Maria e Monica - quarto capitolo

di
genere
dominazione

Quarto capitolo

La nostra vita procede bene, ormai mi sono completamente abituata alla mia nuova vita e sono felice. Solo la nuova situazione inizia a star stretta a Monica che, anche se non dovrebbe succedere, si ritrova sempre me fra i piedi.
Fino a che non decide di avere una serata tutta per sè.
Nel pomeriggio m'avvisa per telefono di non farmi vedere in casa perchè in serata verrà con un uomo per fare sesso senza di me, il che vuol dire non solo non poterla vedere godere, ma neanche poterlo fare da sola perchè se mi sentono sono guai grossi. Come butto giù il telefono un'incomprensibile gelosia mi prende la testa, mia moglie, la mia donna, a letto con un altro e per giunta senza di me ! Sono stravolta e così faccio la più grande delle sciocchezze.
Faccio un piccolo buco fra la mia nuova camera, accanto a quella che era nostra, quella dove abbiamo fatto sesso sino a qualche tempo fa. Solo quando lo decide lei dormiamo insieme, soprattutto perchè la mattina mi alzo prima per prepararle la colazione e portagliela a letto, così lei può dormire un po' di più ed esce dal sonno col profumo di caffè e non dalla sveglia.
Con quel buco posso spiarla a sua insaputa, poi cerco di nasconderlo con un vaso di fiori, quindi mi chiudo in camera e aspetto.
Lei torna verso le dieci con un ragazzo di colore e finiscono subito sul letto.
Li vedo mentre si spogliano a vicenda, sarebbe meglio dire mentre si strappano i vestiti di dosso, e nudi si avvinghiano fra le lenzuola.
Vedere Monica così presa mi eccita non poco, inoltre il ragazzo è davvero molto ben fornito. E mentre loro fanno sesso in tutte le maniere mi ritrovo col cazzo in mano a masturbarmi in continuazione, mai sazio della loro visione. Non so se mi eccita di più vederla così troia, farsi aprire e godere in tutti i modi o guardare quell'uomo, con quell'enorme mazza.
Monica è davvero scatenata, offre tutta sé stessa a quel giovane, prendendolo in bocca e in ogni buco che le ha dato la natura, sembra quasi un’assatanata e non gli dà mai il tempo di riprendersi da un orgasmo che lo prepara a quello successivo.
Anch'io non riesco a trattenermi e mi sego in continuazione.
So che è sbagliato, ma è difficile non godere, guardandola e sentendola godere così. In più vedere un uomo così dotato e con quei bei muscoli !
Così mi sborro più volte nelle mani e lecco il mio sperma sognando che sia quello di quel ragazzo. Dopo alcune ore a quei ritmi forsennati lui crolla e non potrebbe essere altrimenti, le dice che si è fatto tardi e, una volta rivestito, se ne va da casa nostra.
La vedo felice e gioiosa, anche se sembra ancora vogliosa, ma sono stanca e mi butto a letto. Monica passa dalla mia camera, la sento camminare vicino a me e vicino al buco, spero che non se ne accorga e finisco col crederci, perchè credendo che io dorma, non mi disturba e se ne torna sul letto, dove s’addormenta poco dopo.
La mattina si sveglia prima lei, ed appena entro in cucina per me inizia un lungo incubo.
“Frocio bastardo, alza il tuo lercio culo e vieni con me.”
Io non capisco, sono ancora assonnata, ma la seguo nella mia camera.
Come entriamo lei mi spinge contro il vaso di fiori che doveva coprire il mio spioncino e subito si mette ad urlare.
“Allora pezzo di merda, cos’è quello ?”
“Cosa amore, il vaso ?”
“Non prendermi per stupida come se non fossi già incazzata di mio, il buco stronza.”
Non so che dire, colta sul fatto e senza possibilità di fuga, decido di dirle tutta la verità sperando che mi comprenda.
“Amore il buco l’ho fatto io ieri, saperti con un altro mi ha mandato in tilt il cervello, mi sono sentita inutile e la gelosia mi ha accecata.”
