L'equivoco X|| - Castrato
di
Cuck 2021
genere
incesti
Ufficialmente la moglie era partita per il Senegal da volontaria con una Onlus "Pro Africa" per aiutare nella sua veste di psicoterapeuta ed assistente sociale le famiglie disagiate ed i bambini in difficoltà.
Naturalmente, quella era la versione ufficiale concordata (Ad uso famiglia e giro di amicizie) col loro amico dirigente di quella onlus per coprire il fatto che lei, essendo incinta di un nero, aveva bisogno di partorire lontano dall'Italia per poi adottare "Ufficialmente", il frutto stesso del suo parto.
Il marito l'aveva accompagnata per verificarne la sistemazione in un ambiente sicuro.
Naturalmente, gli impegni professionali del marito non gli avevano premesso un soggiorno troppo lungo e dopo circa due settimane, era rientrato in Italia dove ad aspettarlo vi erano i suoi figli e lo studente nero al quale avevano affittato la stanza.
I contatti in video chiamata erano quotidiani soprattutto per non perdere il contatto coi figli adolescenti e con i sue bambini piccoli dei quali comunque, si prendevano cura i suoceri.
Naturalmente, la delicatezza della situazione imponeva prudenza nei loro contatti e dunque, ad ogni telefonata o contatto tramite social o Google, non si faceva mai cenno ai reali motivi di quella permanenza e dello stato di evoluzione della gravidanza.
Le uniche informazioni in modo alquanto criptiche, gli venivano fornite da Dhair (Lo studente senegalese che gli aveva messo incinta la moglie) che a sua volta le otteneva solo per telefono dalla madre.
Dunque, tutte le informazioni che il marito riceveva e che poteva mostrare corredate di foto erano quelle in cui la moglie, appariva impegnata nelle opere umanitarie che l'avevano spinta in Senegal e che comunque, occupavano una parte del suo tempo.
Naturalmente, erano foto in cui appariva coperta da ampi vestiti locali che ne mascheravano bene il pancione sempre più gonfio.
Il resto del tempo lo trascorreva perfettamente inserita nella famiglia di Dhair la cui mamma stravedeva per quella bella signora bianca nella cui pancia cresceva il suo nipotino figlio di suo figlio.
Nonostante la dedizione della "suocera" acquisita, l'attività principale alla quale veniva sottoposta Ada, era quella di dare piacere a tutti i componenti della famiglia e dunque, con grande disinvoltura e crescente slancio, passava dalle braccia del figlio a quelle del padre da soli o in coppia e molto spesso, lei stessa, si univa a quella ammucchiata incestuosa e sempre più godereccia via via che la pancia cresceva.
Col tempo Ada era diventata molto amica del ginecologo che aveva anche smesso di darle del lei.
Ufficialmente lo incontrava solo in occasione delle visite di controllo effettuate rigorosamente in presenza della "Suocera" che pretendeva la sua razione di quel cazzo dalla cappella mostruosa.
In realtà lo incontrava anche segretamente per soddisfare le sue voglie ed anche le perversioni del ginecologo che la sottoponeva a sessioni di sado-maso che lei pareva gradire non poco.
Durante la sua lunga permanenza il marito era riuscito a farle visita in Senegal solo una volta per pochi giorni mentre Dhair, approfittando di alcune borse di studio, era tornato a casa un altro paio di volte in cui, si era unito all'orgia che quotidianamente si organizzava grazie alla voglia di cazzo di Ada che pareva crescere con l'avvicinarsi del momento del parto.
Finalmente, dopo poco meno di un anno dalla sua partenza, la moglie era tornata in Italia più bella e radiosa che mai.
Il marito l'aveva accolta in aeroporto con un gigantesco bouquet di rose rosse in compagnia dei loro quattro figli che le erano corsi incontri per festeggiare quell'anelato rientro.
Erano stati quattro giorni di festa ininterrotti durante i quali, tutti avevano notato come la permanenza in Africa avesse giovato alla sua bellezza ed alla sua pelle abbronzata e liscia come velluto.
Ad ogni incontro di parenti ed amici lei mostrava le foto di quel lungo periodo tra le quali ve ne erano molte di bambini dei quali lei si prendeva cura.
