La tana 4/5
di
LanA
genere
fisting
Allargo le tue gambe, ma la minigonna che indossi e troppo stretta.
Allora tento di girartela in su, ma sono goffa e maldestra.
Mi sta riprendendo la frenesia della voglia di sesso, quindi prendo i due lembi di stoffa ai lati dello spacchetto e li allargo con forza.
Tu mi guardi inorridita nel sentire il rumore della costosa stoffa che si lacera, ma io alzo i miei occhi su di te e tu annichilisci nella mente ogni tentativo di ribellarti.
Ora ci arrivo, come una bestia sento il calore della tua figa, l'odore dei tuoi umori copiosi.
Ma c'è ancora qualcosa tra la mia brama e l'oggetto del mio sfrenato desiderio.
Il tallone del tuo collant.
Dolcemente infilo le mani sotto il tuo sedere, beandomi dello sfregamento che mi dai sul palmo delle mani.
Sento il nylon e del calore che emana la tua carne eccitata.
Prendo così il bordo dei collant, e strappo quel tanto che mi permette di allentare il tallone dal tuo corpo voglioso.
Quel tanto che mi permette di prenderlo con i denti e come una bestia avida tirare e tirare per levare e portar via quel lembo di plastica, quell'inutile lembo di plastica.
E via finalmente.
Ti ho sfilato i collant fino alle ginocchia, che ora tieni sollevate.
Io sono sotto le tue ginocchia, sotto il tuo collant rovesciato sul mio collo.
Sono in mezzo alla brace ardente delle tue cosce calde e mi arrivano effluvi del tuo miele.
Con la lingua lecco l'aria, grugnisco come bestia assetata e mi spingo sempre più giù nel profondo di questa caverna.
Tu ora sei rovesciata quasi sulla schiena, su quella panchina.
Io con le ginocchia nell'erba, i seni penduli nell'aria fresca, tra te e le mie gambe piegate ad angolo retto, il culo in aria.
Non penso a nulla, sono una donna dell'età delle caverne ora.
Sono puro istinto; un istinto sessuale che mi porta a leccare la tua figa fradicia, una fontana inesauribile di pipì e liquidi dolci in contrasto continuo tra loro per odori e sapori.
Avverto un'auto che si ferma, non ci faccio caso.
Sento dei passi dietro di me, uno che parla e chiede se può unirsi all'amplesso.
CONTINUA ...
Allora tento di girartela in su, ma sono goffa e maldestra.
Mi sta riprendendo la frenesia della voglia di sesso, quindi prendo i due lembi di stoffa ai lati dello spacchetto e li allargo con forza.
Tu mi guardi inorridita nel sentire il rumore della costosa stoffa che si lacera, ma io alzo i miei occhi su di te e tu annichilisci nella mente ogni tentativo di ribellarti.
Ora ci arrivo, come una bestia sento il calore della tua figa, l'odore dei tuoi umori copiosi.
Ma c'è ancora qualcosa tra la mia brama e l'oggetto del mio sfrenato desiderio.
Il tallone del tuo collant.
Dolcemente infilo le mani sotto il tuo sedere, beandomi dello sfregamento che mi dai sul palmo delle mani.
Sento il nylon e del calore che emana la tua carne eccitata.
Prendo così il bordo dei collant, e strappo quel tanto che mi permette di allentare il tallone dal tuo corpo voglioso.
Quel tanto che mi permette di prenderlo con i denti e come una bestia avida tirare e tirare per levare e portar via quel lembo di plastica, quell'inutile lembo di plastica.
E via finalmente.
Ti ho sfilato i collant fino alle ginocchia, che ora tieni sollevate.
Io sono sotto le tue ginocchia, sotto il tuo collant rovesciato sul mio collo.
Sono in mezzo alla brace ardente delle tue cosce calde e mi arrivano effluvi del tuo miele.
Con la lingua lecco l'aria, grugnisco come bestia assetata e mi spingo sempre più giù nel profondo di questa caverna.
Tu ora sei rovesciata quasi sulla schiena, su quella panchina.
Io con le ginocchia nell'erba, i seni penduli nell'aria fresca, tra te e le mie gambe piegate ad angolo retto, il culo in aria.
Non penso a nulla, sono una donna dell'età delle caverne ora.
Sono puro istinto; un istinto sessuale che mi porta a leccare la tua figa fradicia, una fontana inesauribile di pipì e liquidi dolci in contrasto continuo tra loro per odori e sapori.
Avverto un'auto che si ferma, non ci faccio caso.
Sento dei passi dietro di me, uno che parla e chiede se può unirsi all'amplesso.
CONTINUA ...
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