Mi butto ai suoi piedi chiedendo perdono, ma Monica è inferocita.
“Perdono un cazzo, sei solo una cretina, per di più hai tradita la mia fiducia, dovrei solo sbatterti fuori di casa, ma non ci riesco, però questa me la paghi, eccome se me la paghi.”
“Monica ti prego non essere cattiva, io non lo sono stata…”
"Ora seguimi frocio che non sei altro"
Mi porta in camera mia e mi spinge sotto il buco urlandomi la sua rabbia
"Guarda, stronza, guarda che hai fatto! Non potevo crederci neanche io ieri sera. Hai bagnato il muro, frocio che non sei altro. Ti sei masturbato come un pazzo e non hai neanche pulito !"
Rimango lì a guardare non so che dire.
"Non dici niente ora brutto frocio e fai bene. Ora non ho tempo, però quando torno a casa facciamo i conti.”
Va in camera sua si prepara e poco dopo esce di casa imbufalita.

Passo il pomeriggio col terrore del suo castigo e, quando torna, mi sento quasi sollevata, almeno l’attesa è finita.
Spero per un attimo che la collera le sia passata, ma come chiude la porta, capisco subito che non è così.
“Stronza sdraiati a terra che ora ti faccio lavorare per bene.”
La vedo poggiare un sacchetto di un noto negozio d’abbigliamento sportivo mentre mi sdraio al centro del tappeto. Lei si spoglia completamente e si siede sul mio viso mettendomi il suo sesso in faccia. M’accorgo subito che è sporco di sperma maschile, ma dall’odore non può essere quello di ieri sera.
“Serva pulisci la tua padrona, se sei brava ti racconto cos’è successo oggi pomeriggio.”
Così inizio a leccargliela, il sapore è forte, ma mi faccio coraggio e con la lingua cerco di toglierle tutto quello sperma da dentro la vagina. Ma più la lecco più mi eccito, anche se il suo tono è veramente cattivo.
“Sai stronza, oggi è arrivato un corriere nuovo, davvero un bel ragazzo, bello muscoloso ma senza esagerare, così l’ho portato nel magazzino e mi sono fatta scopare per bene, non sai che gran cazzo che aveva, mi ha davvero aperta come se quello di ieri sera non mi fosse bastato. Alla fine ho pensato a te così l’ho fatto venire dentro e ora tu puoi leccare il suo orgasmo, vero che sono brava ?”
Vorrei dirle che è una puttana stronza, ma non ci riesco, mi sta umiliando completamente però dovevo sapere che saremmo arrivati a questo punto. In più che posso dire il mio cazzo parla per me. E’ duro, durissimo, quasi godo sentendola parlare così. Deve sapere che non potevo credere che si sarebbe per sempre accontentata di farmi il culo e farsi leccare da me. Così cerco di salvare il salvabile.
"Brava amore, hai fatto bene, sono contenta che hai goduto da donna vera."
Cerco d’assecondarla sperando che sia finita lì, non l'ho mai vista così seria, ed a essere sincero anche se il mio cazzo è sempre più duro, ho sempre più paura e infatti non finisce li.
Monica non pensa che me la possa cavare con così poco e quando si sente ben pulita si alza e mi fa spogliare. Una volta nuda mi fa sdraiare sul tavolo e mi lega le gambe a quelle del tavolo in modo che le abbia ben aperte, e le braccia stese in avanti sono fissate alla maniglia del cassetto.
Quando ha finito si ferma un attimo a guardarmi, quasi questa situazione la ecciti ancora di più di quello che immaginava, è soddisfatta del suo lavoro e se ne compiace. “Ora ti farò soffrire sul serio, così capirai chi comanda qui dentro.”
Prende il sacchetto e ne tira fuori un frustino da equitazione, quando si gira vede nel mio viso il terrore.
“No ti prego quello no, sfondami come vuoi, ma non mi frustare.”
”Taci cagna, so io quel che meriti per la stronzata che hai fatto.”
