La vera storia di mia nipote -1 (quella troietta attizzacazzi).
di
Occhi di Smeraldo
genere
incesti
Quel bocconcino di mia nipote (tutta palestra e discoteca) è arrivata da me infilata in un tubino di maglia nera sottilissima che arriva a malapena a coprirle il culo favoloso. Sotto il tessuto leggero i capezzoli nudi svettano impertinenti sulle tette sode. Le spalle completamente nude sovrastano il suo corpo da modella e le lunghe gambe toniche ondeggiano sui tacchi a spillo altissimi. Al solo vederla sento già il cazzo che pulsa. Ha un corpo veramente molto sexy, benedetto nella sua bellezza, che rasenta la perfezione. Alta, slanciata con i capelli lisci castani che le arrivano sotto le scapole cammina decisa lanciando verso i miei sguardi famelici le sue cosce nude, completamente lasciate scoperte dal vestitino cortissimo che arriva a stento a coprirle il pube. Le tette sobbalzano rigide sul torace tornito ad ogni passo e sembra che vogliano saltar fuori dal bordo superiore del vestito che le copre, miracolosamente, aggrappato ai capezzoli, lasciando il seno nudo nella sua parte superiore, in una scollatura da cardioplama. Ogni volta che va in discoteca è sempre la stessa storia: passa da me a salutarmi e chiedermi cosa ne penso dei suoi completini. La settimana scorsa si è presentata con una minigonna che sembrava una grossa cintura da quanto era corta ed una canottierina che copriva la parte superiore del seno lasciando in vista le curve inferiori delle tette lasciando scoperta una pancia affollata da addominali scolpiti.
Ogni volta che va al Numa Club è praticamente quasi nuda, estate e inverno. Vabbè d’estete esagera, come quella volta che portava tanga e reggiseno neri sotto una lunga vestaglia nera completamente trasparente.
Tutte le volte mi sento ribollire guardando il suo corpo giovane e levigato che si mostra così ai miei occhi di homo eroticus, dalla libidine elevata e l’erezione facile. Chissà se si accorge che ogni volta mi si gonfia l’uccello nella patta dei pantaloni.
Un giorno mi ha sfilato il cellulare dalle mani e, armeggiando sul mio account Instagram, mi dice che e posso vedere le foto che posta sul suo profilo privato.
Curiosando tra le sue foto, sono rimasto allibito dai bikini microscopici e le pose con le chiappe sovrane o i perizomi semicalati con le dita infilate nell’elastico. Ma questa porcellina è mia nipote?
Oggi è veramente al limite della decenza con i capezzoli che addirittura si vedono in semitrasparenza sotto il tessuto che è praticamente una garza elastica aderente. Mostrandole i capezzoli che tendono il vestito, le chiedo se non sia il caso di mettersi un reggiseno, ma lei mi guarda maliziosa e, ridendo fragorosamente, mi dice che sciuperebbe l’effetto nude-look, visto che si è messa apposta una brasiliana senza cuciture per sembrare nuda sotto il vestito. Si gira per mostrami che sulle sue chiappe rotonde non si vede nessuna traccia della brasiliana a taglio laser. Si stira il vestitino con il palmo delle mani sul sedere sporgente per lisciarlo ed assicurarsi che la sua affermazione corrisponda a verità. Mi mostra senza pudore il culo compatto e palestrato chiedendomi se si vedono le mutande. Deglutisco: no, non si vedono, ma si vede appunto il suo bel culo rotondo coperto appena dalla garza elastica, che si avvalla accennando la fessura tra i glutei, e sembra davvero che lei sia senza mutande. Ho un fremito all’uccello ed un vigoroso brivido mi scorre tra le palle nel vedere tale delizia. Torna a mostrarmi le tette e chiedermi se si vedono bene i capezzoli mentre si prende i seni con le mani a coppa e se li solleva un po’ tirando per un secondo i capezzoli pizzicandoli con i polpastrelli del pollice e dell’indice. Il fiato mi si blocca: che gesto da cardiopalma!
Pur essendoci molta franchezza tra noi, vedere la figlia di mia sorella così disinvolta mi getta nel panico e, contemporaneamente, mi eccita con pensieri contrastanti tra la morale e la libidine.
Continua a plasmarsi e tenersi i seni tra le mani e dirmi che li vorrebbe più grossi.
“Zio, ma non ti sembra che ho le tette troppo piccole?”
“Se me le rifacessi più grosse?”
Il cuore mi batte sempre più forte pompando l’eccitazione crescente nel mio uccello stretto nei boxer. Guardo eccitato le sue tette splendide, giovani e sode, mentre lei le tiene sollevate in quell’offerta visiva spudorata, e cerco disperatamente di convincermi a non guardarle. Non posso desiderare di stringere le tette sode di mia nipote.
Dice che, avendo le tette piccole, deve mostrarle bene ai maschi sennò non la guardano nemmeno. Come?!?! Una fighetta così arrapante seminuda non li attira? Ma se io ho i brividi lungo la schiena e la minchia che pulsa rovente, nel vederla così provocante davanti a me.
Ma quando la mia nipotina brufolosa e un po’ pedante si è trasformata in questa figa così arrapante?
Mi accorgo ora di quanto sia esageratamente procace, e solo adesso comincio a farci caso, ma è ormai da settimane che quando passa da me, si mostra generosamente, si gira e ammicca. Immancabilmente la mia cappella mi pulsa vigorosamente gonfiandosi rapidamente. Eppure, mi sembravano coincidenze casuali.
Cerco di rassicurarla dicendole che ha delle tette perfette, di una forma deliziosa e che, secondo me, sono splendide. Che non ci pensi nemmeno a rifarsi le tette! Le faccio i miei complimenti sulla sua eccezionale forma fisica e di quanto sia ammirevole il suo impegno e la sua costanza nel costruire un corpo così armonico, elastico, tonico… e mentre parlo sono ipnotizzato dai muscoli tesi delle sue cosce e dalla sua pancia piatta… quanto è speciale una ragazza come lei che cura il suo bel corpo con impegno e determinazione.
Lei socchiude gli occhi e sorride, ma esprime il suo dubbio: “Me lo dici solo per farmi piacere”.
Cerco di essere convincente e mi lascio andare ad ingarbugliate descrizioni che dovrebbero essere impersonali, ma che poi risultano palesemente il chiaro specchio dei miei desideri crescenti. Chissà se si è accorta del mio tentativo maldestro di coprire con pessime dissimulazioni la voglia che mi sta travolgendo.
Abbasso lo sguardo per mascherare l’imbarazzo, ma incrocio le sue scarpe nere con il tacco altissimo e non posso fare a meno di scrutarle nuovamente le gambe nude che sembrano un’autostrada che sale verso una fonte di sicuro piacere.
Lei non se ne accorge, o fa solo finta di niente, e continua a parlare e racconta di sé e degli incontri coi pochi ragazzi che tendono a non apprezzare i dettagli, a non soffermarsi con le giuste attenzioni sui particolari del suo abbigliamento o della ricercatezza del suo trucco, al quale ha dedicato tanto tempo, o la lucentezza e il volume dei suoi capelli. Mai le una parola di apprezzamento sul suo carattere deciso e su quanta dedizione sia necessaria a modellare un corpo così tonico, un culo così sodo e prominente, ma, il più delle volte, le dicono con rudezza che è figa e poi si gettano su di lei ubriachi, senza fantasia, senza garbo, finendo troppo rapidamente.
Lei mi parla in piedi, appoggiando il sedere sul bordo del tavolo, lasciando le sue belle gambe affiancate, parallele e dritte, che catturano il mio sguardo, facendomi scivolare in pensieri libidinosi e fantastico su cosa farei io se fossi al posto di un ragazzo che si approccia con lei.
Mentre io immagino segretamente di prostrarmi e baciarle le caviglie, le esprimo le mie perplessità su quanto mi sembrino aridi i suoi partner e che è vero un peccato che le ragazze di oggi non abbiano la possibilità di essere adorate e soddisfatte come invece sognano, soprattutto una bella ragazza come lei.
Si sposta e si versa un bicchier d’acqua, fomentando, con i suoi passi ondulati, i miei sguardi sul suo sedere ondeggiante, mentre la mia libidine cresce pericolosamente, di pari passo al mio uccello.
Le dico che potrebbe cercare un ragazzo più sensibile e attento alle sue esigenze, che sappia come farla star bene.
Mia nipote ascolta attentamente e mi guarda con i suoi occhioni color nocciola truccatissimi: oltre a sfumare l’ombretto con sofisticata abilità, si è allungata a dismisura le ciglia e le sbatte, cariche di mascara, con una lentezza che mi fa sussultare il cuore nel petto.
Ha uno sguardo penetrante ed ho quasi l’impressione che mi legga i pensieri. Sembra essere interessata alle mie considerazioni e annuisce mentre poggia le labbra turgide sul bordo del bicchiere bevendo con rapidità l’acqua e posando il bicchiere sul tavolo. Noto che sul bordo ha lasciato l’impronta del suo rossetto scarlatto e mi trovo a guardarle le labbra gonfie e rosse che tiene socchiuse: chissà che consistenza ha la sua lingua? Mi destreggio col cervello per ascoltarla mentre i miei pensieri più erotici si moltiplicano e mi affollano la mente. Il mio sguardo scivola dalla sua bocca carnosa al suo lungo collo delicato, per poi soffermarsi sulle clavicole simmetriche che sovrastano il petto che, rigonfio, sporge dal vestito. Mi ipnotizzano i suoi capezzoli evidenti solo appena coperti: sembra che basti un colpo di tosse un po’ più forte per scuoterle le tette e farli schizzare fuori con un rimbalzo elastico, lasciandoli nudi e gonfi poco sopra il vestito. Scorro con lo sguardo verso il basso, lungo la pancia piatta, e cerco di immaginare la forma del pube carezzato dalle brasiliane sotto il vestito, il cui bordo le copre con appena qualche centimetro di stoffa.
La mia erezione si sviluppa sempre più nell’immaginare di sollevarle con le labbra il bordo dell’abitino succinto e poggiare la mia bocca sul tessuto delle sue mutandine per soffiarle pianissimo un respiro caldo sulla vulva e farla eccitare lentamente mentre con le mani le accarezzo le cosce e le gambe intere.
Chissà che profumo ha la fica di mia nipote.
