Déjà-vu

di
genere
etero

Fievole luce filtra opaca dai piccoli fori che la persiana lascia aperti, debolmente illumina questa domenica mattina su cui si aprono i miei occhi ancora non del tutto svegli. Lentamente la mia coscienza si desta e prende atto che non sei qui con me, che sei rimasto in quel mondo onirico che a volte condividiamo; la mia indisciplinata mente cerca di riprendere il filo del sogno, una mano cerca il telefono, l'altra, s'incammina verso il nucleo reattivo che tanto bene sai accendere.

Una mano accarezza la mia intimità, con delicatezza, sfiora leggera labbra e clitoride, più dolce coccola che smania di orgasmo, l'altra compone un messaggio.

"In questo momento vorrei esser lì con te, avvicinarmi, sfiorare la tua spalla con un bacio leggero, infilarmi sotto al tuo braccio per posar la testa sulla tua spalla. Allungarmi appena per raggiungere l'angolino della tua mandibola e percorrerla con piccoli baci, fino a convincerti a darmene uno come si deve. Di quelli che ti spengono le sinapsi per mancanza di ossigeno, per la dolce irruenza, per la pressante necessità di assorbirsi l'un l'altra. La senti la mia mano? Lieve parte da dietro il tuo orecchio e scende, ricamando piccole volute sulla tua pelle, sul collo, per poi soffermarsi sul petto.

Le dita si approfittano di te, ti sfiorano il capezzolo, s'intrattengono a giocare con quella piccola perla di carne che ti decora il pettorale, i polpastrelli fanno a gara con le unghie, chi ti procurerà più piacere? È ancora presto, sono ancora troppo in alto...vero?

Non staccare le tue labbra dalle mie mentre la mia mano scende sul tuo ventre. Trova la stellina impressa sulla tua pelle, la sfiora e va oltre, arriva alla curva del fianco, fa una finta, invece di scendere verso l'inguine, scivola verso il gluteo, si apre il palmo, una carezza a mano piena fino alla coscia.

Ecco che le dita si ribellano, iniziano a danzare, alternano lentezza e velocità, pressione e leggerezza. Sempre più vicine alla loro meta, c'è un punto preciso dove vorrebbero soffermarsi, ma preferiscono sentirti fremere, scivolano lungo l'inguine, dove vi è lo stacco tra la gamba e la tua vellutata forza. Percorrono quell'infido sentiero su e giù, ma tu non fermarti, continua a rubarmi ossigeno e saliva, massacrami le labbra come sai fare tu, lascia che la tua lingua seduca la mia.

Non resiste la mia voglia, la mano inizia a giocare con quel morbido sacchetto che giace tra le tue gambe. Te l'ho detto quanto mi attrae la sua delicata morbidezza? No, ma forse lo hai capito, le adoranti e attente carezze che riceve ne sono un buon indizio. Avverto la sollecitazione, quel leggero movimento di bacino che speri convinca la mia mano a salire, ad afferrarti, prima delicatamente su e giù, una carezza alternata a palmo aperto e dita lievi, per poi aumentare la stretta, la velocità.

Avevi ragione, mi piace il tuo cazzo, acciaio rivestito di velluto, duro e morbido al contempo, già solo a pensarci mi si aprono i rubinetti, si infuoca il mio nucleo. La mia bocca ruba il tuo ansimo, ti dona il mio, le mie labbra inseguono le tue, la tua mano sulla mia la guida alla meta, fino a sporcarci del tuo piacere.

Buon risveglio..."
scritto il
2022-10-17
1 . 3 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Tempus Reconciliatio

racconto sucessivo

Effimero desiderio
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.