La vera storia di Nicole (la mogliettina procace del direttore stronzo)

di
genere
tradimenti

Soffoco. Annaspo, ma non riesco a liberarmi la bocca dalla sua fica bagnata che mi sigilla le labbra senza lasciarmi respirare. La mancanza di ossigeno è insopportabile: il panico mi attanaglia e sento che sto per svenire nello stesso preciso istante in cui eiaculo copiosi schizzi si sborra nella sua bocca calda.
Mi sveglio in un mare di sudore con il naso tappato e l’uccello granitico nelle mutande piene di sperma: ho sognato di nuovo. Dopo le innumerevoli e goduriose scopate nell’archivio dell’ufficio con quella “bambolina supersesso” di Sara, il suo trasferimento a Roma mi ha lasciato un vuoto enorme: nel cuore e nel sesso. Ho passato troppe sere a segarmi pensando a Sara: il suo culo speciale dalle chiappe incomprimibili non ha rivali, almeno qui in ufficio.
(La storia è assolutamente vera solo i nomi e luoghi sono di fantasia)
Almeno fino ad oggi. Finalmente è venerdì ed io agogno un week end di cazzeggio. Alla macchinetta del caffè, tra le chiacchere del più e del meno, Carmine, del marketing, mi accenna, con il suo forte accento siciliano, al suo incontro nei corridoi con la moglie del direttore commerciale: “un pezzo di sticchio!”
Carmine spesso esagera, ma le voci sulla giovane mogliettina figa mi erano già giunte. Assalito da una curiosità morbosa, mi avvio, con una bella quanto inutile pratica in mano, al piano superiore dove si trova l’ufficio di Francesco M. direttore commerciale dell’azienda dove lavoro e comincio a gironzolare nel corridoio deserto sperando di beccare la tipa. Dall’ufficio di Francesco giungono dei frammenti ovattati di un’accesa discussione di cui non si colgono le parole, ma se ne capisce l’intensità del litigio. Mi avvicino alla porta per sentire meglio, ma, all’improvviso, la porta si spalanca! Faccio appena in tempo a darmi un contegno facendo finta di transitare e sento Francesco chiamare a gran voce: “Nicole, aspetta!” La moglie risponde tra i denti: “Francesco vaffanculo!”
Saluto, per educazione: “Buongiorno” mentre di tutta risposta lei mi ringhia: “Ma vaffanculo pure tu!” L’incontro non è partito proprio bene. Certo è che Carmine aveva proprio ragione: la tipa è veramente uno schianto.
Una criniera di capelli biondi svolazza sciolta sulle spalle incorniciando un viso delicato dalla pelle diafana, nascosto però da grandi occhiali da sole di Gucci poggiati su un nasino delizioso. Noto immediatamente la sua bocca dalle labbra perfette, con un rossetto impeccabile dai contorni netti. Ai lati del volto pendono due leggeri orecchini d’oro che le danno un’aria sofisticata. Porta un Barbour cerato corto sopra ad una gonnellina di tartan rossa, plissettata, cortissima, da cui sbucano due magnifiche cosce snelle e toniche di due gambe notevoli che si perdono in un paio di stivali alti sopra al ginocchio di pelle scamosciata dal tacco basso. Al braccio una borsetta di Prada. Cammina decisa facendo oscillare pericolosamente la gonnellina molto corta. Arrivata all’ascensore preme rabbiosamente il pulsante: è furibonda e, proprio per questo, terribilmente sexy. Sarò troppo sensibile per la mancanza di Sara, ma questa biondina con la minigonna cortissima mi eccita da morire: sento che ho già perso la testa. Mi affianco anch’io in attesa dell’ascensore. Ha le mani delicate dalle dita lunghe con la fede e due grossi anelli di brillanti. Le unghie laccatissime, perfette. L’ascensore arriva, le porte si aprono: Nicole entra decisa ed io dopo di lei. Nel silenzio più assoluto arriviamo al piano terra: le sue mani tremano. Vorrei poterle prendere tra le mie per tranquillizzarla. Lei esce dal portone a grandi falcate facendo svolazzare ancora la minigonna e si ferma sul marciapiede digitando sul telefono: starà chiamando un taxi? Io, che non avevo nulla da fare al piano terra, se non guardare le cosce di Nicole sparire sotto il tessuto, me ne torno nel mio ufficio a crogiolarmi nel suo profumo inebriante che conosco benissimo: Jean Paul Gaultier, Scandal Absolu.
Certo che la mogliettina di Francesco è davvero molto bella. E poi la gonnellina di tartan rosso così corta, tanto corta, mi fa sangue, parecchio, tanto che non riesco a scacciare dalla mente l’immagine delle sue cosce. Sento un brivido lungo la schiena al solo pensiero di carezzarle e infilarmi con entrambe le mani sotto la minigonna. Ho già l’uccello che scalda i motori. Mi domando: cosa ci avrà trovato in quel pezzo di merda di Francesco? Lui è così arrogante, borioso, irascibile, antipatico: un vero idiota e per di più quel panzone è pure brutto.
