Buon Compleanno!

di
genere
etero

Insieme a Roberto, il mio amico, stavo bevendo un cocktail al bar della discoteca presso la quale ci occupavamo della serata del venerdì. Tra quelli bevuti prima, quelli dentro al locale e quelli al bar ero abbastanza su di giri. Il mio impegno lavorativo della serata era ormai terminato. Mi occupavo di chi aveva prenotato in anticipo. Farli accompagnare al tavolo e controllare che fossero tutti serviti. Poi erano solo pubbliche relazioni.

Insieme al drink mi servirono anche noccioline e patatine.
Stiamo facendo apprezzamenti su dei glutei dentro ad un paio di shorts di jeans, quando due ragazzine si avvicinano e ci guardano con un sorrisino. Le guardo. Sono giovani. 18/20enni..ad occhio. Mi fisso sulla più carina. Un metro e sessanta scarsi, capelli lisci sulle spalle, scuri. Un vestitino corto, nero e aderente copriva un corpicino esile ma ben proporzionato. Giovane si, ma lo sguardo è da 'biricchina'.
Un po' per l'alcool che avevo in corpo, un po' perché stavamo facendo gli spiritosi, prendo con due dita una patatina e gliela porgo.
- "Vuoi? Facciamo cambio?"
- "cioè?"
- "cioè io do questa a te e tu dai la tua patatina a me!"
Lo so! È una battuta scarsa, ma mi è uscita così! Alcolica, senza pensarci.
Infatti lei mi guarda, mi apostrofa con 'scemo' e se ne va per mano alla sua amica.
Noi ridiamo, continuiamo a bere e a fare commenti sulle ragazze seminude in pista.
Passeranno una decina di minuti che la morettina torna e si mette a parlare con Roberto. La musica alta mi impedisce di sentire cosa dicono.
Dopo poco lei si sposta da me e sorridendo - "ora per farti perdonare la scemata che hai detto di prima mi offri da bere."
Obbedisco, e sorseggiando l'ennesimo cocktail scopro che Laura, così si chiama, ha 18 anni compiuti pochi giorni prima, che lavora nel ristorante del padre e che è venuta in discoteca con la cugina.
Io ho il doppio della sua età, ma questa bambolina non sembra essere preoccupata di ciò, anzi.
- "se mi accompagni a casa, libero Sara (la Cugina) che ha appuntamento quì con il suo ragazzo."
- "sei sicura? Potrei approfittarmi di te!"
- "correrò volentieri il rischio."
- "allora saluta che andiamo!Potrebbe volerci molto tempo per tornare a casa."

Saliti in macchina faccio in tempo ad uscire dal parcheggio ed arrivare allo stop del primo incrocio che Laura si sgancia la cintura di sicurezza e si butta su di me baciandomi appassionatamente. Rimango sorpreso, ma lei rincara la dose appoggiando la mano sul mio pacco accarezzando e stringendo la mia immediata erezione.
- "allora? Non volevi approfittare di me? Cosa aspetti?"
Sono sconvolto. Non mi ha dato neanche il tempo di imboccare la via del ritorno!
- "in 20 minuti siamo a casa mia, li saremo comodi e liberi."
Ma lei non aveva voglia di aspettare. Aprì la mia cerniera e, infilata la mano dentro i boxer, afferrò il mio uccello e a fatica lo tirò fuori dai pantaloni, palle comprese.
In ginocchio sul sedile del passeggero lo prende a due mani e abbassa la testa facendo sparire il glande nella sua bocca. Lo bacia e lo succhia delicatamente. Tenendo la pelle tesa fino in fondo percorre con le labbra tutta la lunghezza del mio membro. Percepisco la cappella toccare il fondo della sua gola per poi uscire e sentire la sua lingua leccarla giro giro.
L'afferro per i capelli e forzo il suo movimento. Le piace. Continua a giocare col mio membro per diversi minuti succhiando, leccando e menandolo. Avrei voglia di venire subito costringendola a ingoiare tutto, ma ho intenzione di mostrare a questa ragazzina impertinente l'esperienza e le capacità di un (quasi) quarantenne, quindi rallento ritmo.
Laura si ferma, mi guarda dritto negli occhi, si appoggia sul sedile e, alzandosi il vestito sopra i fianchi, si sfila il perizoma. Poi si butta su di me salendo a cavalcioni della mie gambe e, incurante del fatto che stò guidando, si punta direttamente cazzo sull'apertura della sua fighetta zuppa, e calandosi rapidamente, se lo infila fino alle palle.
La sua corporatura minuta mi lascia lo spazio per vedere la strada. La mia eccitazione è alle stelle, ma dovendomi concentrare sulla guida, posso lasciarla fare.
Appoggiata sul mio petto muove lentamente il suo bacino avanti e indietro. Sento il rumore dei suoi umori gocciolare e bagnare i miei pantaloni ad ogni spinta. Mugola e ansima vicino al mio orecchio.
Devo concentrarmi sulla strada.
Per fortuna il cambio automatico mi facilita la guida. Comunque cerco di sbigarmi.