Tra le tante, ve ne era una in particolare di una bellissima bambina di pochi mesi abbandonata dai suoi genitori e che lei sosteneva di voler adottare se non vi fossero stati ostacoli burocratici.
I suoi figli erano entusiasti all'idea di avere una sorellina nera con i capelli ricci scurissimi e con incredibili occhi verdi.
Anche i suoi genitori ed i suoceri condividevano quella scelta.
Il marito aveva trascorso tutti quei giorni e quegli eventi in uno stato di sospensione.
La moglie che aveva lasciato in Senegal gravida, era tornata senza pancione e senza spiegargli ancora come fossero andate le cose.
Aveva vissuto quei primi dieci giorni in una specie di trance con una eccitazione morbosa che non l'aveva mai abbandonato e che gli faceva colare senza interruzione i suoi liquidi seminali dento il preservativo che ricopriva la gabbietta di castità.
In quei giorni ovviamente, Dhair non poteva dormire nel loro letto matrimoniale con la moglie e dunque, i loro rari incontri avvenivano in modo furtivo contribuendo a tenere sempre alta la tensione erotica del marito.
Al decimo giorno, rientrando a notte fonda dopo aver trascorso le ore precedenti a scopare con Dhair in un motel, mentre il marito le leccava la fica ancora piena di sborra, lei accarezzandogli i capelli gli aveva sussurrato: "Amore, quella bambina con gli occhi verdi è nostra figlia.. è la creatura che ci ha regalato Dhair:-
A quella rivelazione che lui sicuramente si aspettava, il suo corpo aveva avuto un lieve sussulto mentre dal buchino della sua gabbietta, un flusso di liquidi, aveva preso a sgorgare come una fontanella: "Lo sapevo amore.. lo sapevo.. ero certo che quella fosse la nostra bambina.-
Aveva risposto con la voce impastata.
-Amore.. ho un'altra sorpresa per te.. per noi..sono ancora incinta!-
A quelle parole, il marito aveva avuto un vero singulto che gli aveva scosso tutto il corpo mentre dal suo cazzo, fiotti di sborra caldi, densi e potenti, avevano strappato il preservativo bagnando tutto il lenzuolo.
Era stata la stessa reazione che aveva avuto il giorno in cui aveva saputo che la moglie era stata ingravidata dal ragazzo nero.
-Amore.. ti sento eccitato.. vuoi che ti tolga la gabbietta e ti faccia una sega?-
-Grazie tesoro, sei troppo buona ma mi sono già sborrato addosso nonostante la gabbia e il preservativo!-
Aveva risposto ansimante il marito.
Per i successivi due mesi, avevano preso in affitto una casetta in campagna in una zona alquanto appartata dove poter passare le ore d'amore e di sesso in compagnia di Dhair senza il rischio di essere visti da occhi indiscreti.
Oramai Dhair era diventato l'amante di entrambi e non disdegnava di inculare anche il marito o di sborrargli direttamente in gola dopo aver chiavato la moglie.
Il tempo di rientrare in Senegal era oramai scaduto giacché già erano visibili i segni della nuova gravidanza.
Naturalmente, anche in quella occasione, ad accompagnarla per il viaggio era andato il marito.
Mentre in aereo erano abbracciati come sposini in viaggio di piacere, lei aveva sentito il dovere di rispondere ad una domanda che il marito non le aveva neanche fatto:
-Lo sai amore, non so dirti chi è il padre del bimbo che ho in grembo perché, dopo essermi ripresa dalla sosta imposta dal puerpuerio, la prima volta che ho fatto l'amore, la mamma di Dhair aveva voluto che lo facessi insieme a a suo padre e suo figlio.
Tu lo sai perché ce lo ha confermato anche il ginecologo, con quanta facilità resto impregnata quando sono fertile.
Ebbene, per tutta la settimana ho fatto l'amore con entrambi e non saprei davvero dirti chi dei due ha sparato il colpo giusto.
Comunque non importa, entrambi sono belli e forti e se devo dirti la verità, mi piacerebbe che fosse del papà di Dhair, un uomo affascinante con una bella mazza tra le gambe.
Giunti a Dakar, il marito aveva subito portato la moglie dal ginecologo e li, dopo la visita e dopo avergli chiavato la moglie davanti a lui, era stato riaperto il discorso della castrazione.
