La mia prima volta con una donna - 1
di
Alpha Master
genere
saffico
Buongiorno a tutti. Sono giulia, la schiava di Alpha Master. Il mio Padrone mi ha chiesto di raccontare questo episodio e si è poi occupato di metterlo in forma di racconto. Si tratta di una esperienza reale al 100% e spero vi piaccia.
La mia prima esperienza saffica risale ad una quindicina di anni fa, e fu con una collega. All'epoca ero già sposata, e lei, che chiamerò Cristina (non è il suo vero nome) lavorava con me in un supermercato, occupandosi però di un diverso reparto. Aveva qualche anno più di me, all'epoca circa 43 anni. Un fisico muscoloso ed asciutto, capelli neri portati sempre corti ed un passato familiare non facile, separata presto dal marito ha cresciuto due figli da sola e questo la aveva portata a dedicare ben poco tempo a se stessa. Era una persona con la quale c'era confidenza e feeling, e con il tempo anche discorsi più privati ed intimi.
Una sera, all'uscita dal lavoro fummo sorprese da un improvviso temporale. Uno di quelli che in un attimo ti inzuppano se non ti metti al riparo. Ci fiondammo in auto, e tra una battuta sul fatto di essere bagnate, uno scherzo sul fatto di essere infreddolite e con la complicità del buio ci siamo baciate, e la mia mano si è trovata a palpare il suo abbondante seno. Tra il bacio e il fatto di sentire che era senza reggiseno fu una sorta di scossa elettrica nella mia micia, e mi trovai eccitata e bagnata mentre lei continuava a baciarmi e leccarmi il collo. Da quel momento le battutine allusive sul sesso si intensificarono, accompagnate da occhiate allusive e non perdevamo occasione per sfiorarci e toccarci con sguardi complici.
Un pomeriggio ci siamo incontrate "per un caffè", ma cosa volevamo era ormai chiaro. Un giro in auto per le vie di campagna fu quello che facemmo invece del caffè. Mentre cercavamo il posto adatto già in macchina si respirava aria di sesso. Io ero già eccitata e la mia patata schiumava. I sedili si sono reclinati, e gli abiti sono finiti in un mucchio da un lato. Lei era bellissima. I suoi grossi seni bianchi con i capezzoli eretti erano una attrazione irresistibile, e mi fiondai a baciarli e leccarli. Ci scambiavamo carezze dolcissime e mentre seguivo le tenere curve dei suoi seni ero incitata dai suoi sospiri che mi dicevano che le piaceva. Sentivo le sue mani scendere lungo la schiena verso il bacino, ed in quel momento volevo solo godere e farla godere. La sua mano scese nel solco tra le natiche, arrivando al mio ano. Ero eccitata e quel tocco fu quasi elettrico, ma non era quello il suo obiettivo, e proseguì verso la mia vagina fradicia, pulsante e vogliosa.
Io sul suo corpo ero già li. Un dito cercava il suo clitoride, con l'altro scavavo nel suo intimo. Non era molto bagnata – molto meno di me – eppure gemeva di piacere ed allargando le gambe spingeva contro la mia mano con il bacino per favorire la penetrazione. Sentivo la lubrificazione aumentare, e lentamente sono passata da un dito a due, che entravano ed uscivano senza resistenza, anzi, agevolate dalle spinte di lei. L'ho sentita irrigidirsi, stava venendo! Ho posato il pollice sul clitoride, per stimolarla ulteriormente e l'ho baciata. Il suo orgasmo è stato forte, e mi sono sentita brava a farglielo raggiungere. Quando gli è smontato e ci siamo rilassate non c'è stato bisogno di parole tra noi. Abbiamo sentito che non servivano. Mentre lei si accendeva una sigaretta io mi sono sdraiata accanto a lei, ho messo un piede sul cruscotto ed ho cominciato a masturbarmi, la mia figa era un lago e ne avevo bisogno. Non potevo rimanere a metà. Lei mi guardava con un sorriso molto dolce ed accarezzava i miei seni. Non ci ho messo molto, sono esplosa schizzando il mio piacere profumato nella mia stessa mano che poi ho leccato avidamente, mentre Cristina mi guardava godendosi lo spettacolo. Siamo rimaste li ad ascoltare la musica ed i nostri respiri fino a quando non ci siamo rese conto di quanto fosse tardi. Rientrate velocemente e salutate con un sorriso ci siamo dette "a domani".
