« Come un disegno a matita »
di
J.P.V.
genere
sentimentali
“Come un disegno a matita.”
Ormai ti vedo come un disegno a matita su carta ruvida, a tratti incerto, leggero, calcato e pieno di sfumature.
Sei quel disegno di cui avrei voluto essere l’autore, percorrere i tuoi fianchi con la punta della mia matita, accarezzarti e con le dita sfumare il tratto della mina. Renderti viva, davanti ai miei occhi, giocare con luci e ombre, come farei con te nella realtà, ritrarti nella più sconcia delle pose, pur mantenendo quel viso angelico, e sorriso malizioso. Eccitarmi nel vedere la matita disegnare il tuo basso ventre, il frutto proibito che attrae il mio istinto animale, continuare a dare forma al tuo corpo, immaginandoti al centro di una mostra d’arte, con centinaia di spettatori ammaliati dal soggetto della mia opera. Non riuscirei a staccare le mani da quella carta ruvida, come nel più selvaggio amplesso in cui mi coinvolgi, un orgia di sensi che esplodono dentro di noi, perché finché mi correrà sangue in vena, non mi fermerei di godere avvinghiato al tuo corpo bramoso di passione. Neanche il tuo più intenso orgasmo farebbe fermare la mia matita, fino a ritenere perfetto, quello che solo io posso vedere. Mi staccherei da quel foglio sfinito, come ogni giorno, distrutto da quell’orgasmo mentale che mi provochi, per ritornare ancora a posare le mie mani su di te, a possederti, a farti mia, a godere di te.
Come un disegno a matita, stai li, viva e immobile, a deliziare i tuoi spettatori, ognuno con una fantasia diversa, una viziosa peccatrice frutto della mia immaginazione.
Ormai ti vedo come un disegno a matita su carta ruvida, a tratti incerto, leggero, calcato e pieno di sfumature.
Sei quel disegno di cui avrei voluto essere l’autore, percorrere i tuoi fianchi con la punta della mia matita, accarezzarti e con le dita sfumare il tratto della mina. Renderti viva, davanti ai miei occhi, giocare con luci e ombre, come farei con te nella realtà, ritrarti nella più sconcia delle pose, pur mantenendo quel viso angelico, e sorriso malizioso. Eccitarmi nel vedere la matita disegnare il tuo basso ventre, il frutto proibito che attrae il mio istinto animale, continuare a dare forma al tuo corpo, immaginandoti al centro di una mostra d’arte, con centinaia di spettatori ammaliati dal soggetto della mia opera. Non riuscirei a staccare le mani da quella carta ruvida, come nel più selvaggio amplesso in cui mi coinvolgi, un orgia di sensi che esplodono dentro di noi, perché finché mi correrà sangue in vena, non mi fermerei di godere avvinghiato al tuo corpo bramoso di passione. Neanche il tuo più intenso orgasmo farebbe fermare la mia matita, fino a ritenere perfetto, quello che solo io posso vedere. Mi staccherei da quel foglio sfinito, come ogni giorno, distrutto da quell’orgasmo mentale che mi provochi, per ritornare ancora a posare le mie mani su di te, a possederti, a farti mia, a godere di te.
Come un disegno a matita, stai li, viva e immobile, a deliziare i tuoi spettatori, ognuno con una fantasia diversa, una viziosa peccatrice frutto della mia immaginazione.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Vittima della mia immaginazioneracconto sucessivo
« Mi piace/i »
Commenti dei lettori al racconto erotico