Se fossi stato giovane come lei, che so, magari un cugino, non avrei avuto la remora della parentela e della differenza d’età e non mi sarei trattenuto, togliendomi la curiosità.
Ma, mentre col mio corpo mi tengo a distanza, non mi sono reso conto che con le parole la sto lusingando esplicitamente, facendole complimenti non troppo velati. Soprattutto mi sto lasciando andare a descrizioni non proprio vaghe di ciò che, fino a qualche istante prima, era solo il frutto delle mie fantasie erotiche.
“Magari facessero come dici tu!” e si lamenta della rudezza dei ragazzi e, guardandomi maliziosamente, mi dice che desidererebbe qualcuno galante quanto me che la facesse sentire speciale, non abbordandola con battutacce rozze. Tutta gentaglia da scartare. Se poi si presenta qualcuno più decente a letto è un disastro. Desidererebbe qualcuno che sappia veramente il fatto suo dandole piacere a lungo e non abbozzando sveltine poco soddisfacenti per poi crollare nel sonno in un secondo.
“Tu zio sapresti certamente come fare eh?!”
Annuisco ridendo nuovamente imbarazzato e lusingato, ridorandomi di averle spesso raccontato aneddoti piccanti con qualche dettaglio di troppo.
Cerco di rassicurarla che, con una bellezza come la sua, non sarà difficile trovare chi la faccia sentire bene. Lei invece si lamenta nuovamente di sé, addossandosi la colpa di non essere sufficientemente attraente.
Mentre la contraddico cerco di dirle quanto siano belli i suoi capelli così sciolti sulle spalle nude, e di quanto siano equilibrate le sue belle tette, piene e rotonde, così provocanti con i capezzoli in vista e di quanto è attenta nell’abbinare la giusta lingerie al vestito per evidenziare quanto siano sode e palestrate le sue belle chiappe rotonde. Mentre parlo le indico quello che descrivo e mi accorgo, troppo tardi, che lei mi ascolta fissandomi il pacco rigonfio con un leggero sorrisetto.
“Ma dai zio, io ti piaccio così tanto?” e, arrossendo, mi indica con un accenno del mento l’erezione che solleva i miei pantaloni.
Annuisco e confermo che mi piace così e molto di più e che se potessi metterei in pratica volentieri tutte le cose di cui le stavo parlando fin ora.
“Ma zio, lo faresti davvero? Allora non è che lo faresti solo per farmi un piacere?”
Che piega sta prendendo questa conversazione?
Mi pento di averle espresso, incautamente, così esplicitamente le mie voglie da maschio adulto. Non dico che potrebbe essere mia figlia ma è pur sempre mia nipote. Solo che è anche una splendida ragazza, frizzante e disinibita che non mette filtri al suo erotismo prorompente.
Dovrei essere io l’adulto che, con atteggiamento maturo e saggio, frena questo crescendo di sensualità inopportuna, che rompe sul nascere questa situazione poco convenzionale, ma lo sguardo lascivo di mia nipote è sempre più torbidamente malizioso ed il suo corpo così spudoratamente esibito, mi confondono e mi turbano. Ahimè, temo di far parte di quella schiera di uomini che davanti ad una bella ragazza non usano più la testa sopra le spalle, ma, deboli e inebetiti, assecondano quello che gli trasmette la testa di ciò che gli pende tra le gambe, la quale ora mi pulsa paurosamente.
Il seno di mia nipote si solleva ad ogni respiro e sembra che i capezzoli possano sgusciare fuori da un momento all’altro.
Non la devo guardare, non ci devo pensare. Devo smetterla di immaginare di succhiarglieli, di sfiorare la pelle vellutata delle sue cosce nude.
Eppure, sul lavoro prendo decisioni importanti, coordino altri dipendenti, imposto strategie, faccio progetti: insomma vuoi che non sia in grado di gestire questa ragazzetta estroversa!
Sento che mi sta parlando, ma non riesco ad ascoltarla, perché, disperatamente, tento di concentrarmi su concrete azioni di distanziamento mentre mi assaltano le sensuali visioni di lei.
Non devo assecondare nemmeno per un secondo i pensieri morbosi che innescano le sue labbra rosse, i suoi sorrisi deliziosi e di denti bianchi e perfetti. La sento ridere: ha una risata fresca, squillante, invitante, sexy. Non devo pensare a quanto è umida e soffice la sua lingua, ma lei se la passa sulle labbra vermiglie ed ho una contrazione ai lombi. Non devo pensare alle sue mani affusolate con le unghie curate e laccate di rosso che scivolano sui fianchi.
Lei si atteggia e si mette in posa come tantissime ragazza fanno per sentirsi mature e desiderabili, tutte insicure, tutte con i fisici perfetti e sodi, i vestitini aderenti e provocatori, i tacchi, le unghie, le labbra, il trucco, Ma lei è clamorosamente travolgente, è una mitragliatrice di stimoli sessuali, convenzionalmente consolidati che, sparati ad un uomo della mia età, fanno quasi male. Questa ragazza è la quintessenza del classico stereotipo dell’ostentazione del corpo, della bellezza scintillante da esposizione, del fisico da rimorchio, degli sguardi da troia. Troia senza accezioni negative, troia senza un giudizio morale. Troia nel senso della carnalità esasperata e libera, di una donna che sa quello che desidera, che vuole piacere e vuole il piacere, da dare e da ricevere, senza vergognarsene, senza inibire le sue pulsioni, i suoi ardori, la voglia di maschio che la pervade.
Questa nipote così troia ora mi provoca deliberatamente, sparando con l’artiglieria pesante.
Si sposta, lasciando il tavolo su cui era appoggiata, e con un passo verso di me mi si para davanti, spostando all’indietro i capelli, e sollevando con un respiro profondo il petto contro di me.
“Sono proprio curiosa: perché non mi fai vedere come faresti tu?”
La vista del suo seno accostato al mio petto mi fa trasalire, ma è quando lei aderisce col suo corpo al mio che mi sento come pietrificato.
Sto per prenderla per le spalle e allontanarla per dirle che sarebbe bellissimo, perché lei è bellissima, ma che non è assolutamente il caso che zio e nipote facciano queste cose, sto per scappare da questa trappola mortale, quando lei mi stampa le labbra calde sulle mie e mi zittisce mentre preme il bacino sul mio sesso rigonfio che mi sta per esplodere nei pantaloni.
Sono annichilito.
Immobile, percepisco la situazione come se fossi uno spettatore.
Attonito, inerme, mi lascio baciare da quella bocca delicata, ma inesorabilmente vorace.
Il mio cervello recepisce brandelli di realtà: la lingua calda di mia nipote nella mia bocca, la fragranza del suo profumo, il battito del mio cuore contro i suoi seni schiacciati su di me e le sue braccia che mi stringono catturandomi in una follia.
La sua lingua cerca la mia e l’avviluppa lasciandomi senza respiro mentre lei mugola piano mentre schiaccia ora anche il pube su di me.
Mi sento un manichino fuori e una belva dentro.
Allora, mi arrendo senza nessuna resistenza, d’altronde come potrei: mi sento eccitatissimo da quel giovane corpo così coinvolgente, dalle forme perfette e dalla muscolatura soda ed allenata che le evidenzia glutei compatti e un addome piatto, cosce forti e vibranti, lunghe e tornite.
Non riesco a credere che stia accadendo: mia nipote mi sta infilando tutta, ma proprio tutta, la lingua in bocca: calda e guizzante, quasi mi soffoca. Gliela succhio voracemente, ansimando, mentre le mie mani le avviluppano e le carezzano eccitate le chiappe marmoree, tastandole forte, quasi per sincerarsi che siano reali.
Sono una favola che stento a credere di poter carezzare. Le sollevo lentamente il vestitino per scivolare fin sulla pelle nuda e compatta oltre le brasiliane sottilissime.
Ossessivamente soppeso le due chiappe sensazionali, che mi inebriano con la loro forma a cuore rovesciato e con la loro dura consistenza, mentre le mie dita scivolano sulla pelle di pesca infilandosi sotto il tessuto delle sue mutande.
I miei pantaloni racchiudono come una prigione i miei boxer tesi che, come una gabbia, costringono il mio turgido sesso scalpitante.
Mia nipote, con una foga crescente, mi spinge nella bocca la sua lingua indiavolata, respirando forte col naso, e premendo le sue labbra sulle mie con impeto, travolgendomi con un bacio che pare inesauribile. Sono disorientato da tanta irruenza, ma non mi faccio certo prendere alla sprovvista e le attorciglio la mia lingua attorno alla sua intrappolandola in una esplosione di desiderio.
Lei si stacca ed ansima mentre mi spinge conto il suo giovane corpo.
Con la lingua scivolo attorno alle sue labbra e poi sul suo mento per scorrerle sul collo delicato e poi le spalle, lasciandole scie di brividi e pelle d’oca. Le mie mani risalgono lungo i fianchi, sopra al vestito, scorrono sul davanti e le carezzano i seni conici, per poi infilarsi nel bordo superiore e scoprire, abbassando il vestito con un gesto impercettibile, i seni nudi, lasciando svettare i capezzoli eretti sopra le tette rotonde che si librano gonfie e compatte.
Danzano nell’aria fino alla presa decisa delle mie mani che le prendono e le toccano, mentre con la punta della lingua girano, con calcolata lentezza, intorno ai capezzoli gonfi e lisci, perfettamente cilindrici.
Che favola queste tette sode che tengo tra le dita, sono di una bellezza travolgente. Mia nipote aspira rumorosamente l’aria tra i denti stretti mentre le mordicchio i capezzoli e le succhio le areole gonfie di piacere e le stringo con dolcezza i seni freschi e profumati cercando di mangiarmeli tutti.
Lei mi tiene la testa con le dita leggere e mi guarda mentre la mia lingua le regala brividi di piacere.
Infilo le dita nel vestito e, scivolando con i palmi delle mani sulla sua pelle calda, lo faccio scorrere verso il basso, oltre i glutei, facendolo cadere a terra.
Lo spettacolo che si presenta i miei occhi estasiati è impagabile, perché avere tra le braccia una ragazza così giovane, bella e tornita è una cosa rara.
Non so se sono eccitato per la donna stupenda che freme davanti ai miei occhi o per la malsana idea della situazione perversa in cui mi sto cacciando.