Si mette al mio fianco e comincia a par passare la paletta che sta alla fine del frustino nel solco del mio culo fino ad arrivare ai testicoli. Lo fa lentamente, come se non sapesse che così è terribilmente piacevole, e infatti il mio cazzo da chiari segni di vita. In più, non essendomi accorta di aver perso del seme sono eccitata, alzo un po' la pancia e lascio che il mio sesso si metta dritto tra il basso ventre ed il tavolo, e mentre mi accarezza i testicoli inizio a muovermi.
“Ma guarda la mia puttanella, sembra gradire il trattamento e soprattutto come sempre mostra la sua porcaggine. Non riesce nemmeno a trattenersi e si scopa il tavolo.”
Me lo dice divertita, ma so bene che presto quel ‘trattamento’ sarà ben diverso.
Infatti subito dopo una frustata mi prende su entrambe le natiche, rilassata come sono mi fa ancora più male, ma nonostante ciò non urlo subito, ma mi blocco e non mi muovo più come per scopare il tavolo.
“Ti faccio il culo a brandelli puttana guardona !”
Non finisce a dirlo che una serie di frustate mi arrivano sul culo, sono colpi forti e non riesco a trattenere il dolore e urlo. Invoco pietà, ma lei mi benda con una calza, poi prende le sue mutandine e me le ficca in bocca per non sentirmi più e torna a frustarmi ancor più forte di prima.
Sento la pelle bruciare ogni volta che mi colpisce, le più dolorose sono quelle che arrivano sul buco e che sfiorano le palle e il cazzo, che lei, giustamente dopo le prime frustate ha scoperto del tutto, e va bene quando non mi prende su tutta la parte genitale.
Non so per quanto va avanti, a me sembra che il tempo si sia fermato, così mi ritrovo a piangere per il gran male ma neanche ciò la fa smettere. E' un dolore atroce, che non avevo mai provato prima. In più chi avrebbe mai pensato che mia moglie si sarebbe trasformata in una così sadica Mistress.
Anzi Monica sembra posseduta da una forza animale, non ha mai avuto una gran muscolatura, ma picchia forte e l’intensità delle frustate sembra non scemare mai.
Quando finalmente si ferma ho le fiamme al culo, lei mi slega e mi ritrovo per terra, distrutta dal dolore.
“Alzati e vieni in camera che non ho finito troia.”
Più che camminare mi trascino dietro di lei che apre l’armadio e mi mette davanti allo specchio.
“Guarda come ti ho ridotto il culo, guardalo bene e poi dimmi se valeva la pena fare la guardona.”
Quando lo vedo quasi svengo, è completamente ricoperto di strisce rosse fra le quali quasi non si vede carne intatta.
“No amore, ho sbagliato, ma quel che è peggio è che ti ho delusa.” “Almeno l’hai capita, adesso però devo finire di punirti.”
“Sì fai quello che ritieni più giusto.”
“Vai sul letto e mettiti come la troia che sei.”
Non c’è bisogno che dica altro, mi sistemo carponi sul letto mettendo il culo ben in alto e le gambe aperte, preparandomi ad essere sodomizzata.
Quello che non capisco è perché lo voglia fare, sa che mi piace e quindi non sarebbe una gran punizione, visto che finirei col godere.
Monica infatti non prende uno dei soliti dildi o strap-on che usa su di me, ma uno gonfiabile preso tempo fa e mai provato. L’abbiamo comprato insieme incuriosite dalle sue dimensioni da gonfio, spropositate per quanto siano gigantesche, ma poi nessuna delle due ha mai trovato il coraggio di provarlo.
Prima di ficcarmelo dentro mi sputa un paio di volte sul buchetto, ma quando mi penetra sento solo un gran male, forse più dovuto a come sono ridotta che alle dimensioni del dildo.
“Amore ti prego fai piano, mi brucia troppo.”
“Taci cagna, questo non è ancora niente.”
Me lo infila tutto dentro fregandosene delle mie lamentele per poi lasciarmi così, con il culo aperto, ed andare in sala a prendere la busta che conteneva il frustino per sistemarla sotto il mio cazzo.