Per dare maggiore credibilità alla sua teoria il dottore, dopo avergli chiavato la moglie riempiendole di sperma il culo, aveva fatto sedere il marito sul lettino ginecologico e dopo avergli abbassato i pantaloni trovandovi il preservativo pieno di liquido gli aveva detto:
-Lo vedi anche tu che così non è possibile andare avanti.
Rischi di farti male o un'infezione oltre alle conseguenza psicologiche che potresti veder aggravare dalla situazione di tua moglie.
Togliere quelle due inutili palline è un attimo e finalmente potrai trovare la pace dei sensi e dedicarti a tua moglie ed a tutti i figli che vorrà darti senza ansia e senza il timore di pericolosi rigurgiti di gelosia che sono sempre possibili se continui a conservare i testicoli.
Personalmente suggerisco che il giorno dell'intervento ci sia anche Dhair.
La sua presenza darà sicuramente un maggiore senso al gesto d'amore che fai per tua moglie e la riconferma del suo amore e la sua gratitudine per te per averle sacrificato la tua virilità.
La settimana successiva dopo i necessari controlli sul suo stato generale di saluto, dei suoi parametri e del suo cuore, il marito era disteso sul tavolo operatorio con affianco a se la moglie ed il suo giovane amante.
Anche la mamma avrebbe voluto assistere ma lui si è rifiutato acconsentendo tuttavia che tutta l'operazione fosse ripresa e registrata da una telecamera ed un monitor davanti a lui che sarebbe stato operato in anestesia locale.
Per iniziare era stata sufficiente una piccola incisione dello scroto che aveva provocato una abbondante fuoruscita di sangue e umori spermatici subito bloccati da una piccola iniezione e pulito da una soluzione medica asettica.
Poi il dottore con una lieve pressione sullo scroto come se dovesse spremere un limone, aveva fatto apparire il testicolo ricoperto da una membrata bianca.
Dopo aver allargato ancora un po' l'incisione, il testicolo era finalmente tutto fuori dalla sua sacca.
Col coglione tra le dita il medico aveva chiesto la collaborazione della moglie la quale, con indosso guanti chirurgici, aveva afferrato la palla e l'aveva tirata per circa 10 centimetri.
A quel punto il dottore con un filo di sutura, aveva stretto in un cappio quella specie di budello contenente tutti i terminali nervosi ed i condotti organici e del sangue che lo tenevano fermo dentro la sacca scrotale.
Successivamente aveva formato un altro cappio a pochi millimetri dal testicolo stringendolo molto forte come il primo.
Poi, dopo aver fatto una piccola iniezie anestetica, aveva aspettato alcuni minuti e dopo essersi accertato che non vi fosse dolore, aveva guardato l'uomo negli occhi chiedendogli l'assenso: "Si!" aveva bisbigliato.
Poi aveva guardato la moglie negli occhi la quale a sua volta aveva cercato il consenso del marito: "Si" ed infine, anche Dhair aveva dato il suo ok.
La recisione era avvenuta con un colpo secco del bisturi, senza dolore e senza perdita di sangue.
Il testicolo così reciso era stato subito immerso in una bacinella e successivamente era stato lavato e risciacquato più volte quando il medico rivolto alla moglie le aveva chiesto: "Lo vuoi assaggiare?"
Alla smorfia di disgusto della donna, il medico aveva risposto tirando fuori la lingua e dopo avervi appoggiato sopra il testicolo l'aveva ritratta succhiando come se avesse in bocca una caramella.
-E' buona e da delle sensazioni incredibili.
A me vengono i brividi ogni volta che ne assaggio uno.. vuoi?-
A quel punto la moglie aveva accettato di prendere in bocca il testicolo strappato del marito e dopo aver provato lei stessa brividi di perversione, si era chinata sul viso del marito ed unendosi a lui in un bacio osceno, con le rispettive lingue, si erano passati quella palla dall'incredibile consistenza da una bocca all'altra.
