La vera storia di BENEDETTA (il quartetto)
di
Occhi di Smeraldo
genere
etero
Devo dire che ho amici speciali che riescono a sorprendermi spesso. Il più eclettico è sicuramente Marco: un fancazzista fantasioso, pieno di idee, talvolta bislacche, ma sicuramente originali.
Il suo invito a cena include una frase che mi intriga: “devi fare il quarto”.
Marco è uno disinvolto, che frequenta molte donne, tradendone la maggior parte, e da lui ci si potrebbe aspettare anche una partouze: non ho mai partecipato ad un’orgia e sono curioso e timoroso insieme.
Se alla cena ci fosse la sua ragazza Carlotta allora sarei al settimo cielo, perché è una modella superfiga di quelle che hanno la foto sui giornali di moda: alta, snella, ma non magra, sempre in tiro, truccata e coi tacchi smisurati che la fanno sembrare una stangona dall’incedere felino; una Chiara Ferragni con i capelli neri. L’ho conosciuta l’anno scorso e mi ha folgorato per la bellezza superiore e la simpatia: sì Carlotta è molto simpatica, allegra ed intelligente (come Chiara Ferragni appunto), ma soprattutto è parecchio disinibita e l’ho vista spesso limonare con altri uomini anche alla presenza di Marco. Come si dice: sono una coppia aperta.
Io sbavo letteralmente per questa donna, ma non mi sono mai avvicinato, per uno strano e antiquato scrupolo di lealtà nei confronti di Marco. A dire il vero le non mi caga neanche di striscio ed io me ne sono fatto una ragione, oltre ad essermi fatto qualche sega guardando qualche sua sfilata di intimo su youtube.
Marco ha una casa in campagna deliziosa, dall’arredamento moderno con evidenti richiami al rustico, soprattutto nella scelta del legno al naturale in ogni mobile, disegnato su misura apposta per lui.
La strada sterrata ha qualche tratto ghiacciato, ma con le quattro ruote motrici e i pneumatici invernali, salgo senza problemi. Il Range Rover nero di Marco è parcheggiato davanti al porticato.
Il campanello non c’è: busso. Mi apre Marco che ha già una birra in mano. Nell’ingresso mi tolgo il piumino e lo appendo e mi affaccio trepidante nel salone. L’ambiente è esageratamente caldo, riscaldato anche dall’enorme camino dove bruciano a fiamma viva due enormi tronchi, ma è …vuoto, non c’è nessun altro: sono visibilmente deluso dall’assenza femminile. Marco interpreta alla perfezione la mia espressione e mi allunga una birra con un sorriso divertito: “sono di sopra, insieme, al bagno”.
Ancora non so se tra le due c’è Carlotta: Marco non è un tipo da una sola ragazza per cui di sopra ci potrebbe essere chiunque.
Si sentono delle risate femminili e dei tacchi che scendono dalle scale in legno.
Appare Carlotta e mi abbaglia. Stasera è proprio figa: I capelli lunghi sono pettinati con lunghi boccoli che le ricadono sulle spalle e incorniciano il suo volto di un ovale perfetto. Ha un trucco che sembra professionale con l’ombretto sfumato, le ciglia lunghissime che lei abbassa languidamente sui suoi occhioni verdi. Le labbra di un rosso acceso evidentemente molto curato con matita per il bordo e chissà quali altri accorgimenti. Al collo, lungo ed elegante, porta una collana d’oro, apparentemente semplice, ma dal disegno delle maglie assai complesso.
Indossa una stupenda camicia bianca, lunga fin sotto la cintura, completamente trasparente sotto la quale si delineano perfettamente i suoi seni minuti, ma perfettamente tondi, dalle piccole areole scure ed i capezzoli esageratamente lunghi. I pantaloni, di un bianco abbagliante, sono attillatissimi, praticamente dei fuseaux con tasche e passanti nei quali spicca una cinturina della stessa pelle, rossa e lucida, dei sandali che hanno una elaborata allacciatura multipla alta fino alla caviglia che farebbero la felicità di un feticista.
Beato chi se lo tromba questo gran pezzo di figa!
Mi abbraccia con entusiasmo appoggiando i seni su di me e mi bacia sulle guance. Porta un profumo dolce. Sarà che fa caldo, che ho un maglione troppo pesante che non mi sono tolto, ma sto già sudando. Dietro Carlotta si affaccia un’altra ragazza. “Lei è Benedetta”.
Con i capelli castani corti sulla nuca, tagliati alla garçon, con un gran ciuffo asimmetrico sulla fronte: a colpo d’occhio sembra un ragazzo, con la mascella larga, ma ha un volto esageratamente femminile e due bellissimi occhi verdi, più grandi e brillanti di quelli di Carlotta, ma truccati alla perfezione. Le labbra poi sembrano rubate ad una nera, da quanto sono ampie e carnose, e porta degli orecchini elaborati enormi. Anche lei si sporge e mi bacia sulle guance e sento distintamente il calore delle sue labbra prominenti.
Di poco più bassa di Calotta, Benedetta indossa una maglietta nera dal taglio minimale non aderente, impreziosita da una miriade di paillette che scintillano ed un paio di pantaloni, anch’essi, neri che le fasciano i fianchi e le lunghe gambe, per poi allargarsi a campana lasciando scoperte delle scarpe allacciate di vernice.
Una bellezza originale, inusuale, non canonica quasi esotica. Sembra che abbia un bel seno sotto tutto quel luccichio, ma non si capisce bene. Sicuramente ha un culo più pieno di quello a pesca di Carlotta, leggermente a pera, bello, sodo, seducente veramente più arrapante. Quando cammina ancheggia e lo mostra: fa bene perché è un gioiello veramente da ammirare. I pantaloni le disegnano alla perfezione i glutei, più pieni dell’amica famosa, e mi spiace privarmi di quella vista sexy sul quel bel culo quando Marco ci chiama a cena.
Ci sediamo al tavolo quadrato: di fronte a me Carlotta ed alla mia destra Benedetta. Marco, ovviamente, alla mia sinistra. Scopro che Benedetta fa anche lei l’indossatrice e conosce Carlotta da qualche mese. Dietro al suo aspetto serioso è una tipa alla mano a cui piace viaggiare. Mi parla toccandomi il braccio per farmi girare verso di lei, così da guardarmi dritto negli occhi, ma io sono distratto dalle tette di Carlotta che mi stanno ipnotizzando: le guardo attraverso il tessuto trasparente della camicia e provo ondate di eccitazione.
Marco se ne accorge e sorride bonario facendomi cenni di considerare Benedetta. Mi sforzo e mi giro tra un boccone e l’altro, ma con la coda dell’occhio non mollo i capezzoli bruni che ho di fronte.
La cena è ottima ed il vino, della cantina di Marco, eccellente: alla fine della cena conto sei bottiglie vuote.
Ci spostiamo sulle comode poltrone e sul divano contrapposto e chiacchieriamo in totale allegria: Anche senza maglione ho un gran caldo e sollevo le maniche della camicia; Carlotta si è slacciata tutte le piccole fibbie dei sandali ed è rimasta a piedi nudi con le unghie laccate di rosso; Marco si è tolto la giacca ed è rimasto con la polo e Benedetta sembra l’unica a non sentire la temperatura alta, ma in realtà sfoggia due belle guance rosse e accaldate: temo che non abbia intenzione di togliersi la maglietta, per ora.
