Un mondo come piace a me -14-

di
genere
esibizionismo

“Abbiamo deciso, vogliamo te, che ne dici?”

Elena ci pensò meno di un secondo e disse “OK”.

Da quel momento non poteva dire più una parola e sarebbe stata alla loro mercé fino a quando non la avessero lasciata libera.

Il Capo Clan legò caviglie e mani dietro la schiena di Elena, poi la caricò sulla spalla destra, culo all’aria e, schiaffeggiandole le natiche, ululò un grido di vittoria a tutti i presenti della sala.

In questo modo li informava che il Clan dei Lupi aveva conquistato la sua preda.

La sala rispose urlando con il tradizionale “Vai Lupi!!!”.

La trasportarono lungo un corridoio mentre gli altri 7 membri del Clan le trotterellavano attorno.

Aprirono un chiavistello arrugginito ed entrarono in un tugurio di circa 20 metri quadrati.

La stanza emetteva un odore intenso di muffa misto a urina, era priva di mobili con l’eccezione di un vecchio materasso sul pavimento coperto di macchie giallo-marroni, un tavolo, e una sedia sulla quale vi era appoggiato un battipanni di vimini.

Dalle pareti sottili dello stabile, si udivano distintamente grida orgasmiche e ululati strazianti provenire da altre ‘vacche’, che scommettevano la loro vita pur di avere l’orgasmo del secolo.

“Questo non era sicuramente il posto dove venire a cercare un amore romantico”, pensò Elena.

Il Capo ordinò ad uno del branco di slegarle polsi e caviglie.

La scaraventò sul materasso poi le disse con un ampio sorriso

“Benvenuta nella tana dei Lupi troietta, sono sicuro che ti pentirai presto di averci scelto”.

Cadendo sul materasso, Elena mollò la presa sul tesserino che teneva ancora stretto in pugno, il quale rimbalzò sul materasso e ricadde nel centro della stanza.

Quando il Capo la raccolse, la lesse e la fece leggere al resto del Clan.

Elena si rabbuiò leggermente

“Oh merda!!!” pensò preoccupata “ma perché cazzo non l’ho lasciato nello spogliatoio, chissà ora che ne sarà di me”.

Il capo rivolse uno sguardo stupito e divertito ad Elena.

Quando notò l’espressione di terrore che stava salendo sul suo viso, decise di non fare nessun commento sadico.

Lo recuperò dalle grinfie degli altri lupi, si avvicinò ad Elena, la afferrò al collo e, tirandole la testa verso l'alto la aiutò a mettersi in piedi.

Con tono solenne le disse

“E questo tesserino dove cazzo te l’eri infilato? Non te l’ha mai detto mammina che bisogna sempre portarlo sul petto?”

Così dicendo, aprì la pinzetta del tesserino e la pinzò al suo capezzolo sinistro.

Elena si morse il labbro inferiore, mentre veniva pervasa da un brivido di piacevole dolore che le partiva dal pube e saliva su, fino ai capelli.

All’improvviso aveva perso ogni timore.

Il destino avrebbe deciso come sarebbe andata quella serata.

“In ginocchio !!” le ordinò il Capo

Poi le avvicinò un cazzo di circa 18 cm non circonciso alla faccia

CONTINUA ...
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2022-04-20
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