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Numeroprimo encore
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dominazione
Entriamo insieme nel sex shop. Io oggi voglio divertirmi, a tue spese anche se pagherò io. Mi segui, titubante perché sai che sarai messo a dura prova, dopo un mese sai che so essere imprevedibile. Ho dieci anni più di te, ragazzo mio, anche se li porto molto bene. Ieri ti ho fatto fare bella figura con i tuoi amici, che non sanno come tu in privato sia il mio giocattolo. Gli ho detto che sei un fenomeno, e dentro la sauna tutti loro mi mangiavano con gli occhi. So di essere ancora molto desiderabile, e ho l'esperienza dalla mia per sovrastare le ventenni com cui stanno loro, ma me le sono fatte amiche e non riuscivano ad essere gelose dei loro cazzi semirigidi al suono dei miei racconti. Era la mia prima sauna con voi, ieri, ed era la prima volta che si eccitavano quasi tutti. Mai successo prima, non penso fosse un caso. E ieri sera ti ho scopato a lungo, ma senza farti venire, legato alla testiera del letto. Anche questo non sanno, che tu non decidi nemmeno se avere un orgasmo, perché è una mia scelta. E da oggi sarò un po' più certa che tu non possa fare nulla a mia insaputa. E il tuo piercing al cazzo, il prince Albert che hai accettato di farti applicare dopo una sola settimana di conoscenza, non sarà più solo una decorazione. Anche quella volta ti ho esibito, bel ragazzo muscoloso e dotato, ad un tatuatore che ti maneggiava, e ho provato piacere per il tuo imbarazzo e la tua paura. Il dolore, anche quello, ma mi ha divertito di più vedere la tua faccia quando ti sei inturgidito nelle mani di un uomo. Una settimana in cui mi sono presa cura di te, del tuo arnese ferito, e non ti ho obbligato a darmi piacere, nè me lo sono dato da sola, perché so resistere ed aspettare. Sono stata slave, obbligata a soddisfare l'uomo che mi possedeva senza ricevere nulla o quasi, ora sarai la mia rivincita. Ti ho slegato, già vestita come so che a te fa effetto, e ti dico di metterti una t-shirt ed i jeans più vecchi che hai, in fretta. Niente intimo, e in fretta. Ti lavi sotto la doccia, mentre ti osservo. Sei un fascio di energia e pensieri convogliati nel tuo inguine, e quando mi sbottono la giacca per una passata di deodorante che ho già messo e ti lascio vedere i seni liberi sotto la pelle nera ti si drizza, ma sai di non poter fare altro che lavarti. Ti vesti con ancora quell'asta gonfia di sangue. Forse se mi accontenti piú tardi potrai avere il tuo piacere, so che stai pensando, e io mi inginocchio davanti a te per abbottonati, in un gesto di finta sottomissione. Mi alzo, chiudo un solo bottone della giacca, per continuare a farti intravedere qualcosa, e senza i tuoi occhi mentre guido per le strade della città. Entriamo, e chiedo al commesso dove sia la sezione bondage. Alza gli occhi dal tablet, mi squadra e mi indica una zona del negozio, la più lontana dall'ingresso. Ovviamente, come ovviamente pensa che sarò io a portare su di me gli acquisti che faremo. La commessa qui infatti è una ragazza, carina ed atletica, con un taglio di capelli a caschetto che la fa sembrare una Valentina di crepax, però fulva. Vorrei alcune cose, possiamo anche provarle subito? E lei annuisce, contenta di non annoiarsi tutta la giornata. Certo, a cosa stava pensando? Per iniziare qualcosa per polsi e caviglie, per lui. Mi strizza l'occhio e ci fa strada. La tua erezione sotto i jeans è ripartita, tu godi dell'imbarazzo che provi, questo l'ho capito e ora lo sa anche Valentina. Vedo un collare di cuoio con anella davanti e striscia di cuoio che unisce due bracciali sempre di cuoio. Mi attirano. Togli la t-shirt, dico a te, e indico a Valentina l'oggetto. Lei lo porge a me, io le dico mettiglielo tu per favore. Tu lasci fare, tenendo la testa alta e gli occhi bassi. Valentina stringe bene tutto, anche se sembra anche lei una sottomessa ha una certa mano ad immobilizzare gli altri. Ora le caviglie, mi piace il suono delle catene che strisciano per terra le dico. Qualcosa che si abbini. Sparisce e torna in un minuto, osservo ed annuisco. Gliele metto? Certo cara. E tu osservi la ragazza che ti incatena,gli occhi quasi all'altezza del tuo bel cazzone, ma non puoi metterle una mano sulla nuca, primo perché te la taglierei e secondo perché sei legato. Hai il respiro corto, chissà perché. Mentre la ragazza è impegnata sbottono la giacca e ti faccio dare una veloce occhiata alle tette. Così, per rincarare la dose. Lascio la giacca sbottonata, fa caldo qui dentro. La ragazza si solleva sui tacchi. Qualcos'altro? Pensavo a una cintura di castità, per lui? Ovviamente, rispondo, lei solleva un sopracciglio e ci fa strada. Ti ascolto seguirci, Valentina ha aperto un armadio con delle cose interessanti. Quella lì sembra un buon acquisto. È la più costosa che ha, gliela puoi mettere? Qui, ora? Certo, qui e ora. Servirà una forbice, ce l'avete? Torna con la forbice, e taglio via il tuo vecchio jeans. La ragazza ride della tua erezione, stai anche gocciolando. Credo che servirà del ghiaccio, le dico, e lei va al frigobar. Te lo faccio applicare da lei finché dice che si può provare. La osservo maneggiarti le palle e infilarle nell'anello di tenuta. Questo si può usare per aumentare la sicurezza, lo sa? Certo, toglilo e poi rimettilo dopo. Le do la chiavetta, e lei rapidamente toglie, infila e rimettere il piercing a posto. Tenti una nuova erezione ma è tardi. E ora sei nudo, con calzini e scarpe, legato e ingabbiato. Ci pensi devi uscire in strada e arrivare all'auto, o credi che ti toglierò tutto? Non hai più nemmeno i pantaloni, comunque sarà imbarazzante. Bene, forse una maschera per la testa potrebbe fargli comodo. Certo, fa Valentina aprendo l'armadio accanto. Quella con il gag a palla nero può andare, e lei ormai esperta te la mette, regolandola per non permettere alla palla di uscirti dalla bocca. Ora sei anche cieco, e muto. Ci vorrà un guinzaglio, sennò come da dove andare? Già, non lo abbiamo considerato prima. Infilo un dito nell'anello e ti tiro dietro di me, poi faccio scattare il moschettone e ti porto alla cassa insieme a Valentina. Non vedi la faccia del cassiere, ne quella della coppia appena entrata, con lui che guarda alternativamente te e la mia giacca ancora sbottonata, e la moglie che oscilla tra gelosia e invidia. Ah, uno strap-on ce l'avete? Ultima domanda a Valentina. La seguo lasciandoti lì in balia degli eventi, e torno con un'ultima sorpresa. Pago una mezza fortuna, riprendo il guinzaglio e ti porto in auto. Qui sono abbastanza liberi mentalmente, a patto che i bambini, giustamente, non assistano a scene scabrose. Qui bambini non ce ne sono, gli adulti fanno finta di nulla anche se osservano. Ora si va a casa, puoi solo sperare che l'ascensore sia libero e sarai al sicuro. O quasi
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