Stiamo ridendo delle minchiate che dice Marco, ma io vorrei chinarmi e baciare i piedi affusolati di Carlotta. Marco all’improvviso si alza, va al tavolo, afferra una delle bottiglie vuote e la mette sul tappeto dicendo: “Facciamo il gioco della bottiglia!”
Le ragazze applaudono. Ascoltiamo attenti le regole, compresa l’ultima: “Qualunque cosa si punti, va fatta comunque a chi tocca, a prescindere dal sesso di chi tocca”. Certo, mica come da ragazzini che selezionavamo. Sarà il vino, ma la cosa mi entusiasma: penso già alle due ragazze che si baciano con le lingue arrotolate senza che mi sfiori il pensiero opposto e cioè che potrebbe capitarmi di dover baciare Marco.
Inizia Marco e punta proprio un bacio sulla bocca. La bottiglia gira e capita, ovviamente a me.
Marco ed io ci conosciamo da anni e, complice il vino, ci schiocchiamo con disinvoltura un bacetto veloce sulle labbra. Accaldato e lievemente eccitato, scorro con lo sguardo lungo le gambe di Carlotta dai piedi eroticamente slanciati salendo lungo le cosce lunghe, perfette fino all’attaccatura al pube magro e affusolato. Guardo le sue tettine marmoree e penso che se e questo è il prezzo da pagare, pur di scoparmela, mi faccio addirittura inculare da Marco (esperienza nuova).
Tocca a me e punto timidamente una carezza sul sedere che mi capita di fare a Benedetta. Non sono un timido e di vino ne ho bevuto abbastanza da poter essere ancora più disinvolto, ma questa donna mi incute soggezione. Lei si alza e, girandosi, attende: la mia mano scivola leggerissima sulla sua chiappa tanto da non sentirne la consistenza, ma solo la trama del tessuto. Mi sento uno scemo di non godere nel carezzare quelle chiappe così rotonde e sode.
Le prime puntate sono timorose, ma tutti eseguono diligentemente ciò che puntano. La posta si alza ad ogni giro di più e, stendendo un velo pietoso su quello che accade tra me e Marco, capita, tra le puntate fortunate, che io trovi l’opportunità e il coraggio di tastare a due mani il culo di Carlotta. Le poso le mani sulle natiche strette e le palpo i glutei poco sporgenti, ma durissimi, una, due, tre volte provandoci gusto, finché Carlotta mi interrompe e fa ruotare la bottiglia, puntando un bacio con la lingua. Prego che capiti a me, ma invece capita a Benedetta che si alza, posa le sue mani sui fianchi di Calotta, pube contro pube, e concede la magnifica bocca, schiudendola, alla lingua di Carlotta che si infila, lentamente e ripetutamente, dentro attraverso le grosse labbra carnose, provocando deliberatamente i due maschi. Mi eccita questo bacio saffico, ma dura troppo poco: si lasciano con un bacetto a labbra chiuse e si risiedono ridendo come due adolescenti. Tra una puntata e l’altra la serata diventa sempre più bollente e le immagini erotiche si susseguono come dei flash stroboscopici sincopati, veloci e scollegati, via uno dietro l’altro senza nesso temporale. Benedetta sfila i pantaloni a Carlotta che sorride maliziosamente nel mostrare il perizoma bianco aderentissimo senza cuciture, che segue la curva delle sue natiche dalla pelle chiara - Marco le bacia le chiappe tenendola per i fianchi - tolgo (alleluja!) la camicia trasparente a Carlotta e le tengo tra le mani le tette piccole e sode succhiandole quei magnifici lunghissimi capezzoli bruni (il cuore mi batte forte: ho l’eccitazione a mille nel sentile tra le labbra e sulla lingua quei cilindretti turgidi inverosimilmente lunghi: che libido esagerata!) – Benedetta carezza con lentezza calcolata la schiena nuda di Carlotta fino a scivolare sul ventre e poi sull’inguine e carezzarle la passera da sopra il perizoma – Marco si fa carezzare e baciare gli addominali palestrati da Benedetta che lo fa schioccando le sue ampie labbra - sfilo la maglietta a Benedetta e trovo con sorpresa due bocce sode e armoniose nude, senza reggiseno, che le palpo di gusto - Camilla in piedi davanti al divano su cui siede Marco, si china e gli massaggia intensamente e con fervore il pacco esibendo deliberatamente, a Benedetta e a me, le sue lunghe gambe divaricate ed il culo sollevato (ora mi alzo e le sfilo il perizoma).
Una girandola di petting che fa da anteprima a quello che sta per succedere: sogno di scopare Carlotta mentre Marco incula Benedetta che succhia le tette a Carlotta. Sogni che mi inebriano più del vino e mi fanno dilatare la cappella.
Ho sempre saputo che Carlotta era una gran troia e la disinvoltura e l’esibizionismo con cui lecca e bacia il seno dell’amica è una conferma. Benedetta non è così plateale, ma si lascia andare e non si tira indietro su nulla, accondiscendendo ad ogni bacio e ad ogni carezza, leccando a sua volta i lunghi capezzoli turgidi di Carlotta con una lingua metodicamente attenta. Così procediamo nel toccarci e baciarci, leccarci e tastarci mentre tra una tetta e una chiappa, palpo la fica sottile di Carlotta, attraverso il tessuto sottile, sperando di infilarci al più presto l’uccello che mi è cresciuto nei boxer. Tutto questo mordi e fuggi, senza combinare effettivamente nulla, mi ha fatto ingrifare come uno stallone, ma nessuno decide di fare un salto di qualità. Carlotta praticamente nuda con indosso il perizoma e la camicia sbottonata è il mio sogno erotico che si sta materializzando e Benedetta a seno nudo con i pantaloni addosso ride continuando a carezzarsi le cosce.
Ad un tratto capita che Benedetta mi baci mettendosi a cavalcioni su di me che indosso solo i boxer. Sento sull’uccello la pressione e il calore del suo sesso mentre la sua bocca, dalle splendide labbra corpose, si sigilla sulla mia iniziando a far roteare la lingua come mai in vita mia ho sentito fare. Il bacio più passionale, più attizzante, libidinoso con cui una donna mi abbia baciato.
Marco intanto ha sfilato il perizoma a Carlotta e, mentre lei giace sdraiata sul divano, le sta leccando la fica con passione. Li guardo di sottecchi e vorrei partecipare alla leccata. Benedetta mi prende il volto tra le mani e non vedo più nulla. Ho un moto di gelosia che svanisce immediatamente quando le mani Benedetta scivolano verso il basso e prendono le mie per portarle al seno affinché io glielo tocchi, lo stringa, senza che lai smetta di baciarmi. La potenza erotica della sua lingua e la consistenza delle sue labbra, tanto quanto la pienezza dei seni perfetti, mi stanno coinvolgendo sempre più. Mi rendo conto che ho tra le braccia uno splendore di donna capace di baciare così potentemente: chissà come me lo succhierebbe (!). Con la mente più focalizzata su di lei, sento crescere una voglia di scoparmela subito: queste labbra incollate alle mie e la lingua calda irrefrenabile mi stanno veramente sconvolgendo ed eccitando a mille.
