Condividendo l'esperienza di lei – EP.4
di
Alpha Master
genere
dominazione
Dopo una mattina di orgasmi ed un pomeriggio di eccitazione cercando una estetista per la ceretta a lei – e ne avevano trovata una che avrebbe lasciato che Matteo assistesse alla depilazione – era il momento di andare a letto. Lei, nuda ed eccitata aveva frugato nel cassetto della biancheria cercando lo slip sexy che la avrebbe scopata per tutta la notte. Ne aveva tirati fuori diversi, cercando quello che le avrebbe fatto fare la miglior figura con il padrone. Alla fine la scelta cadde su un paio di mutandine nere molto trasparenti davanti e molto strette dietro fino a diventare una striscia che in teoria sarebbe passata dentro le natiche, se lei le avesse indossate invece di farsele infilare nella vagina, con ghirigori neri a rilievo su tutta la parte anteriore. Le fotografarono mettendo di nuovo il cartellino con il "marchio" del padrone accanto, poi lei si sdraiò a gambe larghissime sul letto porgendo il piccolo indumento a Matteo. "E' il momento di farmi godere infilandole dentro. Fallo!" disse al marito. Poi chiuse gli occhi, assaporando il momento ed immaginando che l'uomo che sentiva muoversi sul letto fosse il Padrone mentre Matteo fosse invece in disparte a guardare.
La stoffa entrava spinta dalle dita di lui, accumulandosi dentro e tra le grandi labbra, fino ad essere tutta nascosta nel corpo di Gisella. Lei godeva, mugolava e dimenava i fianchi, preda del piacere dovuto al morbido corpo estraneo. Si inarcava, premendo la vagina contro le dita di Matteo, per favorire la penetrazione e renderla più profonda possibile. Matteo alternava l'infilare la stoffa al fare foto, sempre con il cartellino appoggiato sul materasso davanti alla figa di lei. Quando ebbero finito erano entrambi eccitatissimi. Lui aveva una erezione dura e presumibilmente non gli sarebbe scemata presto. "Non posso dormire così, Gisella. Guarda in che stato sono!" disse alla moglie. Lei, in preda alla libidine e con voce rotta rispose "Non voglio che mi stappi, anche se il Padrone ha dato il permesso, ma ho un altro buco ancora libero. Usalo, anche se non lo abbiamo mai fatto. Solo usa il gel per lubrificare e fa piano, ti prego!".
Matteo non credeva alle proprie orecchie. Aveva sempre sognato che la moglie gli desse il culo! Prese il gel lubrificante mentre Gisella si girava e si metteva su gomiti e ginocchia, guardandolo con sguardo allucinato e mormorando frasi sconnesse incitando il marito a far presto a possederla. Lui cominciò con la punta di un dito, strappando un gemito di piacere alla moglie che inarcava la schiena come una troia, come una esperta attrice porno. Dopo la prima falange fatta entrare con calma tutto il dito sparì nello sfintere di lei, che continuava a gemere. La figa si bagnava internamente, inzuppando gli slip, ma niente usciva. Matteo riusciva a percepire la stoffa attraverso la sottile parete di carne che divide il canale rettale dalla vagina. Entrò e uscì diverse volte, sempre più facilmente e con gemiti sempre più gudoriosi di lei, fino a quando si sentì pronto ad entrare con due dita. Lei sobbalzò leggermente, ma malgrado la piccola fitta di dolore incitò il marito a non fermarsi. Lui lavorò con le dita il culo della moglie con pazienza e cura per diversi minuti, sentendola sempre più vicina all'orgasmo. Poi si lubrificò il pene e cosciente che non era grandissimo si sentì pronto per possedere la moglie e prendere la sua seconda verginità. Fece entrare il glande lentamente, mentre Gisella si lasciava sfuggire qualche gemito più chiaramente di dolore che di goduria, ma una volta violato lo sfintere entrambi cominciarono a sentire un piacere mai provato prima. Lui pompava sentendo l'anello di muscoli stringersi e allentarsi intorno al suo cazzo, lei percepiva nettamente gli slip nel suo ventre stimolarla, spinti dall'ingombro del membro nel suo retto. Venirono entrambi, e fu una esperienza stupenda. E la pressione alla base del cazzo di lui gli consentì di restare duro, e pomparla ancora, fino a venire una seconda volta, facendo venire lei nel contempo almeno altre due.