Ho il cazzo che vorrebbe gridare, mentre imploro la mia mente di fare silenzio e, invece, muto resta l’uccello nei boxer, lottando per la libertà, mentre nel cervello urlano e si affollano i miei pensieri e le fantasie più zozze e travolgenti, che sovrastano le schiere morali e bigotte dei perbenismi ormai ridotti a brandelli.
I suoi capezzoli turgidi mi puntano contro il loro magnifico turgore al quale, eccitatissimo, mi arrendo, ed i suoi occhi, maliziosamente gonfi di desiderio, travolgono gli ultimi sparuti baluardi della mia ormai inutile resistenza.
Le mie mani saldamente posate sulle sue tette le tengono salde mentre con la lingua cerco, come se fossero dei birilli, di abbattere i suoi capezzoli che tornano dritti dopo ogni tentativo gonfiandosi impercettibilmente, ergendosi sempre più duri e lunghi. Ad ogni passaggio si protendono anche i piccoli rigonfiamenti delle areole, facendola fremere di piacere. Sento quanto le piace da come ansima, da come vibra il suo corpo tra le mie dita e come si eccita la sua pelle a contatto della mia lingua.
Abbandono i suoi capezzoli orgogliosi e fieri per scendere e intraprendere nuove esplorazioni. La mia lingua procede nel lento percorso di una dolce tortura, alternando soffici baci sui fianchi a larghe ed umide leccate sul ventre scolpito, solleticandola con precisi passaggi della sola punta su ogni fascio di muscoli che si contraggono al passaggio della mia lingua, producendole lievi contrazioni del ventre.
Faccio piano, lentamente, per farla impazzire di voglia, e continuo a scivolarle addosso, seguendo i solchi dei muscoli, l’avvallamento del suo piccolo ombelico che sembra disegnato, mentre le passo pianissimo i polpastrelli sulla vita. Mia nipote ride: forse le sto facendo il solletico o forse è solo felice che la stia baciando la pelle così intensamente.
Comunque, smetto di sfiorarla con le dita e le poggio le mani sui fianchi tenendole ferme e mi accovaccio e le lecco il tratto di pelle tra l’ombelico ed il pube, fitto di quella peluria leggera che adoro sfiorare con la punta della lingua, facendola impazzire di desiderio, scorrendo poi dall’ombelico tutt’intorno.
Cerco di fare pianissimo anche se muoio dalla voglia di sfilarle lo slip per vederla completamente nuda, in piedi davanti a me, con indosso solo le scarpe nere lucide.
Ormai non so più distinguere la foga sessuale pura, ormonale, chimica da quella mentale che fa leva sul piacere proibito. Sarà così anche per lei? La nipote che seduce lo zio la fa eccitare? Sicuramente ha le mutande ormai fradice ed io decido che è arrivato il momento di toglierle.
Mentre le sfilo le brasiliane leggerissime si crea, per qualche istante, un filamento leggero che poi si stacca dal tessuto e rimane, oscillando, come una goccia allungata appesa alle labbra gonfie di desiderio.
Mi focalizzo con libidine martellante sulla goccia sospesa che si stacca e cade scuotendomi con un fremito di voglia mostruosa.
Guardo con assoluta ammirazione il corpo nudo e perfetto di mia nipote col pube rosa completamente rasato e le gambe dritte e slanciate. Mi sembra pura poesia. Mentre indugio in estasi a scrutare i muscoli definiti delle cosce e quelli splendidi dell’addome lei mi tira piano per la nuca e mi sospinge a continuare a baciarle la pancina piatta e fremente. Penso alla goccia della sua figa succosa e mi avvicino per allungare la lingua e sentirne il sapore, ma voglio portarla al desiderio assoluto, protratto all’inverosimile.
Così i miei baci si fanno di fuoco e con giravolte sensuali, le cospargo il ventre di baci leggeri, per poi scivolare con la lingua sul suo pube liscio ed eccitante, leccandolo tutto, infilandomi nelle pieghe laterali per poi scendere fino a toccare il clitoride, già gonfio di piacere.
Mia nipote sospira mentre la mia lingua le scorre intorno al clitoride con movimenti lenti e circolari per poi lasciare spazio alla mia bocca che lo succhia piano tra le labbra titillandolo con la punta della lingua mentre si trova catturato tra le mie labbra. Lei mi carezza la nuca ed ansima. Ha divaricato le gambe ed io le guardo dal basso le tette rotonde eccitandomi sempre di più osservando in particolare i suoi capezzoli induriti.
Ora sì: lancio con un guizzo la mia lingua tra le sue labbra gonfie e grondanti, protese all’esterno, mentre le mie mani si sono impossessate delle sue chiappe e le tastano decise con malcelata libidine, incrementando la mia voglia di spogliarmi e trovarmi nudo davanti a lei.
Ma ancora non è momento, voglio farla morire leccandogliela come di deve e lasciare a dopo quello che verrà.
Per un attimo mi chiedo cosa stia pensando questa creatura angelica impossessata dal demone della passione: le piace che sia lo zio a leccarla con tale voracità o è solo l’uomo che la sta facendo salire di giri?
Tenendole sempre saldamente il culo, le infilo la lingua nella figa con piccoli colpi alternati a baci e ricognizioni nell’intorno, succhiandole le labbra bagnate, pensando di protrarre a lungo questo, per me quanto per lei, godurioso ed eccitante cunnilingus, ma la sensibilità della mia giovane nipote è elevata e lei inizia a godere presto e comincia venire, respirando sempre più forte, vibrando con tutto il culo e la fica, liberando il suo orgasmo nella mia bocca che lo accoglie con riconoscente gratitudine. Sento la vagina contrarsi sulla punta della mia lingua mentre i suoi umori, dal sapore deliziosamente agro ed il profumo inebriante, mi allagano a fiotti la bocca. Bevo con crescente godimento il suo nettare.
Mentre i suo corpo tende ad acquietarsi, ricomincio a baciale il pube dalla pelle liscia, compatta e tesa, spostandomi poi sui fianchi e risalendo ai seni gonfi, succhiandole per il mio piacere una tetta intera, ma lei mi tira la testa più su fino a baciarmi avidamente, leccandomi poi l’intorno della bocca che gronda ancora del suo godimento. Mi annusa e mi lecca.
Mi bacia estasiata ed io accolgo la sua lingua nella bocca mentre le carezzo la schiena dai glutei alla nuca e ritorno, tornando a scuoterla di brividi. Ha un culo da paura!
Sembra solo concentrata nel succhiarmi la lingua, ma, allo stesso tempo, comincia a sbottonarmi la camicia con determinazione e fretta crescente fino a lasciarmi col torace nudo che mi accarezza, indugiando sui pettorali e poi focalizzarsi sullo slacciarmi la cintura. Nella mente mi appare una visione di quello che potrebbe accedere tra poco, un’immagine che mi fa impazzire di desiderio: mia nipote che mi succhia l’uccello.
Ed è proprio quello che sta per succedere: lei si discosta da me e metodicamente mi spoglia, togliendomi i pantaloni e lanciandoli via teatralmente, per poi sfilami i boxer e annullare una prigionia ormai insopportabile, lasciando libero nell’aria il mio uccello che grida nell’aria la sua voglia vittoriosa, pulsante, dritto e imponente davanti allo sguardo eccitato di mia nipote.
Come se si stesse predisponendo a fare un esercizio in palestra, allarga le gambe piazzando saldi i piedi calzati coi tacchi a spillo in terra e, con aggraziata e flessuosa pratica ginnica, si piega in avanti tenendo le belle gambe dritte ed il busto proteso in avanti portando la testa esattamente davanti al mio sesso eretto e fremente. Adoro questa ragazza: mi regala una vista della sua schiena dai dorsali evidenti che scorrono paralleli dalle scapole ai glutei magnificamente allenati che si dividono in una fessura eccitante. Le chiappe perfette si separano appena e nel guardarle mi scorrono brividi di piacere alla base dell’uccello.
Si appoggia al mio addome con una mano e con l’altra mi prende dolcemente il cazzo e lo comincia a massaggiare piano, masturbandomi con una lentezza esasperante mentre, ruotando la testa di lato, fa cadere i capelli liberando il viso. Muoio dalla voglia di vedere scomparire la mia cappella gonfia tra le sue labbra rosse e carnose, ma lei mi tiene sulla corda e osserva il glande fremente da vicino, come se non ne avesse mai visto uno.
Sento la sua mano stringermi l’asta più forte mentre appoggia le labbra sul glande per poi schiuderle e finalmente accogliere il mio cazzo duro in bocca, attenendosi a succhiarne la punta senza foga, delicatamente.
Eccitatissimo e impaziente, sto per poggiarle le mani sui capelli per tirarla a me e invaderle la gola col cazzo gonfio di vene pulsanti, quando mia nipote inizia a succhiarmi con decisione la cappella con le labbra fortemente incavate e poi affondare sempre più l’asta nella bocca facendomi scorrere il glande nella bocca sopra la sua linguetta vivace fino a toccare l’ugola.
Ora sì che comincio a godere come si deve! Sposto lo sguardo dal suo bel culo, lungo la schiena, fino a concentrarmi sulle sue labbra che mi succhiano l’uccello sbavando lievemente il rossetto. Trovo che abbia scelto di stare in una posizione scomoda, ma dannatamente arrapante, per me che ne ammiro il corpo incantevole.
Stento a credere che quella splendida ragazza dal vitino sottile e il culo marmoreo che mi sta succhiando l’uccello con tale avidità sia proprio mia nipote! Fanculo alla parentela: questa troietta mi spompina il cazzo con un ardore imprevisto ed una foga terrificante.
Nel silenzio si sentono gli schiocchi del risucchio che fanno le sue labbra dal rossetto vivido mentre mi ciuccia l’uccello, che mi fanno arrapare, ma, la vista del suo viso pervaso di una voglia porca di farmi godere, mi attizza come un toro, facendomi gonfiare il cazzo ed indurirlo sempre più ogni volta che glielo infilo in bocca, anzi, più precisamente, ogni volta che lei si sporge e accoglie con decisione e maestria in fondo alla gola la mia cappella palpitante. Ogni affondo è un dono di godimento puro.
