Succede a Firenze

di
genere
sentimentali

Ci eravamo incrociati 3 o 4 volte nel giro di pochi giorni in punti diversi della città.
Gli sguardi si erano incrociati e un lieve sorriso era apparso sui nostri volti già dalla seconda "vista".
L'avevo notata subito.
Luna aveva lineamenti orientali e carnagione scura. Padre Olandese e madre Thailandese. Mix affascinante. Poco meno di 170 cm, tacco 6/8, indossava pantaloni eleganti e comodi color crema sorretti da un fondo schiena alto, sporgente e tondo. Il dolcevita leggero azzurro copriva un reggiseno che esaltava un paio di tette decisamente toniche.
Anche i suoi occhi scuri mi avevano sorriso prima di abbassare la testa, senza però perdermi di vista.
Ero stato fulminato da tanta grazia, bellezza e delicatezza.
Questi sguardi si erano ripetuti ogni volta, senza mai che io avessi l'occasione di fermarla, dirle qualcosa....insomma, rompere il ghiaccio.
Eppure il fato ci aveva messo di fronte diverse volte ed in diversi punti della città.
Certo Firenze non è una metropoli, ma con questa frequenza era veramente insolito.
Una mattina, invece di fare la solita strada, a causa di lavori stradali, ho dovuto cambiare percorso, e alla fermata del bus la vedo.
Bella ed elegante come sempre.
Istintivamente la saluto con un cenno della mano ed un grande sorriso. Vengo ricambiato immediatamente.
Non faccio in tempo ad accostare che lei sale sul bus.
Non so se ero più felice per il saluto ricevuto, per averla incontrata nuovamente o arrabbiato per non essere riuscito a fermarmi in tempo.
Decido di seguire il bus, ma a un certo punto questo entra in vie riservate e devo fermarmi.
Ma ho visto la zona.
La mattina seguente, al solito orario, anzi qualche minuto prima, ripasso da lì.
La vedo che parla con un'altra ragazza. Mi fermo deciso.
- "ciao vuoi un passaggio? Così ci presentiamo. Almeno posso dare un nome a quel sorriso che mi ha rallegrato quest'ultima settimana. Può salire anche la tua amica. Sarai più tranquilla!"
Luna e Serena lavoravano alla Reception di due hotel in centro e vivevano a poca distanza una dall'altra.
Durante le presentazioni notai che anche Serena non era niente male. Leggermente più bassa di Luna, capelli a caschetto modello" Valentina", occhi chiari e fisico ben proporzionato.
- "visto che in macchina arriviamo prima posso offrirvi un caffè?"

Il nostro appuntamento mattutino andò avanti per una settimana circa. Periodo in cui la confidenza aumentò e piano piano si discorreva sempre più liberamente di tutti gli argomenti.

Una mattina che Serena era di turno di riposo ne aprofittai per invitare Luna a cena.
Il suo "si" detto con un sorrisino a testa bassa, la sua timidezza, m'intrigava ed eccitava sempre più.

Vestitino a mezza coscia bianco in seta. Spalline che si incrociavano sulla schiena nuda.
Sandali non troppo alti, sexy ed eleganti senza esagerare.
Un giacchettino appoggiato sulle spalle completavano il capolavoro.

La collina Fiesolana, dove avevo prenotato, offre il fianco ad una leggera brezza serale che inturgidì immediatamente i suoi capezzoli.
Due noccioline premevano altissime e prepotentemente sul soffice tessuto esaltando anche le linee del suo decoltè.

La mia evidente eccitazione non sfuggì ai suoi occhi. Senza farsi notare il suo sguardo cadeva continuamente sul mio pacco.
Durante tutta la serata i suoi movimenti sembravano fatti apposta per far mantenere ed aumentare, se mai ce ne fosse stato bisogno, la mia eccitazione, ma mai così espliciti da farmi intendere che fossero intenzionali.
Questo alzava ulteriormente il mio desiderio.

Finita la cena proposi di bere qualcosa in centro.
Alla macchina le apro la portiera.
Luna senza dire una parola si avvicina a me, si appoggia leggermente e mi bacia inserendo la sua lingua delicatamente tra le mie labbra. Poi, senza allontanarsi, occhi negli occhi - " perché non andiamo a bere su da me?"
Ero sempre più affascinato da tanta naturalezza ed eleganza.
Niente volgarità. Nessuna 'porcaggine', semplicemente tanto erotismo...immenso erotismo.