Alla fine, vinto dalla stanchezza fisica, Matteò si ammosciò scivolando fuori, ed entrambi giacquero esausti sul fianco, la schiena di lei contro il ventre di lui. Fu lei a rompere il silenzio per prima. "Sicuramente il Padrone vorrà usare il mio culo, ma volevo che fossi tu il primo ad averlo. Prima di Lui". Matteo a queste parole fu preso dalla commozione e dall'amore, ed abbracciando la moglie le sussurrò per la prima volta dopo qualche anno "Ti amo". Si addormentarono così, sapendo che il giorno successivo avrebbero avuto l'estetista.
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Scrivete all'autore (alphamaster@mail.com) per commenti e scambio di idee, ma anche se siete femmine che vogliono provare la sottomissione con la totale sicurezza di un rapporto virtuale. Si anche a coppie lei/lui con lei sub e lui cuck o sottomesso.
La stoffa entrava spinta dalle dita di lui, accumulandosi dentro e tra le grandi labbra, fino ad essere tutta nascosta nel corpo di Gisella. Lei godeva, mugolava e dimenava i fianchi, preda del piacere dovuto al morbido corpo estraneo. Si inarcava, premendo la vagina contro le dita di Matteo, per favorire la penetrazione e renderla più profonda possibile. Matteo alternava l'infilare la stoffa al fare foto, sempre con il cartellino appoggiato sul materasso davanti alla figa di lei. Quando ebbero finito erano entrambi eccitatissimi. Lui aveva una erezione dura e presumibilmente non gli sarebbe scemata presto. "Non posso dormire così, Gisella. Guarda in che stato sono!" disse alla moglie. Lei, in preda alla libidine e con voce rotta rispose "Non voglio che mi stappi, anche se il Padrone ha dato il permesso, ma ho un altro buco ancora libero. Usalo, anche se non lo abbiamo mai fatto. Solo usa il gel per lubrificare e fa piano, ti prego!".
Matteo non credeva alle proprie orecchie. Aveva sempre sognato che la moglie gli desse il culo! Prese il gel lubrificante mentre Gisella si girava e si metteva su gomiti e ginocchia, guardandolo con sguardo allucinato e mormorando frasi sconnesse incitando il marito a far presto a possederla. Lui cominciò con la punta di un dito, strappando un gemito di piacere alla moglie che inarcava la schiena come una troia, come una esperta attrice porno. Dopo la prima falange fatta entrare con calma tutto il dito sparì nello sfintere di lei, che continuava a gemere. La figa si bagnava internamente, inzuppando gli slip, ma niente usciva. Matteo riusciva a percepire la stoffa attraverso la sottile parete di carne che divide il canale rettale dalla vagina. Entrò e uscì diverse volte, sempre più facilmente e con gemiti sempre più gudoriosi di lei, fino a quando si sentì pronto ad entrare con due dita. Lei sobbalzò leggermente, ma malgrado la piccola fitta di dolore incitò il marito a non fermarsi. Lui lavorò con le dita il culo della moglie con pazienza e cura per diversi minuti, sentendola sempre più vicina all'orgasmo. Poi si lubrificò il pene e cosciente che non era grandissimo si sentì pronto per possedere la moglie e prendere la sua seconda verginità. Fece entrare il glande lentamente, mentre Gisella si lasciava sfuggire qualche gemito più chiaramente di dolore che di goduria, ma una volta violato lo sfintere entrambi cominciarono a sentire un piacere mai provato prima. Lui pompava sentendo l'anello di muscoli stringersi e allentarsi intorno al suo cazzo, lei percepiva nettamente gli slip nel suo ventre stimolarla, spinti dall'ingombro del membro nel suo retto. Venirono entrambi, e fu una esperienza stupenda. E la pressione alla base del cazzo di lui gli consentì di restare duro, e pomparla ancora, fino a venire una seconda volta, facendo venire lei nel contempo almeno altre due.
Alla fine, vinto dalla stanchezza fisica, Matteò si ammosciò scivolando fuori, ed entrambi giacquero esausti sul fianco, la schiena di lei contro il ventre di lui. Fu lei a rompere il silenzio per prima. "Sicuramente il Padrone vorrà usare il mio culo, ma volevo che fossi tu il primo ad averlo. Prima di Lui". Matteo a queste parole fu preso dalla commozione e dall'amore, ed abbracciando la moglie le sussurrò per la prima volta dopo qualche anno "Ti amo". Si addormentarono così, sapendo che il giorno successivo avrebbero avuto l'estetista.
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