Una festa per gli innamorati
di
Yuko
genere
etero
San Valentino.
Festa commerciale. Festa americana, forse.
“Non mi piacciono gli americani” come disse Battiato a Pippo Baudo.
Il conformismo e il conformismo insito nell'ostinato anticonformismo.
Oggi scelgo di fregarmene. Di essere conformista o di essere di quel tipo di anticonformismo che rifiuta la perseverante e prevedibile scelta dell'anticonformismo.
C'è qualcosa di più, che va oltre queste stupide parti teatrali.
Festeggio il mio uomo, e pazienza se lui festeggerà me in quella che è una festa interamente preparata da me. Non è uno scambio.
Ma chissene.
E pazienza anche se deciderò che lo festeggerò anche nei restanti giorni dell'anno e lui festeggerà me quando meno me l'aspetto, più volte, in più occasioni. Senza date o ricorrenze.
O magari mai.
E quindi, terminati i ragionamenti sui pazienti, i dosaggi degli antibiotici o della dobutamina, gli esami del sangue e le fini diagnosi differenziali, sono già all'Esselunga a fare la spesa.
E lì esplode l'altra mia natura.
L'estro in cucina, il tocco imprevedibile dell'oriente e della mente aperta, intercontinentale e interculturale, applicata a quella meraviglia etnica che è la cucina all'Italiana. E ci tengo a sottolineare la “I” maiuscola.
E allora siano i pizzocheri della Valtellina con la fontina valdostana, ma con l'aggiunta di anice stellato e coriandolo alla salvia e al burro dell'alpe; e nello stesso pentolino: castagne bollite. Le uvette imbevute nel vermut e nel liquore al melograno, il curry e il cumino. E poi il filetto scottato nel burro e nel pepe verde, flambé con brandy, e poi aggiunto alla salsa di panna, senape e Worcester. Infine chiusura con un tiramisù alle fragole.
Chissenefrega dei fattori di rischio cardiovascolari.
E chissenesbatte di chi mi dileggia. Passare per un idiota agli occhi di un imbecille è una voluttà da fine gourmet disse Georges Couteline.
Le rose rosso carminio assorbono la luce, come i nostri sguardi al lume delle profumate candele.
I sepali che dal gambo verde scuro cedono alla sfumatura più tenue per avvolgere i petali brucianti di passione sono come una preghiera che si consegna e si inchina all'infinito spazio del sentimento.
La fiamma della candela è alta e severa e si riflette sui nostri occhi mentre ci guardiamo con desiderio incatenato.
Japan meets Europe.
E poi, basta mezzo bicchiere di Chianti per rimanere sbronza. Benedetti i toscani.
Fisso il soffitto, sopra l'angolo della porta, e questo si muove, continuamente. Nella stessa direzione.
Ma ancora, cazzomene?
Mi sfilo la maglietta, tanto basta per avere le tette al vento.
Mi sbuccio come fossi una banana e abbasso i jeans; ancheggio sfilandomi i calzoni mentre resto con le sole mutandine.
“Uhuuu!!!”
L'occhio dell'uomo lampeggia. L'ormone tracima!
Mi insegue mentre scappo in camera da letto. Mi arrendo e mi lascio cadere sul letto, braccia larghe, gambe aperte.
Lui mi guarda, indeciso da dove iniziare.
Io chiudo gli occhi e ora lascio che sia lui a condurre il gioco.
Qualunque cosa sarà ben fatta.
Festa commerciale. Festa americana, forse.
“Non mi piacciono gli americani” come disse Battiato a Pippo Baudo.
Il conformismo e il conformismo insito nell'ostinato anticonformismo.
Oggi scelgo di fregarmene. Di essere conformista o di essere di quel tipo di anticonformismo che rifiuta la perseverante e prevedibile scelta dell'anticonformismo.
C'è qualcosa di più, che va oltre queste stupide parti teatrali.
Festeggio il mio uomo, e pazienza se lui festeggerà me in quella che è una festa interamente preparata da me. Non è uno scambio.
Ma chissene.
E pazienza anche se deciderò che lo festeggerò anche nei restanti giorni dell'anno e lui festeggerà me quando meno me l'aspetto, più volte, in più occasioni. Senza date o ricorrenze.
O magari mai.
E quindi, terminati i ragionamenti sui pazienti, i dosaggi degli antibiotici o della dobutamina, gli esami del sangue e le fini diagnosi differenziali, sono già all'Esselunga a fare la spesa.
E lì esplode l'altra mia natura.
L'estro in cucina, il tocco imprevedibile dell'oriente e della mente aperta, intercontinentale e interculturale, applicata a quella meraviglia etnica che è la cucina all'Italiana. E ci tengo a sottolineare la “I” maiuscola.
E allora siano i pizzocheri della Valtellina con la fontina valdostana, ma con l'aggiunta di anice stellato e coriandolo alla salvia e al burro dell'alpe; e nello stesso pentolino: castagne bollite. Le uvette imbevute nel vermut e nel liquore al melograno, il curry e il cumino. E poi il filetto scottato nel burro e nel pepe verde, flambé con brandy, e poi aggiunto alla salsa di panna, senape e Worcester. Infine chiusura con un tiramisù alle fragole.
Chissenefrega dei fattori di rischio cardiovascolari.
E chissenesbatte di chi mi dileggia. Passare per un idiota agli occhi di un imbecille è una voluttà da fine gourmet disse Georges Couteline.
Le rose rosso carminio assorbono la luce, come i nostri sguardi al lume delle profumate candele.
I sepali che dal gambo verde scuro cedono alla sfumatura più tenue per avvolgere i petali brucianti di passione sono come una preghiera che si consegna e si inchina all'infinito spazio del sentimento.
La fiamma della candela è alta e severa e si riflette sui nostri occhi mentre ci guardiamo con desiderio incatenato.
Japan meets Europe.
E poi, basta mezzo bicchiere di Chianti per rimanere sbronza. Benedetti i toscani.
Fisso il soffitto, sopra l'angolo della porta, e questo si muove, continuamente. Nella stessa direzione.
Ma ancora, cazzomene?
Mi sfilo la maglietta, tanto basta per avere le tette al vento.
Mi sbuccio come fossi una banana e abbasso i jeans; ancheggio sfilandomi i calzoni mentre resto con le sole mutandine.
“Uhuuu!!!”
L'occhio dell'uomo lampeggia. L'ormone tracima!
Mi insegue mentre scappo in camera da letto. Mi arrendo e mi lascio cadere sul letto, braccia larghe, gambe aperte.
Lui mi guarda, indeciso da dove iniziare.
Io chiudo gli occhi e ora lascio che sia lui a condurre il gioco.
Qualunque cosa sarà ben fatta.
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