Con la mano che mi attanaglia l’asta e la bocca avvinghiata sul glande, il mio piacere è già al settimo cielo, ma ora devo assolutamente toccarle il culo oscillante che guardo oltre la sua schiena. Mi chino in avanti per carezzarlo, ma mia nipote, invece di arcuare la schiena per agevolarmi, si abbassa accucciandosi sui talloni allontanando le sue chiappette dalla mia presa. Con un certo disappunto cerco di mantenere alto il livello di piacere e torno a guardale la bocca piena di cazzo ed ecco che incontro il suo sguardo che, da quieto e pacato com’era quando ha iniziato, ora è trasfigurato in uno sguardo torbido da vera porca che rende irriconoscibile la nipotina, trasformandola in una libidinosissima troia che mi scruta con occhi di brace, mentre mi afferra le palle con la mano libera e mi sega con l’altra, affondando paurosamente il mio cazzo in gola, ogni volta sempre di più fino a farlo sparire completamente. Con un pensiero quasi goliardico, credo che se venissi ora le schizzerei dritto nell’esofago. Porca puttana che meraviglia di pompino!
Mi tira le palle con maestria con lo stesso ritmo in cui mi masturba e contemporaneamente spinge in gola il mio glande goduriosamente. Questa nipote ha l’argento vivo addosso e, mentre mi ingolla tutto, mugola piano: che gran troia questa nipotina!
Non posso reggere a lungo questa intensità, soprattutto con il suo sguardo arrapato che continua a fissarmi e sembra supplicarmi di venirle in bocca. Cerco di distrarmi un attimo allungando lo sguardo sulle tette che oscillano insieme ai capezzoli, che ora mi sembrano più tesi di prima, col risultato che ho una paurosa contrazione di piacere, che riconosco come un pericoloso preludio al mio orgasmo.
La puttanella comincia pure a gemere sonoramente e mugolare ancor di più per eccitarmi quando, con un lampo negli occhi, capisce che sto imboccando la strada di non ritorno. Va a finire che, in pochi secondi, le allago con fiotti di sperma la bocca e la gola.
Cazzo, ma sto veramente per sborrare in bocca alla mia dolce nipotina? Altro che nipotina dolce e tenera: questa è una proprio gran bella troia che sa quel che vuole e se prende.
E come se lo prende bene con una immensa e inesauribile voglia di cazzo.
Devo assolutamente riprendermi.
Sfilo l’uccello granitico dalla sua bocca che, da come succhia, pare un’idrovora, e mi chino a baciarla. Lei si solleva e mi succhia la lingua come se fosse il mio cazzo mentre fa scivolare il mio uccello tra le cosce e lo stringe tenendolo fuori dalla vulva, che sento grondante di umori roventi. Appoggio la ragazza sul bordo del tavolo e mi chino ad assaporare quella delizia dalla sua figa eccitatissima: che meraviglia, che sapore impagabile dal profumo inconfondibile di gioventù. Le mangio la passera con tutta la bocca per leccarla tutta e non perdere neanche una goccia del suo nettare. Ora mia nipote mugola ancora, ma con un timbro diverso non più di provocante eccitamento, ma di piacere.
Poi la prendo per le caviglie e le sollevo in alto le gambe che lei tiene tese puntando i tacchi verso il soffitto.
Appoggio la cappella ancora bagnata di abbondante saliva e, con un lieve movimento, la faccio scivolare nella figa madida di mia nipote che la accoglie con un lungo gemito di soddisfazione. Tiene le gambe larghe con i polpacci appoggiati sui miei pettorali e le cosce sui miei addominali, mentre la tengo per il vitino sottile.
Comincio a scoparla piano, infilando solo la punta, scaldandole, si fa per dire, la fornace della sua passera bollente. Lei mi fissa ora con uno sguardo diverso a metà tra il divertito e l’appagato, come se volesse sottolineare la complicità in questa trasgressione. Forse me lo sto solo immaginando, ma mi sembra che farsi scopare dallo zio, la diverta. Ora sorride mentre le sto titillando la patatina con la punta del pisello, muovendomi allegramente, lieve e lento, ma appena mi addentro con un lieve affondo, spalanca la bocca ed emette un flebile gridolino quasi soffocato, corrugando le sopracciglia e chiudendo gli occhi, lasciando respiri interrotti nell’aria. Mi spingo ancora in lei con la stessa intensità e lei geme ancora per due, tre volte finché, azzardo, e la penetro ancor di più: inspira e trattiene il respiro, trasalisce spalancando gli occhioni e corrugando le sopracciglia, sfoderando nuovamente quello sguardo da troia procace che aveva mentre si ingollava a fondo il mio cazzo gonfio e venato. La vista di quello sguardo di mia nipote mi fa esplodere voglia.
Una frustata di libido mi impenna il cazzo nella fica e con voglia crescente le spingo a fondo l’uccello dentro, facendola sussultare. Ho la sensazione che il mio cazzo sia di legno e che la sua figa di burro. Scivolo indietro e poi di nuovo dentro, ancora più a fondo: lei emette per la prima volta una lunga vocale di puro e autentico piacere:”Aaaaa!” che continua ad emettere ad ogni affondo che, dalla foga, le fa sobbalzare le tette.
Guardo il mio cazzo che scivola nella sua figa e nuovamente non riesco a crederci: sto scopando mia nipote che sta godendo alla grande. Che troia fantastica è mia nipote!
Sto scopando mia nipote!
Sto scopando mia nipote!
La breve frase mi rimbalza nel cervello e accompagna, come un mantra, il mio cazzo che le scivola dentro: sono tanto assorto in questa strana nenia mentale che quasi non mi accorgo che la nipote sta venendo di brutto, schizzandomi sulla pancia come una fontana. La sento sussurrare:“Oh, zio! Oh, zio! Oh, zio!” e poi ripeterlo sempre più forte ad alta voce mentre vibra, contraendo la fichetta, gode e viene.
Che orgasmo arrapante, non smetto di guardarle il volto trasfigurato e gli zampilli violenti che mi sta schizzando addosso. Le stringo le tette e lei schizza di nuovo per poi incitarmi a penetrarla fino in fondo, facendomi aumentare la goduria con cui la sto scopando.
Ho un uccello che pare di marmo, ma la sua fica è un lago e quasi non la sento.
Vieni cocca, è arrivato il momento di far godere lo zio come si deve.
Con celere delicatezza abbasso le sue gambe e sollevo la ragazza dal tavolo per metterla in piedi. Mia nipote vacilla. La sorreggo e la bacio. Lei si avvinghia con le braccia al mio collo e mi bacia profondamente. L’orgasmo l’ha scossa come una foglia ed è venuta gemendo forte.
Le carezzo la schiena mentre i suoi baci scemano, ma ho l’uccello ancora in tiro e la ragazza intuisce le mie intenzioni. Si volta e si mette a pancia sotto sul tavolo, tenendo ben alto il sedere, mentre le mie mani le accarezzano la schiena sudata scivolando piano sul bel culo tornito per aggrapparsi saldamente alle belle chiappe dure e sode.
Abbocco la cappella tra le labbra gonfie di piacere e le infilo il mio siluro a testata nucleare su per la fica succosa. Le strizzo le chiappe con una foga equiparabile alla mia voglia e pompo il cazzo nella figa di mia nipote facendola gemere nuovamente. Lo manovro con la migliore maestria che conosco, dosandolo a modo e variando con attenzione estensione e intensità degli affondi: voglio che le piaccia anche questa volta.
Voglio che sia orgogliosa dello zio che la scopa perché gli piace farla godere non per farle un semplice piacere.
Eh, se le piace! I gemiti di piacere non tardano a risentirsi ed io mi eccito a scoparla nel migliore dei modi che io conosca, il mio preferito in assoluto!
La curva che fanno i suoi fianchi sulle chiappe è un’opera d’arte.
La consistenza dei suoi glutei è una meraviglia che plasmo, incredulo, tra le mani. Poche donne hanno un culo così splendido.
Scorrendole dentro, la mia cappella mi gonfia di piacere, ed i suoi gemiti mi eccitano quanto guardarla, in un crescendo di goduria che si concentra e si condensa lentamente sulla punta del mio cazzo: le palle mi pulsano gonfie ed il perineo mi vibra di libidine pura.
Quando mia nipote comincia a godere nuovamente e sento il suo gemito trasformarsi in una invocazione di piacere, mi sembra di sentire gonfiarsi di piacere il mio ego e provare un desiderio folle di venire. “Oh, zio!” geme mia nipote mentre il piacere le cresce nel ventre. “Oh, zio!”
Mi sfilo e mi acquatto dietro di lei lanciando la mia lingua dura nella figa di mia nipote che recepisce la sorpresa con un gridolino divertito, seguito da un incitamento roco e stravolto: “Oh, sì zio, così!” io ubbidisco e la penetro quanto posso, ma con le dita faccio sicuramente meglio: “Oooh, sì ziiio!”, gode la troietta mentre le infilo due dita nella figa e la masturbo esplorandola bene, come se fossi alla ricerca di qualcosa di perduto, gon movimenti dedicati esclusivamente al suo piacere. “Oooh sììì ziiio!” e le accompagno le dita nella figa con la lingua infilata direttamente nel culo, a fondo: che culo stretto e dal sapore unico e arrapante.
Ho la lingua infilata nel culo vergine (?) di mia nipote mentre le pentro la figa con le dita! Il pensiero mi fa esplodere il cervello di libidine e le pulsazioni della mia cappella sembrano impazzite.
Le slinguazzo con dovizia di fantasia lo sfintere, ora dentro ora fuori, e poi lo penetro ancora con la lingua lunga e dura mentre la sditalino facendola godere, ancor prima di quando lei pensasse: “Oooh sììì ziiioooo!” urla schizzando di nuovo e, mentre io inculo mia nipote con la lingua, lei gode di un vibrante orgasmo ed una breve sequenza poderosa di schizzi.
Brava, così, la mia bella nipote squirtante.
Bevo le ultime gocce della sua goduria orgasmica senza tralasciarne neanche una goccia e mi sollevo di nuovo per ricominciare a scoparla.
Con una specie di rituale, appoggio il glande tra le labbra e spingo piano l’uccello dentro mia nipote che mi accoglie nuovamente con un lungo e gratificante gemito.
