L'avvocatessa - cap 41

di
genere
saffico

Come spesso accade nella vita, uno degli incontri più strani della mia vita avvenne per caso.
Dopo aver lasciato il mio appartamento per trasferirmi da Tommaso, ero dovuta andare a vivere un paio di giorni in un hotel a causa della rottura di una tubatura dell'acqua della villa. Per fortuna i danni erano quasi irrilevanti, ma per permettere i lavori di riparazione, la casa era di fatto senz'acqua e quindi inabitabile. Inoltre la dependance non solo era senza mobili, ma soprattutto non erano ancora stati finiti tutti i lavori, e l’ufficio che usavo anche da alcova era del tutto inadatto per viverci più d'un giorno. Nonostante gli inviti sia di Carla che di Daniela, ad andare a vivere da loro sino al termine dei lavori, avevo preferito un hotel del centro, anche per non avere tentazioni di alcun genere, volendomi concentrare solo sul lavoro.
Nonostante la stanchezza accumulata in ufficio, e la gran voglia di fare una doccia per poi mettermi a dormire, nella hall non potei non notare una bella ragazza addetta alle camere, che veniva molestata senza alcun ritegno dai suoi colleghi. Il fatto era talmente eclatante da risultare osceno, anche perchè avveniva davanti allo sguardo dei clienti. Riuscii a malapena a leggere il suo cartellino, e una volta giunta nella mia camera decisi con un piccolo stratagemma di far salire quella ragazza da me.
“Vorrei che mi mandaste su una ragazza, ne ho vista una nella hall, sa ho un piccolo problema che solo una donna può risolvere.” dissi chiamando la reception che mi promise avrebbe fatto arrivare al più presto l'aiuto richiesto.
Mi feci trovare con indosso il solo intimo, un completo di raso rosa e pizzo bluette che avrebbe fatto resuscitare un morto, e quando lei bussò le dissi d'entrare.
“Mi scusi signora, mi hanno detto che bisogno di un aiuto femminile.” mi dissi senza dare alcun segno d'imbarazzo.
“In realtà volevo scambiare due parole con te, però se vuoi puoi tornare da quei maiali che cercano di metterti le mani sotto la gonna.” le risposi invitandola a sedersi sul letto “Detto ciò io sono Monica e vorrei sapere il tuo nome.”
“Valeria.”
Iniziammo a parlare di sciocchezze, per finire col fatto che tutti la molestavano come se fosse normalissimo, e di come lei fosse stanca di quella situazione.
“Detta chiara rimango solo per lo stipendio.” mi confessò sconsolata.
“Mettiamo il caso tu ricevessi un'offerta di lavoro come cameriera in una villa, con un congruo aumento di stipendi rispetto a quello che ricevi adesso. In cambio dovresti essere diciamo 'disponibile' con la padrona di casa e volendo con le sue amicizie, con una retribuzione a parte. Ovviamente potresti fare nel tuo tempo libero ciò che vuoi, sempre che non debba accompagnare la padrona di casa fuori per lavoro o per piacere.”
“Non saprei, insomma sarebbe un po' strano non trova ?” mi rispose cercando di prender tempo per pensare meglio alla mia offerta.
“Perchè strano ?” le dissi sedendomi leggermente dietro di lei per poi poggiarle una mano sulla gamba, mentre le baciavo il collo “Non ti piace il sesso fra donne ?”
“Si e tanto, ma non è questo il punto.”
Quando la mia mano risalì fino alle mutandine lei si girò quasi di scatto, ed io la bacia senza pensarci un attimo. All'inizio le su labbra rimasero chiuse, poi lentamente s'aprirono sempre più, facendo si che le nostre lingue s'incontrassero a metà strada.
“Questa è la prova pratica ?” mi chiese con ironia staccando le labbra dalle mie.
“Credo proprio di sì quindi fammi vedere quanto sei brava.” le risposi sdraiandomi al centro del letto.
La sua bocca risalì il mio corpo dalle mutandine sino al collo, poi iniziammo a baciarci con foga quasi animalesca, forse insolita per due donne. Mentre le lingue s'intrecciavano fra loro, le mani scoprivano il corpo dell'altra, e se da parte sua fu semplice togliermi quel poco che avevo, per me fu un vero piacere spogliarla quasi strappandole la divisa da dosso. Scoprii così che Valeria come me non aveva un gran seno, ma al pari del mio stava su anche senza alcun sostegno, e che non aveva un filo di grasso ne una smagliatura.
Ad un certo punto mi ritrovai la fica di Valeria davanti alla faccia con un suo dito dentro, così potei leccare i suoi umori che ormai impregnavo quel piccolo triangolo di peli che aveva intorno alla passera. Quando poi lei si chinò per baciarmi il monte di venere, potei ammirare il suo bel culo, liscio come la seta e allo stesso tempo duro come il marmo. Le infilai un dito nella passera e uno nel culo, proprio mentre lei faceva altrettanto con me. S'instaurò fin da subito una notevole intesa, che ci permetteva quasi di non parlare, dove nessuna delle due voleva prevaricare in alcun modo sull'altra, almeno sino a quando non volli qualcosa di più.
