Il mio primo lavoro
di
TATONE
genere
prime esperienze
Finita la scuola, dovetti cercarmi un lavoro, non ho voluto continuare con l'università, non mi era mai piaciuto studiare.
Così, per pura fortuna trovai occupazione in un ufficio di una piccola azienda, ero praticamente il segretario, del titolare, stavo per sostituire la sua vecchia segretaria, che dopo anni di lavoro, aveva raggiunto la pensione.
Mi affiancò per alcuni mesi, imparai velocemente, e ben presto rimasi solo in ufficio.
Devo premettere che sono omosessuale da sempre, con una passione al travestimento, vivo con i miei, in un'appartamento attiguo al loro, e consci di avere una figlia, e non un figlio, mi hanno accettata, tanto, che alla sera mi trasformo in Paola, e ceno con loro, e vivo la mia vita al femminile.
La vecchia segretaria, se ne era accorta, tanto che prima di lasciare l'ufficio, mi disse, carina, qui avrai pane per i tuoi denti, non capii e se ne andò.
I giorni passavano, e io continuavo nel mio lavoro, che era quasi esclusivamente al telefono, o a contatto con Marco il mio titolare, un uomo sui 45 anni, io ne avevo allora 21.
La produzione, che contava una decina di operai era distaccata, e io nei mesi successivi, non ho mai incontrato nessuno dei colleghi, e spesso parlando con i clienti, visto la mia voce femminile mi scambiavano per una donna, e io non li contraddicevo.
Un pomeriggio, che ero rientrata dalla pausa pranzo, e avevo fatto delle compere in un negozio di intimo, stavo lavorando, quando Marco, passandomi vicino, inavertitamente, fece cadere a terra il sacchetto, e fuoriuscirono reggiseno slip reggicalze e due paia di calze una nera e una color carne velatissime.
Io arrosii, lui le raccolse, se le passò tra le mani, le ammirò, e poi si rivolse a mè, devi sicuramente essere sexi quando indossi questa roba, io cercai di giustificarmi, lui sorrise, si si lo so, l hai acquistate per mamma vero, me la immagino, mentre sculetta per casa indossando intimo da ragazzina.
Poi sorrise, tranquillo, e andò nel suo ufficio.
Passai una notte agitata, e per addormentarmi, dovetti, infilarmi un bel cazzo e masturbarmi, pensando a Marco, e l'indomani, mi misi uno dei completini, e reggicalze e calze, e mi recai al lavoro, iniziavo ad essere eccitata, e appena lo vidi divenni rossa, lui mi sorrise, e entrò nel suo ufficio.
Poco dopo mi chiamò, e mi dettò delle lettere, io ero seduta davanti a lui, e mentre dettava iniziò a camminare e si avvicinò, e notò, che indossavo le calze velatissime, i pantaloni si erano sollevati, si bloccò, mi guardò, e disse, Signorina, dopo la pausa, continueremo, mi aspetto che indossi i giusti vestiti e tacchi adeguati, esca prima e vada a casa.
Uscii un'ora prima, andai a casa e presi il necessario, e quando Marco arrivò, mi tròvo in gonna e camicetta, tacco 10 e truccata.
Mi guardò, bene, così ti voglio da oggi, mi dettò le lettere e poi uscii, e così nei giorni successivi inizia la mia vita da donna.
Passarono trè giorni, era venerdì pomeriggio, Marco mi chiamò in ufficio, entrai, e rimasi stupita, lo trovai, in autoreggenti, slip e reggiseno, ben truccato con un rossetto color mora, dagli slip, fuoriusciva un cazzo da urlo, una scultura, sembrava di marmo, io indossavo una gonellina corta, e una maglietta aderente, che facevano intravedere i miei piccoli seni, mi avvicinai, mi inginocchiai, e diedi tutta mè stessa, fino a ingoiare il suo caldo sperma.
Poi si girò, si mise in ginocchio sulla sua poltrona e si porse in avanti, scopami mi disse, abbassai le sue mutandine bianche di pizzo, e scoprii il suo buco, era rosa, ma molto largo, si vedeva che erano anni di allenamento con oggetti di dimensioni notevoli, e così, scostai i miei slip, e infilai il mio cazzo nel culo di Marco.