Non riesco a togliermi dalla mente il pensiero di lei con quelle sue cosce lunghe: la immagino senza la gonnellina plissettata, in mutande, che cammina eretta sfoggiando le gambe sexy ed il sederino fiero oppure nuda col Barbour aperto sul suo seno generoso. Agli sgoccioli della mattinata passata a fantasticare, ho ancora il cazzo così teso che devo andare in bagno a farmi una sega veloce per abbattere tutta la tensione accumulata a furia di sognarmela nuda fuori e dentro il mio letto.
Per distrarmi, decido di andarmene a pranzo al nuovo ristorante di tendenza che ha aperto da poco in cui tutti dicono si mangi benissimo. Carmine ci ha beccato subito una cameriera “burrosa” con due tette grosse che sembrano “schizzarle fuori dalla camicetta”. Vediamo cosa ci propone il menù e se riesco a vedere anch’io la cameriera sexy.
Il ristorante, molto pubblicizzato, è ben curato, di design, e sembra perfetto per una cenetta, ma anche adatto per pranzo degli impiegati delle aziende che sorgono tutt’intorno che cercano un po’di qualità. Mi fa accomodare un giovane atletico dall’aria simpatica che sprizza energia. Ai tavoli si sente che la tensione si smorza e le conversazioni sono rilassate. Ho già individuato la cameriera bonazza di cui mi ha parlato Carmine. Ha due tette prosperose veramente niente male ed un sorriso giocoso: spero venga a prendermi lei l’ordinazione e al diavolo la gonnellina rossa di tartan con la fighetta dentro. Mi giro per cerarla e farle cenno di venire e mi accorgo che in un angolo c’è Nicole seduta ad un tavolo, da sola, con le gambe accavallate ed il lungo stivale che ondeggia nervosamente.
Dicono che la fortuna aiuta gli audaci. Superata la paura di fare una figura di merda, mi alzo e mi avvio verso di lei senza sapere nemmeno cosa posso inventare. Di getto le dico: “Certo che Francesco a volte è un po’ brusco, vero?”.
Nicole solleva il volto luminoso e mi osserva con uno sguardo a metà fra il sorpreso e l’infastidito: “Ah, è lei … No, Francesco è davvero una merda!” sbotta rabbuiata con le sopracciglia corrucciate. Poi il suo volto si distende e sorridendomi dice: “Mi scusi per prima, ma ero fuori di me. Si sedia, mi faccia compagnia: le offro il pranzo, così mi faccio perdonare per il vaffanculo di stamattina”.
(Bella e intraprendente!) Certo è che non me lo faccio ripetere. Ora che non porta gli occhiali da sole riesco a vedere i magnifici occhi di un verde magnetico, truccati alla perfezione con un ombretto leggero, le ciglia allungate dal mascara e le sopracciglia curatissime dalla linea impeccabile. (Questa donna deve spendere una fortuna in cosmesi). Sono estasiato dal suo sguardo intenso. Il suo sorriso è lieve, contenuto e lascia a malapena intravedere i suoi denti bianchissimi.
Dopo aver liquidato il litigio con Francesco con una smorfia, Nicole svuota il suo calice di vino bianco: “Ora non voglio più pensare a quello stronzo. Parlami di te”.
(Accidenti come siamo dirette e siamo pure passate dal “lei” al “tu” …) Finalmente una donna bella come lei che però non se la tira come tutte le altre: mi sta pure simpatica.
La cameriera tettona viene a prendere l’ordinazione e non posso fare a meno di apprezzarne le grosse bocce in bella vista, abbondantemente scoperte dalla camicetta ben aperta sul reggiseno che, sapientemente mostrato, si intravede perfettamente. Ordino con lo sguardo perso in quel panorama collinare.
Mentre Nicole sta ordinando, guardo sovrappensiero il suo seno ben definito dal maglioncino attillato di cashmere bianco a collo alto, accorgendomi che anche lei non scherza affatto. Mi torna in mente Chiara, una compagna di liceo che tutti ammiravamo per il suo fisico snello ed il suo petto abbondante, e sorrido tra me e me ricordandomi l’eccitazione esplosiva che mi procurò vederla in bikini durante una gita al mare alla fine dell’anno: mi sono segato per giorni sognandola mentre mi faceva venire sul petto con una vigorosa spagnola.
Sono perso in quel ricordo, con lo sguardo fisso sulla lana tesa sul suo seno, quando Nicole mi riporta al presente chiedendomi a cosa sto pensando. (Cazzo, mi ha beccato!) Non posso che sorridere e dirle che mi ricordava la mia splendida compagna Chiara e dei bei ricordi che mi erano appena affiorati a seguito della loro somiglianza.
