Tette al vento
di
Vandal
genere
tradimenti
I
Entro in casa e me la trovo lì, a stirare, pantaloni della tuta, a piedi scalzi con le tette al vento. Ogni colpo di ferro da stiro, le tette che oscillano in maniera ipnotica a destra e sinistra. Belle, tonde, morbide.
Lei alza appena lo sguardo, dietro gli occhiali che io chiamo da segretaria, i capelli a caschetto neri, che ondeggiano un poco “Alla buon’ora” seccata, come sempre
“Sai, il lavoro” rispondo. Svio verso la camera da letto, con lei che mi rincorre a rimbrotti e borbottii. Diavolo che nervoso. Eppure, vederla così, quasi nuda, mi lo fa rizzare all’istante. E lei che mi grida dalla cucina “Scordatelo” come se avesse avuto una sorta di radar e mi avesse visto il pacco gonfio
Ormai è così da diverso tempo. Sesso poco, quasi sempre di malavoglia, lei che mi guarda annoiata fingendo di godere quando la penetro. Trent’anni, sposati da dieci anni. Trent’anni e mi sento come un rudere. Lei ha il suo bel fisico asciutto, i fianchi perfetti e un bel culetto da sfondare in più di un’occasione. Io, pancetta da bevitore di birra, muscolatura un po’ sgonfia ma, un cazzo in pieno vigore sessuale. Ma non basta.
Accendo la TV, c’è il TG. Lei comincia a borbottare “Eh, sempre la solita solfa… Uffa, ma sono sempre le solite cazzate.. Ecco, politica..Ecco, terrorismo.. Ecco, stragi sulle strade”
“Ehchecazzo” sbuffo. Spengo la Tv, vado in bagno.. Mi faccio la doccia, sperando che lei mi scivoli addosso come facevano qualche anno prima. Ci si abbracciava, si toccava, si scopava mentre l’acqua ci massaggiava calda la pelle.
Ma no, nulla. Lei in cucina con le tette al vento a stirare. Palle.
Verso sera mi arriva un messaggio da mio cugino Leandro. Ci invita per un uscita in pizzeria e quattro chiacchiere. Lo dico a Marzia, che borbotta qualcosa di intellegibile mentre lava i piatti nel lavello “Va bene” dice alla fine. La prima frase leggibile della serata. Alleluja. Scommetto che dopo non perderà occasione di trovar da dire a loro.
Ora di andare a letto. Lei, sempre con le tette al vento, si sdraia sul lato sinistro del letto e si distende stile mummia, con le braccia incrociate al petto “No scopate” dice. Un mese di astinenza e lunghe permanenze masturbatorie in bagno. Nulla di nulla. Mi addormento quasi subito, scivolando in un sonno senza sogni.
Mi sveglio che Marzia è già uscita. Mi lavo, mi vesto, faccio colazione, via al lavoro. Diavolo, l’auto non c’è più in garage. Bigliettino di Marzia che dice MI SERVE e nulla più. Ma che cazzo! Via , bici alla mano, scatto alla Gimondi. Traffico agevolato. Fortuna che non fa freddo. Spero di arrivare vittorioso al lavoro.
Arrivo in frenata sgommando. Il guardiano nel gabbiotto mi osserva con cipiglio scimmiesco. Io sorrido, fingendo di non stare per collassare sull’asfalto. Incatenata ad un palo e poi via. Cartellino, saluta Meredith, la stagista che viene dall’America. Bel tipino, esile, con un vitino da vespa, boccuccia di rosa, boccoli ribelli e neri che le incorniciano il viso.
Mi esibisco nel mio solito sorriso da dentifricio ma, quella mattina, con la pedalata che mi sono fatto, appaio come uno sfollato in fuga da un branco di cinghiali.
