In and Out
di
Shikari
genere
masturbazione
Sound track: Vini Vici & Emok & Martin Vice & Off Limits - In & Out
https://www.youtube.com/watch?v=RUZrHGVgdl4&list=RDRUZrHGVgdl4&start_radio=1
Sei stanca, persino tu stai avvertendo il caldo di questi giorni, è stata una settimana lavorativa pesante, colleghi da sostituire, i nuovi arrivati da formare, sistemare le cazzate che inevitabilmente combinano. Perchè diavolo non chiedono se non sono sicuri di come si effettua una procedura prima di far cavolate? Domanda da un milione di euro, che mai troverà risposta. Ti fiondi sotto l’ennesima doccia della giornata, lasci che l’acqua si porti via quel misto di sudore e polvere che ti impiastriccia la pelle, e contribuisce alla tua irritazione. Decidi di buttarti, nuda come sei, su quel letto che sfatto ti chiama a sé. Cerchi ristoro, aneli a quello stato mentale raggiunto settimane prima in spiaggia, anche se la consapevolezza di non poterlo raggiungere ti irrita, ti accontenteresti di riuscire a chiudere gli occhi e spegnere il cervello, almeno mezz’ora. Inizialmente ti giri e ti rigiri, prendi il lenzuolo, lasci che ti avvolga, lo scalci via, lo riprendi, lo lasci scivolare tra le gambe, non trovi requie. I pensieri ti ronzano in testa come uno sciame indisciplinato di api, ma le api sciamano in ordine, c’è della magia nei loro movimenti, ricordi improvvisamente la docente di quel corso opzionale all’università che vi mostrò come le api comunicassero attraverso le danze. Ogni ballo un significato diverso. Affascinante. Meno affascinanti sono i tuoi riottosi pensieri, che in questo momento sfuggono al tuo controllo e inibiscono la tua pace rifiutandosi di tacere. Pur di non rinunciare al riposo decidi di fregarli, di imporgli il silenzio. Scocciata ti alzi, raggiungi l’anta dell’armadio e ne estrai la custodia che cela i tuoi giocattoli preferiti. Un sorrisetto ti sfugge, della serie “Adesso ci penso io”. Accendi la musica, in cuffia quei bassi che spingono e modulano il tuo battito cardiaco, già solo quelli iniziano ad eccitarti, la lasci fluire sulla pelle e guidare i tuoi passi, ti prendi un attimo per assaporarla e muovendoti a tempo ti avvicini al letto, ti riadagi sulle dispettose coltri color del cielo. Come fosse un rituale prendi il tuo amico palpitante, lo accendi e senza pietà lo avvicini al tuo punto nevralgico. Un sospiro e lentamente avverti il corpo accettarlo e rilassarsi, sai che presto sarà raggiunto dalla mente, nel perfetto esempio di simbiosi che è ogni essere umano. Lo muovi, prima lentamente in circoli leggeri, poi aumenti gradualmente la velocità con cui lo conduci sulle dolci creste della tua intimità.
Segui le parole suggerite dalla musica:
“Some of the most profound truths can be found
In the guidance of others
So I encourage you to enter this time with an open mind
Let's begin by getting comfortable
Find an easy, relaxed position
In a seat, go lay down and allow your eyes to close
Take a few moments here to breathe
In and out”
Dentro. Fuori.
Dentro e Fuori.
Lasci che la musica ti penetri così come fa il tuo fedele assistente, là sotto i tuoi fluidi scorrono e rendono piacevoli e scivolosi i giochi che ti appresti ad iniziare, ti prendi il tempo per saggiare le varie opzioni, cerchi la giusta combinazione, quella che avverti si sposi bene con il tuo animo e la musica che ti rimbomba nelle orecchie. Una volta trovata, lo abbandoni per un attimo, lo lasci inserito a svolger il suo compito, stretto nella tua morsa, impossibilitato a muoversi. Ti concedi il tempo di prender quel piccolo cuneo nero con cui stai facendo amicizia negli ultimi giorni e il tubetto di lubrificante, la tua mente ora più rilassata e scherzosa non può resistere alla tentazione di immaginare un dialogo tra i tre protagonisti, mentre li prepari:
“Allora ti sbrighi a ungermi? Mi aspettano!”