In realtà il suo sorriso sembra dichiarare una certa empatia: “anche tu assomigli tantissimo ad un mio amico di scuola, uno speciale, col quale, proprio in gita scolastica a Venezia, ho perso la verginità”.
Queste memorie intime incrociate stanno annullando il piccolo imbarazzo che si era creato, tanto che i suoi racconti si mischiano con i miei.
Lei mi racconta di quanto fossero imbranati i suoi primi ragazzi che armeggiavano su di lei con fare maldestro tanto da indurre lei a prendere la situazione sotto controllo. In effetti è molto probabile che, alle prime armi, anch’io fossi stato alquanto impacciato, Le racconto di quando riuscii a sottrarre di nascosto le chiavi della casa al mare dei nonni per andare a fighèr con la morosa. In questa eccitante fuga invernale, il letto freddo in quella casa gelida ci sembrava un nido accogliente. Peccato che, al sopraggiungere del piacere della zarina eccitatissima, sotto i colpi irruenti dell’impeto giovanile, la rete del letto si spacca, staccandosi dal telaio in legno, e facendoci piombare violentemente a terra.
Nicole scoppia in una fragorosa risata che le scompone i bei capelli. Forse con la complicità del vino bianco, finalmente si è sciolta e mi elargisce ampi sorrisi: ha una bocca stupenda dai denti allineati. Io sfodero tutta la mia galanteria e le lancio qualche complimento qua e là. “Anche tu sei carino, sai?”
Non perde tempo la mia bella Nicole e subito mi chiede se ho una storia con qualcuna! Sono elettrizzato.
Provo a mantenere un contegno mentre dentro di me saltello di gioia come i personaggi dei manga. Mentre beviamo il caffè Nicole mi accenna finalmente al motivo del litigio con Francesco: avevano prenotato un weekend di relax in un hotel superlusso con una spa meravigliosa, ma lui improvvisamente “deve andare all’estero” per lavoro.
Distoglie lo sguardo nella pausa silenziosa che si sta dilatando più del normale. “Vuoi venire tu con me?” (la mia amica Giulia lo dice sempre che sono un uomo fortunato!) “Segnati il mio numero e mandami la posizione che ti passo a prendere domattina alle nove”.
Sono letteralmente sbalordito dalla facilità con cui si è creato il contatto. Lei non è certo una donna comune.
Nicole paga per entrambi, mi saluta con un bacio sulla guancia (percepisco forte il suo profumo) e si avvia all’uscita con passo elegante, con il mio sguardo incollato al bordo svolazzante della sua minigonna, incerto tra guardarle il sedere minuto o le cosce affusolate, con un turbine di pensieri che vorticosamente mi conducono ad uno stato di vertigine emotiva. Quanto mi attizza quella minigonna!
Rientro in ufficio completamente perso. Questa storia ha dell’inverosimile, non riesco a credere che una tipa del genere sia così determinata. Il mio umore passa dall’esagerata euforia alla più fitta schiera di dubbi se sia il caso o meno di fare una cosa simile con la moglie di un collega (parecchio stronzo, ma sempre uno della stessa azienda). Poi mi riaffiorano alla memoria i suoi occhi intensi dagli sguardi penetranti, il suo seno sotto il maglioncino attillato e le sue gambe eleganti, che passo il resto del pomeriggio a fantasticare.
La notte insonne sembra non passare mai. Nel dormiveglia dell’alba mi sveglio con un’erezione monumentale ed il suo profumo nella memoria. L’attesa delle nove è snervante. Alle nove e mezza Nicole non è ancora arrivata ed io sono in crisi nera perché so che non verrà più: era troppo bello per essere vero.
E invece dopo pochi minuti eccola. Salgo sulla sua Range Rover Evoque bianca e lei mi accoglie con un bacio sfiorato sulla guancia: è bellissima con i fuseaux attillati neri ed un maglione alla vita color ocra. Vorrei poterla vedere in piedi per assaporare le curve dei suoi fianchi e del fondoschiena sofisticato. Me la mangio con gli occhi mentre parliamo di musica e cinema lungo tutto il tragitto fino al meraviglioso hotel. La suite che lei ha prenotato (ma che ha pagato Francesco) è immensa.
Nicole mi dice che dedicherà la mattina a farsi coccolare nella spa. “Mentre mi faccio bella, tu puoi fare tutti trattamenti che vuoi, tanto è tutto pagato!”. Sono un po’ deluso: mi sarei aspettato più complicità e, soprattutto, avrei voluto coccolarla io. Mi sa che andrà a finire che, alla fine, Nicole manco me la farà vedere.
