Studentesse rapite
di
Profeta Noah
genere
prime esperienze
Era una calda giornata primaverile. Sara e Ilaria stavano camminando per raggiungere la fermata dell'autobus. Le due amiche diciottenni procedevano cautamente. Solo un mese prima una ragazza della loro età era scomparsa nel nulla mentre si recava a scuola. Normalmente era il padre di Ilaria ad accompagnarle ma quel giorno era molto impegnato, così come i genitori di Sara.
Ilaria era una bella ragazza, alta circa un metro e sessanta, con un fisico snello, grandi occhi blu e lunghi capelli biondi che le cadevano lungo la schiena. Indossava dei jeans ormai fuori moda ed una maglietta molto semplice. "Su, andiamo Ilaria! Faremo tardi." Gridò Sara, trascinandola con se. Anche Sara era una ragazza molto carina. Leggermente più alta di Ilaria, aveva un viso ovale, nasino all'insù, occhi color nocciola e lunghi capelli neri, che era solita legare a coda. Portava dei jeans molto stretti ed una camicetta celeste. Sara era la più coraggiosa delle due. "Se qualcuno dovesse rapirci?" Chiese Ilaria. "Ila, siamo insieme, stiamo al sicuro." Rispose sorridendo. "Dai, facciamo presto."
Orazio stava seguendo le due ragazze da diversi minuti. Erano giovani e carine, proprio come piacevano a lui. Unimidì le labbra, pensando a quanto sarebbe stato bello toccarle dappertutto. Con lui sul furgoncino c'erano altri 4 uomini. Le settimane precedenti erano state molto propizie...
All'improvviso, Sara udì il rumore di un mezzo avanzare velocemente dietro di loro. Afferrò Ilaria per proteggerla dalla densa nube di polvere sollevata dal veicolo. Quando la ragazza riaprì gli occhi, vide alcuni uomini avvicinarsi con fare minaccioso. Sara urlò e provò a colpirli. Un uomo la cinse col braccio, coprendole la bocca. La ragazza cercò invano di liberarsi. Nel frattempo, un altro uomo prese Ilaria. Le due amiche furono costrette a salire sul furgone. Sara sferrò un calcio al suo rapitore, che gridò dal dolore. "Fallo di nuovo e ti spezzo il collo!" Presero delle corde e le legarono le mani dietro la schiena.
"Lasciateci andare! Lasciateci andare!" Supplicò Ilaria. Un uomo le strinse un orecchio così forte da farla gridare dal dolore. Un attimo dopo, le infilò uno straccio in bocca. Sara notò gli uomini frugare negli zaini. Tirarono fuori i loro portafoglii, gli abbonamenti del bus, documenti e rossetti.
"Tu sei Sara?" Chiese uno dei rapitori. Era un tipo grosso, biondo, orrendo. La ragazza fece un cenno con la testa. "Così, tu devi essere Ilaria. Ascoltatemi bene: farete tutto quello che vi diciamo, chiaro? Che vi piaccia o no! Non me ne frega un cazzo!" Le due ragazze, in lacrime, annuirono.
L'uomo biondo afferrò Sara e la trascinò per i capelli. Si abbassò e le sbottonò i jeans, infine prese un coltello e le tagliò le mutandine. L'energumeno puntò il suo cazzo grande, grosso verso la piccola fighetta liscia della ragazza. Le mise una mano sui fianchi e prese a dischiudere le piccole labbra. Sara chiuse gli occhi ma, un attimo dopo, avvertì invadere il suo corpo. Provò tanto dolore, come mai prima d'ora. Faceva malissimo, si sentiva come stirata. Gli altri malviventi risero di gusto. Ilaria pianse a dirotto per la sorte riservata alla sua amica. Sara, sofferente, urlò più volte ma l'uomo continuò senza pietà, martoriandole la giovane fighetta.
Di colpo, si arrestò. Il cazzo era coperto di sperma e sangue. Un altro uomo prese il suo posto. "Ahiiii!" Sara continuò a lamentarsi e gridare. Stuprarono più e più volte la povera ragazza.
Quando Ilaria riaprì gli occhi, Sara era vicino a lei. Un uomo, con un panno, la ripulì del sangue colato lungo le gambe.
Nel frattempo, due uomini presero a strattonare Ilaria. La spinsero contro il pavimento e le tolsero jeans e mutandine. La ragazza vide l'uomo biondo abbassarsi dinanzi a lei. Un attimo dopo, Ilaria avvertì l'imene infrangersi e l'addome gonfiarsi. Scoppiò in lacrime per il dolore. "Che cazzo fai?" Chiese un altro. "È stata carina, non ha opposto resistenza... sarò più gentile con lei." Dopo essersi fermato, riprese a scoparla lentamente. Ilaria sentiva le interiora come bruciare. Continuò finché la ragazza avvertì un liquido caldo diffondersi nel suo stomaco, riempirla. Esausta, perse i sensi. Fece in tempo a vedere la sua amica, distesa, inerme.
Quando riaprì gli occhi, Sara aveva uno sguardo perso, vuoto. L'uomo biondo sedette vicino a lei. "Mi chiamo Claudio. Fa ancora male?" La ragazza annuì. "Vi stiamo portando da amici... Per una biondina come te sono disposti a sborsare fior fior di quattrini," disse rivolgendosi ad Ilaria. "Portateci a scuola!" Supplicò la ragazza. "Non possiamo, tesoro."
