Non è mai troppo tardi 4

di
genere
incesti

Terminata la cena tornammo subito in camera senza fare la solita passeggiata serale. Appena chiusi la porta della stanza alle mie spalle Mary mi saltò letteralmente addosso, mi spogliò e mi trascinò sul letto, iniziò a farmi un pompino incredibile, poi recuperò l'olio per i massaggi e mi disse: voglio che me lo metti dietro! Io cercai di farle capire che le prime volte è molto doloroso, e che forse era meglio iniziare con un dito solo per qualche giorno, ma lei fu irremovibile. Mary: ti ho detto che lo voglio dietro! (la mia mente volava ... dopo due giorni eravamo già al culo... chissà cosa avremmo combinato l'ultimo giorno della vacanza). La feci mettere a pecora vicino al bordo del letto, presi l'olio ed imbrattai bene il mio pene ed il suo culo. Poi mi avvicinai, col pene duro più che mai, ed iniziai a spingere su quel buchino rugoso. La punta della cappella si fece strada, misi ancora olio e spinsi ancora fin quando la cappella non entrò tutta. Mi fermai perchè vidi che Mary aveva soffocato un grido nel cuscino. Lei mi disse: non fermarti lo voglio tutto dentro! Presi a dondolare pian piano ed il pene avanzò lentamente fino a metà asta, misi altro olio e poi iniziai ad andare avanti ed indietro, molto lentamente, un pò per Mary, un pò per me che rischiavo di sborare ogni momento. Mary aveva tolto la faccia dal cuscino e con voce un pò tesa continuava a dire: ancora, ancora, ancora siii. Spinsi dentro praticamente tutto il mio pene e tenendola per i fianchi iniziammo una danza che la rilassò molto. Mary: voglio girarmi come quella troietta ed infiltrati un piede in bocca! (cavolo, voleva proprio fare ciò che avevamo visto nell'ultimo video porno). Estrassi quasi tutto il pene e tentai di girarla, ma non era agile come credevo. Mary si mise di lato, poi con un secondo passaggio si ritrovò di schiena sul letto ed alzò le gambe andando ad appoggiarmi in modo sexy sul letto i piedi. Io ricominciai a spingere, ma lei tranne qualche smorfia sembrò apprezzare. Aumentai il ritmo in modo importante e mi avvicinai al mio limite. Lei iniziò ad accarezzarmi il viso coi piedi e le labbra con le dita dei piedi. Presi in bocca mezzo piede di lei è presi a succhiarlo avidamente, poco dopo, le diedi due colpi di bacino molto profondi e violenti. Sentii le palle schiacciarsi contro di lei... e col pene interamente dentro nel suo culo sborai tremando e gemendo. Appena mi riebbi, lei tolse il piede dalla mia bocca ed io arretrai fino a sfilare il mio pene da quello splendido culo. Mary sussultò un pò e mi guardò con aria strana e mi disse: è stato incredibile! Mi brucia di maledetto, ma lo rifaremo. Poco dopo ci ritrovammo nella vasca da bagno a rilassarci... anzi a riprenderci. Stammo nella vasca per più di un'ora. Durante questo tempo ci baciammo e ci accarezzammo, poi ad un certo punto mi bloccai e dissi a Mary: i tacchi ! I tacchi! Non mi hai ancora fatto vedere come ti stanno quei tacchi alti che abbiamo comprato. Uscimmo dalla vasca e ci asciugammo in fretta, io corsi all'armadio e presi la scatola. Mary si lanciò sul letto ed io la raggiunsi col pene già in erezione. Mary lo notò (il pene eretto) e disse ridendo a crepapelle: ma non è possibile! ah ah ah
Aprii la scatola. All'interno c'erano due scarpe nero lucido con un tacco molto alto, sui 14 o 16 cm ed un plateau anteriore sui 4 o 5 centimetri. La suola era il solito color cuoio, invece il plantare era in oro lucido. Il piede si sarebbe bloccato solo grazie ad una piccola fibietta di un paio di centimetri, sempre in nero lucido. (quando le comprammo, un paio di giorni prima, la commessa ci aveva osservato con molta attenzione.... forse aveva intuito qualcosa) Presi una scarpa dalla scatola, ci alitai sopra e sollevando un angolo del lenzuolo la lucidai. Mary fece una battuta: se sfreghi ancora un pò uscirà il genio della lampada. Io, dopo aver riso dissi: in realtà non saprei cosa chiedergli ora che sono qui con te (Mary si sciolse letteralmente). Io presi la scarpa e la infilai delicatamente su un piede; appena sbucarono le dita del piede di Mary sulla parte anteriore, abbassai la testa e le baciai delicatamente l'unghia rossa dell'alluce. Ripetei lo stesso rito anche con l'altra scarpa. Mary era raggiante ed il mio pene pulsava e sbavava. Mi sdraiai dal lato opposto di Mary in modo da poter avere la mia faccia vicina ai suoi piedi con indosso quelle scarpe sexy. Iniziai a baciare e leccare i piedi di Mary e lei, molto comodamente iniziò a segarmi il cazzo con una mano. Quando la leccavo o baciavo i piedi di Mary in punti dove era particolarmente sensibile accelerava il ritmo della sega col rischio di farmi venire. Più mi impegnavo io e più si impegnava Mary. Arrivai al limite ... presi un piede di Mary con due mani (con una tenevo il tacco, con l'altra la suola), premetti le mie labbra sul collo del suo piede e le feci un succhiotto molto forte. Contemporaneamente e senza nessun preavviso per Mary il pene iniziò a spruzzare sbora ... schizzai un pò sulla coscia della gamba di Mary e molto sulla sua mano. Mano che Mary portò subito alla bocca e prese a leccare e ripulire. (per me la sbora le piaceva proprio...). Tolsi religiosamente i tacchi dai piedi di Mary, li appoggiai sul comodino, tirammo su le lenzuola e ci mettemmo a dormire.