Vado a fare un bagno, nella piscina al chiuso, rendendomi presto conto che è gradevole ma è troppo piccola per poter nuotare comodamente. Allora opto per una serie di trattamenti: maschere, depilazione, massaggi: però, alla fine, … una noia mortale. Nicole è sparita. Alle due pranzo in camera da solo. Ma che razza di storia è questa?! Mi tocca fare il pupazzo di compagnia? Vabbè, cerco di consolarmi col pensiero che almeno non spendo nemmeno un euro.
Magra, magrissima consolazione.
Mi butto sul letto con l’accappatoio addosso e, dopo la notte in bianco, i trattamenti e i massaggi, mi addormento di botto.
Mi sveglia la voce squillante di Nicole che dal suo bagno (la suite ne ha due enormi, separati) mi chiama dandomi del dormiglione: “Vuoi andare a cena?”
Mi alzo frastornato. Ehi, un momento, ma la cintura dell’accappatoio era annodata e non sciolta come adesso, ne sono certo! Mentre mi vesto ripenso all’accappatoio manomesso.
Incrocio Nicole nel salottino: lei è scintillante in un vestito lucido lungo con la schiena completamente nuda: è bella da far perdere il respiro. Con i sandali dai tacchi è alta quasi quanto me: ha dei piedini eleganti, perfettamente curati con le unghie laccate. Il seno libero, sotto la stoffa che sembra una leggera cotta di maglia, ondeggia corposo con oscillazioni magnetiche. La guardo stupefatto per la consistenza e le curve che si delineano sotto il tessuto: due piccole protuberanze in corrispondenza delle punte dei capezzoli fanno una piega eloquente alla trama leggera del vestito dorato. Questa donna mi eccita da morire.
Lei mi prende sottobraccio fino al ristorante dove ceniamo guardandoci negli occhi e raccontandoci le nostre vite. Ora sono certo che la serata finirà nel modo giusto. La cena è da gourmet. Champagne, crostacei, pesce e tanti sorrisi. Beviamo il caffè in silenzio, con gli occhi reciprocamente persi nello sguardo dell’altro, in un silenzio carico di tensione erotica che sembra preludere una notte intensa.
Uscendo dal ristorante le guardo la schiena sinuosa che, nuda, si tuffa sotto la stoffa leggera per incontrarsi, poco sotto, con un sedere stretto, ma eretto, che immagino senza difficoltà, dai glutei rotondi separati da un solco deciso. Il vestito meravigliosamente aderente le fascia il corpo che pare fluttuare leggero nell’aria. Mi chiedo come faccia ad apparire così lieve procedendo fluida con quei tacchi ai piedi. Nei pochi istanti che l’ascensore impiega a portarci al piano, Nicole mi bacia e mi sussurra giocosamente che ha voglia di me.
Questa comunicazione semplice e inaspettatamente diretta mi turba: avrei voglia di spogliarla qui, in ascensore.
Le porte scorrevoli si aprono e lei si avvia lungo il corridoio: questa volta però il suo corpo sta danzando e l’incedere è dichiaratamente più sensuale. Ancheggia lievemente, soffiando sulla fiamma che brucia in me che guardo la schiena candida ed i fianchi voluttuosi che ostentatamente si muovono ai lati mostrando, la consistenza solida del suo sedere sotto il tessuto.
Nicole entra in camera, io chiudo la porta dopo aver messo il cartello “non disturbare”. Mi giro e la guardo, eretta nel centro del salottino mentre, che mi fissa negli occhi con uno sguardo grondante di sensualità.
Questa situazione mi provoca una sensazione di ovattata irrealtà procurandomi emozioni antitetiche che vanno dal pensiero negativo (“No, non può essere vero!”) all’eccitazione irrefrenabile (“Stasera questa figa stupenda sarà mia!”).
Ora come non mai vorrei farle scorrere le spalline sottili sulle braccia nude per scoprire il suo seno e poterlo carezzare e baciare, sentire il profumo della sua pelle e lentamente accompagnare il suo vestito lungo i suoi fianchi snelli e sfilarlo dalle scarpe, alternando prima l’una e poi l’altra, ma mentre il pensiero di spogliarla piano si espande nella mia mente, lei, con un gesto solo, fa scivolare in un battito di ciglia il vestito a terra.
In un attimo, Nicole si mostra nuda, in tutto il suo splendore, con un minuscolo perizoma dorato luccicante che le copre appena il sesso. Ha la bellezza e la posa di una fotomodella. Non posso che ammirare le grosse tette a goccia, i capelli sulle spalle e la sua figura slanciata, sovrastato dall’emozione nel guardare quel minuscolo scampolo di stoffa che brilla al fremere del suo ventre.