Le spinte si affollano nella figa calda e, sempre col il culo ben stretto tra le mani, scopo di gusto la nipotina porca che ricomincia a sollecitare il suo caro zio con incitamenti verbali sempre più loquaci.
L’ora del piacere è giunta: ad ogni sua invocazione mi fa pulsare il cazzo sempre di più e la vertigine del piacere mi esalta, ancora e ancora, mentre lei chiama con stupefacente disssolutezza: “Sì, zio, scopami, così!”, “Ancora!”, “Dai, zio!”
Stavolta non c’è via di scampo, nulla potrà fermare il mio orgasmo crescente: scopo la nipotina vogliosa a pecora con affondi profondi e decisi, finché vengo con il cazzo vibrante che allaga di sperma la figa di mia nipote.
“Oh zio!”
Ogni volta che va al Numa Club è praticamente quasi nuda, estate e inverno. Vabbè d’estete esagera, come quella volta che portava tanga e reggiseno neri sotto una lunga vestaglia nera completamente trasparente.
Tutte le volte mi sento ribollire guardando il suo corpo giovane e levigato che si mostra così ai miei occhi di homo eroticus, dalla libidine elevata e l’erezione facile. Chissà se si accorge che ogni volta mi si gonfia l’uccello nella patta dei pantaloni.
Un giorno mi ha sfilato il cellulare dalle mani e, armeggiando sul mio account Instagram, mi dice che e posso vedere le foto che posta sul suo profilo privato.
Curiosando tra le sue foto, sono rimasto allibito dai bikini microscopici e le pose con le chiappe sovrane o i perizomi semicalati con le dita infilate nell’elastico. Ma questa porcellina è mia nipote?
Oggi è veramente al limite della decenza con i capezzoli che addirittura si vedono in semitrasparenza sotto il tessuto che è praticamente una garza elastica aderente. Mostrandole i capezzoli che tendono il vestito, le chiedo se non sia il caso di mettersi un reggiseno, ma lei mi guarda maliziosa e, ridendo fragorosamente, mi dice che sciuperebbe l’effetto nude-look, visto che si è messa apposta una brasiliana senza cuciture per sembrare nuda sotto il vestito. Si gira per mostrami che sulle sue chiappe rotonde non si vede nessuna traccia della brasiliana a taglio laser. Si stira il vestitino con il palmo delle mani sul sedere sporgente per lisciarlo ed assicurarsi che la sua affermazione corrisponda a verità. Mi mostra senza pudore il culo compatto e palestrato chiedendomi se si vedono le mutande. Deglutisco: no, non si vedono, ma si vede appunto il suo bel culo rotondo coperto appena dalla garza elastica, che si avvalla accennando la fessura tra i glutei, e sembra davvero che lei sia senza mutande. Ho un fremito all’uccello ed un vigoroso brivido mi scorre tra le palle nel vedere tale delizia. Torna a mostrarmi le tette e chiedermi se si vedono bene i capezzoli mentre si prende i seni con le mani a coppa e se li solleva un po’ tirando per un secondo i capezzoli pizzicandoli con i polpastrelli del pollice e dell’indice. Il fiato mi si blocca: che gesto da cardiopalma!
Pur essendoci molta franchezza tra noi, vedere la figlia di mia sorella così disinvolta mi getta nel panico e, contemporaneamente, mi eccita con pensieri contrastanti tra la morale e la libidine.
Continua a plasmarsi e tenersi i seni tra le mani e dirmi che li vorrebbe più grossi.
“Zio, ma non ti sembra che ho le tette troppo piccole?”
“Se me le rifacessi più grosse?”
Il cuore mi batte sempre più forte pompando l’eccitazione crescente nel mio uccello stretto nei boxer. Guardo eccitato le sue tette splendide, giovani e sode, mentre lei le tiene sollevate in quell’offerta visiva spudorata, e cerco disperatamente di convincermi a non guardarle. Non posso desiderare di stringere le tette sode di mia nipote.
Dice che, avendo le tette piccole, deve mostrarle bene ai maschi sennò non la guardano nemmeno. Come?!?! Una fighetta così arrapante seminuda non li attira? Ma se io ho i brividi lungo la schiena e la minchia che pulsa rovente, nel vederla così provocante davanti a me.
Ma quando la mia nipotina brufolosa e un po’ pedante si è trasformata in questa figa così arrapante?
Mi accorgo ora di quanto sia esageratamente procace, e solo adesso comincio a farci caso, ma è ormai da settimane che quando passa da me, si mostra generosamente, si gira e ammicca. Immancabilmente la mia cappella mi pulsa vigorosamente gonfiandosi rapidamente. Eppure, mi sembravano coincidenze casuali.
Cerco di rassicurarla dicendole che ha delle tette perfette, di una forma deliziosa e che, secondo me, sono splendide. Che non ci pensi nemmeno a rifarsi le tette! Le faccio i miei complimenti sulla sua eccezionale forma fisica e di quanto sia ammirevole il suo impegno e la sua costanza nel costruire un corpo così armonico, elastico, tonico… e mentre parlo sono ipnotizzato dai muscoli tesi delle sue cosce e dalla sua pancia piatta… quanto è speciale una ragazza come lei che cura il suo bel corpo con impegno e determinazione.
Lei socchiude gli occhi e sorride, ma esprime il suo dubbio: “Me lo dici solo per farmi piacere”.
Cerco di essere convincente e mi lascio andare ad ingarbugliate descrizioni che dovrebbero essere impersonali, ma che poi risultano palesemente il chiaro specchio dei miei desideri crescenti. Chissà se si è accorta del mio tentativo maldestro di coprire con pessime dissimulazioni la voglia che mi sta travolgendo.
Abbasso lo sguardo per mascherare l’imbarazzo, ma incrocio le sue scarpe nere con il tacco altissimo e non posso fare a meno di scrutarle nuovamente le gambe nude che sembrano un’autostrada che sale verso una fonte di sicuro piacere.
Lei non se ne accorge, o fa solo finta di niente, e continua a parlare e racconta di sé e degli incontri coi pochi ragazzi che tendono a non apprezzare i dettagli, a non soffermarsi con le giuste attenzioni sui particolari del suo abbigliamento o della ricercatezza del suo trucco, al quale ha dedicato tanto tempo, o la lucentezza e il volume dei suoi capelli. Mai le una parola di apprezzamento sul suo carattere deciso e su quanta dedizione sia necessaria a modellare un corpo così tonico, un culo così sodo e prominente, ma, il più delle volte, le dicono con rudezza che è figa e poi si gettano su di lei ubriachi, senza fantasia, senza garbo, finendo troppo rapidamente.
Lei mi parla in piedi, appoggiando il sedere sul bordo del tavolo, lasciando le sue belle gambe affiancate, parallele e dritte, che catturano il mio sguardo, facendomi scivolare in pensieri libidinosi e fantastico su cosa farei io se fossi al posto di un ragazzo che si approccia con lei.
Mentre io immagino segretamente di prostrarmi e baciarle le caviglie, le esprimo le mie perplessità su quanto mi sembrino aridi i suoi partner e che è vero un peccato che le ragazze di oggi non abbiano la possibilità di essere adorate e soddisfatte come invece sognano, soprattutto una bella ragazza come lei.
Si sposta e si versa un bicchier d’acqua, fomentando, con i suoi passi ondulati, i miei sguardi sul suo sedere ondeggiante, mentre la mia libidine cresce pericolosamente, di pari passo al mio uccello.
Le dico che potrebbe cercare un ragazzo più sensibile e attento alle sue esigenze, che sappia come farla star bene.
Mia nipote ascolta attentamente e mi guarda con i suoi occhioni color nocciola truccatissimi: oltre a sfumare l’ombretto con sofisticata abilità, si è allungata a dismisura le ciglia e le sbatte, cariche di mascara, con una lentezza che mi fa sussultare il cuore nel petto.
Ha uno sguardo penetrante ed ho quasi l’impressione che mi legga i pensieri. Sembra essere interessata alle mie considerazioni e annuisce mentre poggia le labbra turgide sul bordo del bicchiere bevendo con rapidità l’acqua e posando il bicchiere sul tavolo. Noto che sul bordo ha lasciato l’impronta del suo rossetto scarlatto e mi trovo a guardarle le labbra gonfie e rosse che tiene socchiuse: chissà che consistenza ha la sua lingua? Mi destreggio col cervello per ascoltarla mentre i miei pensieri più erotici si moltiplicano e mi affollano la mente. Il mio sguardo scivola dalla sua bocca carnosa al suo lungo collo delicato, per poi soffermarsi sulle clavicole simmetriche che sovrastano il petto che, rigonfio, sporge dal vestito. Mi ipnotizzano i suoi capezzoli evidenti solo appena coperti: sembra che basti un colpo di tosse un po’ più forte per scuoterle le tette e farli schizzare fuori con un rimbalzo elastico, lasciandoli nudi e gonfi poco sopra il vestito. Scorro con lo sguardo verso il basso, lungo la pancia piatta, e cerco di immaginare la forma del pube carezzato dalle brasiliane sotto il vestito, il cui bordo le copre con appena qualche centimetro di stoffa.
La mia erezione si sviluppa sempre più nell’immaginare di sollevarle con le labbra il bordo dell’abitino succinto e poggiare la mia bocca sul tessuto delle sue mutandine per soffiarle pianissimo un respiro caldo sulla vulva e farla eccitare lentamente mentre con le mani le accarezzo le cosce e le gambe intere.
Chissà che profumo ha la fica di mia nipote.
Se fossi stato giovane come lei, che so, magari un cugino, non avrei avuto la remora della parentela e della differenza d’età e non mi sarei trattenuto, togliendomi la curiosità.
Ma, mentre col mio corpo mi tengo a distanza, non mi sono reso conto che con le parole la sto lusingando esplicitamente, facendole complimenti non troppo velati. Soprattutto mi sto lasciando andare a descrizioni non proprio vaghe di ciò che, fino a qualche istante prima, era solo il frutto delle mie fantasie erotiche.
“Magari facessero come dici tu!” e si lamenta della rudezza dei ragazzi e, guardandomi maliziosamente, mi dice che desidererebbe qualcuno galante quanto me che la facesse sentire speciale, non abbordandola con battutacce rozze. Tutta gentaglia da scartare. Se poi si presenta qualcuno più decente a letto è un disastro. Desidererebbe qualcuno che sappia veramente il fatto suo dandole piacere a lungo e non abbozzando sveltine poco soddisfacenti per poi crollare nel sonno in un secondo.