“Al pelo Marco” mi saluta il capufficio “Non è da te”
“Sono venuto in bici”
“Uh, questa è una novità”
“Mia moglie mi ha ciulato l’auto senza avere l’accortezza di avvertirmi”
“Ah, la femme”
E si comincia. Burocrazia da ufficio, parlare coi clienti, piazzare le polizze,pausa pranzo. “Ciao” Boccuccia di rosa si viene a sedere al mio tavolino del bar di fronte all’ufficio
“Ciao” sono sorpreso
“Ti spiace se ti faccio compagnia?” italiano perfetto con uno strascico leggero americano
“Nient’affatto”
“Forse mi dirai che sono sfacciata ma, tu mi interessi molto”
Io mi tocco la Fede e sto per dire che sono sposato ma mi trattengo, non so cosa mi passa per la testa “Idem”
“Ma tu sei sposato”
Mi guardo l’anello “Nota dolente”
“Senti, se ti va di pure di no ma, questo week end vado su in montagna con alcuni amici e, mi chiedevo se tu..”
“Sì, con la iena non riuscirei a districarmi nemmeno con una guida”
“Porta anche lei”
“E quella frase che hai sparato prima ‘Tu mi interessi molto’?”
“Era quello che intendevo. E anche tu”
“Che ti interesso”
“Sul tipo di..”
“Che vorrei scoparti”
“Ah.. wow.. decisa”
“Sì, sono una che va diritto al sodo se vuole”
“E mi scoperesti con mia moglie nei dintorni?”
“Il metodo si trova sempre” si umette le labbra. Ma in una maniera che mi fa venire i brividi
“E dove sarebbe questo posto?”
“Un week end di lavoro?” la iena con le tette al vento mi guarda dubbioso. Io storno, dico che è un bel posticino su in montagna, con la veranda che guarda verso gli stambecchi. C’è la sauna, la piscina coperta, buon cibo “E anche io devo venirti dietro?”
“Beh, l’invito è per le rispettive consorti ma, se tu non vuoi..”
“Spero per te che non sia solo una scusa per correre dietro a qualche gonnella”
“Con te nei paraggi, see”
“Ah, perché se non ci fossi io, tu lo faresti?”
“MA no, è un modo di dire”
Ha in mano un mestolo di legno, quelli della specie ‘Ahi che male’ se ti arrivano di taglio sulle mani. Arma preferita numero 1 di mia madre “E dai! Che umorismo della minchia”
“Te lo do’ io l’umorismo” agita il mestolo nell’aria come Zorro davanti al sergente Garcia
Mi ritiro dignitosamente, chiudendomi dentro la mia stanza. Ma che cazzo
Alla fine ha accettato e siamo partiti per il luogo idilliaco. I colleghi di lavoro sono già tutti lì, con le rispettive mogli/amanti. Il mio capo mi aggancia dal bancone, agitando la mano “Marco!” che rimbomba per tutta la sala facendo trasalire gli addetti ai lavori “Sempre al pelo eh?”
Presento mia moglie e lui si inchina con un baciamano fuori tempo. Marzia si lusinga e mi lancia un’occhiataccia. Io faccio finta di niente e cerco Meredith con lo sguardo “Landini, ce l’hai fatta eh” arriva Franchi, alto, secco, imbiancato, over sessanta, con una tettona che avrà si è no 30 anni. Non è la stessa di due mesi prima. Ma come diavolo fa, dico io, che fa fatica a muoversi e ha gli occhi stretti peggio di Enrico la talpa. Quanto Viagra si deve prendere per soddisfare una bellona come quella?
“Ingegnere” saluto “E..”
“Lei è Lucilla” lo abbraccia e fa boccuccia. Lui si avvicina a me e mi sussurra “Fa certi numeri che gliela raccomando”
Azzo. Marzia non ha sentito, sta richiamando l’attenzione di un impiegato per farsi portare su i bagagli. Dove diavolo è Meredith?
“Bella idea questa, non trova Landini?” il boss mi picchia due badilate sulle spalle e avverto un rumore sinistro
“Sì, ha avuto una bella pensata”
“Io” scoppia a ridere “Matacchione. Meredith mi ha detto che è stata sua l’idea”
“Mia?” Marzia mi guarda male “Mia, sì, certo. Gradito?”
“Certo, non aspettavo altro. Relax, aria buona e mia moglie lontana dalla mia vista”
“Ah, va così male?”