“Che fai lì imbambolato: vieni?” Accidenti devo lasciar perdere gli sguardi contemplativi e le romanticherie: qui il gioco si fa duro. Nicole ha bisogno di una controparte decisa come lei, forse anche di più. Mi spoglio, senza troppa calma, completamente nudo: sono certo che la palestra mi fa fare la mia porca figura e vederla così, nuda, mi ha risollevato il morale (e non solo quello!). Il bacino stretto e la vita atletica la fanno sembrare quasi una ragazzina. Mi torna in mente la placida Chiara che la giovinezza rendeva un po’ tenera e goffa. Ben altra visione la donna sofisticata che ho davanti a me che indossa sandali costosi con i tacchi a spillo ed un perizoma elegante da urlo. Non posso fare a meno di contemplare le tette maestose ed il corpo splendidamente chiaro e levigato.
Con due passi le sono vicino sentendo subito il suo profumo denso. La cingo carezzandole il solco lungo la schiena mentre le nostre labbra si dischiudono unendo le nostre bocche. La sua lingua è calda e sa di caffè. Lei me la fa guizzare in bocca con colpetti e agguati alla mia per poi succhiarmela piano. La mia erezione spinge sul suo perizoma dorato e lei per tutta risposta spinge la lingua più in fondo alla mia bocca che l’accoglie assetata della sua consistenza. Poso entrambe le mani sul suo delizioso fondoschiena e ne colgo la splendida consistenza con tutte le dita poggiate, palmo compreso, sulla superficie liscia dei suoi glutei compatti: lo sapevo che avrei tastato un sedere di prima classe! Glielo spremo di gusto con il dovuto equilibrio alternando una pacata irruenza ad una lieve delicatezza, palpandolo a piene mani o sfiorandola piano, assaporando il momento che sognavo da quando l’ho vista in ufficio con la gonnellina corta. Lei geme baciandomi ed io mi lascio andare alle pulsioni animalesche: le mie mani si appropiano delle sue chiappe con la decisione e la forza adeguata al sesso. Che soddisfazione tenerlo tra le mani e tirarla a me mentre la mia asta ha trovato posto sotto il perizoma e comincia a strusciarsi sulla micia in calore. “Mentre dormivi ho dato una sbirciatina, ma ora sento che la questione si è fatta evidentemente molto più interessante”.
(Ah, lo sapevo che mi aveva aperto l’accappatoio! Queste parole sono che carezze meravigliose al mio ego mascolino!)
Nicole non solo è bellissima, ma sta anche sfoderando un piglio disinibito ed ironico.
Si sottrae alle mie carezze che si stanno facendo un po’ troppo ruvide e, tenendomi abbracciato, mi ruota attorno e mi scivola dietro le spalle per poi cominciare a premere il pube sul mio sedere mentre con entrambe le mani mi accarezza l’uccello in tiro leccandomi contemporaneamente le spalle: brividi di piacere puro mi scorrono lungo la schiena facendomi gonfiare le palle. Con fare esperto e deciso mi sta facendo una sega a due mani conducendo lei a suo piacimento il ritmo: come me lo sega bene questo splendore di ragazza! Muoio dalla voglia di guardala nuda, ma adoro il modo in cui me lo mena, stringendo e ruotando le mani sulla mia asta dura per poi carezzarmi il glande con delicatezza: il piacere cresce e mi pervade.
Quando sento le palle tese mi giro delicatamente verso di lei per carezzarle i fianchi e palparle il seno pesante a cui non lesino delle copiose strizzate mentre le sfioro i capezzoli gonfi che poi tiro e lecco. La tocco e la guardo con avidità. Nicole, in silenzio si riappropria del giocattolo e, socchiudendo gli occhi, mentre gode dei miei baci sul seno e sui capezzoli duri, non smette di menarmelo con cura come se avesse paura che possa perdere di vista l’obbiettivo e farsi meno prestante (non penso proprio che mi si ammosci proprio adesso cara Nicole!). Si moltiplicano i lunghi brividi lungo la schiena accompagnati da vibranti contrazioni delle palle.
Le succhio il lobo di un orecchio e la tocco ovunque sentendo la pelle d’oca che le increspa impercettibilmente la superficie levigata. La mogliettina del direttore, conosciuta solo ieri, è una meravigliosa scoperta. Le sue mani mi stringono l’uccello ed io scorro con le dita nel perizoma, ma lei si lascia scivolare in basso come se non volesse. Mi vuol far morire di voglia e mi dice: “vediamo di assaggiare questo bocconcino”.