Il cazzo mi si impenna mentre le afferro più saldamente le tette e lei rotea la lingua guizzante nella bocca.
Marco scivola via insieme a Carlotta: fanculo Carlotta! Questa Benedetta è idiavolata.
Siamo rimasti soli in soggiorno. L’orgia è scemata: ci avevo fatto la bocca (e l’uccello), ma ora ho tra le mani le tette sode di Benedetta, la sua lingua quasi in gola e la sua passera irrefrenabile sul pacco.
Ho sottovalutato la carica sessuale di questa bella ragazza dai capelli corti: si sta scaldando velocemente e mi trasmette il suo entusiasmo con decisione.
Il bacio lussurioso di Benedetta è praticamente infinito e mi sta togliendo il fiato. Lei si struscia con forza e metodo sui mei boxer, che mi stringono l’erezione, ed io le sto plasmando le tette con un ardore adeguato alla mia eccitazione. Gli enormi orecchini mi battono piano sulle gote. Fremo col cazzo sempre più in tiro. Mi distacco solo perché ho una gran voglia di levarle i pantaloni.
Lei si alza davanti a me che rimango seduto e comincio a slacciare la cintura dei suoi pantaloni esasperandomi nel trovare una fila di bottoncini difficilissimi da sbottonare, ma alla fine quel che trovo è splendido. Benedetta porta un perizoma nero a righe orizzontali che alternano tessuto di pizzo a tulle trasparente che lasciano intravedere il pelo castano del pube, rasato in una forma regolare. Scorro lungo i fianchi per abbracciarle la vita e trovo ,all’incrocio dei tre lembi del perizoma subito sopra l’osso sacro, una perlina che ciondola sbarazzina sopra ad una centrale atomica di sesso che è il culo di Benedetta che si gira per mostrarmela ( per mostrarmi il suo gran culo da copertina). Appoggio i pollici sotto le chiappe, sulla giunzione con le cosce, ed i palmi e le dita aperte a ventaglio sui glutei splendidi e li palpo arrapandomi. Lei si abbassa e si siede nuovamente sul mio cazzo imbrigliato ruotando il bacino in tutte le direzioni, massaggiandomi il cazzo mentre, con la testa ruotata all’indietro verso di me, mi folgora con i suoi spettacolari occhi verdi. Io le tengo le mani lungo le cosce e le accarezzo tutte, ovunque. Le tocco ancora il seno, tirandole un pochino i capezzoli che rispondono gonfiandosi tra i polpastrelli delle mie dita.
Si gira verso di me e si inginocchia per sfilarmi comodamente il boxer, che è ormai una camicia di forza, e liberarmi l’uccello arrossato, pronto per essere ospitato in quella bocca paradisiaca.
Lei si appoggia col seno sulla cappella e scivola verso di me con le labbra schiuse per baciarmi in bocca. Queta volta sono più preparato e so cosa mi aspetta quando mi infilerà quel demonio di lingua tra le labbra dritta fino a scovare la mia che non resterà di succo, ma reagirà con altrettanta foga.
Questi baci sono un portento e a stento mi accorgo che con la mano ha cominciato a masturbarmi con determinazione crescente. Le mie dita scorrono sulla sua nuca rasata mentre ci baciamo eccitandoci a vicenda. Ora percepisco nettamente le sue dita attorno all’asta che mi lavorano l’uccello con brevi rotazioni e ampi scorrimenti ritmati: mi pulsa la cappella all’unisono col cuore che mi batte forte per la libidine crescente.
Le si stacca e si abbassa per poggiare le due labbrone sul glande rovente: le labbra si schiudono e lentamente la cappella scivola nella sua bocca per tre o quattro volte fino al momento in cui con un movimento lineare, il mio cazzo scompare completamente dentro la sua bocca, fino in fondo alla gola, dove lei lo tiene dei lunghi, goduriosissimi istanti. Lo fa ancora e ancora. Mi succhia a fondo continuamente, dalla punta a labbra appena socchiuse sulla cappella, giù fino alla base poggiando le labbra sulla pelle del mio pube e restando lì a farmi godere del calore della sua gola. Mentre mi spompina con maestria, mi stropiccia delicatamente le palle con le dita, tirandole un po’ verso il basso stringendo in un anello formato con l’indice e il pollice, l’attaccatura delle palle alla base dell’asta.
Due labbra così sono fatte per baciare.
Due labbra così sono fatte per fare pompini divini.
Mi carezza gli addominali continuando instancabile a ingoiarmelo tutto, affondo dopo affondo, fino a fermarsi col tutto il cazzo in gola e, meraviglia, leccarmi le palle roteando sotto di loro.
Giuro che mai nessuna assatanata mi aveva fatto un pompino così divino.
Guardarla con quegli orecchini che dondolano mentre me lo succhia forte è uno spettacolo irripetibile, soprattutto vedere e gustare il dettaglio delle labbra umide che si soffermano subito sotto la corona della cappella per succhiarla ed ingrossarla di più per poi farla scivolare fuori, pulsante e lucida di saliva, solo per un attimo, e risucchiarla dentro nuovamente. Quanto più forte mi pompa il cazzo tanto più mi cresce la cappella e il godimento. Sono al settimo cielo ed i brividi mi scuotono piano il perineo dietro le palle che cominciano a contrarsi. Benedetta solleva i suoi incredibili occhi verdi perché ha capito che sto per venire e comincia a mugolare piano ed aumentare il ritmo dei movimenti della testa che va su e giù sempre più velocemente. Mi afferra le cosce e avvita e svita la testa sul cazzo, come se fosse il dado di una vite, mentre contemporaneamente lo ingoia con foga. Godo con un lungo gemito liberatorio e le vengo a ripetizione in gola, nella bocca e lei mugolando deglutisce i miei schizzi di sperma caldo e continua a succhiarmelo con passione ed evidente piacere. La sua lingua mi lascia la cappella lucida e pulita.
Mi sorride con i suoi denti bianchissimi e con gli occhi soddisfatti. Mi avvicino e le bacio le labbra e le guance mentre la fisso negli occhioni verdi dal trucco appena un po’ sbafato: è bellissima.
Mi alzo un secondo per aggiungere un grosso ciocco di legno al fuoco che sta languendo e torno verso di lei seduta, anzi, semisdraiata sul divano. Adesso so che devo fare diligentemente anch’io la mia parte e mi accovaccio ai suoi piedi cominciando a baciarglieli e leccarglieli lentissimamente risalendo lungo gli stinchi fino alle sue cosce dalla pelle liscissima dove faccio scarabocchi con la lingua bagnata. Supero i laccetti del perizoma e le lecco la pancia mentre i suoi addominali si contraggono fin tanto che non arrivo al seno che resta compatto e all’insù come se fosse di silicone, ma prendendolo tra le dita si capisce perfettamente che le sue sono due favolose tette naturali, sode e piene che stringo con gusto mentre ho cominciato a leccarle i capezzoli delicati. I suoi occhi non mi hanno perso un attimo di vista e quando le mordo i capezzoli induriti lei si morde il labbro inferiore. Le lecco il collo, e l’orecchio sussurrandole che è bellissima, che ha un seno splendido e una bocca degna di un oscar: ride e mi dice: ”lo so, ma anche la tua non scherza”. (“ed ancora non hai visto nulla” penso in silenzio).