Quella scena era troppo arrapante e mentre moglie e marito continuavano nel loro osceno giuoco, Dhair aveva estratto il cazzo e l'aveva infilato nella fica della donna che colava umori come una cagna in calore.
segue
Naturalmente, quella era la versione ufficiale concordata (Ad uso famiglia e giro di amicizie) col loro amico dirigente di quella onlus per coprire il fatto che lei, essendo incinta di un nero, aveva bisogno di partorire lontano dall'Italia per poi adottare "Ufficialmente", il frutto stesso del suo parto.
Il marito l'aveva accompagnata per verificarne la sistemazione in un ambiente sicuro.
Naturalmente, gli impegni professionali del marito non gli avevano premesso un soggiorno troppo lungo e dopo circa due settimane, era rientrato in Italia dove ad aspettarlo vi erano i suoi figli e lo studente nero al quale avevano affittato la stanza.
I contatti in video chiamata erano quotidiani soprattutto per non perdere il contatto coi figli adolescenti e con i sue bambini piccoli dei quali comunque, si prendevano cura i suoceri.
Naturalmente, la delicatezza della situazione imponeva prudenza nei loro contatti e dunque, ad ogni telefonata o contatto tramite social o Google, non si faceva mai cenno ai reali motivi di quella permanenza e dello stato di evoluzione della gravidanza.
Le uniche informazioni in modo alquanto criptiche, gli venivano fornite da Dhair (Lo studente senegalese che gli aveva messo incinta la moglie) che a sua volta le otteneva solo per telefono dalla madre.
Dunque, tutte le informazioni che il marito riceveva e che poteva mostrare corredate di foto erano quelle in cui la moglie, appariva impegnata nelle opere umanitarie che l'avevano spinta in Senegal e che comunque, occupavano una parte del suo tempo.
Naturalmente, erano foto in cui appariva coperta da ampi vestiti locali che ne mascheravano bene il pancione sempre più gonfio.
Il resto del tempo lo trascorreva perfettamente inserita nella famiglia di Dhair la cui mamma stravedeva per quella bella signora bianca nella cui pancia cresceva il suo nipotino figlio di suo figlio.
Nonostante la dedizione della "suocera" acquisita, l'attività principale alla quale veniva sottoposta Ada, era quella di dare piacere a tutti i componenti della famiglia e dunque, con grande disinvoltura e crescente slancio, passava dalle braccia del figlio a quelle del padre da soli o in coppia e molto spesso, lei stessa, si univa a quella ammucchiata incestuosa e sempre più godereccia via via che la pancia cresceva.
Col tempo Ada era diventata molto amica del ginecologo che aveva anche smesso di darle del lei.
Ufficialmente lo incontrava solo in occasione delle visite di controllo effettuate rigorosamente in presenza della "Suocera" che pretendeva la sua razione di quel cazzo dalla cappella mostruosa.
In realtà lo incontrava anche segretamente per soddisfare le sue voglie ed anche le perversioni del ginecologo che la sottoponeva a sessioni di sado-maso che lei pareva gradire non poco.
Durante la sua lunga permanenza il marito era riuscito a farle visita in Senegal solo una volta per pochi giorni mentre Dhair, approfittando di alcune borse di studio, era tornato a casa un altro paio di volte in cui, si era unito all'orgia che quotidianamente si organizzava grazie alla voglia di cazzo di Ada che pareva crescere con l'avvicinarsi del momento del parto.
Finalmente, dopo poco meno di un anno dalla sua partenza, la moglie era tornata in Italia più bella e radiosa che mai.
Il marito l'aveva accolta in aeroporto con un gigantesco bouquet di rose rosse in compagnia dei loro quattro figli che le erano corsi incontri per festeggiare quell'anelato rientro.
Erano stati quattro giorni di festa ininterrotti durante i quali, tutti avevano notato come la permanenza in Africa avesse giovato alla sua bellezza ed alla sua pelle abbronzata e liscia come velluto.
Ad ogni incontro di parenti ed amici lei mostrava le foto di quel lungo periodo tra le quali ve ne erano molte di bambini dei quali lei si prendeva cura.
Tra le tante, ve ne era una in particolare di una bellissima bambina di pochi mesi abbandonata dai suoi genitori e che lei sosteneva di voler adottare se non vi fossero stati ostacoli burocratici.
I suoi figli erano entusiasti all'idea di avere una sorellina nera con i capelli ricci scurissimi e con incredibili occhi verdi.
