La donna del capo
di
Daley77
genere
tradimenti
Avevamo appena cambiato ufficio, e la mia postazione ora si trovava di fronte alla postazione di Mina, la ragazza ucraina che faceva da segretaria particolare del capo.
Il problema principale era la scrivania aperta, quindi anche volendo , non potevo staccare gli occhi dalle sue gambe perennemente in mostra.
C'era confidenza tra noi, io sono sempre stato al mio posto, anche perchè sfogavo l'eccitazione giornaliera con mia moglie la sera.
I problemi arrivarono in primavera quando alle gonne e le calze si sostituirono le minigonne senza calze.
Non riuscivo a staccare gli occhi dallo scoscio continuo che mi si presentava. E non riuscivo ad evitare di sistemarmi il cazxo duro per tutta la giornata.
A lei questa cosa pareva non dare fastidio, anzi sembrava lo facesse di proposito, anzi la cosa che mi faceva bollire il sangue era che ormai si sitemava la gonna solo se entrava qualcuno nel nostro ufficio.
Aveva preso anche un'altra abitudine.. quando prendevamo il caffè, se eravamo da soli, non perdeva occasione per toccarmi. Mai toccate palesi, ma quando mi passava vicino non faceva niente per evitare di strusciarmi il dorso della mano sempre vicino alle zone di pericolo.
Io non le dicevo niente ma questa situazione mi faceva eccitare di brutto.
Un pomeriggio, era maggio, faceva molto caldo e oltre lei portava un vestito che era più adatto ad una serata in discoteca che all'ufficio.
Molto attillato anche sopra, e molto scollata tanto che anche le tette erano mezze fuori.
Il capo quel giorno era fuori ufficio tutta la giornata.
Dopo che mi aveva torturato con la visione delle sue mutandine bianche di pizzo , e dopo che io ormai mi toccavo praticamente il cazzo a mo di sega , mi chiese di andare a prendere il caffè.
Come ho detto eravamo soli e quindi quando mi alzai non feci niente per nascondere il bozxo che scendeva verso destra..
Notai che i suoi occhi andarono proprio li e a tutti e due venne un sorrisino complice, arrivati vicino alla macchinetta lri si piegò di colpo come per raccogliere qualcosa da terra , io non fevi in tempo a fermarmi e le finii praticamente col cazzo appoggiato sul culo e le mani sui fianchi.
Mi scusai e mi scostai subito ,ma lei di rimando mi disse:
e stato un piacere.
Io allora risposi.. il piacere è tutto mio.. ma lo sai che è un gioco pericoloso?
E lei: solo se lo scoprono.. e io non lo dico a nessuno.
A quel punto io ero cotto.. e le dico.. : io vado in bagno.. e mi avvio
Lei mi segue a ruota e appena entrati in bagno, dopo un bacio molto passionale si abbassa e mi slaccia i pantaloni.
Lo prende in mano ma solo per portarselo alla bocca.
Facendomi il miglior pompino mai ricevuto.
Io però non volevo venire così e allora la meyto in piedi e la spingo contro il muro, e dopo averla girata con il culo rivolto verso di me, mi abbasso e le infilo la lingua dovunque.
Dopo averla stimolata fino a farla venire, mi metto in piedi e la sbatto per una decina di minuti, ero troppo eccitato e quindi lo yiro fuori , lei me lo riprende in bocca fino a che non vengo e lei da grande troia lo ingoia tutto
Il problema principale era la scrivania aperta, quindi anche volendo , non potevo staccare gli occhi dalle sue gambe perennemente in mostra.
C'era confidenza tra noi, io sono sempre stato al mio posto, anche perchè sfogavo l'eccitazione giornaliera con mia moglie la sera.
I problemi arrivarono in primavera quando alle gonne e le calze si sostituirono le minigonne senza calze.
Non riuscivo a staccare gli occhi dallo scoscio continuo che mi si presentava. E non riuscivo ad evitare di sistemarmi il cazxo duro per tutta la giornata.
A lei questa cosa pareva non dare fastidio, anzi sembrava lo facesse di proposito, anzi la cosa che mi faceva bollire il sangue era che ormai si sitemava la gonna solo se entrava qualcuno nel nostro ufficio.
Aveva preso anche un'altra abitudine.. quando prendevamo il caffè, se eravamo da soli, non perdeva occasione per toccarmi. Mai toccate palesi, ma quando mi passava vicino non faceva niente per evitare di strusciarmi il dorso della mano sempre vicino alle zone di pericolo.
Io non le dicevo niente ma questa situazione mi faceva eccitare di brutto.
Un pomeriggio, era maggio, faceva molto caldo e oltre lei portava un vestito che era più adatto ad una serata in discoteca che all'ufficio.
Molto attillato anche sopra, e molto scollata tanto che anche le tette erano mezze fuori.
Il capo quel giorno era fuori ufficio tutta la giornata.
Dopo che mi aveva torturato con la visione delle sue mutandine bianche di pizzo , e dopo che io ormai mi toccavo praticamente il cazzo a mo di sega , mi chiese di andare a prendere il caffè.
Come ho detto eravamo soli e quindi quando mi alzai non feci niente per nascondere il bozxo che scendeva verso destra..
Notai che i suoi occhi andarono proprio li e a tutti e due venne un sorrisino complice, arrivati vicino alla macchinetta lri si piegò di colpo come per raccogliere qualcosa da terra , io non fevi in tempo a fermarmi e le finii praticamente col cazzo appoggiato sul culo e le mani sui fianchi.
Mi scusai e mi scostai subito ,ma lei di rimando mi disse:
e stato un piacere.
Io allora risposi.. il piacere è tutto mio.. ma lo sai che è un gioco pericoloso?
E lei: solo se lo scoprono.. e io non lo dico a nessuno.
A quel punto io ero cotto.. e le dico.. : io vado in bagno.. e mi avvio
Lei mi segue a ruota e appena entrati in bagno, dopo un bacio molto passionale si abbassa e mi slaccia i pantaloni.
Lo prende in mano ma solo per portarselo alla bocca.
Facendomi il miglior pompino mai ricevuto.
Io però non volevo venire così e allora la meyto in piedi e la spingo contro il muro, e dopo averla girata con il culo rivolto verso di me, mi abbasso e le infilo la lingua dovunque.
Dopo averla stimolata fino a farla venire, mi metto in piedi e la sbatto per una decina di minuti, ero troppo eccitato e quindi lo yiro fuori , lei me lo riprende in bocca fino a che non vengo e lei da grande troia lo ingoia tutto
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