La mia prima esperienza saffica risale ad una quindicina di anni fa, e fu con una collega. All'epoca ero già sposata, e lei, che chiamerò Cristina (non è il suo vero nome) lavorava con me in un supermercato, occupandosi però di un diverso reparto. Aveva qualche anno più di me, all'epoca circa 43 anni. Un fisico muscoloso ed asciutto, capelli neri portati sempre corti ed un passato familiare non facile, separata presto dal marito ha cresciuto due figli da sola e questo la aveva portata a dedicare ben poco tempo a se stessa. Era una persona con la quale c'era confidenza e feeling, e con il tempo anche discorsi più privati ed intimi.
Una sera, all'uscita dal lavoro fummo sorprese da un improvviso temporale. Uno di quelli che in un attimo ti inzuppano se non ti metti al riparo. Ci fiondammo in auto, e tra una battuta sul fatto di essere bagnate, uno scherzo sul fatto di essere infreddolite e con la complicità del buio ci siamo baciate, e la mia mano si è trovata a palpare il suo abbondante seno. Tra il bacio e il fatto di sentire che era senza reggiseno fu una sorta di scossa elettrica nella mia micia, e mi trovai eccitata e bagnata mentre lei continuava a baciarmi e leccarmi il collo. Da quel momento le battutine allusive sul sesso si intensificarono, accompagnate da occhiate allusive e non perdevamo occasione per sfiorarci e toccarci con sguardi complici.
Un pomeriggio ci siamo incontrate "per un caffè", ma cosa volevamo era ormai chiaro. Un giro in auto per le vie di campagna fu quello che facemmo invece del caffè. Mentre cercavamo il posto adatto già in macchina si respirava aria di sesso. Io ero già eccitata e la mia patata schiumava. I sedili si sono reclinati, e gli abiti sono finiti in un mucchio da un lato. Lei era bellissima. I suoi grossi seni bianchi con i capezzoli eretti erano una attrazione irresistibile, e mi fiondai a baciarli e leccarli. Ci scambiavamo carezze dolcissime e mentre seguivo le tenere curve dei suoi seni ero incitata dai suoi sospiri che mi dicevano che le piaceva. Sentivo le sue mani scendere lungo la schiena verso il bacino, ed in quel momento volevo solo godere e farla godere. La sua mano scese nel solco tra le natiche, arrivando al mio ano. Ero eccitata e quel tocco fu quasi elettrico, ma non era quello il suo obiettivo, e proseguì verso la mia vagina fradicia, pulsante e vogliosa.
Io sul suo corpo ero già li. Un dito cercava il suo clitoride, con l'altro scavavo nel suo intimo. Non era molto bagnata – molto meno di me – eppure gemeva di piacere ed allargando le gambe spingeva contro la mia mano con il bacino per favorire la penetrazione. Sentivo la lubrificazione aumentare, e lentamente sono passata da un dito a due, che entravano ed uscivano senza resistenza, anzi, agevolate dalle spinte di lei. L'ho sentita irrigidirsi, stava venendo! Ho posato il pollice sul clitoride, per stimolarla ulteriormente e l'ho baciata. Il suo orgasmo è stato forte, e mi sono sentita brava a farglielo raggiungere. Quando gli è smontato e ci siamo rilassate non c'è stato bisogno di parole tra noi. Abbiamo sentito che non servivano. Mentre lei si accendeva una sigaretta io mi sono sdraiata accanto a lei, ho messo un piede sul cruscotto ed ho cominciato a masturbarmi, la mia figa era un lago e ne avevo bisogno. Non potevo rimanere a metà. Lei mi guardava con un sorriso molto dolce ed accarezzava i miei seni. Non ci ho messo molto, sono esplosa schizzando il mio piacere profumato nella mia stessa mano che poi ho leccato avidamente, mentre Cristina mi guardava godendosi lo spettacolo. Siamo rimaste li ad ascoltare la musica ed i nostri respiri fino a quando non ci siamo rese conto di quanto fosse tardi. Rientrate velocemente e salutate con un sorriso ci siamo dette "a domani".
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