Salimmo da lei.
Un piccolo monolocale all'ultimo piano. Arredamento minimal impreziosito da alcune piante ben curate. Dall'unica parete che divideva dall'ampio bagno sporgevano dei corti e ripidi gradini senza ringhiera che portavano alla finestra di un terrazzo sul tetto.
Prendemmo una bottiglia di gin, una di tonica, due bicchieri ed un cestello di ghiaccio e ci dirigemmo sopra.
Per salire le scale Luna dovette tirare su il vestito liberando tutta la gamba. Da sotto potevo vedere i suoi glutei nudi. Solo un piccolo lembo di tessuto copriva la sua passera.
L'uccello mi scoppiava nei pantaloni costringendomi a movimenti goffi e dolorosi per salire le scale.

Due metri per due circa di terrazzino a vasca. Lungo il muro più interno vi era una panca larga quanto un letto singolo coperta totalmente da un soffice materassino blu.
La vista era spettacolare. L'Arno, piazzale Michelangelo, il campanile di Giotto e la cupola erano illuminate.
Preparo due gin tonic senza far niente per camuffare la mia erezione. Luna continua a farci cadere lo sguardo.
- "Vedi che effetto mi fai? È solo colpa, o meglio, merito tuo se faccio fatica anche a sedermi!"
L - "È sicuramente un bel complimento!"
- "lo è di certo!"
- "Non ho avuto molti partner nella vita.
Mia madre in Thailandia mi ha sempre controllato evitando di farmi fare la sua fine. Mio padre è tornato in Olanda che io avevo poche settimane e non l'abbiamo più sentito. Appena ho potuto sono venuta in Italia. Sono qui da tre mesi e mi sono divisa solo tra lavoro e casa. Sei la prima persona con cui esco.
Posai il bicchiere e stringendomi a lei cominciai a baciarla appassionatamente. Le premevo forte petto contro petto, ma sopratutto premevo la mia erezione sul suo basso ventre.
L - "Il tuo 'complimento' è 'ingombrante'."
- " 20 cm di pura passione ed amore. Niente di eccezionale ma molto sincero."
Le spostai le spalline del vestito, e lei, facendo un passo indietro, lo fece adagiare sul pavimento.
Forse in un ultimo istinto di timidezza si portò entrambe le mani alle spalle coprendosi il seno.
Mi fermai ad ammirarla estasiato. La pelle liscia ed ambrata evidenziava un fisico snello e ben curato. Un sottile perizoma in seta e pizzo a forma di farfalla sul davanti si levava come l'ultima protezione della sua vagina.
M'inginocchiai davanti a lei e baciandole pancia e fianchi le accarezzi le gambe dalle caviglie salendo piano piano fino a stringerle delicatamente i glutei.
Afferrai sui fianchi le sue mutandine e le feci cadere vicino al vestito. Le mie labbra percorsero la rada di peluria che coronava l'apice della sua passera e presi a leccare e stuzzicare lungo tutta la fessura.
Le sue mani, ora sulla mia testa, mi stringevano sempre più contro il suo sesso.
Già umida prima che iniziassi a leccarla, ora i suoi umori facevano luccicare tutta la sua figa glabra e cominciavano a colarle lungo le cosce.
Allargandole grandi labbra aumentai la stimolazione del clitoride, passando rapidamente alla rosea fessura per poi tornare al delizioso bottoncino.
Improvvisamente iniziò ad ansimare e fremere. Aumentai il ritmo finché le sue gambe, tremando, cominciarono a cedere ed una serie di schizzi inondarono il mio viso. Non smisi di leccare finché non mi godetti ogni goccia dei sui umori.
Mi scostò delicatamente. Mi alzai. Dolcemente mi spogliò.
Mi fece sedere sul divanetto e si sedette sulle sue gambe tra le mie. Con entrambe le mani prese ad accarezzarmi il pene lungo tutta l'asta, a mani aperte, molto lentamente e delicatamente.
Ora con una mano me lo scappellava mentre con l'altra mi accarezzava le palle.
Prese anche succhiarmi e leccare la cappella.
L'uccello si ergeva sempre più duro e pulsante davanti ai suoi occhi. Ero sempre più affascinato ed eccitato da tanta grazia e delicatezza. Con una mano arrivò al mio buco posteriore stuzzicandolo con il dito medio.