A torno a ritroso sui miei passi e le lecco i fianchi, l’interno delle cosce, l’incavo all’inguine dove finisce il tessuto del perizoma sotto il quale infilo ora la lingua, ora le dita che scorrono delicate sui ricciolini tagliati bassi.
Le sfilo il perizoma e lei mi aiuta sollevando il sedere.
Adesso percepisco distintamente il profumo del suo sesso bagnato che comincio a leccare mentre con le mani le accarezzo l’interno di entrambe le cosce fino a giungere all’inguine simultaneamente e divaricarle coi pollici le labbra turgide per baciarle e succhiarle meglio il bottoncino magico.
La pelle delle sue cosce lunghe è talmente levigata che sembra seta ed ha la passera così perfettamente depilata che con la lingua non sento che la sua pelle liscia. La mia lingua si fa in quattro per darle il piacere che merita e mi impegno nel farla godere succhiandole a dovere il clitoride che freme per tanta dedizione mentre le titillo il buchetto stretto del culo con la punta del dito. Non smetto di passarle il palmo della mano sul ventre con ampi cerchi intorno all’ombelico sapendo quanto sia piacevole farsi carezzare l’addome e il seno.
Le tette stabili e piene non si sono mosse e le palpo con piacere perché mi eccita sentirne la consistenza tra le dita mentre la mia lingua si infila ora dentro di lei. Con la testa abbandonata sui cuscini del divano, Benedetta fa lunghi sospiri con la bocca aperta e quando sposto le mie mani dalle tette nuovamente sulle sue cosce, lei se le prende con le sue tastandole come se fossi io a farlo, stringendosi i capezzoli tra le dita e, ruotandoli, li tira, provando fremiti di piacere che sento ripercuotersi nelle contrazioni della sua fica profumata. La mia lingua si sbizzarrisce in frenesie ondulatorie che hanno il loro effetto immediato con l’inarcamento della sua schiena ed un gemito di piacere. Continuo a succhiarla, con tutta quanta la bocca come se me la volessi mangiare mentre la punta della lingua le guizza dentro per poi scivolare sul clitoride e tirarlo con le labbra. Lei si palpa ancora con più decisione i seni gonfi e tira contemporaneamente i capezzoli ormai duri e tesi.
Mentre le labbra della sua fica sono gonfie e aperte come le ali di una grossa farfalla, le infilo le dita dentro cercando subito le increspature che stanno esattamente sotto il pube per massaggiargliele con determinazione. In un bagno di umori caldi le mie dita scivolano dentro la sua fica che comincia a contrarsi nel preludio dell’orgasmo. Con la lingua, che le faccio scorrere incessantemente attorno al clitoride, e con le dita, che la sditalinano forte, lei viene in un orgasmo di forti scosse e gemiti mentre mi schizza due o tre volte sul volto con violenti getti di puro godimento: il suo piacere liquido, caldo, che mi riempie di orgoglio.
Mentre gode le si delineano perfettamente gli addominali, le tette sobbalzano e la fica di dilata per poi contrarsi e stringermi le dita mentre i suoi umori mi gocciolano dalla faccia. Mi sollevo e le bacio i seni caldi, la bocca affannata. Lei mi succhia la lingua e mi abbraccia mentre la penetro piano con un uccello che mi pare di bronzo da quanto mi si è indurito a vederla venire. Ora mi guarda con i suoi spettacolari occhi verdi e fa piccoli cenni di assenso col capo per sottolineare che le piace sentirmi dentro di lei, sentire la mia cappella gonfia, scorrerle nella fica ancora vogliosa di piacere. Mi fa cenno ancora di sì con più enfasi scuotendo il ciuffo ed io, premurosamente, assecondo un ritmo veloce tutto giocato in punta d’uccello, senza infilarlo tutto, ma con movimenti piccoli e veloci sull’imboccatura pulsante della sua passera vibrante. Come gode bene, mentre mi ansima dentro la bocca e mi bacia quando riprende fiato. Mi tiene le mani sulle spalle scivolando sui bicipiti che mi stringe quando entro dentro di lei con più vigore. Mi basta accelerare appena un po’ mentre allungo gli affondi, che lei viene ancora con ansimi profondi, schizzandomi di nuovo con getti potenti, guardandomi negli occhi con sguardi di goduriosa riconoscenza. La sua fica è in fiamme ed il mio cazzo ne percepisce appieno il calore mentre le scorre dentro donandomi fremiti di piacere che mi scorrono fino alla schiena.
Le carezzo i fianchi mentre mi discosto un po’ e ammiro il suo corpo e le sorrido per comunicarle quanto mi piace. Mi sorride anche lei con entusiasmo, per poi lanciarmi un bacio schioccando le labbra. Per un momento smetto di muovermi dentro di lei per baciala con passione ed in quell’istante lei mi sposta facendomi scivolare fuori. Si sposta e si mette in ginocchio per abbassare la testa fino a poggiarla sul cuscino lasciando in bella mostra la sua farfalla carnosa, in attesa di riprendere il discorso interrotto.
Che delizia quel suo culo a pera messo all’insù e ben in mostra. Le poggio le mani sulle chiappe e le afferro con calma per guardarmi bene la fica spalancata che chiama a gran voce la mia cappella. Entro nuovamente dentro di lei e, come una locomotiva a vapore, ricomincio a stantuffarla: ciuf, ciuf, ciuf, prima lentamente, scorrendo piano con il cazzo che è un pistone, e poi, piano, piano, un po’ più forte e poi ancora di più.
La velocità mi eccita e il cazzo mi si infiamma ascoltando i gemiti e gli urletti che fa quando glielo spingo più a fondo. Ho lo sguardo che vaga tra il suo gran culo dalla pelle tesa che tengo tra le mani e la sua fica succosa che accoglie il mio cazzo a vapore. Guardo la sua schiena inarcata cosparsa di goccioline di sudore che scivolano verso il centro dei dorsali e mi accorgo che sono madido di sudore e che le mie mani scivolano ora che la sto tirando per le chiappe per penetrarla più a fondo. Le lecco la schiena salata e comincio a pompare sempre più forte: sono sicuro che sta per venire una terza volta, perché ha ripreso a respirare forte come ha fatto le prime due volte, con le stesse vibrazioni del ventre e le contrazioni della fica vulcanica che infatti sussulta e viene godendo ancora più forte, schizzando ed urlando di piacere mentre spinge anche lei con forza la fica contro di me. È un momento fortunato e con impeto e decisione sferzo gi ultimi miei colpi con ardore e vengo anch’io di gusto, nella fica accogliente di Benedetta gustandomi l’apoteosi di questa scopata alla pecorina e godendo anch’io con piccoli urli per non sfigurare davanti ai suoi. Le mani si serrano sul culo meraviglioso, stizzandole le chiappe, mentre gli schizzi di sperma caldo le invadono la fica appagata ed io penso che Benedetta lo sia di nome e di fatto: altro che quel culetto stretto di Carlotta!