Solo l’idea mi fa sobbalzare ed una contrazione del perineo mi impenna l’uccello. Nicole si inginocchia aggrappata a due mani al mio tostissimo membro ed io già sto godendo alla sola idea che lei lo prenda in quella bocca sofisticata e me lo succhi guardandomi con quegli occhi decisi. Le sue mani non mi mollano mai e la mia voglia di vedere la mia cappella tra le sue labbra dovrà aspettare perché invece loro si poggiano umide sulle mie palle gonfie. Appena depilate sono lisce e morbide. Lei le bacia, le lecca e le succhia una per volta mentre ho l’impressione che si stiano gonfiando sempre di più. Le prende entrambe contemporaneamente in bocca mentre continua a segarmi. Lo fa con gusto, perché le piace succhiarmele alternando poderose leccate a dolci ingoi, strapazzandomele forse un po’ troppo, ma, che posso desiderare di più? Guardarla così porca mentre mi lecca le palle con dedizione è già più di quanto avessi mai potuto immaginare. Sento la lingua instancabile sulla pelle ed una pesantezza densa che me le gonfia. Ancora dentro la bocca entrambe, schiacciandole l’una contro l’altra. Le succhia e le tira con le labbra prima verso il basso e poi verso l’alto. La sega che mi fa è più veloce e comincio ad entrare in una via pericolosamente senza ritorno prima di venire. Ma ora rallenta, si ferma e, dopo una pausa di un attimo, che a me sembra invece un’eternità, Nicole spalanca le labbra rosse e si acchiappa l’intero mio cazzo pulsante tutto quanto in bocca, divorandomelo con una foga che mai mi sarei immaginato. La guardo i capelli scossi da un ritmo incalzante mentre mi spompina poderosamente succhiandomelo compiaciuta. Purtroppo, non mi guarda negli occhi coma avrei desiderato, ma la dovizia con cui le so prende in gola annulla il pensiero. (Ma sì bellissima Nicole, così da brava, succhiami forte il cazzo!). Mi eccito sempre più nel sentire la sua bocca che scivola con forza sulla cappella e nel guardare le sue belle tette che dondolano mentre mi spompina di brutto. Le prendo piano la testa e le suggerisco il ritmo che preferisco, godendomela a dovere questa porca-mogliettina-altrui e cancellando dalla mente la modella sofisticata. Le pulsazioni mi sono aumentate allo stesso ritmo del pompino. Sarebbe il momento giusto per tenera ferma e venirle nella bocca calda: sono sicuro che gradirebbe. Arretro piano ed esco dalla sua bocca per chinarmi e baciarla con la lingua. Nicole ricambia il bacio con una lingua rovente, col viso rivolto verso l’alto mentre le palpo il seno di gusto afferrandolo e tirandolo piano verso l’alto per suggerirle di alzarsi; invece, lei si divincola elegantemente e si ributta a capofitto sulla mia cappella gonfia la lecca tutto intorno alla cornice e ricomincia a spompinarmi con più foga di prima confermando la mia ipotesi: vuole che le venga in bocca. Le labbra serrate lavorano sul bordo della cappella e la lingua sulla punta, gonfiandomela a dismisura. Poi, così grossa e pulsante, la succhia e se la spinge in gola. Come ci dà con quella bocca vorace! Spingo il cazzo tutto dentro la sua bocca, con la cappella che sta per esplodere, e avanti, in fondo alla gola senza farla quasi respirare. Lei mi massaggia le palle senza dami tregua riuscendo addirittura a leccarmele con l’uccello tutto dentro. Sento le contrazioni partire da sotto il culo, scorrermi attraverso le palle ed esplodere dentro di lei che finalmente solleva lo sguardo pochi istanti prima che le sborri in gola e, mentre lei mi guarda intensamente come una vera troia, le vengo copiosamente nella bocca, guardandola deglutire ogni volta che le schizzo il mio sperma caldo sulla lingua. Lei me lo succhia ancora, anche quando ho smesso di venire e le contrazioni sono scemate, come per bere anche le ultime gocce rimaste. Che sborrata galattica! Se le piace berne penso che sia rimasta più che contenta.
La prendo tra le braccia e, con fare da macho, la alzo come un fuscello e me la porto in camera per posarla sul letto enorme: è venuto il tuo turno bella troietta.
Le carezzo pianissimo le cosce snelle con entrambe le mani fino ai polpacci sottili e le caviglie delicate (ha la pelle liscissima che sembra di seta: chissà quanti massaggi e trattamenti ha fatto durante tutta la mattina alla spa) poi a ritroso verso l’alto, scorrendo sotto e sopra le ginocchia, sulle cosce con solo i polpastrelli, con le dita che le sfiorano appena la pelle per farla eccitare, e poi sui fianchi con tutto il palmo. Le prendo l’elastico del perizoma dorato e le sfilo piano questa lingerie d’altissimo livello per scoprire una passerina quasi totalmente depilata tranne un minuscolo ciuffetto biondo, che annuso con voluttà, per poi baciarle il pube appena depilato da mani sapienti. Le lecco la pelle levigata, girovagando attorno al pelo ricciolino, passando sulla pancia, sulle cosce scendendo piano sino all’inizio delle grandi labbra facendola gemere. Indugio sul clitoride turgido, fino a farla mugolare di nuovo, per poi spostarmi di poco a succhiare le piccole labbra, tirarle e torturale dolcemente fino a vederle gonfie e ondulate, aperte come una farfalla.