“MA che dice LAndini? Va a gonfie vele. Solo che, sa, ogni tanto, bisogna staccare la spina e puntare qualcos’altro. Non trova Landini” altra pacca sulle spalle “Segua l’esempio” mi sussurra e si allontana
“Chi è Meredith?” mi inquisisce Marzia
“La segretaria del boss, nonché sua amante”
“Sì” sbuffa poco convinta
Meredith, Meredith, Meredith. Ce l’ho in testa, ce l’ho nei miei pensieri, ce l’ho nella mia erezione. Marzia si è messa libera, come al solito, con le tette che ballonzolano di qua e di là. “Non ho voglia di scopare” dice frettolosa. Quando mai
Si veste in fretta ed esce. Io rimango lì, in boxer, con l’uccello che mi si agita nervoso. Che diavolo di vacanza iniziata male
Esco sul balcone ed osservo il paesaggio oltre. Un laghetto turchese che riverbera tra alti pini e macchie di fiori multicolori. Bello, quasi rilassante. Me lo sto pitoccando da un po’, quando sento una voce famigliare che mi dice “Dovresti fartelo fare da qualcuno con dita più esperte”
Mi volto così, con il cazzo in mano e Meredith che mi osserva maliziosa dall’altra parte del balcone “Meredith”
“Tua moglie è stata sequestrata dal boss. Credo che ne avrà per un po’” sposta lo sguardo verso il basso “Scavalca che ci facciamo due giri”
“Come sai che mia moglie ne avrà per un po’?”
“Perché il boss ci sa fare quando si tratta di intrattenere donne”
“E’ un Casanova?”
“Credo che tu non sarai l’unico a tradire la consorte”
Scavalco quasi in corsa, stando attento a non limarmi i cojones. Lei entra nella sua stanza e si libera della maglietta, lasciando libere le sue tette piccole e morbide. Tette al vento. Le afferro da dietro e le premo. Lei ride, si lascia toccare, le faccio sentire la mia prepotenza. Lei ridacchia, si svincola e mi abbassa di colpo i boxer. In un movimento fluido, si inginocchia e mi ingoia il sesso. Sublime.
Una troia da monta, una forza selvaggia della Natura. Ho perso il senso del tempo e della realtà. Da quanto tempo non godevo come un animale facendo sesso con una femmina? Boh? Anni. Con Marzia, il sublime benestare del sesso, è durato tre anni. Poi, il declino.
Meredith furia selvaggia mi sta cavalcando, per la quarta volta. Non so come faccia ad avere tutta quell’energia tra le gambe. Non so come faccio a recuperare così in fretta dopo un’intensa scopata. O come fa ad avere molteplici orgasmi nello spazio di poco tempo
“Bel giro di giostra” dico con affanno
Lei mugugna qualcosa di intellegibile, anche perché sta eseguendo un pompino quasi masticato su di me. Scivola, dopo aver finito, fino a raggomitolarsi contro il mio corpo e mi dice “Se il tuo matrimonio non è quel granchè, perché non divorzi?”
Già, bella domanda. Sadomasochismo? Illusione di un ritorno positivo nella vita di coppia? Ma “Chi lo sa”
“Tutta quest’attrezzatura e non potere essere usata” dice lei afferrandomi l’uccello “Era da tanto che volevo farlo”
“Solo con me?”
“Gli altri non mi han dato soddisfazione”
“Nel senso che?”
“Geloso?”
“Immagino che non dovrei”
“Comunque”
“Comunque che?”
“Per Halloween ho in vista un week end in un resort particolare che si trova a qualche montagna di distanza. Si chiama Oasi di Venere ed è, una sorta di campo nudisti. Conosco i soci/proprietari. Clientela selezionata. In pratica è un campo nudisti mascherato da resort. Che ne diresti se ci si facesse un giro?”
“E la iena?”
“Oh, conoscendo il boss, mi sa che verrà sicuramente anche lei” sorride
“Devo dire che non è stato male questo week end di lavoro. Mi sento rinvigorita” dice la iena che, al rientro, mi senta più mansueta. Meredith mi ha detto che la frigida di legno(come l’ha chiamata lei), si è sciolta come burro sul cazzo del boss(glielo ha detto il boss) “Il tuo boss mi ha parlato di un posto tra le montagne, una specie di resort ma, in realtà, è un campo nudisti. Ci va per il week end prossimo e ci torna per Halloween. Che ne diresti se ci facessimo un giro?”