Il suo invito a cena include una frase che mi intriga: “devi fare il quarto”.
Marco è uno disinvolto, che frequenta molte donne, tradendone la maggior parte, e da lui ci si potrebbe aspettare anche una partouze: non ho mai partecipato ad un’orgia e sono curioso e timoroso insieme.
Se alla cena ci fosse la sua ragazza Carlotta allora sarei al settimo cielo, perché è una modella superfiga di quelle che hanno la foto sui giornali di moda: alta, snella, ma non magra, sempre in tiro, truccata e coi tacchi smisurati che la fanno sembrare una stangona dall’incedere felino; una Chiara Ferragni con i capelli neri. L’ho conosciuta l’anno scorso e mi ha folgorato per la bellezza superiore e la simpatia: sì Carlotta è molto simpatica, allegra ed intelligente (come Chiara Ferragni appunto), ma soprattutto è parecchio disinibita e l’ho vista spesso limonare con altri uomini anche alla presenza di Marco. Come si dice: sono una coppia aperta.
Io sbavo letteralmente per questa donna, ma non mi sono mai avvicinato, per uno strano e antiquato scrupolo di lealtà nei confronti di Marco. A dire il vero le non mi caga neanche di striscio ed io me ne sono fatto una ragione, oltre ad essermi fatto qualche sega guardando qualche sua sfilata di intimo su youtube.
Marco ha una casa in campagna deliziosa, dall’arredamento moderno con evidenti richiami al rustico, soprattutto nella scelta del legno al naturale in ogni mobile, disegnato su misura apposta per lui.
La strada sterrata ha qualche tratto ghiacciato, ma con le quattro ruote motrici e i pneumatici invernali, salgo senza problemi. Il Range Rover nero di Marco è parcheggiato davanti al porticato.
Il campanello non c’è: busso. Mi apre Marco che ha già una birra in mano. Nell’ingresso mi tolgo il piumino e lo appendo e mi affaccio trepidante nel salone. L’ambiente è esageratamente caldo, riscaldato anche dall’enorme camino dove bruciano a fiamma viva due enormi tronchi, ma è …vuoto, non c’è nessun altro: sono visibilmente deluso dall’assenza femminile. Marco interpreta alla perfezione la mia espressione e mi allunga una birra con un sorriso divertito: “sono di sopra, insieme, al bagno”.
Ancora non so se tra le due c’è Carlotta: Marco non è un tipo da una sola ragazza per cui di sopra ci potrebbe essere chiunque.
Si sentono delle risate femminili e dei tacchi che scendono dalle scale in legno.
Appare Carlotta e mi abbaglia. Stasera è proprio figa: I capelli lunghi sono pettinati con lunghi boccoli che le ricadono sulle spalle e incorniciano il suo volto di un ovale perfetto. Ha un trucco che sembra professionale con l’ombretto sfumato, le ciglia lunghissime che lei abbassa languidamente sui suoi occhioni verdi. Le labbra di un rosso acceso evidentemente molto curato con matita per il bordo e chissà quali altri accorgimenti. Al collo, lungo ed elegante, porta una collana d’oro, apparentemente semplice, ma dal disegno delle maglie assai complesso.
Indossa una stupenda camicia bianca, lunga fin sotto la cintura, completamente trasparente sotto la quale si delineano perfettamente i suoi seni minuti, ma perfettamente tondi, dalle piccole areole scure ed i capezzoli esageratamente lunghi. I pantaloni, di un bianco abbagliante, sono attillatissimi, praticamente dei fuseaux con tasche e passanti nei quali spicca una cinturina della stessa pelle, rossa e lucida, dei sandali che hanno una elaborata allacciatura multipla alta fino alla caviglia che farebbero la felicità di un feticista.
Beato chi se lo tromba questo gran pezzo di figa!
Mi abbraccia con entusiasmo appoggiando i seni su di me e mi bacia sulle guance. Porta un profumo dolce. Sarà che fa caldo, che ho un maglione troppo pesante che non mi sono tolto, ma sto già sudando. Dietro Carlotta si affaccia un’altra ragazza. “Lei è Benedetta”.
Con i capelli castani corti sulla nuca, tagliati alla garçon, con un gran ciuffo asimmetrico sulla fronte: a colpo d’occhio sembra un ragazzo, con la mascella larga, ma ha un volto esageratamente femminile e due bellissimi occhi verdi, più grandi e brillanti di quelli di Carlotta, ma truccati alla perfezione. Le labbra poi sembrano rubate ad una nera, da quanto sono ampie e carnose, e porta degli orecchini elaborati enormi. Anche lei si sporge e mi bacia sulle guance e sento distintamente il calore delle sue labbra prominenti.
Di poco più bassa di Calotta, Benedetta indossa una maglietta nera dal taglio minimale non aderente, impreziosita da una miriade di paillette che scintillano ed un paio di pantaloni, anch’essi, neri che le fasciano i fianchi e le lunghe gambe, per poi allargarsi a campana lasciando scoperte delle scarpe allacciate di vernice.
Una bellezza originale, inusuale, non canonica quasi esotica. Sembra che abbia un bel seno sotto tutto quel luccichio, ma non si capisce bene. Sicuramente ha un culo più pieno di quello a pesca di Carlotta, leggermente a pera, bello, sodo, seducente veramente più arrapante. Quando cammina ancheggia e lo mostra: fa bene perché è un gioiello veramente da ammirare. I pantaloni le disegnano alla perfezione i glutei, più pieni dell’amica famosa, e mi spiace privarmi di quella vista sexy sul quel bel culo quando Marco ci chiama a cena.
Ci sediamo al tavolo quadrato: di fronte a me Carlotta ed alla mia destra Benedetta. Marco, ovviamente, alla mia sinistra. Scopro che Benedetta fa anche lei l’indossatrice e conosce Carlotta da qualche mese. Dietro al suo aspetto serioso è una tipa alla mano a cui piace viaggiare. Mi parla toccandomi il braccio per farmi girare verso di lei, così da guardarmi dritto negli occhi, ma io sono distratto dalle tette di Carlotta che mi stanno ipnotizzando: le guardo attraverso il tessuto trasparente della camicia e provo ondate di eccitazione.
Marco se ne accorge e sorride bonario facendomi cenni di considerare Benedetta. Mi sforzo e mi giro tra un boccone e l’altro, ma con la coda dell’occhio non mollo i capezzoli bruni che ho di fronte.
La cena è ottima ed il vino, della cantina di Marco, eccellente: alla fine della cena conto sei bottiglie vuote.
Ci spostiamo sulle comode poltrone e sul divano contrapposto e chiacchieriamo in totale allegria: Anche senza maglione ho un gran caldo e sollevo le maniche della camicia; Carlotta si è slacciata tutte le piccole fibbie dei sandali ed è rimasta a piedi nudi con le unghie laccate di rosso; Marco si è tolto la giacca ed è rimasto con la polo e Benedetta sembra l’unica a non sentire la temperatura alta, ma in realtà sfoggia due belle guance rosse e accaldate: temo che non abbia intenzione di togliersi la maglietta, per ora.