La mattina dopo Mary si svegliò col mio pene che la puntava come al solito in mezzo alle chiappe... disse: buongiorno! Mi fa piacere che sei già pronto, ma oggi il mio culetto ha bisogno di riposo; ieri me lo hai proprio rotto ... ah ah ah
Mary si girò ed iniziammo a baciarci ed accarezzarci, ma poi staccò e mi disse: mi preparo per la colazione. Si alzò, ma vidi subito che non camminava molto bene. Io mi alzai subito e mi avvicinai... le chiesi: tutto bene ? Fa così male ? Mi brucia di maledetto... sarà meglio che mi prenda un antidolorifico. E non dirmi che me lo avevi detto! Sono contenta di averlo fatto! Dammi qualche giorno che poi lo rifacciamo. Ci vestimmo e ci incamminammo per andare nella sala colazioni; Mary camminava in modo strano (proprio come una che lo aveva preso in culo ...). Per fino quando si sedette a tavola notai che era sofferente. Le proposi di restare in camera a riposare. Sarei andato da solo in spiaggia quella mattina; e così feci. Dalla spiaggia chiamai un fiorista e le feci recapitare in camera delle rose rosse direttamente nella stanza dell'albergo. Quando più tardi rientrai dalla spiaggia ed arrivai in camera prima di pranzo, trovai Mary raggiante; il suo dolore era diminuito molto e le rose le avevano fatto davvero piacere. Le spiegai che avrei voluto portargliele di persona, ma che non potevo farlo per evitare di dare nell'occhio. Mi cambiai ed andammo a pranzo. Nel pomeriggio feci spogliare Mary e le feci un bel massaggio con l'olio; questa volta la feci stendere sul letto e non sul pavimento. Poi più tardi, prendemmo l'auto e la portai in un centro estetico dove la lasciai per oltre due ore... si fece fare la ceretta, unghie mani e piedi, ecc. ecc. Al mio ritorno, quando Mary salì in auto era tutta contenta. Invece di tornare in albergo, la portai a cena in una pizzeria sul mare. Passammo una bella serata e Mary si riposò dalle fatiche dei giorni precedenti. Iniziammo anche a ragionare su cosa avremmo fatto alla fine della vacanza.
scritto il
2022-08-26
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