Premio nobel x musica

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Sono Annalisa. No, non l’Annalisa di “Dieci”, un’altra Annalisa. Buonasera a tutti. Se sono su questo palco è perché desidero donarvi un'emozione. E’ questo che fanno gli artisti.

Quindi canterò. E non una semplice canzone, bensì ventiquattro. Ecco, vedete? Questi sono gli spartiti. Non che mi servano a qualcosa, non so leggere la musica. Però tutti quei disegnini sono buffi, non trovate?

Prima però devo fare ammenda di un piccolissimo inconveniente: non sono brava a cantare. Per dirla tutta sono stonata come una campana. Anche peggio. Sono più le stecche che prendo che le volte in cui azzecco la nota giusta.

Ho le mie attenuanti, però, e vi prego di tenerne conto: le note sono sette, più cinque semitoni intermedi. In totale fa tredici suoni. Cioè no, dodici. Mi confondo sempre. Beh, comunque, dodici o tredici che siano, ammetterete che il calcolo delle probabilità gioca a mio sfavore, no? Non è facile beccare proprio il suono giusto, no?

Del resto non è che conti poi tanto, perché la cosa più importante è esprimersi, regalare emozioni, no?

Il pianoforte con il quale mi accompagnerò non vede un accordatore dai tempi della Rivoluzione francese. Ma anche questo non è fondamentale, e poi non è che lo sappia suonare così bene. Diciamo pure che il più delle volte premo i tasti a caso.

Purtroppo non mi sono potuta permettere lo studio di uno strumento. I miei erano poveri, ho cominciato a lavorare a tre anni, il nonno è morto di Hiv, da piccola ho visto un uomo nudo che si masturbava, i cornetti del bar di sotto facevano schifo, quando veniva il maestro a casa lo smalto si stava asciugando.

Ma la musica è pur sempre il mio modo di esprimermi. Mozart si esprimeva con la musica, i Beatles si esprimevano con la musica, i Black Eyed Peas si esprimono con la musica. Benissimo. Facevano e fanno benissimo. Era ed è loro diritto. Allo stesso modo ritengo che sia mio diritto esprimermi con la musica, perché no? No?

La libertà di espressione è uno dei principi fondamentali di ogni democrazia, è sancita nella nostra Costituzione. Non vorrete mica conculcare la mia libertà, no?

E poi, diritti a parte, credo di trasmettere più sensazioni io a chi mi ascolta di molti grandi musicistoni, no?

Qualcuno sostiene che il mio canto provochi danni irreparabili all'udito e che piuttosto che ascoltarmi preferirebbero strapparsi le orecchie. Altri dicono che ogni volta che canto Euterpe viene stuprata. Io credo che esagerino. Accetto le critiche e ne prendo atto, ma censurarmi perché intendo esibirmi su un palcoscenico musicale per me è blasfemo. Non riesco a capire: c'è un microfono e ci sono degli strumenti, no? Voglio solo cantare e donare emozioni, non pretendo mica il Nobel per la musica, no?

Anche perché non esiste, no?

Sì, lo so, la conosco. Conosco anche l'altra obiezione che mi viene mossa. Che a causa mia i Maneskin che si esibiscono dopo di me li vedrete solo alle undici e mezza, se va bene, e che Billie Eilish canterà solo a notte fonda. Che tolgo spazio agli altri, insomma. Sticazzi, sono arrivata prima io, si vede che non avevano tutta questa urgenza di trasmettere emozioni, no?

Io sì, invece, anche se non distinguo una croma da un portapenne.

Grazie, questo è quanto volevo dire prima della mia performance. Perdonate l'assenza di errori di ortografia.

La prima canzone si intitola "Il bue muschiato". In origine era "Mio dolce amore a tutte le ore voglio donarti il mio cuore", ma poi l'ho fatta sentire a un mio amico e mi ha detto che gli ricordava l'agonia di un bue muschiato. Così ho cambiato il titolo. Meglio, sì, anche perché il precedente ricalcava l'intero testo della canzone. E' la prima che ho scritto ed è anche la più breve, dura solo sedici minuti e mezzo. Le altre sono più lunghe, a cominciare dalla seconda che si chiama "A tutte le ore amore voglio donarti il mio dolce cuore".

Cominciamo?
scritto il
2022-06-30
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