“Costerà parecchio”
“MA no, offre lui” sorride
Anch’io sorrido. Internamente. Aspetterò con entusiasmo la visita in questo resort…
Entro in casa e me la trovo lì, a stirare, pantaloni della tuta, a piedi scalzi con le tette al vento. Ogni colpo di ferro da stiro, le tette che oscillano in maniera ipnotica a destra e sinistra. Belle, tonde, morbide.
Lei alza appena lo sguardo, dietro gli occhiali che io chiamo da segretaria, i capelli a caschetto neri, che ondeggiano un poco “Alla buon’ora” seccata, come sempre
“Sai, il lavoro” rispondo. Svio verso la camera da letto, con lei che mi rincorre a rimbrotti e borbottii. Diavolo che nervoso. Eppure, vederla così, quasi nuda, mi lo fa rizzare all’istante. E lei che mi grida dalla cucina “Scordatelo” come se avesse avuto una sorta di radar e mi avesse visto il pacco gonfio
Ormai è così da diverso tempo. Sesso poco, quasi sempre di malavoglia, lei che mi guarda annoiata fingendo di godere quando la penetro. Trent’anni, sposati da dieci anni. Trent’anni e mi sento come un rudere. Lei ha il suo bel fisico asciutto, i fianchi perfetti e un bel culetto da sfondare in più di un’occasione. Io, pancetta da bevitore di birra, muscolatura un po’ sgonfia ma, un cazzo in pieno vigore sessuale. Ma non basta.
Accendo la TV, c’è il TG. Lei comincia a borbottare “Eh, sempre la solita solfa… Uffa, ma sono sempre le solite cazzate.. Ecco, politica..Ecco, terrorismo.. Ecco, stragi sulle strade”
“Ehchecazzo” sbuffo. Spengo la Tv, vado in bagno.. Mi faccio la doccia, sperando che lei mi scivoli addosso come facevano qualche anno prima. Ci si abbracciava, si toccava, si scopava mentre l’acqua ci massaggiava calda la pelle.
Ma no, nulla. Lei in cucina con le tette al vento a stirare. Palle.
Verso sera mi arriva un messaggio da mio cugino Leandro. Ci invita per un uscita in pizzeria e quattro chiacchiere. Lo dico a Marzia, che borbotta qualcosa di intellegibile mentre lava i piatti nel lavello “Va bene” dice alla fine. La prima frase leggibile della serata. Alleluja. Scommetto che dopo non perderà occasione di trovar da dire a loro.
Ora di andare a letto. Lei, sempre con le tette al vento, si sdraia sul lato sinistro del letto e si distende stile mummia, con le braccia incrociate al petto “No scopate” dice. Un mese di astinenza e lunghe permanenze masturbatorie in bagno. Nulla di nulla. Mi addormento quasi subito, scivolando in un sonno senza sogni.
Mi sveglio che Marzia è già uscita. Mi lavo, mi vesto, faccio colazione, via al lavoro. Diavolo, l’auto non c’è più in garage. Bigliettino di Marzia che dice MI SERVE e nulla più. Ma che cazzo! Via , bici alla mano, scatto alla Gimondi. Traffico agevolato. Fortuna che non fa freddo. Spero di arrivare vittorioso al lavoro.
Arrivo in frenata sgommando. Il guardiano nel gabbiotto mi osserva con cipiglio scimmiesco. Io sorrido, fingendo di non stare per collassare sull’asfalto. Incatenata ad un palo e poi via. Cartellino, saluta Meredith, la stagista che viene dall’America. Bel tipino, esile, con un vitino da vespa, boccuccia di rosa, boccoli ribelli e neri che le incorniciano il viso.
Mi esibisco nel mio solito sorriso da dentifricio ma, quella mattina, con la pedalata che mi sono fatto, appaio come uno sfollato in fuga da un branco di cinghiali.