“E dai un attimo! Il tappo non collabora!”
“Se non sei bello unto, scordati l’ingresso! Decisamente out se non hai l’outfit giusto!”
Ti strappano una risata quei pensieri, smorzata dalle tue mani che nel frattempo avvicinano la punta del cuneo al tuo vestibolo più segreto, con garbo forzi il primo ingresso, sai che da lì la strada è tutta in discesa. Una volta inserito, riprendi l’amico vibrante, ricominci la stimolazione variando velocità, intensità e traiettorie, come se stessi dipingendo la tua stessa vagina con i tuoi succhi. Mentre una mano dipinge, l’altra scivola sul seno, massaggia e vezzeggia quelle piccole perle ora rigide e svettanti, ma non si ferma, volteggia lievemente verso il cuneo fermamente innestato in te, un dito s’inserisce nell’anello posto alla base, inizia una nuova danza sconcia, lo ruota, e come la canzone, dentro e fuori. Il tuo respiro inizia ad accelerare, fino a condensarsi in soffusi gemiti di piacere, per poi spezzarsi. Imperterrita continui, spingi e sfreghi, ruoti, estrai, quasi maltratti quel tempio che altri dovrebbero adorare, fino a che la tua mente non si stacca dal corpo, allora sulle tue palpebre chiuse compare un immagine, due corpi nudi che si provocano, si sfiorano, si accarezzano, si toccano, si fondono. Dapprima color carne per poi esser avvolti dai colori di un caleidoscopio, in una fiammata di oro nero, si liquefanno, non riesci più a capire dove inizi l’uno e finisca l’altra, armonizzati tra loro e ormai indivisibili, i confini non hanno più importanza. Arrivi al punto di non ritorno, aumenti la velocità al massimo, di colpo estrai il cuneo, e le tue sinapsi si illuminano per poi spegnersi, come in un flash. Getti via quegli oggetti, ora indesiderati, stacchi la musica lasciandoti avvolgere dal silenzio, ti raggomitoli su te stessa e con un sospiro scivoli nell’incoscienza del sonno, i tuoi pensieri finalmente quieti.
https://www.youtube.com/watch?v=RUZrHGVgdl4&list=RDRUZrHGVgdl4&start_radio=1
Sei stanca, persino tu stai avvertendo il caldo di questi giorni, è stata una settimana lavorativa pesante, colleghi da sostituire, i nuovi arrivati da formare, sistemare le cazzate che inevitabilmente combinano. Perchè diavolo non chiedono se non sono sicuri di come si effettua una procedura prima di far cavolate? Domanda da un milione di euro, che mai troverà risposta. Ti fiondi sotto l’ennesima doccia della giornata, lasci che l’acqua si porti via quel misto di sudore e polvere che ti impiastriccia la pelle, e contribuisce alla tua irritazione. Decidi di buttarti, nuda come sei, su quel letto che sfatto ti chiama a sé. Cerchi ristoro, aneli a quello stato mentale raggiunto settimane prima in spiaggia, anche se la consapevolezza di non poterlo raggiungere ti irrita, ti accontenteresti di riuscire a chiudere gli occhi e spegnere il cervello, almeno mezz’ora. Inizialmente ti giri e ti rigiri, prendi il lenzuolo, lasci che ti avvolga, lo scalci via, lo riprendi, lo lasci scivolare tra le gambe, non trovi requie. I pensieri ti ronzano in testa come uno sciame indisciplinato di api, ma le api sciamano in ordine, c’è della magia nei loro movimenti, ricordi improvvisamente la docente di quel corso opzionale all’università che vi mostrò come le api comunicassero attraverso le danze. Ogni ballo un significato diverso. Affascinante. Meno affascinanti sono i tuoi riottosi pensieri, che in questo momento sfuggono al tuo controllo e inibiscono la tua pace rifiutandosi di tacere. Pur di non rinunciare al riposo decidi di fregarli, di imporgli il silenzio. Scocciata ti alzi, raggiungi l’anta dell’armadio e ne estrai la custodia che cela i tuoi giocattoli preferiti. Un sorrisetto ti sfugge, della serie “Adesso ci penso io”. Accendi la musica, in cuffia quei bassi che spingono e modulano il tuo battito cardiaco, già solo quelli iniziano ad eccitarti, la lasci fluire sulla pelle e guidare i tuoi passi, ti prendi un attimo per assaporarla e muovendoti a tempo ti avvicini al letto, ti riadagi sulle dispettose coltri color del cielo. Come fosse un rituale prendi il tuo amico palpitante, lo accendi e senza pietà lo avvicini al tuo punto nevralgico. Un sospiro e lentamente avverti il corpo accettarlo e rilassarsi, sai che presto sarà raggiunto dalla mente, nel perfetto esempio di simbiosi che è ogni essere umano. Lo muovi, prima lentamente in circoli leggeri, poi aumenti gradualmente la velocità con cui lo conduci sulle dolci creste della tua intimità.