Arrivati a destinazione posteggio la macchina alla benemeglio sul marciapiede. La bacio premendo forte i suoi glutei sui miei fianchi penetrandola fino all'utero. Sgrana gli occhi e sospira.
- "siamo arrivati! Saliamo che staremo più comodi."
Di peso la sposto sul suo sedile. I miei pantaloni sono bagnati e chiazzati dal suo nettare. Chiudo la cerniera ed afferro il suo perizoma abbandonato sul cruscotto. È più zuppo dei miei pantaloni.
Scendo, la prendo per mano e la trascino su per le scale
- "ti sei approfittata di me perché dovevo guidare ma ora tocca a me mantenere la promessa!"
Non volevo dimostrarle quanto ero 'stallone', volevo farla godere. Tanto. Come non aveva mai goduto. Volevo che non si dimenticasse più di me. Volevo che questo fosse il suo metro di misura di tutto il suo sesso futuro.

Entrati in casa, da dietro, l'afferrai per le spalle e, baciandola sul collo, feci scivolare il suo vestito sul pavimento.
Sui tacchi, nuda, davanti a me, mi fermai qualche secondo ad ammirarla.
Pelle olivastra, un culetto tondo e alto. Seno piccolo (giusto una seconda) con capezzoli turgidi che sovrastavano due areole in evidente rilevo. Eccitanti, molto eccitanti. Un ciuffetto nero grande poco più di un unghia appena sopra il suo sesso, è l'unica peluria sul suo corpo.
La sollevo di peso e la poso sul divano. Mi inginocchio davanti a lei e, dopo averle allargato le gambe, appoggio le mie labbra sulla sua vagina. È ancora totalmente bagnata. Una prima succhiata rapida al clitoride e poi lecco tutto il suo sesso.
Il suo respiro si fa pesante. Scendo lungo tutta l'apertura fino ad arrivare al buchino posteriore. Mi soffermo, inserisco la punta della lingua nel suo forellino per poi risalire allargandole la fessura per poi tornare a stuzzicarle il bottoncino.
Sospira.
Con due dita sfioro le grandi e poi le piccole labbra. Le massaggio dolcemente allargandole e carezzandole.
La penetro lentamente. Perlustro ogni suo millimetro con movimenti delicati ma sempre più profondi.
Laura ansima e sospira più forte e inarcando la schiena stringe con le mani la mia testa sulla sua passera.
- "oh, si, cosiiii, è meraviglioso!"
Giro la mano e con i polpastrelli mi soffermo e stuzzico intensamente il suo interno sotto al clitoride, mentre con le labbra glielo succhio voracemente.
Di colpo, urlando e contorcendosi, schizza nella mia bocca e sulla mia faccia il succo del suo piacere.
Non le do neanche il tempo di finire di godere che l'afferro per le gambe e, divaricandole, la penetro fino alle palle, facendola continuare a schizzare.
Non smette di godere ed io non smetto di scoparla.
Mi alzo e mi piego sulle ginocchia facendo scorrere tutto il mio uccello, dalla cappella allo scroto, dentro di lei. Intanto le afferro le tette, le strizzo e le torturo i capezzoli tirandoli e torcendoli.
- "godo, godo di nuovo! Godo ancora!"
Un'altro fiume di piacere inzuppò divano e palché.
L'afferrai per i fianchi e, senza uscire da lei, la sollevai. Mi sedetti sul divano e, tenendola sopra di me, ci riposizionammo come eravamo prima in macchina.
Ora era lei che, sollevandosi sulle gambe, si impalava sul mio cazzo godendoselo fino all'utero.
Continuavo a torcere i suoi capezzoli mentre affogava di umori il mio membro.
Sentivo crescere nuovamente il suo piacere, così, seguendo il suo ritmo, spingevo il mio bacino sbattendolo sempre più forte. Lo sciacquettio dalla sua figa aumentava ad ogni affondo, finché con un'altro urletto il mio inguine fu nuovamente annaffiato dal suo succo.
La strinsi su di me con un braccio e, accarezzandola sulla schiena, scivolai con le dita fino al suo buchino posteriore, completamente bagnato dai suoi umori.