Piano piano si fece largo dentro di me fino ad inserire l'intero dito ed iniziare un massaggio prostaico mentre contemporaneamente mi succhiava, leccava e accarezzava menbro e scroto.
Non ne potevo più. Ero al culmine del piacere. Mi sforzavo di resistere per godermi quel momento il più a lungo possibile.
Ma fu tutto invano. Pulsando di vita propria iniziò a spruzzare getti di sperma nella sua bocca.
Luna proseguì senza scomporsi, ingoiando tutto il mio seme. Solo un piccolissimo rivolo le sgorgò da un angolo della bocca colorando di bianco la sua pelle scura.
Il mio piacere non accennava a diminuire......come la mia erezione. Luna continuava a muovere il suo dito dentro al mio buco e massaggiandomi le palle senza mai staccare le labbra dal mio glande.
In un attimo di lucidità la sollevai alzandomi a mia volta.
Mi soffermai ad ammirare finalmente il suo seno che svettava davanti a me. Dritto! A punta! Sembrava finto da quanto era sodo e i capezzoli alti.
Iniziai a stuzzicarli strizzandoli e tirandoli. Con le labbra leggermente dischiuse, ansimava riversando la testa all'indietro.
La girai, la feci piegare ed appoggiare mani e braccia sul parapetto e, dopo aver strusciato un paio di volte la punta del mio cazzo lungo la sua figa fradicia di desiderio, lo affondai lentamente ma inesorabilmente fino a schiacciare le mie palle sul suo sesso.
Luna non riuscì a soffocare un urletto che subito si trasformò in gemito seguito immediatamente da un'altro e poi ancora. Ogni affondo era un sussulto. La mia cappella sbatteva contro il suo utero e lei si offriva sempre più ai miei colpi spingendo il suo bacino verso di me.
Colava. Grondava e gocciolava senza fine. Non riuscii a contare quante volte venne, ma sembrava non finisse e non le bastasse mai. La voglia di godere sembrava non placarsi. Poi dopo l'ennesimo orgasmo le sue gambe cedettero. La feci sdraiare con la schiena sul cuscino, le alzai le ginocchia fino al petto e puntai l'uccello sulla rosellina del suo sedere.
L - "ti prego, fai piano. Sei il primo."
Ero talmente eccitato ed onorato che avevo paura di venire prima ancora di entrare in quel capolavoro.
Piano piano, stringendo forte il mio membro, spinsi deentro la cappella. Aspettai finché non si abituó alla dilatazione, e poi a piccoli e calcolati scatti, arrivai in fondo.
Le strizzavo I capezzoli pompandole il culo in un crescendo di intensità.
Mugolava come una gatta in calore, dimenandosi ma senza mai distaccarsi dai miei fianchi.
"Se non fosse per quanto è stretto il suo forellino, sicuramente l'avrei già riempita."
Non faccio in tempo a pensare questo che con la mano sinistra si allarga le grandi labbra e, dopo essersi infilata due dita della destra dentro a quel lago di umori, prese a masturbarsi sgrillettandosi furiosamente.
Era troppo! Un fremito mi percorse tutta la schiena. Con una serie di colpi animaleschi le riversai dentro lunghi fiotti di caldo sperma. Sensazione nuova per lei, che la catapultó in un orgasmo clitorideo pauroso. Come una fontana schizzava tutto il suo godimento su di me! Arrivò a inzupparmi il petto tanto era il getto di liquido.
Mi fermai un minuto così, poi estrassi delicatamente il mio uccello. La sua rosellina rimase dilatata facendo fuoriuscire buona parte del mio seme.
Il pavimento era zuppo dei nostri liquidi. Non ricordo di averne mai visto tanto.
Ci abbracciammo e rimanemmo fermi così, nudi e bagnati, per molto tempo.
Qualche settimana dopo ebbe una proposta da una nota catena alberghiera e decicette di trasferirsi a Parigi.
Siamo ancora in contatto, ma non ci siamo più rivisti....per ora!
Serena invece lavora ancora qui a Firenze e....

Questa però è un'altra storia.



Maxborns4u@gmail.com

scritto il
2022-05-21
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