“Al pelo Marco” mi saluta il capufficio “Non è da te”
“Sono venuto in bici”
“Uh, questa è una novità”
“Mia moglie mi ha ciulato l’auto senza avere l’accortezza di avvertirmi”
“Ah, la femme”
E si comincia. Burocrazia da ufficio, parlare coi clienti, piazzare le polizze,pausa pranzo. “Ciao” Boccuccia di rosa si viene a sedere al mio tavolino del bar di fronte all’ufficio
“Ciao” sono sorpreso
“Ti spiace se ti faccio compagnia?” italiano perfetto con uno strascico leggero americano
“Nient’affatto”
“Forse mi dirai che sono sfacciata ma, tu mi interessi molto”
Io mi tocco la Fede e sto per dire che sono sposato ma mi trattengo, non so cosa mi passa per la testa “Idem”
“Ma tu sei sposato”
Mi guardo l’anello “Nota dolente”
“Senti, se ti va di pure di no ma, questo week end vado su in montagna con alcuni amici e, mi chiedevo se tu..”
“Sì, con la iena non riuscirei a districarmi nemmeno con una guida”
“Porta anche lei”
“E quella frase che hai sparato prima ‘Tu mi interessi molto’?”
“Era quello che intendevo. E anche tu”
“Che ti interesso”
“Sul tipo di..”
“Che vorrei scoparti”
“Ah.. wow.. decisa”
“Sì, sono una che va diritto al sodo se vuole”
“E mi scoperesti con mia moglie nei dintorni?”
“Il metodo si trova sempre” si umette le labbra. Ma in una maniera che mi fa venire i brividi
“E dove sarebbe questo posto?”
“Un week end di lavoro?” la iena con le tette al vento mi guarda dubbioso. Io storno, dico che è un bel posticino su in montagna, con la veranda che guarda verso gli stambecchi. C’è la sauna, la piscina coperta, buon cibo “E anche io devo venirti dietro?”
“Beh, l’invito è per le rispettive consorti ma, se tu non vuoi..”
“Spero per te che non sia solo una scusa per correre dietro a qualche gonnella”
“Con te nei paraggi, see”
“Ah, perché se non ci fossi io, tu lo faresti?”
“MA no, è un modo di dire”
Ha in mano un mestolo di legno, quelli della specie ‘Ahi che male’ se ti arrivano di taglio sulle mani. Arma preferita numero 1 di mia madre “E dai! Che umorismo della minchia”
“Te lo do’ io l’umorismo” agita il mestolo nell’aria come Zorro davanti al sergente Garcia
Mi ritiro dignitosamente, chiudendomi dentro la mia stanza. Ma che cazzo
Alla fine ha accettato e siamo partiti per il luogo idilliaco. I colleghi di lavoro sono già tutti lì, con le rispettive mogli/amanti. Il mio capo mi aggancia dal bancone, agitando la mano “Marco!” che rimbomba per tutta la sala facendo trasalire gli addetti ai lavori “Sempre al pelo eh?”
Presento mia moglie e lui si inchina con un baciamano fuori tempo. Marzia si lusinga e mi lancia un’occhiataccia. Io faccio finta di niente e cerco Meredith con lo sguardo “Landini, ce l’hai fatta eh” arriva Franchi, alto, secco, imbiancato, over sessanta, con una tettona che avrà si è no 30 anni. Non è la stessa di due mesi prima. Ma come diavolo fa, dico io, che fa fatica a muoversi e ha gli occhi stretti peggio di Enrico la talpa. Quanto Viagra si deve prendere per soddisfare una bellona come quella?
“Ingegnere” saluto “E..”
“Lei è Lucilla” lo abbraccia e fa boccuccia. Lui si avvicina a me e mi sussurra “Fa certi numeri che gliela raccomando”
Azzo. Marzia non ha sentito, sta richiamando l’attenzione di un impiegato per farsi portare su i bagagli. Dove diavolo è Meredith?
“Bella idea questa, non trova Landini?” il boss mi picchia due badilate sulle spalle e avverto un rumore sinistro
“Sì, ha avuto una bella pensata”
“Io” scoppia a ridere “Matacchione. Meredith mi ha detto che è stata sua l’idea”
“Mia?” Marzia mi guarda male “Mia, sì, certo. Gradito?”
“Certo, non aspettavo altro. Relax, aria buona e mia moglie lontana dalla mia vista”
“Ah, va così male?”