"Lo so che ti chiedi che faccio, ma ti spiego subito, so che sei un porco e anche se ti punisco so che tu lascerai uscire da te la tua putrida sborra e non voglio che tu mi sporchi il letto."
Anche se ho il culo infiammato, il mio sfintere non ci mette molto ad adattarsi a quella presenza, ed io ha provare un certo piacere come aveva previsto lei.
Ma Monica comincia a gonfiarlo, all’inizio è quasi gradevole, ma dopo è un inferno. Le sue dimensioni diventano disumane e così urlo di dolore forse peggio di prima.
“Basta amore, mi stai rompendo tutta.”
“Taci cagna è quello che meriti per aver sbagliato.”
“Ti prego non resisto più.”
“Allora non hai capito niente, finché non si gonfia del tutto tu stai lì e zitta.”
"No tu non mi hai capito, ahh, mi stai spaccando tutta !"
Dal mio cazzo escono delle gocce di sperma, così inizia a pompare con più forza, e ad ogni aumento di dimensione urlo sempre di più, fino a quando non sento che non si gonfia più nonostante le sue pompate. Sadicamente passa un dito su tutta la circonferenza del dildo, così da farmi rendere ancora più l’idea di quanto sia piena. In effetti sto male sul serio, penso che sia diventato di almeno quaranta centimetri con un diametro proporzionato alla lunghezza. In più dopo aver goduto di nuovo, mi sono rilassata ed ora dolorante sento maggiormente la dimensione. Ma Monica non è, purtroppo per me, ancora soddisfatta.
Così prende a muoverlo, facendone uscire una piccola parte per poi farla rientrare e, per quanto sia costretta a far piano son dolori. Anche se amo prenderlo dietro, quel dildo è davvero troppo grosso, e non penso solo per me, per quanto cerchi di rilassarmi riuscirci mi è impossibile. Quando lo sfila del tutto mi sembra quasi di rinascere per poi quasi svenire e sento di nuovo il mio sesso godere, come se uscendo mi avesse rilassato del tutto i muscoli anali, finché non la vedo davanti a me. “Certo che sei proprio una porca dentro, mezzo metro di cazzo non ti ha fatto niente, anzi come si voleva dimostrare sei tanto troia che sei anche venuta.”
Non riesco a risponderle, solo la voglio ringraziare e così apro bocca.
"Grazie amore per la punizione, me la sono proprio meritata"
"Pensi che abbiamo finito ? Un cazzo ! Ti sei pure divertita puttana, guarda quanto seme c'è nel sacchetto. Ora vieni con me."
Mi afferra per un braccio e mi porta in bagno dicendomi di sdraiarmi nella vasca e non ci metto molto a capire quello che ha in mente.
Con una mano mi sistema la testa sul fondo della vasca per poi mettersi cavalcioni su di me col la fica ad un paio di dita dal viso.
"Mettiti subito in testa che quello che non bevi poi lo lecchi sono stata chiara?"
"Si amore, sono la tua schiava e puoi fare di me ciò che vuoi."
Non finisco quasi la frase che i primi getti d'urina m'arrivano alla bocca, all'inizio d'istinto la chiudo per poi riaprirla in preda ad un raptus di libidine. E' calda con un sapore aspro ma nello stesso tempo dolce e così inizio a bere tutto quello che finisce fra le mie labbra. Quando ha finito di pisciarmi in bocca la ripulisco con la lingua, ne avrei voluta ancora, ma lei s'allontana dicendomi di lavarmi e che stasera dormirà da sola.
Apro l'acqua calda e mi lavo a lungo, mi sento sporca e soprattutto aperta ma in qualche modo ho avuto ciò che in fondo volevo, una moglie padrona di me che fa col mio corpo ciò che vuole.
Ma da domani anch’io avrò una vita tutta mia, senza che lei ci possa entrare, anch’io voglio un uomo che mi possa soddisfare. L'importante è che poi io e Monica torniamo sempre qui, insieme nella nostra casa, perchè comunque senza di lei io non saprei vivere ed essere me stessa, Maria.



Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
scritto il
2021-11-03
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