta libera. SPLAT! E sotto c’era lei, la ragazza clown” scuote la testa “Bruttissima esperienza. Indossava uno di quei cappelli in plastica rigida che si usano di solito per segnalare buche in strada. Si, simili ai birilli. Lei ne aveva fatto un cappello. Se l’era messo in testa e stava provandolo mentre faceva roteare in aria delle palline colorate. L’acrobata cadde e finì sulla punta del suo cappello” scuote ancora la testa “Io l’ho voluta. E’ adatta per i pazienti”
“Sì, sa intrattenere”
“Dunque, mi parli delle sue illusioni”
A me il dottor S non la conta giusta. Lo ripeto a Giulia quando la ritrovo in giardino che passeggia sotto il porticato. Insieme a lei c’è Tommy Aku, alias Uomo Tigre II. Lui mi vede e mi saluta con un cenno, prima di allontanarsi “Guastafeste” mi fa la linguaccia Giulia
“Avrai modo” minimizzo “Hai visto Kristal?”
“L’ho vista andare via poco fa”
“Ma tu te la ricordi come infermiera?”
“Io.. No”
“Che strano. Tutti la conoscono come infermiera tranne noi”
“Tutto è strano, ricordi” indica con un cenno davanti a noi. C’è Akane in lingerie che si sta baciando con la versione femminile di Ranma ½
“E della ragazza clown?”
“Sì, te ne volevo parlare. Hai sentito quella storia che ha raccontato? Non ti sembra verosimigliante con quanto ci sta accadendo?”
“Verosimigliante non saprei. Di certo, stimola parecchio la nostra mente”
“Pensi sia una di noi?”
“Andiamo a cercarla?”
“Sai che aspetto ha sotto quel pesante trucco?”
“No”
“MM, Kristal le è corsa dietro ma, prima di riuscire a fare qualcosa, sono stato chiamato dal dottor S. Che, tra l’altro, mi convince poco”
“Sì, mi ha sempre dato l’impressione del vecchio porco. Mi sbircia sempre sotto la gonna per vedere se ho le mutandine”
“E le hai?”
“Certo che no” ridacchia
“Comunque, io intendevo altro. Sai come ha chiamato le nostre illusioni? Percezioni”
“percezioni” fa pensierosa
“E quando gli ho fatto notare la definizione, lui ha minimizzato, dicendo che era lo stesso”
“Percezione e non illusione. Siamo in Matrix. O qualcosa che gli assomiglia”
“Porte della mente” ripeto ricordandomi quello che aveva detto la ragazza clown “E se fosse veramente così?”
“Alieni?”
“Boh. O forse siamo veramente pazzi e stiamo cercando di giustificare la nostra follia”
“Qui c’è da uscire pazzi” e scoppia a ridere da quella battuta
“Quando torna Kristal, riunione in camera mia”
“Facciamo sesso?”
“Sì, giusto per tenerci svegli”
=FINE PARTE 3=
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