Anche i suoi genitori ed i suoceri condividevano quella scelta.
Il marito aveva trascorso tutti quei giorni e quegli eventi in uno stato di sospensione.
La moglie che aveva lasciato in Senegal gravida, era tornata senza pancione e senza spiegargli ancora come fossero andate le cose.
Aveva vissuto quei primi dieci giorni in una specie di trance con una eccitazione morbosa che non l'aveva mai abbandonato e che gli faceva colare senza interruzione i suoi liquidi seminali dento il preservativo che ricopriva la gabbietta di castità.
In quei giorni ovviamente, Dhair non poteva dormire nel loro letto matrimoniale con la moglie e dunque, i loro rari incontri avvenivano in modo furtivo contribuendo a tenere sempre alta la tensione erotica del marito.
Al decimo giorno, rientrando a notte fonda dopo aver trascorso le ore precedenti a scopare con Dhair in un motel, mentre il marito le leccava la fica ancora piena di sborra, lei accarezzandogli i capelli gli aveva sussurrato: "Amore, quella bambina con gli occhi verdi è nostra figlia.. è la creatura che ci ha regalato Dhair:-
A quella rivelazione che lui sicuramente si aspettava, il suo corpo aveva avuto un lieve sussulto mentre dal buchino della sua gabbietta, un flusso di liquidi, aveva preso a sgorgare come una fontanella: "Lo sapevo amore.. lo sapevo.. ero certo che quella fosse la nostra bambina.-
Aveva risposto con la voce impastata.
-Amore.. ho un'altra sorpresa per te.. per noi..sono ancora incinta!-
A quelle parole, il marito aveva avuto un vero singulto che gli aveva scosso tutto il corpo mentre dal suo cazzo, fiotti di sborra caldi, densi e potenti, avevano strappato il preservativo bagnando tutto il lenzuolo.
Era stata la stessa reazione che aveva avuto il giorno in cui aveva saputo che la moglie era stata ingravidata dal ragazzo nero.
-Amore.. ti sento eccitato.. vuoi che ti tolga la gabbietta e ti faccia una sega?-
-Grazie tesoro, sei troppo buona ma mi sono già sborrato addosso nonostante la gabbia e il preservativo!-
Aveva risposto ansimante il marito.
Per i successivi due mesi, avevano preso in affitto una casetta in campagna in una zona alquanto appartata dove poter passare le ore d'amore e di sesso in compagnia di Dhair senza il rischio di essere visti da occhi indiscreti.
Oramai Dhair era diventato l'amante di entrambi e non disdegnava di inculare anche il marito o di sborrargli direttamente in gola dopo aver chiavato la moglie.
Il tempo di rientrare in Senegal era oramai scaduto giacché già erano visibili i segni della nuova gravidanza.
Naturalmente, anche in quella occasione, ad accompagnarla per il viaggio era andato il marito.
Mentre in aereo erano abbracciati come sposini in viaggio di piacere, lei aveva sentito il dovere di rispondere ad una domanda che il marito non le aveva neanche fatto:
-Lo sai amore, non so dirti chi è il padre del bimbo che ho in grembo perché, dopo essermi ripresa dalla sosta imposta dal puerpuerio, la prima volta che ho fatto l'amore, la mamma di Dhair aveva voluto che lo facessi insieme a a suo padre e suo figlio.
Tu lo sai perché ce lo ha confermato anche il ginecologo, con quanta facilità resto impregnata quando sono fertile.
Ebbene, per tutta la settimana ho fatto l'amore con entrambi e non saprei davvero dirti chi dei due ha sparato il colpo giusto.
Comunque non importa, entrambi sono belli e forti e se devo dirti la verità, mi piacerebbe che fosse del papà di Dhair, un uomo affascinante con una bella mazza tra le gambe.
Giunti a Dakar, il marito aveva subito portato la moglie dal ginecologo e li, dopo la visita e dopo avergli chiavato la moglie davanti a lui, era stato riaperto il discorso della castrazione.