“Leccami la fica.” le dissi spingendola sul letto per farle prendere il mio posto, e mettendole la passera davanti alla faccia.
Valeria si dimostrò una più che abile amante, iniziando a leccare le grandi labbra, per poi passare a quelle interne e finire coll'usare la lingua come se fosse un cazzo per scoparmi la fica.
“Mm come sei brava, sto godendo tantissimo.” le dissi fra un sospiro e l'altro.
“Se ti abbassi posso fare anche meglio.” mi rispose scivolando sul letto per poi mettersi dietro di me.
“Se vuoi il mio culo non hai che da chiederlo.”
Mi misi carponi e lei s'inginocchio al mio fianco, facendomi subito sentire la lingua nel solco delle chiappe. Il suo lento sali e scendi si concluse solo quando, tenendomi aperte le chiappe con le mani, m'infilò la lingua nel buchetto, facendomi uscire un lungo gemito di puro piacere.
Istintivamente mi portai una mano sulla passera trovandola bagnata in maniera quasi oscena, e infilarci tre dita dentro fu quasi un sollievo. Così mentre io mi masturbavo senza alcun pudore, Valeria alternava lingua e dita nel mio retto, facendomi arrivare all'orgasmo.
“Mio Dio ma sei una bomba !” esclamai un po' sorpresa da tanta bravura.
“E non vuoi vedere come godo io ?” mi chiese sdraiandosi sensualmente sul letto.
Mi sdraiai al suo fianco per baciarla e allo stesso tempo infilarle due dita nella fica, poi le mie labbra scesero su tutto il suo corpo, soffermandosi un po' di più su un capezzolo, al quale diedi anche alcuni piccoli morsi. Quando arrivai fra le sue gambe trovai un vero lago d'umori dal sapore dolcissimo, e fu un gran piacere anche per me leccarli tutti, mentre lei gemeva godendo sempre di più.
“Faremo questo tutti i giorni ?” mi chiese stringendomi la testa al pube.
“No anche perchè mi piace scopare.” le risposi cercando di prendere fiato.
“Anche a me però non con questi sfigati di merda. Voglio solo bei cazzi che mi riempano tutta la fica e qualche volta anche il culo. Adesso però fammi godere tu perchè non resisto più.” concluse aprendosi da sola la passera.
Non mi rimase che scoparla con tre dita prima e quattro poco dopo, senza però smetter mai di leccarle la fica, facendole avere il meritato orgasmo.
“Non è che mi hai detto solo cazzate per portarmi a letto.” mi chiese mentre si rivestiva impaurita che le avessi mentito.
“Dopodomani finiranno i lavori alla villa e potrai trasferirti con me, quindi se vuoi puoi mandare a fanculo questi stronzi fin d'adesso.” le risposi dandole alcuni baci in bocca.
“Vado subito a dimettermi, almeno non dovrò più sentire le loro sporche mani che cercano di spogliarmi. Però se vuoi poi torno e continuiamo l'esame.”
“Va bene così non passerò la serata da sola.”
Valeria impiegò meno di dieci minuti per licenziarsi e tornare da me usando una via secondaria. Passammo alcune ore facendo l'amore senza però la foga del primo rapporto, ma cercando di scambiarci il piacere con più tranquillità. Poco prima di mezzanotte se ne andò con un gran sorriso, e un appuntamento per il giorno seguente per definire il contratto di lavoro.
I lavori alla villa finirono come da programma, così mi potei trasferire li con la mia nuova cameriera, che piacque subito anche a Tommaso pur non comprendo a fondo la sua 'utilità'.
Io invece passai la prima notte nella villa con lei nel letto, ma questa volta a differenza di quanto successo nell'hotel, potemmo usare tutti i miei giocattoli erotici, e scoparla con lo strap-on fu a dir poco meraviglioso. Come penetrai Valeria lei mi strinse a se, usando sia le braccia che le gambe, impedendomi quasi di scoparla come volevo. Quando però lei si lasciò andare fu un continuo sussultare ad ogni mio affondo, arrivando quasi a graffiarmi la schiena, prima di schizzarmi addosso il suo orgasmo quasi come fanno gli uomini.
Nei giorni seguenti furono completati anche i lavori alla dependance, dove con l’aiuto di Valeria portai quasi tutto il mio ‘arsenale erotico’ che avevo in ufficio.
“Che ne dici di fare una doccia e poi provare qualcuno di questi gingilli ?” le chiesi mentre mi spogliavo.
“Che questa volta ti voglio scopare anch’io.” mi rispose quasi spingendomi sotto l’acqua.
E quel pomeriggio fu lei a regalarmi momenti di piacere unico al mondo, come avrebbe poi fatto molte altre volte.



Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
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scritto il
2022-02-04
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