“Tu zio sapresti certamente come fare eh?!”
Annuisco ridendo nuovamente imbarazzato e lusingato, ridorandomi di averle spesso raccontato aneddoti piccanti con qualche dettaglio di troppo.
Cerco di rassicurarla che, con una bellezza come la sua, non sarà difficile trovare chi la faccia sentire bene. Lei invece si lamenta nuovamente di sé, addossandosi la colpa di non essere sufficientemente attraente.
Mentre la contraddico cerco di dirle quanto siano belli i suoi capelli così sciolti sulle spalle nude, e di quanto siano equilibrate le sue belle tette, piene e rotonde, così provocanti con i capezzoli in vista e di quanto è attenta nell’abbinare la giusta lingerie al vestito per evidenziare quanto siano sode e palestrate le sue belle chiappe rotonde. Mentre parlo le indico quello che descrivo e mi accorgo, troppo tardi, che lei mi ascolta fissandomi il pacco rigonfio con un leggero sorrisetto.
“Ma dai zio, io ti piaccio così tanto?” e, arrossendo, mi indica con un accenno del mento l’erezione che solleva i miei pantaloni.
Annuisco e confermo che mi piace così e molto di più e che se potessi metterei in pratica volentieri tutte le cose di cui le stavo parlando fin ora.
“Ma zio, lo faresti davvero? Allora non è che lo faresti solo per farmi un piacere?”
Che piega sta prendendo questa conversazione?
Mi pento di averle espresso, incautamente, così esplicitamente le mie voglie da maschio adulto. Non dico che potrebbe essere mia figlia ma è pur sempre mia nipote. Solo che è anche una splendida ragazza, frizzante e disinibita che non mette filtri al suo erotismo prorompente.
Dovrei essere io l’adulto che, con atteggiamento maturo e saggio, frena questo crescendo di sensualità inopportuna, che rompe sul nascere questa situazione poco convenzionale, ma lo sguardo lascivo di mia nipote è sempre più torbidamente malizioso ed il suo corpo così spudoratamente esibito, mi confondono e mi turbano. Ahimè, temo di far parte di quella schiera di uomini che davanti ad una bella ragazza non usano più la testa sopra le spalle, ma, deboli e inebetiti, assecondano quello che gli trasmette la testa di ciò che gli pende tra le gambe, la quale ora mi pulsa paurosamente.
Il seno di mia nipote si solleva ad ogni respiro e sembra che i capezzoli possano sgusciare fuori da un momento all’altro.
Non la devo guardare, non ci devo pensare. Devo smetterla di immaginare di succhiarglieli, di sfiorare la pelle vellutata delle sue cosce nude.
Eppure, sul lavoro prendo decisioni importanti, coordino altri dipendenti, imposto strategie, faccio progetti: insomma vuoi che non sia in grado di gestire questa ragazzetta estroversa!
Sento che mi sta parlando, ma non riesco ad ascoltarla, perché, disperatamente, tento di concentrarmi su concrete azioni di distanziamento mentre mi assaltano le sensuali visioni di lei.
Non devo assecondare nemmeno per un secondo i pensieri morbosi che innescano le sue labbra rosse, i suoi sorrisi deliziosi e di denti bianchi e perfetti. La sento ridere: ha una risata fresca, squillante, invitante, sexy. Non devo pensare a quanto è umida e soffice la sua lingua, ma lei se la passa sulle labbra vermiglie ed ho una contrazione ai lombi. Non devo pensare alle sue mani affusolate con le unghie curate e laccate di rosso che scivolano sui fianchi.
Lei si atteggia e si mette in posa come tantissime ragazza fanno per sentirsi mature e desiderabili, tutte insicure, tutte con i fisici perfetti e sodi, i vestitini aderenti e provocatori, i tacchi, le unghie, le labbra, il trucco, Ma lei è clamorosamente travolgente, è una mitragliatrice di stimoli sessuali, convenzionalmente consolidati che, sparati ad un uomo della mia età, fanno quasi male. Questa ragazza è la quintessenza del classico stereotipo dell’ostentazione del corpo, della bellezza scintillante da esposizione, del fisico da rimorchio, degli sguardi da troia. Troia senza accezioni negative, troia senza un giudizio morale. Troia nel senso della carnalità esasperata e libera, di una donna che sa quello che desidera, che vuole piacere e vuole il piacere, da dare e da ricevere, senza vergognarsene, senza inibire le sue pulsioni, i suoi ardori, la voglia di maschio che la pervade.
Questa nipote così troia ora mi provoca deliberatamente, sparando con l’artiglieria pesante.
Si sposta, lasciando il tavolo su cui era appoggiata, e con un passo verso di me mi si para davanti, spostando all’indietro i capelli, e sollevando con un respiro profondo il petto contro di me.
“Sono proprio curiosa: perché non mi fai vedere come faresti tu?”
La vista del suo seno accostato al mio petto mi fa trasalire, ma è quando lei aderisce col suo corpo al mio che mi sento come pietrificato.
Sto per prenderla per le spalle e allontanarla per dirle che sarebbe bellissimo, perché lei è bellissima, ma che non è assolutamente il caso che zio e nipote facciano queste cose, sto per scappare da questa trappola mortale, quando lei mi stampa le labbra calde sulle mie e mi zittisce mentre preme il bacino sul mio sesso rigonfio che mi sta per esplodere nei pantaloni.
Sono annichilito.
Immobile, percepisco la situazione come se fossi uno spettatore.
Attonito, inerme, mi lascio baciare da quella bocca delicata, ma inesorabilmente vorace.
Il mio cervello recepisce brandelli di realtà: la lingua calda di mia nipote nella mia bocca, la fragranza del suo profumo, il battito del mio cuore contro i suoi seni schiacciati su di me e le sue braccia che mi stringono catturandomi in una follia.
La sua lingua cerca la mia e l’avviluppa lasciandomi senza respiro mentre lei mugola piano mentre schiaccia ora anche il pube su di me.
Mi sento un manichino fuori e una belva dentro.
Allora, mi arrendo senza nessuna resistenza, d’altronde come potrei: mi sento eccitatissimo da quel giovane corpo così coinvolgente, dalle forme perfette e dalla muscolatura soda ed allenata che le evidenzia glutei compatti e un addome piatto, cosce forti e vibranti, lunghe e tornite.
Non riesco a credere che stia accadendo: mia nipote mi sta infilando tutta, ma proprio tutta, la lingua in bocca: calda e guizzante, quasi mi soffoca. Gliela succhio voracemente, ansimando, mentre le mie mani le avviluppano e le carezzano eccitate le chiappe marmoree, tastandole forte, quasi per sincerarsi che siano reali.
Sono una favola che stento a credere di poter carezzare. Le sollevo lentamente il vestitino per scivolare fin sulla pelle nuda e compatta oltre le brasiliane sottilissime.
Ossessivamente soppeso le due chiappe sensazionali, che mi inebriano con la loro forma a cuore rovesciato e con la loro dura consistenza, mentre le mie dita scivolano sulla pelle di pesca infilandosi sotto il tessuto delle sue mutande.
I miei pantaloni racchiudono come una prigione i miei boxer tesi che, come una gabbia, costringono il mio turgido sesso scalpitante.
Mia nipote, con una foga crescente, mi spinge nella bocca la sua lingua indiavolata, respirando forte col naso, e premendo le sue labbra sulle mie con impeto, travolgendomi con un bacio che pare inesauribile. Sono disorientato da tanta irruenza, ma non mi faccio certo prendere alla sprovvista e le attorciglio la mia lingua attorno alla sua intrappolandola in una esplosione di desiderio.
Lei si stacca ed ansima mentre mi spinge conto il suo giovane corpo.
Con la lingua scivolo attorno alle sue labbra e poi sul suo mento per scorrerle sul collo delicato e poi le spalle, lasciandole scie di brividi e pelle d’oca. Le mie mani risalgono lungo i fianchi, sopra al vestito, scorrono sul davanti e le carezzano i seni conici, per poi infilarsi nel bordo superiore e scoprire, abbassando il vestito con un gesto impercettibile, i seni nudi, lasciando svettare i capezzoli eretti sopra le tette rotonde che si librano gonfie e compatte.
Danzano nell’aria fino alla presa decisa delle mie mani che le prendono e le toccano, mentre con la punta della lingua girano, con calcolata lentezza, intorno ai capezzoli gonfi e lisci, perfettamente cilindrici.
Che favola queste tette sode che tengo tra le dita, sono di una bellezza travolgente. Mia nipote aspira rumorosamente l’aria tra i denti stretti mentre le mordicchio i capezzoli e le succhio le areole gonfie di piacere e le stringo con dolcezza i seni freschi e profumati cercando di mangiarmeli tutti.
Lei mi tiene la testa con le dita leggere e mi guarda mentre la mia lingua le regala brividi di piacere.
Infilo le dita nel vestito e, scivolando con i palmi delle mani sulla sua pelle calda, lo faccio scorrere verso il basso, oltre i glutei, facendolo cadere a terra.
Lo spettacolo che si presenta i miei occhi estasiati è impagabile, perché avere tra le braccia una ragazza così giovane, bella e tornita è una cosa rara.
Non so se sono eccitato per la donna stupenda che freme davanti ai miei occhi o per la malsana idea della situazione perversa in cui mi sto cacciando.
Ho il cazzo che vorrebbe gridare, mentre imploro la mia mente di fare silenzio e, invece, muto resta l’uccello nei boxer, lottando per la libertà, mentre nel cervello urlano e si affollano i miei pensieri e le fantasie più zozze e travolgenti, che sovrastano le schiere morali e bigotte dei perbenismi ormai ridotti a brandelli.
I suoi capezzoli turgidi mi puntano contro il loro magnifico turgore al quale, eccitatissimo, mi arrendo, ed i suoi occhi, maliziosamente gonfi di desiderio, travolgono gli ultimi sparuti baluardi della mia ormai inutile resistenza.
Le mie mani saldamente posate sulle sue tette le tengono salde mentre con la lingua cerco, come se fossero dei birilli, di abbattere i suoi capezzoli che tornano dritti dopo ogni tentativo gonfiandosi impercettibilmente, ergendosi sempre più duri e lunghi. Ad ogni passaggio si protendono anche i piccoli rigonfiamenti delle areole, facendola fremere di piacere. Sento quanto le piace da come ansima, da come vibra il suo corpo tra le mie dita e come si eccita la sua pelle a contatto della mia lingua.