Stiamo ridendo delle minchiate che dice Marco, ma io vorrei chinarmi e baciare i piedi affusolati di Carlotta. Marco all’improvviso si alza, va al tavolo, afferra una delle bottiglie vuote e la mette sul tappeto dicendo: “Facciamo il gioco della bottiglia!”
Le ragazze applaudono. Ascoltiamo attenti le regole, compresa l’ultima: “Qualunque cosa si punti, va fatta comunque a chi tocca, a prescindere dal sesso di chi tocca”. Certo, mica come da ragazzini che selezionavamo. Sarà il vino, ma la cosa mi entusiasma: penso già alle due ragazze che si baciano con le lingue arrotolate senza che mi sfiori il pensiero opposto e cioè che potrebbe capitarmi di dover baciare Marco.
Inizia Marco e punta proprio un bacio sulla bocca. La bottiglia gira e capita, ovviamente a me.
Marco ed io ci conosciamo da anni e, complice il vino, ci schiocchiamo con disinvoltura un bacetto veloce sulle labbra. Accaldato e lievemente eccitato, scorro con lo sguardo lungo le gambe di Carlotta dai piedi eroticamente slanciati salendo lungo le cosce lunghe, perfette fino all’attaccatura al pube magro e affusolato. Guardo le sue tettine marmoree e penso che se e questo è il prezzo da pagare, pur di scoparmela, mi faccio addirittura inculare da Marco (esperienza nuova).
Tocca a me e punto timidamente una carezza sul sedere che mi capita di fare a Benedetta. Non sono un timido e di vino ne ho bevuto abbastanza da poter essere ancora più disinvolto, ma questa donna mi incute soggezione. Lei si alza e, girandosi, attende: la mia mano scivola leggerissima sulla sua chiappa tanto da non sentirne la consistenza, ma solo la trama del tessuto. Mi sento uno scemo di non godere nel carezzare quelle chiappe così rotonde e sode.
Le prime puntate sono timorose, ma tutti eseguono diligentemente ciò che puntano. La posta si alza ad ogni giro di più e, stendendo un velo pietoso su quello che accade tra me e Marco, capita, tra le puntate fortunate, che io trovi l’opportunità e il coraggio di tastare a due mani il culo di Carlotta. Le poso le mani sulle natiche strette e le palpo i glutei poco sporgenti, ma durissimi, una, due, tre volte provandoci gusto, finché Carlotta mi interrompe e fa ruotare la bottiglia, puntando un bacio con la lingua. Prego che capiti a me, ma invece capita a Benedetta che si alza, posa le sue mani sui fianchi di Calotta, pube contro pube, e concede la magnifica bocca, schiudendola, alla lingua di Carlotta che si infila, lentamente e ripetutamente, dentro attraverso le grosse labbra carnose, provocando deliberatamente i due maschi. Mi eccita questo bacio saffico, ma dura troppo poco: si lasciano con un bacetto a labbra chiuse e si risiedono ridendo come due adolescenti. Tra una puntata e l’altra la serata diventa sempre più bollente e le immagini erotiche si susseguono come dei flash stroboscopici sincopati, veloci e scollegati, via uno dietro l’altro senza nesso temporale. Benedetta sfila i pantaloni a Carlotta che sorride maliziosamente nel mostrare il perizoma bianco aderentissimo senza cuciture, che segue la curva delle sue natiche dalla pelle chiara - Marco le bacia le chiappe tenendola per i fianchi - tolgo (alleluja!) la camicia trasparente a Carlotta e le tengo tra le mani le tette piccole e sode succhiandole quei magnifici lunghissimi capezzoli bruni (il cuore mi batte forte: ho l’eccitazione a mille nel sentile tra le labbra e sulla lingua quei cilindretti turgidi inverosimilmente lunghi: che libido esagerata!) – Benedetta carezza con lentezza calcolata la schiena nuda di Carlotta fino a scivolare sul ventre e poi sull’inguine e carezzarle la passera da sopra il perizoma – Marco si fa carezzare e baciare gli addominali palestrati da Benedetta che lo fa schioccando le sue ampie labbra - sfilo la maglietta a Benedetta e trovo con sorpresa due bocce sode e armoniose nude, senza reggiseno, che le palpo di gusto - Camilla in piedi davanti al divano su cui siede Marco, si china e gli massaggia intensamente e con fervore il pacco esibendo deliberatamente, a Benedetta e a me, le sue lunghe gambe divaricate ed il culo sollevato (ora mi alzo e le sfilo il perizoma).
Una girandola di petting che fa da anteprima a quello che sta per succedere: sogno di scopare Carlotta mentre Marco incula Benedetta che succhia le tette a Carlotta. Sogni che mi inebriano più del vino e mi fanno dilatare la cappella.
Ho sempre saputo che Carlotta era una gran troia e la disinvoltura e l’esibizionismo con cui lecca e bacia il seno dell’amica è una conferma. Benedetta non è così plateale, ma si lascia andare e non si tira indietro su nulla, accondiscendendo ad ogni bacio e ad ogni carezza, leccando a sua volta i lunghi capezzoli turgidi di Carlotta con una lingua metodicamente attenta. Così procediamo nel toccarci e baciarci, leccarci e tastarci mentre tra una tetta e una chiappa, palpo la fica sottile di Carlotta, attraverso il tessuto sottile, sperando di infilarci al più presto l’uccello che mi è cresciuto nei boxer. Tutto questo mordi e fuggi, senza combinare effettivamente nulla, mi ha fatto ingrifare come uno stallone, ma nessuno decide di fare un salto di qualità. Carlotta praticamente nuda con indosso il perizoma e la camicia sbottonata è il mio sogno erotico che si sta materializzando e Benedetta a seno nudo con i pantaloni addosso ride continuando a carezzarsi le cosce.
Ad un tratto capita che Benedetta mi baci mettendosi a cavalcioni su di me che indosso solo i boxer. Sento sull’uccello la pressione e il calore del suo sesso mentre la sua bocca, dalle splendide labbra corpose, si sigilla sulla mia iniziando a far roteare la lingua come mai in vita mia ho sentito fare. Il bacio più passionale, più attizzante, libidinoso con cui una donna mi abbia baciato.
Marco intanto ha sfilato il perizoma a Carlotta e, mentre lei giace sdraiata sul divano, le sta leccando la fica con passione. Li guardo di sottecchi e vorrei partecipare alla leccata. Benedetta mi prende il volto tra le mani e non vedo più nulla. Ho un moto di gelosia che svanisce immediatamente quando le mani Benedetta scivolano verso il basso e prendono le mie per portarle al seno affinché io glielo tocchi, lo stringa, senza che lai smetta di baciarmi. La potenza erotica della sua lingua e la consistenza delle sue labbra, tanto quanto la pienezza dei seni perfetti, mi stanno coinvolgendo sempre più. Mi rendo conto che ho tra le braccia uno splendore di donna capace di baciare così potentemente: chissà come me lo succhierebbe (!). Con la mente più focalizzata su di lei, sento crescere una voglia di scoparmela subito: queste labbra incollate alle mie e la lingua calda irrefrenabile mi stanno veramente sconvolgendo ed eccitando a mille.