Segui le parole suggerite dalla musica:
“Some of the most profound truths can be found
In the guidance of others
So I encourage you to enter this time with an open mind
Let's begin by getting comfortable
Find an easy, relaxed position
In a seat, go lay down and allow your eyes to close
Take a few moments here to breathe
In and out”
Dentro. Fuori.
Dentro e Fuori.
Lasci che la musica ti penetri così come fa il tuo fedele assistente, là sotto i tuoi fluidi scorrono e rendono piacevoli e scivolosi i giochi che ti appresti ad iniziare, ti prendi il tempo per saggiare le varie opzioni, cerchi la giusta combinazione, quella che avverti si sposi bene con il tuo animo e la musica che ti rimbomba nelle orecchie. Una volta trovata, lo abbandoni per un attimo, lo lasci inserito a svolger il suo compito, stretto nella tua morsa, impossibilitato a muoversi. Ti concedi il tempo di prender quel piccolo cuneo nero con cui stai facendo amicizia negli ultimi giorni e il tubetto di lubrificante, la tua mente ora più rilassata e scherzosa non può resistere alla tentazione di immaginare un dialogo tra i tre protagonisti, mentre li prepari:
“Allora ti sbrighi a ungermi? Mi aspettano!”
“E dai un attimo! Il tappo non collabora!”
“Se non sei bello unto, scordati l’ingresso! Decisamente out se non hai l’outfit giusto!”
Ti strappano una risata quei pensieri, smorzata dalle tue mani che nel frattempo avvicinano la punta del cuneo al tuo vestibolo più segreto, con garbo forzi il primo ingresso, sai che da lì la strada è tutta in discesa. Una volta inserito, riprendi l’amico vibrante, ricominci la stimolazione variando velocità, intensità e traiettorie, come se stessi dipingendo la tua stessa vagina con i tuoi succhi. Mentre una mano dipinge, l’altra scivola sul seno, massaggia e vezzeggia quelle piccole perle ora rigide e svettanti, ma non si ferma, volteggia lievemente verso il cuneo fermamente innestato in te, un dito s’inserisce nell’anello posto alla base, inizia una nuova danza sconcia, lo ruota, e come la canzone, dentro e fuori. Il tuo respiro inizia ad accelerare, fino a condensarsi in soffusi gemiti di piacere, per poi spezzarsi. Imperterrita continui, spingi e sfreghi, ruoti, estrai, quasi maltratti quel tempio che altri dovrebbero adorare, fino a che la tua mente non si stacca dal corpo, allora sulle tue palpebre chiuse compare un immagine, due corpi nudi che si provocano, si sfiorano, si accarezzano, si toccano, si fondono. Dapprima color carne per poi esser avvolti dai colori di un caleidoscopio, in una fiammata di oro nero, si liquefanno, non riesci più a capire dove inizi l’uno e finisca l’altra, armonizzati tra loro e ormai indivisibili, i confini non hanno più importanza. Arrivi al punto di non ritorno, aumenti la velocità al massimo, di colpo estrai il cuneo, e le tue sinapsi si illuminano per poi spegnersi, come in un flash. Getti via quegli oggetti, ora indesiderati, stacchi la musica lasciandoti avvolgere dal silenzio, ti raggomitoli su te stessa e con un sospiro scivoli nell’incoscienza del sonno, i tuoi pensieri finalmente quieti.
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