Dopo diversi chilometri di marcia, il furgone si arrestò. Sara si guardò intorno. C'era una fattoria, una stalla e distese infinite di campi... lontano da tutto e dal mondo! La casa era vecchia e sporca. Sara fu condotta al piano di sopra, Ilaria sedette su una poltrona. Infine, Claudio si voltò verso lei con un sorriso diabolico!
Ilaria era una bella ragazza, alta circa un metro e sessanta, con un fisico snello, grandi occhi blu e lunghi capelli biondi che le cadevano lungo la schiena. Indossava dei jeans ormai fuori moda ed una maglietta molto semplice. "Su, andiamo Ilaria! Faremo tardi." Gridò Sara, trascinandola con se. Anche Sara era una ragazza molto carina. Leggermente più alta di Ilaria, aveva un viso ovale, nasino all'insù, occhi color nocciola e lunghi capelli neri, che era solita legare a coda. Portava dei jeans molto stretti ed una camicetta celeste. Sara era la più coraggiosa delle due. "Se qualcuno dovesse rapirci?" Chiese Ilaria. "Ila, siamo insieme, stiamo al sicuro." Rispose sorridendo. "Dai, facciamo presto."
Orazio stava seguendo le due ragazze da diversi minuti. Erano giovani e carine, proprio come piacevano a lui. Unimidì le labbra, pensando a quanto sarebbe stato bello toccarle dappertutto. Con lui sul furgoncino c'erano altri 4 uomini. Le settimane precedenti erano state molto propizie...
All'improvviso, Sara udì il rumore di un mezzo avanzare velocemente dietro di loro. Afferrò Ilaria per proteggerla dalla densa nube di polvere sollevata dal veicolo. Quando la ragazza riaprì gli occhi, vide alcuni uomini avvicinarsi con fare minaccioso. Sara urlò e provò a colpirli. Un uomo la cinse col braccio, coprendole la bocca. La ragazza cercò invano di liberarsi. Nel frattempo, un altro uomo prese Ilaria. Le due amiche furono costrette a salire sul furgone. Sara sferrò un calcio al suo rapitore, che gridò dal dolore. "Fallo di nuovo e ti spezzo il collo!" Presero delle corde e le legarono le mani dietro la schiena.
"Lasciateci andare! Lasciateci andare!" Supplicò Ilaria. Un uomo le strinse un orecchio così forte da farla gridare dal dolore. Un attimo dopo, le infilò uno straccio in bocca. Sara notò gli uomini frugare negli zaini. Tirarono fuori i loro portafoglii, gli abbonamenti del bus, documenti e rossetti.
"Tu sei Sara?" Chiese uno dei rapitori. Era un tipo grosso, biondo, orrendo. La ragazza fece un cenno con la testa. "Così, tu devi essere Ilaria. Ascoltatemi bene: farete tutto quello che vi diciamo, chiaro? Che vi piaccia o no! Non me ne frega un cazzo!" Le due ragazze, in lacrime, annuirono.
L'uomo biondo afferrò Sara e la trascinò per i capelli. Si abbassò e le sbottonò i jeans, infine prese un coltello e le tagliò le mutandine. L'energumeno puntò il suo cazzo grande, grosso verso la piccola fighetta liscia della ragazza. Le mise una mano sui fianchi e prese a dischiudere le piccole labbra. Sara chiuse gli occhi ma, un attimo dopo, avvertì invadere il suo corpo. Provò tanto dolore, come mai prima d'ora. Faceva malissimo, si sentiva come stirata. Gli altri malviventi risero di gusto. Ilaria pianse a dirotto per la sorte riservata alla sua amica. Sara, sofferente, urlò più volte ma l'uomo continuò senza pietà, martoriandole la giovane fighetta.
Di colpo, si arrestò. Il cazzo era coperto di sperma e sangue. Un altro uomo prese il suo posto. "Ahiiii!" Sara continuò a lamentarsi e gridare. Stuprarono più e più volte la povera ragazza.
Quando Ilaria riaprì gli occhi, Sara era vicino a lei. Un uomo, con un panno, la ripulì del sangue colato lungo le gambe.
Nel frattempo, due uomini presero a strattonare Ilaria. La spinsero contro il pavimento e le tolsero jeans e mutandine. La ragazza vide l'uomo biondo abbassarsi dinanzi a lei. Un attimo dopo, Ilaria avvertì l'imene infrangersi e l'addome gonfiarsi. Scoppiò in lacrime per il dolore. "Che cazzo fai?" Chiese un altro. "È stata carina, non ha opposto resistenza... sarò più gentile con lei." Dopo essersi fermato, riprese a scoparla lentamente. Ilaria sentiva le interiora come bruciare. Continuò finché la ragazza avvertì un liquido caldo diffondersi nel suo stomaco, riempirla. Esausta, perse i sensi. Fece in tempo a vedere la sua amica, distesa, inerme.
Quando riaprì gli occhi, Sara aveva uno sguardo perso, vuoto. L'uomo biondo sedette vicino a lei. "Mi chiamo Claudio. Fa ancora male?" La ragazza annuì. "Vi stiamo portando da amici... Per una biondina come te sono disposti a sborsare fior fior di quattrini," disse rivolgendosi ad Ilaria. "Portateci a scuola!" Supplicò la ragazza. "Non possiamo, tesoro."
Dopo diversi chilometri di marcia, il furgone si arrestò. Sara si guardò intorno. C'era una fattoria, una stalla e distese infinite di campi... lontano da tutto e dal mondo! La casa era vecchia e sporca. Sara fu condotta al piano di sopra, Ilaria sedette su una poltrona. Infine, Claudio si voltò verso lei con un sorriso diabolico!
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