Il cazzo mi si impenna mentre le afferro più saldamente le tette e lei rotea la lingua guizzante nella bocca.
Marco scivola via insieme a Carlotta: fanculo Carlotta! Questa Benedetta è idiavolata.
Siamo rimasti soli in soggiorno. L’orgia è scemata: ci avevo fatto la bocca (e l’uccello), ma ora ho tra le mani le tette sode di Benedetta, la sua lingua quasi in gola e la sua passera irrefrenabile sul pacco.
Ho sottovalutato la carica sessuale di questa bella ragazza dai capelli corti: si sta scaldando velocemente e mi trasmette il suo entusiasmo con decisione.
Il bacio lussurioso di Benedetta è praticamente infinito e mi sta togliendo il fiato. Lei si struscia con forza e metodo sui mei boxer, che mi stringono l’erezione, ed io le sto plasmando le tette con un ardore adeguato alla mia eccitazione. Gli enormi orecchini mi battono piano sulle gote. Fremo col cazzo sempre più in tiro. Mi distacco solo perché ho una gran voglia di levarle i pantaloni.
Lei si alza davanti a me che rimango seduto e comincio a slacciare la cintura dei suoi pantaloni esasperandomi nel trovare una fila di bottoncini difficilissimi da sbottonare, ma alla fine quel che trovo è splendido. Benedetta porta un perizoma nero a righe orizzontali che alternano tessuto di pizzo a tulle trasparente che lasciano intravedere il pelo castano del pube, rasato in una forma regolare. Scorro lungo i fianchi per abbracciarle la vita e trovo ,all’incrocio dei tre lembi del perizoma subito sopra l’osso sacro, una perlina che ciondola sbarazzina sopra ad una centrale atomica di sesso che è il culo di Benedetta che si gira per mostrarmela ( per mostrarmi il suo gran culo da copertina). Appoggio i pollici sotto le chiappe, sulla giunzione con le cosce, ed i palmi e le dita aperte a ventaglio sui glutei splendidi e li palpo arrapandomi. Lei si abbassa e si siede nuovamente sul mio cazzo imbrigliato ruotando il bacino in tutte le direzioni, massaggiandomi il cazzo mentre, con la testa ruotata all’indietro verso di me, mi folgora con i suoi spettacolari occhi verdi. Io le tengo le mani lungo le cosce e le accarezzo tutte, ovunque. Le tocco ancora il seno, tirandole un pochino i capezzoli che rispondono gonfiandosi tra i polpastrelli delle mie dita.
Si gira verso di me e si inginocchia per sfilarmi comodamente il boxer, che è ormai una camicia di forza, e liberarmi l’uccello arrossato, pronto per essere ospitato in quella bocca paradisiaca.
Lei si appoggia col seno sulla cappella e scivola verso di me con le labbra schiuse per baciarmi in bocca. Queta volta sono più preparato e so cosa mi aspetta quando mi infilerà quel demonio di lingua tra le labbra dritta fino a scovare la mia che non resterà di succo, ma reagirà con altrettanta foga.
Questi baci sono un portento e a stento mi accorgo che con la mano ha cominciato a masturbarmi con determinazione crescente. Le mie dita scorrono sulla sua nuca rasata mentre ci baciamo eccitandoci a vicenda. Ora percepisco nettamente le sue dita attorno all’asta che mi lavorano l’uccello con brevi rotazioni e ampi scorrimenti ritmati: mi pulsa la cappella all’unisono col cuore che mi batte forte per la libidine crescente.
Le si stacca e si abbassa per poggiare le due labbrone sul glande rovente: le labbra si schiudono e lentamente la cappella scivola nella sua bocca per tre o quattro volte fino al momento in cui con un movimento lineare, il mio cazzo scompare completamente dentro la sua bocca, fino in fondo alla gola, dove lei lo tiene dei lunghi, goduriosissimi istanti. Lo fa ancora e ancora. Mi succhia a fondo continuamente, dalla punta a labbra appena socchiuse sulla cappella, giù fino alla base poggiando le labbra sulla pelle del mio pube e restando lì a farmi godere del calore della sua gola. Mentre mi spompina con maestria, mi stropiccia delicatamente le palle con le dita, tirandole un po’ verso il basso stringendo in un anello formato con l’indice e il pollice, l’attaccatura delle palle alla base dell’asta.
Due labbra così sono fatte per baciare.
Due labbra così sono fatte per fare pompini divini.
Mi carezza gli addominali continuando instancabile a ingoiarmelo tutto, affondo dopo affondo, fino a fermarsi col tutto il cazzo in gola e, meraviglia, leccarmi le palle roteando sotto di loro.
Giuro che mai nessuna assatanata mi aveva fatto un pompino così divino.
Guardarla con quegli orecchini che dondolano mentre me lo succhia forte è uno spettacolo irripetibile, soprattutto vedere e gustare il dettaglio delle labbra umide che si soffermano subito sotto la corona della cappella per succhiarla ed ingrossarla di più per poi farla scivolare fuori, pulsante e lucida di saliva, solo per un attimo, e risucchiarla dentro nuovamente. Quanto più forte mi pompa il cazzo tanto più mi cresce la cappella e il godimento. Sono al settimo cielo ed i brividi mi scuotono piano il perineo dietro le palle che cominciano a contrarsi. Benedetta solleva i suoi incredibili occhi verdi perché ha capito che sto per venire e comincia a mugolare piano ed aumentare il ritmo dei movimenti della testa che va su e giù sempre più velocemente. Mi afferra le cosce e avvita e svita la testa sul cazzo, come se fosse il dado di una vite, mentre contemporaneamente lo ingoia con foga. Godo con un lungo gemito liberatorio e le vengo a ripetizione in gola, nella bocca e lei mugolando deglutisce i miei schizzi di sperma caldo e continua a succhiarmelo con passione ed evidente piacere. La sua lingua mi lascia la cappella lucida e pulita.
Mi sorride con i suoi denti bianchissimi e con gli occhi soddisfatti. Mi avvicino e le bacio le labbra e le guance mentre la fisso negli occhioni verdi dal trucco appena un po’ sbafato: è bellissima.
Mi alzo un secondo per aggiungere un grosso ciocco di legno al fuoco che sta languendo e torno verso di lei seduta, anzi, semisdraiata sul divano. Adesso so che devo fare diligentemente anch’io la mia parte e mi accovaccio ai suoi piedi cominciando a baciarglieli e leccarglieli lentissimamente risalendo lungo gli stinchi fino alle sue cosce dalla pelle liscissima dove faccio scarabocchi con la lingua bagnata. Supero i laccetti del perizoma e le lecco la pancia mentre i suoi addominali si contraggono fin tanto che non arrivo al seno che resta compatto e all’insù come se fosse di silicone, ma prendendolo tra le dita si capisce perfettamente che le sue sono due favolose tette naturali, sode e piene che stringo con gusto mentre ho cominciato a leccarle i capezzoli delicati. I suoi occhi non mi hanno perso un attimo di vista e quando le mordo i capezzoli induriti lei si morde il labbro inferiore. Le lecco il collo, e l’orecchio sussurrandole che è bellissima, che ha un seno splendido e una bocca degna di un oscar: ride e mi dice: ”lo so, ma anche la tua non scherza”. (“ed ancora non hai visto nulla” penso in silenzio).