“MA che dice LAndini? Va a gonfie vele. Solo che, sa, ogni tanto, bisogna staccare la spina e puntare qualcos’altro. Non trova Landini” altra pacca sulle spalle “Segua l’esempio” mi sussurra e si allontana
“Chi è Meredith?” mi inquisisce Marzia
“La segretaria del boss, nonché sua amante”
“Sì” sbuffa poco convinta
Meredith, Meredith, Meredith. Ce l’ho in testa, ce l’ho nei miei pensieri, ce l’ho nella mia erezione. Marzia si è messa libera, come al solito, con le tette che ballonzolano di qua e di là. “Non ho voglia di scopare” dice frettolosa. Quando mai
Si veste in fretta ed esce. Io rimango lì, in boxer, con l’uccello che mi si agita nervoso. Che diavolo di vacanza iniziata male
Esco sul balcone ed osservo il paesaggio oltre. Un laghetto turchese che riverbera tra alti pini e macchie di fiori multicolori. Bello, quasi rilassante. Me lo sto pitoccando da un po’, quando sento una voce famigliare che mi dice “Dovresti fartelo fare da qualcuno con dita più esperte”
Mi volto così, con il cazzo in mano e Meredith che mi osserva maliziosa dall’altra parte del balcone “Meredith”
“Tua moglie è stata sequestrata dal boss. Credo che ne avrà per un po’” sposta lo sguardo verso il basso “Scavalca che ci facciamo due giri”
“Come sai che mia moglie ne avrà per un po’?”
“Perché il boss ci sa fare quando si tratta di intrattenere donne”
“E’ un Casanova?”
“Credo che tu non sarai l’unico a tradire la consorte”
Scavalco quasi in corsa, stando attento a non limarmi i cojones. Lei entra nella sua stanza e si libera della maglietta, lasciando libere le sue tette piccole e morbide. Tette al vento. Le afferro da dietro e le premo. Lei ride, si lascia toccare, le faccio sentire la mia prepotenza. Lei ridacchia, si svincola e mi abbassa di colpo i boxer. In un movimento fluido, si inginocchia e mi ingoia il sesso. Sublime.
Una troia da monta, una forza selvaggia della Natura. Ho perso il senso del tempo e della realtà. Da quanto tempo non godevo come un animale facendo sesso con una femmina? Boh? Anni. Con Marzia, il sublime benestare del sesso, è durato tre anni. Poi, il declino.
Meredith furia selvaggia mi sta cavalcando, per la quarta volta. Non so come faccia ad avere tutta quell’energia tra le gambe. Non so come faccio a recuperare così in fretta dopo un’intensa scopata. O come fa ad avere molteplici orgasmi nello spazio di poco tempo
“Bel giro di giostra” dico con affanno
Lei mugugna qualcosa di intellegibile, anche perché sta eseguendo un pompino quasi masticato su di me. Scivola, dopo aver finito, fino a raggomitolarsi contro il mio corpo e mi dice “Se il tuo matrimonio non è quel granchè, perché non divorzi?”
Già, bella domanda. Sadomasochismo? Illusione di un ritorno positivo nella vita di coppia? Ma “Chi lo sa”
“Tutta quest’attrezzatura e non potere essere usata” dice lei afferrandomi l’uccello “Era da tanto che volevo farlo”
“Solo con me?”
“Gli altri non mi han dato soddisfazione”
“Nel senso che?”
“Geloso?”
“Immagino che non dovrei”
“Comunque”
“Comunque che?”
“Per Halloween ho in vista un week end in un resort particolare che si trova a qualche montagna di distanza. Si chiama Oasi di Venere ed è, una sorta di campo nudisti. Conosco i soci/proprietari. Clientela selezionata. In pratica è un campo nudisti mascherato da resort. Che ne diresti se ci si facesse un giro?”
“E la iena?”
“Oh, conoscendo il boss, mi sa che verrà sicuramente anche lei” sorride
“Devo dire che non è stato male questo week end di lavoro. Mi sento rinvigorita” dice la iena che, al rientro, mi senta più mansueta. Meredith mi ha detto che la frigida di legno(come l’ha chiamata lei), si è sciolta come burro sul cazzo del boss(glielo ha detto il boss) “Il tuo boss mi ha parlato di un posto tra le montagne, una specie di resort ma, in realtà, è un campo nudisti. Ci va per il week end prossimo e ci torna per Halloween. Che ne diresti se ci facessimo un giro?”
“Costerà parecchio”
“MA no, offre lui” sorride
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