La convivenza -8- (continua)
di
LanA
genere
orge
- Cara Roby, noi ci conosciamo da una vita, davvero una vita, e lo sai che tra me e te non ci sono mai stati segreti, e spero non ce ne siano ora.
Quindi dimmi due cose soltanto: cosa dobbiamo farne di Marco, perché seppur sia comodo avere uno "scopamico" in casa, e aggiungo pure giovane, questo non fa un cazzo e non paga l'affitto.
Poi cosa c'è che non va tra me e te?
Mi rendevo conto che ero stata un po' troppo dura, e che messo così il discorso non si poteva esaurire in due minuti, ma almeno era un inizio.
Ovviamente Roberta si schernì, e poi disse che pure per lei le cose con Marco non parevano funzionare, ma siccome la casa era mia, se stava bene a me, chi era lei per opporsi?
Insomma, passava la patata bollente nelle mie mani, tipico degli avvocati, tipico di Roberta.
Sulla seconda questione, ovviamente non c'era nulla, ma che andavo a pensare...
Insomma, avevo fatto un buco nell'acqua con Roberta, ma almeno il sasso l'avevo lanciato.
L'indomani era domenica, e non lavorando nessuno di noi due, avevamo in programma di andare a Capocotta a prendere il sole, con Marco ovviamente.
Così la mattina, di buonora, ci avviamo in auto tutti e tre verso il litorale di Capocotta.
Pochi chilometri a sud di Ostia, prima del "Villaggio Tognazzi".
Data l'ora, potei parcheggiare tranquillamente l'auto.
Prendemmo le nostre cose, e ci avviamo verso le dune, dove pochissimi avventori camminavano godendosi il fresco della mattina e la solitudine, prima che il posto diventasse preda dei "domenicali agostani".
Decidiamo di metterci abbastanza in riva al mare, consci del fatto che quello è il posto peggiore, dato che tanta gente passa per le passeggiate proprio in quel punto.
Ma a noi non importava, né essere viste, né di essere importunate, dato che avevamo l'accompagnatore.
Anche se sembrava, per età, più nostro figlio.
Sistemati gli asciugamani ci denudiamo, e sempre in piedi ci spalmiamo crema solare tutti e tre insieme, ridendo e divertendoci.
Accarezzavamo i nostri corpi, indugiando su quello scultoreo di Marco.
Che dire, era per quello che lo tenevamo no?
Così ci sdraiamo a pancia in giù, e culi in aria.
Marco, nel mezzo, tutti e tre con un cappello in testa, e occhiali da sole, guardavamo verso le dune.
CONTINUA ...
Quindi dimmi due cose soltanto: cosa dobbiamo farne di Marco, perché seppur sia comodo avere uno "scopamico" in casa, e aggiungo pure giovane, questo non fa un cazzo e non paga l'affitto.
Poi cosa c'è che non va tra me e te?
Mi rendevo conto che ero stata un po' troppo dura, e che messo così il discorso non si poteva esaurire in due minuti, ma almeno era un inizio.
Ovviamente Roberta si schernì, e poi disse che pure per lei le cose con Marco non parevano funzionare, ma siccome la casa era mia, se stava bene a me, chi era lei per opporsi?
Insomma, passava la patata bollente nelle mie mani, tipico degli avvocati, tipico di Roberta.
Sulla seconda questione, ovviamente non c'era nulla, ma che andavo a pensare...
Insomma, avevo fatto un buco nell'acqua con Roberta, ma almeno il sasso l'avevo lanciato.
L'indomani era domenica, e non lavorando nessuno di noi due, avevamo in programma di andare a Capocotta a prendere il sole, con Marco ovviamente.
Così la mattina, di buonora, ci avviamo in auto tutti e tre verso il litorale di Capocotta.
Pochi chilometri a sud di Ostia, prima del "Villaggio Tognazzi".
Data l'ora, potei parcheggiare tranquillamente l'auto.
Prendemmo le nostre cose, e ci avviamo verso le dune, dove pochissimi avventori camminavano godendosi il fresco della mattina e la solitudine, prima che il posto diventasse preda dei "domenicali agostani".
Decidiamo di metterci abbastanza in riva al mare, consci del fatto che quello è il posto peggiore, dato che tanta gente passa per le passeggiate proprio in quel punto.
Ma a noi non importava, né essere viste, né di essere importunate, dato che avevamo l'accompagnatore.
Anche se sembrava, per età, più nostro figlio.
Sistemati gli asciugamani ci denudiamo, e sempre in piedi ci spalmiamo crema solare tutti e tre insieme, ridendo e divertendoci.
Accarezzavamo i nostri corpi, indugiando su quello scultoreo di Marco.
Che dire, era per quello che lo tenevamo no?
Così ci sdraiamo a pancia in giù, e culi in aria.
Marco, nel mezzo, tutti e tre con un cappello in testa, e occhiali da sole, guardavamo verso le dune.
CONTINUA ...
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