Senza smettere di far scorrere il mio uccello dentro di lei, spinsi un dito nel suo culetto. Si irrigidì per un secondo mentre un brivido le percorse tutto il corpo.
- "mhhh, bello, ma fai piano, ti prego."
Mi sfilai da lei e le feci posare le ginocchia sulla seduta del divano. Braccia e il viso sullo schienale. Le allargai bene le gambe e spingendo con una mano sulla sua schiena strisciai la cappella sul taglio della sua figa. La penetrai con decusione e lei, sobbalzando in avanti, emeise un eccitantissimo urletto.
Ad ogni mia spinta avevo la sensazione di toccare il fondo della sua figa, e ad ogni affondo lei ansimava, mugolava e continuava a spostarsi in avanti.
Le mollai due schiaffetti sulle natiche che ebbero l'effetto di aumentare la sua eccitazione, così come il volume della voce e l'intensità del respiro. Le afferrai i glutei stringendoli forte e sbattendo violentemente i miei fianchi contro lei. Poi spinsi un pollice nel suo culetto.
Scoppiò in un'altro intenso orgasmo che feci sfogare continuando muovere il dito e il mio membro dentro i suoi orifizi.
Non smetteva di bagnarmi le gambe.
Rapidamente puntai la mia cappella sul forellino del suo culo, al posto del pollice, e la penetrai.
Laura irrigidì i muscoli.
- "piano, ti prego! Non lho mai fatto."
- "rilassati! Farò pianissimo! Pensa solo a godere!"
Iniziai, piano piano, a far scorrere il mio uccello dentro il suo culo. Più lei si rilassava , più io andavo a fondo. Le iniziali smorfie sul suo viso sparirono con l'aumentare della penetrazione, fino a che riprese a gemere e mugolare nel momento in cui le mie palle cominciarono a sbattere sempre più insistentemente sulla sua figa fradicia.
Dopo un paio di minuti mise la mano sulla sua figa e, con le dita sul clitoride, prese a strusciarlo e strofinarlo con forza e decisione.
Quasi contemporaneamente urlava
- "oddio! Lo sento fino in gola, e meraviglioso! Godo, godo! Vengo! Vieni con me! Riempirmi il culo! Voglio sentirti venire dentro! Eccomi! Godooo!"
Cominciò a schizzare con getti lunghi e potenti che, deviati dalla sua mano che non la smetteva di masturbarsi, bagnavano ovunque.
Era troppo! Eccitato come poche volte in vita mia, avevo l'uccello che mi faceva male da quanto era duro e dall'uso continuo e ininterrotto che gli avevo imposto.
Le schizzai nel culo mentre lei mi annaffiava il divano.
Dopo un paio di miei fotti di sperma, fu presa da spasmi muscolari di piacere che la fecero dimenare e scivolare. Godeva e si contorceva sul divano.
Costretto ad uscire a causa dei suoi movimenti, continuai a venirle addosso ovunque. Sul viso, sul seno, sui fianchi fino alle cosce. La mia pressione interna, trattenuta tanto a lungo, era ora talmente elevata che continuai a schizzare e coprirla di liquido ovunque.
Accasciata sul divano, coperta di sperma e umori, sospirò per qualche secondo. Poi, di colpo, chiuse gli occhi e si addormentò.
Mi ero allontanato giusto il tempo di recuperare un'asciugamano, e lei era crollata.
Dopo averla ripulita un pochino, la sollevai e la portai nel letto.
Mi sdraiai e, abbracciato a lei mi addormentai.
Ci svegliò il suo cellulare. Erano passate le 7.00 e sua cugina la cercava.
Si rivestì alla svelta e baciandomi sulle labbra - "è stato fantastico, ci vediamo in disco. Mi hai fatto un bellissimo regalo per il mio diciottesimo. Grazie davvero. "
Ancora oggi quando ripenso a lei e a quella notte, mi sento ribollire il sangue nelle vene....e l'uccello mi sobbalza nei pantaloni.



maxborns4u@gmail.com
scritto il
2022-01-21
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