Non sono dotatissima, ma nemmeno ho un cazzetto, lo penetrai dolcemente, e lo pompai, lui inizio da subito a godere, si sporse verso di mè, e ci legammo in un lungo bacio.
Gli venni nel culo dopo una decina di minuti, lo innondai, godetti molto, e poi ci abbracciaMMO E E INIZIAMMO UN LUNGO BACIO.
Per il resto del pomeriggio lavorammo praticamente nude, e poi mi salutò per il fine settimana, avrebbe raggiunto il suo uomo al mare, a casa di lui, Marco, mi disse di essere la sua donna da alcuni anni, e che nei fine settimana, si travestiva e truccava e diventava Marina, e anche durante le ferie.
Il lunedì, ci trovammo in ufficio, e notai che era ancora truccato, lo feci notare, lui sorrise, hi deciso, che visto che siamo sempre sole, io, diverrò Marina, e così da un'armadio in ufficio prese dei vestiti e poco dopo mi ritrovai in presenza di una donna stupenda.
Per alcune settimane, continuai a succhiare e a scoparla, e poi una sera la invitai da mè, volevo qualche cosa di più, la invitai a pranzo dai miei, la presentai come amica, ma ben presto si accorsero, che era come mè, e poi dopo cena, lapresi per mano, e la portai da mè, e una volta in camera, mi buttai nelle sue braccia.
In breve fummo nude, eccetto i reggicalze le calze e i tacchi, mi stesi sul letto schiena sotto, sollevai le gambe, e dissi, Marina fammi tua, non resisto, lei mi accarezzò, ma tesoro ti farò male, presi della crema, fallo.
Si unse, e me ne infilò in abbondanza nel culo, e poi si avvicinò, appoggiò la cappella e spinse.
Il dolore fù atroce e non ero vergine credetemi, e poi lentamente trà bruciore e dolore, scivolò fino ad appoggiarmi le sue palle.
Devo aver urlato dal male, tanto, che mi ritrovai vicino mamma, che spaventata dalle mie urla pensava stesi male, e così vide la scena.
La sua bambina, a bambe larghe, col cazzo durissimo, intenta aprendersi il cazzo enorme del suo titolare, la scena la bloccò, Marina iniziò a pompare sempre più forte, mi stava passando sia il dolore che il bruciore, iniziai a gemere, afferrai la mano di mamma, che nel frattempo si era avvicinata, e la pregai di sedersi, lei non staccò gli occhi dal cazzo nel mio culo.
Iniziai a godere sul serio, implorando Marina di sfondarmi, ansimavo, e iniziavo a sborrare, mamma si accorse, e me lo prese in mano, e così, un potente getto le finì trà i cpelli e poi sul viso, e sulle labbra, al suo tocco ero esplosa.
Marina mi sborrò poco dopo nel culo, lanciando un rantolo pazzesco, e mi innondò di sperma.
Marina mi baciò, e baciò mamma leccandole un po' del mio sperma, poi uscì, e inevitabilmente, dal mio martoriato buco uscì sperma e sangue, appena la mamma lo vide si precipitò a prendere l'occorrente per tamponarmi.
Marina rimase a dormire con mè, e mamma si prese cura del mio culo sfondato, alla mattina a colazione, papà ci chiese se tutto andava bene, lo abbraccia edissi si papà, ora sono finalmente donna, sono larga come dovevo essere.
Mamma si avvicinò, e mi accarezzò, tesoro, se volete, potreste stare da noi, il letto e grande e comodo, e ci piacerebbe assistere ai vostri amplessi.
Mi alzai e la baciai, grazie mamma, Marina si alzò, la prese per mano, venga signora, e lei le disse, chiamami mamma tesoro, ok mamma vieni, noi la seguimmo, entrarono in camera, denudò mamma, la fece accomodare, e si mise a leccarle la figa, in piochi minuti gemeva, le montò sopra, e spinse in figa, e scivolò senza fatica, era larghissima, lei sorrise tutto merito suo e indicò papà, allora mentre Marina scopava mamma, io mi inginocchiai e slacciai i suoi pantaloni, ed estrassi un cazzo simile a quello di Marina, lo presi in bocca, e poi lo aiutai a infilarlo nella voragine di Marina.