A torno a ritroso sui miei passi e le lecco i fianchi, l’interno delle cosce, l’incavo all’inguine dove finisce il tessuto del perizoma sotto il quale infilo ora la lingua, ora le dita che scorrono delicate sui ricciolini tagliati bassi.
Le sfilo il perizoma e lei mi aiuta sollevando il sedere.
Adesso percepisco distintamente il profumo del suo sesso bagnato che comincio a leccare mentre con le mani le accarezzo l’interno di entrambe le cosce fino a giungere all’inguine simultaneamente e divaricarle coi pollici le labbra turgide per baciarle e succhiarle meglio il bottoncino magico.
La pelle delle sue cosce lunghe è talmente levigata che sembra seta ed ha la passera così perfettamente depilata che con la lingua non sento che la sua pelle liscia. La mia lingua si fa in quattro per darle il piacere che merita e mi impegno nel farla godere succhiandole a dovere il clitoride che freme per tanta dedizione mentre le titillo il buchetto stretto del culo con la punta del dito. Non smetto di passarle il palmo della mano sul ventre con ampi cerchi intorno all’ombelico sapendo quanto sia piacevole farsi carezzare l’addome e il seno.
Le tette stabili e piene non si sono mosse e le palpo con piacere perché mi eccita sentirne la consistenza tra le dita mentre la mia lingua si infila ora dentro di lei. Con la testa abbandonata sui cuscini del divano, Benedetta fa lunghi sospiri con la bocca aperta e quando sposto le mie mani dalle tette nuovamente sulle sue cosce, lei se le prende con le sue tastandole come se fossi io a farlo, stringendosi i capezzoli tra le dita e, ruotandoli, li tira, provando fremiti di piacere che sento ripercuotersi nelle contrazioni della sua fica profumata. La mia lingua si sbizzarrisce in frenesie ondulatorie che hanno il loro effetto immediato con l’inarcamento della sua schiena ed un gemito di piacere. Continuo a succhiarla, con tutta quanta la bocca come se me la volessi mangiare mentre la punta della lingua le guizza dentro per poi scivolare sul clitoride e tirarlo con le labbra. Lei si palpa ancora con più decisione i seni gonfi e tira contemporaneamente i capezzoli ormai duri e tesi.
Mentre le labbra della sua fica sono gonfie e aperte come le ali di una grossa farfalla, le infilo le dita dentro cercando subito le increspature che stanno esattamente sotto il pube per massaggiargliele con determinazione. In un bagno di umori caldi le mie dita scivolano dentro la sua fica che comincia a contrarsi nel preludio dell’orgasmo. Con la lingua, che le faccio scorrere incessantemente attorno al clitoride, e con le dita, che la sditalinano forte, lei viene in un orgasmo di forti scosse e gemiti mentre mi schizza due o tre volte sul volto con violenti getti di puro godimento: il suo piacere liquido, caldo, che mi riempie di orgoglio.
Mentre gode le si delineano perfettamente gli addominali, le tette sobbalzano e la fica di dilata per poi contrarsi e stringermi le dita mentre i suoi umori mi gocciolano dalla faccia. Mi sollevo e le bacio i seni caldi, la bocca affannata. Lei mi succhia la lingua e mi abbraccia mentre la penetro piano con un uccello che mi pare di bronzo da quanto mi si è indurito a vederla venire. Ora mi guarda con i suoi spettacolari occhi verdi e fa piccoli cenni di assenso col capo per sottolineare che le piace sentirmi dentro di lei, sentire la mia cappella gonfia, scorrerle nella fica ancora vogliosa di piacere. Mi fa cenno ancora di sì con più enfasi scuotendo il ciuffo ed io, premurosamente, assecondo un ritmo veloce tutto giocato in punta d’uccello, senza infilarlo tutto, ma con movimenti piccoli e veloci sull’imboccatura pulsante della sua passera vibrante. Come gode bene, mentre mi ansima dentro la bocca e mi bacia quando riprende fiato. Mi tiene le mani sulle spalle scivolando sui bicipiti che mi stringe quando entro dentro di lei con più vigore. Mi basta accelerare appena un po’ mentre allungo gli affondi, che lei viene ancora con ansimi profondi, schizzandomi di nuovo con getti potenti, guardandomi negli occhi con sguardi di goduriosa riconoscenza. La sua fica è in fiamme ed il mio cazzo ne percepisce appieno il calore mentre le scorre dentro donandomi fremiti di piacere che mi scorrono fino alla schiena.
Le carezzo i fianchi mentre mi discosto un po’ e ammiro il suo corpo e le sorrido per comunicarle quanto mi piace. Mi sorride anche lei con entusiasmo, per poi lanciarmi un bacio schioccando le labbra. Per un momento smetto di muovermi dentro di lei per baciala con passione ed in quell’istante lei mi sposta facendomi scivolare fuori. Si sposta e si mette in ginocchio per abbassare la testa fino a poggiarla sul cuscino lasciando in bella mostra la sua farfalla carnosa, in attesa di riprendere il discorso interrotto.
Che delizia quel suo culo a pera messo all’insù e ben in mostra. Le poggio le mani sulle chiappe e le afferro con calma per guardarmi bene la fica spalancata che chiama a gran voce la mia cappella. Entro nuovamente dentro di lei e, come una locomotiva a vapore, ricomincio a stantuffarla: ciuf, ciuf, ciuf, prima lentamente, scorrendo piano con il cazzo che è un pistone, e poi, piano, piano, un po’ più forte e poi ancora di più.
La velocità mi eccita e il cazzo mi si infiamma ascoltando i gemiti e gli urletti che fa quando glielo spingo più a fondo. Ho lo sguardo che vaga tra il suo gran culo dalla pelle tesa che tengo tra le mani e la sua fica succosa che accoglie il mio cazzo a vapore. Guardo la sua schiena inarcata cosparsa di goccioline di sudore che scivolano verso il centro dei dorsali e mi accorgo che sono madido di sudore e che le mie mani scivolano ora che la sto tirando per le chiappe per penetrarla più a fondo. Le lecco la schiena salata e comincio a pompare sempre più forte: sono sicuro che sta per venire una terza volta, perché ha ripreso a respirare forte come ha fatto le prime due volte, con le stesse vibrazioni del ventre e le contrazioni della fica vulcanica che infatti sussulta e viene godendo ancora più forte, schizzando ed urlando di piacere mentre spinge anche lei con forza la fica contro di me. È un momento fortunato e con impeto e decisione sferzo gi ultimi miei colpi con ardore e vengo anch’io di gusto, nella fica accogliente di Benedetta gustandomi l’apoteosi di questa scopata alla pecorina e godendo anch’io con piccoli urli per non sfigurare davanti ai suoi. Le mani si serrano sul culo meraviglioso, stizzandole le chiappe, mentre gli schizzi di sperma caldo le invadono la fica appagata ed io penso che Benedetta lo sia di nome e di fatto: altro che quel culetto stretto di Carlotta!
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