Per dare maggiore credibilità alla sua teoria il dottore, dopo avergli chiavato la moglie riempiendole di sperma il culo, aveva fatto sedere il marito sul lettino ginecologico e dopo avergli abbassato i pantaloni trovandovi il preservativo pieno di liquido gli aveva detto:
-Lo vedi anche tu che così non è possibile andare avanti.
Rischi di farti male o un'infezione oltre alle conseguenza psicologiche che potresti veder aggravare dalla situazione di tua moglie.
Togliere quelle due inutili palline è un attimo e finalmente potrai trovare la pace dei sensi e dedicarti a tua moglie ed a tutti i figli che vorrà darti senza ansia e senza il timore di pericolosi rigurgiti di gelosia che sono sempre possibili se continui a conservare i testicoli.
Personalmente suggerisco che il giorno dell'intervento ci sia anche Dhair.
La sua presenza darà sicuramente un maggiore senso al gesto d'amore che fai per tua moglie e la riconferma del suo amore e la sua gratitudine per te per averle sacrificato la tua virilità.
La settimana successiva dopo i necessari controlli sul suo stato generale di saluto, dei suoi parametri e del suo cuore, il marito era disteso sul tavolo operatorio con affianco a se la moglie ed il suo giovane amante.
Anche la mamma avrebbe voluto assistere ma lui si è rifiutato acconsentendo tuttavia che tutta l'operazione fosse ripresa e registrata da una telecamera ed un monitor davanti a lui che sarebbe stato operato in anestesia locale.
Per iniziare era stata sufficiente una piccola incisione dello scroto che aveva provocato una abbondante fuoruscita di sangue e umori spermatici subito bloccati da una piccola iniezione e pulito da una soluzione medica asettica.
Poi il dottore con una lieve pressione sullo scroto come se dovesse spremere un limone, aveva fatto apparire il testicolo ricoperto da una membrata bianca.
Dopo aver allargato ancora un po' l'incisione, il testicolo era finalmente tutto fuori dalla sua sacca.
Col coglione tra le dita il medico aveva chiesto la collaborazione della moglie la quale, con indosso guanti chirurgici, aveva afferrato la palla e l'aveva tirata per circa 10 centimetri.
A quel punto il dottore con un filo di sutura, aveva stretto in un cappio quella specie di budello contenente tutti i terminali nervosi ed i condotti organici e del sangue che lo tenevano fermo dentro la sacca scrotale.
Successivamente aveva formato un altro cappio a pochi millimetri dal testicolo stringendolo molto forte come il primo.
Poi, dopo aver fatto una piccola iniezie anestetica, aveva aspettato alcuni minuti e dopo essersi accertato che non vi fosse dolore, aveva guardato l'uomo negli occhi chiedendogli l'assenso: "Si!" aveva bisbigliato.
Poi aveva guardato la moglie negli occhi la quale a sua volta aveva cercato il consenso del marito: "Si" ed infine, anche Dhair aveva dato il suo ok.
La recisione era avvenuta con un colpo secco del bisturi, senza dolore e senza perdita di sangue.
Il testicolo così reciso era stato subito immerso in una bacinella e successivamente era stato lavato e risciacquato più volte quando il medico rivolto alla moglie le aveva chiesto: "Lo vuoi assaggiare?"
Alla smorfia di disgusto della donna, il medico aveva risposto tirando fuori la lingua e dopo avervi appoggiato sopra il testicolo l'aveva ritratta succhiando come se avesse in bocca una caramella.
-E' buona e da delle sensazioni incredibili.
A me vengono i brividi ogni volta che ne assaggio uno.. vuoi?-
A quel punto la moglie aveva accettato di prendere in bocca il testicolo strappato del marito e dopo aver provato lei stessa brividi di perversione, si era chinata sul viso del marito ed unendosi a lui in un bacio osceno, con le rispettive lingue, si erano passati quella palla dall'incredibile consistenza da una bocca all'altra.
Quella scena era troppo arrapante e mentre moglie e marito continuavano nel loro osceno giuoco, Dhair aveva estratto il cazzo e l'aveva infilato nella fica della donna che colava umori come una cagna in calore.
segue
2
voti
voti
valutazione
1.5
1.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
L'equivoco || - Una gabbietta di castità da eliminare!racconto sucessivo
L'equivoco xxx - Zac! Castrato 2
Commenti dei lettori al racconto erotico