Abbandono i suoi capezzoli orgogliosi e fieri per scendere e intraprendere nuove esplorazioni. La mia lingua procede nel lento percorso di una dolce tortura, alternando soffici baci sui fianchi a larghe ed umide leccate sul ventre scolpito, solleticandola con precisi passaggi della sola punta su ogni fascio di muscoli che si contraggono al passaggio della mia lingua, producendole lievi contrazioni del ventre.
Faccio piano, lentamente, per farla impazzire di voglia, e continuo a scivolarle addosso, seguendo i solchi dei muscoli, l’avvallamento del suo piccolo ombelico che sembra disegnato, mentre le passo pianissimo i polpastrelli sulla vita. Mia nipote ride: forse le sto facendo il solletico o forse è solo felice che la stia baciando la pelle così intensamente.
Comunque, smetto di sfiorarla con le dita e le poggio le mani sui fianchi tenendole ferme e mi accovaccio e le lecco il tratto di pelle tra l’ombelico ed il pube, fitto di quella peluria leggera che adoro sfiorare con la punta della lingua, facendola impazzire di desiderio, scorrendo poi dall’ombelico tutt’intorno.
Cerco di fare pianissimo anche se muoio dalla voglia di sfilarle lo slip per vederla completamente nuda, in piedi davanti a me, con indosso solo le scarpe nere lucide.
Ormai non so più distinguere la foga sessuale pura, ormonale, chimica da quella mentale che fa leva sul piacere proibito. Sarà così anche per lei? La nipote che seduce lo zio la fa eccitare? Sicuramente ha le mutande ormai fradice ed io decido che è arrivato il momento di toglierle.
Mentre le sfilo le brasiliane leggerissime si crea, per qualche istante, un filamento leggero che poi si stacca dal tessuto e rimane, oscillando, come una goccia allungata appesa alle labbra gonfie di desiderio.
Mi focalizzo con libidine martellante sulla goccia sospesa che si stacca e cade scuotendomi con un fremito di voglia mostruosa.
Guardo con assoluta ammirazione il corpo nudo e perfetto di mia nipote col pube rosa completamente rasato e le gambe dritte e slanciate. Mi sembra pura poesia. Mentre indugio in estasi a scrutare i muscoli definiti delle cosce e quelli splendidi dell’addome lei mi tira piano per la nuca e mi sospinge a continuare a baciarle la pancina piatta e fremente. Penso alla goccia della sua figa succosa e mi avvicino per allungare la lingua e sentirne il sapore, ma voglio portarla al desiderio assoluto, protratto all’inverosimile.
Così i miei baci si fanno di fuoco e con giravolte sensuali, le cospargo il ventre di baci leggeri, per poi scivolare con la lingua sul suo pube liscio ed eccitante, leccandolo tutto, infilandomi nelle pieghe laterali per poi scendere fino a toccare il clitoride, già gonfio di piacere.
Mia nipote sospira mentre la mia lingua le scorre intorno al clitoride con movimenti lenti e circolari per poi lasciare spazio alla mia bocca che lo succhia piano tra le labbra titillandolo con la punta della lingua mentre si trova catturato tra le mie labbra. Lei mi carezza la nuca ed ansima. Ha divaricato le gambe ed io le guardo dal basso le tette rotonde eccitandomi sempre di più osservando in particolare i suoi capezzoli induriti.
Ora sì: lancio con un guizzo la mia lingua tra le sue labbra gonfie e grondanti, protese all’esterno, mentre le mie mani si sono impossessate delle sue chiappe e le tastano decise con malcelata libidine, incrementando la mia voglia di spogliarmi e trovarmi nudo davanti a lei.
Ma ancora non è momento, voglio farla morire leccandogliela come di deve e lasciare a dopo quello che verrà.
Per un attimo mi chiedo cosa stia pensando questa creatura angelica impossessata dal demone della passione: le piace che sia lo zio a leccarla con tale voracità o è solo l’uomo che la sta facendo salire di giri?
Tenendole sempre saldamente il culo, le infilo la lingua nella figa con piccoli colpi alternati a baci e ricognizioni nell’intorno, succhiandole le labbra bagnate, pensando di protrarre a lungo questo, per me quanto per lei, godurioso ed eccitante cunnilingus, ma la sensibilità della mia giovane nipote è elevata e lei inizia a godere presto e comincia venire, respirando sempre più forte, vibrando con tutto il culo e la fica, liberando il suo orgasmo nella mia bocca che lo accoglie con riconoscente gratitudine. Sento la vagina contrarsi sulla punta della mia lingua mentre i suoi umori, dal sapore deliziosamente agro ed il profumo inebriante, mi allagano a fiotti la bocca. Bevo con crescente godimento il suo nettare.
Mentre i suo corpo tende ad acquietarsi, ricomincio a baciale il pube dalla pelle liscia, compatta e tesa, spostandomi poi sui fianchi e risalendo ai seni gonfi, succhiandole per il mio piacere una tetta intera, ma lei mi tira la testa più su fino a baciarmi avidamente, leccandomi poi l’intorno della bocca che gronda ancora del suo godimento. Mi annusa e mi lecca.
Mi bacia estasiata ed io accolgo la sua lingua nella bocca mentre le carezzo la schiena dai glutei alla nuca e ritorno, tornando a scuoterla di brividi. Ha un culo da paura!
Sembra solo concentrata nel succhiarmi la lingua, ma, allo stesso tempo, comincia a sbottonarmi la camicia con determinazione e fretta crescente fino a lasciarmi col torace nudo che mi accarezza, indugiando sui pettorali e poi focalizzarsi sullo slacciarmi la cintura. Nella mente mi appare una visione di quello che potrebbe accedere tra poco, un’immagine che mi fa impazzire di desiderio: mia nipote che mi succhia l’uccello.
Ed è proprio quello che sta per succedere: lei si discosta da me e metodicamente mi spoglia, togliendomi i pantaloni e lanciandoli via teatralmente, per poi sfilami i boxer e annullare una prigionia ormai insopportabile, lasciando libero nell’aria il mio uccello che grida nell’aria la sua voglia vittoriosa, pulsante, dritto e imponente davanti allo sguardo eccitato di mia nipote.
Come se si stesse predisponendo a fare un esercizio in palestra, allarga le gambe piazzando saldi i piedi calzati coi tacchi a spillo in terra e, con aggraziata e flessuosa pratica ginnica, si piega in avanti tenendo le belle gambe dritte ed il busto proteso in avanti portando la testa esattamente davanti al mio sesso eretto e fremente. Adoro questa ragazza: mi regala una vista della sua schiena dai dorsali evidenti che scorrono paralleli dalle scapole ai glutei magnificamente allenati che si dividono in una fessura eccitante. Le chiappe perfette si separano appena e nel guardarle mi scorrono brividi di piacere alla base dell’uccello.
Si appoggia al mio addome con una mano e con l’altra mi prende dolcemente il cazzo e lo comincia a massaggiare piano, masturbandomi con una lentezza esasperante mentre, ruotando la testa di lato, fa cadere i capelli liberando il viso. Muoio dalla voglia di vedere scomparire la mia cappella gonfia tra le sue labbra rosse e carnose, ma lei mi tiene sulla corda e osserva il glande fremente da vicino, come se non ne avesse mai visto uno.
Sento la sua mano stringermi l’asta più forte mentre appoggia le labbra sul glande per poi schiuderle e finalmente accogliere il mio cazzo duro in bocca, attenendosi a succhiarne la punta senza foga, delicatamente.
Eccitatissimo e impaziente, sto per poggiarle le mani sui capelli per tirarla a me e invaderle la gola col cazzo gonfio di vene pulsanti, quando mia nipote inizia a succhiarmi con decisione la cappella con le labbra fortemente incavate e poi affondare sempre più l’asta nella bocca facendomi scorrere il glande nella bocca sopra la sua linguetta vivace fino a toccare l’ugola.
Ora sì che comincio a godere come si deve! Sposto lo sguardo dal suo bel culo, lungo la schiena, fino a concentrarmi sulle sue labbra che mi succhiano l’uccello sbavando lievemente il rossetto. Trovo che abbia scelto di stare in una posizione scomoda, ma dannatamente arrapante, per me che ne ammiro il corpo incantevole.
Stento a credere che quella splendida ragazza dal vitino sottile e il culo marmoreo che mi sta succhiando l’uccello con tale avidità sia proprio mia nipote! Fanculo alla parentela: questa troietta mi spompina il cazzo con un ardore imprevisto ed una foga terrificante.
Nel silenzio si sentono gli schiocchi del risucchio che fanno le sue labbra dal rossetto vivido mentre mi ciuccia l’uccello, che mi fanno arrapare, ma, la vista del suo viso pervaso di una voglia porca di farmi godere, mi attizza come un toro, facendomi gonfiare il cazzo ed indurirlo sempre più ogni volta che glielo infilo in bocca, anzi, più precisamente, ogni volta che lei si sporge e accoglie con decisione e maestria in fondo alla gola la mia cappella palpitante. Ogni affondo è un dono di godimento puro.
Con la mano che mi attanaglia l’asta e la bocca avvinghiata sul glande, il mio piacere è già al settimo cielo, ma ora devo assolutamente toccarle il culo oscillante che guardo oltre la sua schiena. Mi chino in avanti per carezzarlo, ma mia nipote, invece di arcuare la schiena per agevolarmi, si abbassa accucciandosi sui talloni allontanando le sue chiappette dalla mia presa. Con un certo disappunto cerco di mantenere alto il livello di piacere e torno a guardale la bocca piena di cazzo ed ecco che incontro il suo sguardo che, da quieto e pacato com’era quando ha iniziato, ora è trasfigurato in uno sguardo torbido da vera porca che rende irriconoscibile la nipotina, trasformandola in una libidinosissima troia che mi scruta con occhi di brace, mentre mi afferra le palle con la mano libera e mi sega con l’altra, affondando paurosamente il mio cazzo in gola, ogni volta sempre di più fino a farlo sparire completamente. Con un pensiero quasi goliardico, credo che se venissi ora le schizzerei dritto nell’esofago. Porca puttana che meraviglia di pompino!