Tra poco tornerò da loro: ora scorro piano sulla pelle vellutata delle cosce, leccandole e baciandole lungo il tragitto del perizoma che le sto sfilando, fino ad arrivare ad un piede per carezzarlo, prima sopra poi sotto e poi baciarlo, leccarlo sulle dita bellissime. Anche la pelle del piede è soffice, trattata egregiamente dalle estetiste che si sono dedicate alla pedicure, lasciandola priva di grinze, ondulazioni, calletti o imperfezioni di sorta. Mi attizza da morire leccarle il piede dalla pelle così delicata.
Abbandonando il perizoma sul letto, le succhio prima il mignolo e poi le altre dita mentre la mia lingua passa tra di loro facendola vibrare e mugolare. Mi gusto questa delizia facendola godere, regalandole brividi di piacere.
Mentre mi sto sollazzando leccandole il piede, Nicole, con l’altro, comincia a toccarmi le palle ed il membro morbido ottenendo subito il risultato desiderato: mi si gonfia in pochi istanti la cappella. Col collo del piede palleggia delicatamente i miei gemelli carnosi e li strofina piano facendomi eccitare mentre le succhio l’alluce leccandolo forte. Con qualche strofinamento in più del suo piede principesco mi viene duro in pochi istanti. Le prendo entrambi i piedi con le mani e appoggio le piante ai lati del cazzo facendole così divaricare le gambe e scoprire una micia lucente di piacere.
Tenendole i piedi faccio scorrere il mio uccello tra le piante levigate con crescente eccitazione. Sono dei piedi bellissimi dalla linea arcuata perfetta. Nicole guarda con gusto il cazzo fare capolino verso di lei e comincia a carezzarsi piano la passera con movimenti lenti facendo fare alla mia verga dura un guizzo. Roteando le dita si masturba fissandomi ora negli occhi con uno sguardo torbido. Usa entrambe le mani anche su di lei per carezzarsi e infilarle accoppiate nel suo scrigno bagnato. Gode nel guardare i suoi piedi sul mio cazzo e si tocca senza risparmiarsi. Mi eccito alla visione delle sue mani che scivolano sul suo corpo, toccandosi ora le tette, ora il ventre; poi le guardo le sue dita che roteano dandole un piacere crescente e si infilano nella fica sguazzando sonoramente mentre ho il cazzo coccolato dai piedini divini! Anche lei si eccita nel guardarmi mentre le stringo i piedi sul mio uccello e godo. Mi sto trattenendo da troppo tempo davanti a quella fica carnosa: mi chino e le lecco le labbra dischiuse che emanano un profumo inebriante. La mia lingua prende il posto delle sue dita: ora Il suo clitoride è mio!
Nicole sorride e mugola mentre la sto facendo godere intensamente senza mai smettere di scorrere con l’uccello tra i suoi bellissimi piedi affusolati. Le succhio le piccole labbra gonfie a dismisura e la penetro a tratti con la punta della lingua mentre lei vibra sempre di più. Ha un sapore agrodolce delizioso che assaporo mentre le infilo sempre di più in profondità la mia lingua vogliosa.
Ha la micia che va a fuoco, bagnata e pronta per accogliermi eretto e turgido. Le lascio entrambi i piedi, senza però prima di averli baciati nuovamente, e mi chino su di lei leccandole i capezzoli gonfi mentre lentamente la mia cappella fremente divarica le sue labbra roventi e si infila nella fica accogliente che si fa penetrare con evidente piacere sul viso di Nicole. Succhio i suoi capezzoli dritti mentre la mia minchia dura scorre nella sua fica calda che rapidamente si avviluppa stretta intorno al mio “grosso” cazzo che comincia a sentirla su ogni millimetro di pelle. Mi scopo Nicole con la dedizione e la perizia che una figa così si merita, sgusciando ogni tanto fuori per ripenetrarla e farla godere, con piccole varianti, cercando di assecondare le sue sensazioni scandite dai suoi mugolii.
Lei mi tiene per le chiappe e nuovamente cerca di imprimere alla scopata il ritmo che preferisce. L’assecondo volentieri mentre le lecco ora le orecchie e il collo, per poi infilarle la lingua in bocca succhiandole la sua. Mentre la bacio lei si eccita ancor di più ed io di rimando mi inorgoglisco e sento distintamente la cappella che si gonfia di più e pulsa dentro di lei. Mai sottovalutare la potenza erotica del bacio!
