L'incontro -1- (continua)
di
LanA
genere
etero
Sono sempre di fretta, vago tra la camera da letto e il bagno cercando un vestito che si adatti alla serata e il trucco da rifare.
La ricerca di una scarpa adatta al lungo vestito è ancora più ardua.
Mi chiedo incessantemente perché ho deciso di mettermi questa mise.
Poteva benissimo andare anche un banale jeans, il casual non passa di moda per gente come me.
Sono Angela, scrittrice di belle speranze, ma in realtà una donna oramai negli anta.
Mai stata sposata, non ricca, sempre impegnata in mille associazioni e a seguire mille idee e mille convegni.
Mi un momento vero per me.
Credo che questa vita sia la mia vita, ma dentro di me sento che non è così.
Sento che devo trovare il coraggio di fermarmi, ma poi mi dico che non posso, che non ho la sicurezza di un posto fisso, di un marito.
Il lavoro di scrittrice è così, mai ferma, se ti fermi sei perduta e io mi sono fermata per cinque lunghi anni.
Carlo è un editore, lo devo incontrare questa sera, dice di aver letto le bozze del mio ultimo scritto.
Gli piace e ne vuole parlare con me, a quattrocchi.
Mi sono messa in ghingheri per lui, so già che è il classico piacione, tutto sorrisi e ammiccamenti, tutto fumo poco arrosto.
Ma adesso ho solo lui, e devo cucinarmelo per bene.
Spero solo di riuscire anche a digerirlo perché ho un carattere difficile.
Il posto si chiama "All'amo d'oro", trattoria in periferia, rinomata per il pesce.
Io non l'ho mai sentita, lui dice che ci va spesso.
Dando un'occhiata al posto gli credo, è il classico posticino isolato dove portare le prede.
So bene che lui ama inseguire prede come me, che ho bisogno disperato di lavorare e di soldi.
Arrivo in taxi.
Il tassista si gira per prendere i soldi e si prende come copiosa mancia la mia scollatura che si apre facendo intravedere il mio seno.
Una volta florido, e ora opulentemente pesante.
CONTINUA ...
La ricerca di una scarpa adatta al lungo vestito è ancora più ardua.
Mi chiedo incessantemente perché ho deciso di mettermi questa mise.
Poteva benissimo andare anche un banale jeans, il casual non passa di moda per gente come me.
Sono Angela, scrittrice di belle speranze, ma in realtà una donna oramai negli anta.
Mai stata sposata, non ricca, sempre impegnata in mille associazioni e a seguire mille idee e mille convegni.
Mi un momento vero per me.
Credo che questa vita sia la mia vita, ma dentro di me sento che non è così.
Sento che devo trovare il coraggio di fermarmi, ma poi mi dico che non posso, che non ho la sicurezza di un posto fisso, di un marito.
Il lavoro di scrittrice è così, mai ferma, se ti fermi sei perduta e io mi sono fermata per cinque lunghi anni.
Carlo è un editore, lo devo incontrare questa sera, dice di aver letto le bozze del mio ultimo scritto.
Gli piace e ne vuole parlare con me, a quattrocchi.
Mi sono messa in ghingheri per lui, so già che è il classico piacione, tutto sorrisi e ammiccamenti, tutto fumo poco arrosto.
Ma adesso ho solo lui, e devo cucinarmelo per bene.
Spero solo di riuscire anche a digerirlo perché ho un carattere difficile.
Il posto si chiama "All'amo d'oro", trattoria in periferia, rinomata per il pesce.
Io non l'ho mai sentita, lui dice che ci va spesso.
Dando un'occhiata al posto gli credo, è il classico posticino isolato dove portare le prede.
So bene che lui ama inseguire prede come me, che ho bisogno disperato di lavorare e di soldi.
Arrivo in taxi.
Il tassista si gira per prendere i soldi e si prende come copiosa mancia la mia scollatura che si apre facendo intravedere il mio seno.
Una volta florido, e ora opulentemente pesante.
CONTINUA ...
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