Così, per pura fortuna trovai occupazione in un ufficio di una piccola azienda, ero praticamente il segretario, del titolare, stavo per sostituire la sua vecchia segretaria, che dopo anni di lavoro, aveva raggiunto la pensione.
Mi affiancò per alcuni mesi, imparai velocemente, e ben presto rimasi solo in ufficio.
Devo premettere che sono omosessuale da sempre, con una passione al travestimento, vivo con i miei, in un'appartamento attiguo al loro, e consci di avere una figlia, e non un figlio, mi hanno accettata, tanto, che alla sera mi trasformo in Paola, e ceno con loro, e vivo la mia vita al femminile.
La vecchia segretaria, se ne era accorta, tanto che prima di lasciare l'ufficio, mi disse, carina, qui avrai pane per i tuoi denti, non capii e se ne andò.
I giorni passavano, e io continuavo nel mio lavoro, che era quasi esclusivamente al telefono, o a contatto con Marco il mio titolare, un uomo sui 45 anni, io ne avevo allora 21.
La produzione, che contava una decina di operai era distaccata, e io nei mesi successivi, non ho mai incontrato nessuno dei colleghi, e spesso parlando con i clienti, visto la mia voce femminile mi scambiavano per una donna, e io non li contraddicevo.
Un pomeriggio, che ero rientrata dalla pausa pranzo, e avevo fatto delle compere in un negozio di intimo, stavo lavorando, quando Marco, passandomi vicino, inavertitamente, fece cadere a terra il sacchetto, e fuoriuscirono reggiseno slip reggicalze e due paia di calze una nera e una color carne velatissime.
Io arrosii, lui le raccolse, se le passò tra le mani, le ammirò, e poi si rivolse a mè, devi sicuramente essere sexi quando indossi questa roba, io cercai di giustificarmi, lui sorrise, si si lo so, l hai acquistate per mamma vero, me la immagino, mentre sculetta per casa indossando intimo da ragazzina.
Poi sorrise, tranquillo, e andò nel suo ufficio.
Passai una notte agitata, e per addormentarmi, dovetti, infilarmi un bel cazzo e masturbarmi, pensando a Marco, e l'indomani, mi misi uno dei completini, e reggicalze e calze, e mi recai al lavoro, iniziavo ad essere eccitata, e appena lo vidi divenni rossa, lui mi sorrise, e entrò nel suo ufficio.
Poco dopo mi chiamò, e mi dettò delle lettere, io ero seduta davanti a lui, e mentre dettava iniziò a camminare e si avvicinò, e notò, che indossavo le calze velatissime, i pantaloni si erano sollevati, si bloccò, mi guardò, e disse, Signorina, dopo la pausa, continueremo, mi aspetto che indossi i giusti vestiti e tacchi adeguati, esca prima e vada a casa.
Uscii un'ora prima, andai a casa e presi il necessario, e quando Marco arrivò, mi tròvo in gonna e camicetta, tacco 10 e truccata.
Mi guardò, bene, così ti voglio da oggi, mi dettò le lettere e poi uscii, e così nei giorni successivi inizia la mia vita da donna.
Passarono trè giorni, era venerdì pomeriggio, Marco mi chiamò in ufficio, entrai, e rimasi stupita, lo trovai, in autoreggenti, slip e reggiseno, ben truccato con un rossetto color mora, dagli slip, fuoriusciva un cazzo da urlo, una scultura, sembrava di marmo, io indossavo una gonellina corta, e una maglietta aderente, che facevano intravedere i miei piccoli seni, mi avvicinai, mi inginocchiai, e diedi tutta mè stessa, fino a ingoiare il suo caldo sperma.
Poi si girò, si mise in ginocchio sulla sua poltrona e si porse in avanti, scopami mi disse, abbassai le sue mutandine bianche di pizzo, e scoprii il suo buco, era rosa, ma molto largo, si vedeva che erano anni di allenamento con oggetti di dimensioni notevoli, e così, scostai i miei slip, e infilai il mio cazzo nel culo di Marco.