Nicole mi tira a sé mentre le pompo l’uccello dentro il corpo fremente con ampi e interminabili colpi di bacino. “Così!” mi dice piano, stringendomi e palpandomi il culo che si contrae ritmicamente per infilarle a fondo il cazzo nella fica bagnatissima. I capelli biondi sparsi sul letto intorno al suo viso grondante piacere le donano un’aurea quasi magica. Lei gode aprendo la bocca e respirando forte guardandomi fissa negli occhi per poi chiuderli e sorridere tra un respiro e l’altro, mentre io godo stringendo piano i denti con piccoli respiri gutturali. Ho l’impressione che mi si sia gonfiata la vena sulla fronte (come talvolta mi fa scherzosamente notare Sara quando la scopo alla missionaria).
Mi eccita il suo profumo, ma soprattutto mi attizza guardarle le splendide tette che sobbalzano ad ogni affondo e, preso dalla voglia di toccarle, scivolo fuori per cambiare posizione e far salire Nicole sopra di me. Ora la visione dal basso delle sue tette rotonde e pesanti che oscillano mi esalta: le afferro e le spremo, le palpeggio e godo della loro magnifica consistenza e della sublime levigatezza, mentre lei comincia a cavalcarmi vorticando il bacino con maestria scuotendo i capelli come le vele in una tempesta facendomi sentire come una barca dall’albero maestro dritto e saldo.
Mi pare di avere il cazzo duro come il legno nel vederla muoversi sopra di me alternando varie posizioni col suo corpo slanciato: quando tiene le mani sui miei pettorali le tette si protendono verso di me e ballano in una oscillazione goduriosa; se invece si sposta indietro poggiando le mani sulle mie gambe, il seno sembra fermarsi immobile nell’aria mentre la sua passera si esibisce in una danza fantastica. Ipnotizzato guardo, eccitandomi ancor di più, la peluria bionda e le labbra turgide che accolgono il mio cazzo lucido vibrante dentro di lei. Il tempo sembra fermo nell’estasi della visione impagabile di questa bellissima fica che mi sta scopando stringendosi ore le tette con entrambe le mani, ma le mie palle pulsano avvertendomi dell’imminente arrivo della conclusione. Devo resistere per farla venire prima di me: una vera sfida.
Lei sembra però godere di brutto ansimando forte mentre si dimena sulla mia nerchia impennata con movimenti del bacino sempre più profondi e convulsi strizzandosi i capezzoli con entrambe le mani: che spettacolo coinvolgente guardarla mentre viene, finalmente! Ho le palle che scoppiano ed il cazzo che pompa e pulsa da troppo tempo: libero la voluttà che mi pervade e godo con singulti dell’uccello spinto nella fica tenendo Nicole per i fianchi levigati e vengo con decisione eiaculando dentro di lei che rotea il ventre vibrante.
Infine, stremata, si butta su di me, abbandonandosi completamente.
Soddisfatto della poderosa scopata rifletto e godo ancor di più per aver scatenato questa figa che tutti immaginavano inarrivabile. Ovviamente questo è e rimarrà un segreto tra me e Nicole: un uomo vero certi ricordi li porta nella tomba (infatti ho cambiato tutti i nomi e i dettagli per rendere anonimi i personaggi anche se “Nicole” se mai leggerà questo racconto, si riconoscerà immediatamente). Se Carmine sapesse che la mogliettina figa e un po’ troia di Francesco mi ha prosciugato con tale foga, creperebbe d’invidia!
Nicole si addormenta così su di me lasciando colare i suoi umori misti al mio sperma sul mio pene ormai flaccido, Faccio appena in tempo a prenderne atto che crollo anch’io in un sonno profondo.
Mi sveglio poche ore dopo: è quasi l’alba. Fa caldissimo: ho una sete tremenda. Lei nel sonno si è spostata e posizionata sul mio braccio sinistro che ora sento completamente intorpidito dal peso di Nicole. Lo sfilo delicatamente senza svegliarla e vado nel mio bagno “elegante” a pisciare “elegantemente” e bere un bicchier d’acqua. Nel chiarore dell’aurora i marmi dei rivestimenti si illuminano rapidamente. Mi sento stranamente riposato. La cavalcata di Nicole mi ha rimesso al mondo. Torno da lei che dorme nuda sdraiata di pancia, mi siedo sul letto a contemplare il suo bel corpo levigato. Le accarezzo i capelli beatamente scomposti, la nuca sottile e poi tutta la schiena disegnano nuvole sulla pelle fino a sfiorar le chiappette sode e rotonde del suo culetto stretto. Con le dita scorro nel solco tra di loro. Nicole mugola giocosamente e ruota piano il bacino sollevando il culo consentendomi di carezzarle la fighetta umida. Mi chino e le lecco il buchetto caldo mentre le mie dita esplorano la sua vulva accogliente.
Oggi sarà una giornata meravigliosa!
scritto il
2025-02-08
3 . 7 K
visite
6 3
voti
valutazione
7.5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.