Mi tira le palle con maestria con lo stesso ritmo in cui mi masturba e contemporaneamente spinge in gola il mio glande goduriosamente. Questa nipote ha l’argento vivo addosso e, mentre mi ingolla tutto, mugola piano: che gran troia questa nipotina!
Non posso reggere a lungo questa intensità, soprattutto con il suo sguardo arrapato che continua a fissarmi e sembra supplicarmi di venirle in bocca. Cerco di distrarmi un attimo allungando lo sguardo sulle tette che oscillano insieme ai capezzoli, che ora mi sembrano più tesi di prima, col risultato che ho una paurosa contrazione di piacere, che riconosco come un pericoloso preludio al mio orgasmo.
La puttanella comincia pure a gemere sonoramente e mugolare ancor di più per eccitarmi quando, con un lampo negli occhi, capisce che sto imboccando la strada di non ritorno. Va a finire che, in pochi secondi, le allago con fiotti di sperma la bocca e la gola.
Cazzo, ma sto veramente per sborrare in bocca alla mia dolce nipotina? Altro che nipotina dolce e tenera: questa è una proprio gran bella troia che sa quel che vuole e se prende.
E come se lo prende bene con una immensa e inesauribile voglia di cazzo.
Devo assolutamente riprendermi.
Sfilo l’uccello granitico dalla sua bocca che, da come succhia, pare un’idrovora, e mi chino a baciarla. Lei si solleva e mi succhia la lingua come se fosse il mio cazzo mentre fa scivolare il mio uccello tra le cosce e lo stringe tenendolo fuori dalla vulva, che sento grondante di umori roventi. Appoggio la ragazza sul bordo del tavolo e mi chino ad assaporare quella delizia dalla sua figa eccitatissima: che meraviglia, che sapore impagabile dal profumo inconfondibile di gioventù. Le mangio la passera con tutta la bocca per leccarla tutta e non perdere neanche una goccia del suo nettare. Ora mia nipote mugola ancora, ma con un timbro diverso non più di provocante eccitamento, ma di piacere.
Poi la prendo per le caviglie e le sollevo in alto le gambe che lei tiene tese puntando i tacchi verso il soffitto.
Appoggio la cappella ancora bagnata di abbondante saliva e, con un lieve movimento, la faccio scivolare nella figa madida di mia nipote che la accoglie con un lungo gemito di soddisfazione. Tiene le gambe larghe con i polpacci appoggiati sui miei pettorali e le cosce sui miei addominali, mentre la tengo per il vitino sottile.
Comincio a scoparla piano, infilando solo la punta, scaldandole, si fa per dire, la fornace della sua passera bollente. Lei mi fissa ora con uno sguardo diverso a metà tra il divertito e l’appagato, come se volesse sottolineare la complicità in questa trasgressione. Forse me lo sto solo immaginando, ma mi sembra che farsi scopare dallo zio, la diverta. Ora sorride mentre le sto titillando la patatina con la punta del pisello, muovendomi allegramente, lieve e lento, ma appena mi addentro con un lieve affondo, spalanca la bocca ed emette un flebile gridolino quasi soffocato, corrugando le sopracciglia e chiudendo gli occhi, lasciando respiri interrotti nell’aria. Mi spingo ancora in lei con la stessa intensità e lei geme ancora per due, tre volte finché, azzardo, e la penetro ancor di più: inspira e trattiene il respiro, trasalisce spalancando gli occhioni e corrugando le sopracciglia, sfoderando nuovamente quello sguardo da troia procace che aveva mentre si ingollava a fondo il mio cazzo gonfio e venato. La vista di quello sguardo di mia nipote mi fa esplodere voglia.
Una frustata di libido mi impenna il cazzo nella fica e con voglia crescente le spingo a fondo l’uccello dentro, facendola sussultare. Ho la sensazione che il mio cazzo sia di legno e che la sua figa di burro. Scivolo indietro e poi di nuovo dentro, ancora più a fondo: lei emette per la prima volta una lunga vocale di puro e autentico piacere:”Aaaaa!” che continua ad emettere ad ogni affondo che, dalla foga, le fa sobbalzare le tette.
Guardo il mio cazzo che scivola nella sua figa e nuovamente non riesco a crederci: sto scopando mia nipote che sta godendo alla grande. Che troia fantastica è mia nipote!
Sto scopando mia nipote!
Sto scopando mia nipote!
La breve frase mi rimbalza nel cervello e accompagna, come un mantra, il mio cazzo che le scivola dentro: sono tanto assorto in questa strana nenia mentale che quasi non mi accorgo che la nipote sta venendo di brutto, schizzandomi sulla pancia come una fontana. La sento sussurrare:“Oh, zio! Oh, zio! Oh, zio!” e poi ripeterlo sempre più forte ad alta voce mentre vibra, contraendo la fichetta, gode e viene.
Che orgasmo arrapante, non smetto di guardarle il volto trasfigurato e gli zampilli violenti che mi sta schizzando addosso. Le stringo le tette e lei schizza di nuovo per poi incitarmi a penetrarla fino in fondo, facendomi aumentare la goduria con cui la sto scopando.
Ho un uccello che pare di marmo, ma la sua fica è un lago e quasi non la sento.
Vieni cocca, è arrivato il momento di far godere lo zio come si deve.
Con celere delicatezza abbasso le sue gambe e sollevo la ragazza dal tavolo per metterla in piedi. Mia nipote vacilla. La sorreggo e la bacio. Lei si avvinghia con le braccia al mio collo e mi bacia profondamente. L’orgasmo l’ha scossa come una foglia ed è venuta gemendo forte.
Le carezzo la schiena mentre i suoi baci scemano, ma ho l’uccello ancora in tiro e la ragazza intuisce le mie intenzioni. Si volta e si mette a pancia sotto sul tavolo, tenendo ben alto il sedere, mentre le mie mani le accarezzano la schiena sudata scivolando piano sul bel culo tornito per aggrapparsi saldamente alle belle chiappe dure e sode.
Abbocco la cappella tra le labbra gonfie di piacere e le infilo il mio siluro a testata nucleare su per la fica succosa. Le strizzo le chiappe con una foga equiparabile alla mia voglia e pompo il cazzo nella figa di mia nipote facendola gemere nuovamente. Lo manovro con la migliore maestria che conosco, dosandolo a modo e variando con attenzione estensione e intensità degli affondi: voglio che le piaccia anche questa volta.
Voglio che sia orgogliosa dello zio che la scopa perché gli piace farla godere non per farle un semplice piacere.
Eh, se le piace! I gemiti di piacere non tardano a risentirsi ed io mi eccito a scoparla nel migliore dei modi che io conosca, il mio preferito in assoluto!
La curva che fanno i suoi fianchi sulle chiappe è un’opera d’arte.
La consistenza dei suoi glutei è una meraviglia che plasmo, incredulo, tra le mani. Poche donne hanno un culo così splendido.
Scorrendole dentro, la mia cappella mi gonfia di piacere, ed i suoi gemiti mi eccitano quanto guardarla, in un crescendo di goduria che si concentra e si condensa lentamente sulla punta del mio cazzo: le palle mi pulsano gonfie ed il perineo mi vibra di libidine pura.
Quando mia nipote comincia a godere nuovamente e sento il suo gemito trasformarsi in una invocazione di piacere, mi sembra di sentire gonfiarsi di piacere il mio ego e provare un desiderio folle di venire. “Oh, zio!” geme mia nipote mentre il piacere le cresce nel ventre. “Oh, zio!”
Mi sfilo e mi acquatto dietro di lei lanciando la mia lingua dura nella figa di mia nipote che recepisce la sorpresa con un gridolino divertito, seguito da un incitamento roco e stravolto: “Oh, sì zio, così!” io ubbidisco e la penetro quanto posso, ma con le dita faccio sicuramente meglio: “Oooh, sì ziiio!”, gode la troietta mentre le infilo due dita nella figa e la masturbo esplorandola bene, come se fossi alla ricerca di qualcosa di perduto, gon movimenti dedicati esclusivamente al suo piacere. “Oooh sììì ziiio!” e le accompagno le dita nella figa con la lingua infilata direttamente nel culo, a fondo: che culo stretto e dal sapore unico e arrapante.
Ho la lingua infilata nel culo vergine (?) di mia nipote mentre le pentro la figa con le dita! Il pensiero mi fa esplodere il cervello di libidine e le pulsazioni della mia cappella sembrano impazzite.
Le slinguazzo con dovizia di fantasia lo sfintere, ora dentro ora fuori, e poi lo penetro ancora con la lingua lunga e dura mentre la sditalino facendola godere, ancor prima di quando lei pensasse: “Oooh sììì ziiioooo!” urla schizzando di nuovo e, mentre io inculo mia nipote con la lingua, lei gode di un vibrante orgasmo ed una breve sequenza poderosa di schizzi.
Brava, così, la mia bella nipote squirtante.
Bevo le ultime gocce della sua goduria orgasmica senza tralasciarne neanche una goccia e mi sollevo di nuovo per ricominciare a scoparla.
Con una specie di rituale, appoggio il glande tra le labbra e spingo piano l’uccello dentro mia nipote che mi accoglie nuovamente con un lungo e gratificante gemito.
Le spinte si affollano nella figa calda e, sempre col il culo ben stretto tra le mani, scopo di gusto la nipotina porca che ricomincia a sollecitare il suo caro zio con incitamenti verbali sempre più loquaci.
L’ora del piacere è giunta: ad ogni sua invocazione mi fa pulsare il cazzo sempre di più e la vertigine del piacere mi esalta, ancora e ancora, mentre lei chiama con stupefacente disssolutezza: “Sì, zio, scopami, così!”, “Ancora!”, “Dai, zio!”
Stavolta non c’è via di scampo, nulla potrà fermare il mio orgasmo crescente: scopo la nipotina vogliosa a pecora con affondi profondi e decisi, finché vengo con il cazzo vibrante che allaga di sperma la figa di mia nipote.
“Oh zio!”
1
0
voti
voti
valutazione
7.4
7.4
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La vera storia di mia cugina (non c’è cosa più divina).racconto sucessivo
La vera storia di mia nipote - 2 (e sua cugina insieme)
Commenti dei lettori al racconto erotico