Non sono dotatissima, ma nemmeno ho un cazzetto, lo penetrai dolcemente, e lo pompai, lui inizio da subito a godere, si sporse verso di mè, e ci legammo in un lungo bacio.
Gli venni nel culo dopo una decina di minuti, lo innondai, godetti molto, e poi ci abbracciaMMO E E INIZIAMMO UN LUNGO BACIO.
Per il resto del pomeriggio lavorammo praticamente nude, e poi mi salutò per il fine settimana, avrebbe raggiunto il suo uomo al mare, a casa di lui, Marco, mi disse di essere la sua donna da alcuni anni, e che nei fine settimana, si travestiva e truccava e diventava Marina, e anche durante le ferie.
Il lunedì, ci trovammo in ufficio, e notai che era ancora truccato, lo feci notare, lui sorrise, hi deciso, che visto che siamo sempre sole, io, diverrò Marina, e così da un'armadio in ufficio prese dei vestiti e poco dopo mi ritrovai in presenza di una donna stupenda.
Per alcune settimane, continuai a succhiare e a scoparla, e poi una sera la invitai da mè, volevo qualche cosa di più, la invitai a pranzo dai miei, la presentai come amica, ma ben presto si accorsero, che era come mè, e poi dopo cena, lapresi per mano, e la portai da mè, e una volta in camera, mi buttai nelle sue braccia.
In breve fummo nude, eccetto i reggicalze le calze e i tacchi, mi stesi sul letto schiena sotto, sollevai le gambe, e dissi, Marina fammi tua, non resisto, lei mi accarezzò, ma tesoro ti farò male, presi della crema, fallo.
Si unse, e me ne infilò in abbondanza nel culo, e poi si avvicinò, appoggiò la cappella e spinse.
Il dolore fù atroce e non ero vergine credetemi, e poi lentamente trà bruciore e dolore, scivolò fino ad appoggiarmi le sue palle.
Devo aver urlato dal male, tanto, che mi ritrovai vicino mamma, che spaventata dalle mie urla pensava stesi male, e così vide la scena.
La sua bambina, a bambe larghe, col cazzo durissimo, intenta aprendersi il cazzo enorme del suo titolare, la scena la bloccò, Marina iniziò a pompare sempre più forte, mi stava passando sia il dolore che il bruciore, iniziai a gemere, afferrai la mano di mamma, che nel frattempo si era avvicinata, e la pregai di sedersi, lei non staccò gli occhi dal cazzo nel mio culo.
Iniziai a godere sul serio, implorando Marina di sfondarmi, ansimavo, e iniziavo a sborrare, mamma si accorse, e me lo prese in mano, e così, un potente getto le finì trà i cpelli e poi sul viso, e sulle labbra, al suo tocco ero esplosa.
Marina mi sborrò poco dopo nel culo, lanciando un rantolo pazzesco, e mi innondò di sperma.
Marina mi baciò, e baciò mamma leccandole un po' del mio sperma, poi uscì, e inevitabilmente, dal mio martoriato buco uscì sperma e sangue, appena la mamma lo vide si precipitò a prendere l'occorrente per tamponarmi.
Marina rimase a dormire con mè, e mamma si prese cura del mio culo sfondato, alla mattina a colazione, papà ci chiese se tutto andava bene, lo abbraccia edissi si papà, ora sono finalmente donna, sono larga come dovevo essere.
Mamma si avvicinò, e mi accarezzò, tesoro, se volete, potreste stare da noi, il letto e grande e comodo, e ci piacerebbe assistere ai vostri amplessi.
Mi alzai e la baciai, grazie mamma, Marina si alzò, la prese per mano, venga signora, e lei le disse, chiamami mamma tesoro, ok mamma vieni, noi la seguimmo, entrarono in camera, denudò mamma, la fece accomodare, e si mise a leccarle la figa, in piochi minuti gemeva, le montò sopra, e spinse in figa, e scivolò senza fatica, era larghissima, lei sorrise tutto merito suo e indicò papà, allora mentre Marina scopava mamma, io mi inginocchiai e slacciai i suoi pantaloni, ed estrassi un cazzo simile a quello di Marina, lo presi in bocca, e poi lo aiutai a infilarlo nella voragine di Marina.
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